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Cronaca
Sgrena libera/Ucciso Calipari

 

Il Ministro Fini negli USA: “La commissione d’inchiesta su Calipari sta lavorando”

12/04 L'indagine sull'uccisione in Iraq del funzionario del Sismi Nicola Calipari portata avanti dalla commissione mista italo-statunitense sta procedendo ''positivamente'' e per la sua conclusione bisogna attendere ''il tempo necessario'' per arrivare a un esito che sia ''soddisfacente ed esaustivo''. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli esteri Gianfranco Fini, che ha affrontato l' argomento con il vicepresidente Usa Dick Cheney incontrato oggi a Washington. Incontrando i giornalisti al termine del colloquio, Fini ha riferito di aver espresso al collega americano ''l'apprezzamento delle autorita' italiane per la disponibilita' ad istituire - fatto senza precedenti - una commissione mista di indagine che, ha detto, ci auguriamo possa terminare i suoi lavori con reciproca soddisfazione''. A chi gli chiedeva di ipotizzare un termine per la ultimazione del rapporto, Fini ha risposto: ''Non c'e' un termine, c'e' un lavoro in corso che si sta svolgendo positivamente. Non essendoci un calendario definito, ci vorra' il tempo necessario per arrivare a una conclusione che sia soddisfacente ed esaustiva, tale cioe' da non lasciare dubbi o men che meno da alimentare polemiche''. Calipari e' stato ucciso il 4 marzo scorso da colpi d'arma da fuoco sparati da militari Usa a un posto di blocco presso l' aeroporto di Baghdad, mentre accompagnava la giornalista Giuliana Sgrena, appena liberata dai sequestratori che l' avevano tenuta un mese in ostaggio.

Taormina “Dopo le dichiarazioni della Sgrena la verità cominci aa frasi strada”

''Dalle dichiarazioni che la stampa attribuisce alla giornalista Giuliana Sgrena sembra che la verita' cominci a farsi strada e che le affermazioni fatte dall'ingegnere informatico Gianluca Preite, di cui qualcuno ha tentato una immediata quanto sospetta delegittimazione, trovino importante conferma''. E' quanto sostiene, in una nota, l'avvocato Carlo Taormina, difensore di Gianluca Preite, sottolineando che in ''merito al contatto tra Iraq e Italia con riferimento al fenomeno dei sequestri'' il suo assistito ha sempre affermato che ''questa era una precisa consapevolezza acquisita dalla Sgrena durante la prigionia''. Secondo Taormina, ''il fatto e' vero e si apre chiaramente la strada all'esigenza di accertamenti in ordine all'esistenza di un rapporto organico tra Iraq e Italia nella gestione dei sequestri, affermazione anche questa fatta dall'ingegner Preite e che non tardera' ad essere confermata''. L'avvocato Taormina ha quindi affermato che ''se cosi' stanno le cose, al di la' del tentativo di retromarcia, la strada della ricostruzione su come siano andate veramente le cose in occasione dell'uccisione di Calipari e' ampiamente aperta e da percorrere''. Per questo, conclude la nota, Giuliana Sgrena ''deve dire tutto quello che sa all'autorita' giudiziaria, se vuole anche in un confronto con Gianluca Preite''.

