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Elezioni il 13 e 14 aprile

 

Elezioni: Le regioni del sud ago della bilancia delle elezioni

19 mar 08 Partiti con il pallottoliere in mano per il risiko del Senato. Mentre per la Camera, infatti, appare probabile una vittoria del Pdl, che si aggiudicherebbe i 50 seggi in palio per il premio di maggioranza, su Palazzo Madama i partiti danno i numeri, commissionano sondaggi e campagne elettorali mirate nelle regioni che sono 'sul filo'. Il centrodestra mostra ottimismo. Silvio Berlusconi da settimane parla di 30 seggi di vantaggio per il Pdl sul Pd, ma, se il leghista Roberto Calderoli si dice convinto che a Palazzo Madama non ci sara' il pari ma ''una maggioranza certa'', a via dell'Umilita' c'e' anche chi predica cautela. Il Pd vede il pareggio al Senato, ma punta anche sugli indecisi, convinto che la ''piu' grande rimonta della storia'', come l'ha definita Walter Veltroni sia possibile. ''Sono molto ottimista - dice il braccio destro del leader democratico, Goffredo Bettini - sull'esito anche se certo vedo che, in particolare al Senato, ci sono piu' spazi per prevalere''. Una cosa e' pero' sicura: i seggi incerti sono molto piu' di quelli della scorsa tornata elettorale. Dai democratici vengono stimati in una cinquantina. ''L'altra volta - osserva il costituzionalista Stefano Ceccanti - i seggi incerti erano intorno a una ventina, quelli, del premio di maggioranza nelle regioni incerte, questa volta siamo sulla grandezza dei cinquanta''. Le incognite, in effetti, come sottolinea anche un esponente azzurro, sono legate al fatto che ''questa volta ci sono 12 'coalizioni' in gara, per cui e' fondamentale non solo vincere, ma vincere bene anche perche' a causa delle soglie di sbarramento si butteranno il 15-20% dei voti''. E allora, le variabili decisive sono due: chi tra Pd e Pdl si aggiudichera' le regioni in bilico e dove Udc e Sinistra Arcobaleno superanno lo sbarramento regionale dell'8%. Per i tecnici del Pdl le regioni incerte sarebbero quattro: Liguria, Calabria, Abruzzo e Lazio (per un totale di 30 seggi in palio di premio di maggioranza per chi dovesse fare l'en plain). ''Sicuramente - spiega un esponente azzurro - in quelle zone ci sara' maggiore attenzione e maggiore impegno''. Mentre per i democratici la partita e' tutta parta ancora in Liguria, Abruzzo, Lazio e Piemonte (in totale 37 seggi di premio di maggioranza in palio). Una questione ancora piu' spinosa, pero', e' quella degli outsider: Unione di Centro e Sinistra Arcobaleno. I centristi contano di superare l'8% in almeno sei-sette regioni: ''Secondo l'indagine fatta dai nostri analisti - spiega il segretario Udc Lorenzo Cesa - dovremmo superare lo sbarramento al Senato in Sicilia, Campania, Puglia, Veneto, Marche e Toscana. Probabilmente anche in Abruzzo. Sicuramente andremo oltre l'8% in almeno sei o sette regioni e come minimo avremo nove senatori, 15 come massimo''. Seggi che, in almeno quattro regioni su cinque (Sicilia, Campania, Puglia e Veneto che quasi certamente andranno al Pdl), verranno sottratti al Pd che con i centristi si spartira' la fetta del 45% di seggi restanti dal premio di maggioranza del 55%. Un esempio? In Sicilia (che assegna 26 seggi), il Pdl dovrebbe vincere accaparrandosi 15 seggi, i restanti 11 non andranno tutti ai democratici, ma 8 o 9 potrebbero andare al Pd e 3 o 2 all'Udc (che dovrebbe superare sbarramento). Lo stesso ragionamento vale per la Sinistra Arcobaleno, diretto 'competitor' dei centristi per la spartizione dei seggi, specie in piccole regioni dove entrambi superano l'8%. Ad esempio in Abruzzo (che assegna 7 seggi di cui 4 di premio di maggioranza), chi tra i due sfondera' di piu' l'8% si aggiudichera' il seggio che probabilmente non andra' alla 'perdente' tra Pd e Pdl. La nuova formazione a sinistra del Pd, secondo alcuni sondaggi, dovrebbe superare l'8% in oltre meta' delle regioni. E in quelle sicure, Emilia, Toscana, Umbria e Basilicata, ai democratici e' sicuramente utile che faccia un buon risultato. Anche la Sinistra Arcobaleno, che chiede un voto 'di parte' e non a Pd o Pdl che mettono fuori da programmi ''semi-identici'' temi come il precariato o i diritti civili, osserva, con il segretario del Prc, Franco Giordano che ''volendo fare un ragionamento pragmatico, un elettore di sinistra che non vuole far vincere Berlusconi, nelle regioni rosse, fa una scelta piu' utile votando Sinistra Arcobaleno''.

I seggi regione per regione. Nel complesso sistema elettorale per l'elezione del Senato della Repubblica, una variabile importante e' certamente quella dei seggi attribuiti ad ogni regione e di quelli assegnati con il premio di maggioranza. Ecco i numeri in dettaglio:
ABRUZZO - Seggi assegnati: 7; Seggi del premio di maggioranza: 4; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Unione.
BASILICATA - Seggi assegnati: 7; Seggi del premio di maggioranza: 4; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Unione.
CALABRIA - Seggi assegnati: 10; Seggi del premio di maggioranza: 6; Coalizione vincente nella scorsa legislatura: Unione.
CAMPANIA - Seggi assegnati: 30; Seggi del premio di maggioranza: 17; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Unione.
EMILIA ROMAGNA - Seggi assegnati: 21; Seggi del premio di maggioranza: 12; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Unione.
FRIULI - Seggi assegnati: 7; Seggi del premio di maggioranza: 4; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Casa delle Liberta'.
LAZIO - Seggi assegnati: 27; Seggi del premio di maggioranza: 15; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Casa delle Liberta'.
LIGURIA - Seggi assegnati: 8; Seggi del premio di maggioranza: 5; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Unione.
LOMBARDIA - Seggi assegnati: 47; Seggi del premio di maggioranza: 26; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Casa delle Liberta'.
MARCHE - Seggi assegnati: 8; Seggi del premio di maggioranza: 5; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Unione.
MOLISE - Seggi assegnati 2; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Unione.
PIEMONTE - Seggi assegnati: 22; Seggi del premio di maggioranza: 13; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Casa delle Liberta'.
PUGLIA - Seggi assegnati: 21; Seggi del premio di maggioranza: 12; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Casa delle Liberta'.
SARDEGNA - Seggi assegnati: 9; Seggi del premio di maggioranza: 5; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Unione.
SICILIA - Seggi assegnati: 26; Seggi del premio di maggioranza: 15; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Casa delle Liberta'.
TOSCANA - Seggi assegnati: 18; Seggi del premio di maggioranza: 10; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Unione.
UMBRIA - Seggi assegnati: 7; Seggi del premio di maggioranza: 4; Coalizione vincente nella scorsa tornata: Unione.
VENETO - Seggi assegnati: 24; Seggi del premio di maggioranza: 14; Coalizione vincente nella scorsa legislatura: Casa delle Liberta'.
La Valle D'Aosta attribuisce un solo seggio (che nella scorsa tornata e' andato a una formazione autonomista del centrosinistra), mentre il Trentino Alto Adige ne attribuisce 7 ma con il Mattarellum (nella scorsa tornata 2 andarono all'Svp, 1 alla Cdl e 3 all'Unione). Dal computo restano fuori i Senatori eletti all'estero e quelli a vita.
I seggi non assegnati con il premio di maggioranza vengono ripartiti tra le formazioni che superano la soglia regionale dell'8% dei voti.

