Polizia fai da te: Saya racconta
le sue verità prima dell’interdizione a parlare.
02/07 ''Il Dipartimento di studi strategici antiterrorismo era conosciuto
da tutti: dal Ministero dell' Interno fino alla Presidenza del Consiglio
e alla Procura generale. Eravamo in contatto con tutti e scrivevamo
a tutti. Come fanno oggi a dire che non ci conoscono?''. Gaetano Saya
riceve i giornalisti, prima che gli venga notificata l' ordinanza
aggiuntiva di interdizione a parlare con estranei, in un grande salotto
della sua casa fiorentina, dove domina il suo ritratto in paramenti
massonici, foto di Mussolini e di un ufficiale delle SS, la menorah
e la bandiera della citta' di Gerusalemme, asce bipenne, pistole elettriche
ed elmetti della Celere. ''Mi sono congedato dalla polizia per andare
nei corpi speciali. Voi la chiamate Gladio, era Stay Behind - dice
Saya -. Come fa Cossiga a dire che non si ricorda di me? e Gelli,
come fa a dire che non mi conosce?''. Lo conoscevano tutti, dice Saya,
''anche Pollari, il direttore del Sismi, che mi manda gli auguri -
afferma esibendo il biglietto - e l' ambasciatore di Israele''. Secondo
Saya la Dssa e' una struttura ''legale e riconosciuta, di diritto
pubblico. Non facevamo attivita' di pg, perche' passeggiare e contare
quanti kebab ci sono o quanti call center hanno messo in piedi gli
arabi mica e' attivita' di polizia giudiziaria''. Poi Saya parla di
Quattrocchi e dice : “con noi non c' entrava nulla, e' morto
prima della creazione del Dipartimento'', e di Luigi Valle, coindagato
dalla procura di Genova, ''che quando chiese di entrare nella Dssa
ci porto' in dote un cd rom con il filmato degli ultimi giorni di
Quattrocchi''. Un video amatoriale, con Quattrocchi che fa 'ciao ciao'
con la mano verso l' operatore. Niente di che ''ma potevamo avere
anche il film dell' esecuzione. Non abbiamo avuto chi finanziava l'
operazione''. Del primo film, la Dssa cede un fotogramma a una giornalista:
quello dove si vede il volto del taxista che accompagnava Quattrocchi.
Con i giornalisti un rapporto reiterato come dimostrano le intercettazioni
telefoniche riassunte nell' ordinanza che gli e' stata notificata
ieri. Ai giornalisti bisogna dire, dice Saya nell’intercettazione,
parlando con Nino Arconte, il sedicente ex gladiatore ''che siamo
collegati alla Cia'' e che ''ci troviamo sotto l' ombrello della Nato''.
Saya dice di vantare rapporti con mezzo mondo: non solo il mondo dell'
informazione ma anche il mondo politico, lui che ha rifondato ''il
nuovo Msi - destra nazionale. Avevo gia' gli accordi con i politici
fiorentini: se avesse vinto il centro destra mi avevano assicurato
quattro assessorati''. ''Stavo per entrare nella Casa delle liberta',
avevo chiesto un appuntamento...''. Parla di tutto, Saya, e cita il
tentativo di accreditarsi con il Vaticano. ''Avevamo gia' i contatti
giusti con la segreteria dell' allora cardinale Ratzinger per formalizzare
un contratto per la realizzazione di un laboratorio contro la guerra
batteriologica'', in Vaticano. E gia' i contatti c' erano ''perche'
li avevamo avvertiti di un complotto contro il Santo Padre''. Gli
aderenti alla Dssa, l' associazione di 'polizia parallela' finita
nel mirino della magistratura genovese, milanese e fiorentina, sono
''circa 150''. ''La polizia non ha tutti gli elenchi, non li conosce
tutti - ha detto Saya -, ma io ho intenzione di prendere tutte le
schede degli aderenti alla Dssa e di portargliele. La Dssa e' un ente
di diritto pubblico. Ed e' legale, altro che nuova Gladio. Chi, nelle
intercettazioni telefoniche, dice che vuol far nascere una nuova Gladio
fa una battuta estemporanea''
Poi nel pomeriggio è stata notificata al direttore del Dssa,
Gaetano Saya ed al suo vice Riccardo Sindoca un'ordinanza aggiuntiva
del gip di Genova contenente l'interdizione a parlare con estranei,
una condizione accessoria degli arresti domiciliari ai quali i due
sono sottoposti da ieri mattina. E' la conseguenza della valanga di
dichiarazioni ed interviste rilasciate dai due in queste ore che hanno
innervosito non poco gli inquirenti. Se Saya e Sindoca violeranno
l'ordine del gip per loro potrebbe scattare l'arresto in carcere.
