HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo


Cronaca
Speciale Processo NoGlobal

 


Petruccioli (Rai) “I legali erano contrari alla messa in onda delle intercettazioni”

01/03 Giovedi' scorso 'Punto e a capo' ha fatto ''informazione militante, trasformandosi in atto di accusa'' e ha proposto le intercettazioni telefoniche relative al G8 di Genova del 2001 nonostante il parere contrario dell'ufficio legale della Rai. Lo ha rivelato il presidente della Vigilanza Rai, Claudio Petruccioli, che oggi ha riferito in commissione sui contatti avuti in merito alla contestata puntata del programma di Raidue con il direttore generale di Viale Mazzini, Flavio Cattaneo. ''Ho preso subito contatto con la direzione generale - ha spiegato Petruccioli, sollecitato a intervenire sull'argomento da Franco Giordano (Prc), Giuseppe Giulietti (Ds) e Paolo Gentiloni (Margherita) - per chiedere chiarimenti sul caso. Cattaneo mi ha informato di aver detto al conduttore del programma, Masotti, di ascoltare preliminarmente l'opinione dell'ufficio legale, ma non sapeva se poi questo fosse realmente avvenuto. Il dg mi ha poi richiamato per fornirmi una prima ricostruzione dei fatti: l'ufficio legale, nella persona non del responsabile ma di un componente, avrebbe sconsigliato a Masotti di utilizzare il materiale poi contestato, non so se in tutto o in parte, ma il conduttore non avrebbe accreditato questa tesi. In ogni caso, come mi ha spiegato in una successiva conversazione, Cattaneo prendera' posizione, ed eventualmente provvedimenti, dopo che si sara' espressa l'Autorita' garante per la privacy, che ha chiesto in visione la cassetta e che dovrebbe pronunciarsi in questa settimana''. Il presidente della Vigilanza ha comunque ribadito la sua opinione personale su 'Punto e a capo' (''Piu' che di informazione, si e' trattato di una presa di posizione''), annunciando che la Vigilanza se ne occupera' ''per valutare se ci sono state violazioni della delibera della commissione relativa al trattamento televisivo dei processi. C'e' da appurare se le intercettazioni (fra Luca Casarini e Francesco Caruso, imputati nel processo ai no global di Cosenza, ndr) fossero gia' acquisite agli atti processuali oppure no. C'e' anche da tener contro del punto di vista della difesa delle persone chiamate in causa''. Sulla questione, ha concluso Petruccioli, la Vigilanza ''fara' il punto la prossima settimana, quando Cattaneo completera' la sua audizione''.

La Rai attende le valutazioni della Commissione di vigilanza e del Garante

''In riferimento a notizie pubblicate dai quotidiani e dalle agenzie di stampa appare necessario spiegare che, confermando la linea seguita da molti anni, la Rai attende le eventuali valutazioni della Commissione Parlamentare di Vigilanza e il giudizio del Garante sulla puntata di 'Punto e a capo' della scorsa settimana. Solo al termine di questo iter sara' possibile da parte aziendale valutare serenamente la questione al di fuori di ogni polemica''. E' quanto si legge in una nota dell'Azienda di Viale Mazzini. ''Al presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza, che ne ha riferito correttamente alla Commissione -continua la nota-, il Direttore Generale della Rai aveva riportato la dichiarazione di Giovanni Masotti sul parere ricevuto dall'Ufficio Legale prima della trasmissione. I legali avevano spiegato che era possibile trasmettere le intercettazioni purchè acquisite nel fascicolo del dibattimento, fatte salve le prerogative parlamentari. Un parere quindi favorevole per quello che è stato poi effettivamente trasmesso. Si sottolinea infatti che, contrariamente a quello che è stato sostenuto su alcuni giornali, il programma 'Punto e a capo' non ha mai mandato in onda intercettazioni con parlamentari'', conclude la nota.

Giulietti ironico “Complimenti alla sensibilità su Masotti”

''Fa piacere rilevare 'la sensibilita'' con la quale la Rai di Cattaneo sulla clamorosa vicenda di 'Punto e a capo' si e' riservata di decidere solo dopo le eventuali decisioni della Vigilanza e dell'Autorita' di garanzia. Il programma di Sabina Guzzanti fu chiuso d'autorita' senza attendere il parere di alcuno'': lo rileva Giuseppe Giulietti, capogruppo Ds in Vigilanza Rai. ''La trasmissione di riparazione chiesta da Toto Cuffaro - aggiunge Gulietti - e' andata in onda nonostante il parere contrario della commissione parlamentare di vigilanza. La direttiva della vigilanza relativa ad Oliviero Beha e' stata stracciata. Evidentemente nella Rai di Cattaneo le garanzie si applicano solo agli amici degli amici''.