I misteri dei brogli nel 2006 in Calabria e Campania. I brogli elettorali sono la principale preoccupazione di Silvio Berlusconi in vista del voto del 13 e 14 aprile. L'ex premier non perde occasione per ripeterlo e lo ha fatto anche durante un intervento con Emilio Fede, in diretta al Tg4: "Nelle ultime elezioni ci sono stati sottratti quasi un milione di voti e noi non vorremmo che questo capitasse ancora". L'appello del leader del Pdl, pertanto, e' "a tutti i cittadini capaci di dialettica che stanno dalla nostra parte a mettersi a disposizione nelle sezioni elettorali per evitare che il voto venga cambiato dai professionisti dei brogli". L'allarme non spunta dal nulla. È stato Massimo D'Alema, qualche giorno fa, a rispolverare le polemiche. Parlando dell'imminente voto ha detto: "La Campania resta una regione chiave per vincere le elezioni". Dopo aver difeso il ruolo del governatore Antonio Bassolino, rinviato a giudizio per la questione della gestione dei rifiuti, il vicepremier ha poi ammesso: "Avremo i riflettori puntati addosso". Perche'? Chiaro: la Campania e' stata una delle regioni (insieme alla Calabria) che hanno deciso l'esito delle Politiche del 2006. Li' sono state particolarmente evidenti le strane modalita', riconosciute da entrambi i poli, con cui si sono concluse le operazioni di scrutinio. Che, a livello nazionale, hanno sancito la vittoria sul filo di lana dell'Unione alla Camera e la sconfitta al Senato. A Palazzo Madama, pero', il centrosinistra ha goduto di una maggioranza (seppur esigua) grazie al premio assegnato su base regionale. Oggi come allora, quindi, lo sguardo e' puntato sulle regioni in bilico. Berlusconi lo sa, D'Alema anche. E basta ripercorre le concitate ore di quella notte elettorale per capire perche'. È da poco passata la mezzanotte del 10 aprile 2006. Gabriele Masia, il direttore dell'istituto demoscopico Nexus - che si occupa di exit poll e proiezioni -, interviene in diretta a Porta a Porta. Abbattuto, si arrende e certifica l'impossibilita' di assegnare la vittoria a una delle due coalizioni: "Siamo in una situazione comica o drammatica. È impossibile dire chi ha vinto, sia alla Camera che in Campania, la regione che puo' decidere la vittoria al Senato". A piu' di nove ore dalla chiusura dei seggi, insomma, non si conosce ancora chi, tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi, sia il nuovo presidente del Consiglio. Un ritardo nello scrutinio dei voti che lo stesso Prodi definisce "impressionante": "Che dobbiamo fare? - dice ai cronisti mentre arriva a Piazza Ss. Apostoli, quartier generale ulivista -. Aspettiamo". Gli occhi di tutti, politici, giornalisti, sondaggisti, sono anche sulla Calabria. La partita per Palazzo Madama si gioca anche li'. Chi conquista il premio di maggioranza al Senato, assegnato su base regionale, avra' con ogni probabilita' il controllo della Camera alta. Ma qualcosa non quadra. Durante la notte dello spoglio la trasmissione dei dati dai seggi alla Prefettura di Napoli si interrompe per un'ora. Un black out inspiegabile e, a distanza di due anni, ancora non chiarito. Sta di fatto che alla fine l'Unione la spunta sulla Casa delle liberta': 49,6 per cento di consensi per il centrosinistra, 49,1 per il centrodestra. Sono due, pero', gli aspetti sui quali i vertici della Cdl insistono: il trend al Senato in Campania sembrava essere oggettivamente favorevole al centrodestra. Fino alle rilevazioni giunte intorno alle 21 (con una copertura del 97 per cento delle sezioni) Berlusconi e' avanti dello 0,1 per cento. Poi il vantaggio, seppur minimo, si assottiglia. Fino a scomparire. In secondo luogo, la percentuale di schede bianche cala in modo inimmaginabile rispetto a quella rilevata nella tornata elettorale del 2001. Alle Politiche di cinque anni prima erano state 216.901, nel 2006 solo 52.093. Il 76 per cento in meno. Come se non bastasse, a infittire il mistero, ci si mette una nota dell'ufficio stampa dell'Ulivo, diffusa poco prima delle dieci di sera: "Visto il silenzio del governo (sui risultati elettorali, ndr) riteniamo utile invitare in modo particolare i parlamentari di Lazio e Campania a esercitare la massima vigilanza presso le competenti prefetture per ristabilire il regolare andamento delle procedure di scrutinio". I dirigenti del centrosinistra, poi, si precipitano in televisione a diffondere ottimismo. Addirittura, all'una meno un quarto, il capo ufficio stampa della Quercia, Gianni Giovannetti, si sbilancia: "In Campania, secondo i dati in possesso dei Ds ha vinto il centrosinistra". Il vantaggio, quando mancano 23 sezioni, secondo Giovannetti, "e' di oltre 18 mila voti". Il diellino Arturo Parisi, invece, rilascia una dichiarazione preoccupata: "A quasi otto ore dalla chiusura dei seggi non si conosce ancora il risultato ufficiale del Senato. C'e' qualcosa di veramente eccessivo". I risultati definitivi per la Campania arrivano intorno all'1.30 di notte. I dirigenti dell'Unione, stravolti, annunciano la vittoria dal palco di Piazza Ss. Apostoli. "Saremo sempre uniti, governeremo per cinque anni uniti" sono le parole di Romano Prodi. Ma il centrodestra non ci sta. Quel buco di informazioni dalla Campania e' sospetto. Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, attacca e parla di "500 mila voti annullati". Quindi chiede di "verificare il voto alla Camera". Lo stesso Berlusconi, a piu' un anno di distanza da quella notte elettorale, ricorda il black out "di tre ore", sia dalla Campania che dalla Calabria, e spiega: "In Calabria ci fu una sparizione completa delle schede bianche, che erano invece notevoli come numero in tutte le precedenti elezioni. È cosi' - secondo il Cavaliere - che venne fuori quel margine di 24 mila voti con cui la sinistra si aggiudico' la maggioranza alla Camera e il premio di 70 deputati in piu'".

