Rogo di Primavalle: Lollo ritratta “Si sono incendiati da soli”
15/02 Achille Lollo racconta un'altra sua verita': furono gli stessi
Mattei a dare fuoco 32 anni fa al loro appartamento nel quartiere
di Primavalle a Roma, dove poi morirono i due fratelli Stefano e Virgilio.
La rivelazione e' arrivata stasera durante un'intervista a 'Porta
a Porta'. Alla precisa domanda di Bruno Vespa, che gli faceva notare
che dal suo racconto sembrava che i Mattei si fossero incendiati la
casa da soli, l'ex militante di Potere Operaio, beneficiario della
recente prescrizione della condanna a 18 anni per il rogo, ha risposto:
''Si', evidentemente. Perche' se io non avessi questa convinzione
non sarei qui a fare questa intervista... C'e' una verita' controversa
che e' successa... Ma e' questo che e' successo''. Sono bastate queste
parole per riaccendere la polemica fuori e dentro lo studio della
trasmissione televisiva. ''L'innesco e' scoppiato tra le mie mani
- ha raccontato Lollo annunciando che la sua verita' complessiva sara'
contenuta in una rogatoria - poi sono caduto sul cartello che Marino
stava li' collocando facendo un chiasso enorme... quando mi sono rialzato
si sente la voce: eccoli arrivano...''. ''Non fu buttata mai nessuna
benzina - ha proseguito - perche' l'innesco scoppio' nelle mie mani
e noi andammo via. La tanica rimase li' con lo zerbino. Noi siamo
andati via alle 2,52, l'allarme e' stato dato alle 3,37... ci sono
delle perizie: e' molto piu' facile che qualcosa e' successo, ma dopo,
molto tempo dopo''. All'udire l'accusa di Lollo, durante la trasmissione,
Giampaolo Mattei, scampato al rogo perche' salvato allora dalla madre,
si e' detto sconcertato. ''Non so se si stia prendendo gioco di noi
e del nostro dramma - ha detto Mattei - o se si tratta di messaggi
trasversali che solo lui sa a chi devono arrivare. Se Lollo e' sicuro
che siamo stati noi, perche' ha fatto questi tre nomi? Lui sta tirando
di nuovo fuori la sciocchezza di una faida interna al Msi, ma si deve
solo ricordare che e' una bestia e un assassino''. Allo sconcerto
di Mattei si e' aggiunto quello di diversi esponenti di Alleanza nazionale.
''Adesso Lollo - ha commentato il presidente della Regione Lazio Francesco
Storace - mira a farsi credere incapace di intendere e di volere,
lanciando accuse strampalate alla famiglia Mattei. Resta un personaggio
losco, che deve semplicemente dire la verita' e non menzogne, come
ha fatto da trent'anni a questa parte''. ''Le dichiarazioni di Lollo
- ha osservato il ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri -
dimostrano che piu' che un'amnistia ci vuole invece una dura azione
all'insegna della legalita', tesa a colpire tutti coloro che dopo
aver ucciso delirano''. ''Lollo si conferma come uno dei personaggi
piu' ripugnanti degli anni Settanta - ha detto durante Porta a Porta
il ministro Gianni Alemanno - che ha affrontato la fase della violenza
con una disinvoltura agghiacciante, che ha costruito tremila versioni
diverse e che adesso giunge a dire queste cose allucinanti''. Le parole
di Lollo hanno sorpreso anche il suo storico legale, l'avvocato Tommaso
Mancini. ''Non mi sorprende la versione fornita oggi da Achille -
ha osservato - ma sorprende che lui abbia ammesso la sua presenza
sul posto. Cio' non vuol dire che volesse compiere una strage''. Soffermandosi
sulla ricostruzione processuale del rogo di Primavalle, Mancini ha
aggiunto che quella di Lollo ''non e' una ipotesi certa, ma sicuramente
un'ipotesi possibile che la magistratura dovra' ora approfondire''.
Secondo il penalista romano, tuttavia, quella fornita da Lollo in
serata ''e' una delle tante versioni sui fatti di Primavalle diffuse
in tutti questi anni''.
