La Sgrena non ha potuto salutare
Nicola per l'ultima volta
07/03 E' stata l'ultima a vedere vivo Nicola Calipari, l'uomo che
facendole scudo con il proprio corpo le ha salvato la vita per la
seconda volta. Oggi, e' stata l'unica a non poter dare l'ultimo saluto
all'agente del Sismi che l'ha strappata dalle mani dei rapitori che
l'hanno tenuta prigioniera a Baghdad. L'unica che non ha potuto varcare
la soglia della basilica di Santa Maria degli Angeli. Giuliana Sgrena,
costretta in una stanza dell'ospedale militare del Celio i funerali
di Calipari li ha seguiti attraverso la televisione. Sola, chiusa
nel suo dolore. Senza neanche il suo compagno, Pier Scolari, senza
suo fratello Ivan, che al suo posto hanno invece assistito, insieme
ad altre migliaia di persone, alla cerimonia funebre dell' ''eroe
vittima di una guerra senza nome'', come l'Osservatore Romano ha definito
oggi l'agente del Sismi. ''Saremo riconoscenti per sempre a Nicola
Calipari, e ci sentiamo quasi in colpa per quello che e' successo''.
Dira' Ivan Sgrena ricordando la figura del liberatore della sorella
proprio mentre il feretro sfilava tra la folla. Giuliana, che ha abbracciato
e pianto con Nicola Calipari, felice per la sua liberazione, oggi
nel silenzio rotto solo dalla telecronaca dei funerali, ha pianto
per lui. Per la sua morte. E la ferita alla spalla le deve essere
sembrata nulla di fronte al dolore della perdita che accompagnera'
per sempre la moglie e i figli di Calipari. Ma anche i tantissimi
colleghi e amici. E che la fara' vivere con il ricordo dell'uomo che
l'ha salvata due volte e al quale non ha potuto dire grazie per l'ultima
volta. Il bollettino medico, a conclusione dei consulti odierni, racconta
che 'La paziente e' in buone condizioni generali. Si alimenta regolarmente,
ed e' senza febbre''. Il freddo rapporto sanitario non puo' menzionare
il dolore. Quello e' chiuso dentro Giuliana, per sempre. Dopo i funerali
di Calipari, Giuliana ha ricevuto alcune visite nonostante il parere
dei medici fosse quello di riposarsi, di non affaticarsi visto che
fin dai primi momenti del suo arrivo in Italia non ha avuto pace per
il continuo via vai. Ma oggi, ancora visite. Nel primo pomeriggio
a varcare la soglia del Celio e' stata Simona Torretta, la volontaria
anch'essa rapita e poi rilasciata in Iraq. La giovane che, come Giuliana,
era in Iraq per la pace e contro la guerra e che, come lei, e' stata
costretta alla prigionia. Che, come lei, ha vissuto la paura di non
poter tornare libera ma che e' tornata sana e salva grazie alle capacita'
di Calipari e dei suoi uomini. Prima di lei, immediatamente dopo aver
presenziato ai funerali dell'agente del Sismi, ad incontrare Giuliana
e' stato il leader dell'Unione Romano Prodi accompagnato dal sempre
presente, Pier Scolari. ''Romano Prodi si e' fatto raccontare da Giuliana
i dettagli di cio' che e' successo in Iraq'' spieghera' poi il compagno
della Sgrena aggiungendo che ''Il presidente dell'Unione ha concordato
sull' inspiegabilita' della vicenda''.
PSE: “Calipari un esempio
per chi combatte la violenza
“I componenti del coordinamento del Pse-Lista Mancini, unitamente
a numerosi compagni socialisti, si sono ritrovati questa mattina nella
sede di Corso Umberto a Cosenza per seguire la diretta televisiva
dei funerali di Nicola Calipari, celebrati a Roma alla presenza delle
più alte cariche dello Stato”. Questo è quanto
scrive una nota del partito di Giacomo Mancini. “Il movimento
ha voluto così testimoniare la propria partecipazione al lutto
che ha colpito profondamente la comunità nazionale e calabrese
in particolare. Nicola Calipari, genero dell'indimenticata Anna "Pupà"
Mancini, che già aveva dimostrato le sue capacità professionali
nella sua lunga e apprezzata esperienza cosentina, dovrà rappresentare
un esempio per tutti coloro che combattono contro ogni forma di violenza
e di sopruso della dignità umana. Siamo vicini alla moglie,
Rosellina Villecco, ed alla famiglia Calipari in questo momento di
grande dolore per la perdita di una brava e bella persona che, con
sacrifico estremo, è riuscito a concludere eroicamente e con
successo, l'ultima operazione che gli era stata affidata. Nicola,
che tra i socialisti cosentini godeva di sincera amicizia e stima
personale, resterà un punto di riferimento per coloro che ritengono
che "servire lo Stato" sia il fine più alto di ogni
militanza politica, ideale e sociale.”
