Aumenta l’inflazione (2.1%). L’Istat
comunica più tre decimi nell’indice dei prezzi al consumo
12/08 “A luglio 2005, il tasso di inflazione, misurato dall’indice
nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività,
è risultato pari al 2,1 per cento, in aumento di tre decimi
di punto percentuale rispetto a quello registrato il mese precedente
(tavola 1). Tale accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi al
consumo ha riportato il tasso di inflazione al livello del settembre
dello scorso anno. Su base congiunturale, la variazione dell’indice
dei prezzi al consumo è risultata pari allo 0,4 per cento.”
E’ quanto afferma in una nota l’Istituto Nazionale di
Statistica (Istat) in una nota che fa il paio alle allegre dichiarazioni
di ieri sull’aumento dello 0.7% del PIL da parte dei politici.
L’Italia è sotto la cappa dell’inflazione che,
purtroppo, continua a crescere, secondo dati oggettivi e non considerazioni
soggettive. Tra le cause, anche, l'inusitato aumento del prezzo del
petrolio che in queste ore sta sfiorando i 70 dollari a barile.
“Il tasso di inflazione “acquisito” per il 2005
–prosegue l’approfondimento dell’Istat-, cioè
quello che si registrerebbe se l’indice dei prezzi al consumo
restasse per il resto dell’anno invariato rispetto al livello
di luglio, è pari all’1,8 per cento. La risalita del
tasso tendenziale di crescita dei prezzi al consumo si deve, in primo
luogo, all’andamento dei prezzi dei beni energetici, la cui
dinamica tendenziale ha fatto segnare una sensibile accelerazione
rispetto al mese precedente. Permane, inoltre, su livelli relativamente
elevati il tasso di variazione dei prezzi dei servizi e dei tabacchi.
Un contributo al contenimento dell’inflazione si deve, invece,
ai prezzi del comparto alimentare i quali, a luglio, hanno fatto segnare
una variazione in ragione d’anno pari a zero. Un freno alla
dinamica tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo deriva,
infine, dall’andamento moderato dei prezzi degli altri beni,
in particolare dei beni non durevoli e dei durevoli”.
I Capitoli di spesa
L’accelerazione del tasso di inflazione sottende andamenti
molto differenziati delle diverse componenti dell’indice aggregato,
con riferimento sia alla disaggregazione in dodici capitoli di spesa,
sia alle diverse tipologie di prodotto.
Per quanto riguarda i capitoli di spesa, gli aumenti più marcati,
misurati nell’arco degli ultimi dodici mesi, hanno interessato
il capitolo delle bevande alcoliche e dei tabacchi (7,7 per cento),
il capitolo dei trasporti (5,5 per cento) e il capitolo abitazione,
acqua, elettricità e combustibili (5,4 per cento) (figura 1).
Significativi aumenti hanno fatto registrare anche i prezzi del capitolo
dell’istruzione (cresciuti del 3,5 per cento su base annua)
e del capitolo degli altri beni e servizi (2,6 per cento).
Per contro, si conferma la tendenza alla flessione dei prezzi del
capitolo delle comunicazioni, che negli ultimi dodici mesi sono diminuiti
del 4,5 per cento. Un effetto di contenimento della dinamica dei prezzi
al consumo si deve, inoltre, al capitolo dei beni
alimentari e delle bevande analcoliche (i cui prezzi, diminuiti su
base congiunturale di quattro decimi di punto percentuale, hanno fatto
registrare una variazione tendenziale pari a meno 0,2 per cento),
all’andamento dei prezzi del capitolo dei servizi sanitari e
spese per la salute (il cui tasso tendenziale di crescita, nell’ultimo
mese, è risultato pari a meno 1,5 per cento) e, infine, al
capitolo della ricreazione, spettacoli e cultura (più 0,5 per
cento). Un ritmo di crescita al di sotto della media si registra infine
per i prezzi del capitolo dell’abbigliamento e calzature e del
capitolo dei mobili, arredamento e servizi per la casa (cresciuti
entrambi dell’1,7 per cento).