E’ gravissimo se Masotti ha ignorato il parere dei legali

''La notizia del parere negativo espresso dall'ufficio legale della Rai sulla messa in onda delle intercettazioni telefoniche durante la trasmissione 'Punto e a capo' sui fatti del G8 è gravissima''. E' questa l'interpretazione dei parlamentari dell'Unione Giorgio Merlo (Margherita), Loredana De Petris (Verdi), Antonello Falomi (Il Cantiere), Valerio Calzolaio (Ds), Tommaso Sodano (Rifondazione Comunista), Gianfranco Pagliarulo (Comunisti Italiani), Gerardo Labellarte (Sdi) delle informazioni fornite al presidente della Commissione di Vigilanza Rai Petruccioli dal dg Cattaneo sull'ultima puntata della trasmissione. "Se i fatti si sono svolti come ricostruiti da Cattaneo -continuano i parlamentari- e Masotti ha ignorato il parere dell'ufficio legale, i vertici di viale Mazzini dovrebbero prendere immediati provvedimenti. Si tratta di un drammatico esempio di cattivo giornalismo. In un servizio pubblico degno di questo nome le responsabilità sarebbero già state individuate. Non si può permettere -continuano gli esponenti dell'Unione-, che per una trasmissione così profondamente malfatta e drammaticamente malcostruita, mandata in prima serata sulla seconda rete del paese, nessuno paghi. Una puntata che si è distinta per aver violato la legge e la Costituzione, infangato l'attività di esponenti del centrosinistra e che, cosa ancora più grave, per aver tentato di delegittimare e danneggiare il processo in corso sulle violenze contro tante ragazze e tanti ragazzi durante il G8 di Genova''. Concludono i parlamentari.

Carra (Margherita) “Sui pareri dell’Ufficio legale due pesi e due misure”

''Per la Rai di Cattaneo ci sono due pesi e due misure anche per i pareri dell'Ufficio Legale''. Lo dichiara l'onorevole Enzo Carra, componente della Margherita in Commissione di Vigilanza, commentando la notizia del parere espresso dall'ufficio legale della Rai sulla messa in onda delle intercettazioni telefoniche durante la trasmissione 'Punto e a capo' sui fatti del G8. ''In precedenti occasioni l'indiscutibile e onnipotente ufficio legale è stato utilizzato per cancellare programmi di satira, come nel caso di Raiot, e addirittura per tenere in vita l'attuale CdA, nonostante la sfiducia della Commissione di Vigilanza. Oggi -prosegue Carra-, improvvisamente il parere dell'ufficio legale diventa carta straccia. Non è in grado neanche di impedire la ovvia violazione di ogni regola compiuta da 'Punto e a Capo' mandando in onda le intercettazioni telefoniche su Genova. La Rai è a senso unico -conclude il parlamentare dielle- ed è un senso unico contro il pluralismo e la libertà di informazione''.

Disposto il sequestro dei filmati che evidenziano l’innocenza di due spagnoli arrestati. Rinvio a giudizio per 4 agenti.

Il pm Franco Cardona Albini ha disposto il sequestro di un filmato sui fatti del 20 luglio 2001. La decisione del magistrato riguarda un nuovo filone di indagini sul G8, quello sugli arresti effettuati dalla polizia in piazza Manin. Il video, prodotto dal collettivo Luna Rossa e girato dal gruppo diretto da Francesco Maselli, dimostrerebbe che le accuse di violenza contenute nei verbali d'arresto dei due studenti spagnoli difesi da Emanuele Tambuscio, Adolfo Sesma Gonzales e Luis Alberto Lorente Garcia, sarebbero false. I quattro agenti che hanno redatto i verbali d'arresto, Antonio Cecere, Luciano Berretti, Marco Neri e Simone Volpini, hanno ricevuto avvisi di garanzia per falso, abuso e calunnia. ''Potrebbe risolversi tutto con una richiesta di archiviazione'', commenta l'avvocato Gianluca Arrighi, difensore dei quattro poliziotti. ''Gli avvisi di reato sono un fatto dovuto –spiega Arrighi- Di fronte alla denuncia la Procura ha aperto l'inchiesta, ma non è affatto detto che siano stati commessi degli illeciti. L'acquisizione delle immagini in questione è recentissima, quando ci verrà notificata, valuteremo. Da quanto accertato finora, risulta che gli agenti, che non sono imputati, ma indagati, hanno adempiuto al loro dovere secondo le regole''. ''O la Polizia non aveva la preparazione per capire quello che stava succedendo o non le interessava. Fatto sta che in piazza Manin si è scatenata una violenza cieca di cui non saprei dire il motivo. Cerchiamo testimoni tra i presenti'', afferma invece Tambuscio. ''Nel filmato -spiega il legale dei due manifestanti spagnoli- si vede una folla pacifica, formata da Lilliput, Legambiente e altri gruppi. Poi si vedono passare per la piazza i black block e i manifestanti di Legambiente che impediscono loro di dirigersi verso la zona rossa. Non si nota alcuna violenza da parte dei manifestanti. Si vede uno dei due spagnoli che viene arrestato, l'altro che va verso la polizia, a mani nude e in atteggiamento pacifico, come per chiedere perché, e viene arrestato, un terzo che viene colpito alla testa e lasciato sulla strada. Secondo i verbali i due spagnoli avrebbero aggredito gli agenti con molotov e spranghe''.