Mons. Mondello (Arcivescovo di Reggio)
“Lo piange una intera città”
La notizia della morte di Nicola Calipari" ha scosso l'intera
citta' di Reggio Calabria e la Calabria intera". In una dichiarazione
diffusa dal Servizio Informazione della Chiesa Italiana, mons. Vittorio
Mondello, arcivescovo di Reggio Calabria e presidente della Conferenza
Episcopale Calabra, ha voluto ricordare la figura di questo "eroico
servitore dello Stato" che da bambino "giocava nel cortile
dell'episcopio e faceva parte degli scout". Per mons. Mondello,
Calipari e' morto da "eroe": la notizia della liberazione
della Sgrena "e' stata resa cosi' infausta dal sangue versato"
dal funzionario di origine calabrese. Calipari era, infatti, nato
a Reggio Calabria 51 anni fa e dalla citta' dello Stretto era partito
per lavorare come investigatore nella polizia di Stato prima a Cosenza,
poi a Genova ed infine a Roma prima di far parte, dal 2002, del Sismi,
organismo per il quale gli era stato affidato il difficile e delicato
compito di dirigere il servizio segreto in Iraq. "Era un cristiano
impegnato negli scout - ha detto da parte sua il portavoce dei vescovi
di Calabria, don Giorgio Costantino, amico della famiglia del funzionario
- figlio di ferventi ed autentici cristiani". Il fratello, don
Maurizio Calipari insegna all'Ateneo pontificio Regina Apostolorum
ed e' officiale dell'Accademia per la Vita, mentre uno zio - ricorda
ancora don Costantino - si era donato totalmente all'assistenza dei
malati ed e' morto a soli 40 anni. La diocesi di Reggio Calabria-Bova
ricordera' Nicola Calipari venerdi' 11 marzo con una solenne celebrazione
eucaristica nella Cattedrale di Reggio Calabria, presieduta dall'arcivescovo,
mons. Vittorio Mondello.
Meduri “L’Italia stretta
attorno al coraggio di Nicola”
''Oggi l' Italia si e' stretta intorno a Nicola e al suo coraggio''.
E' quanto ha detto il parlamentare della Margherita, Luigi Meduri
partecipando ai funerali di Nicola Calipari. ''Nessuna retorica -
ha aggiunto - ma solo il tributo ad un uomo giusto e discreto. Un
figlio della Calabria orgoglioso della sua terra e noi orgogliosi
di lui''. ''E' un uomo - ha concluso Meduri - che con il suo impegno,
i suoi valori, il suo lavoro, il suo coraggio, sara' sempre un esempio
per tutti e in particolar modo per noi calabresi che avremo un motivo
in piu' per non dimenticarlo mai''.
Per Calipari un giardino a Gerusalemme
''Il ricordo del supremo sacrificio di Nicola Calipari, caduto nelladempimento
del dovere, non deve andare perduto. Alla sua memoria dedicheremo
un Giardino che verrà piantato sulla collina della Memoria
a Gerusalemme''. Lo annuncia David Ruben, presidente dell'Anti Defamation
League Italia'. ''Nella tradizione ebraica ha spiegato luomo è
paragonato agli alberi, simboli di vita e prosperità. Nell'esprimere
ai famigliari di Nicola Calipari e a tutte le Forze dellOrdine le
nostre condoglianze e il nostro dolore, nel Giardino che porterà
il suo nome si rinnoverà sempre il suo ricordo e il suo straordinario
atto di generosita'''.
Ai funerali di Calipari la testimonianza
della comunità islamica italiana
''Sono qui per portare la testimonianza di tutta la comunita' islamica
d'Italia''. Lo ha detto il presidente dell'Ucoi, Mohammed Douchan,
presente oggi ai funerali di Nicola Calipari. ''Credo - ha aggiunto
- sia un dovere di ogni cittadino di fronte a una persona che ha dato
la sua vita per noi, per gli italiani''. ''E' il minimo - ha concluso
- che possiamo fare''.
Pollari racconta l’ultima
telefonata: “Vittoria! …… poi il silenzio”
''Venerdi' sera ho ricevuto l' ultima telefonata di Nicola. Le sue
parole, l' enfasi delle stesse, me lo fanno ricordare in un modo diverso:
lui, sempre misurato nel parlare, era gonfio di gioia e di soddisfazione'':
cosi' il direttore del Sismi, Nicolo' Pollari, ha ricordato durante
i funerali di Nicola Calipari, l' ultima conversazione con il ''suo''
funzionario. ''Era in macchina con la signora Giuliana Sgrena - ha
detto - e, gonfi di gioia, mi hanno detto: 'Vittoria, e' libera, e'
qui in macchina con noi. Ti chiamo fra poco, quando saremo in salvo'.
