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La marcia di Natale per l'Amnistia

 

Tanti leader politici e pochi cittadini (meno di un migliaio) alla marcia di Natale per l’Amnistia

25/12 Non c'e' stata la mobilitazione di massa che Marco Pannella sperava, ma sono stati comunque poco meno di un migliaio i cittadini che la mattina di Natale, nonostante la pioggia, si sono recati a Castel Sant'Angelo per partecipare alla marcia a favore dell'amnistia.
Ad aprire il corteo un camion aperto, sul quale suonava una jazz band, e attaccato al quale vi erano palloncini gialli e verdi con su scritto 'Amnistia'. Hanno sfilato poi alcuni gonfaloni di enti locali: tra questi quello della Regione Lazio e del comune di Roma, le Province di Roma e Lodi e i comuni di Scanzano Jonico e Massa Lubrense, i comuni del Savuto. Il corteo, infastidito da una pioggia battente, era aperto da un grande striscione bianco sul quale e' scritto a caratteri cubitali neri ''Amnistia per la giustizia e la liberta'''. Dietro lo stesso presenti numerose personalità.
La prima sosta del colorato corteo e' stata davanti al carcere di Regina Coeli dove per alcuni minuti la musica della jazz banda ha lasciato spazio a un breve discorso di tre dei protagonisti, ed organizzatori, di questa marcia, don Antonio Mazzi, don Andrea Gallo e Marco Pannella. ''Guai a noi se fossi qui per illudere qualcuno - ha detto don Mazzi - siamo qui perche' si finisca di adoperare il carcere come strumento di tortura invece che di rieducazione, ma siamo qui anche per dire che non accettiamo i programmi del guardasigilli che prevedo o di aumentare la carceri anziche' di liberarle. A questo noi ci rifiutiamo''. ''Finalmente - ha detto invece don Gallo - un buono e santo Natale. Oggi e' iniziata una vera civilizzazione dopo centinaia di richiami dell'Europa''. Da don Gallo anche un messaggio al presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini: ''Caro Casini, con la convocazione del 27 dicembre alle 9 si rischia di esser presi in giro dal Parlamento''. Per Pannella ''c'e' bisogno di un'alternativa sociale che abbia a che fare col vissuto'' intendendo per vissuto cio' che i carcerati vivono ogni giorno. Pannella ha polemizzato con quanti nel passato non hanno fatto nulla per porre in modo forte ''la questione sociale della situazione delle carceri e della giustizia in Italia. Sulla giustizia - ha detto il leader radicale - non c'e'' mai stato un girotondo, cosi' non c'e' mai stato per Enzo Tortora. Questa volta ci siamo autorganizzati''. Pannella ha ringraziato i numerosi rappresentanti delle istituzioni che stanno sfilando lungo le vie della capitale, fra questi ha ringraziato il vicepresidente del Senato Cesare Salvi (''E' qui di fianco a me, lo ringrazio''), e leader politici amici come Enrico Boselli. Ha poi ringraziato molti altri chiamandoli per nome e dicendo ''siamo uno della gente, Emma, Cesare, Francesco... Grazie a Francesco Cossiga'', ha aggiunto tra gli applausi per poi dire ''pensate, io che faccio applaudire Cossiga, io che volevo fargli portare le arance propri qui (alludendo al carcere di regina Coeli)''. Da Pannella e' venuto un appello per ''una nuova forma di unita' che tenga conto come per la prima volta la massima questione sociale e istituzionale si manifesta''.
Il corteo che poi ha attraversato tutta Roma, ha sfilato poi davanti ai principali Palazzi della politica: il Senato, la Camera, Palazzo Chigi, Piazza Santi Apostoli (dove c'e' la sede dell'Unione), e infine il Quirinale. Una marcia di protesta per le condizioni nelle carceri italiane, che il leader radicale ha definito una ''tortura strutturale'' nei confronti dei detenuti. Pannella non ha voluto fare una stima dei manifestanti (circa quattrocento, per la Questura), ma ha polemizzato con i sindacati proprio per la scarsa partecipazione all'iniziativa pro amnistia. ''Quelle strutture parastatali - ha detto - che in un modo sapiente sanno organizzare un milione di persone a Roma o 500.000 in altre citta', hanno qualcosa di antropologico contro questo tema''. Tra i partecipanti alla marcia, in ogni caso, c'erano piu' volti noti che anonimi cittadini. Personalita' di