HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo


Cronaca
Speciale Processo NoGlobal

 


La trasmissione “Punto a capo” ha mandato in onda le intercettazioni telefoniche del processo di Cosenza sui noglobal. Polemiche e querele

24/02 Stralci di intercettazioni telefoniche tra il leader delle Tute bianche, Luca Casarini, ed il leader dei disobbedienti di Napoli, Francesco Caruso, agli atti del processo in corso a Cosenza nel quale sono imputati insieme ad altri 11 appartenenti al movimento no global con l' accusa di associazione sovversiva, sono stati trasmessi dalla trasmissione ''Punto e a capo'', in onda su Raidue, che ne ha diffuso la trascrizione. Si tratterebbe di conversazioni intercettate nei giorni antecedenti al vertice del G8 svoltosi a Genova dal 20 al 22 luglio 2001, in cui si parla della presenza dei black block allo stadio Gaslini e dell' organizzazione delle manifestazioni. Circostanze che erano emerse in occasione della richiesta di rinvio a giudizio, formulata dal sostituto procuratore Domenico Fiordalisi il 31 marzo 2004, e che secondo l' accusa costituiscono la prova che il gruppo aveva organizzato gli incidenti che poi si verificarono a Genova. Nel colloquio telefonico tra Casarini, Caruso e un tale Pietro, delle 23.48 del 16 luglio, si parla della presenza dei black block. E' Caruso a dirlo a Pietro: ''Ci stanno i black block, svedesi, inglesi che vogliono fare come Goteborg, cioe' vogliono fare una cosa assieme sul livello della disobbedienza ...''. Pietro chiede quindi di parlare con Casarini e gli dice ''so che vi state divertendo la' eh?''. ''E' na' bomba sto posto'' risponde Casarini. Nel colloquio con un giornalista, delle 17.46 del 18 luglio, invece, Caruso parla della violazione della zona rossa. ''Se quelli attaccano prima'' dice il giornalista e Caruso risponde ''non cambia il risultato, significa che dovremmo... . Significa che dovremmo superare prima degli altri muri, l' abbiamo preventivato. Cioe' che c' era prima un muro che e' fatto appunto ... che costa 24 milioni al mese senza gli straordinari, che e' fatto coi manganelli, coi caschi''. Sempre a proposito della violazione della zona rossa, Casarini, parlando con Caruso (conversazione intercettata alle 16.12 del 12 luglio) afferma, tra l' altro: ''Sappiamo questa volta, non e' possibile fare un discorso semplicemente simbolico tra virgolette, cioe' qui stavolta bisogna sfondarla la zona rossa, per cui questo presuppone tutta una serie di elementi voglio dire certamente concreti no anche cioe' reggere cari... o insomma una roba impegnativa per chi ha paura ... non per chi ha paura, chi non e' abituato. Come io gli ho continuato a dire guardate che comunque non e' che con la tuta bianca o senza tuta bianca questo cambia. Io credo che invece sia un problema di assunzione politica delle pratiche. Cioe' voglio dire che tutti quelli che fanno il blocco insieme si assumono, ognuno di loro, si assume il fatto di reggere con i livelli stabiliti, cioe' con la disobbedienza civile fatta in quella maniera li'''. Agli atti dell' inchiesta c' e' anche un messaggio di posta elettronica inviato da ''grilloparlante'' nel quale si afferma che a ''Genova sono stati piu' i non BB a spaccare che i BB''.
Nel corso della puntata di 'Punto e a Capo' è stata mostrata anche una e-mail con cui un militante scrive ad un forum del movimento per sottolineare che ''a Genova sono stati piu' i non BB a spaccare che i BB. Io sono partito da piazza De Novi dove c'erano i BB che hanno spaccato le vetrine della banca (azione stupenda!) ma poi il corteo ha continuato da solo inseguito dalla polizia e dal resto degli sbirri ed ha distrutto nel tentativo di ritorno al campeggio tutte le banche e quello che gli veniva sotto tiro e non c'era un solo BB''.

Gilulietti (DS) : “Cattaneo spieghi le violazioni”

''La trasmissione 'Punto a capo' di questa sera ha violato tutte le disposizioni della Commissione parlamentare di vigilanza in materia di informazione giudiziaria in tv''. Lo ha detto Giuseppe Giulietti, capogruppo Ds in Commissione di Vigilanza Rai, commentando in una nota il servizio di questa sera sui fatti del G8 di Genova. ''Se un simile trattamento fosse stato riservato al processo per gli eventuali fondi neri di Mediaset sarebbero state chieste ed ottenute le dimissioni di Cattaneo. Restiamo in attesa -conclude il parlamentare- di conoscere le giustificazioni di Cattaneo''.