Poi non mi ha chiamato piu'. Io lo chiamavo, con insistenza, con preoccupazione,
dall' ufficio del sottosegretario Gianni Letta, per cercare di capire
cosa stesse succedendo, come mai non avessimo notizie. Poi improvvisamente
una telefonata, incredibile, breve, concitata. Il resto lo sappiamo
tutti''. Non e' stato facile per Pollari, come lui stesso ha detto,
parlare di Nicola Calipari, ''perche' tutti noi siamo pervasi da un
sentimento di profonda commozione, un sentimento di affetto, un sentimento
di rabbia, un sentimento di orgoglio, ma specialmente un sentimento
di profonda riconoscenza''. ''Venerdi' nella tarda serata - ha detto
il direttore del Sismi - si sono accesi i riflettori su un uomo schivo,
che non voleva pubblicita'. Questi riflettori, purtroppo per lui,
si sono accesi sulla sua persona, evidenziando nel momento del sacrificio
tutto quello che e' stato per noi e per il nostro Paese. Diro' di
lui quello che sento, quello che i miei uomini del Sismi vogliono
che io dica. Un uomo buono, un uomo corretto, un uomo leale, un uomo
intelligente, un uomo provvido, un uomo determinato, che sapeva quello
che voleva, che sapeva i rischi che correva, e che se ne dava carico
prima ancora per gli altri che per se'. Tutte le sue parole, nel momento
in cui ha affrontato le scelte che la vita ed il dovere gli hanno
posto dinanzi, sono state sempre rivolte alla preoccupazione e al
pensiero del rischio che avrebbero corso i suoi uomini, prima ancora
di lui. Nicola mi parlava spesso. Mi parlava francamente come si puo'
parlare ad un amico, prima ancora che al suo superiore. Non c' era
un rapporto di questa natura tra me e lui. Nicola aveva anche una
grande virtu': sapeva esprimersi, oltre che con la voce, il cervello
ed il cuore, con gli occhi. I suoi messaggi piu' significativi me
li ha trasmessi sempre con gli occhi. Talvolta non parlando neanche.
Abbiamo trattato problema drammatici negli ultimi anni, perche' vorrei
ricordare che questi ultimi anni non sono anni consueti per la storia
del Paese. Suppongo che dal 1945 in poi, i fatti e le circostanze
che sono ricorsi in questi ultimi due o tre anni non hanno precedenti.
Non c' e' esperienza a cui attingere. E Nicola ha giocato il suo ruolo,
spesso di fronte a prospettive non conosciute e non conoscibili. Spesso
di fronte ad interlocutori che hanno intenzioni non scrutabili''.
Pollari ha poi detto: ''La riconoscenza del Paese e' stata manifestata
nelle sedi proprie dalle autorita' nel modo piu' dovuto. Io semplicemente
qui voglio, con tutti i miei uomini accanto, dire alla sua famiglia
che lui c' e' e che noi ci siamo. Noi non vi staremo accanto solo
oggi. Tutti gli uomini del Servizio sono con voi, sono qui, sentiteli,
perche' vogliono essere sentiti da voi. Concludo esternando a mia
volta la profonda gratitudine a Nicola per quello che e' stato e per
quello che ha fatto. E per l' ultimo grande omaggio che ha reso al
Paese e al Servizio: la sua vita. Grazie Nicola''.
Sulla tomba solo nome e cognome
Un loculo chiuso da una lastra di marmo grigio con sopra solo il
nome e il cognome, senza date, ne' foto. E' questa la tomba di Nicola
Calipari, il funzionario del Sismi ucciso venerdi' scorso a Baghdad.
Una tomba uguale alle decine di altre che sono all' interno della
bassa struttura di marmo posta accanto al sacrario militare del Verano.
Calipari vi e' stato tumulato dopo una breve cerimonia religiosa alla
quale hanno assistito i familiari piu' stretti, seduti proprio di
fronte al loculo. Subito dopo la cerimonia si e' avuto, forse, il
momento piu' toccante di tutta la mattinata, quando e' stato letto
un ricordo del funzionario come uomo di Stato e nella sua vita privata.
Calipari e' stato descritto come uomo ''che amava la vita'', al punto
da sacrificare la sua per salvarne un' altra, ma anche come figlio,
marito e genitore. Il funzionario del Sismi e' stato cosi' ricordato
mentre si preoccupava ''per non essere andato a trovare la mamma malata'',
come ''uomo capace di amare la moglie Rosa'', ma anche come genitore
affettuoso. ''Nicola era pronto, nonostante la stanchezza del lavoro,
ad accompagnare il figlio Filippo alle partite'', e' sempre detto
nel ricordo, oppure affettuosamente apprensivo per la figlia piu'
grande Silvia. ''Ora - e'uno dei passi finali del ricordo - potrai
finalmente pescare in pace senza che squilli il tuo cellulare''. Subito
dopo e' stata la volta di un funzionario che, su incarico della moglie,
ha ricordato la figura di Nicola Calipari come poliziotto. Un uomo
umile e preparato, ''capace di chiedere pareri a chiunque, non importa
che grado avessero''.
