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Il PdCI calabrese si spacca

 

Frattura insanabile nel PdCI calabrese, gli autosospesi si danno appuntamento a Lamezia. Tripodi "Vogliono liquidare il partito". Longo "Soffocata la dialettica"

15 lug 08 Dopo le ultime vicende che hanno portato alla contestazione interna al partito con una vera e propria spaccatura sottolineata da comunicati stampa che a turno buttano prima benzina e poi acqua sul fuoco, hanno deciso di vedersi a Lamezia gli autosospesi del PdCI che hanno convocato anche una conferenza stampa domani mercoledì 16 luglio alle 16,30 presso il Grand Hotel Lamezia. Un’appuntamento, è scritto in una nota, dove gli autosospesi tracceranno la linea politica che intendono perseguire nei prossimi mesi in Calabria ed in Italia, da veri protagonisti di una nuova stagione post-congressuale”. “Un appuntamento importante -aggiungono- perché sarà volto lo sguardo anche e soprattutto al futuro ed in particolare alle prossime iniziative politiche, che vedranno la presenza di tanti personaggi del mondo del lavoro, dei partiti, delle associazioni, dei movimenti e dell’università, per ricostruire il binomio cultura – lavoro che ci aveva consentito di ricevere l’attenzione di tantissimi elettori e giovani calabresi”. “Grande è la soddisfazione –conclude la nota- per il fatto che in queste settimane si sono aggiunti a noi tanti vecchi compagni anche del PdCI che hanno raccolto con entusiasmo la nostra coraggiosa presa di posizione, oltre a tanti simpatizzanti della sinistra italiana che hanno raccolto felicemente il nostro invito per contribuire con pari dignità alla costruzione di una casa della sinistra, che senza pregiudizi e paletti, ambisce a guadagnarsi la fiducia dei calabresi, soprattutto di chi in questi anni ha sempre chiesto a gran voce l’unità della sinistra”.

Tripodi “Vogliono liquidare il partito”. "Il Pdci calabrese è un partito che non è in liquidazione, nonostante il tentativo che è stato portato avanti in questi giorni". Ad affermarlo è stato il segretario regionale del Pdci, Michelangelo Tripodi, incontrando i giornalisti a Lamezia Terme. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i segretari provinciali ed i rappresentanti del gruppo dirigente regionale del partito. Tripodi ha fatto un'analisi della situazione politica nazionale, ricordando che "come Pdci stiamo preparando il quinto congresso straordinario e tentiamo di avviare una controffensiva politica, verificando anche il perché della sconfitta e dell'assenza dei comunisti dal Parlamento italiano". Tripodi ha fatto riferimento alla vicenda di queste ultime settimane, in aperta polemica con l'ex parlamentare Fernando Pignataro e con l'ex ministro Alessandro Bianchi. "In passato - ha aggiunto Tripodi - abbiamo fatto uno sforzo di apertura, investendo su personalità come Pignataro e Bianchi che, visto che si parla di gestione familistica del partito, non erano né miei parenti né erano iscritti sul mio stato di famiglia. Sono state scelte sbagliate: questo gruppo dirigente, lo stesso che nel 2006 ha effettuato queste scelte, ha sbagliato ad avere fiducia nei loro confronti. Siamo stati noi a dare lustro a queste persone che sono venute nel nostro partito e hanno utilizzato gli incarichi ricevuti, ma quando hanno capito che non c'era più nulla da fare, hanno abbandonato il Pdci". "Come si permette Bianchi - ha proseguito Tripodi - di intromettersi nella vita politica interna del partito dopo che in piena campagna elettorale si è messo sul palco accanto a Veltroni? Pignataro, poi, ha abbandonato il partito dopo che non c'era e non c'é più la possibilità che faccia il deputato. Si tratta di scelte meschine e grette, legate agli interessi personali". Tripodi, proseguendo nel suo intervento, ha anche parlato di "fuga dal confronto e dal congresso. Se avessero avuto quei numeri che hanno detto - ha affermato - avrebbero potuto partecipare ai congressi e vincerli. La verità è che non avevano quei numeri e, quindi, non potevano vincere i congressi. Oltre ai numeri, poi, non avevano neppure gli argomenti politici". Tripodi ha parlato infine del futuro del Pdci in Calabria, sottolineando l'intenzione di "lavorare per l'unità della sinistra. Dobbiamo partire da noi, altrimenti non possiamo farlo. Il dato vero è che noi oggi usciamo da una campagna congressuale nel corso della quale abbiamo registrato una partecipazione quasi totale dei delegati calabresi, che all'unanimità hanno votato la mozione che fa capo a Diliberto". "Questo partito - ha concluso Tripodi - è più presente di prima sui problemi, sui bisogni, e nell'interpretare le istanze della popolazione calabrese. Per noi si tratta di andare avanti con una forza radicata in tutte le province e intendiamo ripartire dalla sconfitta per avviare un rilancio politico nella nostra regione".

Longo “In questo partito soffocata la dialettica”. Giuseppe Longo, componente del Comitato centrale del Pdci, in una nota, annuncia le sue dimissioni dal partito e la nascita di un nuovo progetto politico. "Con estremo rammarico e profonda delusione - dice Longo - mi dimetto dai Comunisti italiani, partito in cui sono cresciuto politicamente e che ho contribuito a costruire sin da quando, nel 1998, si è consumata la tragica scissione dal Prc". "Una scelta dolorosa - prosegue il comunicato - ma obbligata, perché si è dovuta registrare un'assoluta inagibilità democratica che nessuno, pur registrandola a ogni livello, ha deciso di affrontare e superare. Ciò che si sta verificando nel Pdci calabrese, è il frutto di anni di comportamenti che hanno sempre tentato e spesso con successo, di emarginare e soffocare la dialettica e il libero dissenso che vi era all'interno del partito". "Il mio pensiero - aggiunge Longo - va alle tante 'morti bianche' che in questi anni si sono consumate nel Pdci. Compagni di grande coerenza e valore di cui improvvisamente non si è più avuta alcuna notizia, senza che il partito si interrogasse sui perché di tutto questo e decidesse di porre rimedio a una costante emorragia di iscritti che avveniva anche nella federazione di Reggio Calabria, in cui si fa sempre finta che tutto vada a gonfie vele e dove il vincitore del noto concorsone rappresenta ovviamente 'un certificato di garanzia eterna'". "Ciò che mi ha spinto definitivamente a fare questa scelta - dice ancora Longo - è stato ciò che è accaduto nella mia sezione, quella di Cinquefrondi, che è stata chiusa per essersi rifiutata, allo scorso congresso, di votare la ridicola mozione di sfiducia ad Alessandro Bianchi. Per questo motivo è stata deferita al collegio di garanzia regionale, presieduto da tale Francesco Marincolo, che si trova nella doppia veste di presidente della commissione urbanistica regionale e, in quanto tale, incompatibile per statuto a guidare la garanzia del partito". "In Calabria - conclude Longo - si è persa una grande opportunità per far crescere e rafforzare il partito. L'allontanamento di Fernando Pignataro e di Alessandro Bianchi da un lato e di tutti gli altri compagni delle cinque federazioni dall'altro, sono un segnale di allarme democratico al quale stanno rispondendo in molti altri, compresi quelli che per le stesse ragioni lasciarono il Pdci negli anni scorsi e che oggi ci chiedono di aggregarsi in questo grande progetto politico che lanceremo tutti insieme a fine luglio, al quale parteciperanno tanti soggetti del mondo del lavoro, dell'università e della cultura"

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