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Bertinotti e Marini Presidenti di Camera e Senato

 

Bertinotti e Marini eletti alla guida di Camera e Senato. Reazioni e Commenti di Loiero, Oliverio, Laratta, Bruno.

Fausto Bertinotti e' il nuovo presidente della Camera. Lo ha proclamato ufficialmente il presidente di turno Fabio Mussi. Bertinotti ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti, 337. I presenti e votanti sono stati 609. La maggioranza assoluta dei voti era fissata a 305 voti. 100 voti ha ottenuto Massimo D'Alema; le schede bianche sono state 144, le nulle sei. Hanno ottenuto altresi' voti: Silvio Berlusconi, 2; Gerardo Bianco 3, Cota 2, Cossiga (il figlio dell'ex capo dello Stato) 2, Gardini 2. 11 i voti dispersi. Mussi si e' quindi recato da Bertinotti per comunicargli l'avvenuta elezione.
Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha inviato il seguente messaggio al presidente del Senato, Franco Marini: "Mi complimento con il senatore Franco Marini per il successo registrato con l'elezione a presidente del Senato. E' una ragione personale di gioia constatare che due uomini che provengono dalle lotte del mondo del lavoro presiedono oggi i due rami del Parlamento". Nel suo messaggio a Franco Marini, Fausto Bertinotti non dimentica il passata da sincalista che li accumuna e, inoltre, sottolieache "la collaborazione tra le due Presidenze sara' ispirata alla valorizzazione delle Assemblee rappresentative e al pieno rispetto in esse della dialettica democratica tra maggioranza e opposizione. Auguro al Presidente del Senato un buon lavoro".

Franco Marini eletto al Senato

Franco Marini, 73 anni, nato a San Pio della Camere in provincia dell'Aquila, una laurea in giurisprudenza, e' il primo ex leader sindacale a diventare presidente del Senato. La biografia ufficiale lo definisce ''sindacalista e uomo politico italiano''. Mai come in questo caso, la definizione e' appropriata. Allievo del fondatore della Cisl, Giulio Pastore, inizia giovanissimo a fare sindacato ad Avezzano. Poi, pero', quando Pastore, alla fine degli anni '50, entra a far parte del governo Fanfani nell'incarico di ministro per lo sviluppo del Mezzogiorno, Marini lo segue al ministero ed entra nella corrente cristiano-sociale della Dc. Fino alla meta' degli anni sessanta lavora, insieme a Vincenzo Scotti, all'ufficio studi del ministero. Quando Pastore lascia il governo, Marini torna al sindacato. E' un momento decisivo nella storia del sindacalismo italiano. Sono gli anni appena precedenti all'autunno caldo, al 1968, al risveglio dei sindacato che assume un ruolo di protagonista nello scenario economico e sociale del paese. La Cisl e' guidata da Macario ma dalla scuola di Firenze, l'universita' sindacale cislina, escono personaggi del calibro di Carniti, Crea, Colombo e naturalmente Marini. Sono i dirigenti della Cisl degli anni settanta e ottanta. Marini fino ad allora ha percorso e poi percorrera', alternativamente, ma senza farli incrociare, i sentieri della politica e del sindacato. Nel '79 e' eletto deputato europeo con il Psdi che abbandono' successivamente per aderire alla Dc. Agli inizi degli anni '80, prima e' numero due, quindi dall'85 al '91, guida la confederazione di via Po. Ma quando esce, oltre ad entrare nel governo Andreotti come ministro del Lavoro, va a capo di Forze Nuove, la corrente della Dc che fu di Donat Cattin. Sindacalista si' ma anche uomo compenetrato nella politica da sempre. Ne sa qualcosa Ciriaco De Mita quando al congresso Dc dell'84 lo apostrofo' duramente sostenendo che l'allora segretario generale aggiunto della Cisl era fuori dal partito. Per la corsa alla segreteria a De Mita gli fu opposto Scotti che aveva una forza congressuale appena del 3%. Perse ma ebbe ben il 33% dei consensi. A De Mita cosi' fu subito chiara la forza ''politica'' del sindacalista Marini, con il quale si trovera' poi a collaborare quando, nel dopo Buttiglione, Marini sara' eletto segretario del Ppi. Tanto che oggi, sempre nella biografia ufficiale, c'e' scritto che ''all'interno del partito, insieme all'amico Ciriaco De Mita, e' a capo della componente piu' moderata e spinge perche' il riformismo della Margherita diventi sempre piu' attento ai problemi sociali''. Piu' uomo politico e sindacalista di cosi'.

