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Papa Giovanni Paolo II"Il Grande"
Il feretro di Giovanni Paolo II esposto in San Pietro
La constatazione di morte del Papa La constatazione canonica della morte di Giovanni Paolo II si e'
svolta questa mattina alle 9,30, con l'apposito rito previsto dalla
Universi Dominici Gregis, la costituzione apostolica scritta dal papa
defunto e che stabilisce gli adempimenti in occasione della morte
del pontefice. Il camerlengo Eduardo Martinez Somalo, il vicecamerlengo
Paolo Sardi, il cerimoniere pontificio mons. Piero Marini e i prelati
della Camera apostolica sono andati nell'appartamento del Papa insieme
con il suo medico personale Renato Buzzonetti. Il cancelliere segretario
della Camera apostolica Enrico Serafini, ha redatto l'atto autentico
di morte, al quale e' stato annesso il certificato medico stilato
dal dottor Buzzonetti. Il camerlengo ha poi apposto i sigilli alla
camera e allo studio del papa (la riaprirà lui stesso al successore
di Wojtyla) ed ha rotto il sigillo del Pescatore, anello particolare
che serviva a firmare documenti importanti del Papa. Terminata la
ricognizione della salma questa e' stata composta dai medici e rivestita
dei paramenti pontifici: la mitria bianca sul capo, la ''casula'',
cioe' il mantello che si usa per le celebrazioni della Messa, di colore
rosso che e' il colore di lutto dei papi, e il pallio, una striscia
di lana bianca con croci nere, simbolo di dignita' arcivescovile.
Una volta esposto il corpo del Papa all'omaggio dei fedeli, nessuno
puo' fotografare il corpo del pontefice defunto, a meno che non abbia
il permesso del camerlengo. Questi potra' concedere di fotografare
il corpo a titolo di documentazione, ma solo se questo sara' rivestito
degli abiti pontificali. Per la prima volta sono state oggi ammesse
le telecamere (del Centro televisivo vaticano) nella sala Clementina
durante l'omaggio al papa defunto della Curia. E per la prima volta
a questo omaggio hanno partecipato anche le autorita' civili e il
corpo diplomatico. L'esposizione pubblica della salma nel palazzo
apostolico si e' conclusa alle 16. La traslazione della salma in basilica,
per l'omaggio di tutti le persone che vorranno esserci avverra' domani,
intorno alle 17. Il Camerlengo Mons. Somalo La certificazione di morte firmata dal dott. Buzzonetti "Certifico che Sua Santità Giovanni Paolo II (al secolo
Karol Wojtyla) nato a Wadowice (Krakov) il 18 maggio 1920, residente
nella citta' del Vaticano, cittadino vaticano, e' deceduto alle ore
21,37 del giorno 2 aprile 2005 nel suo appartamento nel Palazzo Apostolico
Vaticano a causa di shock settico e collasso cardiocircolatorio irreversibile''.
E' quanto si legge nella certificazione di morte di Giovanni Paolo
secondo, firmato dal dottor Renato Buzzonetti, direttore della Direzione
di Sanita' e di Igiene dello stato della Citta' del Vaticano, diffusa
oggi dalla sala stampa della Santa Sede. Il dottor Renato Buzzonetti
precisa nella certificazione che il paziente era gia' affetto da ''morbo
di Parkinson, pregressi episodi di insufficienza respiratoria acuta
e conseguente tracheotomia, ipertrofia prostatica benigna, complicata
da urosepsi e cardiopatia ipertensiva ed ischemica''. ''L'accertamento
della morte -prosegue- e' stato effettuato mediante registrazione
elettrocardiotanatografica della durata di oltre 20 minuti primi.
Dichiaro che le cause della morte, secondo la mia scienza e coscienza
sono quelle su indicate''.La constatazione della morte, è stata
eseguita seguendo il rito dell' 'Ordo Exsequiarum Romani Pontifici. Gli ultimi secondi del Papa, spirato sussurrando “Amen” 03/04 ''Il Santo Padre moriva guardando verso la finestra, raccolto
in preghiera. E questo sta a significare che in qualche modo era cosciente''.
Cosi' padre Jarek Cielecki, direttore del Vatican service news e della
tv cattolica italiana Tele Padre Pio, racconta gli ultimi, drammatici
istanti di vita di Giovanni Paolo II, secondo quanto gli hanno riferito
fonti polacche. ''Ad un certo punto -racconta Cielecki- pochi istanti
prima di morire, il Papa ha alzato la mano destra muovendola in un
evidente, benche' soltanto accennato, gesto di benedizione, come se
si rendesse conto della folla dei fedeli presenti sul sagrato petrino
in quei momenti che seguivano la recita del rosario''. ''Non appena
terminata la preghiera -prosegue- il Papa ha fatto un grandissimo
sforzo e ha pronunciato la parola 'Amen'. Un istante dopo e' morto'',
conclude.