Preite invita la Sgrena a confronto davanti a PM

Un confronto davanti all' autorita' giudiziaria, oppure un incontro riservato, ''per unire le forze a beneficio della verita'''. La proposta e' rivolta a Giuliana Sgrena dall' ingegnere Gianluca Preite, l' uomo che ha raccontato ai magistrati romani titolari dell' inchiesta sulla morte di Nicola Calipari di aver intercettato, tramite web, una telefonata nella quale una voce italiana dice di sparare sulla Toyota che stava trasportando l' inviata del Manifesto all' aeroporto di Baghdad. L'invito viene rivolto attraverso l' avvocato Carlo Taormina, legale dell' esperto informatico. Preite, inoltre, giura pubblicamente di aver riferito il vero ai magistrati. Sulla vicenda la procura ha aperto due fascicoli processuali: uno per le presunte minacce ricevute da Preite, l' altro per accesso abusivo in un sistema informatico e truffa ai danni delle procure di Chieti e di Lecce che vede indagato lo stesso ingegnere. ''Non comprendo - dichiara Taormina - l' atteggiamento del Manifesto rispetto all' indagine in corso presso la procura di Roma. La verita' dei fatti non si distrugge con la enigrazione gratuita del dichiarante e avallando ciecamente versioni tutte da verificare. Il mio cliente, anche in queste ore, e' vittima di minacce e imposizioni sulle quali e' tornato a chiedere accertamenti all' autorita' giudiziaria''. ''Per il mio tramite - aggiunge il legale - vuole lanciare un messaggio alla signora Sgrena, con la quale e' solidale e della quale e' assolutamente consapevole trattarsi di persona che ha agito correttamente, affinche' si apra ad un confronto lineare e capace di essere produttivo di un accertamento penale corretto''. ''L' ingegnere Preite - conclude Taormina - ha acquisito l' importante consapevolezza sui fatti che hanno colpito la Sgrena e lo ha fatto per ordine delle autorita' istituzionali. Non possono essere le battute o le accuse, che possono essere state costruite per nascondere la verita', a far divenire falso cio' che e' vero. Il mio assistito e' convinto che quanto da lui appreso, operando in esecuzione di ordini ricevuti ed in rapporto con istituzioni regolarmente ed integralmente retribuito, sia oggetto di conoscenza anche da parte della signora Sgrena''.

Sgrena “Libera solo quando uscirà fuori la verità”

12/04 ''Non mi sento ancora libera, ci riusciro' solo quando emergera' un pezzo di verita' su quello che e' successo'': lo ha affermato Giuliana Sgrena in occasione della presentazione, nella sede della Fnsi, di un dvd sul mese del suo sequestro, che sara' in edicola con il Manifesto da domani per due settimane. La giornalista rapita in Iraq ha sottolineato che la sua richiesta ''vale anche per tutti i giornalisti uccisi in Iraq, dove non c'e' mai stata una vera inchiesta'', ricordando tra l'altro l'attacco all' hotel Palestine. La Sgrena ha chiesto, unendosi al segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, e al direttore del Manifesto, Gabriele Polo, ''la solidarieta' di tutta la stampa, italiana e anche straniera, nel sostenerci nella richiesta della verita'''. E ha aggiunto: ''Le responsabilita' devono emergere. Non ho molta fiducia nella commissione che sta indagando''. Per l'inviata del Manifesto bisogna fare chiarezza, perche' ''abbiamo un debito enorme da pagare a Nicola Calipari''.

Sgrena: “ascoltata due volte dalla commissione d’inchiesta americana”

12/04 La commissione militare americana che indaga sull'uccisione di Nicola Calipari, ha ascoltato in due occasioni l'inviata del Manifesto Giuliana Sgrena: lo ha raccontato la stessa Sgrena parlando con i giornalisti nella
sede della Fnsi. ''Prima mi hanno interpellata per iscritto, poi, qualche giorno fa, c'e' stato un collegamento in video conferenza. Spero che questo significhi che vogliono andare piu' a fondo nella cosa, vedremo, il risultato dovrebbe uscire fra poco''. Giuliana Sgrena ha detto di aver ''apprezzato il fatto che comunque sia stata fatta una commissione di inchiesta, perche' vuol dire che c'erano dei dubbi condivisi, per lo meno non veniva archiviato subito come un incidente. Magari poi verra' comunque deciso che era un incidente, ma almeno sono stati sollevati dei dubbi. Per come stanno andando le cose, visto che non si fa neanche vedere la macchina ai periti italiani, non mi sembra che ci sia una grande volonta' di andare fino in fondo alle responsabilita'. Se invece ci sara' un risultato credibile di questa commissione, saro' felice di apprezzarlo''. E' stato ascoltato anche l'autista che era con lei?, le e' stato chiesto: ''Immagino di si''', ha risposto.

 

 

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