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Bufera in casa PdCI

 

Nel PdCI calabrese è proprio bufera. Pignataro smentisce Licandro. Sitra e Porcelli difendono Bianchi.

01 lug 08 Il responsabile dell'organizzazione del Pdci Orazio Licandro "ha perso un'altra occasione per tacere". Ad affermarlo è Fernando Pignataro, ex deputato del Pdci e componente la direzionale nazionale in merito alle dichiarazioni di Licando che ieri aveva negato ci fossero 1.300 dirigenti e iscritti calabresi autosospesi dal partito. Secondo Pignataro, Licandro "é consapevole dei tanti malumori e dei ricorsi che sono pervenuti a Roma da parte di tantissime sezioni di tutte e cinque le federazioni calabresi, tanto da garantire più volte un forte intervento della segreteria nazionale". "Piuttosto che fare la chiosa - ha sostenuto Pignataro - Orazio Licandro potrebbe prendere atto della spaccatura che vi é nel Pdci calabrese e cercare di svolgere adeguatamente il proprio ruolo di responsabile organizzativo per tentare di ridare trasparenza e democrazia ad un partito che oramai in Calabria è al tracollo". Licandro, ha affermato ancora Pignataro, "ricorderà certamente che all'indomani della presentazione delle liste per le elezioni politiche di aprile scorso, in seguito alla rinuncia del segretario regionale della Calabria di fare la campagna elettorale in segno di protesta per la sua mancata candidatura, a nome e per conto di Diliberto mi convocò a Roma per annunciarmi che era venuta finalmente l'ora per la resa dei conti con Michelangelo Tripodi". "Tra l'altro - ha aggiunto - il compagno Licandro ha conosciuto molto bene le 'doti democratiche' del segretario regionale della Calabria, quando sino a poco tempo fa, da commissario della federazione di Catanzaro, si è trovato quasi costretto a dover sospendere il congresso provinciale per il clima di 'forte tensione' che si era venuto a creare". "Così come - ha concluso Pignataro - sicuramente è conscio dei numeri dei compagni autosospesi, che sono in carne ed ossa, avendo ricevuto decine e decine di lettere di protesta in questi ultimi due anni dalle cinque federazioni calabresi, tanto che se dovessimo tenere in considerazione il tesseramento virtuale e gonfiato da Tripodi ai fini congressuali per conservare il gruppo di potere che gli ruota intorno, sicuramente possiamo affermare di aver sbagliato in difetto, in quanto si tratterebbe della metà del partito calabrese, escludendo le tante altre sezioni che sono in procinto di seguirci".

Sitra e Porcelli “Becera aggressione a Bianchi”. "Esprimiamo la nostra sentita solidarietà al prof. Alessandro Bianchi, vittima di una becera aggressione da bassi fondi da parte del segretario del PdCI calabrese Michelangelo Tripodi, il quale sembra sia stato morso da una tarantola". E' quanto affermano, in una nota, Giancarlo Sitra, della Direzione nazionale del Pdci, e Martino Porcelli, segretario provinciale di Vibo e componente del Comitato centrale del partito. "Povera Calabria - aggiungono Sitra e Porcelli - governata da menti così generose e colte: il tuo futuro è mesto ed i cervelli metti in fuga. Ha ragione il signorotto del PdCI calabrese ad essere nervoso. Lui lo sa: 'l'infima minoranza, che autosospendendosi ha preso le distanze dalla sua tracotanza, é comunque quella che lo ha eletto consigliere regionale. Solo le federazioni di Crotone e Vibo infatti, con le rispettive percentuali del 6% e del 7% alle scorse elezioni regionali, hanno consentito al PdCI calabrese di superare lo sbarramento del 4% e di eleggerlo consigliere regionale e, conseguentemente, assessore regionale. La prossima volta, senza Crotone e Vibo, oltre alle centinaia di compagni autosospesi dalle federazioni di Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro, sarà un'altra storia e scommettiamo che il Consiglio regionale dovrà privarsi di un simile campione di cultura e di savoir faire. Non soffriremo per cotanta perdita, perché, ne siamo certi, la Calabria ci guadagnerà".

Infantino “Nessuna auto sospensione a Reggio”: "Tra le tante cose false e calunniose che sono state affermate una mi pare davvero clamorosa e priva ovviamente di ogni fondamento e cioé che le sezioni più significative della Federazione Provinciale di Reggio Calabria avrebbero seguito la linea dell'autosospensione". E' quanto afferma il segretario provinciale del Pdci di Reggio Calabria, Enzo Infatino. "Già - prosegue - questa pseudo notizia, data in pasto ai giornali, dimostra quanto disperata sia la posizione di chi usa la falsità come strumento di lotta politica non avendo altri argomenti a supporto delle loro tesi. Infatti, tra le tante sezioni presenti sul territorio reggino due tra queste sono le più significative in termini di iscritti: la sezione Paolo Suraci di Reggio Calabria Sud e la Sezione Antonio Gramsci di Polistena. La circostanza vuole che nei giorni scorsi in entrambe le Sezioni sono stati celebrati i rispettivi congressi nei quali si è registrata una numerosissima partecipazione e il voto unanime al documento "Ricostruire la Sinistra, Comuniste e Comunisti ricominciamo da noi. Ribadisco, dunque, che nessun iscritto nella Federazione Provinciale di Reggio Calabria si è autospeso dal Partito. Questi sono i fatti". "Infine, l'azione millantatoria, falsa - aggiunge Infantino - e calunniosa capeggiata dall'ex deputato del Pdci è talmente banale che anche i bambini l'hanno capita. L'ex parlamentare e i suoi intimissimi accoliti hanno già deciso di lasciare il partito e nel lasciarlo si è posto due obiettivi: fare danno al partito attraverso la divulgazione di cose false e accreditarsi come interlocutore "credibile" nel futuro soggetto politico che fa capo a Vendola e Fava. Purtroppo per lui il giochino sarà presto smascherato e i futuri compagni di avventura avranno modo di valutare il suo peso politico che, come dimostrato alle amministrative di Castrovillari, è molto vicino alla zero".