Figura 1
La scomposizione del tasso tendenziale di crescita dell’indice
generale nei contributi imputabili ai diversi capitoli (figura 2)
evidenzia che, nell’ultimo mese, il contributo maggiore è
attribuibile al capitolo dei trasporti che, assieme al capitolo dell’abitazione,
acqua, elettricità e combustibili, spiega oltre il sessanta
per cento del tasso di inflazione (la somma dei rispettivi contributi,
infatti, è risultata pari a 1,243 punti percentuali).
Figura2
Confrontando, a livello di capitolo, i tassi tendenziali di giugno
con quelli misurati nel mese precedente (si veda ancora la tavola
1), si registrano accelerazioni per cinque capitoli: bevande alcoliche
e tabacchi (da più 5,3 per cento a più 7,7 per cento),
trasporti (da più 4,2 per cento a più 5,5 per cento),
abitazione, acqua, elettricità e combustibili (da più
4,6 a per cento a più 5,4 per cento), istruzione (da più
3,4 a per cento a più 3,5 per cento) e altri beni e servizi
(da più 2,5 per cento a più 2,6 per cento).
D’altra parte, rallentamenti del tasso tendenziale di crescita
dei prezzi si riscontrano per quattro capitoli: servizi ricettivi
e di ristorazione (da più 2,6 per cento a più 2,2 per
cento), ricreazione, spettacoli e cultura (da più 0,9 per cento
a più 0,5 per cento), mobili arredamento e servizi per la casa
(da più 1,8 per cento a più 1,7 per cento) e comunicazioni,
il cui tasso di crescita tendenziale dei prezzi è passato dal
meno 4,4 per cento di giugno al meno 4,5 per cento di luglio.
Considerando le dinamiche dei prezzi ad un maggiore livello di disaggregazione,
le variazioni di prezzo del tabacco (+3 per cento su base congiunturale)
hanno portato il tasso tendenziale di crescita di questa voce (che
pesa per il 2,1 per cento sull’indice generale) dal 6,7 per
cento di giugno al 9,9 per cento di luglio. A luglio 2005 il tabacco
contribuisce per due decimi di punto percentuale al tasso tendenziale
d’inflazione (1,4 decimi il mese scorso).
Nel capitolo delle spese per l’abitazione la rilevazione trimestrale
dei fitti ha misurato una crescita congiunturale dello 0,5 per cento
dei fitti reali. Per quanto riguarda le componenti energetiche, si
rileva una significativa crescita congiunturale dei prezzi del gas
(+3 per cento), che determina un’accelerazione del tasso tendenziale
dal 6,1 al 9,5 per cento.
La forte accelerazione dei tasso tendenziale di crescita dei prezzi
del capitolo dei trasporti (dal 4,2 per cento al 5,5 per cento) deriva
soprattutto dalla ripresa congiunturale dei prezzi dei carburanti
e lubrificanti (+3,4 per cento), con una brusca accelerazione del
tasso di crescita tendenziale (dal 5,8 per cento di giugno al 9,7
per cento di luglio). In particolare, il prezzo della benzina verde
aumenta del 3,5 per cento rispetto a giugno e del 9,5 per cento su
base tendenziale; il prezzo del gasolio subisce un aumento ancora
maggiore rispetto a giugno (+4,7 per cento), con una crescita annua
del 20,9 per cento. Tensioni si registrano anche nel settore dei trasporti
aerei (+9 per cento la variazione congiunturale e +35,9 per cento
quella tendenziale).
La riduzione congiunturale dei prezzi del capitolo delle comunicazioni
(-0,1 per cento) deriva da una riduzione dell’1,1 per cento
dei prezzi degli apparecchi telefonici, diminuiti del 21,1 per cento
su base annua
Nel capitolo degli altri beni e servizi i prezzi dei servizi assicurativi
sui mezzi di trasporto continuano a mostrare segni di ripresa congiunturale,
aumentando dello 0,5 per cento rispetto a giugno. Di conseguenza,
il tasso tendenziale di crescita passa dall’1,6 per cento di
giugno al 2,2 per cento di luglio.