Senato, il testo integrale del discorso di Marini al Senato

Un discorso scritto che si e' aperto con il ricordo delle vittime di Nassirya, un attentato che unisce il dolore di tutta la Nazione. E' stato questo l'incipit del discorso di esordio di Franco Marini alla presidenza del Senato della Repubblica. "Onorevoli colleghi, permettetemi prima ancora di esprimervi la mia gratitudine per l'incarico al quale mi avete eletto di rivolgere un pensiero commosso alle vittime dell'attentato che l'altro ieri ha colpito il nostro contingente militare a Nasiriya. Mi unisco al dolore di tutta la Nazione ed esprimo alle famiglie il mio profondo cordoglio per i caduti nell'adempimento del loro servizio. Auguro poi, con vivissima partecipazione, a chi e' rimasto ferito una pronta guarigione". Eletto dalla maggioranza uscita dalle urne, ma presidente di tutti. "Voglio innanzi tutto ringraziare tutti coloro che mi hanno attribuito il loro consenso, ma anche e sinceramente, con impegno per il nostro lavoro, quanti hanno votato per il presidente Andreotti. Guardando i fatti, i fatti che avete determinato voi, mi sarebbe non giusto non sostenere che prevalentemente sono eletto dalla maggioranza politica che ha vinto le recenti elezioni. Ma saro' il Presidente di tutto il Senato e in un dialogo fermo e mai abbandonato saro' il Presidente di tutti voi, con grande attenzione e rispetto per le prerogative della maggioranza e per quelle dell'opposizione, come deve essere in una vera democrazia bipolare che io credo di aver modestamente contribuito, anche con il mio apporto, a realizzare nel nostro Paese. E' tradizione in queste circostanze che il Presidente eletto rivolga brevi parole di saluto all'Assemblea: sono novizio, ma certamente non voglio innovare questa bella consuetudine. Novizio qui dentro (una battuta elegante, simpatica, del presidente Andreotti), non novizio in generale purtroppo. Consentitemi pero' di formulare, insieme al saluto, alcune brevi considerazioni. Sento un profondo senso di responsabilita' per il mio e per il nostro mandato, per il compito che questo Senato e tutto il Parlamento - compito non facile - e' chiamato ad assolvere in questa XV legislatura della Repubblica. Il 9 e il 10 aprile oltre a 38 milioni di cittadini italiani hanno democraticamente votato esprimendo un'adesione ed una partecipazione che a molti osservatori e' apparsa eccezionale; ed e' stata eccezionale". Verso forme di moderna collaborazione per amore politico della Patria. "La nostra e' una democrazia forte e salda, come robuste e salde sono le nostre istituzioni, che hanno assicurato l'evoluzione ad una democrazia maggioritaria e bipolare. Le stesse forze politiche che hanno saputo favorire una cosi' intensa partecipazione sono oggi chiamate ad esercitare il loro compito con grande senso di impegno e di passione civile e politica. I tempi che viviamo e le sfide che dobbiamo affrontare chiedono grande efficienza al nostro lavoro istituzionale, ma anche costante attenzione ad una larga partecipazione politica e sociale alle decisioni, allo sviluppo di forme di moderna collaborazione. La forza di una democrazia matura come la nostra risiede anche nel saper convergere insieme sulle decisioni e le scelte migliori per il nostro Paese, senza il timore di perdere le nostre identita', che sono un bene prezioso, e le stesse responsabilita' che hanno maggioranza e opposizione. Non voglio qui evocare ovviamente intese che non ci sono, ma solo richiamare un piu' maturo senso di responsabilita' e di impegno nella ricerca delle soluzioni piu' efficaci ai nostri problemi. Il Paese e' chiamato a rilanciare la sua competitivita' economica in un mondo divenuto un mercato globale. I nostri giovani, le nostre conoscenze, la nostra capacita' di ricerca e di evoluzione tecnologica sono i fattori strategici da valorizzare insieme alle capacita' produttive del Centro-Nord e alle straordinarie potenzialita' del Mezzogiorno. Non abbiamo molto tempo; dovremo operare insieme con un grande, comune, amore politico per la nostra Patria". Un grazie ai senatori a vita e al ministro Tremaglia. "L'Europa, della quale siamo indissolubilmente soci fondatori, ha bisogno del nostro continuo apporto di idee e di iniziative politiche per accrescere l'integrazione e le regole costituzionali comuni. La nostra ferma collocazione nelle alleanze atlantiche non ci deve impedire di muoverci liberamente nelle nuove regioni orientali del mondo, dove il nostro sviluppo