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Cronaca
Scoperta una Polizia fai da te

 

Indagando sulla vicenda Quattrocchi, salta fuori una “Polizia fai da te”. Incroci tra massoneria deviata, servizi segreti e mistificatori. Il capo partecipò ai moti di Reggio

01/07 Nell'inchiesta della Digos della Questura di Genova sul Dipartimento studi strategici antiterrorismo, la struttura parallela per la lotta al terrorismo, e' spuntato il nome di Fabrizio Quattrocchi. Il settimanale 'News' ha scritto che a questa organizzazione apparteneva la guardia del corpo rapita e uccisa in Iraq nell'aprile dello scorso anno. Una notizia, quella della possibile appartenenza dell'ex body-guard alla 'Dssa', che e' stata subito pero' smentita dalla questura genovese e che potrebbe essere stata originata dal fatto che l'inchiesta sulla struttura parallela di lotta al terrorismo e' partita proprio dalle indagini sulla presenza di italiani in Iraq avviate dopo la mote di Fabrizio Quattrocchi. L'ex body-guard, 36 anni, fu rapito insieme ad altri tre italiani, Maurizio Agliana, Umberto Cupertino e Salvatore Stefio, dalla Brigata Verde del Profeta, una delle sigle che aderiscono all'ideologia sunnita wahhabita di Al Qaeda, il 12 aprile del 2004. Almomento del sequestro, i quattro si trovavano in Iraq gia' da alcuni mesi. Per Fabrizio quella era la prima missione all'estero e fu anche l'ultima. Al contrario dei suoi colleghi, infatti, Quattrocchi non riusci' a tornare a casa. Venne ucciso due giorni dopo il sequestro con un colpo di pistola alla nuca. Prima di morire, pero', ebbe il tempo di rivolgersi agli assassini e pronunciare un'ultima frase, ''Vi faccio vedere come muore un italiano''. Originario di Catania, Quattrocchi viveva da tempo a Genova con la sua famiglia e la fidanzata Alice al primo piano di uno stabile in Via Lagustena, nel quartiere di San Martino. Con un passato da caporal maggiore nell'esercito italiano, una volta congedatosi, Fabrizio aveva fatto il panettiere nel forno del padre, attivita' ceduta nel 2000. Il cambio radicale della sua vita avvenne nel 2001 quando, gia' sottufficiale di Fanteria, riservista, con un brevetto di para' e profondo conoscitore delle arti marziali, decise di diventare una guardia del corpo. Inizio' cosi' a collaborare con agenzie di security di Genova nei locali notturni come addetto alla sicurezza e poi come body guard. Dopo pochi mesi trovo' lavoro come addetto alla sicurezza alla 'Ibsa', sigla che sta per 'Investigazioni, bonifica, servizi di sicurezza e allarmi'. E proprio alla 'Ibsa' si era rivolta da Baghdad Valeria Castellani, direttore genovese dell'azienda americana 'Dts Llc Security' per cui furono contattati i quattro body-guards poi rapiti In Iraq Quattrocchi ci arrivo' per la prima volta il 3 dicembre 2003 con un contratto di due mesi. A spingerlo ad accettare l'incarico le buone condizioni economiche che gli erano state offerte: uno stipendio di 8mila euro al mese, che, nel caso di missioni piu' rischiose, sarebbero potuti arrivare fino a 130 mila euro all'anno. Il suo obiettivo, una volta tornato da li', era comprarsi una casa e mettere su famiglia. Il tutto a condizione di rispettare un patto che tra le regole d'ingaggio prevedeva anche di non rivelare a nessuno il luogo e il motivo del suo lavoro in Iraq. Tanto che i familiari di Fabrizio, restarono sorpresi quando appresero del sequesto, perche' erano convinti che lui fosse in Kossovo. Rapito insieme ai suoi tre colleghi mentre percorrevano in auto la strada per Amman, Fabrizio Quattrocchi venne ucciso due giorni dopo con un colpo di pistola alla nuca.

I reati contestati

01/07 Sono tre i reati per i quali sono perseguibili gli aderenti della DSSA (Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo): associazione per delinquere finalizzata all'usurpazione di pubbliche funzioni (art. 416 Cp); usurpazione di funzioni pubbliche (art. 247 Cp); illecito utilizzo di dati ed informazioni riservate attraverso l'illegale consultazione delle banche dati del ministero dell'Interno (Art. 12 della legge 121/1981). La Procura di Genova ha fatto eseguire due ordinanze di misure cautelari agli arresti domiciliari (Gaetano Saya e Riccardo Sindoca) e numerose perquisizioni in varie regioni nei confronti di 25 persone.

