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Elezioni il 13 e 14 aprile
Elezioni: Le regioni del sud ago della bilancia delle elezioni 19 mar 08 Partiti con il pallottoliere in mano per
il risiko del Senato. Mentre per la Camera, infatti, appare probabile
una vittoria del Pdl, che si aggiudicherebbe i 50 seggi in palio per
il premio di maggioranza, su Palazzo Madama i partiti danno i numeri,
commissionano sondaggi e campagne elettorali mirate nelle regioni
che sono 'sul filo'. Il centrodestra mostra ottimismo. Silvio Berlusconi
da settimane parla di 30 seggi di vantaggio per il Pdl sul Pd, ma,
se il leghista Roberto Calderoli si dice convinto che a Palazzo Madama
non ci sara' il pari ma ''una maggioranza certa'', a via dell'Umilita'
c'e' anche chi predica cautela. Il Pd vede il pareggio al Senato,
ma punta anche sugli indecisi, convinto che la ''piu' grande rimonta
della storia'', come l'ha definita Walter Veltroni sia possibile.
''Sono molto ottimista - dice il braccio destro del leader democratico,
Goffredo Bettini - sull'esito anche se certo vedo che, in particolare
al Senato, ci sono piu' spazi per prevalere''. Una cosa e' pero' sicura:
i seggi incerti sono molto piu' di quelli della scorsa tornata elettorale.
Dai democratici vengono stimati in una cinquantina. ''L'altra volta
- osserva il costituzionalista Stefano Ceccanti - i seggi incerti
erano intorno a una ventina, quelli, del premio di maggioranza nelle
regioni incerte, questa volta siamo sulla grandezza dei cinquanta''.
Le incognite, in effetti, come sottolinea anche un esponente azzurro,
sono legate al fatto che ''questa volta ci sono 12 'coalizioni' in
gara, per cui e' fondamentale non solo vincere, ma vincere bene anche
perche' a causa delle soglie di sbarramento si butteranno il 15-20%
dei voti''. E allora, le variabili decisive sono due: chi tra Pd e
Pdl si aggiudichera' le regioni in bilico e dove Udc e Sinistra Arcobaleno
superanno lo sbarramento regionale dell'8%. Per i tecnici del Pdl
le regioni incerte sarebbero quattro: Liguria, Calabria, Abruzzo e
Lazio (per un totale di 30 seggi in palio di premio di maggioranza
per chi dovesse fare l'en plain). ''Sicuramente - spiega un esponente
azzurro - in quelle zone ci sara' maggiore attenzione e maggiore impegno''.
Mentre per i democratici la partita e' tutta parta ancora in Liguria,
Abruzzo, Lazio e Piemonte (in totale 37 seggi di premio di maggioranza
in palio). Una questione ancora piu' spinosa, pero', e' quella degli
outsider: Unione di Centro e Sinistra Arcobaleno. I centristi contano
di superare l'8% in almeno sei-sette regioni: ''Secondo l'indagine
fatta dai nostri analisti - spiega il segretario Udc Lorenzo Cesa
- dovremmo superare lo sbarramento al Senato in Sicilia, Campania,
Puglia, Veneto, Marche e Toscana. Probabilmente anche in Abruzzo.
Sicuramente andremo oltre l'8% in almeno sei o sette regioni e come
minimo avremo nove senatori, 15 come massimo''. Seggi che, in almeno
quattro regioni su cinque (Sicilia, Campania, Puglia e Veneto che
quasi certamente andranno al Pdl), verranno sottratti al Pd che con
i centristi si spartira' la fetta del 45% di seggi restanti dal premio
di maggioranza del 55%. Un esempio? In Sicilia (che assegna 26 seggi),
il Pdl dovrebbe vincere accaparrandosi 15 seggi, i restanti 11 non
andranno tutti ai democratici, ma 8 o 9 potrebbero andare al Pd e
3 o 2 all'Udc (che dovrebbe superare sbarramento). Lo stesso ragionamento
vale per la Sinistra Arcobaleno, diretto 'competitor' dei centristi
per la spartizione dei seggi, specie in piccole regioni dove entrambi
superano l'8%. Ad esempio in Abruzzo (che assegna 7 seggi di cui 4
di premio di maggioranza), chi tra i due sfondera' di piu' l'8% si
aggiudichera' il seggio che probabilmente non andra' alla 'perdente'
tra Pd e Pdl. La nuova formazione a sinistra del Pd, secondo alcuni
sondaggi, dovrebbe superare l'8% in oltre meta' delle regioni. E in
quelle sicure, Emilia, Toscana, Umbria e Basilicata, ai democratici
e' sicuramente utile che faccia un buon risultato. Anche la Sinistra
Arcobaleno, che chiede un voto 'di parte' e non a Pd o Pdl che mettono
fuori da programmi ''semi-identici'' temi come il precariato o i diritti
civili, osserva, con il segretario del Prc, Franco Giordano che ''volendo
fare un ragionamento pragmatico, un elettore di sinistra che non vuole
far vincere Berlusconi, nelle regioni rosse, fa una scelta piu' utile
votando Sinistra Arcobaleno''. I seggi regione per regione. Nel
complesso sistema elettorale per l'elezione del Senato della Repubblica,
una variabile importante e' certamente quella dei seggi attribuiti
ad ogni regione e di quelli assegnati con il premio di maggioranza.