Di solito l'interdizione ad avere contatti con persone diverse dagli
stretti familiari e' contenuta in quasi tutte le ordinanze di custodia
cautelare agli arresti domiciliari. Ma in quelle notificate ieri questa
prescrizione non era esplicitata. Entrambi gli arrestati saranno interrogati
mercoledi' prossimo a Genova dal gip Elena Daloiso. Dalle loro risposte,
o dai loro eventuali silenzi, dipenderanno molte delle decisioni degli
inquirenti genovesi, impegnati oggi a vagliare il copioso materiale
cartaceo sequestrato durante le perquisizioni di ieri.
Non luogo a procedere per Sindoca
Il 21 marzo 2011 il Gip andrea Ghinetti ha disposto il provvedimento di non luogo a procedere per Riccardo Sindoca perchè il fatto non sussiste.
Saya: “Gelli non mi conosce?
Mente sapendo di mentire”
02/07 ''Gelli dice di non conoscermi? mente sapendo di mentire''.
Lo ha detto Gaetano Saya, agli arresti domiciliari per l' inchiesta
delle procure genovese, fiorentina e milanese sulla 'polizia parallela'
denominata Dssa. ''Basta andare alla polizia di Arezzo perche' a Villa
Wanda c' era la polizia che prendeva nota dei visitatori. Dunque,
sono io millantatore o Gelli? - ha detto Saya -. Tra l' altro, alla
procura di Firenze ci dovrebbero essere ancora sotto sequestro tutti
i documenti che Gelli mi ha mandato e che furono esibiti in copia
al processo di Palermo''. Saya si riferisce al processo celebrato
il 13 novembre 1997 contro il senatore Giulio Andreotti, durante il
quale venne chiamato a deporre. ''Sono stato scovato dall' Antimafia
perche' il mio nome venne fuori in quel benedetto processo e fui messo
di fronte all' alternativa: o dice quello che sa o la incriminiamo
per favoreggiamento del senatore Andreotti. Ecco come ando'''.
Dura presa di posizione di Palazzo
Giustiniani (GOI). “Un abito non fa il monaco”
02/07 "Il Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani (Goi)
esprime la più dura condanna dei fenomeni che attentano alla
sicurezza dello Stato er denuncia la superficialità con cui
si fa riferimento alla Massoneria, senza specificare a quale Obbedienza
un determinato personaggio appartenga". E' quanto afferma l'avvocato
Giuseppe Anania, Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d'Italia
di Palazzo Giustiniani, in riferimento alla vicenda della Dssa nella
quale sono coinvolti, tra gli appartenenti alla "polizia parallela",
personaggi definiti genericamente massoni. "Un abito non fa il
monaco - aggiunge Anania - e non basta esibirsi con i paramenti per
essere liberi muratori soprattutto quando si professano idee che confliggono
con quelle della Massoneria regolare e universalmente riconosciuta."
"Saya (uno dei due fondatori della Dssa,ndr) – prosegue
l'avvocato Anania - non ha mai fatto parte del Grande Oriente d'Italia
così come la sedicente Loggia Divulgazione 1 a carattere internazionale.