Non luogo a procedere per Sindoca

Il 21 marzo 2011 il Gip andrea Ghinetti ha disposto il provvedimento di non luogo a procedere per Riccardo Sindco perchè il fatto non sussiste.

La scheda di Gaetano Saya

01/07 Gaetano Saya era, assieme a Roberto Sindoca, al vertice del DSSA. E' stato arrestato questa mattina nell'ambito dell'inchiesta sulla polizia parallela. "Gaetano Saya - si legge nella biografia contenuta nel sito di Destra Nazionale, movimento che Saya e Sindoca guidavano assieme, "nasce a Messina nel 1956, cresciuto dal nonno Matteo Francesco Gesuino, che aveva servito nel Regio Esercito ed era stato presente alla marcia su Roma, il quale gli aveva inculcato l'amore per la Patria; fin da giovanissimo simpatizza per il Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale e nel 1970 appena quattordicenne partecipa alle giornate di Reggio Calabria (la rivolta di Ciccio Franco e del "Boia chi molla, ndr.), a diciotto anni si arruola nel Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, dopo l'addestramento e una breve permanenza, viene ingaggiato dai Servizi segreti della Nato, esperto in ISPEG (Informazioni, Sabotaggio, Propaganda e Guerriglia), controspionaggio e antiterrorismo. Raggiunti i massimi livelli si congeda nel 1997. Cooptato nel 1975 dal Generale Giuseppe Santovito, allora Capo del SISMI, viene iniziato in una Loggia Massonica riservata; da Apprendista di primo grado in breve diviene Maestro Venerabile della Loggia "Divulgazione 1" a carattere internazionale. Nel Novembre 1997, viene citato come principale teste d'accusa della Procura della Repubblica di Palermo, nel processo contro Giulio Andreotti dove Gaetano Saya accusa Andreotti di essere il mandante dell'omicidio del Generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa; verita' rivelatagli dal Generale ed amico fraterno Giuseppe Santovito. Congedatosi dai Servizi, e messosi in "sonno" Massonico, decide insieme ad un gruppo di provata fedelta' di dar vita al movimento politico, voluto da Almirante ed iniquamente soppresso, "Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale". Laureato in Legge e Scienze Politiche, Cavaliere dell'Ordre International de la Paix. Il primo Dicembre 2002 in Milano e' stato nominato Presidente onorario dell' Unfp (Unione Nazionale Forze di Polizia), il primo sindacato di Polizia interforze".

La scheda di Sindoca

01/07 RICCARDO SINDOCA e' il vice direttore generale del DSSA. Secondo le notizie biografiche pubblicate su internet, Sindoca e' definito ''esperto in criminalistica, iscritto al Collegio Periti Italiani di Roma, consulente tecnico di parte del caso Gladio''. ''Ha coordinato - proseguono le note - con delega dell'Autorita' giudiziaria i Servizi interforze di polizia ed e' stato insignito di numerose decorazioni. E' portavoce nazionale dell'Unione nazionale Forze di Polizia''.

