Petruccioli (Rai) “I legali erano contrari alla messa in onda
delle intercettazioni”
01/03 Giovedi' scorso 'Punto e a capo' ha fatto ''informazione militante,
trasformandosi in atto di accusa'' e ha proposto le intercettazioni
telefoniche relative al G8 di Genova del 2001 nonostante il parere
contrario dell'ufficio legale della Rai. Lo ha rivelato il presidente
della Vigilanza Rai, Claudio Petruccioli, che oggi ha riferito in
commissione sui contatti avuti in merito alla contestata puntata del
programma di Raidue con il direttore generale di Viale Mazzini, Flavio
Cattaneo. ''Ho preso subito contatto con la direzione generale - ha
spiegato Petruccioli, sollecitato a intervenire sull'argomento da
Franco Giordano (Prc), Giuseppe Giulietti (Ds) e Paolo Gentiloni (Margherita)
- per chiedere chiarimenti sul caso. Cattaneo mi ha informato di aver
detto al conduttore del programma, Masotti, di ascoltare preliminarmente
l'opinione dell'ufficio legale, ma non sapeva se poi questo fosse
realmente avvenuto. Il dg mi ha poi richiamato per fornirmi una prima
ricostruzione dei fatti: l'ufficio legale, nella persona non del responsabile
ma di un componente, avrebbe sconsigliato a Masotti di utilizzare
il materiale poi contestato, non so se in tutto o in parte, ma il
conduttore non avrebbe accreditato questa tesi. In ogni caso, come
mi ha spiegato in una successiva conversazione, Cattaneo prendera'
posizione, ed eventualmente provvedimenti, dopo che si sara' espressa
l'Autorita' garante per la privacy, che ha chiesto in visione la cassetta
e che dovrebbe pronunciarsi in questa settimana''. Il presidente della
Vigilanza ha comunque ribadito la sua opinione personale su 'Punto
e a capo' (''Piu' che di informazione, si e' trattato di una presa
di posizione''), annunciando che la Vigilanza se ne occupera' ''per
valutare se ci sono state violazioni della delibera della commissione
relativa al trattamento televisivo dei processi. C'e' da appurare
se le intercettazioni (fra Luca Casarini e Francesco Caruso, imputati
nel processo ai no global di Cosenza, ndr) fossero gia' acquisite
agli atti processuali oppure no. C'e' anche da tener contro del punto
di vista della difesa delle persone chiamate in causa''. Sulla questione,
ha concluso Petruccioli, la Vigilanza ''fara' il punto la prossima
settimana, quando Cattaneo completera' la sua audizione''.
La Rai attende le valutazioni della
Commissione di vigilanza e del Garante
''In riferimento a notizie pubblicate dai quotidiani e dalle agenzie
di stampa appare necessario spiegare che, confermando la linea seguita
da molti anni, la Rai attende le eventuali valutazioni della Commissione
Parlamentare di Vigilanza e il giudizio del Garante sulla puntata
di 'Punto e a capo' della scorsa settimana. Solo al termine di questo
iter sara' possibile da parte aziendale valutare serenamente la questione
al di fuori di ogni polemica''. E' quanto si legge in una nota dell'Azienda
di Viale Mazzini. ''Al presidente della Commissione Parlamentare di
Vigilanza, che ne ha riferito correttamente alla Commissione -continua
la nota-, il Direttore Generale della Rai aveva riportato la dichiarazione
di Giovanni Masotti sul parere ricevuto dall'Ufficio Legale prima
della trasmissione. I legali avevano spiegato che era possibile trasmettere
le intercettazioni purchè acquisite nel fascicolo del dibattimento,
fatte salve le prerogative parlamentari. Un parere quindi favorevole
per quello che è stato poi effettivamente trasmesso. Si sottolinea
infatti che, contrariamente a quello che è stato sostenuto
su alcuni giornali, il programma 'Punto e a capo' non ha mai mandato
in onda intercettazioni con parlamentari'', conclude la nota.
Giulietti ironico “Complimenti
alla sensibilità su Masotti”
''Fa piacere rilevare 'la sensibilita'' con la quale la Rai di Cattaneo
sulla clamorosa vicenda di 'Punto e a capo' si e' riservata di decidere
solo dopo le eventuali decisioni della Vigilanza e dell'Autorita'
di garanzia. Il programma di Sabina Guzzanti fu chiuso d'autorita'
senza attendere il parere di alcuno'': lo rileva Giuseppe Giulietti,
capogruppo Ds in Vigilanza Rai. ''La trasmissione di riparazione chiesta
da Toto Cuffaro - aggiunge Gulietti - e' andata in onda nonostante
il parere contrario della commissione parlamentare di vigilanza. La
direttiva della vigilanza relativa ad Oliviero Beha e' stata stracciata.
Evidentemente nella Rai di Cattaneo le garanzie si applicano solo
agli amici degli amici''.
E’ gravissimo se Masotti ha
ignorato il parere dei legali
''La notizia del parere negativo espresso dall'ufficio legale della
Rai sulla messa in onda delle intercettazioni telefoniche durante
la trasmissione 'Punto e a capo' sui fatti del G8 è gravissima''.
