Onori militari alla salma di Calipari che torna a casa avvolta nel
tricolore. La Sgrena denuncia “un attacco immotivato”
05/03
Scene strazianti all’arrivo dell’aereo C-130 dell' Aeronautica
Militare che ha riportato in Italia la salma del funzionario del Sismi
Nicola Calipari, ucciso ieri a Baghdad nelle fasi successive alla
liberazione della giornalista Giuliana Sgrena. La salma appena scesa
dall’aereo è stata accolta con gli onori militari che
si tributano di solito ad un eroe. Commovente il Presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che ha sostato per una frazione di
minuto con le mani distese sulla bara avvolta dal tricolore. Il feretro
di Calipari è stato portato a spalla da sei militari. Scena
ancora più straziante quella dei figli che vedono tornare il
loro papà in una bara e della moglie che non può più
abbracciare suo marito. Una triste serata quella che a Ciampino ha
commosso milioni di italiani che hanno assistito in diretta televisiva
all’arrivo della salma di Calipari. Oltre alal presenza dei
familiari, del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, del
presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, del presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi e di numerosi ministri e parlamentari,
erano presenti tutti i rappresentanti delle forze militari, di Polizia,
Carabinieri e Finanza. Il feretro di Nicola Calipari e' stato, poi,
sistemato a bordo del carro funebre per essere trasferito dall'aeroporto
di Ciampino all'istituto di medicina legale sotto scorta della polizia.
Prima dell’arrivo dell’aereo avvenuto qualche minuto prima
della mezzanotte, il Presidente Ciampi e rimasto in una saletta dell'
aeroporto di Ciampino a colloquio con la vedova di Nicola Calipari,
Rosa, e con i due figli. Assieme a lui il capo della Polizia, De Gennaro.
Il Presidente Ciampi era appena arrivato da Napoli dove, con la moglie
Franca aveva ricevuto il presidente della Germania,
Horst Koehler e la moglie. ''Rendo omaggio all'atto eroico di Nicola
Calipari, alla cui memoria conferiro' una medaglia d'oro al valore.
Sono vicino alla signora Calipari e ai due figlioli, con profondo
affetto, cosi' come tutti gli italiani'' aveva detto Carlo Azeglio
Ciampi a Napoli durante il ricevimento del Presidente tedesco. Infine,
è stato stabilito che i funerali di Calipari si svolgeranno
lunedi' 7 marzo a Roma, alle ore 11, nella Chiesa di Santa Maria degli
Angeli.La salma di Calipari sara' esposta nel Salone delle Bandiere,
la stessa nella quale erano state allineati i feretri dei militari
italiani caduti il 12 novembre 2003 nella strage di Nassiriya.
Telegramma del Papa alla Famiglia
Calipari “Un eroe generoso”
Il
Papa pensa a Nicola Calipari, per la cui ''tragica morte'' e' addolorato,
come a un ''eroe generoso''. Lo scrive in un telegramma al fratello
don Maurizio Calipari, in cui esprime anche la propria ''vicinanza
spirituale'' alla moglie e ai figli del poliziotto ucciso a Bagdad.
Il telegramma del Papa viene inviato a suo nome dal segretario di
Stato Angelo Sodano al fratello di Nicola Calipari, don Maurizio,
ufficiale della Pontificia accademia per la vita. Il Papa dice di
aver ''appreso con dolore la notizia tragica della morte'' e ''desidera
esprimere profonda vicinanza spirituale'' al fratello, alla madre,
alla moglie e ai figli della vittima. Giovanni Paolo II definisce
Calipari ''benemerito e generoso servitore dello Stato''. ''Nell'ammirare
- prosegue - l'eroico gesto suscitato da senso del dovere e da sentimenti
di cristiana virtu''' il Papa prega per l'anima del defunto e per
quanti ''ne piangono la prematura scomparsa''. Il Papa assicura inoltre
la propria ''personale partecipazione al lutto''
Chi era l’agente segreto Calipari.
Una persona per bene
05/03 Simpatico, affabile, efficiente e perbene. Reggio Calabria
e tutta la regione ricordano cosi' Nicola Calipari, ucciso ieri sera
a Baghdad ad un posto di blocco effettuato da soldati americani, mentre
si dirigeva con la giornalista del "Manifesto" Giuliana
Sgrena all'aeroporto. Nicola Calipari, nato il 23 giugno del 1953
a Reggio Calabria, lascia la moglie, la cosentina Rosellina Villecco,
conosciuta quanto era capo della squadra mobile nella citta' bruzia,
e due figli, Silvia, studentessa universitaria a Roma, e Filippo,
13 anni. Dopo gli studi al liceo classico reggino, si era laureato
all'Universita' di Messina, e nel settembre del 1979 era entrato in
polizia, assegnato alla squadra mobile di Genova. Nel 1982 venne trasferito
a Cosenza, dove ricopri', in sette anni, diversi incarichi dirigenziali,
diventando anche protagonista di una serie di delicate indagini sulla
criminalita' e sui traffici internazionali di droga ed armi. Passato
poi a Roma, con diversi incarichi, dal 2002 era a disposizione della
Presidenza del Consiglio dei Ministri e quindi del Sismi. Recentemente
aveva ricoperto ruoli di primo piano nelle trattative, sempre in Iraq,
per la liberazione di Simona Pari e Simona Torretta, e per altri ostaggii
italiani, ed anche per quelle, purtroppo non andate a buon fine, per
il giornalista Enzo Baldoni.
Mancini: “Un inchino all’uomo
di Calabria caduto come un eroe”
Giacomo Mancini, deputato al Parlamento, in riferimento alla tragica
scomparsa di Nicola Calipari, ha rilasciato la seguente dichiarazione.
