Omicidio Calipari: La Sgrena smentisce
la presenza di un quarto uomo e di una seconda auto
10/03 Nessun quarto uomo all' interno della Toyota e, tanto meno,
nessuna auto di scorta o di staffetta. Giuliana Sgrena, a distanza
di pochi giorni, e' tornata a raccontare ad un magistrato della procura
di Roma i momenti della sua prigionia e quelli piu' tragici della
morte di Nicola Calipari. Sentita per circa due ore dal pm Erminio
Amelio, alla presenza di Digos e Ros, nell' ospedale militare del
Celio, la giornalista del Manifesto ha sostanzialmente ribadito quanto
gia' dichiarato sabato scorso subito dopo il ricovero per la ferita
ad una spalla. Solo su un particolare ha corretto la precedente versione:
il numero di proiettili contati dopo la sparatoria avvenuta a pochi
passi dall' aeroporto di Baghdad; poco piu' di una decina e non le
centinaia riferite sabato scorso. L' atto istruttorio era stato deciso
per approfondire alcuni particolari gia' affrontati in occasione della
prima audizione e per sentire la versione della giornalista a proposito
delle illazioni circolate negli ultimi giorni circa la presunta presenza
di una quarta persona all' interno dell' auto presa di mira dai militari
americani e dell' eventualita' che il mezzo fosse scortato da almeno
un' altra vettura. La Sgrena ha anche ribadito che quella dei militari
Usa e' stata un' azione ingiustificata e di non essere a conoscenza
di alcun riscatto proposto o pagato ai sequestratori. Circostanza,
quest' ultima, che anche se trovasse fondamento (ma il Governo ha
ripetutamente smentito), non costituirebbe reato in quanto la legge
sul blocco dei beni riguarda solo i rapimenti ai fini di estorsione,
mentre nel caso della giornalista del Manifesto si tratta di un sequestro
con finalita' di terrorismo. Gli inquirenti ritengono inoltre che
non ci sia alcun mistero dietro le voci fuori campo che si odono nel
video girato durante il rilascio: i riferimenti alla sparatoria nei
pressi dell' aeroporto confermano che sono state inserite successivamente.
I pubblici ministeri Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio,
che nel pomeriggio si sono riuniti per un aggiornamento della situazione,
hanno intanto ricevuto le armi che avevano in dotazione Nicola Calipari
ed il maggiore dei carabinieri rimasto ferito durante la sparatoria.
Per solo scrupolo saranno sottoposte nei prossimi giorni a consulenza
balistica per verificare se abbiano sparato. In attesa degli accertamenti
sul traffico telefonico dei due apparecchi cellulari di Calipari e
dell' agente del Sismi finora recuperati (ne mancano all' appello
almeno altrettanti), gli inquirenti hanno incaricato i carabinieri
del Ros che da alcune settimane si trovano in missione in Iraq di
procedere ad una ricostruzione grafica dei fatti culminati con la
morte del funzionario del servizio segreto militare. Oggi, infine,
l' avvocato Alessandro Gamberini, del foro di Bologna, ha depositato
in procura la nomina di costituzione di parte offesa di Giuliana Sgrena
nei procedimenti aperti rispettivamente sul suo sequestro e sulla
morte dello 007.
Buttiglione: “Gli americani
rispettano le regole dei check point”
''Dobbiamo capire se i soldati americani seguono con rigore le regole
nel dare il fermo al posto di blocco o se, per paura, prima sparano
e poi si va a vedere''. E' quanto ha detto il ministro per le politiche
comunitarie, Rocco Buttiglione, sulla vicenda dell'uccisione in Iraq
di Nicola Calipari, a margine di un convegno sul rapporto pace-donna
organizzato a Roma dall'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Per
il ministro, questa osservazione e' uno dei due punti fondamentali
che l'indagine in corso dovra' chiarire. L'altro punto e': ''c'e'
stato - si e' chiesto Buttiglione - un efficace scambio di informazioni,
o c'e' un buco, nella catena informativa fra i militari che non sapevano
che li' stesse per passare l'auto'' degli italiani? ''Dobbiamo fare
l'inchiesta - ha aggiunto il ministro - ed arrivare ad una chiarezza
sui fatti''.
Istituito a Reggio un premio internazionale
dedicato a Calipari.
E' stato istituito a Reggio Calabria, su iniziativa dell' associazione
Pro Loco, un premio internazionale intitolato a Nicola Calipari, il
funzionario del Sismi ucciso a Baghdad dopo la liberazione di Giuliana
Sgrena. Reggio e' la citta' in cui Calipari era nato 51 anni fa. Il
premio a lui intitolato si chiamera' ''Nicola Calipari, pro civitate
et humanitate''. ''Il premio intestato a Calipari - ha detto Giuseppe
Tripodi, presidente dell' associazione Pro Loco di Reggio Calabria
- contribuira' a perpetuare la memoria di questo onesto servitore
dello Stato e dara' riconoscenza e gratitudine a quelle persone che
si sacrificano per il bene pubblico in ogni parte del mondo''. La
cerimonia di consegna della prima edizione del premio e' stata fissata
per il 4 marzo 2006, primo anniversario dell' uccisione di Calipari.
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