Il Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiani, la più antica
e regolare istituzione massonica, ha condannato e condanna fermamente
il piduismo ed i suoi epigoni."
Il Procuratore di Genova. “La
polizia non era a conoscenza del DSSA” e Pisanu sospende gli
agenti indagati
02/07 E' dovuto intervenire il procuratore della repubblica di Genova
in persona, Francesco Lalla, per ribadire che le forze di polizia
istituzionali non erano a conoscenza dell'attivita' del DSSA, la ''polizia
parallela'', secondo gli inquirenti, o il centro studi, secondo i
diretti interessati, con finalita' antiterrorismo. L' intervento autorevole
di Lalla e la notizia che il ministro Pisanu ha avviato il procedimento
di sospensione cautelare dei tre poliziotti indagati, seguono il profluvio
di dichiarazioni dei due arrestati, il direttore del DSSA, Gaetano
Saya, ed il suo vice, Riccardo Sindoca, da ieri mattina agli arresti
domiciliari nell'operazione della Digos di Genova. Saya e Sindoca,
che sono accusati di associazione per delinquere finalizzata all'usurpazione
di pubbliche funzioni, dalle loro abitazioni di Firenze ed Alagna
Lomellina hanno rilasciato ai giornalisti interviste e dichiarazioni
in cui in sostanza affermano che l'attivita' della DSSA era ben nota
ai vertici istituzionali e si svolgeva alla luce del sole. Un'offensiva
mediatica che ha infastidito non poco gli inquirenti, i quali sono
dovuti intervenire con un'ordinanza aggiuntiva all'ordine di custodia
cautelare per chiudere loro la bocca: un'ordinanza con la condizione
accessoria dell' interdizione a parlare con chiunque non sia uno stretto
familiare. Se Saya e Sindoca non la rispetteranno finiranno dritti
in carcere. Di solito l'interdizione ad avere contatti con persone
diverse dagli stretti familiari e' contenuta in quasi tutte le ordinanze
di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Ma in quelle notificate
ieri questa prescrizione non era esplicitata. Dato atto alla Polizia
di aver svolto le indagini con competenza ed efficacia, il procuratore
Lalla ha aggiunto: ''Solo le autorita' istituzionali possono e debbono
garantire la legalita'. Anche con la migliore volonta' possibile qualsiasi
forza di polizia parallela non istituzionale non farebbe aumentare
il tasso di sicurezza, ma anzi creerebbe maggiore insicurezza''. Il
procuratore della Repubblica ha anche sostenuto che la dimensione
del fenomeno come la DSSA non preoccupa piu' di tanto. ''Semmai -
ha osservato - puo' essere un sintomo di malessere che ci porta ad
aumentare l' attenzione nei controlli anche all' interno delle forze
di polizia''. Gli investigatori della digos, diretti dal dott. Giuseppe
Gonan, ed i pubblici ministeri Nicola Piacente e Francesco Nanni hanno
cominciato ad esaminare il copioso materiale cartaceo sequestrato
ieri durante le 28 perquisizioni. Moltissime carte e ''gadget'' come
le false palette della polizia (molto simili a quelle vere), i distintivi,
le sirene, le placche di riconoscimento e finanche gli ''encomi solenni''
conferiti agli affiliati della DSSA distintisi per meriti di servizio.
E ancora la lettera alla segreteria di Stato del Vaticano (indirizzata
pero' ad un usciere) con l'offerta di protezione per la vita del Papa,
il progetto di sequestrare in Francia l'ex brigatista Cesare Battisti,
le varie informative ai carabinieri ed alla polizia sulle falle nei
sistemi di sicurezza di Linate, sui covi sotterranei degli islamici
ad Abbiategrasso, sui pericoli di attentati dinamitardi tra piazza
Duomo e piazza San Babila il giorno dell'Epifania a Milano, e cosi'
via. Il DSSA aveva anche chiesto, tramite un'agenzia di affari di
Bruxelles, un finanziamento di 32 milioni di euro all' Unione Europea,
in cambio delle loro analisi sul terrorismo islamico. Soldi mai arrivati,
cosi' come non risulta mai pervenuta la richiesta negli uffici comunitari.
