Omicidio Calipari: L'inchiesta assolve i militari
americani
25/04 L'inchiesta sull'uccisione di Nicola Calipari e sul ferimento
di Giuliana Sgrena, il 4 marzo, assolve i soldati americani che spararono,
sull'autostrada per l'aeroporto internazionale di Baghdad, contro
l'auto su cui viaggiavano il funzionario del Sismi e la giornalista
del Manifesto appena liberata dopo un sequestro durato un mese. I
soldati del posto di blocco che fecero fuoco ''non sono colpevoli''
perche' ''applicarono le consegne'' loro date. A indicarlo e' una
fonte militare americana, che ha parlato - chiedendo, pero', di di
rimanere anonima - con giornalisti al Pentagono. Per la fonte, la
pubblicazione dei risultati dell'inchiesta e' imminente. Ma il Comando
Centrale Usa di Tampa in Florida, cui fa capo il generale che conduce
l'indagine, afferma: ''Per ora, le conclusioni non sono pubbliche.
E' questione di giorni, uno o due forse''. C'e' il problema che l'Italia
non accetta i risultati dell' inchiesta cosi' come vengono illustrati
da militari del Pentagono: ''Noi siamo pronti a pubblicare il rapporto,
ma l' Italia vuole ancora chiarire dei punti''. Il briefing del Pentagono
non chiarisce se vi sara', quando l'inchiesta sara' formalmente finita,
un rapporto congiunto, o conclusioni disgiunte. L'indagine e' stata
condotta da Usa e Italia in collaborazione e i leader politici dei
due Paesi hanno spesso espresso soddisfazione sulle modalita' del
lavoro in comune. Ma italiani e americani divergono su alcuni punti
specifici:ad esempio, sulla velocita' del veicolo su cui si trovavano
Calipari e la Sgrena, che per gli italiani era moderata e per gli
americani elevata; e sulle comunicazioni intercorse tra le due parti
prima della tragica sparatoria, cioe' su chi era stato avvertito di
che cosa. Per il Pentagono, i soldati americani che hanno sparato
non hanno commesso nessun errore e non saranno puniti perche' hanno
rispettato le loro consegne. La fonte dice: ''I soldati stavano solo
applicando le procedure operative standard per posti di blocco di
quel tipo. Quindi, non sono responsabili di violazione delle consegne''.
La fonte aggiunge: ''Ognuno di noi e' desolato per quanto e' avvenuto.
Dato il clima in Iraq e le condizioni di sicurezza,pero', le procedure
di sicurezza ai posti di blocco devono essere applicate alla lettera''.
Resta, pero', aperta la possibilita' d'un riesame, alla luce di quanto
accaduto, delle regole d'ingaggio ai posti di blocco in Iraq, dove
incidenti del genere non sono eccezionali. Le regole d'ingaggio precisano,
fra l'altro, quanta forza i militari americani possano utilizzare
per fare fronte a potenziali minacce. E' in base ad esse che i soldati
lungo l' autostrada per l'aeroporto internazionale aprirono il fuoco,quella
notte, sparando, in rapida successione, prima colpi d'avvertimento,
poi colpi per fermare il veicolo. Una pallottola uccise Calipari,
che protesse col suo corpo la Sgrena, e feri' la giornalista. Se saranno
quelle anticipate oggi dalle fonti militari, le conclusioni dell'inchiesta
congiunta italo-americana saranno simili a quelle raggiunte da un'indagine
solo americana sull' uccisione, lo stesso 4 marzo, in un analogo episodio
di fuoco amico, di un sergente bulgaro ad opera di soldati Usa.
Sgrena. “Uno schiaffo al Governo Italiano”
25/04 Dalle indiscrezioni sui risultati della commissione d'inchiesta
sull'uccisione di Nicola Calipari si profila ''uno schiaffo al Governo
italiano''. Lo ha affermato la giornalista del Manifesto Giuliana
Sgrena in un'intervista. ''E' ancora meno - ha spiegato Sgrena - di
quello che mi aspettassi, perche' all'inizio almeno le versioni date
a caldo dal comando americano erano quelle di un incidente. Ora, invece,
non si parla piu' neanche di incidente, stando alle indiscrezioni,
ma sembra che vogliano addossare tutta la colpa agli italiani''. ''Io
- ha proseguito la giornalista - ho visto in faccia chi mi ha sparato
addosso, pero' non sarei soddisfatta di vedere punito il soldato che
ha commesso il fatto, perche' penso che le responsabilita' vadano
individuate piu' in alto, perche' hanno ucciso uno degli agenti migliori
dell'intelligence italiana e devono rispondere di questo''.
La Procura romana in attesa del rapporto della commissione
Con oltre due settimane di ritardo rispetto a quanto annunciato,
si attende a giorni il rapporto della commissione Usa - a cui hanno
partecipato anche due rappresentanti italiani, il diplomatico Cesare
Ragaglini e il generale del Sismi, generale Pierluigi Campregher -
sull'uccisione di Nicola Calipari . Un rapporto che la procura di
Roma ha intenzione di acquisire immediatamente. E la conclusione dei
lavori della commissione, fanno sapere i pm romani, consentira' finalmente
di sbloccare anche la consegna dell'auto sulla quale viaggiavano i
tre italiani, ferma da tempo a Baghdad. Il comando americano a Baghdad,
che ha disposto l'indagine, ha fatto sapere in giornata che ''non
c'e' alcuna certezza che l'indagine sia stata completata o che i risultati
siano stati pubblicati'', ma - secondo voci ricorrenti - i risultati
dovrebbero essere comunicati a breve. E sarebbero conclusioni che
mantengono le divergenze emerse fin dall'inizio tra la versione americana
e quella italiana su quanto accaduto. In sostanza, per gli americani,
la responsabilita' ricadrebbe interamente sugli italiani: che non
avrebbero avvertito dell'operazione in corso; che su quell'auto con
a bordo Giuliana Sgrena viaggiavano a velocita' elevata; che non avrebbero
rispettato i ''warnings'' della pattuglia Usa. Una conclusione che,
naturalmente, i rappresentanti italiani nella Commissione non intenderebbero
sottoscrivere. Ecco perche' la ''palla'' sarebbe passata al livello
politico, in modo da trovare una soluzione che non certifichi una
rottura completa tra Usa e Italia. E di questo potrebbero oggi aver
parlato in una riunione a Palazzo Grazioli, il presidente del Consiglio,
Silvio Berlusconi, il sottosegretario Gianni Letta ed il ministro
degli Esteri, Gianfranco Fini. Se i lavori della Commissione, presieduta
dal generale Peter Vangjel, forse non arriveranno ad accertare responsabilita'
americane, la procura di Roma, da parte sua, e' fermamente intenzionata
a proseguire l'inchiesta aperta per omicidio volontario. E la conclusione
dei lavori del gruppo Usa-Italia dovrebbe coincidere anche con la
consegna all'autorita' giudiziaria italiana della Toyota Corolla presa
di mira dai militari americani. Sulla macchina pende un decreto di
sequestro emesso dai pm Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio
e inviato alle autorita' americane tramite rogatoria internazionale.
Nei prossimi giorni, inoltre, potrebbero essere convocati in procura,
se non vincolati da particolari segreti, il generale Campregher e
Ragaglini. Le loro versioni sull'indagine svolta, soprattutto le ragioni
della loro eventuale indisponibilita' a sottoscrivere la relazione
conclusiva che scagiona i militari americani, potranno fornire elementi
per il prosieguo dell' inchiesta giudiziaria. Intanto, Giuliana Sgrena,
in merito alle indiscrezioni sulle conclusioni della commissione,
ha parlato di ''schiaffo al Governo italiano''. Sembra, ha spiegato,
''che vogliano addossare tutta la colpa agli italiani. Io ho visto
in faccia chi mi ha sparato addosso, pero' non sarei soddisfatta di
vedere punito il soldato che ha commesso il fatto, perche' penso che
le responsabilita' vadano individuate piu' in alto: hanno ucciso uno
degli agenti migliori dell' intelligence italiana e devono rispondere
di questo''.
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