In codice conosciuti come Gaetano Bulldozer e Riccardo Falco

01/07 "Una rete invisibile contro il terrore". Il titolo campeggia su una pagina di giornale scannerizzata e pubblicata dal sito di Indymedia Italia (network di informazione indipendente), a commento di un'inchiesta (23 aprile 2003) sulla nascita e l'attivita' di Destra Nazionale. Il tutto con il titolo di "millantatori". Sulla pagina appaiono, sopra lo stemma di Gladio e quello della Dssa, i volti dei due leaders di Destra Nazionale, Gaetano Saya e Riccardo Sindoca, "due vecchie conoscenze dei servizi segreti italiani - scrive l'anonimo redattore - chiamati dai loro uomini il 'bulldozer' e il 'falco'. Ambedue esperti in controspionaggio e Ispeg Nato, provengono da strutture Otan-Stay Behind net (simbolo con il gladio). Sono il numero uno e il numero due del Dssa a cui appartengono, organizzati in sei divisioni, tecnici ed esperti italiani, americani, israeliani, spagnoli, francesi, tedeschi, inglesi, russi, pakistani. Quanti sono non si sa, ma operano un po' ovunque.
La sede legale e' in Italia, quelle operative sono coperte. Saya e Sindoca, pero', saranno tra poco in aspettativa . Come fondatori del Nuovo Msi, infatti, correranno il primo, Saya, per il senato, e il secondo per la camera alle prossime elezioni politiche". L'articolo, pero' si spinge oltre, fino a dare per certo un coinvolgimento del Bulldozer e del Falco nel caso Sgrena: "Sono i detentori delle inquietanti verita' sul caso Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto rapita a Baghdad il marzo e liberata il aprile scorso. Ma anche su tante altre vicende vecchie e nuove. Cooperando con altre forze speciali avrebbero potuto pianificare il blitz per sottrarla ai rapitori. Ma benche' il satellite avesse individuato la prigione, l'operazione non ha avuto seguito. Forse, come dicono al pentagono, perche' e' stato pagato un cospicuo riscatto in euro". L'articolo ha provocato la risposta immediata di Riccardo "il falco" Sindoca. "Cari signori - scrive - qui di millantatori che non si firmano ci siete solo voi. La nostra attivita' politico-Istituzionale e' volta nel quotidiano a combattere il terrorismo e di conseguenza l'eversione. Siamo conservatori, della specie piu' dura e pura, vi da fastidio? Bene si evince quanto oltre ad essere "pupi di pezza" e non certo persone degne dell'attributo di uomini, siate proprio Voi, contraddistinti dalle vostre azioni "coperte" filo-terroristi oltre che vili della peggiore specie. Sappiate comunque che nulla potra' fermare la nostra opera di tutela e conservazione dei piu' "alti e nobili" valori della nostra amata e democratica Repubblica Italiana. Muoiono e trapassano i comuni mortali ma non gli Ideali". Firmato Riccardo Sindoca.

Come era organizzato il DSSA

01/07 Era organizzato in modo gerarchico ed articolato in sei divisioni a capo delle quali si trovavano Saya e Sindoca, il DSSA, il Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo. Con loro operavano almeno altre 24 persone (ma le indagini sono ancora in corso), tutte indagate, tra cui una dozzina di appartenenti a vari corpi delle Forze dell'ordine. Lo hanno detto nella conferenza stampa in questura il procuratore Francesco Lalla, il questore Salvatore Presenti ed il capo della digos, Giuseppe Gonan. Sono tre le finalita' che il DSSA si era attribuito e per le quali operava utilizzando strumentazione, canali informativi, mezzi abusivi o illegali: ''1) Limitare e controllare l'accesso dei terroristi alle risorse finanziarie e ad altre risorse economiche; individuare gli infiltrati, sia come strutture che come singole cellule; affrontare i fattori che favoriscono il sostegno finanziario al terrorismo e il reclutamento nelle sue fila. 2) Massimizzare la capacita' di individuazione, indagine e perseguimento dei terroristi e di prevenzione degli attentati terroristici, individuazione di possibili scenari futuri di azioni terroristiche, al fine di individuare i siti oggetto di attacco e gli autori. 3) Analisi di controspionaggio e infiltrazione; destabilizzazione e stabilizzazione, insorgenza e controinsorgenza nei sistemi islamici, per potenziare la capacita' degli Stati membri a far fronte alle conseguenze di un attentato terroristico''. In un anno di vita, cioe' dal marzo 2004, quando il DSSA fu creato dopo l'attentato alla stazione di Madrid, i componenti dell'organizzazione hanno programmato e svolto in varie citta' italiane, di propria iniziativa e quindi abusivamente ed arbitrariamente, attivita' corrispondenti a funzioni proprie di organi di polizia e di sicurezza ''cosi' creando tutti i presupposti - ha spiegato oggi il procuratore Lalla - perche' l'attivita' istituzionale di organi di Polizia e dei sevizi di sicurezza in materia di prevenzione e repressione venisse tra l'altro pericolosamente ed illecitamente intralciata o subisse indebite interferenze''. L'attivita' dei componenti del DSSA veniva ampiamente pubblicizzata, anche sugli organi di informazione, cosi' da ottenere credibilita' e credito presso gli organismi internazionali al fine di ottenere, soprattutto in sede europea, finanziamenti.

Le indagini durate più di un anno

01/07 E' durata piu' di un anno l'indagine della Polizia di Stato e della Digos sulla "Polizia parallela" coordinata dalla Procura di Genova. Un'indagine complessa, raccontano gli investigatori, densa di pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, osservazioni, appostamenti. Tutto e' partito dalla necessita' di capire chi era veramente Fabrizio Quattrocchi, il body guard rapito in Iraq con tre suoi colleghi, Stefio, Agliana e Cupertino, il 13 aprile 2004 e ucciso il giorno dopo dalle "Falangi verdi di Maometto". Da una indiscrezione raccolta gli inquirenti sono riusciti a dipanare la tela di silenzio messa insieme dagli indagati di oggi e ricostruire, sempre in accordo con la procura genovese, le articolazioni e le finalita' del Dssa, il Dipartimento studi strategici antiterrorismo diretto da Riccardo Sindoca e Gaetano Saya.