puo' trovare radici ed intrecci fertili e vitali. Il nostro nuovo sviluppo tanto piu', secondo me, potra' rilanciarsi quanto riusciremo a garantire una nuova e forte coesione sociale tra gruppi ed interessi sociali diversi, tra territori e comunita', nel quadro di un Paese unito e solidale. Piu' sviluppo e piu' coesione sociale sono - a mio parere - le sfide difficili che dobbiamo affrontare e vincere per rispondere alle aspettative vere e profonde del nostro Paese. Il mio saluto caloroso va al Capo dello Stato, garante supremo della Costituzione. Mi associo con profonda convinzione al diffuso senso di stima popolare che lo circonda. Il mio saluto va anche agli ex Presidenti della Repubblica che in quest'Aula siedono e a tutti i senatori a vita, che dopo avere onorato il Paese con il loro ingegno e la loro opera danno oggi lustro a questa nostra istituzione. Un saluto sincero rivolgo poi ai senatori che rappresentano le nostre comunita' all'estero: non mi pare retorico dire che siete finalmente tra di noi! Hanno lavorato in molti e di varie forze politiche per arrivare a questo risultato. Ma un saluto non banale e non formale voglio rivolgere ad un vecchio uomo politico, mio compagno alla Camera dei deputati fino a qualche giorno fa, al ministro Tremaglia, che e' stato l'uomo che ha spinto forte in questa direzione con l'aiuto delle nostre forze politiche e della nostra convinzione. Non mi pare adeguata questa ironia perche' il ringraziamento e' sincero. Infatti, abbiamo realizzato un obiettivo storico importante per il nostro Paese. Spero che potremo lavorare insieme per portare benefi'ci concreti a tutti gli italiani che vivono in questo e in altri Paesi. La storia, le sofferenze e i successi della nostra emigrazione devono offrirci elementi piu' solidi nelle difficili politiche per affrontare con intelligenza l'immigrazione verso il nostro Paese". Bertinotti, la Liberazione e la festa del lavoro. "Rivolgo poi il mio saluto alla Camera dei deputati e al suo Presidente, onorevole Bertinotti, da poco eletto e al quale mando il saluto di tutti noi. Dobbiamo provare insieme un forte orgoglio per le nostre istituzioni, per la loro forza e per la loro tenuta. Aggiustamenti, anche importanti, sono certamente necessari ma in uno spirito di leale condivisione. Anche il ruolo del nostro sistema pubblico, degli apparati centrali e locali dello Stato, deve essere aggiornato. La societa' italiana e' molto cresciuta nelle sue espressioni economiche, civili e sociali, con grande e concreto impegno, dunque, illustri colleghi, per far crescere la sussidiarieta' sia tra i livelli istituzionali che a livello orizzontale tra l'azione delle istituzioni pubbliche e la societa' civile. Questa mia elezione si colloca tra due ricorrenze fondamentali per la nostra vita democratica, ricorrenze che non devono essere retorica di parte ma patrimonio comune di sentimenti e di speranze: l'anniversario della liberazione dalla dittatura fascista e la festa del lavoro e dei lavoratori. Si tratta di due eventi dai quali ciascuno, secondo la propria storia e la propria identita', puo' trarre solo sentimenti positivi e di impegno per dare ancora piu' forza alla nostra democrazia ed accrescere la qualita' e la quantita' del nostro lavoro. Rivolgo poi un saluto a tutte le italiane e gli italiani che con il loro voto hanno rinnovato la funzione e il mandato del Parlamento. Vi assicuro tutto il mio impegno perche' le vostre aspettative trovino le piu' ampie e positive risposte attraverso il lavoro del Senato e di tutto il Parlamento". La lealta' istituzionale e il senso del bene comune. "Cari colleghi, tanti immediati impegni ci attendono. Ne cito qualcuno: la nostra organizzazione interna; l'elezione del Capo dello Stato; la ripresa dell'azione di Governo. Sono certo che affronteremo questi appuntamenti con grande lealta' istituzionale e senso del bene comune. Al senatore Pera, mio predecessore su questo scranno, con il quale - puo' testimoniarlo direttamente lui stesso - in questi anni, anche con il carattere tipico della mia Regione, ho avuto scambi, colloqui e simpatia culturale, rivolgo un ringraziamento. Quando sara' necessario non manchero' di bussare alla sua porta per il consiglio che puo' dare chi mi ha preceduto su questo scranno. Cari colleghi, mi fermo qui altrimenti questo saluto del novizio potrebbe prolungarsi troppo. Vi saluto sottolineando: viva il Senato, viva la sua funzione, viva la Repubblica italiana!".

