Indagando sulla vicenda Quattrocchi,
salta fuori una “Polizia fai da te”. Incroci tra massoneria
deviata, servizi segreti e mistificatori. Il capo partecipò
ai moti di Reggio
01/07 Nell'inchiesta della Digos della Questura di Genova sul Dipartimento
studi strategici antiterrorismo, la struttura parallela per la lotta
al terrorismo, e' spuntato il nome di Fabrizio Quattrocchi. Il settimanale
'News' ha scritto che a questa organizzazione apparteneva la guardia
del corpo rapita e uccisa in Iraq nell'aprile dello scorso anno. Una
notizia, quella della possibile appartenenza dell'ex body-guard alla
'Dssa', che e' stata subito pero' smentita dalla questura genovese
e che potrebbe essere stata originata dal fatto che l'inchiesta sulla
struttura parallela di lotta al terrorismo e' partita proprio dalle
indagini sulla presenza di italiani in Iraq avviate dopo la mote di
Fabrizio Quattrocchi. L'ex body-guard, 36 anni, fu rapito insieme
ad altri tre italiani, Maurizio Agliana, Umberto Cupertino e Salvatore
Stefio, dalla Brigata Verde del Profeta, una delle sigle che aderiscono
all'ideologia sunnita wahhabita di Al Qaeda, il 12 aprile del 2004.
Almomento del sequestro, i quattro si trovavano in Iraq gia' da alcuni
mesi. Per Fabrizio quella era la prima missione all'estero e fu anche
l'ultima. Al contrario dei suoi colleghi, infatti, Quattrocchi non
riusci' a tornare a casa. Venne ucciso due giorni dopo il sequestro
con un colpo di pistola alla nuca. Prima di morire, pero', ebbe il
tempo di rivolgersi agli assassini e pronunciare un'ultima frase,
''Vi faccio vedere come muore un italiano''. Originario di Catania,
Quattrocchi viveva da tempo a Genova con la sua famiglia e la fidanzata
Alice al primo piano di uno stabile in Via Lagustena, nel quartiere
di San Martino. Con un passato da caporal maggiore nell'esercito italiano,
una volta congedatosi, Fabrizio aveva fatto il panettiere nel forno
del padre, attivita' ceduta nel 2000. Il cambio radicale della sua
vita avvenne nel 2001 quando, gia' sottufficiale di Fanteria, riservista,
con un brevetto di para' e profondo conoscitore delle arti marziali,
decise di diventare una guardia del corpo. Inizio' cosi' a collaborare
con agenzie di security di Genova nei locali notturni come addetto
alla sicurezza e poi come body guard. Dopo pochi mesi trovo' lavoro
come addetto alla sicurezza alla 'Ibsa', sigla che sta per 'Investigazioni,
bonifica, servizi di sicurezza e allarmi'. E proprio alla 'Ibsa' si
era rivolta da Baghdad Valeria Castellani, direttore genovese dell'azienda
americana 'Dts Llc Security' per cui furono contattati i quattro body-guards
poi rapiti In Iraq Quattrocchi ci arrivo' per la prima volta il 3
dicembre 2003 con un contratto di due mesi. A spingerlo ad accettare
l'incarico le buone condizioni economiche che gli erano state offerte:
uno stipendio di 8mila euro al mese, che, nel caso di missioni piu'
rischiose, sarebbero potuti arrivare fino a 130 mila euro all'anno.
Il suo obiettivo, una volta tornato da li', era comprarsi una casa
e mettere su famiglia. Il tutto a condizione di rispettare un patto
che tra le regole d'ingaggio prevedeva anche di non rivelare a nessuno
il luogo e il motivo del suo lavoro in Iraq. Tanto che i familiari
di Fabrizio, restarono sorpresi quando appresero del sequesto, perche'
erano convinti che lui fosse in Kossovo. Rapito insieme ai suoi tre
colleghi mentre percorrevano in auto la strada per Amman, Fabrizio
Quattrocchi venne ucciso due giorni dopo con un colpo di pistola alla
nuca.
I reati contestati
01/07 Sono tre i reati per i quali sono perseguibili gli aderenti
della DSSA (Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo): associazione
per delinquere finalizzata all'usurpazione di pubbliche funzioni (art.
416 Cp); usurpazione di funzioni pubbliche (art. 247 Cp); illecito
utilizzo di dati ed informazioni riservate attraverso l'illegale consultazione
delle banche dati del ministero dell'Interno (Art. 12 della legge
121/1981). La Procura di Genova ha fatto eseguire due ordinanze di
misure cautelari agli arresti domiciliari (Gaetano Saya e Riccardo
Sindoca) e numerose perquisizioni in varie regioni nei confronti di
25 persone.