Quattro indagati a Milano

01/07 Sono quattro le persone finora iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta su una struttura illegale denominata "Dipartimento di studi strategici per l'antiterrorismo" (Dssa), che si poneva come una sorta di polizia parallela per fatti legati al terrorismo e che a Milano, in piazza Frattini, aveva anche aperto una sede, poi chiusa. La Digos di Milano, infatti, dall'alba di questa mattina sta effettuando sette perquisizioni, tre per conto della procura di Genova e quattro nell'mabito dell'inchiesta milanese, nel corso delle quali sarebbero stati sequestrati documenti riguardanti alcuni appartenenti alle forze dell'ordine, in particolare poliziotti e carabinieri, ritenuti dagli investigatori vicini alla Dssa. Si tratterebbe, stando alle prime informazioni, di un vicesovrintendente e due assistenti della Polizia di Stato, un ex carabiniere e un ex poliziotto, un maresciallo dei carabinieri e un civile.Per tutti il reato è di associazione a delinquere finalizzata all'usurpazione di titoli e funzioni. Secondo le accuse, infatti, i membri milanesi della Dssa si sarebbero in più occasioni spacciati per appartenenti alle forze di polizia, mostrando tesserini (della Dssa, appunto) molto simili a quelli veri delle forze dell'ordine, usando palette e lampeggianti sulle loro auto.

Perquisizioni a Roma

01/07 Sarebbero in corso perquisizioni anche a Roma nell'ambito dell'inchiesta relativa alla polizia parallela. La Digos della Questura di Roma, su delega della Procura di Genova, sta effettuando, tra Roma e provincia, cinque perquisizioni. Da quanto si è appreso, tra i destinatari delle perquisizioni, comparirebbero anche i nomi di due appartenenti alle forze dell'ordine, oltre a due ex-guardie giurate ed un medico fisioterapista. Le perquisizioni sono state richieste nell'ambito dell'inchiesta i cui reati sono di associazione per delinquere finalizzata all'usurpazione di pubbliche funzioni e illecito utilizzo di dati ed informazioni riservate. La polizia parallela (Dssa) era un'organizzazione strutturata sulla base delle esperienze acquisite dagli aderenti, in prevalenza rappresentanti delle forze dell'ordine e solo due civili; aveva un articolato programma operativo sulla base del quale pensavano di poter ottenere finanziamenti pubblici. Attraverso questa metodologia avevano inoltre diffuso e procurato anche falsi allarmi, come gli imminenti attentati al Duomo di Milano, aeroporto di Linate ed altri. Primo 'comandamento' di questo organismo illegale era quello di limitare e controllare l'accesso dei terroristi alle risorse finanziarie ed ad altre risorse economiche, nonché individuare gli infiltrati sia come strutture che come singole cellule.

Una perquisizione in Molise

01/07 L'inchiesta sulla Dssa, il Dipartimento di studi strategici antiterrorismo al centro delle indagini della procura di Genova, ha toccato anche il Molise. Nella seconda regione piu' piccola d'Italia e' stata infatti eseguita dalla polizia una perquisizione a Termoli, in provincia di Campobasso. Il destinatario sarebbe un sottufficiale della Guardia di Finanza in servizio a Firenze che, secondo quanto si e' appreso, si trovava nel centro adriatico in vacanza.

