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Cronaca
Sgrena libera/Ucciso Calipari

 

Calipari ricordato a Reggio con una messa solenne

11/03 Un messa per onorare Nicola Calipari, ad una settimana dalla sua uccisione, e' statocelebrata questa mattina nel Duomo di Reggio Calabria dall'arcivescovo metropolita Vittorio Mondello, presidente della Conferenza episcopale calabra. Alla cerimonia religiosa hanno preso parte i parenti del funzionario del Sismi ucciso a Baghdad, le autorita' cittadine guidate dal sindaco Giuseppe Scopelliti, una rappresentanza della deputazione reggina, il questore Vincenzo Speranza ed i suoi colleghi calabresi, il prefetto Giovanni D'Onofrio e tantissima gente. E' stato un rito significativo e partecipato, voluto dalla citta', nelle sue piu' alte espressioni, per ricordare un eroe del nostro tempo. "La morte di Nicola Calipari non parla solo di guerra; parla soprattutto di vita. Parla, questa morte, di una storia concreta: di un uomo, della sua famiglia e della sua vicenda; parla di valori umani condivisi e di una fede vissuta; di senso del dovere e di capacita' professionali". Parole, queste, che monsignor Mondello ha pronunciato nel corso della sua omelia. "Stamani siamo qui a piangere, e con noi l'Italia intera, un'altra vita spezzata. La fine di una vita, stavolta, che in maniera particolare ci trafigge. E non importa – ha evidenziato il presule - in un certo senso , conoscere i dettagli di questa morte, la dinamica precisa con cui e' stata spenta questa vita, i perche' di una vicenda per taluni oscura e per altri fin troppo chiara. Non importa, in un certo senso, conoscere i volti o i nomi o le mani di chi a Baghdad ha scatenato un infermo nel silenzio di quella sera. Puo' darsi perfino questa volta che gli assassini siano essi stessi delle vittime; vittima di un tragico gioco piu' grande di loro, di mortali ingranaggi, avviati i quali le cronache e i destini s'intrecciano assurdamente L'arcivescovo di Reggio Calabria dopo aver ricordato Calipari ed il suo impegno giovanile nell'associazionismo cattolico, ha parlato dell'eroe reggino come un uomo del Sud. "E' questo - ha detto - il volto della gente del Sud, della gente della Calabria, di Reggio: di questa citta' e di questa terra di cui spesso, sui mezzi di comunicazione, ci si occupa solo per mettere in luce gli aspetti piu' inquietanti, i retaggi di una storia e dei suoi limiti e delle sue tragedie, senza a volte nemmeno compiere lo sforzo di capire, di entrare nel mistero dell'anima della gente del Cud". Al termine della celebrazione eucaristica hanno preso la parola il questore Vicenzo Speranza e il sindaco Giuseppe Scopelliti. Per il capo della Questura della citta' dello Stretto "tutti i presenti qui, oggi, stanno dimostrando l'attaccamento ad un uomo che sempre, durante la sua carriera, si e' contraddistinto per professionalita', senso del dovere e profonda umilta'. Non e' un caso - ha aggiunto il questore - che un funzionario di polizia del Sud si sia trovata a Baghdad, non e' un caso che quest'uomo fosse di Reggio Calabria, una zona dove si conosce la sofferenza nello svolgere la nostra attivita' con passione".