"Il Governo italiano deve pretendere dagli Stati Uniti spiegazioni
e chiarimenti sul tragico epilogo della liberazione della giornalista
Giuliana Sgrena, costata la vita a Nicola Calipari che si è
immolato eroicamente per difendere la cittadina italiana dal fuoco
dei soldati americani.Nicola Calipari era un uomo mite e gentile e
un investigatore intelligente e capace. Egli ha lasciato un ricordo
indelebile anche in Calabria, nella città di Reggio dove è
nato e si è formato, e nella città di Cosenza dove si
è affermato e dove ha stretto profondi legami sentimentali
unendosi in matrimonio con la cara Rosa Villecco, unica figlia della
compianta Anna Mancini.E' doveroso che gli italiani si inchinino per
onorare la memoria di un uomo di Calabria che è caduto da eroe".
Chiaravalloti: “Gesto eroico”
''La lotta contro ogni forma di sopruso e il tentativo di destabilizzare
il cammino tortuoso ma determinato verso la pace, soprattutto nei
territori dove evidentemente sussistono forti interessi contrari,
paga duramente un' altra vittima''. E' quanto sostiene in una nota
il presidente della giunta regionale della Calabria, Giuseppe Chiaravalloti,
circa la morte del funzionario del Sismi, Nicola Calipari. ''Un figlio
di Calabria - ha aggiunto - servitore della nostra patria, ha perso
la vita combattendo contro chi tenta di confondere gli obiettivi della
missione di pace italiana. Alla costernazione per la tragica scomparsa
e alle sentite condoglianze alla famiglia del dott. Calipari, uniamo
il sentimento di gratitudine per un gesto eroico ed estremo''.
Questore Lanzaro: “Un’amicizia
profonda che mi portò a fargli da padrino alla cresima prima
delle nozze”
''Eravamo legati da un'amicizia molto profonda, al punto che, prima
di sposarsi, lui scelse me per fargli da padrino per la cresima''.
E’ quanto ricorda l’attuale questore di Isernia, Salvatore
Lanzaro, da' un ricordo estremamente commosso di Nicola Calipari,
il funzionario del Sismi ucciso ieri a Baghdad dopo la liberazione
di Giuliana Sgrena, che fu suo braccio destro a Cosenza, come primo
vice dirigente, quando lo stesso Lanzaro era a capo della Squadra
Mobile. La collaborazione tra i due, che ha contrassegnato a fondo
entrambe le loro carriere, risale agli anni '80, in uno dei periodi
piu' duri per la citta' calabrese. ''A Cosenza - ricorda Lanzaro -
abbiamo lavorato fianco a fianco per quattro anni: anni difficili,
gli anni delle guerre tra cosche. Nicola non si tirava mai indietro
quando si trattava di fare gli straordinari. L'amore per il suo lavoro
era smisurato''. Lanzaro descrive Calipari come ''persona disponibile,
sempre pronta al dialogo. Per lui - prosegue il questore di Isernia
- le relazioni sociali, i rapporti umani erano sacri. Si e' fatto
amare da tutti. Sul suo conto mai nessuno ha espresso un commento
negativo''. Terribile il momento in cui ieri sera Lanzaro ha appreso
della tragedia che ha colpito il suo antico collaboratore. ''Un amico
comune - spiega - mi ha detto che Nicola era morto in Iraq. Sono rimasto
sbalordito, non volevo crederci. Davanti agli occhi avevo solo l'immagine
di Nicola il giorno del suo matrimonio a Vibo Valentia, raggiante,
felice, che mi abbracciava confidandomi: 'non sono stato mai cosi'
emozionato'''. ''Da quando era entrato nei servizi segreti - racconta
ancora il questore di Isernia - non ci sentivamo piu' con la frequenza
di un tempo, e le ragioni sono ovvie, ma l'affetto e' rimasto sempre
lo stesso. Ancora non ho chiamato la moglie - conclude Lanzaro -.
La incontrero' lunedi' prossimo: purtroppo ci rivedremo nel giorno
dei funerali di Nicola''.
Il fratello della Sgrena “Andrò
ai funerali di Calipari”
''Ci vorra' ancora qualche giorno di degenza in ospedale, ma Giuliana
sta abbastanza bene''. Lo ha affermato Ivan Sgrena, il fratello della
giornalista liberata ieri sera a Baghdad, subito dopo essere tornato
a Masera (Novara). ''Dovra' essere ancora sottoposta ad un intervento
- ha aggiunto - perche' probabilmente e' stato reciso un tendine e
la testa dell'omero, ma i medici dicono che non e' nulla di allarmante.
Tornero' a Roma per assistere Giuliana e saro' ai funerali di Nicola
Caliperi. Mi sembra doveroso che qualcuno di noi partecipi alle esequie''.
Secondo Ivan Sgrena, la tragedia che si e' consumata subito dopo la
liberazione di sua sorella ''ha fatto passare in secondo piano la
fine del rapimento''. ''E' stata una lunga giornata'', ha precisato
l' uomo che questa mattina era all' aeroporto di Ciampino per abbracciare
Giuliana. ''Se non ci fosse stata questa tragedia - ha continuato
- l' avremmo affrontata con un altro spirito. Purtroppo, c' e' una
famiglia che piange un eroe. E' grazie a lui che siamo riusciti a
riportare a casa Giuliana''. Ivan Sgrena, che ha dichiarato di aver
visto la moglie dell' agente ucciso in Iraq ma di non essere riuscito
a parlargli, ha voluto ringraziare ancora tutte le autorita', ''da
Letta - ha dichiarato - a Berlusconi''.
La Sgrena: “Così Nicola
è morto tra le mie braccia”
Ai suoi amici che rivede dopo un mese durissimo dice un semplice
'ciao', accompagnato da un affaticato sorriso. Ma Giuliana Sgrena
non riesce a distogliere il pensiero da Nicola Calipari, l'uomo del
Sismi che le e' morto tra le braccia per proteggerla dai proiettili
americani. ''E' stato quello il momento piu' difficile. Provo un grande
dolore''. E anche rabbia. Perche' quella sparatoria ''non era giustificata''.