Le tipologie di spesa
Per quanto riguarda le tipologie di prodotto, i tassi di crescita
in ragione d’anno dei prezzi dei servizi permangono su livelli
significativamente più elevati di quelli dei beni anche se,
nell’ultimo mese, si è evidenziato un riavvicinamento
delle dinamiche di prezzo dei due rispettivi comparti che ha portato
il differenziale inflazionistico all’1,1 per cento di luglio,
dall’1,6 per cento del mese precedente (figura 3).
Tale risultato risente dell’andamento dei prezzi dei beni,
il cui ritmo di crescita, a luglio, è risultato pari all’1,6
per cento, in accelerazione rispetto al valore registrato nel mese
precedente (tavola 2). Per contro, il tasso tendenziale di variazione
dei prezzi dei servizi, nell’ultimo mese, è rimasto invariato
rispetto al livello di giugno (2,7 per cento).
In termini di impatto, negli ultimi due mesi, il contributo dei beni
alla dinamica dell’inflazione è passato da 0,674 a 0,907
punti percentuali (figura 4). Nello stesso periodo, si è leggermente
accresciuto anche il sostegno alla crescita dei prezzi al consumo
del comparto dei servizi, il cui contributo alla variazione tendenziale
dell’indice generale, a luglio, è risultato pari a 1,142
punti percentuali, contro 1,119 punti percentuali del mese precedente.
Tabella2:
Figura4:
Per quanto riguarda il settore dei beni, un effetto di contenimento
dell’inflazione si deve, in primo luogo, alla dinamica dei prezzi
dei beni alimentari (incluse le bevande alcoliche) che a luglio sono
risultati invariati rispetto al livello registrato nello stesso mese
dell’anno precedente. Su base congiunturale, i prezzi del comparto
hanno fatto registrare una diminuzione dello 0,3 per cento. Più
in dettaglio, il tasso tendenziale di crescita dei prezzi dei beni
alimentari non lavorati, passato dal più 5,6 per cento del
febbraio 2004 al meno 2,6 per cento del gennaio scorso, nei mesi successivi
è progressivamente risalito, finendo a luglio a meno 0,9 per
cento (figura 5).
Per quanto riguarda i prezzi dei beni alimentari lavorati, nell’ultimo
mese la dinamica tendenziale si è stabilizzata su un ritmo
di crescita dello 0,4 per cento, interrompendo la fase di progressivo
rallentamento iniziata ad agosto dello scorso anno.
L’impatto disinflazionistico delle variazioni dei prezzi dei
beni alimentari è risultato controbilanciato dalla dinamica
sostenuta dei prezzi dei beni energetici, che a luglio ha fatto segnare
una significativa accelerazione rispetto ai valori del mese precedente.
In particolare, nell’ultimo mese il tasso di crescita dei prezzi
dei beni energetici non regolamentati, misurato in ragione d’anno,
si è accresciuto di 3,5 punti percentuali, passando dall’8,1
per cento di giugno all’11,6 per cento di luglio (figura 6).
In accelerazione tendenziale sono risultati, inoltre, i prezzi dei
beni energetici regolamentati, saliti a luglio al 7,6 per cento dal
5,8 per cento del mese precedente.
Nell’insieme, il contributo assoluto dei beni energetici alla
dinamica tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo
è cresciuto da 0,409 punti percentuali del mese di giugno a
0,577 punti percentuali dell’ultimo mese, mentre quello dei
beni alimentari è rimasto pressoché costante (figura
7).
Un ruolo di sostegno alla dinamica dei prezzi al consumo si deve,
inoltre, alla crescita dei prezzi dei tabacchi che, a luglio, sono
risultati del 9,9 per cento più elevati rispetto allo stesso
mese dell’anno precedente. In particolare, l’impatto di
tali aumenti sul tasso tendenziale di crescita dell’indice generale
è stato pari a 0,204 punti percentuali.
Per quanto riguarda gli altri beni, invece, la dinamica dei prezzi
continua a essere caratterizzata da tassi tendenziali di crescita
moderati. In particolare, nell’ultimo mese i prezzi degli altri
beni, nel complesso, sono risultati dello 0,4 per cento più
elevati rispetto al luglio del 2004, fornendo un contributo alla variazione
dell’indice generale di 0,135 punti percentuali.