Il Presidnte Ciampi davanti al feretro del Papa
Per la prima volta l’omaggio alla salma del papa davanti ka TV e le autorità civili Il volto e' composto ma porta i segni delle ultime ore di sofferenza,
le mani, bianchissime, stringono il rosario, sul fianco destro e'
appoggiato il bastone pastorale. Con la mitria bianca sul capo, la
casula rossa e sopra di questa il pallio arcivescovile, il corpo di
papa Wojtyla giace nella sala Clementina, esposto all'omaggio della
curia, delle autorita', del corpo diplomatico. Alla destra del catafalco
rivestito di damasco cremisi c'e' il grande cero pasquale; a sinistra
un crocifisso, dietro lo stemma papale di Karol Wojtyla. Due guardie
svizzere con le alabarde stanno alle spalle della salma. E' la ''prima
stazione del rito delle esequie del romano pontefice'', che prevede
l'esposizione della salma nella sala Clementina, dopo un rito guidato
dal cardinale camerlengo. Per la prima volta vi partecipano non solo
la Curia ma anche le autorita' e il corpo diplomatico, per la prima
volta sono ammesse le telecamere. Da domani, dopo la traslazione in
basilica, tutte le persone che lo desiderano potranno rendere omaggio
alla salma. La famiglia pontificia, con in ultima fila il segretario
del Papa mons. Stanislao e il medico personale Renato Buzzonetti,
siede sulle panche a destra del catafalco. Di fronte a loro siedono
invece i cardinali. Il decano Joseph Ratzinger si stringe il capo
tra le mani, il cardinale Szoka e' visibilmente commosso, seri e concentrati
Lopez Trujllo e Barragan. Di fronte alla salma, in piedi, si affollano
arcivescovi, vescovi e prelati - dietro al cardinale Ruini gli ecclesiastici
del vicariato, tra i diplomatici anche l'ambasciatore d'Italia Giuseppe
Balboni Acqua, tra i vescovi anche Emmanuel Milingo, esorcista e guaritore.
Subito prima che il camerlengo inizi il rito, giungono le autorita'.
C'e' il presidente Ciampi con la moglie signora Franca, che poi si
fermano alcuni minuti in raccoglimento davanti alla salma. Ci sono
il premier Silvio Berlusconi, i presidenti della Camera Pierferdinando
Casini e del Senato Marcello Pera, ci sono il ministro degli Esteri
Gianfranco Fini e altri componenti del governo, il presidente e il
segretario dei Ds, D'Alema e Fassino, ci sono il governatore del Lazio
Storace e il sindaco di Roma Veltroni. Il cardinale camerlengo Eduardo
Martinez Somalo, vestito con l'abito corale e la stola rossa, da'
inizio al rito. Il rito eseguito nella Sala Clementina in Vaticano
viene celebrato dal Camerlengo, che benedice la salma, in latino,
mentre un coro canta i salmi. ''Io sono la resurrezione e la vita.
Chi crede in me, anche se muore, vivra'. E chiunque vive e credein
me, non morra' in eterno'', recita l'antifona. ''Dio, nostro Padre,
da cui dipendono la vita e la morte, ha chiamato a se' il nostro Papa
Giovanni Paolo II, che ha stabilito come Vescovo di Roma, successore
di Pietro nel governo pastorale della Chiesa -esordisce il cardinale
Somalo- con il riverente pellegrinaggio davanti alla sua salma, rendiamo
grazie a Dio per i benefici che attraverso di lui ha concesso alla
sua Chiesa e imploriamo la sua misericordia per le colpe che il nostro
Pastore ha commesso per l'umana fragilita'''. Dopo l'accensione del
cero pasquale e la recita cantata del 'Padre nostro', la preghiera
finale affinche' ''Papa Giovanni Paolo II, liberato dai vincoli della
morte, sia unito alla comunita' dei santi nella Pasqua eterna''. Poi
il cardinale benedice il feretro e lo asperge con l'acqua santa. Dopo
il rito comincia la processione ai piedi della salma, aperta dai cardinali,
seguiti poi dalle autorita', i diplomatici, i membri della famiglia
pontificia e della curia. Prima di congedarsi il presidente Ciampi
e la signora Ciampi vanno vanno a salutare mons. Stanislao e questi
non nasconde le lacrime. Lo salutano poi il vicesegretario della presidenza
del Consiglio Gianni Letta e il presidente Casini, che lo bacia sulle
guance. Berlusconi si avvicina e Stanislao gli va incontro. Mentre
ecclesiastici e personalita' lasciano la sala, continua l'omaggio
alla salma del Papa. Dopo Ciampi, a rendere omaggio al Papa defunto
sono i presidenti del Senato Marcello Pera, della Camera Pier Ferdinando
Casini, della Corte costituzionale Capotosti, il premier Silvio Berlusconi,
i vicepresidenti del Consiglio Gianfranco Fini e Marco Follini e praticamente
il governo al completo con i ministri Pisanu, Alemanno, Moratti, La
Loggia, Buttiglione, Gasparri, Prestigiacomo, Tremaglia, Baccini,
Marzano, Scajola, Lunardi. Quindi, Fassino, D'Alema, Storace, Veltroni,
Pezzotta, il capo della Polizia Gianni De Gennaro, prefetto di Roma
Michele Serra, il portavoce di Palazzo Chigi Paolo Bonaiuti e Gaetano
Gifuni segretario generale del Quirinale.