E' questa l'interpretazione dei parlamentari dell'Unione Giorgio Merlo
(Margherita), Loredana De Petris (Verdi), Antonello Falomi (Il Cantiere),
Valerio Calzolaio (Ds), Tommaso Sodano (Rifondazione Comunista), Gianfranco
Pagliarulo (Comunisti Italiani), Gerardo Labellarte (Sdi) delle informazioni
fornite al presidente della Commissione di Vigilanza Rai Petruccioli
dal dg Cattaneo sull'ultima puntata della trasmissione. "Se i
fatti si sono svolti come ricostruiti da Cattaneo -continuano i parlamentari-
e Masotti ha ignorato il parere dell'ufficio legale, i vertici di
viale Mazzini dovrebbero prendere immediati provvedimenti. Si tratta
di un drammatico esempio di cattivo giornalismo. In un servizio pubblico
degno di questo nome le responsabilità sarebbero già
state individuate. Non si può permettere -continuano gli esponenti
dell'Unione-, che per una trasmissione così profondamente malfatta
e drammaticamente malcostruita, mandata in prima serata sulla seconda
rete del paese, nessuno paghi. Una puntata che si è distinta
per aver violato la legge e la Costituzione, infangato l'attività
di esponenti del centrosinistra e che, cosa ancora più grave,
per aver tentato di delegittimare e danneggiare il processo in corso
sulle violenze contro tante ragazze e tanti ragazzi durante il G8
di Genova''. Concludono i parlamentari.
Carra (Margherita) “Sui pareri
dell’Ufficio legale due pesi e due misure”
''Per la Rai di Cattaneo ci sono due pesi e due misure anche per
i pareri dell'Ufficio Legale''. Lo dichiara l'onorevole Enzo Carra,
componente della Margherita in Commissione di Vigilanza, commentando
la notizia del parere espresso dall'ufficio legale della Rai sulla
messa in onda delle intercettazioni telefoniche durante la trasmissione
'Punto e a capo' sui fatti del G8. ''In precedenti occasioni l'indiscutibile
e onnipotente ufficio legale è stato utilizzato per cancellare
programmi di satira, come nel caso di Raiot, e addirittura per tenere
in vita l'attuale CdA, nonostante la sfiducia della Commissione di
Vigilanza. Oggi -prosegue Carra-, improvvisamente il parere dell'ufficio
legale diventa carta straccia. Non è in grado neanche di impedire
la ovvia violazione di ogni regola compiuta da 'Punto e a Capo' mandando
in onda le intercettazioni telefoniche su Genova. La Rai è
a senso unico -conclude il parlamentare dielle- ed è un senso
unico contro il pluralismo e la libertà di informazione''.
Disposto il sequestro dei filmati
che evidenziano l’innocenza di due spagnoli arrestati. Rinvio
a giudizio per 4 agenti.
Il pm Franco Cardona Albini ha disposto il sequestro di un filmato
sui fatti del 20 luglio 2001. La decisione del magistrato riguarda
un nuovo filone di indagini sul G8, quello sugli arresti effettuati
dalla polizia in piazza Manin. Il video, prodotto dal collettivo Luna
Rossa e girato dal gruppo diretto da Francesco Maselli, dimostrerebbe
che le accuse di violenza contenute nei verbali d'arresto dei due
studenti spagnoli difesi da Emanuele Tambuscio, Adolfo Sesma Gonzales
e Luis Alberto Lorente Garcia, sarebbero false. I quattro agenti che
hanno redatto i verbali d'arresto, Antonio Cecere, Luciano Berretti,
Marco Neri e Simone Volpini, hanno ricevuto avvisi di garanzia per
falso, abuso e calunnia. ''Potrebbe risolversi tutto con una richiesta
di archiviazione'', commenta l'avvocato Gianluca Arrighi, difensore
dei quattro poliziotti. ''Gli avvisi di reato sono un fatto dovuto
–spiega Arrighi- Di fronte alla denuncia la Procura ha aperto
l'inchiesta, ma non è affatto detto che siano stati commessi
degli illeciti. L'acquisizione delle immagini in questione è
recentissima, quando ci verrà notificata, valuteremo. Da quanto
accertato finora, risulta che gli agenti, che non sono imputati, ma
indagati, hanno adempiuto al loro dovere secondo le regole''. ''O
la Polizia non aveva la preparazione per capire quello che stava succedendo
o non le interessava. Fatto sta che in piazza Manin si è scatenata
una violenza cieca di cui non saprei dire il motivo. Cerchiamo testimoni
tra i presenti'', afferma invece Tambuscio. ''Nel filmato -spiega
il legale dei due manifestanti spagnoli- si vede una folla pacifica,
formata da Lilliput, Legambiente e altri gruppi. Poi si vedono passare
per la piazza i black block e i manifestanti di Legambiente che impediscono
loro di dirigersi verso la zona rossa. Non si nota alcuna violenza
da parte dei manifestanti. Si vede uno dei due spagnoli che viene
arrestato, l'altro che va verso la polizia, a mani nude e in atteggiamento
pacifico, come per chiedere perché, e viene arrestato, un terzo
che viene colpito alla testa e lasciato sulla strada. Secondo i verbali
i due spagnoli avrebbero aggredito gli agenti con molotov e spranghe''.