Nessun politico nella sala operativa dei CC a Genova

Non erano presenti esponenti politici ne' istituzionali nella centrale operativa dei carabinieri, nella caserma di Forte San Giuliano, il 20 luglio del 2001 durante il G8, quando si verificarono i violenti scontri tra manifestanti e forze dell' ordine, culminati nell' uccisione di Carlo Giuliani, in piazza Alimonda. Lo ha testimoniato oggi, nel corso del processo a 25 no global accusati di devastazione e saccheggio, rispondendo a una domanda della difesa, il maggiore Antonio Frassinetto, del Primo Reggimento dei carabinieri Tuscania, che era presente nella centrale operativa. La domanda dei difensori dei no global era in relazione alle voci su una presenza costante del vicepresidente del consiglio Gianfranco Fini nella sala operativa. L'on. Fini visito' la questura, la prefettura ed il comando provinciale dei carabinieri il giorno successivo, 21 luglio. L' ufficiale ha raccontato inoltre che i reparti dei carabinieri si spostavano solo su ordine della centrale operativa allestita nella caserma, e non della questura ''anche se il Tuscania era a completa disposizione del questore, come forza di riserva''. Il processo, in cui e' stato sentito anche il capitano Luigi Viti Odierna, a capo del quarto plotone del contingente Tuscania, e' stato poi rinviato a martedi' prossimo.
Per le presunte violenze, invece, della polizia a danno di due pacifiste della rete Lilliput, Marina Spaccini, una pediatra di Trieste, e Simona Coda, sono in corso a Genova due procedimenti davanti al tribunale civile in cui viene chiesto il risarcimento per i danni subiti al Ministero dell' Interno, quale responsabile dell' operato degli agenti. Sempre per i fatti del G8 il gip Daniela Faraggi ha incaricato oggi il medico legale Marco Salvi di eseguire una perizia sull'agente romano Massimiliano Di Bernardini per appurare se puo' partecipare al processo a suo carico. Di Bernardini infatti e' imputato per i fatti avvenuti nella scuola Diaz, tra cui il ritrovamento delle due bottiglie molotov, ma la sua posizione venne stralciata dall' udienza preliminare, in cui doveva venire deciso l' eventuale rinvio a giudizio, perche' era finito in coma in seguito ad un incidente stradale. Il 6 aprile iniziera' il processo a carico di 28 poliziotti, accusati per gli episodi avvenuti all' interno delle scuole Diaz e Pertini, a vario titolo, di falso, calunnia, lesioni gravi, furto, e danneggiamenti.

Poliziotto indagato “La parola d’ordine era: repressione. Nulla si muove che il politico non voglia”

''Il G8 di Genova ha significato un cambiamento di 360 gradi nei comportamenti della polizia, soprattutto in tema di ordine pubblico: mentre la parola d' ordine dal 1981, da quando cioe' vi fu la smilitarizzazione e la sindacalizzazione della polizia, e' stata prevenzione, la sensazione che invece durante il G8 la parola d' ordine fosse repressione era abbastanza netta''. Lo ha affermato Aldo Tarascio, poliziotto e sindacalista del Silp, indagato per abuso di autorita' per i fatti accaduti a Genova nella caserma di Bolzaneto, in un' intervista in onda nel corso di 'Controcorrente', su Sky TG24 alle 22.35. ''Quando non ero ancora indagato - ha spiegato Tarascio - dissi che nulla si muove in ordine pubblico che il politico non sappia o non voglia. A Genova si dovevano ottenere probabilmente determinati obiettivi, determinati risultati. Non si capisce la ratio di tante cose fatte e decise''. Per esempio, ha aggiunto, ''si sapeva benissimo quale era il capo dei black bloc, ma si e' intervenuti soltanto il sabato pomeriggio, quando poi se ne erano andati via tutti''. Il sindacalista del Silp Aldo Tarascio ha poi precisato in serata alle agenzie di aver detto nell' intervista rilasciata a ''Controcorrente'' che ''si sapeva benissimo quale era il campo (e non il 'capo') dei black bloc''. ''Con quella dichiarazione - ha aggiunto - intendevo dire che ho sentito sostenere pubblicamente dalla cronaca successiva agli eventi che si conosceva l' ubicazione del campo dei black bloc''. Tarascio ha poi sottolineato: ''Preciso comunque che non ho e non avevo alcuna notizia diretta di questa conoscenza da parte delle autorita' competenti ne' durante gli eventi ne' dopo, ma ribadisco che ne ho appreso notizia da pubbliche dichiarazioni, riportate dalla cronaca, di esponenti politici, successivamente ai fatti''.

 

Le altre notizie di cronaca

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © 2005 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

ShinyStat

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti