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Elezioni il 13 e 14 aprile
Elezioni: ricusati 21 simboli tra i quali quello del PDM. Delusione nel PD calabrese, Chiappetta rifiuta, Bruni “Esclusione antidemocratici” 04 mar 08. Il ministero dell'Interno, esaminati i 177 contrassegni depositati per le elezioni politiche del 13 e 14 aprile, ne ha ammessi 147. In 21 casi il ministero ha invitato i depositanti, in base alla normativa vigente, alla sostituzione del contrassegno entro 48 ore dalla notifica. Tra questi il simbolo di Storace, della Dc di Pizza e della Dc di Sandri. I nove restanti contrassegni sono stati dichiarati senza effetto per carenza di documentazione. Presso la sala stampa del Viminale è possibile prendere visione del quadro riassuntivo dei contrassegni ammessi e non ammessi. I rappresentanti delle 21 formazioni politiche i cui simboli sono stati ricusati hanno ora 48 ore di tempo per presentare ricorso all'ufficio centrale nazionale presso la Corte di Cassazione. I nove simboli senza effetti non possono piu' presentare opposizione:sono stati esclusi perche' non erano stati designati i rappresentanti di partito o non era stato presentato il programma. La Destra di Storace, e le Dc di Sandri e di Pizza, ma anche l' ''Unione Democratica dei Consumatori'', la lista di Manzione e Bordon. Sono alcuni dei simboli che sono stati per ora respinti dall'ufficio elettorale del Viminale e che dovranno essere ripresentati, in forma diversa, per poter essere ammessi alle politiche di aprile. Tra i ricusati, anche i ''Democratici di Sinistra'', il simbolo de ''I Socialisti'', quello della ''Lega per l'Autonomia Alleanza Lombarda'' e di ''Sos Italia Popolo delle Liberta'''. E ancora, respinto il simbolo ''Nel nome della Donna lista Stefania Ariosto Partito Democratico Donna'', il ''Partito Democratico Meridionale'', ''Lega Padana Lombardia'', ''Movimento Nazionale Delfino'' e il ''Sacro Romano Impero Liberale Cattolico Giuristi del Sacro Romano Impero Cattolico. Movimento Europeo Liberale''. Tra i nove contrassegni ''senza effetti'', cioe' irrimediabilmente esclusi, c'e' il ''Movimento per la Rinascita della Montagna'', il ''Partito Demucratec Padan Lista Beppe Grillo'',il ''Sipu Pensionati Uniti'' e il ''Partito Pensionati''. Il Pdm deve decidere se ricorso o cambio simbolo. E' stato ricusato perche', a giudizio del Viminale, il nome cosi' come riportato graficamente potrebbe essere confondibile con quello del Partito Democratico di Veltroni, il simbolo del Partito democratico meridionale presentato da Salvatore Audia, ex vice segretario regionale dello stesso partito. E' quanto si e' appreso dallo stesso Audia. Il Pdm fu fondato dal governatore della Calabria, Agazio Loiero, dopo la sua uscita dalla Margherita. I presentatori del simbolo del Pdm hanno adesso 48 ore di tempo per decidere se sostituire il contrassegno, oppure presentare ricorso. Una decisione che sara' presa nelle prossime ore da Audia insieme ai vertici dell'ex Pdm. Chiappetta rifiuta, Minniti “confermato
il suo impegno”. Il consigliere provinciale del PD
di Cosenza, Piercarlo Chiappetta, ha reso noto il testo di una lettera
inviata al al segretario regionale del partito, Marco Minniti "per
ringraziare dell'attenzione rivoltami inserendomi nella lista della
Camera" precisando che "non posso accettare, come non accetto,
la candidatura offertami". "Mi piace sottolineare - scrive
ancora Chiappetta - che sono espressione di un gruppo che opera sull'intero
territorio calabrese, attraverso i propri rappresentanti istituzionali
e politici, nonché attraverso tutti i suoi militanti tra i
quali moltissime donne e tantissimi giovani. Con loro voglio sempre
ragionare per coinvolgerli e farli partecipare ad ogni scelta, senza
'forzature' o scelte verticistiche, o ancor peggio personalistiche".
"Comunque, insieme, - prosegue Chiappetta - continueremo, in
questo delicato momento storico che attraversa il Paese ad impegnarci
con entusiasmo affinché si affermino i valori che il Partito
Democratico ha espresso, ed esprime, a livello nazionale; ciò
affinché si inauguri una nuova e vera stagione di cambiamento
anche in Calabria". Bruni “Esclusione non democratica”.