Per mercoledi' prossimo sono stati fissati davanti al gip Daloiso
gli interrogatori di garanzia di Saya e Sindoca. Dipenderanno dalle
loro risposte, o dai loro silenzi, le prossime mosse degli inquirenti.
Intanto nasce un piccolo giallo sul numero degli indagati nell'inchiesta:
21, secondo l'elenco contenuto nell'ordinanza di custodia cautelare,
24, secondo alcune fonti investigative. L'inchiesta continua anche
oggi ad agitare il mondo politico. Mentre da sinistra si sottolineano
i pericoli per la democrazia rappresentati dall' attivita' illegale
della DSSA e si chiede l'apertura di una commissione d'inchiesta,
l'on. Taormina (FI) fa dichiarazioni da outsider.
La moglie: “La DSSA era una
struttura autorizzata”
02/07 "La Dssa era un centro studi autorizzato dal ministero
dell'Interno in procinto di ricevere dall'Unione europea 32 milioni
di euro. Anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ne era
a conoscenza. L'ultima volta c'eravamo incontrati il 12 maggio per
il Cinquantasettesimo anniversario della fondazione dello Stato di
Israele. Era di fianco a me". Lo dice in un'intervista al quotidiano
il Secolo XIX Maria Antonietta Cannizzaro, moglie di Gaetano Saya,
uno dei leader della cosiddetta Polizia parallela arrestato ieri assieme
ad altre due persone nell'inchiesta in cui risultano indagate altre
21 persone, tra cui una dozzina di appartenenti a tutte le Forze dell'ordine.
Saya, 49 anni, "affida alla moglie il suo pensiero e il compito
di raccontare a tutti l'irruzione della Polizia, la perquisizione
della casa, l'arresto", scrive il Secolo XIX. "Ma quali
prove? Quali armi - attacca la Cannizzaro. In casa nostra hanno sequestrato
dei souvenir, delle spade senza punta, dei ricordi di viaggio in Iran,
San Marino e al castello di Gradara, quello di Paolo e Francesca".
Anche se per la Digos di Genova il dipartimento studi strategici antiterrorismo
era una cosa seria, illegale e pericolosa, un'agenzia investigativa
parallela guidata e finanziata da civili e composta da appartenenti
a tutte le Forze di Polizia secondo Saya sono "tutte falsità.
Le intercettazioni? - prosegue la moglie di Saya - leggetele! Sapevamo
di essere ascoltati dalla Digos prima di cominciare ogni conversazione
salutava la sala delle intercettazioni, con ironia". Sarà
questa - scrive ancora il quotidiano genovese - la linea difensiva
che il principale indagato proporrà mercoledì nel corso
dell'interrogatorio di garanzia, davanti al gip di Genova: "Sapevano
tutti dell'esistenza del dipartimento perché era una struttura
fondata alla luce del sole con tutte le autorizzazioni. Anche Forza
Italia, nei depliant di sostegno ad Antichi, candidato a governare
la regione Toscana, parlava come vantandosene come cosa fatta di un
centro studi antiterrorismo. Era la Dssa. Chi si iscriveva sapeva
cosa stava facendo". "Hanno voluto fermare mio marito e
Riccardo Sindoca suo collaboratore e compagno di partito, in tutti
i sensi – conclude la moglie di Gaetano Saya - devono avere
disturbato qualcuno nel corso delle loro indagini sul terrorismo".