Non luogo a procedere per Sindoca
Il 21 marzo 2011 il Gip andrea Ghinetti ha disposto il provvedimento di non luogo a procedere per Riccardo Sindco perchè il fatto non sussiste.
La scheda di Gaetano Saya
01/07 Gaetano Saya era, assieme a Roberto Sindoca, al vertice del
DSSA. E' stato arrestato questa mattina nell'ambito dell'inchiesta
sulla polizia parallela. "Gaetano Saya - si legge nella biografia
contenuta nel sito di Destra Nazionale, movimento che Saya e Sindoca
guidavano assieme, "nasce a Messina nel 1956, cresciuto dal nonno
Matteo Francesco Gesuino, che aveva servito nel Regio Esercito ed
era stato presente alla marcia su Roma, il quale gli aveva inculcato
l'amore per la Patria; fin da giovanissimo simpatizza per il Movimento
Sociale Italiano - Destra Nazionale e nel 1970 appena quattordicenne
partecipa alle giornate di Reggio Calabria (la rivolta di Ciccio Franco
e del "Boia chi molla, ndr.), a diciotto anni si arruola nel
Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, dopo l'addestramento e
una breve permanenza, viene ingaggiato dai Servizi segreti della Nato,
esperto in ISPEG (Informazioni, Sabotaggio, Propaganda e Guerriglia),
controspionaggio e antiterrorismo. Raggiunti i massimi livelli si
congeda nel 1997. Cooptato nel 1975 dal Generale Giuseppe Santovito,
allora Capo del SISMI, viene iniziato in una Loggia Massonica riservata;
da Apprendista di primo grado in breve diviene Maestro Venerabile
della Loggia "Divulgazione 1" a carattere internazionale.
Nel Novembre 1997, viene citato come principale teste d'accusa della
Procura della Repubblica di Palermo, nel processo contro Giulio Andreotti
dove Gaetano Saya accusa Andreotti di essere il mandante dell'omicidio
del Generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa; verita' rivelatagli
dal Generale ed amico fraterno Giuseppe Santovito. Congedatosi dai
Servizi, e messosi in "sonno" Massonico, decide insieme
ad un gruppo di provata fedelta' di dar vita al movimento politico,
voluto da Almirante ed iniquamente soppresso, "Movimento Sociale
Italiano – Destra Nazionale". Laureato in Legge e Scienze
Politiche, Cavaliere dell'Ordre International de la Paix. Il primo
Dicembre 2002 in Milano e' stato nominato Presidente onorario dell'
Unfp (Unione Nazionale Forze di Polizia), il primo sindacato di Polizia
interforze".
La scheda di Sindoca
01/07 RICCARDO SINDOCA e' il vice direttore generale del DSSA. Secondo
le notizie biografiche pubblicate su internet, Sindoca e' definito
''esperto in criminalistica, iscritto al Collegio Periti Italiani
di Roma, consulente tecnico di parte del caso Gladio''. ''Ha coordinato
- proseguono le note - con delega dell'Autorita' giudiziaria i Servizi
interforze di polizia ed e' stato insignito di numerose decorazioni.
E' portavoce nazionale dell'Unione nazionale Forze di Polizia''.
In codice conosciuti come Gaetano
Bulldozer e Riccardo Falco
01/07 "Una rete invisibile contro il terrore". Il titolo
campeggia su una pagina di giornale scannerizzata e pubblicata dal
sito di Indymedia Italia (network di informazione indipendente), a
commento di un'inchiesta (23 aprile 2003) sulla nascita e l'attivita'
di Destra Nazionale. Il tutto con il titolo di "millantatori".
Sulla pagina appaiono, sopra lo stemma di Gladio e quello della Dssa,
i volti dei due leaders di Destra Nazionale, Gaetano Saya e Riccardo
Sindoca, "due vecchie conoscenze dei servizi segreti italiani
- scrive l'anonimo redattore - chiamati dai loro uomini il 'bulldozer'
e il 'falco'. Ambedue esperti in controspionaggio e Ispeg Nato, provengono
da strutture Otan-Stay Behind net (simbolo con il gladio). Sono il
numero uno e il numero due del Dssa a cui appartengono, organizzati
in sei divisioni, tecnici ed esperti italiani, americani, israeliani,
spagnoli, francesi, tedeschi, inglesi, russi, pakistani. Quanti sono
non si sa, ma operano un po' ovunque.