Sammarco “Vibo non rappresentata”. Dopo l'approvazione
delle liste da parte del coordinamento nazionale del Pd e l'esclusione
in Calabria dei candidati che fanno riferimento al Pdm, il Partito
democratico meridionale fondato dal presidente della Regione, Agazio
Loiero, escono allo scoperto i primi malumori. Ottavio Bruni, coordinatore
del Pd a Vibo Valentia, dimessosi da presidente della Provincia, uno
dei più stretti collaboratori di Loiero, non ci sta: "Sono
stato - dice - immotivatamente escluso. Sono stati adottati metodi
che non sono democratici e ancora una volta è stato oltraggiato
il territorio vibonese. Nei primi sette posti della Camera non c'é
un esponente di Vibo e nei primi quattro del Senato altrettanto. Per
trovare un rappresentante di Vibo bisogna arrivare all'ottavo posto,
sia alla Camera che al Senato. Cosa succederà ora? Iniziative
a titolo personale non ne prendo. Aspetto di discutere con Loiero.
E' ovvio che mi dimetterò da coordinatore del Pd e valuterò
altri passi. In queste ore sto avendo contatti con tutti ma dove approderò
non lo so. Tra oggi e domani io credo che come Pdm prenderemo una
decisione". Corbelli “In candidature PD cancellata società civile”. Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, critica "le candidature-nomine del Pd imposte da Veltroni e Minniti in Calabria, che hanno letteralmente cancellato la società civile non riservando neppure un posto utile (di sicura elezione) per un esponente dell'associazionismo, del volontariato, del mondo del lavoro, del precariato, della cultura, dei giovani ragazzi antimafia, bloccando di fatto ogni processo di rinnovamento di questa regione". Corbelli ritiene responsabile di questa cancellazione della società civile calabrese Walter Veltroni, Dario Franceschini e Marco Minniti, ma addebita pesanti responsabilità anche alla stampa calabrese che, tranne rare e lodevoli eccezioni, continua a ignorare e non dare spazio in Calabria alle battaglie di Movimenti e Associazioni che da anni si battono per il cambiamento e la crescita di questa terra". "Insieme alle pesanti responsabilità di Veltroni e MInniti per questo massacro della società civile calabrese nelle liste dei candidati alla Camera e al Senato nelle file del Partito Democratico ci sono gravi colpe anche di quei media locali che con le loro censure e l'informazione di parte asservita al potere politico dei soliti noti, i potenti di turno (di centrosinistra e di centrodestra), hanno di fatto impedito che in Calabria si affermasse in questi anni un Movimento politico e culturale , indipendente, autonomista, regionale, in grado di imporre e portare il caso Calabria all'attenzione nazionale e al centro del dibattito politico". Nella fattispecie Corbelli ricorda che "sono molti anni che in Calabria c'é una moltitudine di iniziative culturali, civili, sociali, di volontariato, di impegno antimafia, di grandi battaglie e conquiste civili, letteralmente ignorate oggi da Veltroni nella scelta dei candidati calabresi del Pd al Parlamento e da anni censurate da quasi tutti i quotidiani calabresi (ad iniziare da quello di Messina) che preferiscono invece occuparsi, per motivi diversi, soltanto dei soliti partiti e vecchi politici locali, che hanno letteralmente affossato questa regione. In Calabria questi media e questi partiti hanno impedito il rinnovamento. Per questo oggi ancora una volta la nostra regione pagherà un prezzo altissimo, saremo colonizzati e umiliati, con le candidature-nomine romane, di personaggi, amici personali e referenti locali dei leader nazionali, quasi tutti perfetti sconosciuti e di scarso, se non addirittura inesistente peso politico a Roma. Ha iniziato il Pd, continueranno l'opera di demolizione umiliazione ed emarginazione della Calabria, con le candidature-nomine romane, gli altri partiti, ad iniziare dal Pdl. Può salvare questa regione sono una grande rivoluzione morale, culturale sociale e politica, contro la Casta romana dei Veltrusconi e contro quegli stessi media calabresi, che come hanno fatto oggi, toccando il fondo, arrivano (quasi tutti) finanche a censurare l'appello del papà di un bambino gravemente ustionato e bisognoso di cure". Magarò “Prefetti candidati, segnale di militarizzazione”. ''C'e' una curiosa tendenza, da parte di alcuni partiti e, in particolare, del Partito Democratico, a candidare prefetti per le imminenti elezioni politiche. Nulla da dire sulle singole persone scelte, che sono uomini perbene che hanno sempre fatto il loro dovere; ma e' il segnale che viene fuori da questo orientamento, a non convincere''. A sostenerlo, in una nota, e' il consigliere regionale socialista, Salvatore Magaro'. ''Sembra quasi che si voglia dire che il nostro Paese, e il sud in particolare - prosegue Magaro' - abbia bisogno di una 'militarizzazione': che debbano scendere in campo gli uomini d'ordine, come ai tempi delle leggi d'emergenza. E invece il nostro paese non ha bisogno di una perenne condizione d'emergenza, ma di regolarita'. Occorre che ognuno faccia la sua parte: i politici, i magistrati, i poliziotti''. ''Se i prefetti vengono chiamati invece a fare i politici - conclude Magaro' - allora si crea una anomalia, che alla lunga puo' creare disastri. I prefetti, i questori, i poliziotti e' bene che facciano il loro lavoro, senza esserne distolti in nome di campagne elettorali che buttano fumo negli occhi e non risolvono i problemi'' Polemica “Nuovo PSI”-Zavettieri.