A Roma, appena atterrata all'aeroporto di Ciampino, le prime parole
della giornalista sono state per i suoi amici del Manifesto. ''Ciao.
Grazie''. E poi un sorriso. ''Proprio come il giorno che l'ho lasciata'',
dice Gabriele Polo, il direttore. ''Non mi hanno mai trattata male,
anzi direi di essere stata trattata bene. E se non fosse successa
la cosa di ieri sera sarebbe andata certo meglio'', racconta Giuliana.
Volto tumefatto, apparentemente impaurita, un plaid sulle spalle,
il braccio destro fasciato, sale a bordo dell'ambulanza che la trasporta
al Celio. Qui, in ospedale, riesce a parlare finalmente per con i
suoi genitori. Il fratello Ivan le passa il telefono. Pochi secondi.
''Voi come state?''. ''Noi bene, e tu?''. ''Bene''. ''Sono contenta
di essere tornata'', dice poi a Valentino Parlato. E' stanca, spossata,
ma afferma di voler ''immediatamente collaborare'' con gli investigatori.
Ed infatti i pm della procura di Roma non aspettano un altro giorno
per interrogarla. Con gli inquirenti, e in un'intervista telefonica
a Rainews24, ricostruisce alcune fasi del sequestro e, soprattutto,
quel drammatico epilogo. ''Sono stata sempre nella stessa casa e tenuta
sempre dallo stesso gruppo di rapitori. Comunicavamo in inglese e
francese. Alcuni erano a viso coperto, altri no. C'era anche una donna:
lei era sempre con il volto coperto. Mi hanno trattata bene - ha ripetuto
- non mi e' mai mancata l'assistenza''. Quindi la liberazione, e poi
la fuga verso l'aeroporto. ''Non andavamo molto veloci, date le circostanze.
Ad un tratto una pioggia di fuoco ha colpito la nostra auto proprio
mentre parlavo con Nicola Calipari, che mi stava raccontando quello
che era accaduto nel frattempo in Italia. Lui si e' appoggiato a me,
probabilmente per difendermi, e poi si e' accasciato ed ho scoperto
che era morto''. ''Il fuoco continuava - prosegue la giornalista -
perche' l'autista non riusciva neanche a spiegare che eravamo italiani.
E' stata una cosa veramente terribile''. ''Sono provata - dice ancora
l'inviata del Manifesto - per quello che e' successo soprattutto nelle
ultime 24 ore. E con il rischio che ho corso posso dire di stare bene.
Mi ha scosso particolarmente perche' pensavo che ormai il pericolo
fosse finito dopo la mia riconsegna agli italiani, invece improvvisamente
c'e' stata questa sparatoria e siamo stati colpiti da una pioggia
di fuoco''. Secondo Giuliana Sgrena, e anche per l'altro funzionario
del Sismi ferito, ''l'azione di fuoco non era giustificata dall'andamento
della nostra auto. Non era un check point, ma una pattuglia che ha
sparato subito dopo averci illuminato con un grosso faro''. In precedenza,
durante il viaggio che l'ha riportata in Italia, Giuliana Sgrena aveva
provato a raccontare il fiume di emozioni provate durante il sequestro
- e soprattutto dopo - al suo compagno, Pier Scolari. Anche in quella
circostanza il suo pensiero e' andato al funzionario del Sismi ucciso.
''Il momento piu' difficile e' stato quando ho visto morire tra le
mie braccia la persona che mi aveva salvato'', le ha detto.
Sit-in davanti le ambasciate USA.
I disubbidenti ed i noglobal chiedono un inchiesta rigorosa
Tornano i sit-in anti-Usa. A Roma, davanti all' ambasciata e a Milano,
di fronte al consolato, centinaia di manifestanti si sono dati appuntamento
oggi per urlare la propria rabbia dopo che ieri a Baghdad militari
americani hanno bersagliato a colpi di mitra l' auto sulla quale viaggiavano
Giuliana Sgrena e tre agenti del Sismi, provocando l' uccisione di
Nicola Calipari ed il ferimento degli altri tre passeggeri. ''Bush
e' cambiato: adesso uccide pure gli italiani'', recita lo striscione
portato nel pomeriggio davanti all' ambasciata di via Veneto a Roma
da Cobas, centri sociali, disobbedienti ed altre realta' antagoniste,
che hanno chiesto ''il ritiro delle truppe dall' Iraq, le dimissioni
del Governo Berlusconi ed il sostegno alla famiglia di Nicola Calipari''.
Il centinaio di persone per qualche tempo ha reso difficoltosa la
circolazione stradale. Esposti bandiere e stendardi, con slogan tipo
''Mai piu' alleati degli assassini Usa'' e ''Iraq libero''. ''La drammatica
conclusione della liberazione di Giuliana Sgrena - hanno spiegato
gli organizzatori della protesta - conferma i peggiori scenari sulla
situazione della guerra e dell' occupazione in Iraq. Il Governo italiano
e gli Stati Uniti continuano a nasconderci gli orrori ed a coinvolgere
il nostro Paese in una guerra illegale, ingiusta e devastante''. ''Dietro
l' assassinio di Nicola Calipari - ha affermato il Marco Rizzo, deputato
dei Comunisti italiani, intervenuto al sit-in - c' e' la possibilita'
di una volonta' politica. Se fosse cosi' sarebbe gravissimo perche'
sarebbero cancellati i diritti internazionali''. Un' altra esponente
del Pdci, Maura Cossutta, ha chiesto ''un' inchiesta rigorosa sulla
tragedia. La versione data dagli statunitensi, ormai e' evidente,
non ha alcuna attendibilita'. Sia chiaro, questa volta non ci accontenteremo
delle bugie''. In mattinata protesta anche a Milano, nei pressi del
consolato Usa. Il presidio, organizzato dai Comunisti italiani, si
e' protratto fino a mezzogiorno. I manifestanti hanno distribuito
un volantino che riporta la scritta 'Bush vergognati!' e chiede l'
immediato ritiro dei militari italiani dall' Iraq. ''Questa e' un'
ulteriore prova del fatto che i nostri militari - si legge nel volantino
- vengono utilizzati come strumento subalterno alla superpotenza americana''.