Il DSSA puntava ad un finanziamento
di 32 milioni di euro
Il Dssa, la cosiddetta polizia parallela finita sotto inchiesta dalla
Magistratura di Genova, era in contatto con un'agenzia specializzata
di Bruxelles per cercare di ottenere finanziamenti dall'Unione europea
per 32 milioni di euro. La cifra, rivelata oggi dalla moglie di Gaetano
Saya, uno dei due leader del Dssa ora agli arresti domiciliari, in
un'intervista pubblicata oggi dal Secolo XIX trova conferma alla Procura
di Genova. Intercettazioni telefoniche dimostrano che il Dssa aveva
contattato un'agenzia di Bruxelles che cura questo tipo di finanziamento,
rivelano fonti della Procura, anche se nessuna richiesta formale risulta
presentata per iscritto all'Unione europea.
Gueresi: “Sono stato minacciato
dopo le dimissioni dal Nuovo MSI”
02/07 Viene dal trentino, Marco Gueresi, una conferma che Gaetano
Saya usasse una copertura politica legale per reclutare gente e trovare
denaro per la struttura Dssa. Gueresi e' stato il referente del Nuovo
Movimento Sociale in Trentino, come ha confermato in una intervista
rilasciata alla Rai di Trento. Custode del Mausoleo di Cesare Battisti,
restauratore di armi antiche, ex formatore della polizia municipale,
Gueresi si presto' per qualche mese a dar vita al Nuovo Movimento
Sociale in provincia di Trento. Partecipo', tra l' altro, alla presentazione
ufficiale del partito in vista delle elezioni amministrative locali.
Qualche giorno dopo abbandono' il gruppo in seguito ad un incontro
con Saya a Firenze, che lo lascio' con molti dubbi. "Il presidente
Saya mi disse che dovevo aprire un ufficio di reclutamento a Trento
e poi mi chiese cosa pensavo dei negri - ha detto Gueresi ai microfoni
di Raffaele Crocco -. 'Per me sono persone come tutte le altre', ho
risposto, e a quel punto Saya esplose: 'bisogna eliminarli tutti,
mi disse, bisogna fare esattamente come avveniva ai tempi della guerra
in Algeria". Di qui i primi dubbi sul movimento?. "Si -
conferma Gueresi - queste frasi mi fecero suonare un campanello d'
allarme". Per questo presento' le dimissioni per iscritto dal
Nuovo Msi e seguirono le minacce. "Mi vennero fatte da parte
di altri due esponenti del dipartimento Dssa. Mi dissero chiaramente
che me l' avrebbero fatta pagare, in un modo e in un altro",
conferma Gueresi. Lapidario il giudizio dell' esponente trentino sul
movimento. "Saya e' sicuramente un venditore di fumo, altri esponenti
sono pericolosi. Lo sono perche' sono delle forze istituzionali, vere
o false, non lo, so perche' non ho il potere di controllare i loro
documenti - conclude -. Ma il fatto che possano accedere al Ced significa
che ognuno dei nostri connazionali puo' essere schedato da questi
signori che possono entrare negli archivi elettronici con una semplice
password".