Ecco i numeri in dettaglio: I misteri dei brogli nel 2006 in Calabria e Campania. I brogli elettorali sono la principale preoccupazione di Silvio Berlusconi in vista del voto del 13 e 14 aprile. L'ex premier non perde occasione per ripeterlo e lo ha fatto anche durante un intervento con Emilio Fede, in diretta al Tg4: "Nelle ultime elezioni ci sono stati sottratti quasi un milione di voti e noi non vorremmo che questo capitasse ancora". L'appello del leader del Pdl, pertanto, e' "a tutti i cittadini capaci di dialettica che stanno dalla nostra parte a mettersi a disposizione nelle sezioni elettorali per evitare che il voto venga cambiato dai professionisti dei brogli". L'allarme non spunta dal nulla. È stato Massimo D'Alema, qualche giorno fa, a rispolverare le polemiche. Parlando dell'imminente voto ha detto: "La Campania resta una regione chiave per vincere le elezioni". Dopo aver difeso il ruolo del governatore Antonio Bassolino, rinviato a giudizio per la questione della gestione dei rifiuti, il vicepremier ha poi ammesso: "Avremo i riflettori puntati addosso". Perche'? Chiaro: la Campania e' stata una delle regioni (insieme alla Calabria) che hanno deciso l'esito delle Politiche del 2006. Li' sono state particolarmente evidenti le strane modalita', riconosciute da entrambi i poli, con cui si sono concluse le operazioni di scrutinio. Che, a livello nazionale, hanno sancito la vittoria sul filo di lana dell'Unione alla Camera e la sconfitta al Senato. A Palazzo Madama, pero', il centrosinistra ha goduto di una maggioranza (seppur esigua) grazie al premio assegnato su base regionale. Oggi come allora, quindi, lo sguardo e' puntato sulle regioni in bilico. Berlusconi lo sa, D'Alema anche. E basta ripercorre le concitate ore di quella notte elettorale per capire perche'. È da poco passata la mezzanotte del 10 aprile 2006. Gabriele Masia, il direttore dell'istituto demoscopico Nexus - che si occupa di exit poll e proiezioni -, interviene in diretta a Porta a Porta. Abbattuto, si arrende e certifica l'impossibilita' di assegnare la vittoria a una delle due coalizioni: "Siamo in una situazione comica o drammatica. È impossibile dire chi ha vinto, sia alla Camera che in Campania, la regione che puo' decidere la vittoria al Senato". A piu' di nove ore dalla chiusura dei seggi, insomma, non si conosce ancora chi, tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi, sia il nuovo presidente del Consiglio. Un ritardo nello scrutinio dei voti che lo stesso Prodi definisce "impressionante": "Che dobbiamo fare? - dice ai cronisti mentre arriva a Piazza Ss. Apostoli, quartier generale ulivista -. Aspettiamo". Gli occhi di tutti, politici, giornalisti, sondaggisti, sono anche sulla Calabria. La partita per Palazzo Madama si gioca anche li'. Chi conquista il premio di maggioranza al Senato, assegnato su base regionale, avra' con ogni probabilita' il controllo della Camera alta. Ma qualcosa non quadra. Durante la notte dello spoglio la trasmissione dei dati dai seggi alla Prefettura di Napoli si interrompe per un'ora. Un black out inspiegabile e, a distanza di due anni, ancora non chiarito. Sta di fatto che alla fine l'Unione la spunta sulla Casa delle liberta': 49,6 per cento di consensi per il centrosinistra, 49,1 per il centrodestra. Sono due, pero', gli aspetti sui quali i vertici della Cdl insistono: il trend al Senato in Campania sembrava essere oggettivamente favorevole al centrodestra. Fino alle rilevazioni giunte intorno alle 21 (con una copertura del 97 per cento delle sezioni) Berlusconi e' avanti dello 0,1 per cento. Poi il vantaggio, seppur minimo, si assottiglia. Fino a scomparire. In secondo luogo, la percentuale di schede bianche cala in modo inimmaginabile rispetto a quella rilevata nella tornata elettorale del 2001. Alle Politiche di cinque anni prima erano state 216.901, nel 2006 solo 52.093. Il 76 per cento in meno. Come se non bastasse, a infittire il mistero, ci si mette una nota dell'ufficio stampa dell'Ulivo, diffusa poco prima delle dieci di sera: "Visto il silenzio del governo (sui risultati elettorali, ndr) riteniamo utile invitare in modo particolare i parlamentari di Lazio e Campania a esercitare la massima vigilanza presso le competenti prefetture per ristabilire il regolare andamento delle procedure di scrutinio". I dirigenti del centrosinistra, poi, si precipitano in televisione a diffondere