Montezemolo striglia il sistema
Italia, dalla politica, ai sindacati alle banche. “Bisogna reagire”.
Soddisfazione del Presidente di Assindustria Cosenza, De Rango:“Sconti
per nessuno”
26/05 Una requisitoria, dura, fredda inflessibile, che non lascia
fuori nessuno esente da colpe. Per prima la politica che pensa ai
voti e si dimentica dei problemi del paese. Un accusa bipartizan che
non fa distinzione di parte. “Con il paese in recessione e non
ci sono piu' scorciatoie possibili da percorrere per rilanciare un'economia
ferma. Il tempo e' scaduto e dopo i ripetuti allarmi inascolati, il
Governo e la politica devono ormai compiere scelte, urgenti, coraggiose
e anche impopolari senza farsi condizionare dall'appuntamento elettorale
del prossimo anno”. E' un monito forte e non si salva nessuno,
nemmeno il sistema delle banche. Luca Cordero di Montezemolo all'assemblea
generale di Confindustria va goù duro per sottolineare il momento
troppo negativo dell’economia italiana. Un j'accuse che rivolge
in prima battuta all'esecutivo ma anche ai sindacati, 'rei' di aver
perso l'occasione di un ritrovato dialogo con gli industriali per
quello 'scatto condiviso' adeguato all'emergenza economica, e di aver
ceduto alla tentazione di piattaforme contrattuali''al di fuori di
ogni compatibilita'. Senza rendersi conto che ''i maggiori salari
di oggi sarebbero solo l'anticipo di futuri licenziamenti''. Ma Montezemolo
continua a rifiutare la ''retorica del declino'' convinto di una possibile
''rinvicita'' a condizione che ''il paese si riunisca in un grande
spirito di ricostruzione'' che coinvolga, scuola, ricerca, infrastrutture,
concorrenza e semplificazione burocratica.
''L'economia italiana attraversa la stagione piu' difficile dal dopoguerra.
Confindustria aveva invano lanciato l'allarme diversi mesi fa ma molti
hanno voluto negare l'evidenza ed oggi siamo in recessione'', dice
dal palco. E avverte, alla luce dell'ultimo tavolo di confronto con
il governo e nell'imminenza di scelte economiche e fiscali:''Basta
con i rinvii, e' l'ora delle scelte urgenti, coraggiose, probabilmente
impopolari.In questi casi ilconsenso segue e non precede le azioni.
Non si possono accontentare tutti''. Tanto meno gli interventi che
attendono il paese possono essere condizionati dall'appuntamento elettorale:
''alla maggioranza e all'opposizione dico: togliete la testa dalle
urne elettoriali. Fate scelte di rigore e orientate allo sviluppo
e alla competivitia' internazionali che sono le chiavi del nostro
futuro'', dice Montezemolo incassando uno dei tanti lunghi applausi
della platea.E ancora, incalza: ''per ricostruire l'Italia ci vuole
una guida politica e istituzionale, una classe politica con ambizione
di futuro e competenze elevate, con grande senso dello stato''. Ma,
annota, ''temo che questa classe dirigente oggi non si renda conto
della drammatica situazione''. E in quest'opera di ricostruzione occorre
anche superare la logica del ''distruggere tutto quello che ha fatto
il governo precedente per poi avviare il proprio programma''. Perche'
se ''si perde tempo a distruggere non ci sara' poi il tempo per ricostruire''.
''Basta quindi, con riforme tese solo a cambiare il nome del ministro
che le propone. Basta con le scuse sull'eredita' lasciate dalle amministrazioni
precedenti'', dice. Giochi lontani dagli industriali che non si attardano
''in sterili lamenti'' ma si sono invece gia' rimboccati le maniche.
Ma da soli non puo' bastare. ''Lontana e' da noi l'idea che debba
esserci qualcuno o un centro che programmi e diriga le azioni dei
singoli. Il nostro futuro e' anche il prodotto di cio' che la classe
dirigente sapra' fare emergere oggi'', dice Montezemolo all'indirizzo
del premier che nei giorni scorsi li aveva sollecitati a ''fare anche
da soli''. Non si puo', quindi, andare avanti completamente soli ma
non si puo' neanche fare '' come i polli di Renzo che si beccavano
ferocemente mentre venivano portati al macello. Noi non vogliamo andare
al macello'', e' l'avvertimento che lancia a Cgil, Cisl e Uil con
i quali il ritrovato dialogo si e' arenato per la mancanza di ''una
linea unitaria e realistica in materia di relazioni industriali''
ed ''un anno e' trascorso senza risultati concreti''. E invece, la
recessione impone di spostare la partita da un terreno contrattuale
ad un confronto di piu' ampio respiro, ''un confronto di merito e
spirito costruttivo''. Serve, in una parola, per Montezemolo, ''rifondare
un nuovo modello di relazioni sindacali per sviluppare in maniera
moderna il valore dell'impresa e del lavoro''. E' per questo che Confindustria
respinge al mittente ''quelle piattaforme rivendicative al di fuori
di ogni compatibilita' e che pretendono di stravolgere unilateralmente
le regole del gioco''.