La Segreteria Regionale Calabrese del Nuovo PSI di Stefano
Caldoro, già Ministro del Governo Berlusconi, riunitasi urgentemente,
alla presenza del Consigliere Regionale Francesco Galati, nonché
di Assessori e Consiglieri Provinciali e Comunali, "dinanzi -
è detto in una nota - a notizie di stampa, avvalorate da dichiarazioni
di esponenti calabresi di Forza Italia, che ipotizzano la eventale
candidatura nella lista del PdL alla Camera dei Deputati, di Saverio
Zavettieri, esprime tutta la propria indignazione nei confronti di
chi alimenta ipotesi simili che determinano nell'opinione pubblica
e di conseguenza nell'elettorato, sconcerto e rabbia". "A
tal proposito giova ricordare - prosegue la nota - la grave responsabilità
dell'on. Zavettieri che abbandonando la Casa delle Libertà,
all'indomani della vittoria di Loiero in Calabria, e transitando verso
la sinistra, ha fatto perdere le elezioni del 2006, per soli 24.000
voti alla coalizione che sosteneva il Presidente Berlusconi. Zavettieri,
dopo la sconfitta di Berlusconi a favore di Prodi, e la propria disfatta
non avendo conseguito alcuna elezione per i propri candidati, ha avviato
la cosiddetta fase della Costituente Socialista che si é rivelata
per un autentico flop. Egli è ormai un uomo politico finito.
Sarebbe assolutamente errato resuscitarlo con il rischio di determinare
conseguenze negative e nefaste, nell'elettorato, non solo socialista,
ma dell'intera coalizione che non riuscirebbe a comprendere i `giochì
che stanno dietro a tale operazione". La Segreteria "nel
mentre esprime il proprio disappunto per le `vocì che circolano,
riconferma la propria scelta di campo a favore della coalizione del
PdL con leadership e premiership di Silvio Berlusconi, e si augura
che le indicazioni nazionali a favore della fisiologica candidatura
vincente di Adolfo Collice (Vice Segretario Nazionale e Segretario
Regionale del Nuovo PSI) si concretizzi velocemente anche per fugare,
in tal modo, ogni possibile e deleterio equivoco". Casini in Calabria “Progetto di rinnovamento”.
"Io tengo a battesimo un progetto rinnovamento, un progetto giovane
dell'Udc, una scommessa in una regione difficile". Così
Pierferdinando Casini, oggi pomeriggio, ha inaugurato in Calabria
la campagna elettorale. Proprio in Calabria l'Udc nei giorni scorsi
ha registrato la fuoriuscita dal partito del deputato Pino Galati,
passato al Pdl. "Noi - ha detto il leader dell'Udc - dobbiamo
dare spazio ai giovani e vediamo se sapranno meritare il consenso
dei loro cittadini. Finora hanno fatto molto bene, partendo da zero.
Sono giovani che hanno grande esperienza e qualità nel Consiglio
regionale e potranno anche manifestarle nel Parlamento nazionale.