A Firenze Saya imputato per truffa

01/07 Gaetano Saya, arrestato nell'ambito dell'inchiesta della procura di Genova sul Dssa, e' attualmente sotto processo a Firenze per una presunta truffa legata a carte di credito. E' stata invece archiviata dalla magistratura fiorentina un'inchiesta su una presunta associazione segreta che aveva coinvolto nel 1998 Saya . Per quest'ultima indagine, all'epoca, Saya aveva sostenuto che nei confronti suoi e del Partito nazionale della destra italiana di cui era capo, era stata organizzata una ''caccia alle streghe''. Sempre Saya ha invece presentato nell'aprile scorso una querela alla procura della Repubblica di Firenze contro Elio Ciolini, il toscano ex ''superteste'' delle indagini sulla strage di Bologna condannato per calunnia. Secondo quanto si e' appreso nell'esposto si affermerebbe che Ciolini si sarebbe presentato all'organizzazione politica Nuovo Msi-Destra nazionale, fondata da Saya, sotto falso nome e spiegando di essere un agente segreto sotto copertura. Nel corso delle perquisizioni effettuate a Firenze, nell'abitazione di Saya sono state sequestrate alcune sciabole, oltre ad altro materiale, non comunque armi da sparo: le carabine sono state trovate nelle altre perquisizioni effettuate a Firenze. Per alcune delle armi sequestrate, risulterebbe esserci l'autorizzazione alla detenzione. Fra il materiale sequestrato nel corso dei controlli a Firenze 150 palette di segnalamento, con l'effigie del logo della Repubblica italiana. Nei tesserini di riconoscimento trovati dalla Digos c'era scritto ''corpo politico'', mentre sui baschi una targhetta riportava la scritta ''Unita' di sicurezza''. Le riunioni del Dssa, oltre nell'abitazione di Saya, si sarebbero svolte anche in alcuni ristoranti del centro di Firenze.

Stay Behind: “Un gruppo di mistificatori”

01/07 Una polizia ''parallela'' ed ''apocrifa'', un gruppo di ''improbabili e autoreferenziali mistificatori'' che nulla hanno a che fare con l'organizzazione Militare Speciale Gladio per altro prosciolta ormai da tempo. Lo sottolinea Francesco Gironda, ex portavoce dell'Associazione Italiana Stay-Behind. Secondo Gironda, ''utilizzando le notizie dell'arresto di Gaetano Saya e Riccardo Sindoca, i due appartenenti al sedicente ''Dipartimento studi strategici antiterrorismo'' ,accusati di avere illegittimamente ''usurpato'' funzioni appartenenti in via esclusiva alle forze di sicurezza dello Stato, alcune testate giornalistiche, hanno lanciato, anche on line, una campagna di disinformazione ed intossicazione dell'opinione pubblica''. ''Campagna tendente ad accreditare ,per questa polizia parallela ed apocrifa, soprannominata con l'acronimo ''dssa'', contiguita', parallelismi, con l'Organizzazione Militare Speciale-Gladio, in via definitiva da qualsiasi ipotesi di illegittimita' istituzionale o d'azione, nei processi che l'hanno vista indebitamente coinvolta''. ''In particolare l'Unita' on -line afferma tra l'altro -osserva Gironda- che la struttura segreta scoperta dalla Digos di Genova sembra sempre piu' assomigliare alla Stay Behind dellaNato, la Gladio. Anche i reati contestati sono indicativi: associazione per delinquere finalizzata all'usurpazione di pubbliche funzioni (art. 416 Cp); usurpazione di funzioni pubbliche (art. 247 Cp); illecito utilizzo di dati ed informazioni riservate attraverso l'illegale consultazione delle banche dati del ministero dell'Interno (Art. 12 della legge 121/1981).'' ''A prescindere dal contenuto gratuitamente diffamatorio di tali considerazioni, nessuno degli ipotetici reati ascritto allora ai vertici della Gladio ,per altro assolti, con formula piena in primo grado, con sentenza passata in giudicato, ha alcuna rassomiglianza -aggiunge l'ex portavoce di Stay-Behind- con quelli citati dall'Unita'relativamente alla ''Dssa'' ''Con manipolazioni delle verita' cosi' grossolane. sembra allontanarsi sempre di piu' la possibilita' per gli italiani di recuperare una storia ed una memoria finalmente ''condivisa''. Francesco Gironda aggiunge che ''le motivazioni che spingono una parte della sinistra italiana e dei media che a quell'area fanno riferimento, a cavalcare ogni tentativo di attribuire la qualifica di ''gladiatori'' anche ai piu' improbabili ed autoreferenziali mistificatori , deriva dal tentativo di frapporre ostacoli alla approvazione della proposta di legge Cossiga che da pocoha iniziato il suo iter parlamentare e che prevede il riconoscimento ''formale'' del servizio prestato nella Gladio come servizio nelle Forze Armate della Repubblica''. ''Riconoscimento che, essa teme, verrebbe percepito dalla opinione pubblica come la definitiva sconfessione della ''vulgata'' storica che i comunisti italiani, ed i partiti che dallo ''scioglimento del Pci sono derivati, hanno tentato di imporre al paese, per cui i veri nemici della democrazia sono stati i'' filoatlantici'' mentre i difensori della liberta' sono stati i complici italiani di Stalin , Beria, Mao, Ho Ci Min e Pol Pot''.