entrambi gli schieramenti, anche se la presenza preponderante e' stata quella di esponenti di centrosinistra. Due senatori a vita: Francesco Cossiga e Giorgio Napolitano. Molti, ovviamente, dirigenti di oggi e di ieri del Partito radicale, indipendentemente dalla loro attuale collocazione: oltre Pannella, hanno partecipato alla marcia Emma Bonino, Marco Cappato, Sergio Stanzani, ma anche Marco Taradash e Massimo Teodori, che non hanno seguito gli altri nel centrosinistra. Tanti i socialisti dello Sdi che con i radicali hanno dato vita alla Rosa nel Pugno: Enrico Boselli, Roberto Villetti, Ugo Intini, Ottaviano Del Turco, Giacomo Mancini. E Boselli si e' augurato che il 27 dicembre il Parlamento sia ''all'altezza delle occasioni migliori'' trasformando in legge la proposta di Pannella. Particolarmente nutrita la delegazione dei Ds: il presidente del partito Massimo D'Alema, Emanuele Macaluso, i senatori Cesare Salvi, Massimo Brutti e Lanfranco Turci. ''Non entro nel merito dell'amnistia o dell'indulto'', ha detto D'Alema, osservando pero' che ''si parla da troppo tempo di un gesto di clemenza; tanti dibattiti ma non si e' fatto niente mentre bisogna far presto''. Il deputato Paolo Cento era il volto piu' noto dei verdi venuti a manifestare. In forze Rifondazione comunista, con il segretario del partito Fausto Bertinotti, il capogruppo alla Camera Franco Giordano, e il deputato Giovanni Russo Spena. ''Al di la' del numero dei presenti'', ha sottolineato il leader di Rifondazione, ''la cosa importante e' che' oggi si testimonia quello che pensano tanti italiani'' e cioe' che non si puo' ''oltre alla pena del magistrato'' infliggere ai detenuti ''condizioni disumane''. Un solo deputato, invece, per la Margherita: Maurizio Giachetti, che e' stato anche il promotore della raccolta di firme per la seduta straordinaria che la Camera dedichera' al tema dell'amnistia martedi' prossimo. Anche di Forza Italia c'era solo il deputato Mario Pepe, ma il ministro per la Pari Opportunita' Stefania Prestigiacomo ha voluto comunque dare la sua adesione all'iniziativa anche se non e' riuscita a parteciparvi. Presente invece Vittorio Sgarbi, come anche Gianni De Michelis,l’ex segretario del Nuovo Psi che e' rimasto nella Cdl e che si appresta a fare le liste elettorali insieme alla Dc di Gianfranco Rotondi, il quale invece non e' venuto. ''Il centrodestra non dovrebbe basare le proprie scelte su ragioni elettorali'', ha sottolineato De Michelis commentando le scarse presenze della Cdl. Nutrita la presenza di famose firme del giornalismo: da Giuliano Ferrara a Valentino Parlato, Antonio Padellaro, Lucia Annunziata, Oliviero Bea. Tra i manifestanti c'era anche chi il carcere lo ha conosciuto davvero, come Salvatore Ferraro (condannato con Giovanni Scattone per l'omicidio di Marta Russo) che ora milita nel partito radicale, e Luigi Crespi, ex sondaggista di Berlusconi, recentemente finito in prigione per il crac della sua holding di comunicazione Hdc. La marcia, terminata nelle vicinanze di piazza del Quirinale, si e' conclusa con un appello a proseguire nella battaglia in favore dell'amnistia. ''Mi pare che la nostra coppia funzioni bene e quindi continuiamo'', ha detto Don Mazzi rivolgendosi a Pannella. ''Giusto, e dobbiamo evitare che ci sia una beffa'' contro l'amnistia, gli ha fatto eco il leader radicale, ricordando che quella di oggi ''e' solo una prima tappa''. Daniele Capezzone ha infine lanciato un appello a Casini e ai presidenti dei gruppi parlamentari affinche' diano un segno di ''grande unita''' su una cosa tanto ''importante e concreta''. Il prossimo appuntamento e' quindi per martedi' prossimo, quando la Camera si riunira' in seduta straordinaria proprio per dibattere di amnistia. Maurizio Gasparri, di An, ha gia' annunciato che interverra' contro, ma e' prevedibile che non sara' il solo. E sara' importante anche verificare in quanti, interrompendo la pausa festiva, parteciperanno al dibattito alla Camera voluto da Giachetti e da altri duecento deputati. Presente anche Stefano Rodotà e alcuni giornalisti, tra i quali Lucia Annunziata; il direttore dell' Unita', Padellaro, Valentino Parlato, Giuliano Ferrara.