La sede legale e' in Italia, quelle operative sono coperte. Saya e
Sindoca, pero', saranno tra poco in aspettativa . Come fondatori del
Nuovo Msi, infatti, correranno il primo, Saya, per il senato, e il
secondo per la camera alle prossime elezioni politiche". L'articolo,
pero' si spinge oltre, fino a dare per certo un coinvolgimento del
Bulldozer e del Falco nel caso Sgrena: "Sono i detentori delle
inquietanti verita' sul caso Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto
rapita a Baghdad il marzo e liberata il aprile scorso. Ma anche su
tante altre vicende vecchie e nuove. Cooperando con altre forze speciali
avrebbero potuto pianificare il blitz per sottrarla ai rapitori. Ma
benche' il satellite avesse individuato la prigione, l'operazione
non ha avuto seguito. Forse, come dicono al pentagono, perche' e'
stato pagato un cospicuo riscatto in euro". L'articolo ha provocato
la risposta immediata di Riccardo "il falco" Sindoca. "Cari
signori - scrive - qui di millantatori che non si firmano ci siete
solo voi. La nostra attivita' politico-Istituzionale e' volta nel
quotidiano a combattere il terrorismo e di conseguenza l'eversione.
Siamo conservatori, della specie piu' dura e pura, vi da fastidio?
Bene si evince quanto oltre ad essere "pupi di pezza" e
non certo persone degne dell'attributo di uomini, siate proprio Voi,
contraddistinti dalle vostre azioni "coperte" filo-terroristi
oltre che vili della peggiore specie. Sappiate comunque che nulla
potra' fermare la nostra opera di tutela e conservazione dei piu'
"alti e nobili" valori della nostra amata e democratica
Repubblica Italiana. Muoiono e trapassano i comuni mortali ma non
gli Ideali". Firmato Riccardo Sindoca.
Come era organizzato il DSSA
01/07 Era organizzato in modo gerarchico ed articolato in sei divisioni
a capo delle quali si trovavano Saya e Sindoca, il DSSA, il Dipartimento
Studi Strategici Antiterrorismo. Con loro operavano almeno altre 24
persone (ma le indagini sono ancora in corso), tutte indagate, tra
cui una dozzina di appartenenti a vari corpi delle Forze dell'ordine.
Lo hanno detto nella conferenza stampa in questura il procuratore
Francesco Lalla, il questore Salvatore Presenti ed il capo della digos,
Giuseppe Gonan. Sono tre le finalita' che il DSSA si era attribuito
e per le quali operava utilizzando strumentazione, canali informativi,
mezzi abusivi o illegali: ''1) Limitare e controllare l'accesso dei
terroristi alle risorse finanziarie e ad altre risorse economiche;
individuare gli infiltrati, sia come strutture che come singole cellule;
affrontare i fattori che favoriscono il sostegno finanziario al terrorismo
e il reclutamento nelle sue fila. 2) Massimizzare la capacita' di
individuazione, indagine e perseguimento dei terroristi e di prevenzione
degli attentati terroristici, individuazione di possibili scenari
futuri di azioni terroristiche, al fine di individuare i siti oggetto
di attacco e gli autori. 3) Analisi di controspionaggio e infiltrazione;
destabilizzazione e stabilizzazione, insorgenza e controinsorgenza
nei sistemi islamici, per potenziare la capacita' degli Stati membri
a far fronte alle conseguenze di un attentato terroristico''. In un
anno di vita, cioe' dal marzo 2004, quando il DSSA fu creato dopo
l'attentato alla stazione di Madrid, i componenti dell'organizzazione
hanno programmato e svolto in varie citta' italiane, di propria iniziativa
e quindi abusivamente ed arbitrariamente, attivita' corrispondenti
a funzioni proprie di organi di polizia e di sicurezza ''cosi' creando
tutti i presupposti - ha spiegato oggi il procuratore Lalla - perche'
l'attivita' istituzionale di organi di Polizia e dei sevizi di sicurezza
in materia di prevenzione e repressione venisse tra l'altro pericolosamente
ed illecitamente intralciata o subisse indebite interferenze''. L'attivita'
dei componenti del DSSA veniva ampiamente pubblicizzata, anche sugli
organi di informazione, cosi' da ottenere credibilita' e credito presso
gli organismi internazionali al fine di ottenere, soprattutto in sede
europea, finanziamenti.
Le indagini durate più di
un anno
01/07 E' durata piu' di un anno l'indagine della Polizia di Stato
e della Digos sulla "Polizia parallela" coordinata dalla
Procura di Genova. Un'indagine complessa, raccontano gli investigatori,
densa di pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, osservazioni,
appostamenti. Tutto e' partito dalla necessita' di capire chi era
veramente Fabrizio Quattrocchi, il body guard rapito in Iraq con tre
suoi colleghi, Stefio, Agliana e Cupertino, il 13 aprile 2004 e ucciso
il giorno dopo dalle "Falangi verdi di Maometto". Da una
indiscrezione raccolta gli inquirenti sono riusciti a dipanare la
tela di silenzio messa insieme dagli indagati di oggi e ricostruire,
sempre in accordo con la procura genovese, le articolazioni e le finalita'
del Dssa, il Dipartimento studi strategici antiterrorismo diretto
da Riccardo Sindoca e Gaetano Saya.