Su Indymedia un dossier su “Destra Nazionale” di Sandoca e Saya

01/07 Si chiama "piccolo contributo controiformativo", l'ampio dossier che il sito Indymedia Italia dedica a Destra Nazionale, la formazione politica fondata nel 2000 da Riccardo Sindoca e Gaetano Saya, entrambi al vertice di DSSA, la "polizia parallela" su cui indaga la Digos di Genova. "Destra Nazionale - si legge nel dossier - si rifa' all'MSI-Destra Nazionale di Giorgio Almirante. I principi su cui il movimento si fonda sono quelli del fascismo 'sociale'."Noi siamo le nuove legioni contro i nuovi barbari - si legge nella presentazione del sito www.destranazionale.org -. Nei prossimi mesi l'Italia potrebbe essere investita da attacchi di una violenza inaudita da parte di paesi islamici del bacino Mediterraneo. La nostra Nazione potrebbe essere distrutta prima ancora che forze alleate intervengano in ausilio delle Forze Armate presenti sul territorio. 1.500.000 islamici sono gia' sul nostro territorio. Quanti di loro ci attaccheranno? Basteranno le sole Forze Armate e di Polizia a proteggerci? No! La nostra difesa parte da noi stessi con i Reparti di Protezione Nazionale che in caso di grave pericolo saranno un valido supporto alle Forze Armate Nazionali". Tra le varie sezioni del sito ne e' presente una dedicata proprio ai sopra citati "reparti di Protezione Nazionale", ovvero le "camicie grigie", una sorta di formazione paramilitare costituita per "Collaborare, se richiesto, con le autorita' dello Stato e con tutte le forze di polizia per concorrere agli atti richiesti alla tutela della sicurezza nazionale e dell'ordine pubblico in caso di gravi turbamenti". A tale "corpo paramilitare" - sempre secondo il dossier di Indymedia - puo' aderire chiunque abbia l'intenzione di "esaltare i valori mai sopiti che da sempre sono presenti nel cuore di tutti gli italiani che sono: Dio - Patria - Famiglia". Tra gli altri documenti pubblicati - osserva Indymedia - spicca un testo molto particolareggiato dedicato ai rapporti tra massoneria e fascismo. Un discorso a parte e' meritato dai link forniti dal sito, link che documentano la linea politica ultra atlantista di Destra Nazionale. Oltre ai vari Gioventu' Universitaria, Partito Nazionalista Svizzero, Stormfront (un'organizzazione neonazista americana) e alla Societa' Italiana di Acuologia (di cui fanno parte due membri della direzione nazionale di DN, Riccardo Sindoca e Pasquale Romano) sono presenti collegamenti ai siti della Cia, della Vidcam (una societa' americana produttrice di equipaggiamenti per la polizia), del Pentagono, della Casa Bianca, dell'Aviazione e della Marina statunitensi, del corpo dei marine e alla "Patriot Page", un sito internet americano dai toni fortemente nazionalistici. Volendo poi andare avanti nella navigazione del sito si incontrano una galleria fotografica sul conflitto iracheno, collegamenti all' "Osservatorio sui delitti del Comunismo in Italia", proclami anticomunisti (tanto per citarne uno: "Voi siete dei sovversivi, dei comunisti, volete distruggere i cardini della societa', i valori fondamentali della nostra civilta' Cristiana, l'esistenza stessa del mondo libero, siete nemici che vanno combattuti con ogni mezzo") e una foto di Pinochet presentato come cura contro il Comunismo. Di Gaetano Saya oltre ad una curiosa autobiografia che compare sul sito, Indymedia ricorda la testimonianza durante il processo Andreotti. Saya si presenta come "ex agente di una struttura segreta della Nato", sostiene che il senatore Giulio Andreotti sarebbe stato il mandante dell'uccisione del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Angius (DS) “Come ai tempi della P2”