Loiero: “Bertinotti e Marini garanti della coesione del Paese”

''La Calabria intera, mio tramite, invia un caloroso augurio di buon lavoro ai nuovi Presidenti della Camera e del Senato, Fausto Bertinotti e Franco Marini, i quali, gia' nei discorsi di insediamento, hanno mostrato di avere un alto senso delle istituzioni ergendosi a garanti della coesione sociale del Paese, senza con questo cancellare la loro appartenenza, le loro identita' ideologiche e culturali di cui il Paese ha bisogno''. Lo ha detto, in una dichiarazione, il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero. Secondo Loiero, ''con l' elezione dei Presidenti delle due Camere si apre quella legislatura che dovra', finalmente, rinsaldare l' unita' del Paese, richiamandosi ai valori della Costituzione nata dalla Resistenza, e dare soprattutto risposte ai bisogni antichi ed alle aspirazioni della gente del sud. I presidenti Bertinotti e Marini sapranno guidare con autorevolezza i due rami del Parlamento nell' interesse della Nazione, facendo in modo che diritti come quello all' uguaglianza e alla salute possano diventare finalmente accessibili e concreti. Cosi' come il Governo di Romano Prodi, che presto si insediera', sapra' certamente tradurre in atti concreti le istanze di stabilita' e sviluppo provenienti da ogni angolo d' Italia e in particolare dal Mezzogiorno, vera risorsa del Paese finora ignorata''.

