Rapporto Istat: Crollo del commercio.
Vendite a -8% al sud (meno 4% di media nazionale) e alimentari a -12%
22/06 Sprofondano le vendite del commercio al dettaglio: ad aprile
si registra un crollo del 3,9% rispetto allo stesso mese del 2004,
quale risultato di flessioni che hanno riguardato sia le vendite di
prodotti alimentari (meno 3,6%) sia quelle di prodotti non alimentari
(meno 4%). La diminuzione rispetto a marzo e' pari a meno 0,8%. La
diminuzione tendenziale del 3,9 per cento registrata nel valore del
totale delle vendite e' la risultante di una flessione manifestatasi
sia nelle vendite della grande distribuzione (meno 2,7 per cento),
sia nelle vendite delle imprese operanti su piccole superfici (meno
4,8 per cento). Le imprese della grande distribuzione hanno registrato
diminuzioni tendenziali meno marcate rispetto alle imprese operanti
su piccole superfici, sia per le vendite di prodotti alimentari (meno
3,1 per cento rispetto a meno 5,8 per cento) sia per le vendite di
prodotti non alimentari (meno 1,1 per cento rispetto a meno 4,6 per
cento). Con riferimento al periodo gennaio-aprile 2005, il valore
del totale delle vendite ha registrato un calo tendenziale dello 0,9
per cento. Le vendite della grande distribuzione sono aumentate dello
0,5 per cento, mentre quelle delle imprese operanti su piccole superfici
hanno subito una flessione del 2,0 per cento; le vendite di prodotti
alimentari sono diminuite dello 0,3 per cento e quelle di prodotti
non alimentari dell'1,5 per cento. Per quanto riguarda le diverse
forme di vendita della grande distribuzione, nel mese di aprile 2005
sono state registrate variazioni tendenziali negative per tutte le
tipologie, ad eccezione degli altri specializzati, che hanno fatto
rilevare un incremento dell'1,2 per cento. La flessione piu' consistente
e' stata registrata dagli ipermercati (meno 4,2 per cento) e quella
piu' contenuta dai grandi magazzini (meno 0,5 per cento). Con riferimento
ai primi quattro mesi del 2005, rispetto allo stesso periodo del 2004,
sono state registrate variazioni positive per gli altri specializzati
(piu' 3,8 per cento), i grandi magazzini (piu' 1,9 per cento), gli
hard discount (piu' 1,0 per cento) e i supermercati (piu' 0,5 per
cento). Una flessione e' stata rilevata, invece, per le vendite degli
ipermercati (meno 0,7 per cento). Per quel che riguarda la dimensione
delle imprese, nel mese di aprile 2005 le vendite al dettaglio hanno
registrato la diminuzione tendenziale piu' marcata nelle piccole imprese
(meno 6,5 per cento). Anche le medie imprese e le grandi imprese hanno
subito una flessione delle vendite (rispettivamente meno 3,8 e meno
2,6 per cento). Nell'ambito delle grandi imprese, il valore delle
vendite e' diminuito dello 0,5 per cento per le imprese da 6 a 9 addetti,
del 4,5 per cento in quelle da 10 a 19 addetti, del 2,7 per cento
nelle imprese con almeno 20 addetti. Nei primi quattro mesi del 2005
il valore delle vendite ha subito un calo tendenziale nelle piccole
imprese (meno 2,8 per cento) e nelle medie imprese (meno 2,4 per cento);
nelle grandi imprese la variazione e' risultata positiva (piu' 0,3
per cento). Per quanto riguarda il valore delle vendite di prodotti
non alimentari, nel mese di aprile 2005 si sono registrate flessioni
in tutti i gruppi; le diminuzioni piu' consistenti hanno riguardato
i gruppi supporti magnetici, strumenti musicali (meno 6,3 per cento),
elettrodomestici, radio, tv e registratori (meno 5,7 per cento), giochi,
giocattoli, sport e campeggio (meno 5,5 per cento). Anche con riferimento
ai primi quattro mesi del 2005 il valore delle vendite ha segnato
variazioni tendenziali negative in tutti i gruppi di prodotti. Nel
mese di aprile 2005 il valore del totale delle vendite al dettaglio
ha registrato diminuzioni tendenziali in tutte le ripartizioni. Le
diminuzioni piu' consistenti hanno riguardato il Sud e isole (meno
8,2 per cento) e il Nord-est (meno 4,3 per cento). Le vendite di prodotti
alimentari hanno segnato la flessione piu' marcata nel Sud e isole
(meno 11,4 per cento). Le vendite di prodotti non alimentari hanno
fatto registrare le variazioni negative piu' marcate nel Nord-est
e nel Sud e isole (meno 6,2 per cento per entrambi). Nel periodo gennaio-aprile
2005, l'unico incremento tendenziale del totale del valore delle vendite
al dettaglio hanno riguardato il Nord-ovest (piu' 0,5 per cento),
mentre la diminuzione piu' marcata si e' registrata nel Sud e Isole
(meno 2,6 per cento). Con riferimento alle vendite dei prodotti alimentari
l'unica variazione positiva e' stata rilevata nel Centro (piu' 1,3
per cento), mentre le vendite di prodotti non alimentari sono aumentate
soltanto nel Nord-ovest (piu' 0,8 per cento).
