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Guerra in casa PdCI

 

Guerra aperta nel PdCI calabrese. Pignataro “1300 autosospesi”. Segreteria regionale “sorprende l’impudenza”

30 giu 08 "In totale circa 1.300 iscritti tra militanti e dirigenti del Pdci oggi si autosospendono dal partito". Lo ha detto oggi a Cosenza l'ex parlamentare del partito Fernando Pignataro. "Non condividiamo più la linea nazionale - ha sostenuto Pignataro - di un partito sempre più estremista e massimalista che è passato da una vocazione di governo e di linea politica di unità della sinistra ad una vocazione extraparlamentare. Possiamo dare nome, cognome e numero di tessera di tutti i compagni che oggi si autosospendono". "C'é poi un problema - ha aggiunto - che riguarda l'agibilità democratica perché in vista del congresso esiste un regolamento che tenta di escludere qualsiasi garanzia per le opposizioni interne. A livello regionale la situazione è ancora più difficile perché il congresso è ancora più falso, basti pensare al tesseramento gonfiato che impedisce la partecipazione ad un congresso vero con regole certe". "L'attuale gestione del segretario regionale Tripodi, che è anche assessore, capogruppo e consigliere regionale - evidenzia l'ex parlamentare - è l'emblema di un conflitto di interessi ma anche di una gestione tutta votata al potere, all'autoreferenzialità e all'autoconservazione del suo gruppo ristretto di potere che si tiene con un collante di interessi, favori e clientelismi. Ai 250 autosospesi di Crotone se ne aggiungono oggi circa altri mille su un totale di oltre mille iscritti". "Noi siamo autosospesi - ha sostenuto ancora Pignataro - e Oliviero Diliberto è ancora il nostro segretario. Noi siamo autosospesi, non ce ne siamo andati. Certo da un segretario nazionale ci saremmo aspettati maggiore rispetto e cautela nei confronti di compagni che avrebbero voluto fare una battaglia congressuale interna ma che sono stati costretti ad assumere una posizione forte per l'impossibilità di svolgere il proprio ruolo all'interno di un partito che è ormai senza regole e che comunque denota una sopraffazione verso chi non la pensa come l'attuale gruppo. Basti pensare al caso del ministro Bianchi, al mio e a quello di tutti coloro che essendosi messi di traverso rispetto al volere del segretario regionale sono stati inseriti nella lista nera". "Noi oggi siamo additati come nemici - insiste ancora Pignataro - ma i nostri segretari regionale e provinciale hanno fatto attacchi molto forti a Diliberto. Ebbene il segretario nazionale viene qui a dire che riconfermerebbe il segretario regionale al 101 per cento: è questa la situazione del partito. Noi al segretario Diliberto, che ha detto che millantavamo e davamo i numeri, oggi i numeri li diamo davvero, circa 1.300 iscritti del partito che si autosospendono e stiamo parlando di tutta la federazione di Vibo, tranne una sezione; più della metà di quella di Catanzaro; i 250 di Crotone e molte sezioni di Cosenza e della provincia; tutta la sezione di Castrovillari, di Altomonte, le sezioni più significative di Reggio Calabria e molte altre con le quali stiamo ancora ragionando". Alla riunione ha partecipato Luca Robotti, consigliere regionale in Piemonte e coordinatore dell'area Belillo-Guidone al congresso nazionale."Noi siamo qua - ha detto Robotti - per dimostrare la nostra totale solidarietà ai compagni calabresi che hanno deciso di fare un gesto così forte perché non possono esistere le liste dei buoni e quelle dei cattivi". "Tutte le posizioni - ha sostenuto ancora - devono avere piena legittimità e non può esistere una gestione a conduzione familiare soprattutto in un partito comunista. Ci batteremo affinché ci siano delle regole di pluralismo". "Mi dispiace che Diliberto quando è venuto qui abbia detto di preoccuparsi più del caldo atmosferico che del caldo nel Pdci calabrese - ha sostenuto Giancarlo Sitra - da Crotone rispondiamo che non c'é più sordo di chi non vuol sentire perché l'aria nel Pdci calabrese è diventata veramente irrespirabile ed esiste anche una questione morale. Insomma c'é un partito che ha nel segretario regionale il motto 'chi non e' con me è contro di mé e quindi scattano le epurazioni che io chiamo morti bianche ma nonostante ciò noi non ci arrendiamo". Martino Porcelli, ex segretario provinciale di Vibo ed ex componente del comitato centrale, ha confermato che "tutta la federazione di Vibo ad eccezione di un'unica sezione che conta solo 19 iscritti oggi si è autosospesa dal partito. Si tratta di una decisione sofferta perché la nostra federazione è quella che ha maggiormente subito le angherie del segretario regionale". Giuseppe Longo, segretario della sezione di Cinquefrondi, ha chiesto l'azzeramento del tesseramento e il commissariamento del Pdci calabrese.

Segreteria regionale “Sorprende l’impudenza”. "L'ex ministro dei trasporti dovrebbe sapere che talvolta il silenzio è d'oro, specie quando non si ha alcun titolo per parlare rispetto a vicende come quella del Pdci su cui invece interviene per tentare di ingerirsi in situazioni che non lo riguardano e da cui dovrebbe stare ben lontano". E' quanto si afferma in un comunicato della segreteria regionale del Pdci. "L'ex ministro dei trasporti - prosegue la nota - tre mesi fa ha deciso, in piena campagna elettorale, di schierarsi pubblicamente con il Partito Democratico, compiendo una giravolta politica che lo colloca nella schiera dei voltagabbana privi di dignità e di decoro. Per questo è sorprendente l'impudenza dell'ex ministro dei trasporti che richiama addirittura alla necessità di un 'profilo etico della pratica politica'. E' davvero incredibile tutto questo. Evidentemente le parole non hanno più senso se addirittura un voltagabbana come l'ex ministro dei trasporti arriva ad usare, come se nulla fosse, la categoria dell'etica dopo che ha compiuto un'invereconda giravolta trasformistica degna dei personaggi politici più squalificati". "Una squallida operazione trasformistica - si sostiene nella nota - che l'ex ministro dei trasporti, infliggendo un pugnalata alle spalle del Pdci nel momento più delicato, ha compiuto quando ha capito che nel Pdci non c'era più nulla da spolpare, che la festa era finita e che occorreva una nuova collocazione nel Pd per poter sperare in qualche futuro incarico. I comunisti calabresi hanno capito presto e per tempo che razza di personaggio fosse l'ex ministro dei trasporti, approvando a larghissima maggioranza nel congresso regionale una mozione di sfiducia politica nei suoi confronti". "Avevamo visto bene - afferma ancora il comunicato della segreterie regionale del Pdci - considerata la conclusione ingloriosa della sua esperienza di governo di cui non resterà traccia e di cui non si ricorderà nessuno se non per il fatto che l'ex ministro dei trasporti è stato capace di collezionare un record che difficilmente sarà battuto: per due anni è stato sempre ultimo, cioé maglia nera nella graduatoria di popolarità dei ministri del governo Prodi. Non si capisce dunque di cosa parli questo personaggio che nelle condizioni più favorevoli non è riuscito neppure a raggiungere l'elezione al Senato, sprecando un'occasione irripetibile che sicuramente con altre candidature si sarebbe potuta ottenere facilmente". "Non gli è bastato - sostiene ancora la nota - aver collezionato rovesci e fallimenti di tutti i generi e di essere uscito con le ossa rotte e con un giudizio pesantemente negativo sulla sua esperienza governativa. Per costui è come se non fosse accaduto nulla, ma la gente in Calabria lo ha capito bene e, soprattutto, lo hanno capito i comunisti e le comuniste della Calabria. E non cambierà la realtà del Partito calabrese neanche l'uscita estemporanea e spregiudicata dell'ex ministro dei trasporti che guarda caso cerca di dare soccorso all'infima minoranza di quelli che avevano votato contro la mozione di sfiducia al congresso regionale e che non si rassegnano al fatto di non rappresentare neppure il 10%". "Sotto questo aspetto giova ricordare - è scritto ancora nella nota della segreteria calabrese - che è una sparuta minoranza quella che si è raccolta oggi a Cosenza e non rappresenta certo le cinque federazioni calabresi come in modo menzognero viene comunicato alla stampa. Sono gli stessi che sono stati sonoramente sconfitti al congresso regionale del Partito e che non accettano le regole della democrazia, sfuggono dal confronto e scappano dal congresso perché non hanno né gli argomenti politici né la forza dei numeri e pensano con l'agitazionismo calunnioso e diffamatorio di sostituire la mancanza clamorosa di consensi e di fiducia". "Una crisi di fiducia - si sostiene ancora nella nota - che li ha colpiti al punto da raggiungere l'apice solo pochi mesi fa quando oltre il 90% del comitato regionale ha deciso di bocciare l'ex parlamentare Pignataro e di non ricandidarlo alle elezioni politiche. Stiano, quindi, certi l'ex ministro dei trasporti e i suoi accoliti: nonostante i guasti creati da lui e dai suoi compagni di cordata saremo in grado di riprendere con più forza di prima il nostro cammino e saremo capaci di riconquistare i consensi che la loro azione perniciosa ci hanno fatto perdere in Calabria"

Licandro “Errore nei numeri”. ''Spiace polemizzare con un compagno di valore come Pignataro ma francamente su quelle cifre c'e' un errore quanto meno per le migliaia''. E' quanto afferma Orazio Licandro, responsabile organizzazione del Pdci. ''Se cosi' fosse stato - prosegue Licandro - non ci sarebbe stata alcuna ragione di auto sospendersi o denunciare assenza della democrazia perche' si tratterebbe di circa la meta' degli iscritti calabresi. Cosi' non e'. E purtroppo anche la logica dell'auto sospensione non e' conducente ne' per una buona battaglia politica ne' appartiene alla tradizione del partito comunista''. Per Licandro ''dipingere il Pdci come un partito massimalista e settario che ha assunto la vocazione extraparlamentare non risponde minimamente alla realta' delle cose. Il Pdci e' impegnato in un congresso difficile, non retorico ne' propagandistico. Dopo la disfatta elettorale, siamo impegnati a ricostruire il campo delle forze della sinistra nel segno dell'unita' a cominciare dai due partiti comunisti, uniche forze di una sinistra politicamente organizzata oggi esistente''. ''Chi vuole affrontare questo cimento - conclude - deve, ancor piu' che nel passato, impegnarsi e lavorare, non scegliere l'auto sospensione come fuga dalla realta'''.

Segretario Crotone, “ A che titolo parla Bianchi?”. "Non si riesce proprio a capire a che titolo parli il professore Bianchi ex ministro dei Trasporti". A sostenerlo è il Segretario del Pdci della Federazione di Crotone, Salvatore Bonofiglio, in merito alle dichiarazioni di Bianchi che ha criticato i vertici del Pdci. "Parla magari - ha aggiunto Bonofiglio - nella qualità di militante del Pd? Allora all'avversario politico ricordiamo che dovrebbe guardare in casa sua. A Crotone come in Calabria il progetto del grande partito unico stenta ancor di più che nel resto del paese, ma lui, crediamo interloquisca poco con il vertice del suo partito. Ah, forse parla da ex Ministro dei Trasporti? Beh, riguardo all'inasprimento dell'isolamento in cui ha fatto versare la Calabria ed il crotonese in particolare, avrebbe molto da dire; ma forse ha demandato la questione alla schiera di consulenti che ha nominato, cattedratici, rettori o il presidente di Ferrovie della Calabria che avevano assicurato circa il riassetto della Stazione ferroviaria, la messa in sicurezza della 106, il dragaggio del porto o il rilancio dello scalo aeroportuale da inserire in una strategia complessiva (stiamo ancora attendendo)". "Scusate - ha sostenuto ancora Bonofiglio - stavamo per dimenticare la veste più autentica, quella di rappresentante dei Comunisti italiani: potrebbe essere interessante fare un sondaggio su come si potrebbe definire chi, senza alcun vincolo e/o pressione, viene chiamato a fare il Ministro e dopo essere stato perennemente all'ultimo posto nel gradimento degli italiani, in piena campagna elettorale, aderisce ad un altro partito e partecipa a comizi e lancia appelli per il voto". "Qualunque definizione possibile ne possa scaturire ha concluso Bonofiglio - crediamo sia veramente difficile che Alessandro Bianchi possa essere considerato autorevole sul tema dell'etica nella pratica politica, ma crediamo cristianamente in una possibilità di recupero: l'esempio cristallino della compagnia di Pignataro e Sitra è prodromo di autenticità ed inattaccabile coerenza culturale e democratica ancor prima che politica. Una sola domanda, questo bagaglio di incorruttibile dignità foriero di operosità ed incisive azioni a favore delle calabrie tutte (evidente a tutti i calabresi del mondo), quando deciderete verso quale direzione portarla fra i tantissimi inviti che avete ricevuto?".

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