Presenti le massime autorità politiche
Lunedì la lettura del testamento del papa Potrebbe essere risolto nelle prossime ore o probabilmente nella
prima Congregazione dei cardinali prevista per domani mattina alle
10.30 il problema della sepoltura di Giovanni Paolo II. A sciogliere
il dubbio potrebbe essere la lettura delle volonta' testamentarie
che il Papa avrebbe scritto nelle quali il Pontefice avrebbe espresso
per iscritto il desiderio di essere sepolto a Roma nella cripta vaticana,
vicino a San Pietro.Ma circola anche un'altra voce: il papa avrebbe
potuto lasciare detto che una parte del suo corpo, una sorta di reliquia,
il cuore, venisse sepolta a Cracovia, nella cattedrale della citta'
che lo ha visto cardinale fino al momento della sua elezione a pontefice.
E' in ogni caso opinione diffusa che un Papa cosi' importante nella
storia della Chiesa debba essere sepolto a Roma. ''Domani e nel giorno
delle esequie del Santo Padre, i Musei Vaticani e gli altri uffici
del Governatorato dello Stato-citta' del Vaticano resteranno chiusi
in segno di lutto''. Lo ha annunciato la sala stampa del Vaticano.
Nel testamento è probabile la rivelazione del nome del “cardinale in pectore” Il Papa è morto senza 'esternare' il nome del cardinale 'segreto',
quello che era stato nominato 'in pectore' nel concistoro del 2003,
ma che per ragioni di prudenza non era mai stato rivelato. Ora bisognerà
attendere fino all'apertura del testamento per sapere se nelle disposizioni
lasciate da Wojtyla viene rivelata l'identità del porporato.
Nel caso non l'avesse fatto, il suo nome non si saprà mai.
Un caso analogo era accaduto anche sotto il regno di Giovanni XXIII;
il beato Roncalli morì senza rivelare nulla. Morendo si portò
nella tomba anche il segreto dei nomi di tre cardinali 'in pectore'
che così persero ogni diritto. Per essere valida la nomina
di un cardinale in pectore occorre che il Papa la annunci da vivo,
'espettorandola' pubblicamente. I problemi sorgono, inevitabili, se
il Papa muore lasciando scritto il nome in un chirografo o all'interno
del testamento. Casi spinosi di questo genere vengono affrontati in
una disposizione di Pio IX che risale al 1875 poiché la Chiesa
"solleva alcune riserve circa l'opportunità di tale procedimento".
Le voci che erano circolate con insistenza nel 2003, il 31esimo cardinale
del nono concistoro dell'era Wojtyla parlavano di un vescovo di nazionalità
cinese. Si diceva che poteva essere uno dei prelati perseguitati dal
governo di Pechino. Un atto d'omaggio verso una Chiesa che ha patito
e ancora patisce nel silenzio della comunità internazionale.
Il misterioso 'cardinale in pectore' potrebbe, dunque, essere o il
vescovo di Baoding, nella regione dell'Hebei, monsignor Giacomo Su
Zhimin, sequestrato dal 1986 oppure il vescovo di Zhengding, Giulio
Jia Zhinguo. Tuttavia, nel 2003 erano circolate altre voci che parlavano
di monsignor Stanislao, segretario personale di Papa Wojtyla. Ma nessuna
di queste voci è mai stata confermata ufficialmente. Funerali del Papa: Lunga la lista delle autorità mondiali che arriveranno a Roma E' molto lunga la lista delle personalita' politche mondiali che
hanno fatto sapere di essere desiderose o di avere gia' deciso di
partecipare ai funerali di Giovanni Paolo secondo. Seimila agenti saranno mobilitati per i funerali Saranno circa 6.500 i poliziotti mobilitati per assicurare l'ordine pubblico e la sicurezza per i funerali di Giovanni Paolo II, che dovrebbero svolgersi con ogni probabilità venerdì 8 aprile: la decisione definitiva in merito alla data verrà presa oggi dal collegio dei cardinali. Alle esequie solenni parteciperanno oltre 200 dignitari – Capi di Stato e di governo, personalità politiche e religiose - e a vegliare sulla loro sicurezza saranno 1.500 uomini delle unità speciali; gli altri 5mila agenti dovranno assicurare l'ordine pubblico in Piazza san Pietro e la sorveglianza degli obbiettivi sensibili, come ha precisato il Ministero degli Interni in un comunicato. Lo spazio aereo della capitale verrà chiuso e, come già accaduto in occasione del vertice della Nato nel maggio del 2002 e della visita del presidente degli Stati Uniti George W. Bush nel 2004, a garantire la sicurezza saranno aerei da caccia ed elicotteri, coordinati da un apparecchio Awacs per la sorveglianza elettronica messo a disposizione dall'Alleanza Atlantica. Infine, le misure di sorveglianza negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie saranno rafforzate con l'impiego di altri 10mila uominni fra agenti di polizia, carabinieri e militari. Tecnici al lavoro per la conservazione della salma Dopo la chiusura della sala Clementina dove e' stata esposta la salma
di Giovanni Paolo II alla Curia, ai rappresentanti del corpo diplomatico
e politici e dipendenti vaticani, si sono messi al lavoro i tecnici
per conservare il corpo del papa; tra questi dovrebbero far parte
anche esperti dell'Istituto di medicina legale dell'universita' di
Roma Tor Vergata. Domattina intorno alle 9 sara' riaperta la sala
Clementina fino alle 16 prima della traslazione in San Pietro che
dovrebbe avvenire alle 17. La decisione finale tuttavia sara' presa
