Pietro Mancini ricorda Nicola Calipari
“Uomo mite e gentile il cui sorriso mi manca molto”
14/03 Pietro Mancini, ex Sindaco di Cosenza e cugino della vedova
Calipari, ricorda la figura dell’agente del Sismi tragicamente
ucciso in Iraq: “Il governo Berlusconi deve mantenere una linea
dignitosa, responsabile ma ferma, senza lanciare dannosi penultimatum,
ma insistendo nella giusta e pressante richiesta alla Casa Bianca
di chiarimenti,dettagliati, seri e credibili, sul tragico epilogo
della liberazione, a Baghdad, della giornalista Giuliana Sgrena, che
ormai concede, purtroppo, un' intervista al giorno. Sobrietà
e trasparenza : è questo il modo più efficace per onorare
la memoria di Nicola Calipari, il dirigente del SISMI, che si è
immolato, eroicamente, per difendere la cittadina italiana dal fuoco,
tutt' altro che " amico " , dei soldati americani.
Ho conosciuto , apprezzato e ho voluto bene a Nicola, che aveva sposato
la dolce ma forte Rosellina Villecco, mia cugina, figlia di Anna Mancini,
la sorella prediletta di mio padre, Giacomo. Calipari era un uomo
mite, gentile, il cui sorriso ironico mi manca già molto, oltre
che un investigatore eccellente. Per me - e per tanti, che lo hanno
pianto - prima che un affettuoso parente, un amico, discreto ma sempre
presente e disponibile all' ascolto e ai consigli, e che mi è
stato vicino, nelle ore liete e in quelle tristi.
In questi giorni, è giusto, per i familiari e gli amici, stringersi
a Rosellina e ai figli, Filippo e Silvia, dopo aver ascoltato e condiviso
le parole equilibrate e sentite, pronunciate, nella basilica romana
di Santa Maria degli Angeli, da Gianni Letta, da Nicolò Pollari
e dal fratello sacerdote, don Maurizio.
Nicola Calipari ha lasciato un ricordo indelebile anche in Calabria,
a Reggio, dove è nato e si è formato, e a Cosenza, dove
ha diretto, allora giovane ma già valoroso funzionario, la
Squadra mobile, dimostrando le sue capacità professionali.
Che, negli ultimi anni, aveva confermato in un altro delicato settore,
coordinando, con intelligenza, equlibrio e duttilità investigativa,
tutte le più delicate operazioni internazionali, al SISMI.
Nei ranghi dirigenziali del servizio segreto militare era passato,
nel 2002, dopo aver lasciato - un passo per lui, comprensibilmente,
molto amaro - la " sua " Polizia di Stato. I cui vertici
non avevano, adeguatamente, valorizzato le sue qualità, come
avrebbe meritato.
Molto sentito è il nostro auspicio che i rappresentanti dell'
esecutivo, degli enti locali e dei servizi di sicurezza, dopo essersi
inchinati, nel giorno dei solenni funerali di Stato, per onorare la
memoria di Calipari, sottolineino l' esempio luminoso di questo prezioso
uomo delle Istituzioni. Che ha servito lo Stato in silenzio, con discrezione,
sino all' estremo sacrificio della sua giovane e nobile vita. Addio,
caro Nicola, grazie per il messaggio, sobrio e dignitoso ma incisivo
e coraggioso, che ci hai trasmesso, con tutta la tua breve e operosa
esistenza, e non solo con la tua eroica fine. Non ti dimenticheremo
!. “
Il Consiglio comunale di Firenze
si divide sull’intitolazione di un parco a Calipari
Intitolare a Nicola Calipari, l'agente del Sismi morto per salvare
la vita a Giuliana Sgrena, il parco che sorgera' sul nuovo parcheggio
della Fortezza da Basso. La proposta, avanzata al sindaco Leonardo
Domenici dallo stesso questore di Firenze Vincenzo Indolfi, e' stata
presentata oggi in Consiglio comunale dall'assessore all'urbanistica
Gianni Biagi che ha svolto una comunicazione sulla vicenda del parcheggio
che, negli ultimi mesi, ha diviso la citta'. Al termine dell'intervento
di Biagi, mentre la maggioranza applaudiva all'iniziativa, le opposizioni
si sono dichiarate contrarie al ''tentativo di strumentalizzare la
morte di un uomo come Calipari - ha detto Monica Sgherri (Prc) - per
chiudere con un 'buonismo' sbagliato una vicenda grave come quella
del parcheggio vicino ai bastioni medievali della Fortezza da Basso''.
Parole che i consiglieri della Cdl hanno applaudito e il consigliere
di FI, Bianca Maria Giogoli ha annunciato ''che chiedera' alla vedova
Calipari di non accettare la proposta'' perche' si tratta di una cosa
''strumentale'' di una maggioranza che cosi' ''vuole coprire i suoi
errori''. Il sindaco Leonardo Domenici ha annunciato l'intenzione
di far propria la proposta che, dopo il parere della commissione toponomastica,
sara' approvata in via definitiva dalla giunta. Allo stesso Consiglio
comunale era stato presentato un ordine del giorno per dedicare uno
spazio pubblico a Calipari. Il progetto del parcheggio alla Fortezza,
progetto piu' volte rivisto nelle volumetrie (sempre al ribasso e
che costera' 18 milioni di euro), ha portato alla nascita di Comitati
e alla necessita' di un ultimo parere da parte del Comitato di Settore
del ministero dei Beni e le attivita' culturali che ha chiesto un'ulteriore
revisione del progetto.
L’auto di Calipari ancora
a Baghdad
Sull'arrivo in Italia della Toyota usata lo scorso 4 marzo dal capo
reparto del Sismi, Nicola Calipari, e da un un altro ufficiale del
Sismi dopo la liberazione di Giuliana Sgrena si sa poco o nulla. L'autovettura
è stata comprata dagli uomini del Ros, su disposizione della
magistratura romana che indaga sulla morte di Calipari e sul ferimento
di Giuliana Sgrena e dell'altro uffciale del Sismi per accelerare
i tempi del trasposrto in Italia ma attualmente è ancora nelle
mani dei militari americani. Non è ancora chiaro se gli americani
intendano dare l'ok per l'invio in Italia dell'autoveicolo sul quale
i pm disporrebebro quasi sicuramente una perizia. Sulla disponibilità
dei militari Usa a che ciò avvenga il mistero è fitto
anche perché nel frattempo è in corso una inchiesta
di una commissione mista amaericano-italiana. I Carabinieri del Ros
hanno già effettuato delle foto alla macchina che fu bersagliata
dalla raffica di una pattuglia americana sulla strada per l'aeroporto
di Baghdad. Fori di proiettile compaiono anche sul sedile anteriore
della vettura dove secondo le testimonianze rese ai pm romani dalla
giornalista del Manifesto e dall'agente del Sismi non era seduto nessuno
al di fuori dei tre uomini a bordo (Calipari, Sgrena e il maggiore).
L'autovettura noleggiata nel pomeriggio del 4 marzo da Calipari fu
utilizzata nelle fasi del 'recupero' dell'ostaggio in una località
imprecisata a Baghdad. Dopo il rilascio della Sgera, avvenuto dopo
le 18 gli agenti del Sismi con la Sgrena si sono diretti verso l'aeroporto
della capitale irachena per poi essere colpiti dal fuoco 'amico' americano.
La Sgrena operata alla spalla
Giuliana Sgrena ha subito questa mattina un secondo intervento alla
spalla. A riferirlo ai cronisti e' il compagno della giornalista de
'il manifesto' Pier Scolari: "Giuliana si e' operata stamattina
- ha detto Scolari ai cronisti davanti all'ospedale militare del Celio
-l'intervento e' durato circa due ore". Nelle prime ore del pomeriggio,
s i medici del Celio hanno diffuso un nuovo bollettino
sulle condizioni di salute della giornalista: "Giuliana Sgrena
sta bene, e' di ottimo umore e potra' lasciare l'ospedale militare
del Celio tra qualche giorno". A riferirlo ai cronisti e' il
colonnello Sandro Luziatelli, capo dipartimento osteoarticolare, che
ha letto ai cronisti il bollettino medico. "Confermiamo che in
data odierna - si legge nel bollettino - la signora Sgrena e' stata
sottoposta a un intervento di revisione della ferita interessante
la spalla sinistra. Si e' proceduto alla sutura delle strutture muscolo-tendinee
e alla plastica cutanea". Solo nel momento in cui "la frattura
della testa omerale sara' consolidata - e' scritto nel bollettino
- saremo in grado di esprimerci su un eventuale secondo intervento
chirurgico, se sara' necessario". In ogni caso, se questa seconda
operazione si riterra' opportuna, "non e' imminente", spiega
il colonnello Luziatelli. Per desiderio della stessa Sgrena, sottolinea
il medico,"le cure necessarie continueranno a essere effettuate
in questo ospedale". L'operazione di stamattina e' durata due
ore e mezza: "La paziente e' stata sveglia per tutta l'operazione
– dice Luziatelli - ha fatto l'anestesia plessica, e' rimasta
vigile e ha parlato con noi per tutto l'intervento". Per tornare
a casa la giornalista de 'il manifesto' dovra' attendere ancora qualche
giorno: "Non appena il post-operatorio sara' con decorso buono
- dice il medico – potremo probabilmente dimetterla. Sara' tra
qualche giorno".
“Mi sono trovata assolutamente bene, non intendo muovermi da
qui fin quando saro' completamente guarita". Cosi' Giuliana Sgrena,
attraverso il suo compagno Pier Scolari, fa sapere di essere rimasta
soddisfatta dalle cure ricevute in questi giorni all'ospedale militare
del Celio. La giornalista e' stata operata stamattina alla spalla
e, secondo quanto riferisce Scolari, "non dovra' essere rioperata
e non andra' in un altro ospedale". L'intervento di oggi "e'
andato bene", dice Scolari e si pensa che entro la fine della
settimana Giuliana Sgrena potra' tornare a casa.
Gasparri “Scolari parla troppo,
la Sgrena ha smesso un po’ di parlare”
''Ci augureremmo che, dopo il trauma, la si finisse di parlare meglio
dei sequestratori che di altri, nel rispetto anche di chi e' morto
come Calipari. Ho visto Scolari parlare tanto, troppo... La signora
Sgrena invece ha smesso un po' di parlare...''. Cosi' il ministro
delle Comunicazioni Maurizio Gasparri e' tornato sul caso Sgrena oggi
ai microfoni di Radio Radicale. ''Questo governo - ha sottolineato
il ministro - non discrimina le vittime, le protegge, agisce pagando
un prezzo altissimo e tragico. Mi domando, se la sinistra fosse stata
al governo, sarebbe intervenuta forse per la Sgrena e lasciato Agliana,
Cupertino e gli altri cosiddetti 'mercenari' in mano a tagliatori
di teste?''. Quanto al decreto per il rifinanziamento della missione
in Iraq, che la Camera si appresta a votare, Gasparri ha ricordato
che ''fuggire dalle operazioni farebbe vincere i terroristi. Si puo'
discutere di tempi e modi della nostra uscita dall'Iraq, quando ci
sara' un governo che avra' la forza di essere libero, autonomo. Non
vogliamo imporre presenze a nessuno''.
Malabarba (Prc) “Rimosse le informazioni sull’Opzione
Salvador”
''Mi stupisco come sia rimosso qualsiasi riferimento all'Opzione
Salvador, inaugurata in Iraq da John Negroponte, vero stratega da
sempre della guerra sporca. I movimenti dei servizi italiani nelle
trattative per la liberazione di Giuliana Sgrena erano noti agli americani,
compresa la fase della liberazione: e' lecito chiedere lumi sulle
modalita' e le finalita' operative di questa 'Opzione' e del Centro-ostaggi
dell'ambasciata Usa?''. Lo chiede Gigi Malabarba, capogruppo del Prc
al Senato e membro del Copaco. ''Rifuggo dalle dietrologie e dalle
tesi complottiste, ma anche mettersi le fette di salame sugli occhi
su quella che e' diventata la piu' grande ambasciata del mondo e sulla
esplicita presentazione degli squadroni della morte come modalita'
per combattere il terrorismo in Iraq non e' serio. Mi sono occupato
di Centroamerica negli anni '80 e ho passato un anno in Salvador nel
1989 - aggiunge Malabarba - e mi e' nota la doppiezza degli apparati.
Nell'amministrazione e negli stessi servizi americani non tutte le
iniziative di depistaggio e di lavoro sporco sono socializzate''.
''Il noto giornale estremista Washington Post ha scritto in questi
giorni che il Pentagono sta promuovendo 'un piano globale di controterrorismo
che permette a forze delle Operazioni speciali di entrare in un paese
straniero per condurvi operazioni militari senza il consenso dell'ambasciatore
statunitense'. In Iraq non si pone neppure il problema, data l'ufficializzazione
delle squadre killer. Con questo - conclude Malabarba - non sto affatto
dicendo di avere prove riguardanti l'omicidio di Nicola Calipari.
Dico solo che vedo troppi distratti e troppa fiducia verso commissioni
d'inchiesta pilotate dagli stessi inquisiti''.
Alemanno “Calipari esempio di un Italia più
seria è più dura”
''Calipari era un esemplare rappresentante della nuova Italia che
sta crescendo; un Italia piu' seria, piu' dura, piu' capace rispetto
a quella delle rinunce e dei cortei pacifisti'': lo ha detto il ministro
Gianni Alemanno ricordando la figura dello 007 italiano ucciso a Bagdad
subito dopo la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena. ''Era
un servitore dello Stato, ma anche l'esempio di un capo che non esita
a stare in prima linea, rischia e paga di persona nel momento del
pericolo - ha aggiunto il ministro presentando uno dei candidati di
An nel collegio di Piacenza - Un esponente dei servizi segreti che,
finalmente, non stanno in Italia a fare deviazioni, impicci e imbrogli,
ma sono all'estero a difendere l'interesse nazionale e la sicurezza
del cittadino. Ecco questa e' l'Italia nuova che cresce e che noi
vogliamo''. ''Aggiungo che noi la verita' sulla morte di Nicola Calipari
la pretendiamo - ha aggiunto il ministro di An - Vogliamo che questa
inchiesta trovi i responsabili e li punisca. Perche' noi non dimentichiamo
un nostro vecchio slogan di quando eravamo nel Fronte della Gioventu'
che diceva 'alleati si', servi mai'''.
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