De Rose: “Il Sindaco ritiri
la delega a Piperno”
''Visto che Franco Piperno non intende autosospendersi, e' obbligatorio
che il sindaco Catizone, in qualita' di rappresentante di tutti i
cosentini, gli ritiri le deleghe in attesa che egli chiarisca la sua
posizione riguardo alla strage di Primavalle, per il cui grave reato
e' stato indicato come uno dei mandanti dalla famiglia Mattei''. E'
quanto sostiene in una nota il leader della Cdl in consiglio comunale
a Cosenza, Umberto De Rose. ''L' istituzione ha una sua sacralita'
- ha aggiunto - che nulla puo' tangere. Avevamo chiesto al prof. Piperno
un atto di lealta' amministrativa, che potesse separare il destino
della sua possibile vicenda da quello del Comune di Cosenza. Purtroppo
la dimensione del potere sembra pervadere oggi, piu' di prima, Piperno
e non gli consente di effettuare un atto che, certamente, rafforzerebbe
il suo sentire di persona, in attesa che l' inchiesta chiarisca i
contorni di una vicenda che e' una delle piu' brutte della storia
italiana''. ''Ritirare le deleghe a Piperno e' oggi obbligatorio -
ha concluso De Rose - e diviene difficile pensare che un partito come
i Ds, erede della grande tradizione democratica del Pci, accetti lo
status quo senza colpo ferire''
Boato (Verdi) “Demenziale
pensale all’autorogo”
''E' demenziale e orribile pensare che sia stato un auto-rogo''.
Lo ha detto il deputato dei Verdi Marco Boato, parlando dell' intervista
di Lollo a ''Porta a porta''. ''Lollo forse avrebbe fatto bene a stare
zitto - ha proseguito Boato - perche', ascoltandolo, l' unica cosa
che si prova e' orrore, sconcerto, rabbia''. Il deputato dei Verdi
ha fatto anche notare che se Lollo dice la verita' sulle persone coinvolte
nell' attentato, bisogna anche ricordare che lui dice che i vertici
di Potere Operaio non ne sapevano nulla e ''accusarli di essere mandanti
di una strage e' un po' pesante''.
La Russa (An) “Da Lollo nuovo
insulto lurido ed abietto”
"Negli anni della menzogna e della discriminazione piu' violenta,
in cui pote' verificarsi la strage di Primavalle, la tesi di Lollo
non trovo' ascolto nemmeno nella magistratura piu' politicizzata che
fini', faticosamente, per condannarlo solo per omicidio colposo, quasi
si fosse trattato di un incidente stradale, ma certo non diede retta
alle sue farneticazioni sulla incredibile simulazione dell'incendio
da parte della famiglia Mattei". E' quanto dichiara Ignazio La
Russa, vice presidente vicario e capogruppo alla Camera di Alleanza
Nazionale. "Persino i suoi compagni di 'lotta' e di terrore,
a partire dai capi di Potop, lo considerarono e lo ritengono autore
di un crimine senza giustificazioni. A distanza di oltre trent'anni,
Lollo continua a immaginare un'Italia ancora oggi disposta ad accettare
'ricostruzioni ideologiche' propalate senza pentimento e, ancor peggio,
senza vergogna". "Il nuovo insulto lurido e abietto che
Lollo getta sulla memoria di due giovani innocenti e sulle sofferenze
della loro famiglia finisce per mettere una pietra tombale su qualsiasi
tentativo, gia' difficile, di superamento o di qualsivoglia lettura
condivisa del dramma di un'intera generazione".
Legale dei Mattei: “Ho le
prove che l’attentato fu programmato”
''Primavalle e' stata programmata''. Lo ha rivelato l'avvocato Luciano
Randazzo, legale della famiglia di Stefano e Virgilio Mattei, i due
figli dell'ex segretario della sezione dell'Msi morti in seguito all'incendio
doloso per cui sono stati condannati Achille Lollo, Marino Clavo e
Manlio Grillo. Il legale annuncia: depositeremo in procura atti che
dimostrano che l'attentato ''fa parte di una strategia preordinata
di Potere operaio''. Una strategia preordinata che ha portato la famiglia
Mattei a denunciare come mandanti della strage gli ex di Potere operaio
ValerioMorucci, Franco Piperno e Lanfranco Pace, e di cui dunque Randazzo
sostiene infatti di poter fornire importanti prove documentali. In
primis gli atti del congresso del 1970 oggi in possesso della Digos,
in base ai quali si dimostra che Lollo e compagni ''eseguivano i deliberati
di Potop esplicitati in piu' di un documento formali che ho chiesto
alla procura di Roma di acquisire''. "Presentero' un'istanza
perche' la procura di Roma acquisisca un documento in cui Potere Operaio
avrebbe pianificato attentati nelle borgate romane. Di questo potrebbe
esserci traccia anche negli atti della commissione stragi". L'avvocato
Luciano Randazzor rende noto di aver "ricevuto proposte di candidature
al consiglio regionale del Lazio. Ho rifiutato - spiega - perche'
non voglio forme di speculazione in merito a vicende giudiziarie in
cui sono coinvolto personalmente. Voglio avere la coscienza professionale
scevra da ogni forma di coinvolgimento, tranne quello di una seria
gestione del mio mandato professionale. La liberta' di decidere di
assistere sia indagati sia persone offese deve essere prioritaria
rispetto a ogni altra scelta. Voglio essere libero da ogni condizionamento
politico".