Nell’ordinanza i tentativi
di accreditamento della struttura presso il Vaticano
02/07 Tentativi di accreditamento presso il Vaticano, riferimenti
a poliziotti implicati nei fatti avvenuti durante il G8 e qualche
'pernacchia' alla 'centrale di ascolto': c' e' questo e molto altro
nelle oltre 100 pagine di ordinanza notificata ieri a Gaetano Saya,
direttore generale del sedicente Dipartimento studi strategici antiterrorismo
(Dssa), indagato assieme ad altre 20 persone per associazione a delinquere
finalizzata all' usurpazione di titolo e diritto non pertinenti. Il
corposo documento e' diviso per capitoli: si parte con la definizione
del reato ('arbitrario espletamento di attivita' di indagine e di
controllo'), e si prosegue con il tentativo di accreditamento con
lo Stato Citta' del Vaticano, la ricerca di visibilita' attraverso
organi di stampa, i finanziamenti, la violazione degli art. 7 e 2
della legge 121/81, la richiesta di porto d' armi, le attivita' riservate
e di proselitismo, la stabilita' della struttura. Pochi i nomi che
vengono fuori dalle intercettazioni telefoniche: gli indagati parlano
tra loro di qualche ministro, ma anche di segretari nazionali di partiti
politici), e, sospettando di essere intercettati, si divertivano con
pernacchie e saluti alla centrale di ascolto. Molti, invece, i riferimenti
come quella al circuito di Stay Behind evidenziato, tra l' altro,
dalla telefonata tra Saya e Nino Arconte, nome in codice G.71, sedicente
'gladiatore'. Una telefonata in cui Saya chiede ad Arconte di accreditare
la struttura della Dssa presso alcuni giornalisti 'amici' come ''struttura
dipendente dalla Cia e sotto l' ombrello della Nato''. In qualche
telefonata tra Saya e alcuni iscritti della Dssa poi si accenna anche
ad Annan, segretario generale dell' Onu, e pure a un poliziotto ''che
ha ancora problemi con il G8''. Una polizia parallela un po' squinternata
che vanta agganci nelle alte sfere della politica e delle forze dell'
ordine senza pero' poterli dimostrare. Come quelli avviati da Gilberto
De Benedetti con un ''dipendente del Vaticano'' che poi e' risultato
essere un portiere, attraverso il quale l' organizzazione avrebbe
tentato di 'piazzare' un laboratorio di analisi delle acque contro
possibili ''attacchi batteriologici'', con un colonnello dei carabinieri
ancora in servizio, ed ex candidato per An alle politiche di qualche
tempo fa, con le grandi organizzazioni dell' antiterrorismo come la
Cia. Non si risparmiano la Nato e l' Onu.
Cento: “Serve una rivoluzione
democratica dentro le forze dell’ordine”
02/07 Serve una rivoluzione democratica dentro le forze dell'ordine.
Lo afferma Paolo Cento, coordinatore dei Verdi, che torna sui casi
della Dssa e del rapimento a Milano dell'imam Abu Omar. ''Le notizie
che trapelano sull'inchiesta della magistratura di Genova in relazione
alla 'polizia parallela' della banda di DSSA - avverte - costituita
e operante in Italia da diversi mesi, rendono sempre piu' urgente
un intervento in Parlamento del ministro dell'Interno Pisanu. Soprattutto
per chiarire eventuali relazioni che questa associazione ha avuto
con le istituzioni e se tale associazione fosse in qualche modo autorizzata
ad operare da parte di organi dello Stato''. ''Se a questa notizia
sommiamo anche l'esito della vicenda relativa al rapimento del'imam
e dell'intervento dei servizi americani nel nostro territorio nazionale
- aggiunge Cento - ne esce il quadro di un paese in balia di associazioni
paramilitari parallele e servizi segreti stranieri che si muovono
contro la sovranita' nazionale''. ''C'e' un'emergenza democratica
- conclude il coordinatore dei Verdi - che non puo' essere sottovalutata
e che richiede da una parte 'una vera e propria rivoluzione' dentro
le forze dell'ordine, e dall'altra il pieno coinvolgimento del Parlamento
in una operazione di trasparenza e pulizia che non puo' essere rinviata''.
Avv. Taormina: “Arrestato
chi dovrebbe essere ringraziato”
02/07 ''Non desta meraviglia che la magistratura che ha incriminato
la Polizia di Stato per aver affrontato l'orda barbarica dei black
block e dei centri sociali di Agnoletto e Casarini, oggi arresti ed
inquisisca chi dovrebbe essere ringraziato per essersi fatto carico
del dilagante tessuto terroristico che occupa il territorio nazionale''.