ottimismo. Addirittura, all'una meno un quarto, il capo ufficio stampa della Quercia, Gianni Giovannetti, si sbilancia: "In Campania, secondo i dati in possesso dei Ds ha vinto il centrosinistra". Il vantaggio, quando mancano 23 sezioni, secondo Giovannetti, "e' di oltre 18 mila voti". Il diellino Arturo Parisi, invece, rilascia una dichiarazione preoccupata: "A quasi otto ore dalla chiusura dei seggi non si conosce ancora il risultato ufficiale del Senato. C'e' qualcosa di veramente eccessivo". I risultati definitivi per la Campania arrivano intorno all'1.30 di notte. I dirigenti dell'Unione, stravolti, annunciano la vittoria dal palco di Piazza Ss. Apostoli. "Saremo sempre uniti, governeremo per cinque anni uniti" sono le parole di Romano Prodi. Ma il centrodestra non ci sta. Quel buco di informazioni dalla Campania e' sospetto. Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, attacca e parla di "500 mila voti annullati". Quindi chiede di "verificare il voto alla Camera". Lo stesso Berlusconi, a piu' un anno di distanza da quella notte elettorale, ricorda il black out "di tre ore", sia dalla Campania che dalla Calabria, e spiega: "In Calabria ci fu una sparizione completa delle schede bianche, che erano invece notevoli come numero in tutte le precedenti elezioni. È cosi' - secondo il Cavaliere - che venne fuori quel margine di 24 mila voti con cui la sinistra si aggiudico' la maggioranza alla Camera e il premio di 70 deputati in piu'". Censis “Dal 94 Governo mai riconfermato”:
Davvero gli italiani decideranno per chi votare in base alle proposte
che le diverse coalizioni faranno sul fisco? Neanche per sogno, dice
la Fondazione CENSIS (Centro Studi Investimenti Sociali), almeno a
guardare le statistiche, che indicano, negli anni, la materia fiscale
in calo nelle preoccupazioni degli italiani. Alla vigilia delle elezioni
politiche del 1996, il 32,7% degli elettori indicava, infatti, il
fisco come una preoccupazione forte, mentre prima delle politiche
del 2006 l'interesse su salari, tasse e dintorni era calato fino al
14,9%. Ora vi è una ripresa di interesse, ma sono altri gli
argomenti fondamentali che determinano la scelta del voto. Scelta
che, per quasi un terzo degli elettori (32% circa), avviene proprio
in questo periodo di campagna elettorale. Nella giornata dedicata
alla memoria di Gino Martinoli, fondatore del Censis e presidente
per oltre un ventennio, il Presidente della Fondazione, Giuseppe De
Rita, e il direttore generale Giuseppe Roma hanno presentato a Roma
un dossier su "abitudini e sorprese nel voto degli italiani",
spiegando che l'analisi è fatta su un campione di elettori
contattati nelle tre tornate elettorali del 1996, del 2001 e del 2006,
con l'obiettivo di capire quali siano le dominanti di fondo che presumibilmente
concorreranno a decidere la contesa tra le coalizioni. Un terzo degli elettori scegli in questi giorni. Circa un terzo degli elettori sceglie proprio in questi giorni 'caldi' di campagna elettorale per chi voterà il prossimo 13 e 14 aprile. E' quanto emerge dal dossier Censis sulle abitudini di voto degli italiani, presentato oggi a Roma, che ha analizzato i dati raccolti in occasione delle elezioni politiche a partire dal 1996. "E' possibile stimare intorno al 32% degli elettori - dice il Censis - la quota che decide per chi votare in campagna elettorale. Non a caso, i dati relativi alle due campagne elettorali del 2001 e del 2006 indicano la sostanziale stabilità di tale quota: il 31,7% nel 2001 e il 31,9% nel 2006" Il Censis, inoltre, scompone la quota del 32% degli 'influenzati' dalla campagna elettorale in due segmenti: "il primo, circa il 20% degli elettori, è costituito da persone che all'inizio della campagna elettorale non avevano un'idea precisa per chi votare e hanno deciso grazie alla campagna elettorale; il secondo, il 12% circa, ha modificato il proprio orientamento di voto proprio a seguito della campagna elettorale". A decidere per chi votare durante la campagna elettorale sono soprattutto i più giovani; infatti, è stato circa il 35%, nel 2001, e oltre il 41% di essi, nelle ultime elezioni del 2006, a maturare grazie alla campagna elettorale la propria decisione di voto. La PDL accusa “La propaganda di Abramo pagata dal Comune”. "Propaganda per il candidato al Senato del Pd, Paolo Abramo, con i soldi del Comune di Catanzaro". A sostenerlo, in una nota, il comitato