Osservatore Romano: “L’Italia
grata si inchina al suo eroe”
''Grata e ammirata l'Italia s'inchina al suo eroe vittima di una
guerra senza nome''. Cosi' L'Osservatore Romano titola oggi un lungo
articolo dedicato ai funerali di Nicola Calipari, il ''funzionario
del Sismi morto a Baghdad per salvare Luciana Sgrena''. Il quotidiano
vaticano ha parlato di una ''commossa vicinanza'' di tutta l'Italia
alla famiglia Calipari: ''L'Italia si e' trovata idealmente unita
a piangere un altro caduto, che vestiva una divisa sconosciuta ai
piu' fino all'altro ieri, diventato un eroe, un angelo, un amico per
salvare Giuliana Sgrena''. ''Il suo gesto - scrive L'Osservatore -
ha commosso l'intero Paese e quanti si sono messi in fila ieri gia'
dalla prima mattinata, hanno applaudito e sventolato il tricolore
all'arrivo del feretro, poco dopo le 12'', al Vittoriano. ''E poi
sono tornati a fare la coda, aspettando con pazienza al freddo per
sfilare in silenzio, per pochi secondi, davanti alla salma del dirigente
del Sismi. Molti hanno portato i simboli dell'affetto e della speranza:
mazzi di fiori e bandiere della pace. La speranza che fatti del genere
servano da monito''. L'Osservatore ha ricordato che ''Nicola Calipari
e' stato ucciso dal 'fuoco amico' in quella che continua ad essere
una guerra senza nome, in un'azione che qualcuno ha definito un 'incidente'
che ha rischiato di pregiudicare una brillante operazione. La verita'
e' che un uomo e' morto lasciando una famiglia distrutta dal dolore
e tanti, inquietanti interrogativi''.
Bobba (Acli) “Un gesto di
vita contro un delirio di morte”
Il gesto di Nicola Calipari e' un ''atto di estrema generosita''',
che ''si staglia bel alto su tutto il resto: la bagarre della contrapposizione
politica, come la retorica militaristica della guerra''. E' il commento
di Luigi Bobba, presidente delle Acli, che ''esprimono la loro vicinanza
particolare ai familiari di Calipari e a Giuliana Sgrena, il cui ritorno
salutano con gioia e gratitudine''. ''Un altro lutto - afferma Bobba
- si aggiunge alla lunga e tragica cronaca irachena''. Ma la morte
di Calipari, secondo il presidente, porta con se' un tratto distintivo:
si tratta di ''un sacrificio che ci lascia qualcosa di veramente umano
in tutto questo disumano delirio di morte, che e' il frutto della
guerra e del terrorismo. Perche' e' un gesto forte, un gesto di vita''.
Pur pensando a ''quanto vanamente e strumentalmente sia stata spesa
la parola eroe nel passato recente'', le Acli ''vogliono ricordare
l'eroe Nicola Calipari, servitore dello Stato e uomo esemplare, facendo
memoria del Vangelo di Giovanni: 'Nessuno ha un amore piu' grande
di questo: dare la vita per i propri amici'...'''. Contemporaneamente,
ribadiscono la loro ''ferma condanna per questa guerra insensata e
illegittima''. ''In questo momento dichiara Bobba oltre a chiedere
con forza di fare piena luce sui tragici eventi di Baghdad, ci sembra
ancora piu' evidente che il tempo dell'occupazione alleata dell'Iraq
e' giunto al temine. Si dia al piu' presto spazioe autorita' esclusiva
alle Nazioni Unite, per assicurare pace e sicurezza alla popolazione
irachena''.
In piazza un cartello: “Gli
angeli ti fanno la scorta”
''Grazie, caro nobile e valoroso Nicola. Gli angeli degli eroi ti
sorridono mentre ti fanno la scorta d' onore fino alla luce di Dio
in paradiso'': e' il messaggio scritto, con la vernice rossa, su un
cartellone che una donna ha alzato al passaggio della bara di Nicola
Calipari, all'uscita dalla basilica di Santa Maria degli Angeli. ''Sono
qui da ore - ha spiegato - perche' volevo rendere omaggio a un eroe
come lui''. E sono stati molti i cittadini che hanno voluto attendere
fuori dalla basilica il passaggio del feretro del funzionario ucciso
in Iraq. Tra gli applausi c'e' stato anche chi ha gridato: ''bravo
Nicola'', ''sei grande''.