domani alle 10 alla prima congregazione generale dei cardinali. Le nuove norme del primo Conclave nell’era della globalizzazione. Out computer e cellulari Bonifica ambientale per individuare eventuali cimici, vietati ai cardinali i telefonini per evitare possibili invii di "sms" ma anche al bando le videocamere e i pc portatili. Il primo Conclave globalizzato del Terzo Millennio si preoccupa in questo modo di preservare l'antico isolamento cui sono soggetti i porporati per tutta la durata delle consultazioni. E' con la morte di Giovanni Paolo II che si inaugurano le nuove regole che proprio Wojtyla ritoccò nel 1996 con la Costituzione Apostolica "Universi Dominici Gregis". Tra gli aspetti più rilevanti contenuti nel documento: l'abolizione della nomina per acclamazione ma anche quella ottenuta per compromesso (non è infatti più possibile delegare la decisione ad un gruppo di grandi elettori composto da 9 a 15 cardinali). Prima di Wojtyla, anche Paolo VI ebbe a modificare i criteri elettivi nel Conclave. L'unico modo per arrivare alla nomina del successore di Pietro è una democratica e regolare votazione (a scrutinio segreto) fra tutti i cardinali aventi meno di 80 anni. Il tetto massimo dei votanti non dovrebbe superare i 120. Tra le novità più rilevanti anche il fatto che per la prima volta i cardinali elettori -quelli cioè con meno di 80 anni- per tutta la durata delle votazioni fino alla fatidica fumata bianca, non abiteranno più nelle anguste stanzette di legno che un tempo venivano allestite frettolosamente nel Palazzo apostolico per l'occasione. I Principi della Chiesa stavolta alloggeranno in un confortevole e moderno edificio fatto ristrutturare appositamente da Giovanni Paolo II agli inizi degli anni Novanta: il Collegio Santa Marta, una sorta di hotel a quattro stelle, dotato di suite, stanze con bagno, salottini per riunioni, una mensa, una cappella e una infermeria. Ovviamente schermato e isolato da ogni comunicazione. Le regole per l'elezione prevedono che subito dopo la morte del Pontefice annunciata dal decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Joseph Ratzinger, vengano convocati entro 20 giorni a Roma tutti i cardinali, sia quelli under 80 (gli unici ad avere il diritto di entrare nella Sistina) sia quelli più anziani (la cui partecipazione alle riunioni consultive che precedono il Conclave è però solo facoltativa). Per il disbrigo di affari ordinari ma anche per quelli indilazionabili, durante la sede vacante, il Governo della Chiesa è affidato al Collegio cardinalizio, che non ha facoltà di modificare le leggi in vigore. Tra i compiti dei cardinali c'è quello di organizzare materialmente il Conclave. Un organismo apposito composto dal Camerlengo e da tre assistenti scelti a sorte (che vengono cambiati ogni tre giorni) ha la funzione di affiancarli per coordinare i lavori preparatori. Uno dei primi aspetti che devono essere affrontati sono i funerali del pontefice. Secondo quanto stabilito dalla Costituzione "Universi dominici gregis", per nove giorni consecutivi devono essere celebrate messe funebri. Deve inoltre essere fissata sin dall'inizio la data della tumulazione in modo che avvenga tra il quarto e il sesto giorno dopo la morte. Di particolare importanza per capire come orientare le votazioni nella Cappella Sistina su questo o quel candidato sono delle riunioni preparatorie che avvengono prima di entrare in Conclave. Nei giorni successivi alla morte del Papa, prima di isolarsi completamente dal mondo esterno, le "berrette rosse" si riuniscono quotidianamente. Lo scopo di questi mini vertici è di permettere ad ognuno di esprimersi sui problemi che si presentano, avanzando proposte. Ciò consente una migliore conoscenza interpersonale alla ricerca di alleanze per eventuali schieramenti. Di quanto detto nel corso di queste riunioni non deve trapelare nulla all'esterno. I cardinali, infatti, devono prestare solenne giuramento e osservare il segreto su quanto detto e su quanto emerge all'interno delle congregazioni generali. Pena la scomunica. I contatti proseguono poi anche la sera, nel corso di cene, spesso in ristoranti fuori mano ma soprattutto fuori da occhi e orecchie indiscrete. Grazie a queste circostanze informali i cardinali hanno modo di 'sondarsi' e parlare liberamente. I cardinali prima del Conclave procedono a sbrigare varie incombenze burocratiche. Una volta deciso il funerale, annullato l'anello del Pescatore (l'anello papale col sigillo) e il Sigillo di Piombo col quale sono state spedite le lettere apostoliche di Wojtyla, si passa all'approvazione delle spese occorrenti fino all'elezione del successore. Poi si passa al sorteggio per l'assegnazione delle stanze del Collegio Santa Marta dove abiteranno gli elettori fino a Conclave ultimato. Altro punto importante da definire: l'ora e il giorno in cui devono avere inizio le operazioni di voto. A questo punto si entra nella fase cruciale, quella che avviene nel più totale segreto. Dopo il solenne giuramento da parte degli elettori e la pronuncia della dichiarazione "extra omnes" i cardinali elettori entrano in Conclave soli, senza avere possibilità alcuna di comunicare con il mondo esterno. Proprio per evitare la possibilità di ricevere informazioni o inquinamenti esterni è prevista un'accurata perquisizione da parte di due periti per individuare eventuali cimici, telefonini, pc portatiti, videocamere e registratori. Tutti gli ambienti interessati vengono passati a setaccio, compresa la Cappella Sistina, sede delle votazioni. Nessun esterno è ammesso a Santa Marta fatta eccezione di alcuni religiosi che garantirscono le confessioni ai cardinali nelle varie lingue, due medici e un infermiere. Vige l'obbligo assoluto per tutti di rispettare la privacy e la