Un’ulteriore chiave di lettura della dinamica inflazionistica
dell’aggregato dei beni è quella che fa riferimento alla
distinzione tra i beni cosiddetti di largo consumo (rappresentati
in larga misura dai beni alimentari) e gli altri beni. A luglio, i
prezzi dei beni di largo consumo sono risultati invariati rispetto
allo stesso mese dell’anno precedente (tavola 3). Su base congiunturale,
tuttavia, la variazione dei prezzi di tali beni è risultata
pari a meno 0,2 per cento. Un aumento si registra, inoltre, per prezzi
dei beni non di largo consumo (cresciuti dello 0,6 per cento rispetto
a giugno), che porta il tasso di crescita sui dodici mesi a più
2,2 per cento (figura 8).
Tabella 3
Con riferimento ai prezzi dei servizi (tavola 4), la dinamica inflazionistica
dei prodotti a prezzo regolamentato ha fatto registrare, su base congiunturale,
un aumento dello 0,2 per cento. Sul piano tendenziale, invece, i prezzi
del comparto hanno fatto segnare una riduzione del tasso di crescita
di un decimo di punto percentuale (dal più 1,4 per cento di
giugno all’1,3 per cento di luglio).
Il ritmo di crescita in ragione d’anno dei prezzi dei servizi
non regolamentati permane, invece, su livelli relativamente sostenuti,
con un tasso di crescita tendenziale che si è stabilizzato
al 3,0 per cento (figura 9). Rispetto al mese di giugno, a luglio
i prezzi del comparto si sono accresciuti dello 0,4 per cento.
Nell’ambito dei servizi a prezzo regolamentato, considerando
un maggior livello di dettaglio, si rileva che gli incrementi più
marcati hanno interessato i prezzi dei servizi a regolamentazione
locale, cresciuti negli ultimi dodici mesi del 2,6 per cento. Per
contro il ritmo di crescita su base annua dei prezzi dei servizi regolamentati
a livello nazionale, nell’ultimo mese, è risultato pari
allo 0,8 per cento.
Tabella4
Figura9
L’inflazione di fondo
L’indicatore dell’inflazione di fondo (ottenuto escludendo
i beni energetici e gli alimentari non lavorati dal computo dell’indice),
dopo aver evidenziato fin dai primi mesi del 2004 un profilo tendenziale
analogo a quello dell’indice generale, dal marzo scorso ha fatto
registrare una flessione del tasso di crescita in ragione d’anno
che ad aprile è risultato pari all’1,6 per cento (figura
10). Nel due mesi successivi, il ritmo di crescita dei prezzi della
componente di fondo si è stabilizzato, risalendo, a luglio,
all’1,7 per cento. Tale andamento offre una conferma indiretta
del ruolo di sostegno alla dinamica dell’inflazione giocato
dalle due componenti volatili dell’indice dei prezzi al consumo
e, in particolare, dalla crescita dei prezzi dei prodotti energetici.
Figura 10
Note metodologiche e legenda
Il contributo alla variazione tendenziale dell’indice generale
permette di valutare l’incidenza delle variazioni di prezzo
delle singole componenti sull’aumento o la diminuzione dell’indice
aggregato. A tal fine, il tasso di variazione percentuale dell’indice
generale, calcolato su base annua, viene scomposto nella somma degli
effetti attribuibili a ciascuna delle variazioni delle sue componenti.
Poiché si tratta di un indice concatenato, il contributo della
componente i-esima alla variazione dell’indice generale è
una funzione della dinamica di prezzo di tale componente e della modificazione
del suo peso relativo nei due anni posti a confronto .
Il tasso di inflazione acquisito rappresenta la variazione media
dell’indice nell’anno indicato, che si avrebbe ipotizzando
che l’indice stesso rimanga al medesimo livello dell’ultimo
dato mensile disponibile nella restante parte dell’anno.
I beni alimentari comprendono oltre ai generi alimentari (come ad
esempio il pane, la carne, i formaggi) le bevande analcoliche e quelle
alcoliche.