La Provincia di Reggio ha ammainato
le bandiere in segno di lutto
Le tre bandiere (dell' Italia, della Provincia e dell' Unione europea)
che sovrastano l' ingresso del Palazzo della Provincia di Reggio Calabria
sono ammainate da stamattina, in segno di lutto, per ricordare Nicola
Calipari. Stasera rientrera' da Roma il gonfalone della Provincia,
che stanotte e' stato condotto in treno nella capitale da due agenti
della Polizia provinciale e che ha simbolicamente dato l' ultimo saluto
istituzionale al funzionario del Sismi morto in Iraq. Ai funerali
di Nicola Calipari ha partecipato anche una delegazione del Comune
di Reggio Calabria guidata dal sindaco, Giuseppe Scopelliti. In mattinata,
dopo un momento di silenzio per ricordare Calipari, il presidente,
Pietro Fuda, ed il presidente del Consiglio provinciale, Pietro Patafi,
hanno deciso le prossime iniziative per mantenere vivo il ricordo
del funzionario del Sismi. Patafi, tra l' altro, convochera' una riunione
con i capigruppo per individuare le proposte che saranno discusse
nel prossimo Consiglio, gia' convocato per venerdi' 18 marzo per l'
approvazione del bilancio ed al quale sara' aggiunto uno specifico
punto all' ordine del giorno dedicato all' uccisione di Calipari.
''Non vogliamo - ha detto il presidente Fuda - che la memoria di Nicola
Calipari scompaia dietro la lastra di marmo grigio con il suo nome.
L' insegnamento di vita, di umanita' e di altruismo che l' eroe reggino
ha lasciato in modo indelebile, salvando la vita di Giuliana Sgrena,
diventa ancora piu' importante in una realta' sociale ricca di contraddizioni
come la nostra''. ''L' estremo gesto di Nicola Calipari - ha aggiunto
Fuda - indica la via, imponendo di legare il suo nome ad azioni amministrative
che accompagnino il percorso di tutti gli altri giovani del nostro
territorio che sceglieranno di dedicare la propria vita alla nostra
sicurezza. Per raggiungere questo obiettivo si era pensato ad una
borsa di studio o ad una fondazione, ma attendiamo che siano tutti
i consiglieri provinciali ad individuare la via o le vie per mantenere
sempre vivi gli ideali incarnati da Nicola Calipari, simbolo di speranza
per i nostri giovani''.
Il Comune di Roma ricorderà
Calipari in una seduta comunale venerdì prossimo
La citta' di Roma ricordera' e onorera' la memoria di Nicola Calipari
venerdi' prossimo, con una seduta solenne del Consiglio Comunale che
si terra' alle 18.30 nell'aula Giulio Cesare e con una fiaccolata
nella Piazza del Campidoglio.La proposta, formulata dal sindaco Walter
Veltroni al Presidente del Consiglio Comunale Mannino ed ai Capigruppo
consiliari, e' stata concordata con i familiari di Nicola Calipari,
con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta,
con il Segretario Generale del Cesis Emilio Del Mese, con il Direttore
del Sismi Nicolo' Pollari, con il Capo della Polizia Giovanni Di Gennaro
e con il Prefetto di Roma Achille Serra.''La citta' di Roma ha affermato
Veltroni - in questi giorni ha abbracciato per lultima volta Nicola
Calipari e si e' stretta intorno alla sua famiglia, ai suoi colleghi
con uno straordinario spirito di solidarieta' e di autentica partecipazione''.''Per
questo ha aggiunto il Sindaco e' giusto che il sacrificio di un uomo,
di un servitore dello stato come Nicola Calipari venga ricordato solennemente
anche dalla massima istituzione cittadina, di quella citta' che ha
conosciuto e apprezzato in tanti anni le capacita' professionali e
lumanita' di Nicola''.''Lo ricorderemo percio' in Consiglio Comunale,
e chiederemo ai cittadini di Roma di farlo insieme, venendo a quellora
in Consiglio e in Piazza del Campidoglio, con una candela, una fiaccola,
ad una settimana di distanza dalla tragedia''.Nel corso della seduta
sono previsti gli interventi del Sindaco Veltroni e del Sottosegretario
Letta, nonché testimonianze di amici e colleghi che hanno conosciuto
e stimato Nicola Calipari. Da Parigi, infine, ci sara' un collegamento
video con la piazza da parte del Direttore di ''Liberation'' Serge
July,che lancera' un nuovo appello per la liberazione di Florence
Aubenas.