Il ricordo del Sindaco Scopelliti

''E' con profonda commozione che prendo la parola per esprimere il cordoglio piu' vivo della Civica Amministrazione e della Citta' tutta per la morte di Nicola Calipari'': questo un passo del discorso del Sindaco Giuseppe Scopelliti nel corso della Messa in suffragio di Nicola Calipari officiata questa mattina nella Basilica Cattedrale di Reggio Calabria dall'arcivescovo metropolita Mons. Vittorio Mondello. ''Presente - ha detto Scopelliti - a nome di Reggio alle esequie celebrate dall'Ordinario Militare a Santa Maria degli Angeli a Roma, sento il bisogno in questa circostanza di rendere omaggio ad un cittadino di Reggio che, sacrificando la sua vita per un'altra persona, non ha compiuto solo un gesto di sicuro eroismo, ma ha dato la testimonianza piu' alta di quello che e' l'anima della gente del Sud, della Calabria e di Reggio. Spesso questa citta' e' presente sui mezzi di comunicazione sociale, ma accostata ai fenomeni piu' deleteri. Nicola Calipari ha, per dir cosi', posto Reggio sul candelabro civile piu' significativo: quello dell'altruismo piu' puro, del rispetto dei valori piu' alti.Quando per onorare il proprio ruolo, nascosto ma indispensabile, per compiere sino in fondo il proprio dovere, si arriva a sacrificare se stessi donando la vita, veramente si e' raggiunta la dimensione piu' pura dell'eroismo. Noi reggini ci sentiamo fieri ed orgogliosi di Nicola Calipari. Egli, che ha trascorso gli anni spensierati della sua vita a Reggio, nei momenti ecclesiali giovanili, nel mondo degli scout, dando anche allora splendidi segni di civile coraggio, oggi e' piu' che mai fratello di ogni reggino. Tutti lo sentiamo profondamente `nostro'. E' per questo che la civica amministrazione non ha solo deliberato di intitolargli una strada, ma ha in animo di promuovere una serie d'iniziative che ricordino alle generazioni future il gesto e la vita di un eroe cosi' grande.Nella piu' forte comunione degli spiriti sentiamo di esprimere in questa circostanza la partecipazione piu' viva al dolore dei suoi familiari. Siamo umanamente tutti feriti nei sentimenti piu' cari, ma tutti fieri di Nicola Calipari e del suo gesto immortale''.

Roma lo ricorda con una fiaccolata

Roma ricorda Nicola Calipari con una seduta solenne del Consiglio comunale e una fiaccolata, "Mille luci per Nicola", che si sta tenendo nella piazza del Campidoglio. Con il sindaco della capitale Walter Veltroni hanno ricordato Calipari il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Gianni Letta, il direttore del Sismi Nicolo' Pollari e il capo del Cesis Emilio del Mese, ex Prefetto di Roma. Ad assistere alla seduta ci sono la madre di Calipari, Rachele, la vedova Rosa e la figlia Silvia, oltre all'Imam di Roma, al segretario della Comunita' ebraica di Roma e a un rappresentante del Vicariato. Il tratto prevalente dei discorsi su Calipari e' quello umano. Veltroni lo descrive come una persona "lontana dalla retorica e dal desiderio di apparire" che, proteggendo Giuliana Sgrena, ha fatto "la cosa piu' grande che un uomo possa fare: donare la propria vita per un'altra". Era, ha aggiunto il sindaco di Roma, "fedele alla sua missione e a se stesso, al suo modo di intendere la vita". Con il suo gesto "Nicola Calipari ci ha fatto sentire l'orgoglio di essere italiani". Ma Calipari era anche un funzionario con il quale il comune di Roma ha spesso lavorato insieme. Il Sindaco e l'assessore agli Affari sociali, Raffaella Milano, ricordano questo aspetto mettendo in evidenza "la passione straordinaria" con la quale ha seguito il progetto contro la tratta delle immigrate e il piano per l'accoglienza ai rifugiati. "Era- dice Milano- un uomo del dialogo e di grande rispetto e confronto con tutte le realta'". Veltroni ha sottolineato che l'abbraccio con il quale Nicola Calipari ha salvato la vita di Giuliana Sgrena e' il "gesto che un padre puo' fare nei confronti del figlio", ed ha aggiunto: "Siamo orgogliosi di sapere che questi sono gli uomini che difendono lo Stato". Il sindaco ricorda che a Calipari alcuni giornalisti avevano chiesto di poterlo accompagnare in quartieri pericolosi di Bagdad, e lui aveva risposto "le nostre vite sono spendibili, le vostre no". E commenta: "Dobbiamo inchinarci di fronte a uomini che definiscono la loro vita spendibile". Poi il primo cittadino della capitale si e' rivolto ai parenti di Calipari per dire loro "tutta Roma e' stretta intorno a voi". Il sottosgretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, che ha seguito passo passo la trattativa condotta proprio da Calipari per la liberazione di Giuliana Sgrena, dice che di tutte le celebrazioni di Calipari che ci sono state- quella di sabato, quando "in una notte fredda e mesta" e' rientrato il feretro ricevendo il saluto "dell'Italia ufficiale", la processione del giorno successivo all'Altare della Patria, i funerali di lunedi'- questa del Campidoglio e' la "celebrazione piu' intima, quella che mette piu' in risalto gli aspetti umani" oggi, ha detto, "gli diciamo sinceramente grazie". E Calipari era, dice Nicolo' Pollari, "l'antitesi del detto 'armiamoci e partite'. Faceva tutto in prima persona", tant'e' che dopo la sua morte ci sono "funzionari del Sismi con la sindrome del sopravvissuto perche' non ha consentito loro di andare al suo posto. E' stato un eroe per la generosita' e l'altruismo con cui ha protetto Giuliana Sgrena, di cui si sentiva padre e responsabile".
Hanno smesso di piangere ma il dolore e' stampato sul volto delle donne di Nicola Calipari: la moglie Rosa, la figlia Silvia e la madre Rachele che al loro ingresso nell' aula Giulio Cesare, dove e' in corso un consiglio comunale straordinario, sono state accolte da un lungo applauso. Le tre donne sono sedute nella prima fila di sedie sistemate tra gli scranni del Consiglio e si tengono per mano. La moglie Rosa, che nei giorni scorsi appariva sfiancata dal dolore al punto che era il direttore del Sismi Nicolo' Pollari a sostenerla anche fisicamente, sembra aver recuperato energia. O almeno si fa forza, per accogliere l'abbraccio simbolico di Roma.