''L' attacco statunitense e' stato un' azione di guerra, peraltro
contro rappresentanti di un Paese il cui governo si dichiara alleato.
Ma l' Italia - ha affermato Gianfranco Pagliarulo, senatore del Pdci
che era al presidio davanti al consolato Usa a Milano - non puo' piu'
essere in guerra. Dopo questo gravissimo episodio, che getta irreversibile
vergogna sui comandi militari Usa e sullo stesso presidente Bush,
l' Italia deve prendere le distanze da chi mette in atto azioni criminali
come quella di ieri. I militari italiani devono tornare subito a casa.
I Comunisti italiani - ha aggiunto Pagliarulo - tutta l' Italia, oggi
sono in lutto per l' assassinio di Nicola Calipari, valoroso rappresentante
e servitore delle istituzioni. Doveva essere una grande giornata di
festa per la liberazione di Giuliana. Invece, e' un giorno di lutto
per l' incredibile attacco dei militari statunitensi''.
A Roma una piazza, a Genova una
via. Le intitoleranno a Calipari
Il Comune di Roma intitolera' a Nicola Calipari, il funzionario del
Sismi caduto eroicamente per proteggere Giuliana Sgrena, il giardino
di Piazza Vittorio. La decisione e' stata annunciata questo pomeriggio
dal Sindaco Walter Veltroni, dopo essersi consultato con la famiglia
del funzionario e con il capo del Sismi generale Pollari. ''Vogliamo
che il nome di Calipari venga ricordato con rispetto e con affetto
da tutta la citta' e che la sua figura sia d'esempio per le generazioni
che verranno - ha detto ilsindaco. Per questo abbiamo pensato di scegliere
un luogo centrale, un punto di riferimento storico della capitale,
frequentato e molto amato dai romani''. Anche a Genova una iniziativa
simile. Gianni Plinio, vicepresidente della Regione Liguria, ha chiesto
al sindaco di Genova Giuseppe Pericu di titolare una via, una piazza
o uno spazio di edificio pubblico adeguati alla memoria di Nicola
Calipari, il funzionario del Sismi ucciso in Iraq nelle fasi della
liberazione di Giuliana Sgrena mentre con il suo corpo, faceva scudo
per proteggere la giornalista. A Genova, infatti, Calipari inizio
la sua carriera nella Polizia di Stato. ''E' un atto giusto e doveroso.
Nicola Calipari e' morto eroicamente nell' adempimento del proprio
dovere al servizio dello Stato italiano e della causa della pace -
ha scritto Plinio -. Costituisce soprattutto per i giovani un esempio
di spirito di servizio e di grande senso del dovere. Sarebbe assai
bello e significativo - e sono certo che corrisponderebbe ai sentimenti
delal stragrande maggioranza dei nostri cittadini - che una via gli
potesse essere quanto prima dedicata proprio a Genova ove, trenta
anni fa, inizio' la sua carriera all' interno della Polizia di Stato''.
I colleghi di Calipari dicono “Una
reazione ingiustificata”
Sono increduli, addolorati e anche arrabbiati, ''perche' e' assurdo
morire cosi''', ma tra i colleghi e gli amici di Nicola Calipari nessuno
crede davvero all'ipotesi dell'agguato, al fatto che la pattuglia
Usa possa aver sparato per uccidere Giuliana Sgrena. ''Certo e' stata
una reazione ingiustificata - afferma uno degli 007 che ha seguito
questa vicenda dall'inizio, fino al drammatico epilogo - ma non si
e' trattato di un attacco mirato, o peggio ancora premeditato. Per
qualche ragione hanno pensato che quell'auto potesse costituire un
pericolo. Quindi hanno acceso il faro e subito dopo hanno sparato''.
Un incidente, dunque, ma che molti dicono poteva essere evitato. Gli
Usa hanno aperto un'inchiesta per stabilire, tra le altre cose, se
il mitragliere del blindato americano ha avuto il grilletto troppo
facile, se i soldati hanno seguito tutte le procedure previste prima
di aprire il fuoco. Ma gli interrogativi sono molti altri. E' proprio
vero che i militari americani hanno intimato l'alt? E' vero che hanno
impedito i soccorsi per alcuni minuti? E vero che erano stati informati
del passaggio del convoglio italiano? E poi: che coordinamento e che
scambio di informazioni c'e' stato tra i Servizi italiani e le Forze
della coalizione sul campo? Ancora oggi dal comando Usa di Baghdad
parlano di uno ''sfortunato incidente''. Di sicuro, a bordo dell'auto
dove viaggiavano Sgrena, Calipari, un altro funzionario del Sismi
e l'autista iracheno (anch'egli, a quanto si e' appreso, un collaboratore
dell'intelligence italiana), nessuno si aspettava quella reazione.
''Tanto e' vero che stavano tranquillamente parlando'', sottolinea
la fonte. A parte Calipari, che e' morto, solo l'altro 007 e la giornalista
sono rimasti feriti. L'auto colpita dai proiettili Usa faceva parte
di un convoglio di due-tre auto che si stava dirigendo all'aeroporto
- a quanto pare non ad alta velocita', considerato anche il nubifragio
che si stava rovesciando sulla capitale irachena - dopo aver ottenuto
la liberazione dell'ostaggio. Questa, secondo quanto e' stato possibile
apprendere, sarebbe avvenuta direttamente nelle mani di tre persone:
Calipari, l'altro funzionario del Sismi e l'autista-collaboratore
iracheno, che avrebbe svolto un ruolo non marginale nella vicenda.
