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Papa Benedetto XVIPapa Benedetto XVI all'udienza di oggi
Prima udienza generale per Papa Benedetto XVI Una catechesi di saluto, ricordo e preghiera: cosi' Benedetto XVI
ha inaugurato i suoi incontri da papa con i fedeli, per il tradizionale
appuntamento dell'udienza del mercoledi'. Ecco il testo dell'udienza:
''Carissimi Fratelli e Sorelle! Sono lieto di accogliervi e rivolgo
un cordiale saluto a quanti siete qui presenti, come pure a coloro
che ci seguono mediante la radio e la televisione. Come ho gia' espresso
nel primo incontro con i Signori Cardinali, proprio mercoledi' della
settimana scorsa nella Cappella Sistina, sperimento nell'animo sentimenti
tra loro contrastanti in questi giorni d'inizio del mio ministero
petrino: stupore e gratitudine nei confronti di Dio che ha sorpreso
innanzitutto me stesso, chiamandomi a succedere all'apostolo Pietro;
interiore trepidazione dinanzi alla grandezza del compito e delle
responsabilita' che mi sono state affidate''. ''Mi da' pero' serenita'
e gioia la certezza dell'aiuto di Dio, della sua Madre Santissima,
la Vergine Maria, e dei santi Protettori; mi e' di sostegno anche
la vicinanza spirituale dell'intero Popolo di Dio al quale, come domenica
scorsa ho avuto modo di ripetere, continuo a chiedere di accompagnarmi
con insistente preghiera''. ''Dopo la pia dipartita del mio venerato
predecessore Giovanni Paolo II, riprendono quest'oggi le tradizionali
Udienze generali del mercoledi'. In questo primo incontro vorrei anzitutto
soffermarmi sul nome che ho scelto divenendo Vescovo di Roma e Pastore
universale della Chiesa. Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI per riallacciarmi
idealmente al venerato Pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa
in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu
coraggioso e autentico profeta di pace e si adopero' con strenuo coraggio
dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le
conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero
a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i
popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace e' innanzitutto
dono di Dio, dono fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire
giorno dopo giorno con l'apporto di tutti''. ''Il nome Benedetto evoca,
inoltre, la straordinaria figura del grande 'Patriarca del monachesimo
occidentale', san Benedetto da Norcia, compatrono d'Europa insieme
ai santi Cirillo e Metodio. La progressiva espansione dell'Ordine
benedettino da lui fondato ha esercitato un influsso enorme nella
diffusione del cristianesimo in tutto il Continente. San Benedetto
e' percio' molto venerato in Germania e, in particolare, nella Baviera,
la mia terra d'origine;costituisce un fondamentale punto di riferimento
per l'unita' dell'Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici
cristiane della sua cultura e della sua civilta'''. ''Di questo Padre
del Monachesimo occidentale conosciamo la raccomandazione lasciata
ai monaci nella sua Regola: 'Nulla assolutamente antepongano a Cristo'.
All'inizio del mio servizio come Successore di Pietro chiedo a san
Benedetto di aiutarci a tenere ferma la centralita' di Cristo nella
nostra esistenza. Egli sia sempre al primo posto nei nostri pensieri
e in ogni nostra attivita'! Ritorna con affetto il mio pensiero al
venerato predecessore Giovanni Paolo II , al quale siamo debitori
di una straordinaria eredita' spirituale. 'Le nostre comunita' cristiane
- ha scritto nella Lettera Apostolica Novo millennio ineunte - devono
diventare autentiche scuole di preghiera, dove l'incontro con Cristo
non si esprima soltanto in implorazione di aiuto, ma anche in rendimento
di grazie, lode, adorazione, contemplazione, ascolto, ardore di affetti,
fino ad un vero invaghimento del cuore'. Queste indicazioni ha cercato
di porre in atto egli stesso dedicando le catechesi del mercoledi'
degli ultimi tempi al commento dei Salmi delle Lodi e dei Vespri''.
''Come egli fece all'inizio del suo pontificato, quando volle proseguire
le riflessioni avviate dal suo Predecessore sulle virtu' cristiane,
cosi' anch'io intendo riproporre nei prossimi appuntamenti settimanali
il commento da lui preparato sulla seconda parte dei Salmi e Cantici
che compongono i Vespri.Con il prossimo mercoledi' riprendero' proprio
da dove si erano interrotte le sue catechesi, nell'Udienza generale
del 26 gennaio scorso''. ''Cari Amici, grazie di nuovo per la vostra
visita, grazie per l'affetto di cui mi circondate. Sono sentimenti
che ricambio cordialmente con una speciale benedizione, che imparto
a voi qui presenti, ai vostri familiari e a tutte le persone care''.
Alla fine giro tra la folla riunita per l'udienza generale per Benedetto
XVI, che sulla camionetta bianca scoperta, salutando e benedicendo,
si dirige sul sagrato della basilica di san Pietro. Con il Papa sulla
camionetta ci sono il suo segretario personale, Georg Gaenswein e
l'autista Il Papa in piazza San Pietro Messa di ringraziamento nella Cattedrale di Cosenza. L’omerlia di Mons, Nunnari 27/04 Si è tenuta nel pomeriggio nella cattedrale di Cosenza
la celebrazione eucaristica di ringraziamento per l’elezione
di Papa Benedeyyo XVI. Alla celebrazione, tenuta Mons. Salvatore Nunnari
era presente molta gente. Questa l’omelia del Vescovo: + P. Salvatore Nunnari Il nome Benedetto perché fu profeta di pace 27/04 Il nuovo papa ha voluto chiamarsi Benedetto per riallacciarsi
''idealmente'' a Benedetto XV, ''coraggioso e autentico profeta di
pace'', che ha guidato la chiesa in ''un periodo travagliato a causa
del primo conflitto mondiale''. Lo ha detto Joseph Ratzinger nella
sua prima udienza generale del mercoledi' ''Ho voluto chiamarmi Benedetto
XVI - ha detto Ratzinger - per riallacciarmi idealmente al venerato
Pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato
a causa del primo conflitto mondiale''. ''Fu coraggioso e autentico
profeta di pace - ha aggiunto - e si adopero' con strenuo coraggio
dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le
conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero
a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i
popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace e' innanzitutto
dono di Dio''. Benedetto XV, Giacomo Della Chiesa, e' stato il Papa
del primo conflitto mondiale. Si impegno' per la pace, tanto che in
suo onore anche i turchi, nel 1919, eressero ad Istambul una statua
in cui viene ricordato come ''benefattore dei popoli senza distinzione
di nazionalita' e di re o di religione''. Giacomo Della Chiesa, genovese,
nato nel 1854, divenne papa il 3 settembre 1914. Il suo papato fu
breve (7 anni, 5 mesi e 19 giorni) ma si snodo' in un periodo segnato
dalla Guerra e dalla sue catastrofiche conseguenze: a questa gia'
difficile situazione si aggiungeva l'isolamento in cui la Santa Sede
si trovava a causa della questione romana, non risolta, con il governo
italiano. Sparisce il baciamano dei fedeli Sparisce il 'baciamano' per i fedeli dall'udienza generale. Per 26
anni è stato uno dei momenti più attesi da pellegrini
che da tutto il mondo si recavano in piazza san Pietro o nell'Aula
Paolo VI per ascoltare la catechesi del mercoledì. Per molti
di loro, previo 'placet' dalla Prefettura della Casa Pontificia, si
apriva la possibilità di poter avvicinare per qualche secondo
il pontefice. Così, una volta la settimana, un numero oscillante
di persone, in genere tra le 100 e le 200 (ma a volte sono state molte
di più), al termine del discorso papale e dei saluti nelle
varie lingue, venivano ordinatamente invitate a prendere posto davanti
al palco. Formavano un variegato serpentone di pellegrini senza differenza
di censo o di età. Tutti in paziente attesa di poter sfilare
davanti al pontefice, inginocchiarsi, giusto il tempo di sfiorare
con le labbra l'anello, farsi benedire, i più fortunati scambiare
anche un paio di battute col vecchio Wojtyla, il quale non si è
mai sottratto ai contatti umani, nemmeno nell'ultimo periodo della
sua vita, quando si vedeva che era stanco e affaticato. La formula
scelta per le udienze da Benedetto XVI è molto più "sobria
e semplice", come spiegano ad Apcom autorevoli fonti. E già
un saggio di quello che si riproporrà nei mercoledì
a venire si è notato stamattina in piazza san Pietro quando
il Papa dopo un breve discorso ai fedeli e ai saluti nelle varie lingue
(ha parlato anche in lingua polacca, con un "accento discreto"
secondo il giudizio di un giornalista di Varsavia) si è limitato
a cantare il "Padre Nostro" (ovviamente in latino, lasciando
un po' spiazzati i fedeli abituati al canto in italiano) e ad una
benedizione finale senza il contatto diretto coi fedeli. L'unico 'baciamano'
concesso è per i cardinali e per i vescovi presenti in piazza
san Pietro. Riprende il saluto del Papa in diverse lingue Sintesi della catechesi lette dal Papa in francese, inglese, tedesco
e spagnolo e saluti nelle varie lingue, tra cui il polacco. Benedetto
XVI ha ripreso lo schema della udienze generali seguito dal suo predecessore,
prima che la malattia lo costringesse a leggere solo brevi testi in
italiano e ad affidare le sintesi nelle altre lingue a diversi collaboratori.
