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Finanziaria coro di proteste
Le Regioni del sud levano gli scudi contro la finanziaria. Il 6 andranno da Montezemolo. Interbenti di Loiero, Bassolino, Vendola, Del Turco. Secondo Eurispes si arriva ad un aumento delle tasse del 10.6% 04/10 L'effetto e' quasi quello dell'unisono, nel coro che si e' levato oggi a Napoli, dal coordinamento delle regioni del Mezzogiorno, contro la finanziaria del ministro Tremonti. Sette presidenti di altrettante Regioni si sono allineati nel corso di un vertice convocato per discutere la manovra economica: troppo poco al Mezzogiorno, serve un maxiemendamento congiunto. E si ottiene, per il prossimo 6 ottobre, un incontro con il leader di Confindustria Montezemolo. Fa eccezione la Sicilia che, Cuffaro assente - ''Ma lo vedremo mai?'', ha sottolineato Nichi Vendola con un cenno polemico - ricorda con un delegato l'esistenza di un ministero per il Mezzogiorno, proponendo che si incontri innanzitutto Gianfranco Micciche'. Alla seduta convocata da Antonio Bassolino, hanno partecipato i presidenti Nichi Vendola (Puglia), Ottaviano Del Turco (Abruzzo), Vito De Filippo (Basilicata), Agazio Loiero (Calabria), Michele Iorio (Molise), e due delegati per Sicilia e Sardegna. Nel corso del vertice dedicato alla finanziaria, ci sono lo spazio e il tempo perche' il coordinamento provi a fare un passo avanti, ribadendo l'ambizione a una progressiva istituzionalizzazione: l'iniziativa e' di Bassolino che, Costituzione alla mano, leggendo un passaggio del titolo V ha proposto un'intesa interregionale sulle infrastrutture. Fra le prime adesioni, quelle di Vendola, Del Turco, Loiero, De Filippo. Non ci si distrae comunque dalla finanziaria: ''Ci muoveremo per cambiare sostanzialmente la legge - ha spiegato Bassolino - soprattutto su alcune questioni: la prima e' quella sociale. Nella finanziaria ci devono essere strumenti e risorse di lotta contro la poverta' e a favore delle fasce sociali piu' deboli. Ci muoveremo poi perche' sia forte la quota degli investimenti. L'obiettivo e' di avere nel bilancio dello Stato almeno il 30 per cento di risorse in conto capitale destinate al Mezzogiorno in maniera tale che queste, aggiunte alle risorse dei fondi europei che le Regioni gestiscono gia' possa fare il 45 per cento circa di investimenti nel Mezzogiorno, di tutti gli investimenti pubblici generali''. In linea l'intervento di Vendola, per il quale, ''il Sud deve passare esplicitamente all'opposizione del governo Berlusconi, per contrastare una legge Finanziaria che non e' emendabile e va capovolta nel suo segno antisociale, antipopolare e antimeridionale''. Per il presidente della Puglia, ''non c'e' spazio per una mediazione. Il Governo non ha voluto''. Tagliare del 3,8 per cento la spesa ordinaria delle regioni non toccando le spese sociali e', ha insistito, ''una clausola ipocrita che pone il Sud di fronte ad una situazione drammatica''. Toni accesi anche per Ottaviano Del turco, che pero' ha sottolineato: ''Noi non siamo pezzi dell'opposizione''. I tagli, ha aggiunto, ''non sono uguali per tutti, la finanziaria penalizza il Mezzogiorno in modo insopportabile e a pagare saranno migliaia di malati''. Il momento preelettorale fa sperare in una ulteriore riflessione da parte del centro destra:''An che pensa di prendere molti voti nel Mezzogiorno - ha detto Del Turco - deve dare una risposta ai cittadini del Sud: come fa a sostenere posizioni dentro il governo che penalizzano il Mezzogiorno in una misura cosi' insopportabile?''