elettorale del Pdl di Catanzaro. "Inizia la campagna elettorale - è scritto nella nota - e comincia la distribuzione del materiale promo-pubblicitario dei candidati: la legge impone che su tutto il materiale stampato sia impresso il nome del committente, e così è stato per il primo blocco di propaganda elettorale distribuito nella città di Catanzaro: candidato è per il Senato del PD di Veltroni Paolo Abramo, committente il Comune di Catanzaro, con i soldi di tutti i cittadini, grazie al sindaco Olivo, all'assessore Roberto Talarico (marketing & politica) con il contributo della Camera di Commercio che dallo stesso Paolo Abramo è presieduta". "L'occasione è offerta dalla tradizionale Naca - è scritto nel comunicato - mortificata a terreno di propaganda elettorale da un manipolo di politicanti. E' dunque vergognoso che, contravvenendo ad ogni norma di legge, ma soprattutto al buonsenso ed al rispetto per la religione, il comune di Catanzaro abbia stampato migliaia di depliant a colori riportanti al centro l'intervento del candidato al Senato Paolo Abramo. E' vergognoso che tale operazione sia stata avallata dal sindaco Olivo. Occorre comunque bloccare subito la distribuzione del materiale che altera ogni criterio di par condicio elettorale". "E' obbligatorio che il presidente della Camera di Commercio, istituzione che appartiene a tutti - prosegue la nota - si astenga dall'adoperare i fondi e dallo sfruttare il ruolo per farsi una squallida campagna elettorale. E' necessario che il sindaco Olivo e l'assessore Talarico paghino direttamente le spese a carico del Comune per stampare questo materiale elettorale e propagandistico da mandare immediatamente al macero. E' giunto il momento di chiarire i motivi della vicinanza tra il presidente Abramo ed il movimento di Talarico Catanzaro nel Cuore, a questo punto decisamente legati da un intreccio tra marketing e politica, suggellato da tanti insospettabili finanziamenti che oggi vengono da Talarico restituiti a Paolo Abramo sotto forma di propaganda elettorale e diretta". "E' necessario che il Comune di Catanzaro chieda scusa - conclude la nota del comitato elettorale del Pdl di Catanzaro - a tutti i catanzaresi onesti e legati dalla fede per aver propagandato sfruttando una secolare tradizione religiosa come la Naca il candidato di uno schieramento, Paolo Abramo, espressione di quel Partito Democratico all'interno del quale c'é chi, come Emma Bonino ed i suoi seguaci, è ciecamente nemico della Chiesa con un furore laico sempre in primo piano. Vogliamo una campagna elettorale corretta e nel rispetto dei cittadini". Rimandato il confronto Minniti-Loiero sulle candidature. Marco Minniti e Agazio Loiero, insieme a Catanzaro, per presentare le liste al Parlamento del Pd: è la prima volta che il segretario del partito e il presidente della Regione si ritrovano in un appuntamento elettorale. E' un aperitivo nella stanza del sindaco del capoluogo ad aiutare a stemperare il clima a poche settimane dalle discussioni, accese, sulla scelta delle candidature, con l'esclusione di Mario Pirillo e Ottavio Bruni, uomini di riferimento del governatore calabrese. "Quando si fanno le liste elettorali - ha detto Minniti - si creano amarezze e turbamenti. E' normale che accada. Tutto questo è stato poi amplificato da una drammatica legge elettorale che, non a caso, il suo ideatore ha definito una 'porcata'. Non c'é la legge elettorale che avremmo voluto - ha aggiunto Minniti - e questo ha provocato dei traumi. Siccome sono abituato a prendermi le mie responsabilità dico che discuteremo dopo le elezioni. Nessuno di noi fugge. Io sono calabrese e non saprei dove andare. Discuteremo, con calma. Oggi, però, c'é da fare la campagna elettorale". 'Adesso - ha sostenuto Minniti - penso che sia molto importante che il PD si presenti a questa campagna elettorale, pur consapevole delle discussioni che ci sono state, ma in questo momento sappiamo di avere due imperativi, tutt'e due particolarmente importanti: avere un forte PD, che discute anche animatamente e poi ritrova coesione, e la necessità di battere la destra". "Sono convinto - ha detto Loiero - che se avessimo avuto un'altra legge elettorale probabilmente la nostra posizione oggi sarebbe totalmente diversa. Sarebbe davvero un'ipocrisia suprema dire che tra noi non ci sono stati problemi prima del varo di questa lista, non ci crederebbe nessuno. Non