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Cronaca
Sgrena libera/Ucciso Calipari

 

Oggi Berlusconi parla alle Camere.

Ci sono due "verita' soggettive", ma non c'e' "nessun arbitro" che possa giudicare, quindi Italia e Stati Uniti rimangono su "posizioni diverse", ma "il caso" deve essere chiuso al piu' presto. Chi ha sentito oggi Silvio Berlusconi giura che il premier stia preparando un "discorso molto prudente" da pronunciare alle Camere. Al momento e' escluso alcun riferimento ad una 'exit strategy', dell'argomento Berlusconi e Bush potranno discutere la settimana prossima a Mosca. Ma il presidente del Consiglio dovrebbe comunque rivendicare l'autonomia di giudizio del nostro paese. "In questa vicenda abbiamo dovuto subire un eroico sacrificio, ma usciamo con la schiena dritta. Noi crediamo alla nostra verita' e potremo guardare negli occhi il nostro alleato": questo il ragionamento che Silvio Berlusconi avrebbe fatto oggi pomeriggio ai suoi interlocutori. Fonti di Forza Italia in contatto continuo con il premier riferiscono che Berlusconi dira' chiaramente che "non verra' meno la fiducia dell'Italia verso il nostro alleato, perche' la missione di ristabilire la democrazia in Iraq e' comune". Dunque occorre guardare avanti, sottolineando che "non c'e' stata volontarieta'" da parte americana nella vicenda che ha portato all'uccisione del funzionario del Sismi, Nicola Calipari. Tutavia in ambienti governativi resta ancora il disappunto per come la "scena" dell'incidente sia stata 'cancellata': "I proiettili non sono stati trovati, la macchina e' stata perquisita per molto tempo e certamente il Pentagono non puo' non coprire l'operato dei militari Usa", osserva una fonte diplomatica. A distanza di due mesi, pero', l'obiettivo di Berlusconi e' superare ogni ostacolo e la telefonata con il Presidente Usa, George W. Bush, e' considerata una ulteriore prova del fatto che i rapporti tra i due Paesi non si sono raffreddati.


Questo il documento italiano (in formato pdf)

Questo il documento americano con gli omissis (in formato pdf)

Questo il documento americano senza le censure (in formato word)

 

Capocentro Sismi: All’andata il posto di blocco non c’era

04/05 Quando il capocentro Sismi accompagno' Nicola Calipari e il suo autista fuori dall'aeroporto, sulla strada verso Baghdad per l'inizio della missione, non c'era il posto di blocco Usa da cui poi, al rientro, venne aperto il fuoco contro la Toyota Corolla. Lo ha rivelato ai pm della procura di Roma il capocentro del servizio segreto militare sentito per circa due ore alla presenza di Ros e Digos. L'appuntamento che era stato dato a Calipari e all'autista era presso un check-point stabile vicino all'aeroporto.

Dopo la sparatoria ci fu impedito di andare sul posto

Il capocentro del Sismi non pote' raggiungere il posto dove era avvenuta la sparatoria perche' gli fu detto che la situazione era bloccata e non era possibile arrivarci. Lo ha detto il funzionario del servizio segreto militare ai pm Franco Ionta ed Erminio Amelio, aggiungendo che, dopo essere stato avvertito dall'autista della Toyota di quello che era successo, si rivolse al capitano Green; questi gli riferi' quanto comunicatogli dal comandante della pattuglia Usa, e cioe' che non era praticabile un sopralluogo. La stessa relazione della delegazione italiana che ha partecipato alla commissione amministrativa con i rappresentanti statunitensi riporta che il generale Mario Marioli, vice comandante del corpo d'armata multinazionale, il suo assistente Green e il capocentro Sismi "avevano in un primo momento chiesto e ottenuto l'autorizzazione a recarsi sul posto dell'evento (distante circa un chilometro), mentre successivamente il comandante della compagnia, arrivato sul luogo dell'evento, negava tale autorizzazione adducendo motivi di sicurezza. Tuttavia, altri ufficiali statunitensi del MNC e MNF sono stati autorizzati a recarsi sul posto".

Taormina “Ascoltato l’audio della telefonata che impartisce ordini in italiano”

''E' stato ripetutamente ascoltato l' audio della telefonata che ho consegnato ai pm nei giorni scorsi ed e' stato dimostrato che essa e' stata 'salvata' da un' entita' informatica internazionale della quale non posso parlare''. Lo ha detto l' avvocato Carlo Taormina al termine del lungo interrogatorio al quale e' stato sottoposto oggi Pierluigi Preite, l' ingegnere informatico che, come ricorda il suo stesso legale, sostiene di aver raccolto il 4 marzo scorso, tramite web, la registrazione di una telefonata ''in cui si fa riferimento ad aspetti degli eventi poi verificatisi sulla strada percorsa da Nicola Calipari e Giuliana Sgrena verso l' aeroporto di Baghdad''. Secondo quanto riportato da organi di informazione nelle scorse settimane, nella telefonata, registrata circa mezzora prima della sparatoria in cui mori' il funzionario del Sismi, una voce italiana invita a sparare sulla Toyota Corolla. L' interrogatorio, tenuto dal pm Pietro Saviotti alla presenza dei carabinieri del Ros e' stato secretato. Accertamenti sono ora in corso, ha spiegato Taormina, per risalire agli interlocutori in questione (''uno parla fluidamente italiano, l' altro in un italiano stentato'') e per approfondire aspetti tecnici tramite una consulenza ''alla quale e' stata consentita la partecipazione dello stesso Preite''. ''Esco da questo incontro - ha concluso Taormina - estremamente soddisfatto perche' il mio assistito ha guadagnato la credibilita' e l' attendibilita' che qualcuno voleva oscurare per motivi che ritengo di conoscere, ma che non posso rivelare. In particolare, e' stata accettata la sua collaborazione e non e' emerso alcun elemento di contrasto rispetto alla telefonata della quale ha parlato''. Nell' incontro di oggi con gli inquirenti, Preite e' stato sentito nella duplice veste di indagato per abusiva intromissione in un sistema informatico e di parte lesa in un procedimento per minacce.

 


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