Un minuto di raccoglimento alla
regione Calabria
La Regione Calabria e' stata presente con il suo gonfalone listato
a lutto oggi, a Roma, ai funerali di stato di Nicola Calipari. In
coincidenza della cerimonia religiosa gli uffici della Regione Calabria
si sono fermati per un minuto di raccoglimento in memoria del funzionario
del Sismi, nato 52 anni fa a Reggio Calabria.
Una prima ricostruzione parla di
“problema comunicazione”
Una prima ricostruzione da parte degli Usa della sparatoria in cui
e' stato ucciso Nicola Calipari: l'avrebbe fornita, secondo quanto
si e' appreso, l'ambasciatore Mel Sembler al premier Berlusconi e
al ministro degli Esteri Fini nel corso dell'incontro avvenuto stasera.
E al termine della riunione a Palazzo Chigi Sembler avrebbe anche
consegnato una relazione scritta di alcune pagine al Governo italiano.
Che domani, proprio con il ministro Fini, si accinge a riferire al
alla Camera su quello che e' accaduto a Baghdad. Non e' chiaro se
l'ambasciatore si sia riservato di fornire ulteriori chiarimenti anche
domani (Berlusconi riferira' in Senato dopodomani), visto che ha annullato
la prevista visita in Sardegna con il presidente della Regione Renato
Soru. Ne' si conosce il contenuto dell'eventuale ricostruzione che
sarebbe stata fornita. Se tuttavia le indiscrezioni che oggi riportano
alcuni quotidiani Usa (di solito bene informati) sono attendibili,
l'inchiesta americana potrebbe aver evidenziato un ''problema di comunicazioni''
tra l'intelligence italiana e i militari Usa. In particolare, come
scrive il Washington Post, i militari americani a Baghdad avrebbero
saputo che un' auto con ''un alto funzionario di un' ambasciata''
stava per transitare venerdi' sera sulla strada dell'aeroporto. E
per questo, circa 90 minuti prima della sparatoria, ''soldati degli
Usa avevano realizzato un check-point serale improvvisato all' ingresso
della strada e avevano fermato altri veicoli''. Secondo il giornale,
pero', non ci sarebbe stato ''uno specifico coordinamento tra coloro
coinvolti nel salvataggio della Sgrena e l'unita' militare responsabile
del posto di blocco''. Fonti dell'intelligence italiana hanno sostenuto
dal primo giorno, e ribadito anche oggi, che le autorita' competenti
americane erano state avvertite di quello che stava accadendo. Un
ufficiale di collegamento aveva proprio il compito di assicurare l'indispensabile
flusso di informazioni e il coordinamento con gli Usa. Poi ci sarebbe
stato un ''corto circuito informativo'' all'interno della catena americana.
Lo stesso ufficiale del Sismi rimasto ferito ha inoltre detto che
l'auto non procedeva ad alta' velocita' e che gli spari sono apparsi
''ingiustificati''. Gli americani, invece, hanno sostenuto fin dal
primo momento di aver usato luci e segnali per fermare l'auto. Questa,
secondo la fonte militare del Washington Post, viaggiava oltre le
50 miglia orarie (80 km orari) normali per quel tratto di strada.
Ma alla base di tutto, conclude la fonte, ci sarebbe stata ''l'assenza
di un coordinamento e di comunicazioni preventive tra gli italiani
e i soldati Usa al check-point''.
Verrà trasferita Roma per
indagini l’auto crivellata di colpi
Le indagini sulla morte di Nicola Calipari entrano nel vivo. In settimana
sara' a Roma l' auto presa di mira da una pattuglia di soldati americani
a pochi metri dall' aeroporto di Baghdad, ultima tappa di quella che
doveva essere una brillante operazione e che si e' invece trasformata
in tragedia. Il primo gesto di collaborazione degli americani per
fare luce su una vicenda che presenta ancora molti lati oscuri e'
stato proprio quello di consegnare ai carabinieri che operano in Iraq
il veicolo bersagliato dalla pioggia di ''fuoco amico''. Un gesto
apprezzato dagli inquirenti romani, i pm Franco Ionta e Pietro Saviotti,
i quali attendono, comunque, dal dipartimento della Giustizia statunitense
i nominativi della pattuglia che ha sparato e la relazione di servizio
stilata da quest' ultima. L' esame della vettura costituisce un atto
indispensabile, al di la' delle testimonianze di Giuliana Sgrena e
del maggiore dei carabinieri rimasto ferito, per cercare di ricostruire
i fatti. L' auto, attualmente sottoposta a sorveglianza per evitare
possibili manomissioni, sara' messa a disposizione di un collegio
di esperti balistici che avra' il colpito di stabilire quanti proiettili
siano arrivati contro il mezzo con a bordo i tre italiani, la provenienza
dei colpi e la loro traiettoria. Oggi i pm Ionta e Saviotti, dopo
aver partecipato al funerale di Calipari, si sono riuniti con i carabinieri
del Ros, ai quali sono delegati gli accertamenti sul sequestro Sgrena,
e della Digos, che indagano sulla morte dello 007. Un vertice, quello
tenutosi a piazzale Clodio, servito per fare il punto della situazione
e per stabilire le attivita' da svolgere. Tra gli aspetti che gli
inquirenti intendono approfondire c' e', ad esempio, quello delle
comunicazioni partite dalle utenze cellulari di Calipari e del maggiore
dei carabinieri rimasto ferito subito dopo la liberazione della Sgrena.