possiamo eludere la questione ne la possiamo usare come un fantasma che aleggia. I problemi ci sono stati e sono stati anche seri perché c'era chi aveva l'ambizione di candidarsi e non ha potuto farlo perché c'é stato un criterio che ha privilegiato alcuni e escluso altri". "Certo - ha detto ancora Loiero - questo è sempre capitato nei partiti. Vengo da una scuola e da una cultura nella quale quando arrivavano le campagne elettorali c'era una legge non scritta in base alla quale quando si andava alle urne era in gioco il destino di tutti. Allora tutte le ragioni del dissenso e del conflitto dovevano quasi statutariamente essere cancellate. Noi siamo su questa posizione: si fa una grande battaglia insieme perché siamo convinti che se vince il Pd si rafforza la Regione ma anche la società e il modello di società al quale abbiamo creduto quando abbiamo aderito". "Naturalmente tutti i problemi connessi alle scelte - ha concluso Loiero - saranno oggetto di un confronto serrato e senza sconti dopo le elezioni. Oggi dobbiamo guardare all'elettorato e evidenziare le cose positive che abbiamo fatto e che vogliamo fare" Mancini (PS) “Se Contship lascia, duro colpo alla Calabria”: "Se Contship Italia, per come paventato dal suo amministratore delegato, fosse costretta ad abbandonare il Porto di Gioia Tauro e decidesse di trasferirsi a Tangeri, l'economia italiana riceverebbe un colpo durissimo". E' quanto afferma in una nota il candidato alla Camera dei Deputati Giacomo Mancini del Partito Socialista. "Fa bene Cecilia Eckelmann Battistello - aggiunge - a denunciare dalle colonne dal Corriere della Sera le promesse non realizzate da Prodi. Purtroppo anche Berlusconi e Veltroni illudono i calabresi con tante promesse che da quattordici anni aspettano di essere realizzate. E invece è dovere delle forze politiche più lungimiranti stare dalla parte di quegli imprenditori che decidono di investire in Calabra e che hanno diritto di ricevere sicurezza e agibilità imprenditoriale". "In questi anni- conclude Mancini- non soltanto è mancato tutto ciò, ma addirittura si è tentato di criminalizzare una impresa che ha contribuito a realizzare a Gioia Tauro il più grande porto container di tutto il bacino del Mediterraneo: in questo modo si condanna definitivamente la Calabria e il Mezzogiorno". Minniti “A Gioia sicurezza a 5 stelle”. "La scelta di Gioia Tauro è stata strategica per il Governo nazionale così come per la Regione Calabria". Lo ha detto il viceministro dell'Interno, Marco Minniti, rispondendo ad una domanda sulle preoccupazioni - pubblicate oggi dal Corriere della Sera - di Cecilia Eckelmann Battistello, chairman del gruppo Contship Italia, che si è detta pronta, qualora le condizioni di sicurezza dello scalo non dovessero garantite, a trasferire le attività del gruppo a Tangeri. "Abbiamo lavorato su due versanti - ha aggiunto Minniti - da una parte per rilanciare il Porto come grande hub strategico per l'Italia nel rapporto con il Mediterraneo e da questo punto di vista abbiamo ottenuto un primo importantissimo risultato: il Governo ha fatto proprio il primo Piano di sviluppo del Porto di Gioia Tauro cui, come è giusto che sia, seguirà adesso l'intesa con la Regione. Siamo di fronte ad un passo avanti importante". "Dal punto di vista della sicurezza - ha detto ancora Minniti - abbiamo fatto del porto di Gioia Tauro un punto chiave del 'Patto Calabria Sicura'. A Gioia Tauro abbiamo concentrato il meglio delle attività investigative di Polizia e Carabinieri. E' evidente e noi lo sappiamo che il Porto di Gioia Tauro è dentro una situazione difficile in cui infiltrazioni, pressioni, condizionamenti rimangono molto forti. Dal punto di vista delle misure di sicurezza, però, Gioia Tauro è in una condizione da cinque stelle". Minniti, Calabria decisiva. "La
partita elettorale è assolutamente aperta. Basta vedere i giornali
per poter dire che nella testa del Pdl e di Berlusconi ci sono quattro
regioni nelle quali si gioca la partita per il Senato e tra queste
c'é la Calabria". Lo ha detto il segretario del PD Marco
Minniti incontrando i giornalisti a Catanzaro per presentare le liste
elettorali. "Si è fatta una polemica sui sondaggi - ha
aggiunto Minniti - non voglio rispondere sul fatto che uno sia meglio
dell'altro. I sondaggi hanno il valore che hanno e cioé di
costituire un elemento di conferma o di stimolo ad un progetto politico.