Quattro indagati a Milano
01/07 Sono quattro le persone finora iscritte nel registro degli
indagati dalla Procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta su una
struttura illegale denominata "Dipartimento di studi strategici
per l'antiterrorismo" (Dssa), che si poneva come una sorta di
polizia parallela per fatti legati al terrorismo e che a Milano, in
piazza Frattini, aveva anche aperto una sede, poi chiusa. La Digos
di Milano, infatti, dall'alba di questa mattina sta effettuando sette
perquisizioni, tre per conto della procura di Genova e quattro nell'mabito
dell'inchiesta milanese, nel corso delle quali sarebbero stati sequestrati
documenti riguardanti alcuni appartenenti alle forze dell'ordine,
in particolare poliziotti e carabinieri, ritenuti dagli investigatori
vicini alla Dssa. Si tratterebbe, stando alle prime informazioni,
di un vicesovrintendente e due assistenti della Polizia di Stato,
un ex carabiniere e un ex poliziotto, un maresciallo dei carabinieri
e un civile.Per tutti il reato è di associazione a delinquere
finalizzata all'usurpazione di titoli e funzioni. Secondo le accuse,
infatti, i membri milanesi della Dssa si sarebbero in più occasioni
spacciati per appartenenti alle forze di polizia, mostrando tesserini
(della Dssa, appunto) molto simili a quelli veri delle forze dell'ordine,
usando palette e lampeggianti sulle loro auto.
Perquisizioni a Roma
01/07 Sarebbero in corso perquisizioni anche a Roma nell'ambito dell'inchiesta
relativa alla polizia parallela. La Digos della Questura di Roma,
su delega della Procura di Genova, sta effettuando, tra Roma e provincia,
cinque perquisizioni. Da quanto si è appreso, tra i destinatari
delle perquisizioni, comparirebbero anche i nomi di due appartenenti
alle forze dell'ordine, oltre a due ex-guardie giurate ed un medico
fisioterapista. Le perquisizioni sono state richieste nell'ambito
dell'inchiesta i cui reati sono di associazione per delinquere finalizzata
all'usurpazione di pubbliche funzioni e illecito utilizzo di dati
ed informazioni riservate. La polizia parallela (Dssa) era un'organizzazione
strutturata sulla base delle esperienze acquisite dagli aderenti,
in prevalenza rappresentanti delle forze dell'ordine e solo due civili;
aveva un articolato programma operativo sulla base del quale pensavano
di poter ottenere finanziamenti pubblici. Attraverso questa metodologia
avevano inoltre diffuso e procurato anche falsi allarmi, come gli
imminenti attentati al Duomo di Milano, aeroporto di Linate ed altri.
Primo 'comandamento' di questo organismo illegale era quello di limitare
e controllare l'accesso dei terroristi alle risorse finanziarie ed
ad altre risorse economiche, nonché individuare gli infiltrati
sia come strutture che come singole cellule.
Una perquisizione in Molise
01/07 L'inchiesta sulla Dssa, il Dipartimento di studi strategici
antiterrorismo al centro delle indagini della procura di Genova, ha
toccato anche il Molise. Nella seconda regione piu' piccola d'Italia
e' stata infatti eseguita dalla polizia una perquisizione a Termoli,
in provincia di Campobasso. Il destinatario sarebbe un sottufficiale
della Guardia di Finanza in servizio a Firenze che, secondo quanto
si e' appreso, si trovava nel centro adriatico in vacanza.