Non capire questa emergenza vuol dire spianare la strada ai licenziamenti:''dobbiamo
contribuire insieme a far crescere la competivitia' delle imprese
altrimenti i maggiori salari sarebbero solo l'anticipo di futuri licenziamenti''.
''Scusate la brutalita' - riconosce Montezemolo- ma occorre parlare
chiaro''. Il costo del lavoro, infatti, ormai ha ormai raggiunto un
peso insopportabile se confrontato anche solo con quello europeo.
''Cosi' non si puo' continuare . Senza scelte immediate e coraggiose
il divario tenede ad allargarsi'', ammonisce Montezemolo che torna
a chiedere con forza, insieme a tutti gli imprenditori presenti in
sala che lo applaudono nuovamente, il taglio dell'Irap sul lavoro.
''E non per fare maggiori profitti ma per essere piu' competivi, per
investire di piu' anche in ricerca e sviluppo'', spiega ancora avvertendo
pero' al tempo stesso il governo che questa operazione ''urgente''
va fatta ''senza pregiudicare i conti dello Stato. Non sta a noi dove
tagliare la spesa pubblica per trovare le risorse necessarie alla
competitivita'. Ma certo sappiamo che lo spazio esiste''. A salire
sul banco degli imputati, insieme a governo e ai sindacati, sono anche
le banche. Il leader degli industriali ha duramente stigmatizzato
le ultimi vicende del 'risiko' bancario che coinvolgono Bnl e Antonveneta.
''Non e' stato un bello spettacolo. Si e' scatenata una malintesa
battaglia per l'italianita' delle banche, fatta di dichiarazioni intempestive
da parte di politiciitaliani e non solo, in occasione delle offerte
pubbliche di acquisto su due banche nazionali''. ''Ne sono seguito
incontri -ha detto Montezemolo- piu' o meno riservati presso le autorita',
manovre incrociate, emersione di nuovi soggetti e di capitali misteriosi,
rastrellamenti di azioni sul mercato, scalate clandestine, sospetti
e accuse di insider trading, denunce di azioni di concerto, interventi
della magistratura. Niente di piu' lontano da produzione e lavoro''.
Uno spettacolo che mostra a chiare lettere come siano necessarie ''le
regole e le autorita' capacidi farle rispettare'' e ''con autorita'
profesisonali e indipendenti si garantisce la correttezza del mercato''.
De Rango: “Da Montezemolo
un forte richiamo alla classe politica”
26/05 Grande partecipazione da parte degli industriali cosentini
all'Assemblea nazionale di Confindustria. La delegazione, guidata
dal Presidente Raffaele De Rango, è risultata composta da Pina
Amarelli, Pinuccio Alia, Aldo Algieri, Fausto Aquino, Enzo Barbieri,
Aldo Bonifati, Natale Braile, Sarino Branda, Pino Citrigno, Alessandro
De Rango, Umberto De Rose, Enzo Paolini, Renato Pastore, Monica Perri.
“Una relazione forte e senza sconti per nessuno - è quanto
ha dichiarato il Presidente De Rango commentando a caldo l'intervento
del Presidente di Confindustria Montezemolo - che ha toccato tutti
i temi cari al mondo delle imprese. Forte il richiamo alla classe
politica alla quale ha raccomandato l'assunzione di responsabilità
nel prendere decisioni senza smarrirsi in laceranti dispute sul perimetro
degli schieramenti sia nel centrodestra che nel centrosinistra”.
A De Rango è piaciuto il richiamo al Sud fatto da Montezemolo
“che rimane più che mai centrale e tale deve essere considerato
da ogni parte politica” e perchè ha affermato che “in
questa direzione si può fare molto, avviando le infrastrutture
che mancano, puntando sulla fiscalità di vantaggio e potenziando
il turismo integrandolo con la cultura industriale, della ricerca
e dell'innovazione”.
Su invito del Presidente De Rango ha partecipato all'assemblea anche
il Sindaco del comune di Cosenza Eva Catizone che ha parlato di “realismo
della relazione del Presidente Montezemolo perchè ha saputo
tracciare con prudenza e vigore il momento di forte preoccupazione”.
Grande stupore ha registrato il Sindaco per il comportamento scostante
del Presidente del Consiglio Berlusconi nei confronti dei vertici
di Viale dell'Astronomia.