Censis “Dal 94 Governo mai riconfermato”: Davvero gli italiani decideranno per chi votare in base alle proposte che le diverse coalizioni faranno sul fisco? Neanche per sogno, dice la Fondazione CENSIS (Centro Studi Investimenti Sociali), almeno a guardare le statistiche, che indicano, negli anni, la materia fiscale in calo nelle preoccupazioni degli italiani. Alla vigilia delle elezioni politiche del 1996, il 32,7% degli elettori indicava, infatti, il fisco come una preoccupazione forte, mentre prima delle politiche del 2006 l'interesse su salari, tasse e dintorni era calato fino al 14,9%. Ora vi è una ripresa di interesse, ma sono altri gli argomenti fondamentali che determinano la scelta del voto. Scelta che, per quasi un terzo degli elettori (32% circa), avviene proprio in questo periodo di campagna elettorale. Nella giornata dedicata alla memoria di Gino Martinoli, fondatore del Censis e presidente per oltre un ventennio, il Presidente della Fondazione, Giuseppe De Rita, e il direttore generale Giuseppe Roma hanno presentato a Roma un dossier su "abitudini e sorprese nel voto degli italiani", spiegando che l'analisi è fatta su un campione di elettori contattati nelle tre tornate elettorali del 1996, del 2001 e del 2006, con l'obiettivo di capire quali siano le dominanti di fondo che presumibilmente concorreranno a decidere la contesa tra le coalizioni.
Quanto all'INFLUENZA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE, è possibile, secondo il Censis, indicare intorno al 32% degli elettori la quota che decide in tale periodo in favore di chi esprimere il proprio voto. Ne è prova la sostanziale stabilità rilevata con riferimento alla campagna elettorale del 2001 (31,7%) e nel 2006 (31,9%). A decidere PER CHI VOTARE durante la campagna elettorale sono soprattutto I GIOVANI: il 35% di loro nel 2001 ed oltre il 41% nel 2006 fecero la propria scelta proprio in base agli argomenti proposti durante la campagna elettorale.
Statisticamente, le MOTIVAZIONI PROFONDE CHE DETERMINANO LA SCELTA DEL VOTO - sempre secondo il dossier del Censis - sono, per poco meno della metà degli elettori (49,5%), i 'valori ed ideali' più vicini ai propri; altri, invece, scelgono principalmente in base 'ai programmi' (23,2%); sempre meno elettori, invece, in base 'al leader' (18% nel 1996, meno del 14% nel 2006). Sempre in crescita dal 1996 al 2006, la sanità è stato il settore di maggior interesse per gli elettori, seguito da previdenza e pensioni, e poi - con posizioni diverse nelle tre elezioni prese in considerazione - da giustizia, scuola e fisco.
Le prossime elezioni politiche, inoltre - è stato evidenziato - irrompono in un contesto nel quale IL RAPPORTO TRA LA SOCIETA' E LA POLITICA E' AL SUO PUNTO PIU' BASSO. I dati di un'altra indagine del Censis del 2007 mettono, infatti, in rilievo che il 59% degli italiani ritiene che "i politici usano il potere in modo arrogate per interessi personali", valore molto superiore a quello di Francia (34,8%) e del Regno Unito (41,3%) e superato solo dal dato rilevato in Spagna (60,6%). Tuttavia, nonostante il fastidio per l'invadenza dei politici e dei partiti, gli italiani continuano a guardare alla competizione elettorale come un momento significativo di partecipazione democratica. Ma chi vincerà le prossime elezioni? Nel dossier Censis, ovviamente, non c'é scritto. La statistica, tuttavia, offre uno spunto di riflessione. "Dal 1994 nessuna coalizione di governo uscente è mai stata riconfermata", è scritto a pagina 11 del dossier che, tuttavia - è stato ricordato dai dirigenti della Fondazione - ha per titolo "ABITUDINI e SORPRESE nel voto degli italiani".

Un terzo degli elettori scegli in questi giorni. Circa un terzo degli elettori sceglie proprio in questi giorni 'caldi' di campagna elettorale per chi voterà il prossimo 13 e 14 aprile. E' quanto emerge dal dossier Censis sulle abitudini di voto degli italiani, presentato oggi a Roma, che ha analizzato i dati raccolti in occasione delle elezioni politiche a partire dal 1996. "E' possibile stimare intorno al 32% degli elettori - dice il Censis - la quota che decide per chi votare in campagna elettorale. Non a caso, i dati relativi alle due campagne elettorali del 2001 e del 2006 indicano la sostanziale stabilità di tale quota: il 31,7% nel 2001 e il 31,9% nel 2006" Il Censis, inoltre, scompone la quota del 32% degli 'influenzati' dalla campagna elettorale in due segmenti: "il primo, circa il 20% degli elettori, è costituito da persone che all'inizio della campagna elettorale non avevano un'idea precisa per chi votare e hanno deciso grazie alla campagna elettorale; il secondo, il 12% circa, ha modificato il proprio orientamento di voto proprio a seguito della campagna elettorale". A decidere per chi votare durante la campagna elettorale sono soprattutto i più giovani; infatti, è stato circa il 35%, nel 2001, e oltre il 41% di essi, nelle ultime elezioni del 2006, a maturare grazie alla campagna elettorale la propria decisione di voto.