Veltroni. “Ha fatto la cosa più grande, donare la sua vita per gli altri”

''Ha fatto la cosa piu' grande che un uomo possa fare, donare la propria vita per un'altra persona''. Cosi' il sindaco di Roma, Walter Veltroni, con la fascia tricolore e salutato da un lungo applauso al suo ingresso in consiglio comunale insieme con Gianni Letta e Nicolo' Pollari, ha ricordato Nicola Calipari. Veltroni ha sottolineato come ''quell'ultimo atto di generosita''' nasca da ''una vita, una sensibilita', da un modo di essere di cui i figli dell'agente, Silvia e Filippo, possono essere orgogliosi''. Il sindaco ha fatto un discorso inteso all'unita' del Paese e a quegli onori di solidarieta' e di sicurezza che uomini come Calipari assicurano. Per Veltroni gli italiani sono ''i tantissimi che difendono le istituzioni'', precisando che il ''senso del dovere che hanno e' una forma di amore per la Patria''. Sono proprio gli uomini come Calipari coloro che ''difendono il nostro Stato, e questo - ha aggiunto - e' il nostro Stato, cioe' il vincolo che tiene insieme la nostra comunita'''. Veltroni ha ricordato come il funzionario del Sismi avesse in passato, negando ad un giornalista che gli aveva chiesto di accompagnarlo in zone pericolose di Baghdad, definito la propria vita ''spendibile''. Tutto cio' rende ''orgogliosi di essere italiani'' e ''onorare Calipari e' essere orgogliosi di lui''. Da questo scenario Veltroni deduce e auspica che ''gli italiani da oggi saranno piu' solidali e uniti''. Infine, rivolgendosi alla moglie Rosa, a Rachele ed a Silvia le ha rassicurate: ''Tutta Roma sara' stretta intorno a voi e non vi lasceremo mai sole''.

Drago: “Con il suo sacrificio, Calipari ha ridato la Patria agli italiani”