N. Oliverio (DL) “Alle Camere prova di grande compattezza”

''L'elezione di Franco Marini a presidente del Senato e di Fausto Bertinotti a presidente della Camera rappresenta una prova di grande compattezza dell'Unione''. Lo afferma il deputato dell' Ulivo Nicodemo Oliverio, esponente della Margherita, eletto in Calabria. ''Marini e Bertinotti, grazie anche al loro passato di sindacalisti alla guida di due grandi organizzazioni, la Cisl e la Cgil - aggiunge Oliverio - conoscono bene le problematiche del Paese, i bisogni e le esigenze dei cittadini. Non a caso entrambi, nei loro discorsi di insediamento, hanno piu' volte sottolineato la necessita' di un impegno comune di tutto il mondo politico per una maggiore coesione sociale. Sapranno dunque interpretare al meglio, senza ombra di dubbio, la loro funzione, consentendo cosi' al Senato ed alla Camera di svolgere con tranquillita' i propri lavori. Sapranno cioe' garantire pari dignita' a tutte le forze politiche, con alto senso della democrazia''. Oliverio, da anni stretto collaboratore del presidente Marini, esprime anche una grande soddisfazione personale per l'elezione di oggi. ''Auguro a Franco Marini - afferma il parlamentare - un ottimo lavoro alla guida del Senato. Sono sicuro che dalla sua autorevole postazione guardera' con occhi attenti ed interessati al sud del Paese, da troppo tempo in attesa di azioni concrete per innescare seri processi di sviluppo''. Secondo Oliverio ''con l' elezione dei presidenti delle Camere, si apre ora il cammino del Governo Prodi. Un esecutivo che avra' sicuramente a cuore gli interessi del Sud, e della Calabria in particolare. Non a caso il Mezzogiorno e' una delle priorita' del programma dell' Unione, condivisa da tutte le forze politiche della coalizione e che sara' affrontata con il massimo dell' impegno e della determinazione''.

Laratta: “Un grande giorno per la Nazione”

''I nuovi presidenti della Camera e del Senato, Fausto Bertinotti e Franco Marini, sapranno interpretare il loro prestigioso ruolo con imparzialita' e alto senso dello Stato''. Lo ha detto, in una dichiarazione, Franco Laratta, deputato dell' Ulivo. ''Sono certo - ha aggiunto Laratta - che Bertinotti e Marini sapranno garantire trasparenza e rispetto delle regole ispirando tutta la loro azione a difesa delle istituzioni democratiche, della Costituzione e dell'unita' del Paese. Oggi e' un gran giorno per la Nazione perche' arriva la conferma del voto del 9 e 10 aprile che attribuisce al centrosinistra la vittoria. Una risultato straordinario che si traduce ora in responsabilita' di Governo. E con il voto del Senato, netto e senza interpretazioni, possiamo assicurare che il prossimo esecutivo guidato da Romano Prodi ha i numeri e tutte le carte in regola per governare tranquillamente per cinque anni nell' interesse di tutti gli italiani''.

Franco Bruno: “L’esperienza di Marini al servizio del Paese”

29/04 «Esprimo la più viva soddisfazione mia e della Margherita calabrese per l’elezione del Sen. Franco Marini alla Presidenza del Senato», dichiara il Sen. Franco Bruno, Coordinatore del partito in Calabria, dopo aver partecipato alla votazione che ha portato Marini a ricoprire la seconda carica dello Stato. «Il Sen. Franco Marini - continua Bruno - è sempre stato vicino alla Margherita della nostra regione, anche nei passaggi più delicati, sin dall’inizio dell’esperienza di questo nuovo partito, cresciuto in pochi anni in tutta Italia anche grazie al suo impegno. Il Presidente Marini, infatti, ha saputo coniugare l’apertura alle nuove generazioni con la valorizzazione dei percorsi precedenti, lo sguardo deciso verso l’orizzonte delle nuove prospettive della politica con la memoria di una grande esperienza sindacale e di partito. Questa non comune capacità - conclude il Sen. Bruno - è giustamente messa ora al servizio del Paese nell’aula di Palazzo Madama, in una posizione che non è più semplicemente “di parte”, ma - senz’altro con la passione di sempre - di più alta responsabilità».

 

 

 

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