I PM romani cercano tra le carte
della prima inchiesta il ruolo degli indagati
Dalle carte della prima inchiesta gli spunti per risalire all' eventuale
ruolo di Paolo Gaeta, Diana Perrone ed Elisabetta Lecco nel rogo di
Primavalle. E' questo l' obiettivo dei pm romani che hanno riaperto
le indagini sulla morte dei fratelli Stefano e Virgilio Mattei. Superati
gli ostacoli procedurali rappresentati dalla prescrizione della condanna
a 18 anni di reclusione emessa nei confronti di Achille Lollo, Marino
Clavo e Manlio Grillo, i pm Franco Ionta e Salvatore Vitello hanno
ora la necessita' di stabilire se i tre nuovi indagati per strage
abbiano avuto un ruolo nella vicenda, come dichiarato da Lollo, o
meno. E per stabilire cio' gli inquirenti, attraverso gli atti dell'
inchiesta avviata nel 1973 dall' allora sostituto procuratore Domenico
Sica, intendono riesaminare le informative che portarono al trio Gaeta,
Perrone e Lecco, sfiorati dagli accertamenti solo nella qualita' di
persone informate sui fatti, e rileggere le dichiarazioni dei testi.
Se fossero necessari approfondimenti, i pm potrebbero anche decidere
di convocare alcuni di essi, pur consci delle difficolta' dovute a
ricordi sbiaditi dopo 32 anni. Allo stesso tempo potrebbero essere
chiamati a fornire chiarimenti anche gli ex responsabili di Potere
Operaio, a cominciare da Lanfranco Pace, Valerio Morucci e Franco
Piperno. La veste in cui sentire questi ultimi, alla luce della denuncia
del legale della famiglia Mattei che li indica come presunti mandanti,
potrebbe tuttavia creare qualche imbarazzo. La denuncia dell' avvocato
Luciano Randazzo ha infatti determinato l' apertura di un fascicolo
a parte, ma solo contro ignoti.
Bertinotti propone un’amnistia
incondizionata
15/02 Fausto Bertinotti sceglie di non commentare gli sviluppi giudiziari
che derivano dalle recenti rivelazioni di Achille Lollo. Ma, interpellato
dai giornalisti a margine della presentazione di un libro, accetta
di fare un ragionamento piu' generale su quegli anni, e propone: ci
vorrebbe un'amnistia, a patto che sia incondizionata. Secondo Bertinotti
"bisogna distinguere tra l'orrore per una tragedia dalla discussione
storica sugli anni '70". A giudizio del segretario del Prc, "l'amnistia
e' sempre una buona misura, perche' mette in luce la capacita' di
clemenza da parte dello Stato e la possibilita' di suscitare quindi
un senso di responsabilita' repubblicana in cui ognuno faccia la sua
parte", il che e' cosa ben diversa "da una logica di scambio
che dovrebbe essere collegata a confessioni e a denunce che inquinerebbero
il carattere gratuito, di dono, dell'amnistia". Un provvedimento
che secondo Bertinotti "e' tanto piu' necessario in un Paese
che ancora non ha potuto individuare tutte le responsabilita' che
nello Stato si sono annidate anche per le stragi che hanno attraversato
il Paese". Si', dunque, all'amnistia "a patto che sia un
atto veramente di clemenza, incondizionato, che induca comportamenti
in grado di dissociarsi da qualsiasi forma di violenza ma che passa
dal pressupposto che il '68-'69 non e' stato uno scontro tra estremismi
ma un grande protagonismo di massa per cambiare il nostro Paese, il
piu' grande movimento di massa che il Paese abbia vissuto, fatto di
protagonismo e di democrazia dentro cui sono avvenute cose sulle quali
il Paese deve trovare la capacita' di confrontarsi: le stragi di Stato
e le violenze che ci sono state, che pero' devono essere indagate
per quello che sono non confondendole con cio' che e' stato il manifestarsi
della piu' grande esperienza di massa che abbia vissuto il Paese".