La partita, infatti, si gioca con gli elettori e noi sappiamo che
tutti i sondaggi danno un margine di indecisi che va dal 30 a quasi
il 50%, dunque se andiamo su queste oscillazioni vuol dire che la
partita è tutta quanta da giocare". A parere di Minniti
"non ci vuole una particolare esperienza per capire che margini
di indecisione così grande hanno una tale caratteristica da
rendere il sondaggio come un indirizzo dell'opinione pubblica e non
come un risultato già acquisito. La sfida vera si giocherà
su chi convincerà gli indecisi che in alcuni casi vengono dati
quasi un terzo dei votanti e in un altro al 46%, quasi metà
del corpo elettorale". Laratta (PD) “No all’uso dell’antimafia per fare campagna elettorale”. ''L'antimafia non venga utilizzata per fare campagna elettorale''. Lo ha detto il deputato del Partito Democratico, Franco Laratta, in un incontro elettorale a Cosenza. ''La lotta alla criminalita' organizzata - ha aggiunto Laratta - e' una cosa troppo seria per ridurla a mera propaganda, ma deve invece essere una battaglia condivisa da tutte le forze politiche, che devono assumere un impegno comune per debellare il fenomeno criminale, anche e soprattutto dopo le elezioni. Credo sia sbagliato utilizzare tutte le istituzioni per farsi campagna elettorale, ancor piu' se si tratta della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno mafioso. Un tema cosi' drammatico non puo' essere trattato come se fosse un punto privilegiato per una forza politica piuttosto che un'altra. Contro la mafia deve esserci una lotta senza quartiere e senza colori politici''. ''Alla politica nel suo insieme - ha concluso il parlamentare del Pd - il compito di elaborare proposte condivise e partecipate che possono produrre il risultato da tutti auspicato: la sconfitta definitiva della 'ndrangheta''. Forgione (SA) “Industriali scelgano impegno”. "Non chiedo affatto che gli industriali calabresi siano professionisti dell' antimafia ma che siano professionisti della legalità, della trasparenza degli appalti e che non scelgano invece il silenzio": è netta la replica del presidente della Commissione Antimafia, Francesco Forgione, agli industriali e all'Aiop. "Silenzio, scarsa trasparenza e scarsa legalità - dice ancora Forgione - sono le zone oscure che frenano lo sviluppo calabrese, in termini di democrazia e socialità e per questo occorre essere assai chiari su questi punti. Non c'entra affatto la campagna elettorale e ritengo in ogni caso positivo che oggi in Calabria si sia aperto un dibattito su questi temi nei quali tanti giovani imprenditori calabresi si riconoscono. E' infine del tutto scontata la replica all'Aiop che si preoccupa del proprio sistema di interessi. Noi siamo, viceversa, preoccupati del sistema complessivo della sanità calabrese, del suo funzionamento e, anche qui, della sua trasparenza a favore dei cittadini di questa regione" Magarò (PS) “Per PD e PDL la Calabria una colonia”. ''Pd e Pdl intendono utilizzare i voti dei calabresi per rafforzare la posizione dei proconsoli romani calati dall'alto e che affollano le prime posizioni delle liste dei candidati, mentre gli esponenti locali vengono relegati al ruolo di comprimari''. E' quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale Salvatore Magaro, candidato alla Camera. ''Ancora una volta la Calabria - prosegue Magaro' - viene trattata alla stregua di una terra da colonizzare, dove prendere i voti e poi scomparire per la durata della legislatura. Il Partito Socialista, al contrario, intende valorizzare i tanti validi dirigenti politici calabresi e gli esponenti del mondo delle professioni, del lavoro, dell'universita' che si riconoscono in quelle tradizioni riformiste che nella nostra regione sono particolarmente radicate''. ''Ed e' per questo - conclude Magaro' - che le nostre liste sono composte esclusivamente da candidati calabresi, che della Calabria conoscono le problematiche e che, dagli scranni del Parlamento, lavoreranno per la crescita e lo sviluppo della nostra terra'' Napoli (An) “Scioglimento ASP 5 un macigno sulla Calabria”. ''Lo scioglimento dell'Azienda sanitaria provinciale 5 di Reggio Calabria per accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata, decretato dal