Una liberazione avvenuta con qualche ora di ritardo, rispetto ai tempi
previsti, e che comunque concludeva una trattativa che non si e' mai
interrotta e che il Sismi ha giocato essenzialmente su due fronti:
Baghdad e Abu Dhabi. In entrambe le citta' l'intelligence italiana
ha trovato dei 'contatti' affidabili con i sequestratori. A Baghdad,
come nel caso degli altri sequestri, un ruolo importante, probabilmente
decisivo, lo ha svolto il consiglio degli Ulema e il suo rappresentante
piu' rilevante, Abdel Salam Al Kubaisi; ad Abu Dhabi, il ruolo da
intermediario tra i rapitori e i funzionari italiani e' stato rivestito
da un altro influente esponente del mondo sunnita. Attraverso questi
personaggi gli 007 del Sismi sono riusciti ad ottenere diverse prove
in vita dell'ostaggio e a raggiungere un accordo finale, a quanto
pare di natura sostanzialmente economica, domenica 27 febbraio. Quel
giorno stesso la Sgrena ha saputo che sarebbe stata liberata ed e'
stato girato il secondo video. Poi ancora ''un intoppo, altre incomprensioni''.
Superate anche quelle, la giornalista e' stata rilasciata. La sparatoria
vicino all'aeroporto ha tramutato un successo dell'intelligence in
una tragedia. Molto provata per quello che e' successo e' naturalmente
Giuliana Sgrena, ma comprensibilmente scosso e' anche il funzionario
del Sismi scampato per miracolo ai proiettili Usa. Maggiore del Ros
transitato nel Sismi, l'ufficiale viene considerato uno dei massimi
esperti del Servizio in Iraq, dove lavorava da anni. Per molto tempo
e' stato l'ombra dell'ambasciatore Gianludovico De Martino, con cui
ha condiviso anche momenti difficili e di grande pericolo. Nicolo'
Pollari, il capo del Sismi, lo ha sempre impiegato per le operazioni
piu' delicate. Dopo essersi occupato soprattutto di narco-traffico,
quando lavorava nel Raggruppamento operativo speciale dell'Arma, ha
continuato a girare il mondo con i servizi segreti. Sentito oggi dai
pubblici ministeri avrebbe anche lui sostenuto, come la Sgrena, che
la reazione degli americani ''era ingiustificata''. Nel pomeriggio
ha lasciato il Celio. Le sue ferite non sono gravi.
Comando USA: Uno sfortunato incidente
E' stato ''uno sfortunato incidente''. Cosi' dal comando militare
Usa a Baghdad rispondono alla richiesta di un commento a quanto affermato
da Pier Scolari, secondo cui i rapitori avrebbero detto a Giuliana
Sgrena di ''stare attenta perche' gli americani non volgiono vederti
uscire viva da qui''. ''Questo sfortunato incidente - affermano dal
comando delle Forze multinazionali a Baghdad - e' sotto inchiesta.
La signora Sgrena e' stata assistita dal personale medico della Coalizione
prima del suo ritorno in Italia. Ulteriori informazioni saranno fornite
non appena disponibili''.
Scolari: “La versione americana
è un offesa per Calipari”
''La versione che e' stata fornita dagli americani rappresenta una
offesa per Nicola Calipari''. Lo ha detto il compagno della Sgrena,
Pier Scolari, che ha poi nuovamente rivolto parole di apprezzamento
per la vedova del funzionario del Sismi: ''e' una donna straordinaria''.
Sgrena “La nostra auto andava
ad andatura regolare, poi una pioggia di fuoco”
''L'azione di fuoco non era giustificata dall'andamento della nostra
auto''. E' quanto detto ai pm romani da Giuliana Sgrena e dall'agente
del Sismi interrogati nell'ospedale militare del Celio. ''La nostra
auto aveva un'andatura regolare e non suscettibile di equivoci'',
hanno aggiunto i due. ''Stavo parlando con Nicola Calipari - ricorda
Giuliana Sgrena - che mi stava raccontando quello che era accaduto
nel frattempo in Italia, quando lui si e' appoggiato a me, probabilmente
per difendermi e poi si e' accasciato ed ho scoperto che era morto''.
''Il fuoco continuava - continua la giornalista - perche' l' autista
non riusciva neanche a spiegare che eravamo italiani. E' stata una
cosa veramente terribile''. ''Sono provata - afferma - per quello
che e' successo soprattutto nelle ultime 24 ore. E con il rischio
che ho corso posso dire di stare bene. Mi ha scosso particolarmente
perche' pensavo che ormai il pericolo fosse finito dopo la mia riconsegna
agli italiani, invece improvvisamente c' e' stata questa sparatoria
e siamo stati colpiti da una pioggia di fuoco''.
Scolari: “I militari Usa hanno
impedito i soccorsi”
''I militari Usa hanno impedito i soccorsi per alcuni minuti e hanno
impedito che chiunque si avvicinasse all'auto''. Lo ha detto Pier
Scolari entrando all'ospedale del Celio. ''Giuliana aveva avuto delle
informazioni secondo le quali gli Usa non l'avrebbero lasciata tornare
viva a casa. Il governo ha l'obbligo di fare luce e gli Usa devono
avere il coraggio di dire che in Iraq siamo in mano a dei ragazzini'',
ha aggiunto Scolari. ''Giuliana ha raccolto decine di proiettili,
a manciate, erano tutti sul sedile dopo la sparatoria''. ''Calipari
aveva fatto quella strada tantissime volte e quindi si potrebbe pensare
male: che gli americani non volevano il lieto fine. Questo e' un motivo
buono per andare via dall'Iraq''. ''Non è da escludere l’agguato.