La PDL accusa “La propaganda di Abramo pagata dal Comune”. "Propaganda per il candidato al Senato del Pd, Paolo Abramo, con i soldi del Comune di Catanzaro". A sostenerlo, in una nota, il comitato elettorale del Pdl di Catanzaro. "Inizia la campagna elettorale - è scritto nella nota - e comincia la distribuzione del materiale promo-pubblicitario dei candidati: la legge impone che su tutto il materiale stampato sia impresso il nome del committente, e così è stato per il primo blocco di propaganda elettorale distribuito nella città di Catanzaro: candidato è per il Senato del PD di Veltroni Paolo Abramo, committente il Comune di Catanzaro, con i soldi di tutti i cittadini, grazie al sindaco Olivo, all'assessore Roberto Talarico (marketing & politica) con il contributo della Camera di Commercio che dallo stesso Paolo Abramo è presieduta". "L'occasione è offerta dalla tradizionale Naca - è scritto nel comunicato - mortificata a terreno di propaganda elettorale da un manipolo di politicanti. E' dunque vergognoso che, contravvenendo ad ogni norma di legge, ma soprattutto al buonsenso ed al rispetto per la religione, il comune di Catanzaro abbia stampato migliaia di depliant a colori riportanti al centro l'intervento del candidato al Senato Paolo Abramo. E' vergognoso che tale operazione sia stata avallata dal sindaco Olivo. Occorre comunque bloccare subito la distribuzione del materiale che altera ogni criterio di par condicio elettorale". "E' obbligatorio che il presidente della Camera di Commercio, istituzione che appartiene a tutti - prosegue la nota - si astenga dall'adoperare i fondi e dallo sfruttare il ruolo per farsi una squallida campagna elettorale. E' necessario che il sindaco Olivo e l'assessore Talarico paghino direttamente le spese a carico del Comune per stampare questo materiale elettorale e propagandistico da mandare immediatamente al macero. E' giunto il momento di chiarire i motivi della vicinanza tra il presidente Abramo ed il movimento di Talarico Catanzaro nel Cuore, a questo punto decisamente legati da un intreccio tra marketing e politica, suggellato da tanti insospettabili finanziamenti che oggi vengono da Talarico restituiti a Paolo Abramo sotto forma di propaganda elettorale e diretta". "E' necessario che il Comune di Catanzaro chieda scusa - conclude la nota del comitato elettorale del Pdl di Catanzaro - a tutti i catanzaresi onesti e legati dalla fede per aver propagandato sfruttando una secolare tradizione religiosa come la Naca il candidato di uno schieramento, Paolo Abramo, espressione di quel Partito Democratico all'interno del quale c'é chi, come Emma Bonino ed i suoi seguaci, è ciecamente nemico della Chiesa con un furore laico sempre in primo piano. Vogliamo una campagna elettorale corretta e nel rispetto dei cittadini".

Rimandato il confronto Minniti-Loiero sulle candidature. Marco Minniti e Agazio Loiero, insieme a Catanzaro, per presentare le liste al Parlamento del Pd: è la prima volta che il segretario del partito e il presidente della Regione si ritrovano in un appuntamento elettorale. E' un aperitivo nella stanza del sindaco del capoluogo ad aiutare a stemperare il clima a poche settimane dalle discussioni, accese, sulla scelta delle candidature, con l'esclusione di Mario Pirillo e Ottavio Bruni, uomini di riferimento del governatore calabrese. "Quando si fanno le liste elettorali - ha detto Minniti - si creano amarezze e turbamenti. E' normale che accada. Tutto questo è stato poi amplificato da una drammatica legge elettorale che, non a caso, il suo ideatore ha definito una 'porcata'. Non c'é la legge elettorale che avremmo voluto - ha aggiunto Minniti - e questo ha provocato dei traumi. Siccome sono abituato a prendermi le mie responsabilità dico che discuteremo dopo le elezioni. Nessuno di noi fugge. Io sono calabrese e non saprei dove andare. Discuteremo, con calma. Oggi, però, c'é da fare la campagna elettorale". 'Adesso - ha sostenuto Minniti - penso che sia molto importante che il PD si presenti a questa campagna elettorale, pur consapevole delle discussioni che ci sono state, ma in questo momento sappiamo di avere due imperativi, tutt'e due particolarmente importanti: avere un forte PD, che discute anche animatamente e poi ritrova coesione, e la necessità di battere la destra". "Sono convinto - ha detto Loiero - che se avessimo avuto un'altra legge elettorale probabilmente la nostra posizione oggi sarebbe totalmente diversa. Sarebbe davvero un'ipocrisia suprema dire che tra noi non ci sono stati problemi prima del varo di questa lista, non ci crederebbe nessuno. Non possiamo eludere la questione ne la possiamo usare come un fantasma che aleggia. I problemi ci sono stati e sono stati anche seri perché c'era chi aveva l'ambizione di candidarsi e non ha potuto farlo perché c'é stato un criterio che ha privilegiato alcuni e escluso altri". "Certo - ha detto ancora Loiero - questo è sempre capitato nei partiti. Vengo da una scuola e da una cultura nella quale quando arrivavano le campagne elettorali c'era una legge non scritta in base alla quale quando si andava alle urne era in gioco il destino di tutti. Allora tutte le ragioni del dissenso e del conflitto dovevano quasi statutariamente essere cancellate. Noi siamo su questa posizione: si fa una grande battaglia insieme perché siamo convinti che se vince il Pd si rafforza la Regione ma anche la società e il modello di società al quale abbiamo creduto quando abbiamo aderito". "Naturalmente tutti i problemi connessi alle scelte - ha concluso Loiero - saranno oggetto di un confronto serrato e senza sconti dopo le elezioni. Oggi dobbiamo guardare all'elettorato e evidenziare le cose positive che abbiamo fatto e che vogliamo fare"

Mancini (PS) “Se Contship lascia, duro colpo alla Calabria”: "Se Contship Italia, per come paventato dal suo amministratore delegato, fosse costretta ad abbandonare il Porto di Gioia Tauro e decidesse di trasferirsi a Tangeri, l'economia italiana riceverebbe un colpo durissimo". E' quanto afferma in una nota il candidato alla Camera dei Deputati Giacomo Mancini del Partito Socialista. "Fa bene Cecilia Eckelmann Battistello - aggiunge - a denunciare dalle colonne dal Corriere della Sera le promesse non realizzate da Prodi. Purtroppo anche Berlusconi e Veltroni illudono i calabresi con tante promesse che da quattordici anni aspettano di essere realizzate. E invece è dovere delle forze politiche più lungimiranti stare dalla parte di quegli imprenditori che decidono di investire in Calabra e che hanno diritto di ricevere sicurezza e agibilità imprenditoriale". "In questi anni- conclude Mancini- non soltanto è mancato tutto ciò, ma addirittura si è tentato di criminalizzare una impresa che ha contribuito a realizzare a Gioia Tauro il più grande porto container di tutto il bacino del Mediterraneo: in questo modo si condanna definitivamente la Calabria e il Mezzogiorno".