segretezza Sotto le volte michelangiolesche della Cappella Sistina si prevedono due votazioni giornaliere che iniziano la mattina dopo la chiusura delle porte e la pronuncia della formula "extra omnes". I cardinali vengono portati dalla Casa Santa Marta alla Cappella sistina in pulmino. La Costituzione "Universi Dominici Gregis" rispetto al sistema di elezione del passato ha introdotto un elemento di novità e cioè la possibilità di eleggere un Papa non più solo con la maggioranza qualificata dei due terzi, come è sempre stato a partire dal XII secolo. Il testo promulgato nel 1996 da Giovanni Paolo II prevede, infatti, anche l'elezione a maggioranza assoluta, ossia il 50% più uno degli aventi diritto al voto. Questa eventualità -che molti cardinali in passato hanno commentato assai criticamente- si verificherebbe solo nel caso in cui il Conclave si dovesse protrarre per ben 27 scrutini di seguito, inframezzati da sospensioni per il massimo di un giorno al fine di consentire una preghiera, un libero colloquio tra votanti ed una breve esortazione spirituale fatta dal cardinale primo dell'ordine dei diaconi. Eventualità, questa, ritenuta da alcuni membri del Collegio cardinalizio tutt'altro che remota soprattutto di fronte ad una possibile contrapposizione tra candidati e quindi,una totale mancanza di intesa tra schieramenti. Nella prima fase della votazione si distribuiscono le schede sulle quali è stampata la formula:"Eligo summum pontificem". Poi si passa all'estrazione a sorte di tre scrutatori, tre revisori e tre infirmari, ossia coloro che assumono il compito di raccogliere i voti dei cardinali infermi (se ci sono). Dopo avere scritto sulla scheda il nome del proprio candidato, il cardinale elettore si reca verso l'altare per depositarla dentro un'urna pronunciando in latino la formula:"chiamo a testimone Cristo che mi giudicherà che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto". Una volta che tutti hanno terminato di votare si procede alla conta e allo spoglio dei voti. Per scongiurare il rischio di brogli ed impedire che le schede scrutinate possano per sbaglio essere conteggiate due volte, queste vengono cucite tra di loro con ago e filo nel punto in cui si trova scritto la parola "eligo". Se su nessun nome è stato raggiunto un accordo le schede vengono bruciate in una stufa assieme a prodotti chimici per ottenere il fumo nero, o, in caso di elezione, quello bianco. In antichità al posto di additivi chimici il fumo nero si otteneva utilizzando paglia bagnata. Se dopo 27 scrutini negativi, mattutini e pomeridiani, il Papa non risulta ancora stato eletto dai tre quarti dei votanti, i cardinali elettori sono invitati dal Camerlengo ad esprimere parere sul modo di procedere. A questo punto i casi sono due: si passa ad abbassare il quorum (50% più uno dei votanti) o si votano i due nomi più votati nello scrutinio immediatamente precedente. Anche in questo caso si esige la maggioranza assoluta (50% più uno). La Costituzione in questo ultimo punto (art.75) a detta di molti canonisti non è chiarissima, non stabilendo a priori quale sia il metodo migliore da seguire, lasciando agli elettori la possibilità di scelta. Una volta eletto il nuovo Papa, l'ultimo dei cardinali-diaconi chiama
nella Sistina il segretario del nuovo successore di Pietro, il maestro
delle cerimonie liturgiche e i cerimonieri. Quindi il cardinale Decano
chiede formalmente all'eletto se intende accettare o meno l'incarico.
Ad una sua risposta affermativa gli viene chiesto il nome scelto.
L'accettazione si conclude con la redazione di un verbale e la vestizione
del Papa per il rito d'obbedienza. Nella piccola sacrestia situata
in fondo alla Cappella Sistina, sin dall'inizio del Conclave vengono
predisposti tre abiti papali di tre differenti taglie (small, medium
e large) in modo da essere immediatamente adattate al fisico del pontefice.
Quando fu eletto Giovanni XXIII, essendo questi di costituzione molto
robusta, i sarti ebbero parecchie difficoltà ad adattare al
suo corpo gli abiti. Fu così che Roncalli si presentò
alla folla, dalla Loggia delle Benedizioni, con un abito bianco piuttosto
stretto. Una volta vestito di bianco con la stola, la mozzetta e la
croce pettorale il nuovo Papa viene ricondotto nella Sistina dove
ogni cardinale va a rendergli omaggio inginocchiandosi davanti a lui
e baciandoli l'anello pescatorio, simbolo del potere papale. Poi viene
accompagnato nella Loggia delle Benedizioni che dà su piazza
San Pietro. In questo luogo il cardinale diacono annuncia ai fedeli
l'avvenuta elezione: "Annuntio vobis gaudium magnum, habemus
papam reverendissimum ac illustrissimum dominum". Quindi viene
pronunciato il nome di battesimo del nuovo Papa e quello scelto per
la sua missione di pontefice. Subito dopo imparte la benedizione apostolica
"urbi et orbi". Da questo momento potranno accedere al nuovo
Papa il Segretario di Stato, il Sostituto della Segreteria di Stato,
il Segretario per i rapporti con gli Stati, il Prefetto della Casa
Pontificia e chiunque altro debba trattare con lui di cose che al
momento sono necessarie. Da questo momento inizia la 'solitudine'
che caratterizza la missione del successore di Pietro. I Cardinali chiusi nel conclave, a volte possono fumare. Quando i 117 cardinali elettori entreranno in conclave per scegliere
il nuovo papa, tra loro, a stare al card. Franz Koenig, che fu un
grande elettore di Giovanni Paolo II, non ci saranno ''feroci discussioni.