. ''Piu' di andare paese per paese a spiegare quanto ci hanno abbandonato non possiamo fare - ha commentato Iorio - A parte lo spot della Banca del Sud, che non si capisce cosa significhi, in questa finanziaria non c'e' niente. Vengono smentite le stesse cifre che il Governo aveva annunciato in alcuni settori fondamentali come la sanita'. Il Dpef dava un profilo finanziario diverso sulla base di un accordo con le regioni. Questi impegni vengono smentiti''. Per Loiero, infine, ''il rilancio del tema sociale in questo momento e' uno degli obiettivi prioritari per le regioni del sud: non possiamo consentire che la Finanziaria impoverisca ancora il Mezzogiorno e la scure del Governo si abbatta sulle fasce deboli della popolazione''. Loiero: “La finanziaria impoverisce ancora il mezzogiorno” 04/10 ''Il rilancio del tema sociale in questo momento e' uno degli obiettivi prioritari per le regioni del sud: non possiamo consentire che la Finanziaria impoverisca ancora il Mezzogiorno e la scure del Governo si abbatta sulle fasce deboli della popolazione'': e' soddisfatto il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, per i risultati del vertice napoletano dei presidenti delle Regioni del Mezzogiorno. ''Abbiamo messo a fuoco gli argomenti che piu' affliggono questa parte d'Italia - aggiunge Loiero - e abbiamo convenuto un'azione unitaria che rivendichi una 'quota Mezzogiorno' pari al 45% negli investimenti e un piano infrastrutturale che coinvolga tutte le regioni meridionali''. Per Loiero c'e' una forte caratterizzazione antimeridionalistica della Finanziaria che il governo ha preparato e che le Regioni, tutte, devono impegnarsi a far modificare in corso d'opera soprattutto in quelle misure di sostegno al lavoro e ai bisogni sociali. ''Bisogna ripensare a un nuovo reddito minimo di inserimento, che abbia uno spiccato profilo produttivo, magari affiancato da una legislazione regionale, che aiuti in termini produttivi tutte le regioni interessate. Purtroppo la Finanziaria - spiega Loiero - penalizza il Mezzogiorno e per questo noi dobbiamo costruire una strategia che sia incisiva senza continuare con le liturgie del passato''. Loiero ha proposto poi ai suoi colleghi presidenti di istituire una sorta di ''consulenza interregionale'' che consenta di seguire momento per momento tutti i lavori parlamentari e quindi intervenire laddove c'e' da intervenire. ''Si tratta di una strategia minimale - spiega il Presidente della Regione Calabria - che pero' potrebbe dare frutti molto interessanti per tutti''. Vendola: “La finanziaria va capovolta. Nessun confronto da parte del Governo”” 04/10 Il Sud deve passare ''esplicitamente all'opposizione del governo
Berlusconi'', per contrastare una legge Finanziaria che ''non e' emendabile
e va capovolta nel suo segno antisociale, antipopolare e antimeridionale''.
Le affermazioni, che non vogliono essere ''un lamento'', sono di Nichi
Vendola, a Napoli, per il coordinamento dei governatori del Sud. Una
manovra, quella del ministro del Tesoro Tremonti, di fronte alla quale,
secondo il governatore della Puglia, occorrera' mettere in atto ''politiche
di riduzione del danno''. Per Vendola ''non c'e' spazio per una mediazione'',
per un confronto che il ''Governo - sottolinea il presidente pugliese
- non ha voluto: e' stato rifiutato qualunque tavolo di confronto
reale''. Anche il ministro Tremonti non ha cercato un dialogo con
le Regioni, ma ha solo ''blaterato formule esoteriche e nascosto i
numeri'', numeri che poi, venuti alla luce, ''hanno - spiega Vendola
- incominciato ad essere una lotteria sfortunata per il Mezzogiorno
d'Italia''. Quindi, chi ha responsabilita' istituzionali o di governo,
il mondo sindacale, l'opinione pubblica devono ''far sentire la propria
voce'', perche' con questa Finanziaria ''si mette dentro un tunnel
oscuro il futuro del Sud d'Italia''. Il presidente Vendola si domanda
poi come sia possibile 'tagliare del 3,8 per cento la spesa ordinaria
delle regioni non toccando le spese sociali'', una ''clausola'' questa
definita ''ipocrita'' dal governatore pugliese e che pone il Sud di
fronte ad una situazione ''drammatica''. ''Anche il 7 per cento di
tagli ai comuni significa falcidiare i servizi sociali, perche' certamente
i comuni non taglieranno soltanto la luce ai lampioni - aggiunge -
Cosa si dira' ai 36 mila cittadini di Taranto che prendono il sussidio
sulla poverta'?''. La Finanziaria, inoltre, secondo Vendola, non risponde
neanche ai problemi del territorio e dello sviluppo: ''Le grandi opere
infrastrutturali, non mi riferisco ovviamente - ironizza - al ponte
sullo stretto di Messina, ma al riassetto idrogeologico del territorio,
ai collegamenti ferroviari e autostradali, sono state rinviate''.