Delle due l' una: O le armi sono state date in mano a ragazzini impreparati
e terrorizzati oppure - ha affermato Scolari - e' stato un agguato
e secondo la dinamica dei fatti non e' da escludere''. ''Gli americani
e gli italiani erano stati avvisati del passaggio dell'auto. Erano
a 700 metri dall'aeroporto, vuol dire che avevano passato tutti i
controlli''. ''Sapevo che Nicola me l'avrebbe riportata''. ''Ho conosciuto
Nicola, ha salvato Giuliana. Parlava poco ma sapeva come agire -dice
Scolari- Una persona intelligente, perspicace. Un uomo capace di salvare
Giuliana. Dopo che gli ho parlato ho capito che me l'avrebbe riportata
e cosi' ha fatto. Alle undici di stasera saro' all'aeroporto per accogliere
la sua salma''. Infine ad una domanda di un cronista sulla morte di
Calipari, Scolari ha risposto "Nicola Calipari e' morto sul colpo,
e' stato colpito alla testa"
Arci: “Una gioia trasformata
in lutto”
''La nostra gioia si e' trasformata in lutto. Doveva essere il tempo
della festa, dopo un lungo mese di angoscia, e' diventato, invece,
il tempo del lutto e del dolore. Questa tragedia ci consegna un'altra
ragione per intensificare l'impegno perche' finisca l'occupazione
dell'Iraq e perche' le truppe italiane siano riportate immediatamente
a casa.''. E' il commento del presidente dell'Arci, Andreina Albano
di fronte alla morte di Nicola Calipari, la quale invita tutti i comitati
e i circoli dell'associazione a esprimere concretamente il loro cordoglio,
esponendo le bandiere della pace abbrunate. ''Oggi e' cosi'- dice
Albano - che vogliamo esprimere la nostra opposizione alla guerra,
la nostra lotta per la pace. Giuliana Sgrena e' libera. Nicola Calipari
e' morto. Ci stringiamo - aggiunge la presidente dell'Arci - intorno
alla famiglia e ai colleghi del liberatore di Giuliana, caduto per
proteggerla. Nicola Calipari e' stato ucciso dal fuoco statunitense.
Chi occupa l'Iraq con la scusa di portare stabilita' e sicurezza,
si conferma ancora una volta portatore di disordine e di morte. Ci
sentiamo ancor piu' vicini alla popolazione irachena, costretta a
vivere chissa' quante volte lo stesso dramma che oggi ci tocca cosi'
da vicino. Vogliamo che il nostro paese prenda lezione dall'esempio
di Giuliana Sgrena e Nicola Calipari che, da collocazioni molto diverse,
si sono spesi in Iraq con competenza e capacita', confidando nel dialogo
e nella negoziazione, dalla parte delle vittime. E' questo il ruolo
che vogliamo assegnare all'Italia nello scenario iracheno. La complicita'
e la connivenza con l'occupazione deve finire, per dare un vero contributo
alla stabilizzazione del paese. La guerra non porta pace, la guerra
genera guerra''. l'Arci chiede percio' alle forze politiche dell'opposizione
e a tutte le istituzioni democratiche di impegnarsi non solo perche'
sia fatta piena luce sull'accaduto ma anche per riportare al centro
del dibattito politico la richiesta di ritiro delle truppe. ''Il movimento
per la pace, come ha dimostrato la grande manifestazione del 19 febbraio,
proseguira' - conclude Andreina Albano - il suo cammino con maggiore
determinazione. Un grande abbraccio a Pier, alla famiglia Sgrena,
ai compagni e alle compagne del Manifesto. A Giuliana, la cui sofferenza
non e' finita, tutto il nostro immenso affetto''.
L’USP chiede chiarimenti sulla
morte di Calipari
''Piangiamo la scomparsa di Nicola Calipari, grande funzionario di
polizia altamente professionale caduto eroicamente in Iraq nell'adempimento
del dovere''. E' il pensiero di Giampaolo Tronci, presidente dell'Unione
sindacale polizia (Usp), che ora auspica chiarimenti sulla morte dello
007
italiano ucciso ieri a Baghdad. ''Nicola Calipari era un uomo di una
simpatia unica - continua Tronci - Lo conoscevamo molto bene: la sua
affabilita' era eccezionale, aveva sempre un sorriso per tutti e la
sua bonta' e la sua disponibilita' erano francescane. Auspichiamo
immediata chiarezza sulla sua morte e ci stringiamo commossi ai suoi
familiari affranti dal dolore''.
La città di Reggio Calabria
proclama il lutto cittadino per lunedì 7
La giunta municipale di Reggio Calabria ha deciso di proclamare il
lutto cittadino in concomitanza con i funerali di Stato del funzionario
del Sismi, Nicola Calipari, ucciso dopo la liberazione della giornalista
Giuliana Sgrena. La Giunta ha deciso anche di conferire il San Giorgino
d'oro, un riconoscimento della citta' di Reggio Calabria, alla memoria
di Nicola Calipari. Inoltre, in accordo con l' Arcidiocesi reggina,
e' stata decisa la celebrazione di una messa in suffragio che sara'
presieduta dall' arcivescovo metropolita, mons. Vittorio Mondello,
e che si svolgera' presso la cattedrale di Reggio Calabria. La Giunta
ha infine manifestato la volonta' d'intitolare una strada o una piazza
alla memoria del funzionario del Sismi ucciso. Il sindaco di Reggio
Calabria, Giuseppe Scopeliti, a margine della riunione della Giunta
ha detto che ''la citta' come d'altra parte tutta l'Italia e' sgomenta
e costernata per la tragedia che ha accompagnato la liberazione della
giornalista Giuliana Sgrena, l'uccisione dell' intrepido funzionario
del Sismi, Nicola Calipari. Mi sento di interpretare i sentimenti
di tutti i nostri concittadini nell'affermare che oggi Reggio piange
un figlio, un fratello, un fulgido esempio della fierezza, dell'orgoglio
e della coscienza d'essere onesti cittadini italiani. Reggio sapra'
fare tesoro anche di questa testimonianza di coraggio estremo e ricordera'''.