A Firenze Saya imputato per truffa
01/07 Gaetano Saya, arrestato nell'ambito dell'inchiesta della procura
di Genova sul Dssa, e' attualmente sotto processo a Firenze per una
presunta truffa legata a carte di credito. E' stata invece archiviata
dalla magistratura fiorentina un'inchiesta su una presunta associazione
segreta che aveva coinvolto nel 1998 Saya . Per quest'ultima indagine,
all'epoca, Saya aveva sostenuto che nei confronti suoi e del Partito
nazionale della destra italiana di cui era capo, era stata organizzata
una ''caccia alle streghe''. Sempre Saya ha invece presentato nell'aprile
scorso una querela alla procura della Repubblica di Firenze contro
Elio Ciolini, il toscano ex ''superteste'' delle indagini sulla strage
di Bologna condannato per calunnia. Secondo quanto si e' appreso nell'esposto
si affermerebbe che Ciolini si sarebbe presentato all'organizzazione
politica Nuovo Msi-Destra nazionale, fondata da Saya, sotto falso
nome e spiegando di essere un agente segreto sotto copertura. Nel
corso delle perquisizioni effettuate a Firenze, nell'abitazione di
Saya sono state sequestrate alcune sciabole, oltre ad altro materiale,
non comunque armi da sparo: le carabine sono state trovate nelle altre
perquisizioni effettuate a Firenze. Per alcune delle armi sequestrate,
risulterebbe esserci l'autorizzazione alla detenzione. Fra il materiale
sequestrato nel corso dei controlli a Firenze 150 palette di segnalamento,
con l'effigie del logo della Repubblica italiana. Nei tesserini di
riconoscimento trovati dalla Digos c'era scritto ''corpo politico'',
mentre sui baschi una targhetta riportava la scritta ''Unita' di sicurezza''.
Le riunioni del Dssa, oltre nell'abitazione di Saya, si sarebbero
svolte anche in alcuni ristoranti del centro di Firenze.
Stay Behind: “Un gruppo di
mistificatori”
01/07 Una polizia ''parallela'' ed ''apocrifa'', un gruppo di ''improbabili
e autoreferenziali mistificatori'' che nulla hanno a che fare con
l'organizzazione Militare Speciale Gladio per altro prosciolta ormai
da tempo. Lo sottolinea Francesco Gironda, ex portavoce dell'Associazione
Italiana Stay-Behind. Secondo Gironda, ''utilizzando le notizie dell'arresto
di Gaetano Saya e Riccardo Sindoca, i due appartenenti al sedicente
''Dipartimento studi strategici antiterrorismo'' ,accusati di avere
illegittimamente ''usurpato'' funzioni appartenenti in via esclusiva
alle forze di sicurezza dello Stato, alcune testate giornalistiche,
hanno lanciato, anche on line, una campagna di disinformazione ed
intossicazione dell'opinione pubblica''. ''Campagna tendente ad accreditare
,per questa polizia parallela ed apocrifa, soprannominata con l'acronimo
''dssa'', contiguita', parallelismi, con l'Organizzazione Militare
Speciale-Gladio, in via definitiva da qualsiasi ipotesi di illegittimita'
istituzionale o d'azione, nei processi che l'hanno vista indebitamente
coinvolta''. ''In particolare l'Unita' on -line afferma tra l'altro
-osserva Gironda- che la struttura segreta scoperta dalla Digos di
Genova sembra sempre piu' assomigliare alla Stay Behind dellaNato,
la Gladio. Anche i reati contestati sono indicativi: associazione
per delinquere finalizzata all'usurpazione di pubbliche funzioni (art.
416 Cp); usurpazione di funzioni pubbliche (art. 247 Cp); illecito
utilizzo di dati ed informazioni riservate attraverso l'illegale consultazione
delle banche dati del ministero dell'Interno (Art. 12 della legge
121/1981).'' ''A prescindere dal contenuto gratuitamente diffamatorio
di tali considerazioni, nessuno degli ipotetici reati ascritto allora
ai vertici della Gladio ,per altro assolti, con formula piena in primo
grado, con sentenza passata in giudicato, ha alcuna rassomiglianza
-aggiunge l'ex portavoce di Stay-Behind- con quelli citati dall'Unita'relativamente
alla ''Dssa'' ''Con manipolazioni delle verita' cosi' grossolane.
sembra allontanarsi sempre di piu' la possibilita' per gli italiani
di recuperare una storia ed una memoria finalmente ''condivisa''.
Francesco Gironda aggiunge che ''le motivazioni che spingono una parte
della sinistra italiana e dei media che a quell'area fanno riferimento,
a cavalcare ogni tentativo di attribuire la qualifica di ''gladiatori''
anche ai piu' improbabili ed autoreferenziali mistificatori , deriva
dal tentativo di frapporre ostacoli alla approvazione della proposta
di legge Cossiga che da pocoha iniziato il suo iter parlamentare e
che prevede il riconoscimento ''formale'' del servizio prestato nella
Gladio come servizio nelle Forze Armate della Repubblica''. ''Riconoscimento
che, essa teme, verrebbe percepito dalla opinione pubblica come la
definitiva sconfessione della ''vulgata'' storica che i comunisti
italiani, ed i partiti che dallo ''scioglimento del Pci sono derivati,
hanno tentato di imporre al paese, per cui i veri nemici della democrazia
sono stati i'' filoatlantici'' mentre i difensori della liberta' sono
stati i complici italiani di Stalin , Beria, Mao, Ho Ci Min e Pol
Pot''.