Tutto si svolge nella massima tranquillita'. Due o tre persone parlano
fra loro, poi ciascuna torna nella propria cella''. Ma nel ''recinto''
del conclave, oltre a ''parlare tra loro'' e votare, i cardinali mangiano,
bevono, dormono e, qualche volta, fumano e scherzano. Ed anche spumante,
cognac e sigarette hanno un piccolo posto nella storia dei conclavi.
In passato tutto avveniva quasi in comune, vista la sistemazione precaria
dei locali intorno alla Sistina. Questa volta la disponibilita' della
Casa di Santa Marta, con la privacy garantita da miniappartamenti
e camere singole e con sala da pranzo e cucina gia' attrezzate per
l'ospitalita', le cose cambieranno. Me, se per parlare di candidati
e voti ci saranno luoghi piu' privati, e piu' comodi, delle ''celle''
di una volta, i porporati continueranno a pranzare tutti insieme.
Minore o maggiore che sia il confort, il pensiero era, e resta, sulla
scelta del successore di Pietro e su questo si discute. E, a stare
agli scarni (e generalmente non del tutto coincidenti) racconti che
si hanno, fatti salvi rispetto e buone maniere, ci sono vere discussioni
e le piu' dure sono sulla linea che l'eleggendo rappresenta. Cosi',
per gli ultimi conclavi, quelli del 1978, il cardinale spagnolo Narciso
Jubany Arnau parlo' di ''contrastanti tendenze''. Ma, una volta eletto
il papa, tutto cambia: esce lo champagne o magari, un cognac. Come
disse il cardinale Giuseppe Siri che nel 1978 si porto' ''una mezza
bottiglia di cognac. Non per me, ma per l'eletto. L'ho fatto nei precedenti
conclavi, ed e' servito''. Forse si riferiva ad episodi come quello
narrato dal cardinale di Torino Maurilio Fossati, vicino di cella
del cardinale Roncalli, che ando' a ''confortare'', quando si capi'
che il giorno dopo sarebbe stato eletto papa. E il futuro papa Giovanni,
che non era certo un bevitore, quella sera volle un po' di cognac.
La situazione forse era una di quelle previste dal cardinal Gasparri
nel conclave del 1878 (ne sarebbe uscito papa Leone XIII): per la
cattiva situazione economica della Santa Sede nel suo ruolo di camerlengo
fece comperare una sola bottiglia di cognac e stabili' che per averne
un bicchierino serviva la ricetta medica. Magari per qualcuno che
l'andamento delle votazioni o discussioni serrate mettevano in ansia.
Per stare ai tempi recenti, visto che nei due millenni di storia della
Chiesa nei conclavi e' successo di tutto, ci fu contrasto, ad esempio,
nel 1963, quando fu eletto papa Montini. Il futuro Paolo VI era persona
molto stimata, tanto che, sembra, aveva avuto almeno un voto gia'
nel conclave precedente (quello che nel 1958 elesse papa Giovanni),
pur non essendo ancora cardinale, ed era un fatto che non accadeva
da moltissimo tempo. Il confronto era sul Conclio, del quale si era
chiusa la prima sessione, e riguardava il se e piu' ancora il come
continuarne i lavori. Alla fine vinsero i ''conciliari'', ma, a testimoniare
uno scontro durissimo, Montini avrebbe avuto, sembra, solo 57 voti,
appena 3 piu' del minimo. Tornando a papa Giovanni, il giorno dopo
la sera del cognac (era quello nel quale sarebbe divenuto papa), non
pranzo' con gli altri cardinali. Non l'aveva fatto, nel conclave precedente,
del 1939, neppure il cardinale Pacelli, futuro Pio XII: quando capi'
che ormai l'elezione era certa, a tavola bevve solo un bicchiere d'acqua,
poi scese a leggere il breviario nel cortile di San Damaso. Il cardinale
Siri, che si portava il cognac, di conclavi se ne intendeva. E per
almeno due volte e' stato un papabile: gli mancarono, si dice, 4 o
5 voti. Il suo rivale era il card. Giovanni Benelli che pure, in quel
1978 aveva sfiorato il quorum di 75 voti. Di colui che fu eletto,
papa Luciani, il cardinale belga Leo Joseph Suenens disse che aveva
avuto una maggioranza ''regale'': fonti diverse danno cifre oscillanti
tra 89 e 101 voti. E Wojtyla arrivo', sembra, a 99. Una volta raggiunto
il quorum e dopo l'accettazione da parte del prescelto, seguono l'omaggio
e gli auguri ed a tavola c'e' lo spumante. Ma qualche volta e' capitato
che gia' prima, durante il periodo delle votazioni, in un angolo della
Sistina fosse messo un tavolino con qualche biscotto e una bottiglia
di vino. Il cardinale Mario Nasalli Rocca di Corneliano ha raccontato
che la sera della sua elezione Giovanni XXIII lo invito' a rimanere
a cena con lui. ''Santita', posso portare una bottiglia di spumante?'';
''Spumante? Perche'?''; ''Hanno eletto Papa nuovo, vero?''; ''Si',
vero, hanno eletto Papa nuovo. Porti lo spumante perche' hanno eletto
Papa nuovo, non perche' hanno eletto me''. C'era lo spumante anche
per Papa Luciani, che dopo l'elezione volle dormire nella stessa cella