Consiglio dei Ministri, rappresenta l'ulteriore macigno che cade sulla Calabria tutta". Lo afferma il deputato Angela Napoli, di Alleanza nazionale, componente della Commissione antimafia. "Con tale provvedimento, che per la verità si aspettava da tempo, ma che, guarda caso, viene decretato in piena campagna elettorale - aggiunge Angela Napoli - risulta commissariato l'intero settore della sanità ricadente nella provincia di Reggio Calabria, nonostante varie inchieste, amministrative e giudiziarie, abbiano evidenziato interessi ed infiltrazioni della 'ndrangheta in tutta la sanita' calabrese. Ne è un esempio la mia pressante denunzia con la quale ho richiamato l'attenzione del Governo centrale sulla necessità di scioglimento dell'Aazienda sanitaria di Vibo Valentia, alla luce di relazioni e inchieste. Il Consiglio dei Ministri, invece, oggi ha ritenuto che la criminalità organizzata condizionerebbe la sanità nella sola provincia di Reggio Calabria". "Forse, anche alla luce dei provvedimenti giudiziari che, nella giornata odierna, hanno portato all'arresto del quarto consigliere regionale calabrese - conclude il deputato di An - sarebbe opportuno che il Ministro dell'Interno, Giuliano Amato, riuscisse ad attenzionare la situazione del nostro Consiglio regionale". Galati (Pdl) “Preoccupato per la situazione economica calabrese” ''Sono sinceramente preoccupato per lo stato dell'economia e la situazione delle famiglie in Calabria. In questi primi giorni di campagna elettorale, ho incontrato molta gente delusa e sfiduciata verso la politica nazionale e regionale, che in questi ultimi due anni ha assistito inerme e impotente al declino del nostro paese e della nostra regione''. E' quanto afferma in una nota il candidato alla Camera per il Popolo delle Liberta, Giuseppe Galati. ''Il governo del Paese in questi 2 anni - aggiunge - non ha avuto la capacita' di dare fiducia e motivare le piccole e medie imprese, ne' di incentivare chi aveva voglia di creare sviluppo con nuove attivita' imprenditoriali, cosi' come non e' stato capace di promuovere delle politiche positive e attive per le famiglie, che non riescono ad arrivare alla terza settimana del mese, e per i giovani che si trovano sempre piu' sfiduciati verso il sistema politico''. ''Tocchera' a noi, se saremo chiamati a governare il paese - conclude - farci carico di un fardello pesante lasciatoci dal governo nazionale e in Calabria, dalla giunta di centrosinistra. Cercheremo di dare una nuova speranza ai cittadini calabresi, promuovendo delle politiche che mettano al centro della vita sociale la persona e l'impresa e che portino le aziende ad una maggiore produttivita', il modo migliore per creare sviluppo e occupazione''. Pizzini (Pdl) “Sull’Arssa una scure irrazionale”: "Le recenti vicende dell'Arssa mi fanno venire in mente la desolante vecchia domanda 'si stava meglio quando si stava peggio?'". A sostenerlo, in una nota, è il consigliere regionale di Forza Italia, Antonio Pizzini. "L'Arssa, già Esac, già Opera Sila, - prosegue Pizzini - é stato un ente che ha cambiato il destino e l'arretratezza dell'agricoltura calabrese, valorizzando terre incolte e attribuendo a tantissimi agricoltori almeno l'indispensabile per vivere senza bisogno di emigrare. Ha potenziato le colture agricole e valorizzato, attraverso i Centri di ricerca e sperimentazione, i nostri prodotti. Poi, si è abbattuta la scure irrazionale del centrosinistra, che ha posto in liquidazione l'Arssa, ottenendo fino ad oggi il solo risultato di aver messo in libera uscita i suoi dipendenti, che non sanno ancora dove e come devono transitare presso altri enti e se potranno incassare un giorno il proprio tfr". "Per il momento, entro appena nel merito della delibera di Giunta n.159 del 21 febbraio scorso - sostiene ancora Pizzini - con la quale si prende atto che, in parole povere,il Commissario liquidatore non solo non ha fatto granché ma che è necessario affidare molti incarichi esterni professionalizzati poiché all'interno non c'é nessuno in grado di portare avanti la liquidazione dell'ente. Ci dobbiamo quindi attendere, probabilmente sotto le prossime elezioni, che vengano disposti in tempi brevi ben remunerati nuovi incarichi. La cosa più