Lo afferma, a proposito dell'inchiesta sul Dssa, il parlamentare di
Fi Carlo Taormina. ''La struttura che faceva capo a Saya - afferma
Taormina, in una nota - forniva ai ministeri dell'Interno e della
Difesa, al Sismi, al Sisde e alla Digos informazioni attraverso atti
formali. Non e' credibile, percio', che fosse estranea alle istituzioni
dello Stato e che agisse addirittura contro di esso. I contatti ufficiali
dimostrano, oltre ogni ragionevole dubbio che il Dssa operava in stretto
collegamento con organi dello Stato e quindi in piena legalita'''.
Per Taormina, ''bisogna essere grati a chi, in spirito di collaborazione,
ha inteso sopperire alle incapacita', non intenzionali o intenzionali,
delle strutture statali che non hanno saputo prevenire la vasta penetrazione
delle basi del terrorismo islamico, alle quali, anzi, la magistratura
guarda con consapevole benevolenza, scarcerando terroristi o persone
altamente pericolose. La debolezza poi nel contrasto dell'immigrazione
clandestina, che da 10 anni ammorba il paese, sia a livello di prevenzione
che di repressione, e' alla fonte della richiesta di sicurezza che
sale in maniera crescente dai cittadini ed e' naturale che l'assenza
dello Stato determini la supplenza dell'iniziativa privata''. ''Potrebbe
essere piu' che probabile, lo ritengo anzi certo - aggiunge l'esponente
di Forza Italia - che il Dssa sia a conoscenza di verita' scottanti
come quelle riguardanti la vicenda Quattrocchi, la vera storia dei
sequestri delle due Simona e di Clementina Cantoni e, piu' in generale,
della storia dei sequestri iracheni, con particolare riferimento alla
loro gestione in accordo con frange dell'eversione rossa italiana.
Soprattutto ancor piu' probabile e' che il Dssa conosca la verita'
sull'uccisione di Nicola Calipari e sulle ragioni per le quali si
salvo' Giuliana Sgrena''. Per Taormina ''sarebbe grave se al fondo
dell'operazione giudiziaria genovese nella inconsapevolezza della
stessa magistratura, i destinatari delle informazioni provenienti
dal Dssa coltivassero l'intento di criminalizzare il Dssa per screditare
le informazioni al fine di occultare verita' scomode e destabilizzanti.
E' augurabile - conclude - che la magistratura genovese prenda in
considerazione la posizione delle istituzioni destinatarie delle informazioni
oppure che a cio' attenda la magistratura romana presso la quale non
poche di quelle informazioni sono in giacenza''.
Pagliarulo (Pdci): “Pisanu
e Martino querelino Taormina”
02/07 ''Se Carlo Taormina afferma il falso, Giuseppe Pisanu e Antonio
Martino lo querelino immediatamente'', afferma il sen. Gianfranco
Pagliarulo, del Pdci, che chiede al governo di riferire alle Camere
sulla vicenda del Dssa. ''Le dichiarazioni gravissime di Taormina,
relative ai collegamenti organici fra la Dssa e i ministeri dell'Interno
e della Difesa, il Sismi, il Sisde e la Digos, confermano infatti
- sottolinea Pagliarulo, in una nota - che i due ministri erano perfettamente
a conoscenza delle attivita' di questa polizia parallela. Un conto
e' il solito gruppetto di avventurieri eversivi, magari utili per
depistare l'attenzione dal caso Abu Omar, altro conto la connivenza
fra gli avventurieri e gli organismi istituzionali: se cosi' fosse,
come negli anni '70 vi fu una guerra a bassa intensita' contro il
comunismo, oggi ci troveremmo davanti ad una guerra a bassa intensita'
contro il terrorismo, con analoghe illegalita', depistaggi e formazioni
parallele. Davanti alla chiamata in correo del governo, Pisanu e Martino
- conclude Pagliarulo - devono immediatamente riferire alle Camere''.
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