Minniti “A Gioia sicurezza a 5 stelle”. "La scelta di Gioia Tauro è stata strategica per il Governo nazionale così come per la Regione Calabria". Lo ha detto il viceministro dell'Interno, Marco Minniti, rispondendo ad una domanda sulle preoccupazioni - pubblicate oggi dal Corriere della Sera - di Cecilia Eckelmann Battistello, chairman del gruppo Contship Italia, che si è detta pronta, qualora le condizioni di sicurezza dello scalo non dovessero garantite, a trasferire le attività del gruppo a Tangeri. "Abbiamo lavorato su due versanti - ha aggiunto Minniti - da una parte per rilanciare il Porto come grande hub strategico per l'Italia nel rapporto con il Mediterraneo e da questo punto di vista abbiamo ottenuto un primo importantissimo risultato: il Governo ha fatto proprio il primo Piano di sviluppo del Porto di Gioia Tauro cui, come è giusto che sia, seguirà adesso l'intesa con la Regione. Siamo di fronte ad un passo avanti importante". "Dal punto di vista della sicurezza - ha detto ancora Minniti - abbiamo fatto del porto di Gioia Tauro un punto chiave del 'Patto Calabria Sicura'. A Gioia Tauro abbiamo concentrato il meglio delle attività investigative di Polizia e Carabinieri. E' evidente e noi lo sappiamo che il Porto di Gioia Tauro è dentro una situazione difficile in cui infiltrazioni, pressioni, condizionamenti rimangono molto forti. Dal punto di vista delle misure di sicurezza, però, Gioia Tauro è in una condizione da cinque stelle".

Minniti, Calabria decisiva. "La partita elettorale è assolutamente aperta. Basta vedere i giornali per poter dire che nella testa del Pdl e di Berlusconi ci sono quattro regioni nelle quali si gioca la partita per il Senato e tra queste c'é la Calabria". Lo ha detto il segretario del PD Marco Minniti incontrando i giornalisti a Catanzaro per presentare le liste elettorali. "Si è fatta una polemica sui sondaggi - ha aggiunto Minniti - non voglio rispondere sul fatto che uno sia meglio dell'altro. I sondaggi hanno il valore che hanno e cioé di costituire un elemento di conferma o di stimolo ad un progetto politico. La partita, infatti, si gioca con gli elettori e noi sappiamo che tutti i sondaggi danno un margine di indecisi che va dal 30 a quasi il 50%, dunque se andiamo su queste oscillazioni vuol dire che la partita è tutta quanta da giocare". A parere di Minniti "non ci vuole una particolare esperienza per capire che margini di indecisione così grande hanno una tale caratteristica da rendere il sondaggio come un indirizzo dell'opinione pubblica e non come un risultato già acquisito. La sfida vera si giocherà su chi convincerà gli indecisi che in alcuni casi vengono dati quasi un terzo dei votanti e in un altro al 46%, quasi metà del corpo elettorale".
"Lavoro, sviluppo e legalità sono le parole d'ordine del nostro programma". Lo ha detto Marco Minniti, segretario regionale del PD, intervenendo stamane a Catanzaro, con il presidente della Regione Agazio Loiero, alla presentazione delle liste del partito al Parlamento e del candidato presidente del PD alla Provincia Piero Amato. "Il lavoro - ha aggiunto Minniti - perché questa è la prima missione di un Partito Democratico accrescendo le potenzialità dando un'occupazione alle nuove generazioni e a coloro che un lavoro non ce l'hanno. Da questo punto di vista, poi, è necessario praticare un'attenta politica che sia capace di guardare ai bisogni della gente ma anche in grado di promuovere un principio di meritocrazia". Per quanto riguarda lo sviluppo "sviluppo e legalità si tengono strettamente. Non è affatto vero che la legalità è un freno allo sviluppo, si tratta di scemenze che dovrebbero essere cacciate dal vocabolario. Sviluppo e legalità sono due facce della stessa medaglia".

Laratta (PD) “No all’uso dell’antimafia per fare campagna elettorale”. ''L'antimafia non venga utilizzata per fare campagna elettorale''. Lo ha detto il deputato del Partito Democratico, Franco Laratta, in un incontro elettorale a Cosenza. ''La lotta alla criminalita' organizzata - ha aggiunto Laratta - e' una cosa troppo seria per ridurla a mera propaganda, ma deve invece essere una battaglia condivisa da tutte le forze politiche, che devono assumere un impegno comune per debellare il fenomeno criminale, anche e soprattutto dopo le elezioni. Credo sia sbagliato utilizzare tutte le istituzioni per farsi campagna elettorale, ancor piu' se si tratta della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno mafioso. Un tema cosi' drammatico non puo' essere trattato come se fosse un punto privilegiato per una forza politica piuttosto che un'altra. Contro la mafia deve esserci una lotta senza quartiere e senza colori politici''. ''Alla politica nel suo insieme - ha concluso il parlamentare del Pd - il compito di elaborare proposte condivise e partecipate che possono produrre il risultato da tutti auspicato: la sconfitta definitiva della 'ndrangheta''.