grave è che il Commissario liquidatore non ha fino ad oggi nemmeno avviato le necessarie e preliminari concertazioni con le Province ed i Comuni, e tanto meno lo ha fatto con le organizzazioni sindacali per quanto riguarda l'esodo incentivato del personale". "Ha stabilito autonomamente - sostiene ancora il consigliere regionale - che l'esodo termina nel 2010, mentre il personale, sia di ruolo che precario, non ne conosce i termini concreti, tanto è che la segreteria Cgil-Fp ha predisposto un documento con il quale chiede innanzitutto la revoca della delibera 159. Non parliamo inoltre dei contenziosi in atto del personale e dei beni immobili di proprietà, con l'interminabile elenco mai affrontato seriamente fino ad oggi. Il mandato commissariale scade peraltro nel prossimo mese di giugno, mentre colui che è preposto a tale funzione si trastulla in equivocabili inerzie. Tutto si poteva immaginare, tranne che una gloriosa istituzione quale l'Arssa venisse così brutalmente trattata". Arresti La Rupa Provinciali Provinciali Catanzaro: Sorteggio dei candidati. E' stato effettuato stamani il sorteggio per l'ordine con il quale saranno inseriti sulla scheda elettorale i candidati presidenti alla Provincia di Catanzaro e le liste a loro collegate. Al primo posto ci sarà il candidato presidente del centrosinistra Pietro Amato con le sei liste collegate che saranno inserite nel seguente ordine: Provincia D'Amare - Pd - Partito Socialista (Pse) - Italia dei Valori - Popolari Democratici - Verdi. Al secondo posto il candidato del centrodestra Wanda Ferro con le seguenti liste: Popolari Europei per la libertà - La Destra - Pdl - Movimento per l'Autonomia - Per la Calabria Progetto Provincia - Pri - Nuovo Psi - Democrazia e Centralità. Al terzo posto il candidato Michela Cimmino (Lamezia Provincia e Non Solo). Al quarto posto il candidato Francesco Talarico con le seguenti liste: Udc - Socialisti Uniti per la Calabria - Insieme per la Provincia Unita 'Muraca Presidente'. Al quinto posto il candidato Giuseppe Commodari (Sinistra Arcobaleno). Al sesto posto il candidato Massimiliano Caligiuri (Partito Comunista Lavoratori) Wanda Ferro (PDL) “La sanità resti imparziale”. "I vertici della sanità restino imparziali in questa campagna elettorale. Non si ripeta quanto avvenuto per le primarie del Partito Democratico, quando alcuni manager e dirigenti degli ospedali pubblici presidiarono i seggi". Lo afferma Wanda Ferro, candidata del Pdl alla Presidenza della Provincia di Catanzaro. "Non si dia alla gente la sensazione (o forse la conferma) che la sanità pubblica sia solo una 'fabbrica di voti', invece di essere una 'fabbrica della salute'.I manager nominati dal centrosinistra abbiano uno scatto di dignità e di autonomia e dimostrino di essere stati scelti per meriti professionali e per i curriculum e non per la fedeltà al potere politico che li ha indicati. Siano organizzatori di buona sanità e non organizzatori di campagne elettorali.C'é bisogno di recuperare credibilità alle strutture ospedaliere pubbliche dopo l'ondata di episodi di malasanità e le inquietanti inchieste giudiziarie. I cittadini vogliono risposte, reclamano la riduzione delle liste di attesa, ospedali più puliti, macchinari che funzionano, una più puntuale organizzazione delle strutture. La sanità calabrese - e catanzarese soprattutto - attraversa il periodo più buio della sua storia. E' vero: gli errori appartengono a tutti e tale situazione è anche frutto di scelte sbagliate del passato. Ma è altrettanto vero che mai gli ospedali pubblici della provincia avevano conosciuto l'attuale stato di degrado. Appare paradossale che proprio in questo momento così delicato, che imporrebbe a tutti atteggiamenti responsabili, qualcuno stia trasformando le aziende ospedaliere in altrettante segreterie politiche. Io sono convinta che il mondo della medicina di Catanzaro, di Lamezia Terme, di Soverato, di Chiaravalle, di Soveria Mannelli - che vanta indiscutibili professionalità - non consentirà che ciò avvenga e che i valorosi medici che ogni giorno lavorano in una situazione di grave difficoltà difenderanno la propria autonomia intellettuale da indebite pressioni"
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