Malabarba (Rif.) accusa “Una
guerra di apparati, impossibile ricerca della verità”
10/05 "Invece di risalire alle responsabilità vere dell'uccisione
di Calipari, indagando sul ruolo di Negroponte, assistiamo allo scatenamento
di una guerra tra apparati guidata dal prefetto De Gennaro, mentre
la magistratura è lasciata sola nella ricerca di una quasi
impossibile verità" E' quanto scrive oggi su Liberazione
il capogruppo al Senato di Rifondazione Comunista e componente del
Copaco, Gigi Malabarba, che ha preso la parola in aula oggi per sollecitare
il Presidente del consiglio a una rapida risposta a un'interpellanza
urgente sul contrasto tra Italia e USA relativamente alla liberazione
degli ostaggi. "Il Sismi - prosegue Malabarba - viene accusato
dal Pentagono di finanziare i terroristi in Iraq e Negroponte fa istituire
un posto di blocco 'sui generis', mai servito per l'ambasciatore ma
protratto fino ad impattare l'auto di Calipari, seguita in tutti i
suoi spostamenti attraverso i segnali del cellulare". "Ho
il sospetto - aggiunge Malabarba - che il nuovo Capo dei servizi americani
sappia bene dello scontro in atto tra i servizi italiani e abbia approfittato
dell'appoggio importante del Capo della polizia per contrastare Calipari.
Le ulteriori rivelazioni di Canal Plus sull'intervento europeo (e
israeliano?) per liberare Stefio, Agliana e Cupertino - continua Malabarba
- avviata in collaborazione col Sisde, ma non con il Sismi che stava
sul terreno in Iraq, mettono in luce i veleni sparsi per disarticolare
uno strumento apparso troppo autonomo dalla filosofia statunitense.
Ma sicuramente fanno calare un buio pesto su una verità che
nessuno sembra voler ricercare". "La mia verità politica
l'ho detta in aula: troppi elementi concorrono a dimostrare che gli
USA avevano la necessità di imporre a tutti gli occidentali,
a partire dagli alleati, la linea della fermezza. Perdiamo la guerra
sul campo, dice Rumsfeld, e quindi anche la 'guerra sporca' dell'Opzione
Salvador diventa uno strumento necessario. Questo è l'aspetto
inquietante - conclude Malabarba - che il Negroponte italiano che
vuole prendere in mano il controllo dell'intelligence italiana intende
avallare".
Primo esame per l’auto di
Calipari che non appare compromessa
10/05 Appare integro e non pregiudicato dagli esami eseguiti dalla
Commissione mista Usa-Italia, lo stato della Toyota Corolla dove era
il 4 marzo scorso Nicola Calipari, ucciso dal fuoco dei marines Usa
del check-poit 541 sulla Irish Route a Baghdad. E' una delle indiscrezioni
trapelate da un primo esame empirico ed esterno dell'auto compiuto
dai periti nominati, di polizia Ris e del politecnico di Torino, dalla
procura di Roma e dai periti di parte. La conferma sulle condizioni
dell'auto, che fugherebbero al momento i dubbi che pure erano stati
espressi sulla possibilita' di eseguire esami tecnici in Italia, viene
anche dall'avvocato Alessandro Gamberini, legale di Giuliana Sgrena.
''Dopo un primo esame esterno - ha detto Gamaberini - sembra che le
condizioni dell'auto siano abbastanza integre e tali da non pregiudicare
l'avvio di esami tecnici e balistici''. I tecnici hanno eseguito ieri
un esame esterno dell'auto nei laboratori del Dac. I risultati da
parte dei Ctu, che dovranno rispondere ad una serie di quesiti formulati
dai pm Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio, titolari dell'indagine
sull'uccisione di Calipari, saranno ultimati entro 60 giorni.
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