Nessun politico nella sala operativa
dei CC a Genova
Non erano presenti esponenti politici ne' istituzionali nella centrale
operativa dei carabinieri, nella caserma di Forte San Giuliano, il
20 luglio del 2001 durante il G8, quando si verificarono i violenti
scontri tra manifestanti e forze dell' ordine, culminati nell' uccisione
di Carlo Giuliani, in piazza Alimonda. Lo ha testimoniato oggi, nel
corso del processo a 25 no global accusati di devastazione e saccheggio,
rispondendo a una domanda della difesa, il maggiore Antonio Frassinetto,
del Primo Reggimento dei carabinieri Tuscania, che era presente nella
centrale operativa. La domanda dei difensori dei no global era in
relazione alle voci su una presenza costante del vicepresidente del
consiglio Gianfranco Fini nella sala operativa. L'on. Fini visito'
la questura, la prefettura ed il comando provinciale dei carabinieri
il giorno successivo, 21 luglio. L' ufficiale ha raccontato inoltre
che i reparti dei carabinieri si spostavano solo su ordine della centrale
operativa allestita nella caserma, e non della questura ''anche se
il Tuscania era a completa disposizione del questore, come forza di
riserva''. Il processo, in cui e' stato sentito anche il capitano
Luigi Viti Odierna, a capo del quarto plotone del contingente Tuscania,
e' stato poi rinviato a martedi' prossimo.
Per le presunte violenze, invece, della polizia a danno di due pacifiste
della rete Lilliput, Marina Spaccini, una pediatra di Trieste, e Simona
Coda, sono in corso a Genova due procedimenti davanti al tribunale
civile in cui viene chiesto il risarcimento per i danni subiti al
Ministero dell' Interno, quale responsabile dell' operato degli agenti.
Sempre per i fatti del G8 il gip Daniela Faraggi ha incaricato oggi
il medico legale Marco Salvi di eseguire una perizia sull'agente romano
Massimiliano Di Bernardini per appurare se puo' partecipare al processo
a suo carico. Di Bernardini infatti e' imputato per i fatti avvenuti
nella scuola Diaz, tra cui il ritrovamento delle due bottiglie molotov,
ma la sua posizione venne stralciata dall' udienza preliminare, in
cui doveva venire deciso l' eventuale rinvio a giudizio, perche' era
finito in coma in seguito ad un incidente stradale. Il 6 aprile iniziera'
il processo a carico di 28 poliziotti, accusati per gli episodi avvenuti
all' interno delle scuole Diaz e Pertini, a vario titolo, di falso,
calunnia, lesioni gravi, furto, e danneggiamenti.
Poliziotto indagato “La parola
d’ordine era: repressione. Nulla si muove che il politico non
voglia”
''Il G8 di Genova ha significato un cambiamento di 360 gradi nei
comportamenti della polizia, soprattutto in tema di ordine pubblico:
mentre la parola d' ordine dal 1981, da quando cioe' vi fu la smilitarizzazione
e la sindacalizzazione della polizia, e' stata prevenzione, la sensazione
che invece durante il G8 la parola d' ordine fosse repressione era
abbastanza netta''. Lo ha affermato Aldo Tarascio, poliziotto e sindacalista
del Silp, indagato per abuso di autorita' per i fatti accaduti a Genova
nella caserma di Bolzaneto, in un' intervista in onda nel corso di
'Controcorrente', su Sky TG24 alle 22.35. ''Quando non ero ancora
indagato - ha spiegato Tarascio - dissi che nulla si muove in ordine
pubblico che il politico non sappia o non voglia. A Genova si dovevano
ottenere probabilmente determinati obiettivi, determinati risultati.
Non si capisce la ratio di tante cose fatte e decise''. Per esempio,
ha aggiunto, ''si sapeva benissimo quale era il capo dei black bloc,
ma si e' intervenuti soltanto il sabato pomeriggio, quando poi se
ne erano andati via tutti''. Il sindacalista del Silp Aldo Tarascio
ha poi precisato in serata alle agenzie di aver detto nell' intervista
rilasciata a ''Controcorrente'' che ''si sapeva benissimo quale era
il campo (e non il 'capo') dei black bloc''. ''Con quella dichiarazione
- ha aggiunto - intendevo dire che ho sentito sostenere pubblicamente
dalla cronaca successiva agli eventi che si conosceva l' ubicazione
del campo dei black bloc''. Tarascio ha poi sottolineato: ''Preciso
comunque che non ho e non avevo alcuna notizia diretta di questa conoscenza
da parte delle autorita' competenti ne' durante gli eventi ne' dopo,
ma ribadisco che ne ho appreso notizia da pubbliche dichiarazioni,
riportate dalla cronaca, di esponenti politici, successivamente ai
fatti''.
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