Su Indymedia un dossier su “Destra
Nazionale” di Sandoca e Saya
01/07 Si chiama "piccolo contributo controiformativo",
l'ampio dossier che il sito Indymedia Italia dedica a Destra Nazionale,
la formazione politica fondata nel 2000 da Riccardo Sindoca e Gaetano
Saya, entrambi al vertice di DSSA, la "polizia parallela"
su cui indaga la Digos di Genova. "Destra Nazionale - si legge
nel dossier - si rifa' all'MSI-Destra Nazionale di Giorgio Almirante.
I principi su cui il movimento si fonda sono quelli del fascismo 'sociale'."Noi
siamo le nuove legioni contro i nuovi barbari - si legge nella presentazione
del sito www.destranazionale.org -. Nei prossimi mesi l'Italia potrebbe
essere investita da attacchi di una violenza inaudita da parte di
paesi islamici del bacino Mediterraneo. La nostra Nazione potrebbe
essere distrutta prima ancora che forze alleate intervengano in ausilio
delle Forze Armate presenti sul territorio. 1.500.000 islamici sono
gia' sul nostro territorio. Quanti di loro ci attaccheranno? Basteranno
le sole Forze Armate e di Polizia a proteggerci? No! La nostra difesa
parte da noi stessi con i Reparti di Protezione Nazionale che in caso
di grave pericolo saranno un valido supporto alle Forze Armate Nazionali".
Tra le varie sezioni del sito ne e' presente una dedicata proprio
ai sopra citati "reparti di Protezione Nazionale", ovvero
le "camicie grigie", una sorta di formazione paramilitare
costituita per "Collaborare, se richiesto, con le autorita' dello
Stato e con tutte le forze di polizia per concorrere agli atti richiesti
alla tutela della sicurezza nazionale e dell'ordine pubblico in caso
di gravi turbamenti". A tale "corpo paramilitare" -
sempre secondo il dossier di Indymedia - puo' aderire chiunque abbia
l'intenzione di "esaltare i valori mai sopiti che da sempre sono
presenti nel cuore di tutti gli italiani che sono: Dio - Patria -
Famiglia". Tra gli altri documenti pubblicati - osserva Indymedia
- spicca un testo molto particolareggiato dedicato ai rapporti tra
massoneria e fascismo. Un discorso a parte e' meritato dai link forniti
dal sito, link che documentano la linea politica ultra atlantista
di Destra Nazionale. Oltre ai vari Gioventu' Universitaria, Partito
Nazionalista Svizzero, Stormfront (un'organizzazione neonazista americana)
e alla Societa' Italiana di Acuologia (di cui fanno parte due membri
della direzione nazionale di DN, Riccardo Sindoca e Pasquale Romano)
sono presenti collegamenti ai siti della Cia, della Vidcam (una societa'
americana produttrice di equipaggiamenti per la polizia), del Pentagono,
della Casa Bianca, dell'Aviazione e della Marina statunitensi, del
corpo dei marine e alla "Patriot Page", un sito internet
americano dai toni fortemente nazionalistici. Volendo poi andare avanti
nella navigazione del sito si incontrano una galleria fotografica
sul conflitto iracheno, collegamenti all' "Osservatorio sui delitti
del Comunismo in Italia", proclami anticomunisti (tanto per citarne
uno: "Voi siete dei sovversivi, dei comunisti, volete distruggere
i cardini della societa', i valori fondamentali della nostra civilta'
Cristiana, l'esistenza stessa del mondo libero, siete nemici che vanno
combattuti con ogni mezzo") e una foto di Pinochet presentato
come cura contro il Comunismo. Di Gaetano Saya oltre ad una curiosa
autobiografia che compare sul sito, Indymedia ricorda la testimonianza
durante il processo Andreotti. Saya si presenta come "ex agente
di una struttura segreta della Nato", sostiene che il senatore
Giulio Andreotti sarebbe stato il mandante dell'uccisione del prefetto
Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Angius (DS) “Come ai tempi
della P2”
01/07 "E' assolutamente urgente e necessario che il governo
venga gia' da martedi' in Senato a riferire quanto sa su questa vicenda
di carattere evidentemente eversivo. Come e' possibile che il governo
non fosse a conoscenza di questa struttura e delle sue attivita'?".