che aveva per il conclave. Al mattino, alla domanda se aveva riposato
bene rispose di no, che aveva trascorso una notte d'inquietudini e
dubbi. Poi, sorridendo, ''e' che, ieri tardi, c'era dello spumante
a cena''. Di Paolo VI si racconta invece che nel giorno dell'elezione,
quando raggiunse i cardinali a tavola, indossava gia' la veste bianca,
ma rifiuto' il posto d'onore e sedette a quello che aveva avuto nei
giorni del conclave. Non ci sono aneddoti, invece, su cio' che si
e' mangiato in tempi recenti. Ma anche i cibi hanno avuto un ruolo
in conclave: cosi' ci fu un cuoco, Bartolomeo Scappi, che nel 1549
fu accusato di aver prolungato il conclave, perche' cucinava troppo
bene. Era al servizio del cardinale Carpi, quando in dicembre i cardinali
si riunirono in conclave, e portava da mangiare ai porporati. Il cuoco
stesso racconta del controllo al quale veniva sottoposti i cibi, perche'
non servissero per far arrivare ai cardinali qualche messaggio: le
sfogliate ripiene, ad esempio, erano proibite perche' si prestavano
a contenere bigliettini. Che fosse bravo non c'e' dubbio, visto che
poi fu al servizio di sei papi. D'altro canto, che la qualita' del
cibo avesse un suo peso lo dimostra il fatto che Gregorio X, nell'introdurre
nel 1274 una serie di restrizioni per evitare conclavi troppo lunghi,
stabili' tra l'altro che dopo 3 giorni di votazioni inutili ai cardinali
venisse dato solo un pasto al giorno e dopo altri 5 fossero messi
a pane e acqua. Il conclave successivo duro' un solo giorno. E forse
la gola ha fatto perdere un'elezione: si racconta che nel conclave
del 1823 (ne sarebbe uscito papa il cardinal Annibale della Genga,
Leone XII) era forte la candidatura del cardinale Sala. Ma durante
il conclave fu visto prendere una tazza di cioccolato in un giorno
di penitenza... Una sigaretta invece sembra che non sia peccato. Sembra
che nel primo conclave del 1978 il cardinale di Madrid, Vicente Enrique
y Tarancon, fumatore impenitente (morto a 87 anni nel 1994) fosse
preoccupato perche' nella sala da pranzo nessuno fumava. Non ricordava
se fosse vietato, ma una mattina, durante la prima colazione, con
nonchalance accese una sigaretta, magari pensando di scusarsi se gli
altri cardinali avessero reagito. Ma in pochi minuti, altri avevano
seguito il suo esempio. A proposito di sigarette, il cardinale Suenens
racconta che quando papa Luciani fu eletto, ''dopo la sua prima benedizione
torno' per cenare con noi ed ha avuto tempo per chiacchierare con
ognuno. Quando arriviamo ai dolci, un cardinale americano ha chiesto
al nuovo Papa il permesso di fumare, qualcosa di contrario al protocollo.
Il Papa sembrava molto solenne; lui teneva tutti in attesa, mentre
pensava un po' la cosa; finalmente disse: 'Eminenza, Lei puo' fumare,
con una condizione: il fumo deve essere bianco!'. Naturalmente, ci
sono state molte risate''. La lista dei Cardinali divisa geograficamente Questa la lidta dei 117 Cardinali, suddivisi geograficamente, che
parteciparanno al conclave per l'elezione del successore di Giovanni
paolo II. Il nuovo papa sarà aletto da tutti i cardinali che
hanno meno di 80. sono 117 porporati pur tenendo presente che il papa
ha nominato "in pectore" un altro cardinale. Oltre ai cardinali
elettori ve ne sono altri 66, cone avendo superato i limiti di età
non hanno diritto di voto. Numero Cardinali elettori per continente
e paese di provenienza. EUROPA Sud America
Marini (Sdi) “Il Papa ha lasciato un impronta forte che ha segnato l’ingresso nel terzo secolo” 03/04 ''I socialisti calabresi partecipano al lutto nazionale per la scomparsa del Pontefice Giovanni Paolo II. Un Papa dal forte sentimento religioso che ha coinvolto nella sua vicenda umana emotivamente credenti e laici''. E' quanto ha detto Cesare Marini, dello Sdi, capogruppo del Gruppo misto al Senato. ''Il messaggio del Papa polacco - ha aggiunto - ha lasciato un' impronta forte che ha segnato il passaggio tra il XX e il XXI secolo. La sua predicazione ecumenica rivolta a rendere possibile il confronto tra tutte le religioni ha avuto particolare attenzione verso le confessioni monoteiste con caparbia pazienza nel riprendere il filo del dialogo con le Chiese autocefale di Russia e Grecia. La visione universale di Giovanni Paolo II, manifestata nell' accurata ricerca del dialogo con tutti i popoli della terra, ha aperto brecce impensabili nel secolo delle contrapposizioni ideologiche, attraverso il dialogo con personalita' internazionali portatrici di visioni autoritarie nel governo della societa'. Particolarmente significativa e' stata la visita a Cuba''. ''I socialisti - ha