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Economia
In lieve aumento il PIL

 

Secondo una stima dell’ISTAT aumenta dello 0.3% il PIL

15/11-(Giampaolo Cataldo)- Nel terzo trimestre del 2005 il Prodotto Interno Lordo è aumentato dello 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente ed è stazionario rispetto al terzo trimestre del 2004. Questi i dati che scaturiscono dall’ indagine Istat. La metodologia utilizzata per la stima preliminare del PIL è analoga a quella seguita per la stima completa dei conti trimestrali. Le stime preliminari trimestrali possono essere, di conseguenza, soggette a revisioni di entità superiore rispetto alle stime correnti, diffuse a 70 giorni dalla fine del trimestre. Il Pil è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dell’industria, di una diminuzione dell’agricoltura e di una sostanziale stazionarietà dei servizi. In Italia, come in quasi tutti i paesi che elaborano conti nazionali trimestrali, la ridotta disponibilità di osservazioni dirette a cadenza infrannuale rispetto a quelle utilizzate per la valutazione degli aggregati annuali impone l'uso di metodi di stima basati su indicatori, tratti da fonti Istat e, in misura minore, da altre fonti amministrative. I metodi indicati consistono nel ripartire per trimestre i dati della contabilità annuale, in relazione all’andamento degli indicatori di riferimento trimestrali (grezzi, depurati dalla componente stagionale e corretti per tenere conto del diverso numero di giorni lavorativi), nel rispetto del vincolo di coerenza annuale (dato annuale corretto per il numero di giorni lavorativi e dato annuale non corretto). Le serie dei conti economici trimestrali sono elaborate e diffuse dall'Istituto grezze, “puliti” dalla componente stagionale e corrette per il numero di giorni lavorativi in milioni di euro e ai prezzi del 1995. Nelle altre Nazioni questi sono le “previsioni”: il PIL è cresciuto in termini congiunturali dello 0,9 per cento negli Stati Uniti, dello 0,7 per cento in Francia e dello 0,4 per cento nel Regno Unito. In termini tendenziali, il PIL è cresciuto del 3,6 per cento negli Stati Uniti e dell’1,6 per cento nel Regno Unito. Il terzo trimestre del 2005, infine, ha avuto due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente ed una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2004.Di seguito gli schemi che riassumono i dati:

Montezemolo: “Il segno più è incoraggiante”

''Vorrei guardare con piu' attenzione le cifre del Pil, ma in ogni caso ogni volta che c' e' il segno piu' e' incoraggiante''. Lo ha detto il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo a Catanzaro a margine del convegno ''Il coraggio delle scelte''. ''Dobbiamo pero' vedere - ha aggiunto - con meno ottimismo la situazione dell' Italia rispetto alla crescita degli altri Paesi europei''. Facendo riferimento ancora alla crescita nel terzo trimestre del Pil Montezemolo ha detto ''questo comunque e' in linea con quei segnali di ripresa del mondo dell' industria''. ''Pur avendo qualche aspetto positivo, i dati - ha proseguito Montezemolo - ci ricordano il divario con l'Europa che ha migliori tassi di crescita''. ''La positiva reazione delle imprese - ha concluso - deve essere incoraggiata con scelte strutturali: e' necessario allargare il mercato, accrescere la concorrenza, far aumentare la produttivita'''.

Pezzotta:“Non è il segno l’inversione di tendenza”

''Sono alcuni segnali di movimento che l' economia italiana sta registrando. Questo pero' non e' ancora il segno dell' inversione di tendenza perche' l' aumento e' leggerissimo''. E' quanto ha detto il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, a Catanzaro a margine del convegno ''Il coraggio delle scelte'' facendo riferimento all' aumento del Pil nel terzo trimestre. ''Il problema vero - ha aggiunto - e' capire se questa cosa puo' essere duratura nel tempo. Si mantengono infatti ancora tutte le debolezze strutturali e quelle del Mezzogiorno che noi abbiamo piu' volte denunciato. Se scomponiamo bene il Pil vediamo infatti che non riguarda l' insieme del Paese''.