Al momento gli inquirenti sono in possesso dell' apparecchio cellulare
di Calipari ed a breve dovrebbero avere la disponibilita' anche di
quello del carabiniere del Sismi. Ma potrebbero esserci anche altri
due telefoni cellulari dei quali, per il momento, non si hanno notizie.
L' inchiesta giudiziaria punta all' identificazione dei responsabili
della morte di Calipari e del sequestro della giornalista del Manifesto,
ma deve tenere necessariamente conto anche degli aspetti procedurali.
Gli inquirenti romani indagano per un episodio avvenuto all' estero
ad opera di stranieri e, per giunta, militari. Circostanze che si
intrecciano con le risoluzioni dell' Onu e della Nato che disciplinano
ruoli e competenze dei militari nelle zone di guerra. In questi giorni
i magistrati dovranno analizzare le varie fattispecie e verificare
la sussistenza di eventuali vincoli giuridici. In via di ipotesi si
potrebbe anche configurare una situazione per cui, in presenza di
un rispetto delle regole di ingaggio da parte dei militari Usa, si
arrivi ad una richiesta di archiviazione dell' inchiesta per l' omicidio
di Calipari. Le stesse risoluzioni internazionale prevedono anche
altre situazioni; nel caso della tragedia del Cermis, i militari americani
responsabili della morte di una ventina di turisti furono processati
dalle autorita' giudiziarie del proprio paese.
Recuperata l’auto dove viaggiarono
Sgrena e Calipari
Il veicolo, secondo quanto si e' appreso, e' stato consegnato agli
investigatori italiani di stanza a Baghdad e sara' a disposizione
dell' autorita' giudiziaria nei prossimi giorni non appena risolti
i problemi di trasporto. L' automobile viene controllata da agenti
italiani per evitare eventuali manomissioni. L' esame della vettura
e' indispensabile per ricostruire la dinamica della sparatoria: in
particolare, il numero di proiettili sparati e la loro traiettoria.
I pm Franco Ionta e Pietro Saviotti nomineranno prossimamente un collegio
di esperti balistici che avra' il compito di esaminare l' automobile.
Tra gli aspetti che gli inquirenti intendono approfondire c' e' anche
quello delle comunicazioni partite dalle utenze cellulari di Calipari
e del maggiore dei carabinieri rimasto ferito subito dopo la liberazione
della Sgrena. Al momento gli inquirenti sono in possesso del telefono
cellulare di Calipari ed a breve dovrebbero avere anche quello del
carabiniere del Sismi. Ma potrebbero esserci anche altri due telefoni
cellulari dei quali, per il momento, non si hanno notizie.
Il comando USA di Baghdad annuncia
che le indagini continuano
''Le indagini continuano'' e ''al momento non ci sono ulteriori informazioni''.
Lo ha detto un portavoce del comando Usa delle Forze della Coalizione
a Baghdad rispondendo a domande su eventuali sviluppi nell'inchiesta
avviata dai militari Usa per chiarire la dinamica della sparatoria
in cui e' stato ucciso Nicola Calipari. La pattuglia che ha aperto
il fuoco era a conoscenza che era in corso un'operazione speciale
italiana? Lo sapeva il comando Usa? Sono stati adottati provvedimenti
nei confronti dei militari che hanno sparato? A queste ed altre domande
il portavoce del comando delle Forze della coalizione a Baghdad ha
risposto di non avere ''alcuna informazione ulteriore'' da dare. ''L'inchiesta
continua e dettagli saranno resi noti non appena disponibili''.
Firenze dedicherà uno spazio
della città a Calipari
Firenze intitolera' uno spazio a Nicola Calipari, il dirigente del
Sismi ucciso da una pattuglia Usa mentre in auto accompagnava all'
aeroporto di Baghdad Giuliana Sgrena, appena liberata dai sequestratori.
Lo ha deciso oggi, all' unanimita' il consiglio comunale di Firenze
su proposta del sindaco, Leonardo Domenici. A Calipari potrebbe essere
intitolata una strada, una piazza, oppure un' aula del Comune o della
Questura, o un edificio. ''Abbiamo il dovere di ricordare un uomo
valoroso che ha servito le istituzioni fino in fondo, non esitando
a sacrificare la propria vita'', ha sottolineato il presidente del
consiglio comunale, Eros Cruccolini, accogliendo la proposta del sindaco.