Vendola guarda ''con speranza ai dati di ripresa'', e, all'interno
della sua Regione, tiene d'occhio quelli che possono essere punti
di forza: ''La tenuta del polo chimico (Brindisi) e di quello siderurgico
(Taranto)''. Al Mezzogiorno che, secondo il governatore pugliese,
si sente ed e' ''punto di collegamento'' tra l'Europa e il Mediterraneo,
devono arrivare piu' risorse: ''Siamo i rappresentati di 20 milioni
di italiani. Siamo una parte viva, vitale e laboriosa del Paese per
nulla simile alla rappresentazione grottesca che ne fa la cultura
leghista. Siamo un pezzo fondamentale del Paese: se il Sud non si
rimette in piedi e' difficile immaginare che per l'Italia si allontani
la prospettiva del declino''. Del Turco: “ A pagare saranno migliaia di malati” 04/10 I tagli non sono uguali per tutti, la finanziaria penalizza il Mezzogiorno in modo insopportabile e a pagare saranno migliaia di malati: e' questa la posizione del presidente dell'Abruzzo Ottaviano Del Turco che parla di ''aridita' aritmetica e sociale'' del testo in approvazione. A Napoli per un incontro con i presidenti delle Regioni del Mezzogiorno, che si e' tenuto oggi a Palazzo Santa Lucia, Del Turco aggiunge che il centro destra ''deve fare i conti con un problema politico essenziale: An che li ha gia' presi e che pensa di prendere molti voti nel Mezzogiorno - dice - deve dare una risposta ai cittadini del Sud: come fa a sostenere posizioni dentro il Governo che penalizzano il Mezzogiorno in una misura cosi' insopportabile?''. Il presidente dell'Abruzzo ha commentato anche le iniziative dei Comuni, come l'ipotesi delle dimissioni dei sindaci prospettata da alcuni, e la ''consegna delle chiavi della citta''' annunciata dal sindaco di Genova Pericu:''Dal punto di vista simbolico posso capire; ma se c'e' un momento in cui non si deve parlare di dimissioni e' quando comincia la lotta, che non si fa con le dimissioni. Io sono contrario''. ''I Comuni, hanno ancora piu' ragioni degli altri perche' sono quelli che misurano prima gli effetti sociali devastanti - ha chiarito - ma va detto che Comuni, Province e Regioni sono nella stessa barca: quindi dobbiamo impegnarci tutti assieme a far cambiare i connotati di questa finanziaria, oppure a far cambiare il governo alle prossime elezioni che e' la stessa cosa''. Replicando a Tremonti, che propone di tagliare le consulenze, Del Turco aggiunge:''Dice una cosa banale: lui sa bene ad esempio che la mia Regione ha tagliato il 30 per cento di tutti i compensi per i consigli di amministrazione, per i dirigenti, stiamo gia' lavorando in questa direzione, noi siamo regioni che stanno praticando il rigore. Il rigore il governo o deve praticare sulle sue spese e sulle sue scelte''. In un passaggio dedicato alla sanita', il governatore abruzzese ha commentato: ''La sanita' subisce un tracollo ancora piu' pesante: gia' con i dati vecchi noi avevamo una sottostima delle spese sella sanita' Stato-Regioni drammatiche, ma il governo minaccia di dare ancora meno soldi per il fondo sanitario nazionale''. Nel corso dell'incontro con i presidenti delle altre Regioni, il governatore abruzzese ha proposto che il coordinamento ''faccia un passaggio anche con i presidenti di Camera e Senato, con il Presidente del Consiglio e con il ministro degli Esteri Guiabfranco Fini:''Dobbiamo assumere di nuovo una grande iniziativa sui fondi europei'', ha concluso. Dicendosi in conclusione soddisfatto dell'incontro, Del Turco ha sottolineato:''Oggi abbiamo fatto le scelte politiche giuste, evitando di mettere i Presidenti delle Regioni in una sorta di album di aderenti alle opposizioni parlamentari, e abbiamo fatto sentire il peso politico di questa aggregazione. Non si dimentichi - ha aggiunto - che in questa riunione c'erano presidenti di centro destra e di centro sinistra''. Bassolino: “Tagli pesanti alle Regioni ed agli enti locali del Sud” 04/10 ''La Finanziaria contiene tagli pesanti alle Regioni e agli
enti locali ed e' una legge che non guarda al Mezzogiorno nel modo
giusto. Su questo noi concentriamo le nostre attenzioni, perche' la
legge cambi in corso d'opera''. Lo ha detto il governatore della Campania,
Antonio Bassolino, a margine della riunione del coordinamento dei
governatori del Sud in corso a Napoli. Secondo il presidente della
Giunta della Campania, cambiare la legge finanziaria ''e' possibile''.