Segreteria regionale “Una bufala colossale”. "Se l'autosospensione dei 250 iscritti della federazione del Pdci di Crotone era una millanteria come aveva giustamente sottolineato Oliviero Diliberto, l'autosospensione di 1300 iscritti calabresi dal Pdci strombazzata nella conferenza stampa di Cosenza rappresenta una bufala colossale". E' quanto è scritto in una nota dell'Ufficio stampa del Pdci della Calabria. "Se - aggiunge la nota - avessero avuto questi numeri avrebbero partecipato al congresso e si sarebbero contati, invece scappano dal confronto e scappano dal congresso perché sanno di essere esigua minoranza e perché sanno di non avere argomenti da dovere presentare al confronto e al dibattito. La verità è che hanno scelto di usare la strada dell'uscita clamorosa e tentano, senza ovviamente riuscirci, di fare più danni possibili. Dare i numeri è facile quando sono frutto di pura invenzione e falsificazione della realtà, difficile invece é dimostrare la reale consistenza dei numeri virtuali nelle situazioni concrete che smentiscono clamorosamente, nei fatti, le cifre di cui parlano i cosiddetti autosospesi della conferenza stampa di Cosenza. La sgangherata compagnia che lì si è raccolta non è altro che la cordata pro-Bianchi che per ottenere favori, posti e prebende varie dall'ex ministro dei trasporti aveva votato contro la mozione di sfiducia nei suoi confronti". "Oggi - prosegue il Pdci - a dimostrazione di un'organizzazione permanente antipartito che era stata costruita dall'ex parlamentare Pignataro riemerge il gruppo di interessi che si era già manifestato ed era stato clamorosamente sconfitto al congresso regionale. Quanto poi ai numeri, quelli veri lì diamo noi e sono incontrovertibili: Pignataro alle elezioni comunali di Castrovillari, dove risiede, da Capolista non è stato nemmeno eletto consigliere comunale ed è giunto settimo in graduatoria con soli 25 voti di preferenza; Porcelli, nonostante abbia fatto l'assessore provinciale per 5 anni consecutivi, alle ultime elezioni provinciali di Vibo di tre mesi fa non è stato eletto neppure consigliere provinciale ed ha perso oltre 400 voti; Longo, allora quando era segretario della sezione di Cinquefrondi (RC) riuscì a conseguire il brillante risultato di avere 50 iscritti e di prendere 40 voti tant'é che si è preso atto che si trattava di una sezione fantasma ed è stata cancellata da due anni. L'elenco potrebbe anche continuare con fatti precisi ed assolutamente indiscutibili. Invece quello che non sappiamo ancora, e non l'ho sapremo mai, è l'elenco dei cosiddetti 1300 autosospesi annunciati a Cosenza. Infatti non si sa chi sono questi autosospesi e non si sa dove sono. Il Pdci della Calabria evidenzia inoltre che "siamo assolutamente convinti che si tratta solo di una bolla mediatica e l'ho dimostreremo nei congressi provinciali che faremo nelle prossime settimane così come lo stiamo già dimostrando nei congressi di sezione che si stanno svolgendo in tutta la Calabria nella massima trasparenza e con le regole stabilite dall'organizzazione nazionale del partito, registrando una straordinaria partecipazione delle compagne e dei compagni che hanno voglia di tornare a battersi per rilanciare il partito e la sinistra dopo la pesante sconfitta del 13 e 14 aprile. Congressi di sezione dove finora una valanga di consensi in Calabria è stata data al documento di maggioranza "Ricostruire la sinistra. Comuniste e comunisti, cominciamo da noi" sostenuto in Calabria, tra gli altri, dal Segretario Regionale Michelangelo Tripodi, mentre la mozione che ha come prima firmataria la compagna Bellillo è stata finora sonoramente bocciata. Che si tratti di una vera e propria aggressione che vive sui giornali e non nelle realtà del partito emergerà ancora con più forza dai congressi provinciali di Catanzaro, Cosenza e Crotone, che faremo il 5 e 6 luglio, e di Vibo Valentia e Reggio Calabria che faremo il 12 e 13 luglio". "Il Pdci calabrese - conclude la nota - è vivo, forte ed integro e non subirà nessun danno da chi rappresenta una minoranza pari nemmeno al 10% degli iscritti".

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