Agnoletto “la legge vieta la diffusione di materiale d'indagine”

"Non condivido e non mi sono mai arreso all'idea che i processi, prima ancora che in tribunale, si svolgano negli studi televisivi". E' quanto scrive Vittorio Agnoletto a Giovanni Masotti, conduttore della trasmissione di Rai 2 "Punto e a capo". "Ho appreso che, nella giornata di ieri, un'agenzia giornalistica avrebbe annunciato che nella trasmissione odierna da lei condotta sarebbero stati presentati "gli elementi top secret su cui si fonda l'accusa ai disobbedienti sotto processo a Cosenza per i fatti del G8 di Genova". Nel successivo colloquio telefonico intercorso tra di noi nel pomeriggio lei mi ha confermato l'intenzione di trasmettere due intercettazioni telefoniche, oltre ad altro materiale video". Sottolineando che la legge vieta la diffusione di materiale depositato in sede di indagine prima che sia giunto a conclusione il processo di appello, Agnolotto prosegue: "Non condivido che in uno studio televisivo vengano prodotte delle prove dell'accusa senza che sia data agli imputati la possibilita' di difendersi in una situazione di par condicio. Le chiedo quindi la garanzia che nel dibattito di stasera, nulla di tutto cio' si verifichi. Nel caso in cui fossero confermate le vostre intenzioni, saro' costretto a declinare il vostro invito".

Cento (Verdi) “Il movimento non si processa in televisone”

''Le presunte rivelazioni trasmesse nella trasmissione 'Punto e a capo' sono fatti 'arcinoti' che non aggiungono e non tolgono nulla a quelle giornate di Genova''. Lo sottolinea il vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera Paolo Cento (Verdi), secondo il quale ''sarebbe piuttosto utile una trasmissione dove Fini, Ascierto e gli altri parlamentari di An spieghino perche' hanno trascorso, impropriamente, tutta la giornata del 20 luglio, culminata con l'assassinio di Carlo Giuliani, nelle sale operative delle forze dell'ordine di Genova''. A giudizio di Cento ''non e' accettabile insomma che mentre il governo si oppone ad una commissione di inchiesta vengano svolti in tv processi ai movimenti: e' un tentativo insopportabile di capovolgere responsabilita' e fatti del G8''.

Caruso: “Domani quereliamo”

Il leader dei No global napoletani Francesco Caruso preannuncia una querela e chiama in causa il pm Fiordalisi per la diffusione di intercettazioni che andranno in onda stasera nella trasmissione 'Punto e a Capo' su Raidue. Intercettazioni che, osserva Caruso, altre procure hanno già archiviato. ''Sono intercettazioni -spiega Caruso- effettuate dalla Procura di Napoli che ha disposto l'archiviazione non ravvisandosi alcun reato. La Procura di Genova chiese l'acquisizione delle registrazioni e anche loro le hanno archiviate. Il nostro biografo dott. Fiordalisi ha girato nei cestini dei rifiuti delle varie Procure raccattando e assemblando questo materiale. Abbiamo già denunciato -ha aggiunto Caruso- questa montatura giudiziaria''. ''Trovo alquanto inquietante -aggiunge Caruso- che la televisione pubblica si occupi e dia risalto a questo obrobrio giudiziario che non ha nè testa nè coda. Non vorrei che l'ufficio del pm Fiordalisi si sia preoccupato di divulgare illegalmente, visto che non c'è ancora stata l'acquisizione delle fonti di prova da parte del presidente della Corte, le intercettazioni per farsi un pò di pubblicità visto che dal punto di vista giudiziario l'inchiesta è un disastro. Stasera vediamo il programma e domani quereliamo''.

Articolo 21: “A ‘Punto a capo’ violate norme informazione democratica sui fatti del G8

''Questa sera su Raidue, il vice direttore Giovanni Masotti, ha dato vita ad una ennesima clamorosa violazione delle regole del gioco dell'informazione democratica''. Cosi' l'associazione Articolo 21 interviene sulla trasmissione ''Punto a capo'' in onda questa sera. ''Con la consueta arroganza, e il solito Gasparri come ospite, e con l'unico obiettivo di dimostrare che la sinistra convive ancora con i violenti -si precisa in una nota- e' stato allestito un processo in diretta ad alcuni leader dei no-global per i fatti del G8 di Genova, utilizzando intercettazioni telefoniche e filmati di sorveglianza''. Materiale che -secondo Articolo 21- risultera' di diretta provenienza processuale o forse passato brevi mano alla Rai dai servizi segreti''. Questo -conclude l'associazione- oltre a violare ogni regola sull'informazione televisiva relativa ai processi in atto, crea un precedente che qualcuno potrebbe voler estendere, per esempio, ai processi Sme-Previti o al caso dei fondi neri Fininvest: perche' la Rai non trasmette anche le intercettazione ed i materiali dell'indagine relativi a tale procedimenti?'' .