Lo dice il capogruppo DS al Senato, Gavino Angius. "L'inchiesta
della procura di Genova sulla cosiddetta DSSA, disvela la nascita
e il funzionamento -spiega Angius- di una struttura clandestina formata
da appartenenti a varie forze dell'ordine che agiva in parallelo con
la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e i Servizi
di Sicurezza del nostro Paese. Sembra di essere ritornati ai tempi
oscuri dei servizi deviati, quando esistevano uomini e strutture legati
alla P2, alla massoneria, ai gruppi neofascisti, che con la protezione,
il silenzio e anche la complicita' di alti vertici dello Stato e del
governo, insaguinavano l'Italia con stragi efferate. Cio' che sta
emergendo in queste ore e' di una gravita' estrema. Le domande nascono
semplici e spontanee. Chi, effettivamente, componeva questa struttura?
Chi l'ha effettivamente creata e guidata? Di quali finanziamenti poteva
disporre? Quali erano gli obiettivi di questa organizzazione? Ci domandiamo
inoltre -prosegue- come sia stato possibile che un'attivita' 'concorrente'
con quella delle forze dell'ordine e addirittura pubblicizzata sugli
organi di informazione - come sostiene il procuratore di Genova -
fosse sconosciuta al governo, ai ministri dell'Interno e della Difesa,
ai responsabili della Polizia, del Sismi e del Sisde? E soprattutto,
come e' possibile che questa attivita' -prosegue Angius- sia rimasta
sconosciuta a chi ha la responsabilita' politica dei servizi di sicurezza
del nostro Paese, e cioe', al presidente del Consiglio? Per quanto
ci riguarda, valuteremo le iniziative parlamentari piu' opportune
da adottare riguardo a queste notizie che destano un profondo allarme
democratico".
Piazza del Gesù: “Si
distinguano le varie obbedienze massoniche”
01/07 Ogni obbedienza massonica sia indicata per quello che realmente
e' e non si faccia, come in passato, ''di ogni erba un fascio''. E'
quanto afferma il gran maestro della Gran loggia d'Italia degli Alam,
obbedienza di piazza del Gesu' palazzo Vitelleschi, Luigi Danesin,
in relazione all'inchiesta genovese sulla Dssa. ''Tutte quelle vicende
come Gladio, la Ps, il caso Cordova e, adesso, questa della Dssa -
dice il gran maestro - non riguardano l'obbedienza della Gran Loggia
d'Italia, che e' di schema liberale e non dogmatico. Con il nostro
sistema piramidale, non possono ne' nascere ne' svilupparsi bubboni
di questo genere''. ''Dico questo - conclude Danesin - perche' non
si faccia, come in passato, di ogni erba un fascio e si distinguano
per quello che sono realmente le diverse obbedienze massoniche''.
Nando Dalla Chiesa: “Tutto
rinasce, anche logge segrete e sistemi paralleli”
01/07 ''E' l'eterno ritorno. Sembra incredibile, ma in Italia non
si riesce a sradicare mai niente: tutto rinasce, non solo terrorismo,
mafia e corruzione organizzata ma anche logge segrete e sistemi paralleli''.
E' il commento di Nando Dalla Chiesa, capogruppo della Margherita
in commissione Giustizia al Senato, sulla vicenda della polizia parallela.
''Questo - aggiunge - pone seri interrogativi sui criteri di conduzione
dei ministeri chiave, sulle figure che vi hanno accesso e sulle possibilita'
di usarli con obiettivi antistituzionali. E' ora che le biografie
di chi opera presso le pubbliche istituzioni, anziche' essere guardate
spesso con generosita', fino a premiare comportamenti illegali, vengano
setacciata con lo scrupolo e il senso di responsabilita' che si addicono
alla delicatezza delle funzioni svolte''. ''E' giunta l'ora - conclude
Dalla Chiesa - di un vero 'new deal' della pubblica amministrazione
italiana, e in particolare dei suoi rami militari e investigativi''.
Minniti (DS) “il Ministro
Pisanu ci spieghi cosa accade”
01/07 La vicenda di Genova ''e' un serio campanello d'allarme'' e
per questo il ''ministro dell'Interno deve dirci cosa sta succedendo''.
Lo afferma, in relazione all'inchiesta genovese sulla Dssa, il responsabile
sicurezza e difesa dei Ds Marco Minniti. ''C'e' da rimanere sgomenti
- afferma il deputato - di fronte ad una situazione che vede, da un
lato, una complessa 'spedizione straordinaria' come quella imputata
dai giudici milanesi ad un folto gruppo di agenti stranieri avvenire
senza che nessuno si accorga o sappia di nulla; dall'altro, come hanno
scoperto i giudici genovesi, operano sedicenti organizzazioni di polizia,
esplicitamente collegate all'estrema destra, in grado di compiere
intrusioni su dati e archivi riservati e che si propongono sul mercato
per compiere intercettazioni, ricercare e catturare latitanti''. Una
situazione, conclude l'esponente Ds, ''che di per se costituisce un
doppio e inquietante scacco per il sistema di sicurezza nel nostro
paese. Il ministro dell'Interno ci dica quello che sta succedendo''.