Forgione (SA) “Industriali scelgano impegno”. "Non chiedo affatto che gli industriali calabresi siano professionisti dell' antimafia ma che siano professionisti della legalità, della trasparenza degli appalti e che non scelgano invece il silenzio": è netta la replica del presidente della Commissione Antimafia, Francesco Forgione, agli industriali e all'Aiop. "Silenzio, scarsa trasparenza e scarsa legalità - dice ancora Forgione - sono le zone oscure che frenano lo sviluppo calabrese, in termini di democrazia e socialità e per questo occorre essere assai chiari su questi punti. Non c'entra affatto la campagna elettorale e ritengo in ogni caso positivo che oggi in Calabria si sia aperto un dibattito su questi temi nei quali tanti giovani imprenditori calabresi si riconoscono. E' infine del tutto scontata la replica all'Aiop che si preoccupa del proprio sistema di interessi. Noi siamo, viceversa, preoccupati del sistema complessivo della sanità calabrese, del suo funzionamento e, anche qui, della sua trasparenza a favore dei cittadini di questa regione"

Magarò (PS) “Per PD e PDL la Calabria una colonia”. ''Pd e Pdl intendono utilizzare i voti dei calabresi per rafforzare la posizione dei proconsoli romani calati dall'alto e che affollano le prime posizioni delle liste dei candidati, mentre gli esponenti locali vengono relegati al ruolo di comprimari''. E' quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale Salvatore Magaro, candidato alla Camera. ''Ancora una volta la Calabria - prosegue Magaro' - viene trattata alla stregua di una terra da colonizzare, dove prendere i voti e poi scomparire per la durata della legislatura. Il Partito Socialista, al contrario, intende valorizzare i tanti validi dirigenti politici calabresi e gli esponenti del mondo delle professioni, del lavoro, dell'universita' che si riconoscono in quelle tradizioni riformiste che nella nostra regione sono particolarmente radicate''. ''Ed e' per questo - conclude Magaro' - che le nostre liste sono composte esclusivamente da candidati calabresi, che della Calabria conoscono le problematiche e che, dagli scranni del Parlamento, lavoreranno per la crescita e lo sviluppo della nostra terra''

Napoli (An) “Scioglimento ASP 5 un macigno sulla Calabria”. ''Lo scioglimento dell'Azienda sanitaria provinciale 5 di Reggio Calabria per accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata, decretato dal Consiglio dei Ministri, rappresenta l'ulteriore macigno che cade sulla Calabria tutta". Lo afferma il deputato Angela Napoli, di Alleanza nazionale, componente della Commissione antimafia. "Con tale provvedimento, che per la verità si aspettava da tempo, ma che, guarda caso, viene decretato in piena campagna elettorale - aggiunge Angela Napoli - risulta commissariato l'intero settore della sanità ricadente nella provincia di Reggio Calabria, nonostante varie inchieste, amministrative e giudiziarie, abbiano evidenziato interessi ed infiltrazioni della 'ndrangheta in tutta la sanita' calabrese. Ne è un esempio la mia pressante denunzia con la quale ho richiamato l'attenzione del Governo centrale sulla necessità di scioglimento dell'Aazienda sanitaria di Vibo Valentia, alla luce di relazioni e inchieste. Il Consiglio dei Ministri, invece, oggi ha ritenuto che la criminalità organizzata condizionerebbe la sanità nella sola provincia di Reggio Calabria". "Forse, anche alla luce dei provvedimenti giudiziari che, nella giornata odierna, hanno portato all'arresto del quarto consigliere regionale calabrese - conclude il deputato di An - sarebbe opportuno che il Ministro dell'Interno, Giuliano Amato, riuscisse ad attenzionare la situazione del nostro Consiglio regionale".

Galati (Pdl) “Preoccupato per la situazione economica calabrese” ''Sono sinceramente preoccupato per lo stato dell'economia e la situazione delle famiglie in Calabria. In questi primi giorni di campagna elettorale, ho incontrato molta gente delusa e sfiduciata verso la politica nazionale e regionale, che in questi ultimi due anni ha assistito inerme e impotente al declino del nostro paese e della nostra regione''. E' quanto afferma in una nota il candidato alla Camera per il Popolo delle Liberta, Giuseppe Galati. ''Il governo del Paese in questi 2 anni - aggiunge - non ha avuto la capacita' di dare fiducia e motivare le piccole e medie imprese, ne' di incentivare chi aveva voglia di creare sviluppo con nuove attivita' imprenditoriali, cosi' come non e' stato capace di promuovere delle politiche positive e attive per le famiglie, che non riescono ad arrivare alla terza settimana del mese, e per i giovani che si trovano sempre piu' sfiduciati verso il sistema politico''. ''Tocchera' a noi, se saremo chiamati a governare il paese - conclude - farci carico di un fardello pesante lasciatoci dal governo nazionale e in Calabria, dalla giunta di centrosinistra. Cercheremo di dare una nuova speranza ai cittadini calabresi, promuovendo delle politiche che mettano al centro della vita sociale la persona e l'impresa e che portino le aziende ad una maggiore produttivita', il modo migliore per creare sviluppo e occupazione''.

Pizzini (Pdl) “Sull’Arssa una scure irrazionale”: "Le recenti vicende dell'Arssa mi fanno venire in mente la desolante vecchia domanda 'si stava meglio quando si stava peggio?'". A sostenerlo, in una nota, è il consigliere regionale di Forza Italia, Antonio Pizzini. "L'Arssa, già Esac, già Opera Sila, - prosegue Pizzini - é stato un ente che ha cambiato il destino e l'arretratezza dell'agricoltura calabrese, valorizzando terre incolte e attribuendo a tantissimi agricoltori almeno l'indispensabile per vivere senza bisogno di emigrare. Ha potenziato le colture agricole e valorizzato, attraverso i Centri di ricerca e sperimentazione, i nostri prodotti. Poi, si è abbattuta la scure irrazionale del centrosinistra, che ha posto in liquidazione l'Arssa, ottenendo fino ad oggi il solo risultato di aver messo in libera uscita i suoi dipendenti, che non sanno ancora dove e come devono transitare presso altri enti e se potranno incassare un giorno il proprio tfr". "Per il momento, entro appena nel merito della delibera di Giunta n.159 del 21 febbraio scorso - sostiene ancora Pizzini - con la quale si prende atto che, in parole povere,il Commissario liquidatore non solo non ha fatto granché ma che è necessario affidare molti incarichi esterni professionalizzati poiché all'interno non c'é nessuno in grado di portare avanti la liquidazione dell'ente. Ci dobbiamo quindi attendere, probabilmente sotto le prossime elezioni, che vengano disposti in tempi brevi ben remunerati nuovi incarichi. La cosa più grave è che il Commissario liquidatore non ha fino ad oggi nemmeno avviato le necessarie e preliminari concertazioni con le Province ed i Comuni, e tanto meno lo ha fatto con le organizzazioni sindacali per quanto riguarda l'esodo incentivato del personale". "Ha stabilito autonomamente - sostiene ancora il consigliere regionale - che l'esodo termina nel 2010, mentre il personale, sia di ruolo che precario, non ne conosce i termini concreti, tanto è che la segreteria Cgil-Fp ha predisposto un documento con il quale chiede innanzitutto la revoca della delibera 159. Non parliamo inoltre dei contenziosi in atto del personale e dei beni immobili di proprietà, con l'interminabile elenco mai affrontato seriamente fino ad oggi. Il mandato commissariale scade peraltro nel prossimo mese di giugno, mentre colui che è preposto a tale funzione si trastulla in equivocabili inerzie. Tutto si poteva immaginare, tranne che una gloriosa istituzione quale l'Arssa venisse così brutalmente trattata".