01/07 "E' assolutamente urgente e necessario che il governo venga gia' da martedi' in Senato a riferire quanto sa su questa vicenda di carattere evidentemente eversivo. Come e' possibile che il governo non fosse a conoscenza di questa struttura e delle sue attivita'?". Lo dice il capogruppo DS al Senato, Gavino Angius. "L'inchiesta della procura di Genova sulla cosiddetta DSSA, disvela la nascita e il funzionamento -spiega Angius- di una struttura clandestina formata da appartenenti a varie forze dell'ordine che agiva in parallelo con la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e i Servizi di Sicurezza del nostro Paese. Sembra di essere ritornati ai tempi oscuri dei servizi deviati, quando esistevano uomini e strutture legati alla P2, alla massoneria, ai gruppi neofascisti, che con la protezione, il silenzio e anche la complicita' di alti vertici dello Stato e del governo, insaguinavano l'Italia con stragi efferate. Cio' che sta emergendo in queste ore e' di una gravita' estrema. Le domande nascono semplici e spontanee. Chi, effettivamente, componeva questa struttura? Chi l'ha effettivamente creata e guidata? Di quali finanziamenti poteva disporre? Quali erano gli obiettivi di questa organizzazione? Ci domandiamo inoltre -prosegue- come sia stato possibile che un'attivita' 'concorrente' con quella delle forze dell'ordine e addirittura pubblicizzata sugli organi di informazione - come sostiene il procuratore di Genova - fosse sconosciuta al governo, ai ministri dell'Interno e della Difesa, ai responsabili della Polizia, del Sismi e del Sisde? E soprattutto, come e' possibile che questa attivita' -prosegue Angius- sia rimasta sconosciuta a chi ha la responsabilita' politica dei servizi di sicurezza del nostro Paese, e cioe', al presidente del Consiglio? Per quanto ci riguarda, valuteremo le iniziative parlamentari piu' opportune da adottare riguardo a queste notizie che destano un profondo allarme democratico".

Piazza del Gesù: “Si distinguano le varie obbedienze massoniche”

01/07 Ogni obbedienza massonica sia indicata per quello che realmente e' e non si faccia, come in passato, ''di ogni erba un fascio''. E' quanto afferma il gran maestro della Gran loggia d'Italia degli Alam, obbedienza di piazza del Gesu' palazzo Vitelleschi, Luigi Danesin, in relazione all'inchiesta genovese sulla Dssa. ''Tutte quelle vicende come Gladio, la Ps, il caso Cordova e, adesso, questa della Dssa - dice il gran maestro - non riguardano l'obbedienza della Gran Loggia d'Italia, che e' di schema liberale e non dogmatico. Con il nostro sistema piramidale, non possono ne' nascere ne' svilupparsi bubboni di questo genere''. ''Dico questo - conclude Danesin - perche' non si faccia, come in passato, di ogni erba un fascio e si distinguano per quello che sono realmente le diverse obbedienze massoniche''.

Nando Dalla Chiesa: “Tutto rinasce, anche logge segrete e sistemi paralleli”

01/07 ''E' l'eterno ritorno. Sembra incredibile, ma in Italia non si riesce a sradicare mai niente: tutto rinasce, non solo terrorismo, mafia e corruzione organizzata ma anche logge segrete e sistemi paralleli''. E' il commento di Nando Dalla Chiesa, capogruppo della Margherita in commissione Giustizia al Senato, sulla vicenda della polizia parallela. ''Questo - aggiunge - pone seri interrogativi sui criteri di conduzione dei ministeri chiave, sulle figure che vi hanno accesso e sulle possibilita' di usarli con obiettivi antistituzionali. E' ora che le biografie di chi opera presso le pubbliche istituzioni, anziche' essere guardate spesso con generosita', fino a premiare comportamenti illegali, vengano setacciata con lo scrupolo e il senso di responsabilita' che si addicono alla delicatezza delle funzioni svolte''. ''E' giunta l'ora - conclude Dalla Chiesa - di un vero 'new deal' della pubblica amministrazione italiana, e in particolare dei suoi rami militari e investigativi''.

Minniti (DS) “il Ministro Pisanu ci spieghi cosa accade”

01/07 La vicenda di Genova ''e' un serio campanello d'allarme'' e per questo il ''ministro dell'Interno deve dirci cosa sta succedendo''. Lo afferma, in relazione all'inchiesta genovese sulla Dssa, il responsabile sicurezza e difesa dei Ds Marco Minniti. ''C'e' da rimanere sgomenti - afferma il deputato - di fronte ad una situazione che vede, da un lato, una complessa 'spedizione straordinaria' come quella imputata dai giudici milanesi ad un folto gruppo di agenti stranieri avvenire senza che nessuno si accorga o sappia di nulla; dall'altro, come hanno scoperto i giudici genovesi, operano sedicenti organizzazioni di polizia, esplicitamente collegate all'estrema destra, in grado di compiere intrusioni su dati e archivi riservati e che si propongono sul mercato per compiere intercettazioni, ricercare e catturare latitanti''. Una situazione, conclude l'esponente Ds, ''che di per se costituisce un doppio e inquietante scacco per il sistema di sicurezza nel nostro paese. Il ministro dell'Interno ci dica quello che sta succedendo''.