Confesercenti: ad aprile abbiamo
toccato il fondo con le vendite
22/06 "Abbiamo toccato il fondo. Il dato sulle vendite al dettaglio
di aprile, segnando un record negativo da quasi dieci anni a questa
parte, mostra con chiarezza che siamo nel mezzo di una spirale, fatta
di crisi dei consumi e di economia stagnante, che continua ad avvitarsi
su se stessa". Lo rileva Confesercenti commentando i dati Istat.
Di fronte ad una flessione delle vendite che, al netto dell'inflazione,
raggiunge il 6,7% per le imprese di piccole dimensioni ed il 4,6 per
quelle della grande distribuzione, "non ha senso cercare di indorare
la pillola con la storia del calendario e della diversa collocazione
della Pasqua rispetto allo scorso anno. Bisogna smetterla di pensare
e di promettere interventi miracolistici. Dobbiamo rimettere in moto
un paese che non marcia ed il prossimo Dpef e' l'ultima occasione
di questa legislatura per mettere a punto interventi concreti, realizzabili
e credibili". Come quello di fissare il prezzo di riferimento
del petrolio per il calcolo delle accise a un massimo di 40 euro a
barile. Questo porterebbe una riduzione del 5% del prezzo della benzina
con effetti positivi immediati sulle tasche dei cittadini e delle
imprese.
Adusbef: Se calano i consumi alimentari
la crisi è profonda
22/06 I dati sulle vendite al dettaglio riflettono il ''disastro''
dell'economia italiana e dimostrano l'inconsistenza della politica
degli annunci del Governo. Questo il commento di Elio Lannutti, presidente
dell'Adusbef, sui numeri diffusi dall'Istat. ''Le vendite al dettaglio
-afferma Lannutti- registrano l'ennesima debacle, con un crollo senza
precedenti, pari al 3,9% rispetto ad aprile scorso, e dello 0,8% rispetto
al mese precedente, con una diminuzione tendenziale la piu' forte
mai registrata prima''. Pronta una stoccata al governo. ''Fuori dagli
annunci propagandistici del vice premier Tremonti -afferma lannutti-
l'esecutivo non ha varato alcuna politica economica in grado di far
fronte ai gravissimi disagi dei cittadini''. Il numero uno dell'associazione
difesa utenti servizi bancari e finanziari sottolinea che la grave
crisi dei consumi fotografata dai dati Istat si verifica ''sia nelle
vendite di beni alimentari (-3,6%) sia dei prodotti non alimentari
(-4 %)''. Alla luce di tali considerazioni, conclude Lannutti, ''il
crollo delle vendite nelle imprese operanti su piccole superfici (-4,8%),
nella grande distribuzione (-2,7%), con gli hard discount e grandi
magazzini che accusano flessioni di vendita inferiori tra l'1,5 e
lo 0,5%, dimostrano la selezione dei consumatori a scegliere prodotti
piu' a buon mercato non per diletto, ma per la necessita' di far quadrare
i conti a volte anche rinunciando agli acquisti di beni necessari,
come gli alimentari''.
CGIL: L’Italia risparmia anche
su pane e latte, intervenga il Governo
22/06 ''Il Paese piu' ricco del mondo, come dice il premier, risparmia
sul pane e sul latte'': cosi' il segretario confederale della Cgil
Marigia Maulucci commenta i dati Istat sul record negativo di vendite
al dettaglio.Si tratta, dichiara la sindacalista, dell'ennesima dimostrazione
del fallimento della politica economica del Governo: ''crollo impressionante
delle vendite sul mese, sul trimestre, sull'anno'' per il quale ''servirebbero
interventi di contrasto in grado di sostenere, anche solo per ragioni
di equita', la domanda''. La crisi - spiega in una nota - non risparmia
nessuno: ''in caduta libera i prodotti alimentari cosi' come i beni
di consumo, compresi televisioni, dvd, cellulari e quant'altro che
pure qualche performance positiva avevano raggiunto. In affanno i
piccoli negozi, in difficolta' i supermercati, in crisi forte gli
ipermercati''. Il crollo della domanda non conosce confini regionali:''se
il Sud piange, tanto per cambiare - dice la sindacalista - il Centro
Nord non ride: diversa e' la diversificazione dei prodotti colpiti,
ma il risultato finale non cambia''. Da tempo non si assisteva ad
una tale ''compressione della domanda'' causata - secondo Maulucci
- dall'incapacita' dei salari, delle retribuzioni e delle pensioni
''di fare fronte alla crisi e qualsiasi spesa che superi la sopravvivenza
quotidiana e' rimandata ad un futuro migliore''.
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