Casini “La piazza va rispettata, il 27 ciascuno si assuma le sue responsabilità alla Camera”

25/12 "La piazza va rispettata, ma è il Parlamento che deve decidere e legiferare. Niente sarebbe più intollerabile che suscitare aspettative nella popolazione carceraria senza realistiche possibilità di soddisfarle". E’ quanto ha affermato il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini commentando la marcia di Natale per l'amnistia che si è tenuta questa mattina a Roma. "Ho convocato la Camera dei Deputati il prossimo 27 dicembre - aggiunge Casini - perché ciascuno si assuma le sue responsabilità".

Pannella: “La detenzione non può diventare tortura”. Don Mazzi: “Una messa laica. Intesa con Pannella funziona”

25/12 "La detenzione viene trasformata in violenza, in stati di tortura direi strutturali". Il leader radicale Marco Pannella, prende il microfono davanti al Quirinale, punto d'arrivo della marcia in favore dell'amnistia, per spiegare le ragioni che hanno spinto la Rosa nel pugno ad organizzare questa iniziativa nel giorno di Natale. Il corteo è partito verso le 10,30 da Castel Sant'Angelo ed ha percorso un tratto del Lungotevere, fino a raggiungere il carcere di Regina Coeli, dove c'è stata una prima sosta ed un breve comizio di Pannella e di Don Mazzi, un altro degli organizzatori della manifestazione. Quindi la marcia è proseguita passando davanti a palazzo Madama, a palazzo Montecitorio, a palazzo Chigi per poi concludersi, appunto, davanti alla residenza del capo dello Stato. "Siamo al termine della prima fase di questa marcia per la giustizia - ha spiegato Pannella - martedì (quando la Camera si riunirà per il dibattito sull'amnistia, ndr) ci sarà la seconda tappa. Davanti a Regina Coeli Pannella ha ringraziato per la presenza il vice-presidente del Senato Cesare Salvi e l'ex capo dello Stato Francesco Cossiga, applauditi dai manifestanti. "Proprio io - ha commentato scherzando il leader radicale - faccio applaudire Cossiga... io che un tempo volevo fargli portare le arance, qui...". Quindi, Pannella ha denunciato il fatto che "sulla giustizia non c'è mai stato un girotondo, neanche per Enzo Tortora". Oggi, ha aggiunto, si può festeggiare una "forma nuova di unità, un'unità per lo stato di diritto che stamattina consente, per la prima volta, alla massima questione sociale di manifestarsi". "Dobbiamo invertire - ha poi aggiunto al termine della marcia, davanti al Quirinale - il corso della distruzione del diritto e della produzione di ingiustizia nel nostro Paese". Secondo Pannella, l'Italia è "inadempiente rispetto alle ingiunzioni della giustizia europea", in materia di carceri. Soprattutto, "l'amnistia e l'indulto, congiuntamente, sono in questo momento l'unico strumento per affrontare la riforma della giustizia".Marco Pannella non risparmia una frecciata ai sindacati, nel giorno della marcia per l'amnistia, accusandoli di rimanere indifferenti al tema. "Queste strutture parastatali - dice senza citare espressamente i sindacati - che in modo sapiente sanno organizzare un milione di persone a Roma, 500 mila da un'altra parte, sembra che abbiamo qualcosa di antropolotico contro questo tema". Per questo, aggiunge, "ci siamo auto-organizzati". Il leader radicale, peraltro, non vuole fornire cifre proprie sui partecipanti alla marcia. "Chiedete alla Questura - dice - non ho bisogno di montare i numeri, noi vogliamo la verità, anche su questo". Più volte è interventuto anche don Mazzi: "Non siamo qui per illudere nessuno. Siamo qui per dire basta con le carceri come strumento di tortura, anziché come strumento di rieducazione". Una critica è arrivata anche al ministro della Giustizia Roberto Castelli: "Dico no al programma di Castelli - ha affermato don Mazzi. "Lui prevede di aumentare le carceri anziché liberarle. Noi a questo ci opponiamo".
"Non voglio neanche discutere col ministro Castelli", dice D'Alema rispondendo ai cronisti che gli chiedono di commentare le affermazioni del ministro sull'amnistia. "Questo è un tema che il Parlamento dovrebbe affrontare con giustizia e umanità", senza che diventi oggetto di battaglia politica. "Chi dice no - aggiunge - se ne prenderà la responsabilità". Per quanto riguarda la scelta tra amnistia e indulto, D'Alema afferma: "Non entro in un dibattito che è tecnico. So solo che se ne parla da troppo tempo e non si è fatto nulla". Per il presidente dello Sdi Enrico Boselli (definito da Pannella "il mio leader") c'è da agurarsi che "il 27 il Parlamento sia all'altezza delle occasioni migliori, che sia in grado di dare a questa proposta di Pannella la forza necessaria per diventare legge in tempi rapidi". De Michelis, invece, invita a mettere da parte i calcoli elettorali: "E' molto semplice, c'è un'emergenza del sistema carcerario. Il centrodestra dovrebbe fare le proprie scelte non sulla base delle ragioni elettorali". Secondo Bertinotti, "il Parlamento nella sua autonomia è convocato (il 27 dicembre, ndr) e dovrà decidere". La partecipazione alla marcia non è stata altissima, ma "al di là dei numeri, l'importante è che ci sia una testimonianza di quello che pensano in tanti". Per il segretario di Rifondazione, è inaccettabile una condizione delle carceri che "costringa i detenuti ad una pena dura e supplementare, oltre a quella comminata dal giudice". "Si è creata una splendida occasione - dice il segretario radicale Daniele Capezzone - sarebbe davvero un peccato se il Parlamento dovesse sciuparla. Faccio appello a Casini e ai capigruppo: sta a loro decidere se scoraggiare questa iniziativa o, come io spero, dare un segno di grande unità su una cosa concreta". "La messa, laica, è finita - ha quindi concluso don Mazzi davanti al Quirinale - e posso dire che la coppia con Pannella funziona".