Le liste le faremo nei prossimi giorni" Oliverio “Fermare catena vittime”: ''Occorre fermare questa insopportabile catena di vittime che quotidianamente insanguinano cantieri, fabbriche, officine. Il lavoro e' fonte di vita, non puo' diventare causa di morte''. Ad affermarlo, in una nota, e' il deputato del PD, Nicodemo Oliverio. ''Assicurare le condizioni di massima sicurezza sui luoghi di lavoro - prosegue Oliverio - e' uno dei punti fermi della proposta di governo del Partito Democratico. Come ha garantito Veltroni, giovedi' il governo approvera' un apposito decreto legislativo''. ''Il complesso normativo e gli strumenti di controllo - conclude - conclude Oliverio - devono tenerne conto e le scelte che saranno assunte andranno nella direzione dell'inasprimento delle sanzioni per chi non rispetta le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro'' Paolo Abramo “Dare voce al tessuto imprenditoriale”: "Ho accettato di buon grado e con convinzione la candidatura al Senato della Repubblica, nella lista del Partito Democratico e l'ho fatto con quello spirito di servizio con cui mi sono sempre sforzato di interpretare i ruoli istituzionali che fino ad oggi sono stato chiamato a ricoprire". E' quanto afferma, in una nota, Paolo Abramo, presidente della Camera di Commercio di Catanzaro. "Ho ritenuto dunque di mettermi ancora una volta al servizio degli interessi della collettività - prosegue Abramo - anche perché sollecitato in questo dall'amico onorevole Marco Minniti, verso il quale mi legano saldi sentimenti di stima per la serietà e la credibilità con cui il viceministro dell'Interno porta avanti da anni il suo impegno politico e istituzionale. Da imprenditore e da presidente di un'istituzione rappresentativa del tessuto economico e produttivo, sono convinto che il Paese stia vivendo com'era auspicabile e com'é giusto che sia una fase nuova, nella quale la contrapposizione frontale e lo scontro ideologico debbono lasciare il posto al confronto costruttivo e alla partecipazione di tutte le componenti sociali per un autentico rinnovamento e un'autentica modernizzazione dell'Italia". "In questo mio convincimento - aggiunge ancora Abramo - non sono certamente il solo, come dimostrano autorevoli candidature nelle liste del PD, maturate proprio nel mondo dell'impresa. Un impegno, questo, del quale soprattutto al Sud e in Calabria si avverte il bisogno. Abbiamo la necessità di dare voce al tessuto delle nostre piccole e medie imprese; abbiamo la necessità che si affermi il merito e che i talenti vengano giustamente e opportunamente valorizzati, attraverso anche una riqualificazione della spesa pubblica che deve essere mirata e di qualità e non finalizzata a creare indistintamente consenso. Sono condizioni indispensabili, così come indispensabile è l'impegno a proseguire nella lotta alla criminalità organizzata e a tutto ciò che mette in pericolo la libertà di impresa". Per Abramo "lo sviluppo passa necessariamente attraverso il contributo fondamentale del lavoro e in questa categoria c'é chi il lavoro lo presta e deve essere in condizioni di farlo con dignità, così come c'é chi il lavoro lo crea e lo fa con sacrificio e con onestà. Abbiamo bisogno di tenere insieme entrambi in un unico grande progetto. Quel progetto che condivido e che sta alla base del programma di Walter Veltroni e, in Calabria, di Marco Minniti" Tommasi decide di non candidarsi. Pecoraro
ne prende atto. Il coordinatore nazionale dell'Esecutivo
dei Verdi ed assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Diego
Tommasi, ha scritto una lettera ad Alfonso Pecoraro Scanio, per rinunciare
alla candidatura. "Conosci bene - scrive Tommasi - il contributo
che, su un nuovo percorso di riforme, sono riuscito ad ottenere dalla
postazione istituzionale che mi è stata affidata dalla Regione:
il coordinamento degli assessori all'Ambiente delle Regioni. Il ruolo
è delicato ma riveste un'importante postazione per contrastare
il trend antiambientalismo che si sta cercando di inculcare nel pensiero
degli italiani". "Oggi - prosegue Tommasi - in Calabria
stiamo vivendo una stagione politico/istituzionale difficile: sono
consapevole di ciò e quindi la tentazione di andare via sarebbe
comprensibile, ma affiora in me l'orgoglio meridionale di non fuggire,
bensì di portare avanti un programma di lavoro che sta iniziando
a dare i primi risultati. Siamo in una fase molto delicata e fra le
questioni di prioritaria importanza vi è il Piano dei rifiuti:
sarebbe mia intenzione proseguire nel percorso intrapreso, anche in
virtù della fiducia più volte confermatami dal Presidente
Loiero". "Ringrazio te e tutto l'Esecutivo per la proposta
di candidatura alle elezioni, ma - conclude Tommasi - mi sentirei
di tradire le aspettative che Loiero, la coalizione e i calabresi
hanno riposto in noi e pertanto ti chiedo di non dare corso alla deliberazione
dell'Esecutivo nazionale dei Verdi che prevede una deroga ai criteri
individuati dalla Sinistra l'Arcobaleno, per la mia candidatura. Continuerò
a dare il mio apporto al partito in questa competizione elettorale
per avviare una nuova stagione politica di regole e impegno".
"Sono stati tanti - ha scritto inoltre Tommasi - i momenti di
incontro e riflessione in quest'ultimo periodo delicato per il futuro
del partito e del nuovo soggetto politico che abbiamo costruito. Consapevoli
della delicatezza del momento e delle prospettive future, mi sono
adoperato nelle varie sedi decisionali, per garantire il massimo di
coesione ad un percorso di prospettive, per l'affermazione di un progetto
politico ambientalista".
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