''Con il suo sacrificio, Nicola Calipari, l'ultimo martire della nostra vicenda nazionale, ha ridato la Patria agli italiani tutti''. Lo ha detto il sottosegretario della Difesa Giuseppe Drago, intervenuto a Modena al giuramento degli allievi del 186/o corso 'Dignita'' dell'Accademia militare. La cerimonia, introdotta dal generale di divisione Carlo Gibellino, comandante dell'Accademia, si e' svolta nel cortile d'onore del Palazzo Ducale: erano presenti il capo di Stato maggiore della Difesa ammiraglio Giampaolo di Paola, l'ispettore delle scuole e delle Armi dell'Esercito generale Gaetano Romeo, e il comandante delle scuole dell'Arma dei Carabinieri generale Goffredo Mencagli. Madrina del corso e' stata la partigiana Paola Del Din, medaglia d'oro al valor militare, ed e' proprio riferendosi a lei che il sottosegretario Drago ha ricordato il funzionario del Sismi morto a Badgad, durante la liberazione di Giuliana Sgrena: ''Nel solco degli esempi di coraggio e generosita' e altruismo, si colloca l'ultimo martire della nostra vicenda nazionale, Nicola Calipari, capace, in un momento tanto tragico, di preservare la vita di chi aveva appena salvato, portando a termine la delicatissima missione che gli era stata affidata''. Sono 260 gli allievi del 186/o corso dell'Accademia militare: 188 sono gli allievi ufficiali dell'Esercito (fra loro, anche 15 cadette), 51 quelli dell'Arma dei Carabinieri (5 le donne), 21 gli stranieri, fra cui una ragazza. ''E' grazie alla spinta motivazionale che l'Accademia forma veri comandanti che amano la loro Patria - ha sottolineato il comandante Gibellino, rivolgendosi agli allievi -. Fin dai primi passi della vostra futura carriera, vi saranno affidate ingenti risorse e costosi apparati tecnologici, ma soprattutto vi saranno affidate persone''. ''L'ufficiale moderno, piu' di ogni altro militare, deve possedere capacita' e sensibilita' fuori del comune, indispensabili anche per mantenere la coesione della compagine cui appartiene, e il consenso dell'opinione pubblica, interna, internazionale e locale'', ha aggiunto il generale Romeo. Il sottosegretario Drago ha quindi sottolineato il valore della parola 'dignita'', che e' il motto del 186/o corso: ''Agire in ogni istante vuol dire essere degni di cio' che ci accade per poter essere realmente i protagonisti della nostra storia'', ha detto, ricordando i numerosi impegni che l'Italia ha negli scenari internazionali. ''La riforma dei vertici ha arricchito la cultura militare di prospettive nuove, il servizio militare volontario femminile ha dato il senso dei tempi e della societa' che cambiano, la sospensione della leva ha infine completato una vera e propria metamorfosi dello strumento militare nazionale'', ha aggiunto Drago, rimarcando come ''siamo riusciti a trasformare uno strumento prevalentemente statico in una forza dinamica con buone capacita' di proiezione, per mantenere gli impegni in ambito Nato e partecipare a pieno titolo alla costituzione delle forze operative europee''.

USP: “Il Governo intesti la sede del SISMI all’eroe Calipari”

Un invito al Governo da parte dell'Unione sindacale di polizia (Usp) ''a dedicare Forte Braschi, sede del Sismi, alla memoria di Nicola Calipari, eroe d'Italia, medaglia d'oro al valor militare''. ''Tramutare Forte Braschi in Forte Calipari - afferma la presidenza nazionale dell'Usp in una nota - e' il minimo che possa fare il Governo italiano per ricordare colui che ha immolato eroicamente la propria vita salvandone un'altra e dando lustro internazionale, con il suo tributo di sangue, al tricolore italiano''.

Fondazione Usa, presieduta da un cosentino, crea una borsa di studio per i figli di Calipari

Una Fondazione di Washington ha annunciato la creazione di un fondo Nicola Calipari,intitolato al funzionario dei servizi di sicurezza italiani ucciso da militari americani il 4 marzo a Baghdad, poco dopo avere liberato la giornalista ostaggio Giuliana Sgrena. Il fondo di 25 mila dollari e' esclusivamente destinato all'educazione universitaria dei figli di Calipari, Filippo e Silvia. L'iniziativa e' stata presa dalla John R. Mott Scholarship Foundation, presieduta dall'avvocato Mario Mirabelli, un americano di origini calabresi. Nel Board della Fondazione siede fra gli altri l'ambasciatore Paolo Janni. La Fondazione, creata dal defunto John R. Mott di Albany,nello Stato di New York, ma originario di Serra d'Aiello, ha lo scopo di mettere borse di studio universitarie a disposizione di giovani calabresi: dalla sua creazione, ha fornito borse di studio a oltre 80 studenti di quella regione. Il presidente Mirabelli, nell'annunciare l'iniziativa,ha detto: ''La Fondazione onora, cosi', un eroe dell'Italia e della Calabria. E' un impegno importante, che rispecchia i desideri di John R. Mott di offrire opportunita' di studio a giovani calabresi''.