Arresti La Rupa
Santelli. ''Mi complimento vivamente per la brillante operazione condotta dal Procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo, e dai sostituti, Fiordalisi e Sforza. Un importante lavoro investigativo che contribuisce a scardinare il predominio della criminalità organizzata sul territorio e sulla gente". E' quanto afferma in una nota la candidata alla Camera dei Deputati per il Popolo delle Libertà, Jole Santelli, circa l'operazione compiuta stamani nella quale é stato arrestato il consigliere regionale Franco La Rupa. "Ciò che più sconcerta - aggiunge - è il fatto che, qualora l'impianto accusatorio venisse confermato nelle fasi successive, risultano coinvolti due ufficiali di polizia giudiziaria. Un fatto inquietante che dimostra la capacità di penetrazione, anche a livello investigativo, della 'ndrangheta e che non rende onore all'eccellente lavoro svolto in Calabria dalle forze dell'ordine"
Tripodi e Borrello. ''Con profondo dispiacere apprendiamo la notizia che ti coinvolge dal punto di vista giudiziario per la quale sentiamo impellente il bisogno e il dovere di esprimere a te e alla tua famiglia la nostra piena solidarietà umana e il nostro, totale, sincero e incondizionato sostegno morale". E' quanto scrivono i consiglieri regionali Antonio Borrello e Pasquale Tripodi in una lettera aperta al consigliere Franco La Rupa, arrestato nell'mbito di un'inchiesta della Dda di Catanzaro. "Pur non entrando nel merito dell' operato della magistratura - proseguono Borrello e Tripodi - confidiamo che le accuse che ti vengono ascritte non abbiano fondamento alcuno e che siano frutto di un'erronea valutazione dei fatti che, pur tuttavia, inevitabilmente si ripercuotono in modo avverso in seno al tuo contesto familiare e sulla tua posizione istituzionale. Tutti noi conosciamo bene la figura di Franco La Rupa, persona validissima, di indubbie virtù altruistiche e doti umane, capace di accorrere con tempismo nei momenti di difficoltà in soccorso degli amici e dei colleghi. Uomo corretto, sensibile ed affettuoso di cui possiamo affermare, in maniera decisa, che le sue qualità morali ed etiche, unite a quelle di natura politica, possano fungere da emulo per tutti coloro che hanno a cuore il bene della propria terra e dei propri concittadini. Siamo fermamente convinti - affermano ancora Tripodi e Borrello - che saprai presto dimostrare la limpidezza del tuo operato, per cui ti esortiamo a considerare quanto accaduto come un nuovo stimolo, una sfida da affrontare con successo". "Augurandoci - concludono Tripodi e Borrello - che questa vicenda completi rapidamente e con esito positivo il suo corso, nella certezza che la giustizia, verso la quale nutriamo la più grande fiducia, accerterà la totale estraneità ai fatti che a te vengono contestati affinché tu possa proseguire con serenità nel cammino dell'impegno umano e politico, riprendendo a svolgere i compiti istituzionali e politici con serenità, capacità e trasparenza".
Orlando. ''Il contrasto non basta più, é tempo di dichiarare guerra alle mafie. Bisogna che lo Stato, in tutte le sue articolazioni, intervenga sempre più con funzione preventiva ed informativa su ciò che mira a disintegrare i suoi principi costitutivi". Così il portavoce nazionale dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, commenta le inchieste e gli arresti di oggi su voto di scambio e sui rapporti di contiguità tra mafie e politica in Calabria e Campania. "Oltre agli importanti risultati investigativi e repressivi - aggiunge Orlando - è giunto il momento di imprimere un deciso effetto etico nella vita pubblica del nostro paese. Bisogna anticipare le solite pratiche che portano in tante realtà del nostro paese alla perenne collusione tra interessi politici e interessi mafiosi". Secondo il portavoce nazionale di Idv, "comprare o vendere il voto è come comprare o vendere l'anima. Occorre che in questa campagna elettorale il Ministero dell'Interno e gli organi di informazione vigilino sin da subito e rendano il più possibile sensibile l'opinione pubblica sui tanti condizionamenti ricattatori che si esercitano sul voto".
Forgione. Il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Francesco Forgione, ha commentato l'operazione che oggi ha portato all'arresto, tra gli altri, del consigliere regionale Franco La Rupa affermando che l'arresto " getta ulteriori ombre sul Consiglio Regionale della Calabria". "Sarà la magistratura, spero in tempi rapidi, a fare chiarezza, ma ancora una volta - afferma Forgione - emerge un sistema di relazioni trasversale tra la politica, la pubblica amministrazione e gli interessi mafiosi sul territorio che rappresenta la vera e propria cappa per la democrazia calabrese. Per questo occorre voltare pagina nettamente e dare un taglio netto a tutte le zone grigie nella politica e nell'imprenditoria.Appalti e gestione dei fondi pubblici fanno sempre da collante di tutte le inchieste più recenti e per questo la politica ed il sistema delle imprese non possono continuare a fare come le scimmiette che non sentono, non vedono e non parlano, ma devono fare scelte chiare contro le intromissioni della 'ndrangheta''
Iovene. Il Sen. Nuccio Iovene candidato alla Camera dei Deputati per La Sinistra-L'Arcobaleno afferma che "l'arresto del consigliere regionale La Rupa con l'accusa di voto di scambio, in rapporto con una organizzazione mafiosa del tirreno cosentino, è l'ennesimo episodio inquietante della vita politica regionale. L'intreccio perverso tra certa politica e 'ndrangheta, la composizione senza scrupoli e senza vigilanza delle liste elettorali, la complicita' oggettiva nell'esercizio del controllo del territorio, delle istituzioni locali, della vita economica ed amministrativa di intere aree rappresenta l'aspetto più grave della condizione di difficoltà che vive ormai da anni la Calabria". "Una svolta - dice Iovene - non è più rinviabile. E' necessario che i calabresi puniscano con il loro voto, nelle elezioni del 13-14 aprile, quanti si sono resi responsabili di questo degrado della politica e delle istituzioni della regione, alimentando trasformismi e connivenze, consentendo la rapina delle risorse e il degrado del territorio. Si dimostra inoltre ancora più urgente dare corso al progetto di legge, (cosiddetto Lazzati) di cui sono stato primo firmatario al Senato, per colpire con maggiore efficacia il voto di scambio, impedendo ai sottoposti a misure di prevenzione di fare propaganda elettorale. L'interruzione anticipata e repentina della legislatura ha impedito che il suo iter si concludesse positivamente. Ma sarà la prima proposta di legge che presenterò nella nuova legislatura"
Citton. "L'arresto del consigliere regionale Franco la Rupa con l'accusa di aver ottenuto il sostegno della costa mafiosa Gentile di Amantea è l'ennesimo fatto grave che dimostra come la commistione tra mafia e politica ha raggiunto livelli altissimi e infierisce un colpo mortale alla credibilità delle istituzioni in Calabria". Lo sostiene, in una dichiarazione, Barbara Citton, candidato della Sinistra arcobaleno-Rifondazione comunista alla presidenza della Provincia di Vibo Valentia. "Mi auguro - aggiunge Citton - che l'esponente politico sappia dimostrare la sua estraneità giudiziaria alle accuse che sono state a lui rivolte, ma dal punto di vista etico e morale i partiti avrebbero dovuto trarne, da tutte le vicende che si susseguono giorno dopo giorno e che riguardano consiglieri regionali e amministratori locali, atteggiamenti coerenti e netti. La situazione drammatica della Calabria e del vibonese avrebbero richiesto scelte coraggiose e trasparenti. Per le prossime elezioni provinciali di Vibo Valentia l'ingegnere De Nisi e il PD hanno stracciato un accordo con la sinistra arcobaleno che prevedeva una politica di rinnovamento a partire dalle candidature stesse, preferendo invece continuare nella vecchia politica dei capi correnti, dei notabilati, del tenere insieme un coacervo di interessi e di forze. Il PD si presenta alle elezioni provinciali di Vibo Valentia con undici liste, con oltre 250 candidati, con volti vecchi e vecchissimi, molti impresentabili. Il PDL si presenta con sei liste, oltre 150 candidati, con molti esponenti discussi e alcuni già inquisiti". "Il PD a Roma - sostiene ancora Citton - predica il rinnovamento, ma in Calabria, dietro i proclami di Minniti e i volti presentabili di pochi, nasconde tutto il peggio della vecchia classe dirigente. La scelta di presentare 11 liste è grave perché si è voluto mantenere un terreno di coltura in cui possono annidarsi e svilupparsi facilmente contatti e interessi oscuri. La mafia, la massoneria, tenteranno ancora di condizionare le scelte per le prossime elezioni provinciali. In questi primi giorni di campagna elettorale sto trovando molta stima e fiducia, molte persone mi hanno dichiarato il loro voto perché pensano che la Calabria e la nostra provincia hanno bisogno di scelte coerenti e chiare. La trasparenza, la moralità, la lotta alla mafia e alla corruzione, sono i punti principali del mio programma e del mio fare politica".