Ciccanti (Udc) “Chi marcia poi grida contro i condoni. Iniziativa non condivisibile”

25/12 ''E' difficile condividere la marcia di chi vuole il condono giudiziario quando fino a qualche giorno fa gli stessi hanno invocato a gran voce in Parlamento la cultura della legalita' contro i condoni, che hanno fatto emergere un vasto mondo che viveva nell' illegalita'''. Lo scrive in una nota - a proposito dell' iniziativa promossa stamane a Roma dalla Rosa nel pugno - il senatore dell' Udc Amedeo Ciccanti. Ciccanti - che oggi ha partecipato all' ''abituale e tradizionale'' Messa di Natale nel carcere di massima sicurezza di Marino del Tronto di Ascoli Piceno - rileva che ''i cittadini non capiscono queste contraddizioni dei politici, soprattutto su temi cosi' delicati come quelli relativi alla sicurezza''. ''Non condivido l' amnistia - prosegue -, ma sono per l' indulto, che e' pure un atto di clemenza: l' una estingue il reato, l' altro riduce la pena, da' certezza di diritto, non umilia le parti offese e fa salvo il difficile lavoro dei giudici''. Ciccanti sottolinea inoltre che ''il sovraffollamento delle carceri e' dovuto anche a una custodia cautelare occasionale, di qualche giorno, per clandestini, piccoli spacciatori di droga e venditori abusivi di prodotti contraffatti, per i quali andrebbero studiate soluzioni alternative al carcere''

 

 

 

 

 

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