I commenti e le reazioni
La cappa della recessione, che aleggia all'Auditorium della Musica,
pesa anche sul basso profilo scelto dal Premier. Poche parole,invece
del tradizionale intervento, dal presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, apparso piuttosto scuro in volto. ''Sono
profondamente convinto che c'e' la possibilita' per tutti noi di uscire
da questa situazione difficile. Occorre che ci crediamo, che ci lavoriamo
insieme, che ci impegnamo insieme. Abbiamo superato situazioni piu'
difficili. Ce la faremo anche questa volta. Auguri a tutti'', si limita
a dire dal palco.
E se Berlusconi non replica, esce decisamente fuori dal coro il ministro
degli esteri, Gianfranco Fini. Quella di Montezemolo,
affonda il presidente di An, e' ''un'analisi viziata da interessi
di parte''. E il giudizio, chiarisce Fini, sarebbe stato diverso ''se
Montezemolo avesse speso qualche parola per ricordare delle miopie
e delle reticenze da parte delle imprese''. E questo perche' ''Montezemolo
e' troppo intelligente per non sapere che in una condizione economica
cosi' difficile Confindustria ha la sua quota di responsabilita'''.
Per il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, quella del presidente
di Confindustria e' ''una relazione eccellente''. Una valutazione
che, tiene a sottolineare il ministro, e' espressa ''senza retorica''.
Anche dal segretario dell'Udc, Marco Follini, arriva
un giudizio positivo. ''Condivido e apprezzo la relazione di Montezemolo.
Data la situazione del Paese, una certa severita' era inevitabile
e prima ancora doverosa'', argomenta il leader centrista, parlando
di un ''ragionamento a modo, un pezzo dell'esame di coscienza che
questo paese deve fare''.
Diametralmente opposti i toni scelti dal ministro per le Riforme Costituzionali,
Roberto Calderoli. ''Nulla di nuovo sotto il sole.
Montezemolo si propone come statista ma si rivela sempre statalista,
cioe' sempre pronto a richiedere aiuti di Stato'', contesta l'esponente
leghista, osservando che il presidente di viale dell'Astronomia ''evita
accuratamente di parlare delle delocalizzazioni degli anni passati,
del debito pubblico e di chi lo ha incentivato girando montagne di
soldi pubblici alle grandi aziende degli amici degli amici, dimenticandosi
della piccola e media impresa, la spina dorsale del Paese, della cassa
integrazione usata con ben altre finalita' che quella di ammortizzatore
sociale''.
Quella
compiuta da Montezemolo, con una relazione ''bellissima'', e' per
il leader dell'Unione Romano Prodi una vera e propria operazione verita'.
Montezemolo , spiega Prodi, ''non ha nascosto nessuno
dei problemi del paese e ha delineato soluzioni forti: mi trova consapevole
delle grandi difficolta' che abbiamo e concorde sulla diagnosi''.
A rimarcare la vicinanza tra le tesi e le proposte di Montezemolo
e quelle del centrosinistra e' anche il segretario dei Ds, Piero Fassino.
Dal presidente di Confindustria, sottolinea, e' arrivata ''una relazione
molto condivisibile, una denuncia allarmata della situazione economica
del Paese, ma che al tempo stesso contiene anche delle indicazioni
per come uscirne''. Per questo, insiste il leader della Quercia, ''ho
registrato una ampia convergenza tra le proposte avanzate nella relazione
del presidente della Confindustria ele proposte che da tempo avanza
il centrosinistra''.
Parla di ''un intervento chiaro e coraggioso, convincente e per molti
versi condivisibile'' il leader della Margherita, Francesco Rutelli.
''Condivido l'analisi fatta e in particolare il riferimento alle critiche
sulle rendite speculative e l'appello a far crescere il paese puntando
sulla produzione e sul lavoro'', aggiunge Rutelli.
Sono reazioni in chiaro-scuro quelle dei sindacati che respingono
al mittente i rilievi mossi da Montezemolo sulla questione contrattuale
ma accettano la sfida del confronto. Anche se il segretario generale
della Cgil, Gugliemo Epifani, considera nel complesso
un ''passo indietro'' la relazione di Montezemolo nella parte che
riguarda le condizioni di chi lavora, quasi che ''l'impresa non avesse
responsabilita''. E anche sul piano del dialogo, il leader della Cgil
chiarisce: ''non e' un problema di essere pronti o meno, ma di cosa
si vuole fare. Noi sappiamo cosa vogliamo e dove vogliamo andare.
Ma non e' chiaro se questo corrisponde a quello che vuole Confindustria''.
Meno scettico il numero uno della Cisl, Savino Pezzotta.