Provinciali

Provinciali Catanzaro: Sorteggio dei candidati. E' stato effettuato stamani il sorteggio per l'ordine con il quale saranno inseriti sulla scheda elettorale i candidati presidenti alla Provincia di Catanzaro e le liste a loro collegate. Al primo posto ci sarà il candidato presidente del centrosinistra Pietro Amato con le sei liste collegate che saranno inserite nel seguente ordine: Provincia D'Amare - Pd - Partito Socialista (Pse) - Italia dei Valori - Popolari Democratici - Verdi. Al secondo posto il candidato del centrodestra Wanda Ferro con le seguenti liste: Popolari Europei per la libertà - La Destra - Pdl - Movimento per l'Autonomia - Per la Calabria Progetto Provincia - Pri - Nuovo Psi - Democrazia e Centralità. Al terzo posto il candidato Michela Cimmino (Lamezia Provincia e Non Solo). Al quarto posto il candidato Francesco Talarico con le seguenti liste: Udc - Socialisti Uniti per la Calabria - Insieme per la Provincia Unita 'Muraca Presidente'. Al quinto posto il candidato Giuseppe Commodari (Sinistra Arcobaleno). Al sesto posto il candidato Massimiliano Caligiuri (Partito Comunista Lavoratori)

Wanda Ferro (PDL) “La sanità resti imparziale”. "I vertici della sanità restino imparziali in questa campagna elettorale. Non si ripeta quanto avvenuto per le primarie del Partito Democratico, quando alcuni manager e dirigenti degli ospedali pubblici presidiarono i seggi". Lo afferma Wanda Ferro, candidata del Pdl alla Presidenza della Provincia di Catanzaro. "Non si dia alla gente la sensazione (o forse la conferma) che la sanità pubblica sia solo una 'fabbrica di voti', invece di essere una 'fabbrica della salute'.I manager nominati dal centrosinistra abbiano uno scatto di dignità e di autonomia e dimostrino di essere stati scelti per meriti professionali e per i curriculum e non per la fedeltà al potere politico che li ha indicati. Siano organizzatori di buona sanità e non organizzatori di campagne elettorali.C'é bisogno di recuperare credibilità alle strutture ospedaliere pubbliche dopo l'ondata di episodi di malasanità e le inquietanti inchieste giudiziarie. I cittadini vogliono risposte, reclamano la riduzione delle liste di attesa, ospedali più puliti, macchinari che funzionano, una più puntuale organizzazione delle strutture. La sanità calabrese - e catanzarese soprattutto - attraversa il periodo più buio della sua storia. E' vero: gli errori appartengono a tutti e tale situazione è anche frutto di scelte sbagliate del passato. Ma è altrettanto vero che mai gli ospedali pubblici della provincia avevano conosciuto l'attuale stato di degrado. Appare paradossale che proprio in questo momento così delicato, che imporrebbe a tutti atteggiamenti responsabili, qualcuno stia trasformando le aziende ospedaliere in altrettante segreterie politiche. Io sono convinta che il mondo della medicina di Catanzaro, di Lamezia Terme, di Soverato, di Chiaravalle, di Soveria Mannelli - che vanta indiscutibili professionalità - non consentirà che ciò avvenga e che i valorosi medici che ogni giorno lavorano in una situazione di grave difficoltà difenderanno la propria autonomia intellettuale da indebite pressioni"

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