La provincia di Reggio ricorderà
Calipari con una borsa di studio o una fondazione
''In una realta' sociale ricca di contraddizioni come quella calabrese,
Nicola Calipari rappresenta una speranza ed indica la via, imponendo,
alla nazione ed al nostro territorio, di non dimenticarlo''. E' quanto
sostiene in una nota il presidente della Provincia di Reggio Calabria,
Pietro Fuda. ''All' amarezza - ha aggiunto - ed al senso di impotenza
personali per una notizia che impedisce qualsiasi commento per la
sua tragicita', si unisce la necessita' istituzionale di trarre un
insegnamento importante dalla tristissima vicenda. Per mantenere viva
la sua memoria ed additarlo come esempio concreto di un eroismo ordinario,
che ha tracciato tutti i passaggi della sua vita, e che si e' trasformato
nell' eroismo straordinario dell' estremo gesto che e' la sintesi
dei principi nei quali credeva, la Provincia di Reggio Calabria promuovera'
un'iniziativa in sua memoria''. ''Il suo nome cosi' - ha concluso
Fuda - sara' legato indelebilmente e per sempre, tramite una borsa
di studio o una fondazione, agli ideali di chi e' figlio di una nuova
cultura e simbolo di speranza per i nostri giovani''.
Bondi (FI) “Il Governo ha
il dovere di chiedere chiarimenti agli americani”
Il governo ha il dovere di chiedere agli Stati Uniti ''le ragioni
esatte ed esaurienti'' di cio' che e' accaduto nella vicenda della
liberazione di Giuliana Sgrena ''in nome di un grande Paese'' che
esprime valori e comportamenti come quelli di Nicola Calipari. Lo
afferma Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia. ''L'eroico
sacrificio di un servitore dello Stato come Nicola Calipari, la figura
esemplare di una donna come Giuliana Sgrena, la nobile testimonianza
offerta dalla sua famiglia, la corale solidarieta' di tutto il popolo
italiano e di tutte le forze politiche, l'impegno serio e responsabile
del governo - dice Bondi - mostrano che l'Italia e' davvero un grande
Paese, ricco di ineguagliabili doti di umanita' e di intelligenza,
di cui dobbiamo andare fieri''. ''E' in nome di questo grande Paese,
che esprime questi valori e questo comportamento, che abbiamo il dovere
di chiedere al governo degli Stati Uniti le ragioni esatte ed esaurienti
di quanto e' accaduto. Il popolo italiano lo richiede - conclude Bondi
- proprio per le responsabilita' che l'Italia ha assunto in Iraq e
in nome degli storici rapporti di amicizia con gli Stati Uniti''.
Bertinotti “Saremo ai funerali
di Calipari”
Il Prc sara' presente ai funerali di Nicola Calipari, l'agente del
Sismi morto in Iraq per salvare la vita di Giuliana Sgrena. E' lo
stesso segretario Fausto Bertinotti ad annunciarlo ai giornalisti.
''E' un atto di rispetto - spiega -E' sempre importante scoprire che
anche gente che magari puo' apparire lontana, e magari non lo e',
dalla politica, ha un senso cosi' alto della Repubblica e dello Stato.
Nei confronti di queste persone c'e' veramente una grande ammirazione''.
Secondo Bertinotti, Calipari e' ''un uomo meraviglioso, straordinario
che e' stato ucciso per la sua missione e per salvare Giuliana Sgrena''.
E, sempre riferendosi a Fini, il segretario del Prc aggiunge: ''La
fatalita' si chiama guerra, la possibilita' per un esercito di occupazione
di sparare contro chiunque in qualsiasi momento. Ieri la vittima e'
stata un uomo coraggioso ed integerrimo, ma chissa' ogni giorno quante
vittime ci sono: E comunque, non e' che qualcuno spacca il Paese con
le polemiche: e' la guerra che spacca il Paese. Dunque, per evitare
le polemiche bisogna far finire la guerra''.
Fava: “Un eroe del nostro
tempo”
''Siamo presi dal dolore e dallo sgomento per la morte di uno straordinario
calabrese come Nicola Calipari, stimato universalmente come poliziotto
e agente segreto modello''. Lo ha detto Nuccio Fava, consigliere regionale
dell' Udeur. ''Il suo impegno, al servizio dello Stato - ha aggiunto
Fava - era vissuto con convinzione e passione e nella piu' assoluta
modestia. Doti sempre piu' rare in una societa' mediatica, alla ricerca
esasperata dell' ostentazione e del successo. Nicola Calipari, pur
nel dolore di una perdita cosi' irreparabile, deve pero' restare ragione
di speranza per le nuove generazioni, specie di calabresi, che devono
apprezzare il valore insostituibile del servizio reso alla comunita'
e alle istituzioni democratiche. Nonostante l' immenso dolore, lo
ripetiamo, un figlio di Calabria onora la sua terra sui giornali e
sulle televisioni di tutto il mondo, come autentico eroe del nostro
tempo. La ragione di speranza che dobbiamo nonostante tutto sapere
rintracciare e coltivare in questa tragedia e' tanto piu' necessaria,
mentre nelle stesse ore, forze politiche, apparati burocratici, clientelari
ed autoreferenziali, con metodi oligarchici e scarsamente democratici,
ritengono di poter disporre con scarsa legittimazione democratica
del futuro della regione. Ma come il sacrificio di Calipari insegna,
il futuro vero e' solo nelle mani degli uomini liberi e forti che,
anche a rischio della vita, sanno mettersi generosamente al servizio
della propria comunita'''.
Fava (Udeur) “Il Governo americano
garantisca trasparenza e chiarezza”
''La follia che ha provocato la tragedia a Baghdad impone il massimo
di trasparenza e chiarezza da parte del Governo degli Stati Uniti''.
Lo afferma, in una dichiarazione, Nuccio Fava, consigliere regionale
uscente dell' Udeur. ''Proprio perche' teniamo all' amicizia leale
con gli Usa - aggiunge Fava - e come Popolari-Udeur abbiamo rifiutato
il ricatto del ritiro immediato dei nostri soldati, possiamo a giusto
titolo pretendere che sia fatta su quanto e' accaduto la massima chiarezza,
accompagnata da ogni sforzo per uscire, con il concorso piu' largo
possibile, dalla tragedia della guerra e delle sue conseguenze, che
sembrano non avere fine''.
Meduri “La morte di Calipari
è un piaga per tutto il popolo italiano”
''La morte di Nicola Calipari e' un dolore che piaga tutto il popolo
italiano, e in particolare la comunita' calabrese''. Lo afferma, in
una dichiarazione, Luigi Meduri, deputato della Margherita. ''Calipari
- ha aggiunto Meduri - era un figlio della Calabria, cresciuto nei
valori della solidarieta' e dello spirito di servizio per le istituzioni
e lo Stato. Ha restituito la vita e la liberta' a Giuliana a costo
della sua. Un uomo di valore che mi onoro di avere conosciuto. La
gioia e il dolore per la liberazione di Giuliana Sgrena e la morte
di Calipari sono i sentimenti contrastanti che pervadono le nostre
anime. C' e' sempre piu' bisogno di pace perche' non si piangano piu'
morti come Nicola. Per questo si faccia chiarezza su questo incredibile
e terrificante incidente''.
La Viola e la Reggina giocheranno
con il lutto al braccio
I giocatori della Viola - Reggio Calabria nella gara di basket che
si disputera' domani a Roseto degli Abruzzi giocheranno con il lutto
al braccio per ricordare la memoria del funzionario del Sismi Nicola
Calipari, reggino, ucciso dopo la liberazione di Giuliana Sgrena.
La societa', e' scritto in una nota, la squadra e tutti i collaboratori
si stringono attorno alla famiglia ed ai parenti di Calipari. ''Un
vero servitore dello stato - sostiene la societa' - che, sprezzante
del pericolo, ha sacrificato la propria vita per metterne a riparo
un' altra''.
''Siamo sconvolti, profondo dolore e preghiera per un nostro concittadino
che ha perso la vita nell'adempimento generoso della sua missione
di pace, piangiamo un amico, un uomo che ha speso la sua esistenza
per una causa nobile e che merita la nostra piu' grande ammirazione''.
E' quanto ha detto il presidente della Reggina Calcio, Lillo Foti,
il quale ha annunciato che domani, in occasione della gara con la
Fiorentina, la squadra scendera' in campo con il lutto al braccio
per ricordare la figura del funzionario del Sismi, Nicola Calipari.
''Esprimo - ha aggiunto - vicinanza alla famiglia, mi rendo interprete
di sentimenti personali e di quelli della Societa' che rappresento,
il dolore provocato dal luttuoso evento colpisce tutta la nostra comunita'.
La sua testimonianza di impegno umano e professionale deve essere
uno stimolo prezioso per tutti noi, il suo immenso atto di coraggio
fa sentire ancora piu' vivi i forti valori, le non comuni doti di
umanita' che fanno parte da sempre degli uomini del Sud e della nostra
terra''. ''Nicola - ha concluso Foti - merita la nostra ammirazione,
sara' per sempre un esempio, oggi tutti i reggini sono uniti e addolorati,
la Reggina lo ricordera' come un grande uomo''.
Il Consorzio italiano di solidarietà:
“Bentornata Giuliana, Grazie Nicola”
L'ong Ics (Consorzio italiano di solidarieta') esprime felicita'
per la liberazione di Giuliana Sgrena e si unisce allo sconcerto e
al dolore per l'attacco a fuoco da parte dei militari statunitensi
contro l'auto del Sismi. Alla famiglia dell'agente Nicola Calipari
invia ''solidarieta' profonda e sincera''. ''Conoscendo la realta'
della vita a Baghdad - aggiunge l'ong - non possiamo definire la vicenda
ne' incredibile ne' incidentale, bensi' drammatica e inaccettabile.
Il potere assoluto e indiscriminato delle forze armate di occupazione
determina in tutto l'Iraq una situazione di tensione, insicurezza
e incontrollabilita' che puo' essere definita solo con un termine:
stato di guerra''. Per l'Ics, ''l'occupazione militare dell'Iraq non
solo fa crescere di giorno in giorno la rabbia da parte della societa'
civile, ma costituisce anche un pericolo di per se', in quanto sul
potere assoluto delle forze armate straniere nel territorio non vi
e' e non vi puo' essere alcuna forma di controllo, se non quello interno
agli eserciti stessi. In questo inaccettabile contesto si e' verificato
l'attacco di ieri sera contro l'auto dei servizi italiani che riportava
alla liberta' la nostra Giuliana''. L'Ics chiede, fra l'altro, che
''il governo italiano e la magistratura procedano per impedire che
quanto avvenuto venga insabbiato dall'intollerabile status di impunibilita'
super leges di cui godono, per tacito accordo, i militari statunitensi,
per chiarire rapidamente la dinamica e le colpe dell'attacco e per
porre sotto processo i colpevoli di questo omicidio''. ''La gestione
della crisi irachena - aggiunge ancora l'Ics - ha bisogno di un cambiamento
radicale, che metta fine allo stato di occupazione militare, costruendo
un percorso multinazionale di pacificazione e ricostruzione civile.
L'operazione militare voluta da George Bush ha fallito e oggi il Governo
italiano non puo' che rendersene conto, diventando il protagonista
di una svolta radicale, non solo ritirando le truppe, ma anche e soprattutto
avviando un nuovo processo reale di smilitarizzazione, cooperazione
e democratizzazione''.
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