''La Cisl e' pronta a raccogliere la sfida di una rifondazione delle
relazioni sindacali. Ma anche Confindustria deve mostrare piu' coraggio,
perche' quando si avvia un percorso lo si porta a termine'', spiega,
osservando che ''l'orientamento di fondo non e' negativo. Anzi, puo'
essere stimolante, e' una sfida che intendiamo cogliere''. Un'impostazione
condivisa anche dal segretario generale della Uil, Luigi Angeletti,
che sottolinea anche come ''sui contratti Montezemolo ha torto e non
e' affatto condivisibile''. Al contrario, Angeletti
e' d'accordo con Montezemolo sulle ricette fiscali: ''mi e' piaciuta
soprattutto la parte sul fisco, sulla necessita' di spostare il carico
fiscale dal lavoro. E' quello che pensiamo noi''.
Montezemolo un anno dopo. A Confronto
le relazioni 2004 e 2005
A distanza di 12 mesi dal suo insediamento, il presidente di Confindustria
torna a fare i conti con Governo, sindacati e banche, controparti
del mondo delle imprese che, un anno fa, nella sua prima assemblea
da presidente, aveva chiamato a raccolta per ''fare squadra'' ed uscire
dalle nebbie di una situazione economia gia' critica. Dopo un anno
di leadership dell'associazione degli imprenditori, Montezemolo ha
scelto ancora una volta la via dell'apertura. Ma nel suo intervento
di oggi non ha voluto nascondere i problemi che ancora oggi rimangono
e condizionano il rapporto delle imprese con la politica, con i sindacati
e con il mondo del credito.
LA SITUAZIONE ECONOMICA
- NEL 2004: Esaminando una situazione economica gia' critica, lo scorso
anno Montezemolo si era limitato a poche e concrete richieste al Governo:
tagliare l'Irap sulla ricerca, puntare sull'innovazione, attivare
incentivi per imprese e Mezzogiorno, valutare i rischi del federalismo.
- NEL 2005: Oggi, alla luce di un quadro macro-economico ancora piu'
pesante, con gli allarmi recessione che piovono sull'economia italiana
dai maggiori organismI internazionali, il numero uno di viale dell'Astronomia
punta su scelte ambiziose, anche se magari impopolari. ''Servono scelte
urgenti - ha detto oggi - coraggiose, probabilmente impopolari, ma
che sappiano fronteggiare l'emergenza''. L'Italia ha bisogno di ''una
politica alta'', di ''recuperare un grande senso dello Stato''. Preoccupato
che quest'ultima fase di legislatura scivoli in una lunga campagna
elettorale, Montezemolo avverte: ''a maggioranza e opposizione dico:
togliete la testa dalle urne elettorali''. Una richiesta concreta
al Governo pero', Montezemolo l'ha fatta. Quella di ''cominciare seriamente
a pensare'' di spostare il carico fiscale dall'imposizione diretta
a quella indiretta.
I SINDACATI
- NEL 2004: L'anno scorso quella verso i sindacati era stata l'apertura
che maggiormente sembrava dover caratterizzare l'era confindustriale
di Montezemolo. ''Tutti insieme chiudiamo la stagione dei dissidi
e delle incomprensioni. Una stagione che non ci appartiene'', aveva
detto un anno fa. ''Abbiamo molto lavoro da fare insieme - aveva esortato
rivolgendosi ai leader di Cgil, Cisl e Uil - Ed il mio invito e' quello
di cominciare da subito''.
- NEL 2005: Dopo 12 mesi, anche in questo caso, Montezemolo non demorde
e rilancia: ''devo dire con rammarico che, al di la' delle buone intenzioni,
un anno e' trascorso senza risultati concreti'', ma bisogna ricominciare
a dialogare perche' ''e' arrivato il momento di rifondare le relazioni
sindacali''. E cio' nonostante per Confindustria il rinnovo dei contratti
degli statali non debba ''costare sacrifici alle finanze pubbliche
senza migliorare i servizi resi'' e quelli privati non possano partire
da ''piattaforme rivendicative al di fuori di ogni compatibilita'
e che pretendono di stravolgere unilateralmente le regole del gioco''.
LE BANCHE
- NEL 2004: Quello fatto da Montezemolo alle banche nel 2004, fu un
vero e proprio invito a sostenere la crescita delle aziende, ad esserne
vere partner. ''Dobbiamo fare tutti un passo avanti'', aveva detto
rivolgendosi ai banchieri presenti all'Assemblea, perche' ''senza
finanza moderna le imprese non crescono, senza crescita delle imprese
la finanza resta antiquata''.
- NEL 2005: Oggi, senza nulla togliere alla spinta collaborativa di
allora, il presidente di Confindustria non ha potuto esimersi dal
soffermarsi su cio' che sta accadendo nel mondo del credito italiano.
E riferendosi alle due partite in atto su Bnl e Antonveneta non ha
certo pesato le parole. ''Non e' stato un bello spettacolo - ha detto
- Non ci abbiamo guadagnato nulla''. ''Si e' scatenata una malintesa
battaglia per l'italianita' delle banche - ha rincarato - I fatti
di queste settimane ci dicono che sono necessarie le regole e le autorita'
capaci di farle rispettare''.
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