Berlusconi aderisce alla sottoscrizione di “Libero” per la famiglia Calipari con 50.000 euro

Silvio Berlusconi ha partecipato, con 50 mila euro, alla sottoscrizione aperta dal quotidiano ''Libero'' a favore della famiglia di Nicola Calipari. Ad annunciarlo e' lo stesso quotidiano. In un articolo in prima pagina (''Berlusconi guida la sottoscrizione di Libero'') il direttore Vittorio Feltri afferma: ''ci ha colpito che il capo del governo, appreso del nostro sforzo, si sia unito alla massa dei lettori di Libero e con lo spirito di uno qualunque di essi abbia dato il suo contributo''.

I tifosi della Reggina dedicheranno uno striscione a Calipari nel derby con il Messina

Domenica prossima, in occasione del derby col Messina, i tifosi della Reggina esporranno uno striscione per ricordare Nicola Calipari, il funzionario del Sismi originario di Reggio Calabria morto dopo la liberazione di Giuliana Sgrena. A renderlo noto e' il Comitato della pace di Reggio Calabria, il quale riferisce che quella di domenica ''dovra' essere una giornata di amicizia nel nome di Nicola Calipari''. Nel ricordo di Calipari il Comitato della pace di Reggio ha anche promosso la riappacificazione tra le tifoserie della Reggina e del Messina. ''Siamo riusciti - e' detto in una nota - a fare riappacificare, almeno per domenica, le tifoserie messinese e reggina''.

Ministro Castelli: “La Sgrena ha creato problemi a tutti”

Giuliana Sgrena ''ha creato enormi problemi al governo e creato anche dei lutti che forse era meglio evitare''. Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, ha risposto cosi' al commento della giornalista che ha detto di non fidarsi delle inchieste. ''La Sgrena - ha detto Castelli, a margine della seconda conferenza sulla tutela dei giovani avvocati in corso a Bologna - credo che dovrebbe magari essere piu' accorta. Ha detto un cumulo di sciocchezze, parla da poco accorta, si e' mossa da poco accorta''.

Sgrena: “Sotto accusa per essere viva”