Alemanno “Bisogna svelenire
il clima. Sono pronto a portare i fiori sulla tomba di Verbano”
Il rogo di Primavalle fu strage, quindi non va prescritta, tuttavia
c'e' ''spazio per una soluzione politica e sarebbe utile per svelenire
il clima''. Lo ha detto il ministro delle Politiche Agricole, Gianni
Alemanno, inervistato da Planet, una delle emittenti di Sky, nel corso
di una trasmissione che andra' in onda questa sera alle 21. Alemanno
ha usato toni molto pacati mirando a rasserenare gli animi: ''Non
dobbiamo comunicare che esiste una coperta troppo ampia che vuole
coprire altri fatti di sangue, cosi' non vinceremmo mai la rabbia
dei familiari''. All'incontro hanno partecipato anche il deputato
dei Verdi Paolo Cento, ed altri esponenti e studiosi della destra
e della sinistra, e si e' parlato anche, piu' in generale, degli anni
di piombo. In questo senso Alemanno ha detto di essere ''pronto a
portare fiori sulla tomba di Valerio Verbano. Se la madre volesse
non avrei dubbi a rendere onore a una vittima di sinistra'' ha spiegato
il ministro. Per il quale ''ci sono persone e realta' storiche dell'una
e dell'altra parte, autentici eroi, cui si deve rendere onore''. Alemanno
ha detto di ''non sentire alcuna divisione, il fatto di chiedere verita'
non significa ricorrere a un meccanismo manicheo che stabilisce chi
di noi ha ragione e chi di loro ha torto. Quello che mi preme di piu'
- ha proseguito - e' dipanare i nodi di quegli anni e questo vuol
di re raccontare che nelle nostre fila c'erano anche criminali che
nella politica cercavano l'alibi per fare violenza''. Il ministro
ha definito quegli anni ''una guerra civile strisciante che adesso
va chiusa. Nel mio partito nessuno contesterebbe quello che ho detto
adesso''.
Fragalà (AN) “La commissione
Mitrochin acquisisca i documenti”
''Chiederò domani, in occasione dell'ufficio di presidenza
della Commissione Mitrokhin che vengano acquisiti tutti i documenti
e gli atti dimostrativi della rete di complicità, connivenze
e coperture di cui godettero gli autori della strage di Primavalle
tanto da sottrarsi alla giustizia per oltre trent'anni''. Lo annuncia
Enzo Fragala' (An), componente la Commissione Mitrokhin. ''Le lettere
scoperte dalla Digos di Roma a casa di Antonella De Stefani e che
sono oggetto di un'interrogazione che ho presentato oggi dimostrano
-prosegue Fragala'- come l'occupazione da parte della sinistra estrema
della Rai, dell'associazionismo e di enti pubblici e parastatali non
soltanto fu totale ma venne utilizzata spregiudicatamente per coprire
latitanze dorate, finanziare le clandestinità o le fughe all'estero
senza tirarsi indietro neppure nell'organizzazione di campagne di
disinformazioni e di mistificazionecome quella messa in opera con
il dossier 'Primavalle - Come costruire una strage con poco' contenuto
nel numero unico in attesa di autorizzazione del libro 'Contro-Informazione'
riferibile a Potere Operaio''. - ''Nelle lettere emerge, fra l'altro,
come Lollo si stesse occupando di realizzare alcuni documentari per
la Rai dove si esaltavano come lotte di liberazione dei popoli, dei
veri e propri genocidi in Africa o in Sudamerica, perpetrati dai guerriglieri
castristi e comunisti. Ancora nelle lettere di Lollo -aggiunge Fragala'-
sequestrate alla De Stefani, figlia di Stefano De Stefani, regista
Rai, protettore di Lollo, cognato di Giangiacomo Feltrinelli, ritroviamo
l'intero album di famiglia della sinistra che a parole lottava contro
il terrorismo ma, nei fatti, lo proteggeva e ne garantiva l'impunità''.
''Nell'album di famiglia di questa sinistra c'è, peraltro,
anche l'attuale presidente e fondatore del Codacons, il cui nome -conclude
Fragala'- figura nella falsa controinchiesta dal titolo 'Primavalle
- come costruire una strage con poco' dove si sosteneva la calunnia
che i Mattei si erano bruciati da soli''.
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