Di Pietro: “Polizia parallela? No una truffa italiana”

01/07 "Questa storia della cosiddetta 'polizia parallela', scoperta oggi, sembra piu' la classica truffa all'italiana che una storia di servizi segreti deviati". Lo afferma Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia dei valori. "Bene farebbero- prosegue Di Pietro- le forze politiche ed i media a non amplificare il caso oltre misura, giacche' e' davvero poco credibile che improbabili 007 nostrani si servano di un sito internet per ordire spy story internazionali. Troppo spesso nel passato si e' dato eccessivo peso a personaggi di periferia, che hanno millantato credito facendo la voce grossa, non tanto per depistare o screditare le istituzioni, quanto per cercare facili guadagni. "Gli stessi personaggi coinvolti- conclude il presidente dell'Idv- altro non sono che figure da 'quattro soldi', certamente non in grado di influenzare governi o 007 veri; basta raffrontare il loro operato, fatto solo di chiacchiere, con il modus operandi dei servizi segreti Usa che hanno sequestrato l'Imam di Milano".

Silp/Cgil: “Un plauso alla polizia”

01/07 Un ''doveroso plauso'' alla Digos di Genova e alla polizia di Stato in generale ''per aver portato a termine un'indagine non facile''. E' quanto afferma il segretario del Silp-Cgil (Sindacato italiano lavoratori di polizia) Claudio Giardullo in merito all'operazione che ha portato allo smantellamento della Dssa. ''Siamo certi - prosegue Giardullo - che gli uffici giudiziari investiti dall'inchiesta sapranno far luce sugli eventuali collegamenti tra i responsabili del Dssa e ambienti politici e massonici''. ''A chiedere che si vada fino in fondo - conclude il segretario del Silp - sono innanzitutto gli appartenenti alle forze di polizia, che con competenza e nel pieno rispetto dei principi costituzionali, garantiscono quotidianamente sicurezza e legalita' al nostro paese''.

Il sito del DSSA è stato oscurato

01/07 Il sito del DSSA (Dipartimento studi strategici antiterrorismo) e' stato oscurato nell'ambito dell'inchiesta sulla rete di polizia parallela per la lotta al terrorismo condotta dalla questura di Genova. Al momento e' possibile scorrere i contenuti del sito oscurato grazie a un link messo a disposizione da "Peace reporter.net". I contenuti del sito oscurato sono quelli che erano presenti il 25 giugno 2005. Oltre a brevi testi in italiano, sono pubblicate schede in inglese riferite alle organizzazioni terroristiche internazionali e che sembrano riprese dal sito del Dipartimento della sicurezza degli Stati Uniti. In italiano l'invito a segnalare attraverso un e-mail "qualsiasi attivita' eversiva, terroristica o criminale al nostro centro o alle forze di polizia. L'identita' restera' riservata". Il Dssa, nel sito, chiede esplicitamente un aiuto nella lotta di "prevenzione ad attacchi terroristici". La "polizia parallela" mette a disposizione una mail attraverso la quale chiunque, "dovunque si trovi nel mondo", puo' fornire informazioni e "aiuto". "Se sai che qualcuno", si legge tra l'altro, "utilizza videocamere, mappe e binocoli o prende appunti di fronte a edifici" oppure "sta cercando di ottenere informazioni sulle persone che vi lavorano...contatta immediatamente le autorita'. Potresti salvare delle vite". Nel sito, i cui contenuti sono riportati da "Peacereporter.net", sono schedate 37 organizzazioni sospettate di terrorismo e presenti in tutto il mondo. Le schede sono abbastanza datate, si riferiscono al 29 aprile del 2004 e la loro fonte e' il Dipartimento di Stato americano. Non molto aggiornata sembra anche la scheda relativa all'Italia, la cui fonte non e' indicata. Il Dssa si limita a descrivere la lotta antiterrorismo avviata dal governo italiano, inserendo in questo contesto anche l'invio delle truppe in Iraq. Seguono, nella scheda, gli arresti, effettuati nel 2003, di 71 sospettati di terrorismo e altre operazioni svolte nello stesso anno. C'e' anche un paragrafo dedicato al terrorismo italiano in cui sono citate le nuove Brigate Rosse. La descrizione della loro attivita' si ferma alla fine del 2003.

 

 

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