Il centro sociale Leoncavallo giudica la trasmissione ''Un processo in televisione''.

''Si e' trattato di un processo in televisione - scrive il centro sociale in una nota - con tanto di messa in onda di video e intercettazione telefoniche tra alcuni imputati del processo di Cosenza (ancora in corso) in assenza degli imputati e di qualunque diritto di difesa con il chiaro fine di inquinare il processo in tribunale''. Secondo il Leoncavallo, si e' trattato di una ''inaccettabile informazione di parte'', cosi' di parte ''da dimenticare, nella presunta ricostruzione, l'omicidio di Carlo Giuliani e i massacri della Diaz e di Bolzaneto e le responsabilita' politiche che hanno sovrinteso, anche operativamente, a questi''. ''E' iniziata una lunga campagna elettorale - conclude il Leoncavallo - dove tutto e' lecito, dove la regia di episodi come la trasmissione di stasera e' la stessa delle finte prove alla scuola Diaz e della gestione criminale delle giornate di Genova''.

Memoria d’accusa di 500 pagine per i fatti della caserma Bolzaneto

Una memoria di 500 pagine sara' presentata dalla pubblica accusa all'udienza del 5 marzo, al termine della requisitoria sui fatti di Bolzaneto, avvenuti nel luglio del 2001 durante il G8, per i quali ha gia' chiesto al gup il rinvio a giudizio di 47 indagati tra poliziotti, carabinieri e personale medico. Intanto oggi si e' tenuta la terza udienza preliminare, davanti al gup Maurizio De Matteis, in cui gli avvocati difensori hanno presentato un centinaio di eccezioni sulla legittimazione di numerosi manifestanti e loro familiari costituitisi parti offese. Tra gli altri, il difensore di uno dei cinque medici indagati ha sostenuto che la sua assistita, una dottoressa, deve rispondere solo per i presunti reati avvenuti durante i suoi turni di lavoro e ha chiesto percio' l'esclusione come parti offese di alcune persone passate in infermeria quando il medico era assente. La pubblica accusa ha invece sostenuto che la dottoressa doveva garantire comunque tutti i giorni determinati controlli e non solo durante il suo turno. Il gup si e' riservato di decidere e ha rinviato l'udienza a giovedi' prossimo. I reati contestati ai 47 imputati nelle 161 pagine della richiesta di rinvio a giudizio fatta dai pm del pool G8 sono a vario titolo abuso d'ufficio, violenza privata, abuso di autorita' contro detenuti o arrestati, falso, violazione dell'ordinamento penitenziario e della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo. Tra gli indagati figurano il vicequestore Alessandro Perugini all'epoca numero due della Digos di Genova, il generale della Polizia Penitenziaria Oronzo Doria, all'epoca colonnello, e l'ispettore Biagio Antonio Gugliotta. I medici imputati sono invece Giacomo Toccafondi, Aldo Amenta, Adriana Mazzolesi, Sonia Sciandra e Marilena Zaccardi.

Gli avvocati dei poliziotti: “Violenza preparata”

''Sarebbe stato auspicabile un maggiore coordinamento tra le Procure di Genova e di Cosenza. Noi, infatti, avevamo chiesto che queste trascrizioni fossero acquisite agli atti, ma così non è stato''. E' il commento dell'avvocato Maurizio Mascia, difensore di Spartaco Mortola, capo della Digos e Nando Dominici, capo della Mobile, alle trascrizioni del processo di Cosenza. ''Non mi stupisce - ha continuato l'avvocato - il contenuto delle conversazioni registrate, abbiamo sempre sostenuto che le violenze avvenute non potevano essere semplicemente frutto di prevaricazioni della polizia. Come abbiamo sostenuto che la polizia nell'irrompere nella scuola Diaz ha dovuto far fronte ad atti di resistenza violenta''. ''E' il segreto di pulcinella - sostiene l'avvocato Silvio Romanelli, difensore di Vincenzo Canterini, comandante del I reparto mobile di Roma e dei suoi uomini - che i dimostranti cercassero la violenza e che lo scopo fosse quello di fare scoppiare una sommossa. Non c'è ombra di dubbio, il risultato finale è stato quello voluto. Del resto il comune di Genova aveva ordinato un certo numero di bare, perché i morti erano previsti''.

Palombo (AN) “Piano preordinato per mettere in crisi il Governo”

''E' evidente che, come abbiamo sempre sostenuto, a Genova c'e' stato un trappolone, un piano preordinato per mettere a ferro e fuoco una citta' a mettere in crisi il governo''. Cosi' il senatore di Alleanza nazionale, Mario Palombo, vicepresidente della commissione Difesa del Senato, commenta a caldo le anticipazioni delle intercettazioni telefoniche dei no-global a pochi giorni dal vertice del G8 di Genova del 2001. Senza mezzi termini, Palombo immagina un collegamento tra le azioni dei disobbedienti e il governo in carica. ''Se ci fosse stato un governo Prodi o D'Alema all'apoca dei fatti -chiede- ci sarebbero state quelle violenze? Io dico di no, certo ci sarebbero state manifestazioni, ma mai -assicura- di quella gravita'''. Palombo poi spezza una lancia a favore delle forze dell'ordine. ''E' una cosa vergognosa -sottolinea- mettere sotto processo le forze dell'ordine che, anzi, a Genova sono state anche troppo buone. Non si puo' restare a guardare mentre i no-global devastano una citta'''. Le intercettazioni, ribadisce Palombo, ''confermano quindi che ci trovavamo di fronte a un disegno ben architettato per far degenerare oltre il consentito la situazione a Genova''.

Brutti (DS) “Elementi già noti”

Dalle intercettazioni telefoniche trasmesse nella trasmissione ''Punto e capo'' relative ai fatti accaduti durante il G8 di Genova del 2001 non emerge ''niente di nuovo'' e comunque ''le responsabilità penali vanno accertate e perseguite nei processi, che non vanno fatti in tv''. Lo dice il senatore dei Ds Massimo Brutti. ''Già nell'ordinanza di custodia cautelare relativa al procedimento al quale si fa riferimento -afferma l'esponente della Quercia- c'erano ampi stralci di intercettazioni nelle quali si parlava del G8 e comunque anche nei giorni precedenti a quell'evento c'era chi manifestava pubblicamente la volontà di violare la zona rossa. Qundi in quello che verrà trasmesso questa sera non c'è niente di nuovo''. ''In ogni caso -prosegue Brutti- le responsabilità penali andranno accertate e perseguite, ma questo dovrà avvenire nel processo in un'aula di Tribunale. I processi infatti non si fanno in televisione, questo è un modo di comportarsi che manifesta un garantismo a senso unico. Probabilmente intercettazioni che chiamavano in causa potenti non sarebbero state trasmesse''.

Aliquò “I disordini di Genova erano preordinati”

Le intercettazioni telefoniche tra gli esponenti no global prima del G8 di Genova, trasmesse nella puntata di 'Punto e a Capo' su Raidue, ''danno un'ulteriore conferma, ove ancora ce ne fosse bisogno, del fatto che era ben nota la presenza a Genova di gruppi di Black Block e che questi ultimi erano tutt'altro che avulsi da certe frange, neanche troppo minoritarie, del cosiddetto movimento antagonista'', dice Giovanni Aliquo', segretario nazionale dell'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia. ''Le intercettazioni -continua- confermano poi quello che gia' tutti sapevano e che i rapporti di intelligence dicevano ben prima del G8: vale a dire, che i gravi disordini di Genova erano preordinati. Ricordo bene -continua il segretario nazionale dell'Anfp- i provocatori che avvicinavano ai reparti schierati, recitando litanie di insulti e di stereotipi all'indirizzo dei poliziotti e dei carabinieri. Anche in questo caso il tempo e' stato galantuomo''

SAP: “C’era evidentemente un clima di scontro”

''Che si cercasse lo scontro con le forze dell'ordine era chiaro fin dal primo momento. Quelle telefonate sono solo la conferma del clima che si avvertiva in quei giorni''. Filippo Saltamartini, segretario generale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia), commenta cosi' le intercettazioni telefoniche tra esponenti dei no global che saranno trasmesse nel corso del programma 'Punto e a Capo' su Raidue. ''Mezzi e strutture delle forze di polizia -prosegue- furono attaccatI dai manifestanti, la presenza dei Black Block a Genova era nota all'interno del movimento. In una situazione del genere si puo' comprendere la difficolta' che le forze dell'ordine incontrarono per isolare i violenti da chi voleva manifestare pacificamente''.

Le altre notizie di cronaca

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © 2005 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

ShinyStat

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti