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Guerra in casa PdCI

 

Scintille in casa Pdci: Da Crotone conferme sulla crisi. Diliberto, contiamoci. Tripodi attacca Pignataro

25 giu 08 "Le dichiarazioni di Oliviero Diliberto stamane a Cosenza, solitamente abbottonato sulle questioni interne, sono la prova dell'esistenza di un caso politico a Crotone". Lo afferma Giancarlo Sitra, componente della Direzione nazionale dei Comunisti Italiani. "Lo ringraziamo - dice Sitra - per averne preso atto. Lui conosce perfettamente nome e cognome dei 250 iscritti che si sono autosospesi, su poco più di 500 della Federazione di Crotone. Spiace che sulla laicità del Professore universitario prevalga la 'ragion di Stato' della nomenclatura calabrese. Il tempo è galantuomo e si incaricherà di svelare dove sta la verità e chi sono i Comunisti Calabresi perbene".

Diliberto ai sospesi “Contiamoci, venite al congresso”. ''Anche ammesso che siano veri i numeri di cui parla Sitra, e non lo sono affatto, e' comunque un modo ben bizzarro di concepire la democrazia quello di autosospendersi da un partito quando si finisce in minoranza''. Cosi' il segretario dei comunisti italiani replica alle affermazioni di Giancarlo Sitra, componente della direzione nazionale dei Comunisti italiani sulla questione degli autosospesi della federazione di Crotone. ''Se Sitra e gli autosospesi parteciperanno al congresso - ha aggiunto Diliberto - potranno anche contarsi e tutti conosceranno i veri numeri''.

Tripodi attacca Pignataro, “A quale titolo parla?”. Non sono piaciuti al segretario regionale del Pdci, Michelangelo Tripodi i contenuti della conferenza stampa convocata a Crotone dall'ex parlamentare del partito, Fernando Pignataro sulla vicenda delle autosospensioni degli iscritti a quella federazione provinciale. "Non si riesce davvero a comprendere - afferma Tripodi - a quale titolo, con quale legittimazione e rivestendo quale ruolo, l'ex parlamentare calabrese del Pdci abbia convocato una conferenza stampa a Crotone, dedicata esclusivamente a promuovere l'ennesimo attacco calunnioso, diffamatorio e menzognero nei confronti del sottoscritto, ingerendosi, peraltro, arbitrariamente e strumentalmente in una vicenda che riguarda la situazione del partito di Crotone sulla quale non ha alcun titolo per intervenire". "A questo punto - prosegue Tripodi - si è superato qualsiasi livello di sopportazione; ogni pazienza ha un limite; non è più possibile accettare oltre questo tipo di attacchi e di polemiche, questa vera e propria aggressione che non solo si fonda su invenzioni false e gratuite, ma è frutto di una campagna orchestrata e organizzata da tempo con l'unico scopo di mettere in difficoltà il Pdci calabrese che, è bene ricordarlo, rappresenta uno dei punti di forza del Pdci nazionale. In questo senso, all'ex parlamentare ricordiamo solo alcuni dati che già da soli smentiscono clamorosamente quanto da lui affermato circa una pretesa gestione fallimentare del Partito in Calabria". "Quando lui non militava ancora in questo partito - sostiene ancora Tripodi - il Pdci calabrese è riuscito a superare lo sbarramento del 4% alle elezioni regionali; in quella stessa occasione il sottoscritto è stato eletto consigliere regionale ottenendo migliaia e migliaia di voti di preferenza, a dimostrazione della ampia fiducia e dei forti consensi conquistati e mantenuti nel tempo in questa regione. Di contro, va ricordato anche che quando l'ex parlamentare, da deputato in carica, si è presentato come capolista alle elezioni comunali di Castrovillari, ove risiede, non solo la lista non è riuscita ad ottenere alcun seggio, ma lui stesso è arrivato settimo, ricevendo solo 25 voti di preferenza". Per Tripodi "in buona sostanza, mentre il partito calabrese é riuscito a guadagnare successi e grandi risultati elettorali, lui ha potuto registrare solo fallimenti, a riprova del fatto che il partito calabrese gode di ottima salute riuscendo ad accrescere i propri consensi ed a mantenere un forte radicamento territoriale, mentre l'ex deputato riesce solo a registrare dure sconfitte. Deve ancora essere ricordato come, nonostante fosse stato designato a ricoprire il ruolo di parlamentare calabrese del Pdci, esclusivamente grazie alla generosità del sottoscritto che ha rinunciato a fare il deputato, fin dal giorno successivo alla sua elezione si è cimentato nel mestiere che conosce e gli riesce meglio, il 'professionista del tradimento', dedicandosi ad un'azione vergognosa, in combutta con l'ex Ministro dei Trasporti, transitato in piena campagna elettorale e senza alcun rimpianto nelle fila del Partito Democratico, per tentare di mettere in crisi il Pdci calabrese e la sua leadership". "Il bilancio dei suoi sforzi - sostiene ancora Tripodi - rivela, in definitiva, un ex parlamentare che, invece di acquisire consensi, è stato capace solo di perdere credibilità e stima, rivelandosi come un personaggio squalificato, isolato, ormai concentrato nell'unico scopo disperato di procacciarsi incarichi e consulenze varie per sbarcare il lunario. Per essere più efficace, tenta anche di usare termini che possano suggestionare come quello di 'forcaiolo', accusa antidemocratica il cui significato semantico è quello di 'fautore di spietati mezzi repressivi per soffocare ogni nuova idea politica e sociale'". "Evidentemente l'ex deputato - sostiene ancora il segretario regionale del Pdci - dimentica il fatto che proprio la più elementare applicazione delle tanto invocate regole democratiche avrebbe consentito facilmente ai 250 autosospesi, vittime di non si sa quali soprusi e spietati mezzi repressivi, di partecipare vittoriosamente al congresso provinciale di Crotone; che le stesse regole democratiche hanno sfiduciato l'ex segretario provinciale di Crotone e hanno eletto, riconoscendogli piena ed indiscutibile legittimazione, come confermato dalla direzione nazionale del partito, il nuovo segretario Bonofiglio".

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