aggiunto Marini - esprimono convinta ammirazione per la forte denuncia del Papa polacco contro le guerre e a favore della pace anche quando la critica ha investito la nazione piu' potente del mondo. La stessa condanna del comunismo non ha lasciato immune da critiche il capitalismo ogni qual volta le dinamiche economiche del mercato hanno trascurato l' uomo, la sua dignita' e i suoi bisogni. Del successore di Pietro si ricordera' la sua profonda umilta', allorquando ha invocato il perdono per le sofferenze arrecate dai cattolici ai credenti di altre confessioni. E' dinnanzi alla memoria di tutti l' immagine del Papa che invoca perdono per i 2000 anni di antigiudaismo e il suo messaggio di fraterna comprensione espressa con la visita alla Sinagoga di Roma. Al Papa dei giovani amati e compresi nel bisogno di idealita', i Socialisti esprimono, con il silenzio rispettoso, il proprio ringraziamento, per aver dato un contributo straordinario alla pace e al rispetto della dignita' dell' uomo''. Oliverio: “scompare un’altissima figura di riferimento per il mondo” 03/04 ''Come milioni di altre persone nel mondo, ci sentiamo in lutto
profondo per la morte di Giovanni Paolo II. Malgrado il lento cammino
verso un evento che sembrava ormai ineluttabile, ci sorprendiamo impreparati
dinanzi al dolore che ci coglie nel constatare che scompare una altissima
figura di riferimento per l' intero mondo''. A scriverlo, in un messaggio
di cordoglio per la morte del Papa indirizzato al segretario di Stato
Pontificio, cardinale Angelo Sodano, ed al vescovo di Cosenza, mons.
Salvatore Nunnari, il presidente della provincia di Cosenza, Mario
Oliverio. ''In questo momento delicato - ha sostenuto Oliverio - giudichiamo
come siano davvero pochi gli uomini capaci di lasciare un segno nella
storia che si dovra' scrivere di questi anni cosi' turbolenti, gravidi
di contraddizioni e lacerazioni che sembrano tracciare vie e percorsi
difficili ed irti nella vita di ognuno. Karol Wojtyla sara' una delle
poche coscienze elette capaci di sopravvivere al disordine di questo
tempo. La grandiosa semplicita' del Suo Pontificato, i segni di analisi
che ha sottoposto alla riflessione di tutti, cattolici e non, credenti
e non credenti, la semina felice ed instancabile di germogli etici
segneranno il futuro''. ''Nessuno - ha proseguito il Presidente della
Provincia di Cosenza - potra' dimenticare il suo coraggioso riesame
su temi che erano stati terreno di rimossione; il suo spezzare il
silenzio sull' Olocausto; la riapertura di dialoghi difficilissimi;
il suo travalicare il protocollo; l' abbracciare la vita vera e le
sue sofferenze restituendo a queste, sino all' ultimo, dignita' e
significato. Le sue parole e le sua azioni si staglieranno sicuramente
al di la' delle contingenze, del tempo che passa. Nel rimpianto, la
sua splendida figura di rivoluzionario incruento continuera' ad indicare
a chi vorra' seguirla la nuova via dei rapporti umani, ad ogni livello:
la grande lezione dell' impegno, della conciliazione, della partecipazione,
della promozione umana''. Appello del comune di Roma ad usare i mezzi pubblici ''Ricorrere il piu' possibile a mezzi di trasporto collettivi. L'uso
delle auto private, infatti, rischia di creare gravi difficolta'''.
E' l'invito che il Comune di Roma e le aziende di trasporto pubblico
della capitale rivolgono ai cittadini e ai fedeli che devono spostarsi
in citta' o arrivano da fuori per raggiungere l'area della basilica
di San Pietro per assistere alle celebrazioni per la morte del Papa.
La stima e' di 2 milioni di fedeli in arrivo nella capitale nelle
prossime ore e nei prossimi giorni. Il Campidoglio ha gia' messo a
punto i piani di mobilita' per gestire l'enorme afflusso previsto
predisponendo parcheggi per i pullman che attraverso metropolitana,
mezzi pubblici e apposite navette garantiscono il collegamento con
l'area della basilica di San Pietro. Il servizio pubblico di trasporto
e' gia' stato rafforzato ed anche per chi dovesse venire in auto,
seppure e' sconsigliato, sono stati predisposti parcheggi collegati.
Tutte le informazioni relative ai piani operativi verranno rese pubbliche
tramite i giornali, le radio e le tv e la rete informativa del Comune
(in particolare il call-center 060606 e il sito www.comune.roma.it)
e delle aziende. In particolare per la mobilita' cittadina, il Campidoglio
ha fornito oggi una sorta di vademecum rivolto sia a chi deve raggiungere
Roma da fuori sia per quanti, all'interno della citta', vogliono recarsi
a San Pietro. Le altre notizie sul Papa 1 - 2 - 3 Le altre notizie di cronaca
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