Agnoletto rivela che Masotti sapeva di fare una violazione
26/02 ''Forse sarebbe opportuno che almeno da adesso al 4 aprile,
in vista delle elezioni regionali, tutti gli esponenti della sinistra
si rifiutassero di offrire copertura a "Punto e a capo"
''. Lo dice in un'intervista a L'UNITA' Vittorio Agnoletto. ''L'altra
sera - continua il parlamentare europeo di Rifondazione comunista
- sono rientrato da Strasburgo e ho saputo dall'ufficio stampa della
Rai che nella puntata in programma sarebbero andati in onda documenti
"top secret" del processo di Cosenza. Ho parlato con Masotti,
mi ha precisato che si trattava di due intercettazioni. Era assolutamente
consapevole del fatto che non poteva utilizzare quel materiale, prima
della conclusione del processo d'appello, ma mi ha detto che se ne
infischiava: "so che è una violazione, ma faccio il giornalista".
Gli ho detto che non condividevo il fatto che venissero prodotte prove
senza dare la parola agli imputati e che non avrei partecipato alla
trasmissione''. (...) ''Avrei ritenuto opportuno che nessun parlamentare
della sinistra si presentasse - continua il portavoce del Genoa Social
Forum -, per evitare di fornire una sbiadita legittimazione a una
trasmissione faziosa e unidirezionale. Da casa ho seguito la trasmissione
e ho visto un susseguirsi di spezzoni di filmati, tagliati e ricuciti,
in modo da costruire un prodotto mediatico aggressivo e mistificatorio,
funzionale a una tesi precostituita. Ovvero la contiguita' tra il
movimento sceso in piazza a Genova e i Black Bloc. La tesi di un movimento
allenato alla guerriglia. Anche le intercettazioni telefoniche sono
state riprodotte con la stessa tecnica del taglia e cuci, per riscrivere
arbitrariamente la storia di cio' che e' successo a Genova''. '''E'
evidente che quella trasmissione e' stata preparata come una trappola
- conclude Agnoletto -, col duplice obiettivo di influenzare il processo
in corso a Cosenza e soprattutto per far apparire come una montatura
il processo genovese per Bolzaneto. Sicuramente possiamo rivolgerci
alla commissione di vigilanza della Rai, al garante per la privacy
(che e' stata violata) o ricorrere alla Corte europea di Strasburgo.
Ma credo che l'azione più immediata ed efficiente sia quella
di non partecipare a quella trasmissione: la sinistra non dia alibi
a una par condicio palesemente violata''.
Masotti ribadisce “No ho dato
nessuna intercettazione di parlamentari”
''Non ho dato intercettazioni di parlamentari''. Cosi' Giovanni Masotti,
conduttore di ''Punto e a capo'', replica all'articolo di Carlo Nordio
sul ''Messaggero'' di oggi. ''L'articolo -spiega Masotti- parte dal
presupposto che io abbia dato, nel corso della puntata di giovedi'
scorso, intercettazioni di parlamentari. Ho fatto ascoltare tre intercettazioni:
due telefonate nelle quali c'erano Casarini e Caruso e una dove c'era
una persona anonima, probabilmente un cronista, e Caruso. L'analisi
di Nordio, come sempre rigorosissima, parte pero' da un assunto che
non e' vero''. Masotti replica poi anche ad un'intervista di Vittorio
Agnoletto sull''Unita'': ''E' vero che mi ha chiamato al telefono
prima della trasmissione -dice Masotti- e mi ha mandato il fax che
ho poi letto in diretta. Ma non mi sarei mai permesso di dirgli che
me ne infischiavo delle violazioni nelle quali sarei potuto incorrere.
Ho detto che sapevo che avrei potuto incorrere in una violazione ma
ritenevo che il materiale fosse talmente forte, interessante e ultraverificato
che, come giornalista, non mi sentivo di non darlo. Non ho mai detto
'me ne infischio', linguaggio che non mi appartiene''. ''Peraltro
-conclude Masotti- in quell'occasione ho avvertito Agnoletto per correttezza
che sulla 'Gazzetta del sud' era uscito un articolo che lo riguardava
sul rinvio del processo ai No global a Cosenza e nel titolo era scritto
che erano state intercettate conversazioni tra Casarini e Agnoletto
del 20 luglio 2001. E l'ho avvertito che, riguardando lui, non avrebbe
fatto parte del mio programma perche' non apparteneva al materiale
in mio possesso''.
Muhlbauer “Cosa hanno ordinato
Scaloja e Fini durante il G8 di Genova?
26/02 Cosa hanno ordinato Scajola, Fini, il capo della polizia e
il comandante dei carabinieri durante il G8 di Genova?: secondo Luciano
Muhlbauer, che fu tra gli organizzatori del Genoa Social Forum, e'
questa una delle domande a cui si dovrebbe cercare una risposta ''nelle
piazze e perche' no anche nei salotti televisivi''. L'invito arriva
dopo le polemiche per la puntata di 'Punto e a capo' sul G8. Una trasmissione
che, secondo Muhlbauer (candidato del Prc alle prossime regionali
in Lombardia), e' stata ''il rilancio in grande stile di una campagna
di revisionismo storico in tempo reale''. Per questo, a suo dire,
''e' ora di di lasciare meno soli quanti hanno continuato a battersi
a Genova, ogni giorno, per la verita' e la giustizia''. ''In quei
giorni di luglio del 2001 - prosegue Muhlbauer - cosa hanno deciso,
fatto e ordinato Scajola e Fini, il capo della polizia e il comandante
dei carabinieri? Queste sono le domande importanti che vogliono espellere
dai tribunali e dalla politica''. ''Riprendiamole noi queste domande
nelle piazze, nei tribunali, nelle istituzioni e, perche' no, nei
salotti televisivi''. "Il salotto di Masotti, l’allucinante
processo di Cosenza o quelli per "saccheggio e devastazione"
di Genova, lo stesso insabbiamento dell’omicidio di Carlo Giuliani
- ha aggiunto-, sono tasselli di un teorema politico-giudiziario che
intende rovesciare la verita' su quei giorni di Genova. A pagare il
prezzo nelle aule di tribunale dovrebbe essere qualche centinaio di
"no global", vittime sacrificali di un’operazione
politica che vuole cancellare l’unico fatto nuovo di questi
anni, cioe' l’emergenza di quei movimenti sociali, fatti di
milioni di uomini e donne e portatori di una nuova alternativa possibile".
Caruso: “La trasmissione Punto
e a capo uno squallido spot elettorale del centrodestra”
''La trasmissione 'Punto e a capo' e' stato uno squallido spot elettorale
del centrodestra''. Lo ha detto a Napoli, a margine di una manifestazione
nel quartiere di Scampia, il leader dei Disobbedienti, Francesco Caruso,
commentando il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche trasmesse
durante la trasmissione di Rai Due in onda giovedi' scorso. ''Tra
l'altro - ha aggiunto Caruso - non si capisce quale sia lo scoop trasmesso
attraverso del materiale defraudato dal fascicolo dell'inchiesta di
Cosenza. Quello che diciamo nelle intercettazioni trasmesse e' quanto
abbiamo sempre rivendicato prima, durante e dopo Genova - ha concluso
- e cioe' la violazione della zona rossa come azione legittima di
riappropriazione di un pezzo di territorio sequestrato, all'epoca
,dagli otto grandi del pianeta terra''.
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