''E' possibile ottenere come risultato una legge finanziaria che esca
dal Parlamento molto diversa da come il Parlamento stesso l'ha trovata
nei giorni scorsi. Questo - ha aggiunto - significa soprattutto investimenti
nel Mezzogiorno, avere una quota crescente di investimenti pubblici
e aggiuntiva rispetto alle risorse europee che le Regioni gestiscono,
in maniera tale che la somma complessiva degli investimenti pubblici
possa andare intorno al 45%. Questo - ha ribadito Bassolino - e' un
risultato indispensabile per noi e per il Paese, che e' un Paese che
cresce poco e male''. Bassolino ha poi sottolineato che ''il Mezzogiorno
non e' tanto un problema quanto una delle soluzioni alla crisi dell'Italia''.
Il governatore della Campania ha ribadito che ''i presidenti delle
Regioni su questa linea si muovono e si muoveranno assieme. Uniti
- ha aggiunto - rappresentiamo 30 milioni di cittadini italiani. Questa
e' una grande potenzialita', e' una grande sfida che cercheremo di
portare avanti tutti, sia quelli del centrosinistra sia quelli del
centrodestra''. Anci Calabria: “La Fianzniaria una beffa per enti locali e cittadini” 04/10 “Quella varata ieri sera dal Consiglio dei Ministri rappresenta l’ennesima provocazione-beffa nei confronti degli enti locali e dei cittadini”. E’ quanto ha dichiarato il Presidente f.f. dell’Anci-Calabria, Franco Iacucci, commentando a caldo i provvedimenti assunti dal Governo Berlusconi nella Finanziaria 2006, approvata dalla Camera dei Deputati. “Ancora una volta -prosegue Iacucci- il Governo Centrale scarica su Comuni e Province il buco accumulato in questi anni nei conti pubblici e fa pagare le spese elettorali che da qui a poco dovranno essere affrontate da Berlusconi e dai suoi alleati alle fasce più deboli ed indifese della popolazione, soprattutto a quelle meridionali e calabresi, destinatarie principali di una manovra assurda ed inaccettabile, che le rende sempre più povere e mortificate in ogni loro legittima aspirazione”. “Quando un Governo -incalza il Presidente f.f. di Anci-Calabria- non sente neppur lontanamente il bisogno di confrontarsi e dialogare con le autonomie locali, quando un metodo fondato su un centralismo esasperatamente vessatorio nega e contraddice nei fatti quella devolution che esso stesso loda ed esalta, ne soffre la democrazia e viene meno lo spirito che sta alla base di ogni vera autonomia”. “Di fronte a quello che possiamo definire un vero e proprio “vulnus” per l’intero impianto democratico del nostro Paese- conclude Franco Iacucci- occorre reagire con forza e determinazione ed opporsi compatti al tentativo maldestro e spietato di un governo nemico ed incapace, lontano mille miglia dai problemi della gente, che vuole impoverire ulteriormente le famiglie italiane e calabresi, già sottoposte quotidianamente a mille sacrifici per tirare a campare ed arrivare alla fine del mese. L’Anci sarà al fianco di quanti, nei prossimi giorni, si organizzeranno e si opporranno, uniti e compatti, contro una Legge Finanziaria iniqua ed arrogante, che vuole solo imporre nuove tasse e ulteriori sacrifici alle fasce più deboli e sfortunate delle nostre popolazioni. Secondo Eurispes per colpa della Finanziaria i comuni devono aumentare le tasse del 10.6% 04/10 Con la prossima finanziaria le amministrazioni comunali del
Mezzogiorno e del Centro saranno costrette ad aumentare le entrate
tributarie rispettivamente dell'8,6% e del 6,5%. In Molise e Calabria
vi sarebbero le situazioni piu' a rischio, con un inasprimento della
tassazione locale che toccherebbe rispettivamente il 10,6% in Molise
e il 10,2% in Calabria, mentre il Piemonte sarebbe l' unica regione
del Nord ad essere sopra la media italiana (6,1%) dell' incremento
potenziale della pressione fiscale locale. E' lo scenario che emerge
dall'analisi condotta dall' Osservatorio Eurispes sul Federalismo
diretto da Raffaele Rio. Per questo, secondo il presidente dell'Eurispes,
Gian Maria Fara, ''le autonomie locali dovranno dimostrare di essere
in grado di gestire il finanziamento delle proprie politiche sociali
altrimenti si rischia di alimentare un welfare locale a due velocita'''.
Lo scenario che si apre agli enti locali, secondo Fara, riguarda tre
fronti: la leva perequativa, la lotta all'evasione fiscale e la maggiore
capacita' di riscossione dei tributi locali. Per quanto riguarda la
prossima Finanziaria, dunque, l'Osservatorio Eurispes rileva come
nel dibattito politico ed istituzionale emerge la palese preoccupazione
dei governatori regionali, dei presidenti delle Province e dei sindaci
che la Finanziaria 2006, nell'ottica di un risanamento complessivo
delle casse statali, sacrifichi parte delle spese correnti. Sulla
base della bozza della nuova Legge Finanziaria, il risparmio 'forzato',
ai fini della realizzazione degli obiettivi della finanza pubblica
per l'anno prossimo, dovrebbe interessare le spese correnti degli
enti locali, ad esclusione delle spese per il personale e le spese
sociali, che potrebbero subire un taglio del 6,7%. L'Eurispes, nel
tentativo di tracciare una situazione prospettica sulle possibili
conseguenze che una riduzione di parte della spesa corrente avrebbe
sui bilanci delle Amministrazioni comunali, ha stimato, partendo dall'analisi
del quadro finanziario dei Comuni, in che misura tale riduzione possa
incidere sul livello di pressione tributaria. In altri termini, l'istituto
ha cercato di stimare l'aumento della tassazione locale necessaria
affinche' gli enti comunali possano 'pareggiare' i bilanci per continuare
a garantire e/o migliorare il livello dei servizi ai cittadini. Nelle
amministrazioni comunali i 'risparmi forzati' ammonterebbero a quasi
1.400 milioni di euro per il taglio del 6,7% su parte delle spese
correnti delle amministrazioni comunali delle regioni a statuto ordinario
previsto dal disegno di legge finanziaria approvato dal Consiglio
dei Ministri il 29 settembre scorso. Un 'risparmio forzato', come
lo chiama l'Eurispes, ottenuto dalle spese correnti di ogni singola
regione al netto della spesa sociale e della spesa per il personale.
Partendo da una spesa corrente totale di oltre 38 mila milioni di
euro decurtata sia della spesa per il personale (12.212 milioni di
euro) sia della spesa di carattere sociale quale risulta dalla classificazione
per funzioni dei bilanci comunali (5.310 milioni di euro), si arriva,
secondo l'Eurispes, ad una spesa corrente di 20.483 milioni di euro
alla quale si applica un taglio del 6,7% pari a 1.370 milioni di euro.
Nelle regioni del Nord e' concentrato il maggior 'risparmio forzato',
pari a 673 milioni di euro, seguito dal centro con 362 milioni e dal
Sud con 335 milioni di euro. ''Le nostre analisi - ha osservato Fara
- hanno messo in evidenza, piu' volte, che le spese per il welfare
locale sono maggiori in quei Comuni, principalmente nelle aree del
Nord, dove maggiore e' l'autonomia finanziaria e la pressione tributaria.
Sono, quindi, principalmente le tasse locali a finanziare in maniera
cospicua la spesa sociale degli Enti locali. La scommessa, quindi,
di fronte alla tendenza di un ridimensionamento della spesa corrente
degli enti locali che, potrebbe penalizzare le politiche di welfare,
e' quella di fare della spesa sociale a livello locale un punto di
forza in grado di stimolare forme di partecipazione attiva dei cittadini,
per contrastare tanto le tendenze verso un neo-centralismo, quanto
quelle verso un federalismo irresponsabile ed iniquo''. Dall'analisi
dei dati emerge poi che a subire il maggiore contraccolpo, in termini
di incremento delle entrate tributarie, sarebbero le amministrazioni
comunali delle regioni del Mezzogiorno (8,6%), le quali godono di
una minore autonomia finanziaria e impositiva. A seguire gli enti
comunali del Centro con un piu' 6,5% e del Nord con un aumento del
5,9%. In particolare, l'inasprimento della tassazione locale riguarderebbe
principalmente i Comuni del Molise, con il 10,6%, quelli della Calabria
(10,2%), della Basilicata (9,2%) e della Campania (8,3%). Di contro,
si ipotizza una minore pressione fiscale soprattutto nei Comuni delle
Regioni del Nord che presentano maggiori livelli di autonomia. Valori
al di sotto della media delle Regioni a statuto ordinario (6,6%) si
registrano, infatti, in Emilia Romagna, in cui si prevede un aumento
del gettito fiscale pari al 4,4%, in Lombardia, con un incremento
potenziale dell'imposizione pari al 5,4% e a seguire: Liguria e Veneto
(5,6%) e Toscana (5,9%). ''Nell'immediato futuro - conclude il presidente
dell' Eurispes, Fara - il welfare locale dovra' muoversi lungo due
direttive. Da un lato, la propensione dello Stato ad assicurare la
leva perequativa e, quindi attraverso un welfare graduale, a garantire
il sostegno alle aree piu' depresse che altrimenti risulterebbero
automaticamente penalizzate; dall'altro, la capacita' dei governi
locali di quelle aree di incrementare efficacia ed efficienza dell'azione
amministrativa, puntando su nuove forme di finanziamento, coinvolgendo
la cittadinanza e le imprese sociali, concentrando sforzi istituzionali
sulla lotta all'evasione e su una piu' incisiva capacita' di riscossione
dei tributi propri. Senza tale salto di qualita' la distanza fra un
Nord che riesce a recuperare piu' tasse e fornire piu' servizi e un
Sud che riscuote di meno e fornisce di meno sara' destinata ad aumentare
creando un pericoloso welfare a due velocita'''. I Senatori dell’Unione chiedono di ripristinare il fondo sociale 04/10 Un gruppo di senatori dell' Unione, primo firmatario Nuccio
Iovene, ha presentato un' interrogazione al Presidente del Consiglio
ed ai ministri del Welfare e dell' Economia per ''sapere il motivo
per il quale nella Finanziaria il Fondo Nazionale per le politiche
sociali ha subito un drastico ridimensionamento''. I senatori dell'
Unione chiedono ''se non si ritenga, vista l'importanza dei servizi
e delle prestazioni sociali e gli impegni assunti, reintegrare il
Fondo nazionale per le Politiche Sociali per il 2005, cosi' come richiesto
dalle parti sociali e dalle Autonomie locali''. Gli stessi parlamentari
ricordano che i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle
Province autonome, l' Upi, l' Anci, la Lega per le autonomie locali,
Cgil, Cisl e Uil e Forum permanente del Terzo settore hanno espresso,
in un documento congiunto, una forte protesta nei confronti del Governo
per non aver mantenuto fino ad oggi l' impegno relativo al reintegro
del 50% della quota del Fondo nazionale per le politiche sociali da
trasferire alle Regioni nel 2005e ammontante a 500 milioni di euro.
Il mancato impegno del Governo comporta un sensibile ridimensionamento
dei servizi e delle prestazioni sociali. Il mancato finanziamento
del Fondo nazionale delle politiche sociali - si afferma ancora nell'
interrogazione - impedirebbe la costruzione di un vero e proprio sistema
dei servizi in grado di garantire i diritti sociali delle persone
e delle famiglie''. Gentile: “Le Regioni evitino la polemica strumentale” 04/10 ''Le strette economiche sono la fotografia di un' Europa che
deve confrontarsi con i criteri di economicita' della spesa e Tremonti
ha fatto un ottimo lavoro: alle Regioni viene chiesto, piuttosto che
la polemica strumentale elettorale infinita, una progettazione seria
dei fondi Ue''. Lo afferma, in una dichiarazione, Antonio Gentile,
segretario della Commissione Finanze del Senato. ''Proprio i fondi
Ue - aggiunge Gentile - hanno un' importanza strategica per le Regioni
inserite nell' Obiettivo 1 come la Calabria, rispetto ai bilanci ordinari.
Proporio in Calabria si parla troppo e si continua ad agire poco,
mentre sarebbe importante avviare una fase di concertazione sui fondi
Ue, indirizzandone l' uso non solo all' agricoltura ma ai servizi
globali ed alla ricerca. Nel campo delle innovazioni ho visto che
sono partiti i bandi per i bacini tecnologici e questo e' un fatto
positivo, ma ancora siamo in ritardo nelle infrastrutture di sostegno
e nei servizi alle persone. Proprio sul segmento sociale la Ue ci
da' la possibilita' di recuperare risorse, contestualizzandole in
un processo di pieno utilizzo''. Secondo Gentile, ''continuare a dire
cose inesatte e' un populismo che non giova a nessuno e che non e'
credibile, cosi' come non lo e' Prodi quando parla di programmi futuristici
ma non e' in grado di indicare fonti di spesa, ne' di uscire da un
qualunquismo imbarazzante''.
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