Con il termine di beni alimentari lavorati si indicano quei beni destinati
al consumo finale che sono il risultato di un processo di trasformazione
industriale (come i succhi di frutta, gli insaccati, i prodotti surgelati),
mentre gli alimentari non lavorati comprendono i beni alimentari non
trasformati (carne fresca, pesce fresco, frutta e verdura fresca).
I beni energetici regolamentati includono le tariffe per l’energia
elettrica, il gas per usi domestici, il gas da riscaldamento; tra
gli altri energetici sono invece inclusi i carburanti per gli autoveicoli.
Gli altri beni comprendono i beni di consumo ad esclusione dei beni
alimentari, dei beni energetici e dei tabacchi.
I beni durevoli includono, tra le altre cose, le autovetture, gli
articoli di arredamento, gli elettrodomestici. Sono considerati, invece,
tra i beni semidurevoli i capi di abbigliamento, le calzature, i libri.
I beni non durevoli comprendono, infine, i detergenti per la pulizia
della casa, i prodotti per la cura della persona, i medicinali.
I beni di largo consumo includono, oltre ai beni alimentari, i detergenti
per la pulizia della casa e i prodotti per la cura della persona.
I servizi a regolamentazione locale comprendono: i certificati anagrafici,
la tariffa per i rifiuti solidi, l’istruzione secondaria, la
retta scuola elementare, i trasporti urbani multimodali (biglietti
e abbonamenti), i taxi, le autolinee extraurbane.
I servizi a regolamentazione nazionale comprendono: i musei, i concorsi
pronostici, i pedaggi autostradali, l’istruzione universitaria,
i trasporti ferroviari, i servizi di navigazione, il trasporto marittimo
di auto, il canone tv, i servizi di telefonia fissa, i servizi di
telefonia pubblica, i servizi postali.
La componente di fondo dell’indice dei prezzi al consumo viene
calcolata escludendo i beni alimentari non lavorati e i beni energetici.
Indice dei prezzi al consumo luglio 2005
Le rilevazioni correnti sui prezzi al consumo svolte dall’Istituto
nazionale di statistica danno luogo ad un sistema di indici costituito
da:
-indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività
(NIC);
-indice nazionale dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati
(FOI);
-indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’Ue
(IPCA).
Ai sensi della legge 5.2.1992, n. 81, i due indici nazionali, espressi
entrambi in base 1995=100, sono calcolati anche al netto dei consumi
dei tabacchi.
Nel mese di luglio 2005 l’indice nazionale dei prezzi al consumo
per l’intera collettività comprensivo dei tabacchi è
stato pari a 127,5, registrando una variazione di più 0,4 per
cento rispetto al mese di giugno 2005 e una variazione di più
2,1 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente;
al netto dei tabacchi l’indice nazionale dei prezzi al consumo
per l’intera collettività, pari a 127,1, ha presentato
nel mese di luglio 2005 una variazione congiunturale di più
0,3 per cento e una variazione tendenziale di più 1,9 per cento.
Tabella 1. Indici nazionali dei prezzi al consumo. Luglio 2005
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di
operai e impiegati, comprensivo dei tabacchi, nel mese di luglio 2005
è stato pari a 126,3, con una variazione di più 0,2
per cento rispetto a giugno 2005 e una variazione di più 1,9
per cento rispetto a luglio 2004; le corrispondenti variazioni registrate
dall’indice calcolato al netto dei tabacchi sono state, rispettivamente,
più 0,2 per cento e più 1,8 per cento, mentre il livello
dell’indice è stato pari a 125,6.
L’indice armonizzato, espresso in base 2001=100, nel mese di
luglio è stato pari a 110,4 registrando una variazione di meno
0,2 per cento sul piano congiunturale e una variazione di più
2,2 per cento in termini tendenziali.
L’IPCA viene inviato mensilmente all’Eurostat secondo
un calendario prefissato. Tale indice, relativo al mese di luglio
2005 ed espresso in base 1996=100, verrà diffuso da Eurostat
il giorno18 agosto 2005, contestualmente a quelli degli altri paesi
della Ue.
Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera
collettività (NIC)
Nel mese di luglio gli aumenti congiunturali più significativi
sono stati rilevati per i capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (più
2,2 per cento), Trasporti (più 1,4 per cento) e Abitazione,
acqua, elettricità e combustibili (più 1,0 per cento);
variazioni nulle si sono verificate nei capitoli Abbigliamento e calzature
e Servizi sanitari e spese per la salute; variazioni negative si sono
registrate nei capitoli Prodotti alimentari e bevande analcoliche
(meno 0,4 per cento) e Mobili, articoli e servizi per la casa e Comunicazioni
(meno 0,1 per cento per entrambi).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei
capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (più 7,7 per cento),
Trasporti (più 5,5 per cento), Abitazione, acqua, elettricità
e combustibili (più 5,4 per cento) e Istruzione (più
3,5 per cento); variazioni tendenziali negative si sono verificate
nei capitoli Comunicazioni (meno 4,5 per cento), Servizi sanitari
e spese per la salute (meno 1,5 per cento) e Prodotti alimentari e
bevande analcoliche (meno 0,2 per cento).
Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie
di operai e impiegati (FOI)
Gli aumenti congiunturali più consistenti si sono verificati
nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (più 2,3 per cento),
Trasporti (più 1,3 per cento) e Abitazione, acqua, elettricità
e combustibili (più 0,8 per cento); variazioni nulle hanno
riguardato i capitoli Abbigliamento e calzature, Mobili, articoli
e servizi per la casa e Servizi sanitari e spese per la salute; variazioni
negative si sono registrate nei capitoli Prodotti alimentari e bevande
analcoliche (meno 0,3 per cento) e Comunicazioni (meno 0,1 per cento).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei
capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (più 8,0 per cento),
Trasporti (più 5,1 per cento), Abitazione, acqua, elettricità
e combustibili (più 4,6 per cento) e Istruzione (più
3,6 per cento); variazioni tendenziali negative si sono verificate
nei capitoli Comunicazioni (meno 5,0 per cento), Servizi sanitari
e spese per la salute (meno 1,4 per cento) e Prodotti alimentari e
bevande analcoliche (meno 0,2 per cento).
Indici NIC e FOI per le città capoluogo di
regione
Nell’ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli
aumenti tendenziali più elevati dell’indice NIC si sono
verificati nelle città di Aosta (più 3,6 per cento),
Torino (più 2,6 per cento), Trieste e Campobasso (più
2,5 per cento per entrambe), Venezia e Napoli (più 2,3 per
cento per entrambe); quelli più moderati hanno riguardato le
città di Firenze (più 1,3 per cento), Genova, Bologna,
Roma e Bari (più 1,7 per cento per tutte e quattro), Milano
(più 1,8 per cento) e Ancona e Palermo (più 1,9 per
cento per entrambe).
Indice armonizzato dei prezzi al consumo per i paesi
dell’Unione europea (IPCA) (comprensivo delle riduzioni temporanee
di prezzo) – Italia
Da gennaio 2002, l’indice europeo armonizzato viene calcolato,
secondo quanto previsto dal Regolamento della Commissione europea
n. 2602/2000 del 17 novembre 2000, considerando anche le riduzioni
temporanee di prezzo (sconti, saldi, vendite promozionali ecc.).
Nel mese di luglio 2005 l’indice dei prezzi al consumo armonizzato
ha presentato una variazione di meno 0,2 per cento rispetto al mese
di giugno e una variazione di più 2,2 per cento rispetto allo
stesso mese dell’anno precedente. Aumenti congiunturali più
consistenti si sono verificati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi
(più 2,3 per cento), Trasporti (più 1,2 per cento) e
Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (più 1,1
per cento); si sono registrate variazioni congiunturali negative nei
capitoli Abbigliamento e calzature (meno 5,1 per cento), Prodotti
alimentari e bevande analcoliche (meno 0,5 per cento), Altri beni
e servizi (meno 0,4 per cento), Mobili, articoli e servizi per la
casa (meno 0,3 per cento) e Comunicazioni (meno 0,2 per cento).
Per informazioni più dettagliate utili al raccordo dell’attuale
indice con quello pubblicato prima del 2002 si vedano le Note Informative.
(Tutte le tabelle e i dati presenti
nel dossier sono forniti da: Istat )