Di Pietro: “Polizia parallela?
No una truffa italiana”
01/07 "Questa storia della cosiddetta 'polizia parallela', scoperta
oggi, sembra piu' la classica truffa all'italiana che una storia di
servizi segreti deviati". Lo afferma Antonio Di Pietro, presidente
dell'Italia dei valori. "Bene farebbero- prosegue Di Pietro-
le forze politiche ed i media a non amplificare il caso oltre misura,
giacche' e' davvero poco credibile che improbabili 007 nostrani si
servano di un sito internet per ordire spy story internazionali. Troppo
spesso nel passato si e' dato eccessivo peso a personaggi di periferia,
che hanno millantato credito facendo la voce grossa, non tanto per
depistare o screditare le istituzioni, quanto per cercare facili guadagni.
"Gli stessi personaggi coinvolti- conclude il presidente dell'Idv-
altro non sono che figure da 'quattro soldi', certamente non in grado
di influenzare governi o 007 veri; basta raffrontare il loro operato,
fatto solo di chiacchiere, con il modus operandi dei servizi segreti
Usa che hanno sequestrato l'Imam di Milano".
Silp/Cgil: “Un plauso alla
polizia”
01/07 Un ''doveroso plauso'' alla Digos di Genova e alla polizia
di Stato in generale ''per aver portato a termine un'indagine non
facile''. E' quanto afferma il segretario del Silp-Cgil (Sindacato
italiano lavoratori di polizia) Claudio Giardullo in merito all'operazione
che ha portato allo smantellamento della Dssa. ''Siamo certi - prosegue
Giardullo - che gli uffici giudiziari investiti dall'inchiesta sapranno
far luce sugli eventuali collegamenti tra i responsabili del Dssa
e ambienti politici e massonici''. ''A chiedere che si vada fino in
fondo - conclude il segretario del Silp - sono innanzitutto gli appartenenti
alle forze di polizia, che con competenza e nel pieno rispetto dei
principi costituzionali, garantiscono quotidianamente sicurezza e
legalita' al nostro paese''.
Il sito del DSSA è stato
oscurato
01/07 Il sito del DSSA (Dipartimento studi strategici antiterrorismo)
e' stato oscurato nell'ambito dell'inchiesta sulla rete di polizia
parallela per la lotta al terrorismo condotta dalla questura di Genova.
Al momento e' possibile scorrere i contenuti del sito oscurato grazie
a un link messo a disposizione da "Peace reporter.net".
I contenuti del sito oscurato sono quelli che erano presenti il 25
giugno 2005. Oltre a brevi testi in italiano, sono pubblicate schede
in inglese riferite alle organizzazioni terroristiche internazionali
e che sembrano riprese dal sito del Dipartimento della sicurezza degli
Stati Uniti. In italiano l'invito a segnalare attraverso un e-mail
"qualsiasi attivita' eversiva, terroristica o criminale al nostro
centro o alle forze di polizia. L'identita' restera' riservata".
Il Dssa, nel sito, chiede esplicitamente un aiuto nella lotta di "prevenzione
ad attacchi terroristici". La "polizia parallela" mette
a disposizione una mail attraverso la quale chiunque, "dovunque
si trovi nel mondo", puo' fornire informazioni e "aiuto".
"Se sai che qualcuno", si legge tra l'altro, "utilizza
videocamere, mappe e binocoli o prende appunti di fronte a edifici"
oppure "sta cercando di ottenere informazioni sulle persone che
vi lavorano...contatta immediatamente le autorita'. Potresti salvare
delle vite". Nel sito, i cui contenuti sono riportati da "Peacereporter.net",
sono schedate 37 organizzazioni sospettate di terrorismo e presenti
in tutto il mondo. Le schede sono abbastanza datate, si riferiscono
al 29 aprile del 2004 e la loro fonte e' il Dipartimento di Stato
americano. Non molto aggiornata sembra anche la scheda relativa all'Italia,
la cui fonte non e' indicata. Il Dssa si limita a descrivere la lotta
antiterrorismo avviata dal governo italiano, inserendo in questo contesto
anche l'invio delle truppe in Iraq. Seguono, nella scheda, gli arresti,
effettuati nel 2003, di 71 sospettati di terrorismo e altre operazioni
svolte nello stesso anno. C'e' anche un paragrafo dedicato al terrorismo
italiano in cui sono citate le nuove Brigate Rosse. La descrizione
della loro attivita' si ferma alla fine del 2003.
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