Note informative

I conti economici trimestrali adottano principi, definizioni e struttura della contabilità annuale, con alcune particolarità proprie dell'intervallo trimestrale cui è riferita l'analisi.
In Italia, come in quasi tutti i paesi che elaborano conti nazionali trimestrali, la ridotta disponibilità di osservazioni dirette a cadenza infrannuale rispetto a quelle utilizzate per la valutazione degli aggregati annuali impone l'uso di metodi di stima basati su indicatori, tratti da fonti Istat e, in misura minore, da altre fonti amministrative. Tali metodi consistono nel ripartire per trimestre i dati della contabilità annuale, in relazione all’andamento degli indicatori di riferimento trimestrali (grezzi, depurati dalla componente stagionale e corretti per tenere conto del diverso numero di giorni lavorativi), nel rispetto del vincolo di coerenza annuale (dato annuale corretto per il numero di giorni lavorativi e dato annuale non corretto). La tecnica attualmente utilizzata dall'Istituto stima gli ignoti valori trimestrali sulla base della stessa relazione econometrica individuata relativamente ai dati annuali di contabilità nazionale e ai valori pure annuali di opportuni indicatori di riferimento. Il metodo viene utilizzato per la determinazione dei dati trimestrali, sia allorché noto il valore annuale, sia quando l'informazione annuale non è ancora disponibile. Esso è applicato separatamente per ciascun aggregato significativo (per maggiori dettagli si veda: Chow G., C.-Lin A. L., “Best Linear Unbiased Interpolation Distribution and Extrapolation of Time Series by Related Series”, Review of Economics and Statistics, November, 1971; Barbone, L.–Bodo, G.–Visco, I.. “Costi e profitti nell’industria in senso stretto: un’analisi su serie trimestrali, 1970-80”, Bollettino della Banca d’Italia, gennaio-dicembre, 1981).
Le serie dei conti economici trimestrali sono elaborate e diffuse dall'Istituto grezze, depurate dalla componente stagionale e corrette per il numero di giorni lavorativi in milioni di euro e ai prezzi del 1995. Le serie storiche dei conti economici trimestrali sono disponibili a partire dal primo trimestre del 1980. I deflatori impliciti utilizzati per le stime a prezzi costanti sono di tipo Paasche. Per la destagionalizzazione e la correzione per il numero di giorni lavorativi è utilizzata la procedura Tramo – Seats (per una sintetica presentazione di questo metodo si veda Istat (1999), “La nuova strategia di destagionalizzazione degli indicatori congiunturali”, Note rapide, Anno 4, n. 3).
Lo schema contabile adottato è il Sec 95; i dati incorporano i risultati della revisione delle stime annuali diffuse l’11 marzo 2005.
Ulteriori dettagli circa le tecniche di trimestralizzazione e gli indicatori di riferimento utilizzati sono contenuti in Istat (1992), ''I conti economici trimestrali'', Note e relazioni, n, 1 e nella letteratura ivi citata. Ulteriori dettagli circa la procedura di correzione per il numero dei giorni lavorativi sono contenuti in: "Principali caratteristiche della correzione per i giorni lavorativi dei Conti Economici Trimestrali" disponibile sul sito dell’Istat.
Il prossimo comunicato stampa dei conti economici trimestrali sarà diffuso il 9 dicembre 2005 (III trimestre 2005).

Glossario

Variazione congiunturale: variazione percentuale rispetto al trimestre precedente

Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente

Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato (PIL): risultato finale dell'attività produttiva delle unità residenti. E' pari alla somma dei valori aggiunti ai prezzi di mercato delle branche, diminuita dei servizi imputati del credito e aumentata dell'IVA e delle imposte indirette sulle importazioni

Valore aggiunto ai prezzi di mercato: differenza tra produzione totale e consumi intermedi di beni e servizi utilizzati nel processo produttivo

Dati destagionalizzati: dati depurati delle fluttuazioni stagionali dovute a fattori meteorologici, consuetudinari, legislativi, ecc.

Crescita acquisita: crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno

Dati e grafici a cura di

 

 

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