Al cordoglio della citta' per la morte di Calipari si e' aggiunta
la voce del vicepresidente del consiglio degli stranieri, Abdikarin
Mohamed Ahmed.
Una strada sarà intitolata
a Calipari anche a Palermo
Il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, ha avviato le procedure per
chiedere al prefetto, Giosue' Marino, la deroga per l'intitolazione
di una strada a Nicola Calipari, il funzionario del Sismi ucciso a
Bagdad durante la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena. La
normativa prevede, infatti, che per l'intitolazione di una strada
ad una persona debbano essere trascorsi almeno dieci anni.Il sindaco
ha anche scritto una lettera ai familiari di Calipari, al ministro
dell'Interno, Giuseppe Pisanu, al ministro della Difesa, Antonio Martino
e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta,
per esprimere ''il profondo cordoglio e l'orgoglio di avere come concittadino
un uomo generoso, morto da eroe per compiere il proprio dovere e salvare
un'altra vita''.
A Milano sospeso il Consiglio comunale.
A Bologna un minuto di lutto in Consiglio.
Dopo la commemorazione di Nicola Calipari, la seduta di oggi del
Consiglio comunale di Milano e' stata sospesa su proposta del centrosinistra
che aveva chiesto di rimandare i lavori proprio per poter avere un
momento di riflessione in relazione all' uccisione del funzionario
del Sismi. La maggioranza di centrodestra, per voce del capogruppo
di Forza Italia Manfredi Palmeri, si era espressa in termini contrari
alla sospensione dei lavori. ''Riteniamo opportuno continuare'', aveva
detto Palmeri. La richiesta di sospensiva e' stata quindi messa ai
voti, ma in aula e' mancatoil numero legale perche' i consiglieri
dell'Unione avevano nel frattempo abbandonato i banchi. ''La proposta
di sospendere la seduta e' arrivata solo un'ora prima dell'inizio
- ha commentato poi Palmeri -. E poi di fronte che chiede senso della
responsabilita' in un momento cosi' tragico la proposta del centrosinistra
che chiede semplicemente di non lavorare e' assolutamente strumentale''.
''Abbiamo ritenuto degno per il consiglio comunale che non si proseguisse
una riunione come se niente fosse successo. Discutere di Scala, commissione
d'inchiesta o di sentenza del consiglio di stato avrebbe oscurato
il senso di lutto della giornata odierna'', si legge in un comunicato
dei consiglieri dell'Unione. Il presidente del Consiglio comunale,
Vincenzo Giudice, ha comunque commemorato, prima dell'inzio della
bagarre in aula, Nicola Calipari: ''Il Consiglio comunale di Milano
fa propria la richiesta, avanzata anche dal Governo italiano, di veder
fatta piena luce sui fatti e di accertare le effettive responsabilita'
sull'omicidio di Calipari''.
Il Consiglio comunale di Bologna, in apertura della seduta, ha osservato
un minuto di silenzio in memoria di Nicola Calipari, l'agente del
Sismi ucciso in Iraq subito dopo la liberazione della giornalista
Giuliana Sgrena. ''Una morte assurda ha sottratto al nostro Paese
uno dei suoi figli migliori - ha dichiarato Gianni Sofri, presidente
del Consiglio comunale - Un uomo che aveva servito le istituzioni
con intelligenza e coraggio, generosita' e spirito di sacrificio.
Di parole e concetti come 'eroe' o 'eroismo' si e' fatto e si fa,
a volte, un uso eccessivo e improprio. Ma non certo nel caso di Nicola
Calipari. Ci uniamo quindi anche noi al lutto di tutto il Paese, e
ricordiamo Nicola Calipari con un minuto di silenzio''.
Buttiglione: nessun riscatto. Forse
aiuti umanitari per la liberazione
"E' possibile che siano stati dati aiuti umanitari a gruppi
religiosi sunniti che erano in contatto con i rapitori di Giuliana
Sgrena''. Lo ha detto il ministro delle politiche comunitarie Rocco
Buttiglione -secondo quanto riportato in una nota dell'emittente-
intervenendo a l' ''Alan Friedman show'' su Sky tg 24. L'esponente
di governo ha pero' decisamente negato che per il rilascio della giornalista
sia stato pagato un riscatto in denaro. Ad un'ulteriore domanda in
tal senso del conduttore ha replicato: "con le medicine non si
spara". Buttiglione ha quindi detto di aver annunciato, il giorno
prima della liberazione di Giuliana Sgrena, di testimoniare a favore
di Tarek Aziz, nella speranza che potesse essere utile per la buona
riuscita dell'operazione".
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