''Non ho fiducia nelle inchieste.Perche' sappiamo in molti casi come siano finite. E' invece importante che, grazie alle nostre affermazioni, mie e dell'agente del Sismi che guidava la macchina quella sera fino all'aeroporto, si sia imposta la necessita' di fare chiarezza.Altrimenti, sarebbe stato tutto archiviato nel giro di due giorni come un 'tragico' incidente''. E' un fiume di parole, nell'intervista rilasciata all'Ansa, Giuliana Sgrena, attaccata ai tubi per il drenaggio del polmone, pallida, che fa fatica a parlare ma che vuole fare luce su cio' che e' successo la sera della sua liberazione. Ha i capelli puliti, finalmente. Se li accarezza. Oggi e' venuto un parrucchiere a lavarglieli perche' da sola non ci riesce ancora. ''Erano pieni di sangue rappreso fino a poche ore fa - ricorda - e mi sbattevano in faccia in continuazione tutto cio' che era successo venerdi'. Non ne potevo piu'''. ''Spero solo, piu' per Nicola che per me - aggiunge tornando a parlare dell'inchiesta - che questo porti a un cambiamento delle regole per l'ingaggio degli americani in Iraq''. ''Quella sera gli americani ci hanno illuminato dopo aver sparato. Per vedere, penso, cos'avevano fatto. I proiettili poi erano tantissimi. E non erano schegge di vetro. Lo testimonia la ferita che ho alla spalla, dove ci sono schegge di proiettili. E che i proiettili erano tanti lo dice per primo l'agente del Sismi che quella sera era alla giuda. Inoltre, quando sono salita sull'auto, che non saprei riconoscere e che mi avrebbe portato all'aeroporto, ero bendata. Lo sono stata anche per altri quattro o cinque minuti. Ritengo fosse una misura presa per la mia sicurezza, affinche' non potessi riconoscere il luogo in cui ero stata tenuta prigioniera. Non ho avuto l'impressione che dietro di noi ci fosse un'altra macchina. E poi penso che sarebbe stato pericoloso formare un convoglio. Peraltro, dopo la sparatoria, non ho visto nessuna altra macchina raggiungerci''. Poi si ferma a pensare, con lo sguardo nel vuoto e ribadisce ancora una volta: ''Andavamo piano ed eravamo io, Calipari e l'autista e Nicola ha sempre parlato in italiano. Non poteva e non doveva chiamare lui gli americani''. E' arrabbiata Giuliana, di quella rabbia che fa anche piangere: ''Mi sento sotto accusa per essermi fatta sequestrare e poi salvare. Mi sono salvata - prosegue - e mi sento vittima di cannibalismo. Infierire e' assurdo, soprattutto se lo fanno persone che non hanno idea di come sia la situazione a Baghdad. Parlano di cose che non conoscono''. Accanto a lei Pier, il compagno di una vita, dimagrito e stanco, che risponde alle tante telefonate, che accarezza Giuliana con lo sguardo e si assicura se ha mangiato tutto. E che sulla questione degli spari ci tiene a dire anche la sua: ''La sera del rilascio - spiega - ero a Palazzo Chigi. In diretta telefonica il generale Pollari aveva l'autista dell'auto con a bordo Giuliana, un uomo del Sismi. C'erano, oltre a me e Pollari, anche Berlusconi e Letta. Pollari ha sollevato il telefono per farci ascoltare a tutti. L'autista ha detto: 'Ci hanno sparato 3-400 colpi'''. Giuliana lo guarda e non puo' fare a meno di dire: ''Sono stati i miei sequestratori a farmi fare l'appello a Pier durante il primo video. Io non avrei voluto. Mi dicevano: 'devi rivolgerti a lui'. Nonostante sapessi che il mio giornale non mi avrebbe abbandonato - confida la giornalista del Manifesto - io contavo su Pier''. Giuliana e' chiara anche sulla questione del riscatto: ''Del riscatto non me ne frega niente. Mi interessa solo che sono stata liberata. La vita umana - prosegue addolcendosi - e' la cosa piu' importante che esista. Cercare di salvarla e' ancora piu' importante''. Il suo pensiero, nel giorno della fiaccolata al Campidoglio, non puo' non andare a Rosa Calipari, ''che ho visto una sola volta e alla quale ho promesso sabato scorso e prometto nuovamente oggi che bisogna scoprire la verita', lo dobbiamo a Nicola. Quando saro' guarita andro' a trovarla. Saro' sempre impegnata con lei per arrivare alla verita' su quanto e' successo''. Un pensiero va anche ai due genitori, ''che mi hanno avuto quando mia madre aveva solo 17 anni e papa' 22. Sono stati straordinari. Non mi sorprende che papa' sia venuto a Roma a manifestare. Lui viene sempre qui a manifestare. A mamma - dice poi - non avevo detto del servizio che andavo a fare a Falluja. Se lo deve essere sentito, perche' Pier quel giorno mi aveva chiamato dicendomi che lei mi aveva cercato almeno dieci volte''. Dopo aver parlato per un'ora, e aver ritardato anche il pranzo, Giuliana e' sfinita, ma sembra star meglio dopo aver raccontato a tutti la sua verita'.

Sgrena: “Con Rosa Calipari per arrivare alla verità”

''Dobbiamo scoprire la verita', lo dobbiamo a Nicola. Sono queste le parole che ho detto alla moglie Rosa durante l'incontro di sabato mattina, e che le ripeto anche oggi, giorno della fiaccolata in Campidoglio alla quale non potro' partecipare. Ci sara' Pier per me''. Lo ha detto Giuliana Sgrena dal Celio. ''Quando saro' guarita andro' a trovarla. Saro' sempre impegnata con lei per arrivare alla verita' di quanto e' successo''. Da sabato mattina, Giuliana e Rosa non si sono piu' sentite. Con la moglie dell'alto funzionario del Sismi, hanno parlato in seguito il fratello della giornalista, Ivan, e Pier Scolari.

Scolari: “Parteciperò alla fiaccolata con quelli del ‘manifesto’”

''Partecipero' alla fiaccolata di questo pomeriggio in Campidoglio con quelli del Manifesto''. Lo ha detto Pier Scolari, all'ospedale militare del Celio, dove e' ricoverata Giuliana Sgrena. Scolari ha sottolineato poi che ''non sono previsti altri interrogatori. Tra poco sara' letto un nuovo bollettino medico nel quale si spieghera' che all'inizio della prossima settimana si fara' un intervento. Comunque la situazione sta migliorando''.

Una scuola orafa intitolata a Calipari a Reggio

Sara' intitolata a Nicola Calipari la scuola orafa che aprira' a settembre nella provincia di Reggio Calabria. La decisione e' stata presa oggi nel corso di un incontro tra il presidente della Provincia, Pietro Fuda, il prof. Enzo Marvaso, responsabile per la Calabria della Casa di Carita' Arti e Mestieri (che ha la sede centrale a Torino), e i coordinatori delle due sedi di Taurianova e Cinquefrondi. ''La sinergia nata tra la Provincia, il Comune di Cinquefrondi, la Casa di Carita' Arti e Mestieri e l' Agenzia Formativa Ghirardi, che da oltre 100 anni e' leader nel campo della formazione per orafi - ha sostenuto Fuda - e' il frutto di mesi intensi di incontri per la definizione degli obiettivi. Le strutture torinesi si sono dichiarate interessate a portare nel nostro territorio la loro professionalita' per valorizzare e recuperare le nostre tradizioni, ed hanno apprezzato la volonta' di titolare la scuola a Calipari''. ''Accanto a questo primo riconoscimento all' eroe che abbiamo ricordato proprio questa mattina nell' abbraccio commosso del Duomo - ha aggiunto Fuda - nasceranno le altre iniziative che saranno individuate in seno al prossimo Consiglio provinciale. Sono sicuro della scelta e commosso per l' importanza di unire al nome di un uomo dagli altissimi ideali la nascita di una scuola che permettera' a tutti i giovani di fare proprie le antiche arti orafe, e di sperimentare la propria creativita' con le nuove tecnologie''. Il polo formativo, che sara' presentato domattina alle 10.30, ed i cui corsi saranno completamente gratuiti, si rivolgera' sia ai giovani che devono assolvere l' obbligo formativo, con un primo corso di tre anni e la possibilita' del rientro dei due anni integrativi per giungere al diploma di stato (e' gia' partito, in questo senso, l'accreditamento da parte della casa madre di Torino presso la Regione Calabria) che ai giovani diplomati e laureati, tramite corsi di post-qualifica e di post-laurea. In particolare, secondo quanto e' stato riferito, Taurianova ospitera' il polo orafo in localita' Amato, e servira' tutta la fascia preaspromontana, mentre Cinquefrondi ospitera' il polo lapideo, servendo tutta la fascia jonica. Sono in atto intese con le scuole statali e sono previsti stage formativi nell' azienda parigina Maison Cartier. La Provincia, capofila del progetto, si occupera' dell' acquisto dei macchinari necessari per creare il laboratorio di taglio delle pietre preziose e semipreziose. Obiettivi fondamentali del nuovo polo scolastico sono il recupero dell' arte orafa calabrese e la valorizzazione delle pietre caratteristiche del territorio, come la pietra verde, associati all' applicazione di nuove tecnologie per il design dei gioielli. Gli studenti impareranno ad utilizzare le macchine prototipizzatrici che, tramite tecnologie Nasa, permettono di sviluppare il modello dall' idea grafica anche solo abbozzata. La parte tecnico-professionale e' seguita dall' Agenzia formativa E. G. Ghirardi, che a fine 2004 ha indetto a Torino il primo concorso internazionale di ''Design del Gioiello'', patrocinato, tra le altre istituzioni nazionali e locali, dalla Presidenza del Consiglio e dai Ministeri dell' Istruzione, Universita' e Ricerca e del Lavoro e Politiche Sociali. Accanto all' istituzione del polo formativo la Provincia, e' scritto nel comunicato, sta studiando, di concerto con l' agenzia, la fattibilita' di altri tipi di interventi, come la valorizzazione di risorse quali il bergamotto e la ginestra per studiare una linea dedicata di gioielli e l' organizzazione di eventi a tema nel territorio reggino.

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