Nella prima udienza pubblica di papa Ratzinger, sabato scorso ai giornalisti,
aveva suscitato scontento tra gli spagnoli il fatto che non avesse
parlato nella loro lingua. Oggi ha regolarmente letto la sintesi della
catechesi anche in spagnolo, esordendo con un vivace ''queridos hermanos
y hermanas'' accolto da un applauso della piazza. La lettura in spagnolo
e' stata anche interrotta da un coro messicano che intonava ''Celito
lindo''. I fedeli spagnoli e latinoamericani sono stati i piu' chiassosi
e hanno interrotto a piu' riprese papa Ratzinger. Nel saluto in polacco
oggi il Papa ha ringraziato i ''pellegrini di lingua polacca'' per
''la bonta' e le preghiere'' e li ha ''benedetti di cuore''. Il gruppo
di pellegrini polacchi era composto oggi da duemila persone. Norcia in piazza gioisce col Papa In 1.500 fedeli, con 30 autobus, hanno raggiunto oggi Roma da Spoleto
e Norcia (ma anche da Perugia) per la prima udienza generale di Benedetto
XVI. E il Papa non li ha delusi, sottolineando di avere scelto il
suo nome anche in ricordo di san Benedetto da Norcia, fondatore del
monachesimo, artefice della diffusione del cristianesimo in Europa.
Poi al termine dell'appuntamento in piazza San Pietro ha incontrato
il parroco, l'arciprete e il priore della comunita' benedettina di
Norcia accompagnati dal vescovo della diocesi monsignor Riccardo Fontana.
''Il Pontefice e' stato amabilissimo - ha sottolineato lo stesso religioso
- e gli ho 'portato' la gioia che c'e' in Umbria per la sua elezione.
Al Papa ho spiegato che avremmo tantissimo piacere che venisse ancora
da noi. Benedetto XVI mi ha risposto affermando che si ricorda molto
bene la visita che fece in regione e ha espresso l'intenzione di tornare''.
Commentando il riferimento fatto dal Papa a san Benedetto - al quale
ha chiesto ''di aiutarci a tenere ferma la centralita' di Cristo nella
nostra esistenza'' - monsignor Fontana ha parlato di ''consapevolezza
che nella nostra regione siamo eredi di una tradizione splendida,
quella della santita' della Chiesa espressa in modo fortemente significativo
con San Benedetto e San Francesco''. ''Bisogna riaffermare questa
dimensione - ha aggiunto - e il Papa ha spiegato oggi il senso della
pace riferendosi proprio alla nozione benedettina, come dono del Signore
che viene dall'alto e trasforma le persone''. Il vescovo ha poi evidenziato
che il Papa, nell'incontro alla fine dell'udienza, e' tornato sul
tema delle radici cristiane dell'Europa e sulla rete di San Benedetto.
''Ha parlato del modo benedettino - ha detto monsignor Fontana - di
collegare e dare sviluppo alla cultura della pace e dell'unita' dell'Europa''.
''E' stata una bella giornata'' ha sottolineato ancora il vescovo
di Spoleto e Norcia, evidenziando ''il tratto molto dolce del Papa''.
''Il suo e' stato un coinvolgimento delicato - ha proseguito - senza
superare il suo stile ma rispondendo a tutti''. E ''grande, grande,
grande gioia'' e' stata espressa dal superiore della comunita' benedettina
di Norcia, padre Cassian Folsom, un cinquantenne di Boston con la
barba e i tratti che in modo impressionante somigliano a quella statua
di Benedetto che domina la piazza di Norcia. ''E' stato un ulteriore
riconoscimento - ha aggiunto - per cio' che rappresenta san Benedetto,
l'unita' dell'Europa e le sue radici cristiane''. Entusiasmo per l'elezione
a Papa del cardinale Ratzinger, cosi' come per la sua scelta di chiamarsi
Benedetto XVI, c'erano stati nel monastero della citta' natale del
santo dell' ''Ora et labora'' e della sorella, santa Scolastica, subito
dopo l'annuncio del nome del nuovo pontefice. Il 21 marzo di due anni
fa, l'allora prefetto per la congregazione della dottrina della fede
si reco' a Norcia per presiedere la solenne concelebrazione in onore
di san Benedetto. Prima della messa, il futuro papa s'inginocchio'
nella cattedrale umbra dedicata al patrono d'Europa per pregare, visibilmente
emozionato. Irrinunciabili le radici cristiane dell’Europa Oggi Benedetto XVI ha parlato di ''irrinunciabili radici cristiane
d'Europa''; alla evangelizzazione del Vecchio continente aveva gia'
fatto cenno nei suoi primi discorsi da Papa; e' solo di qualche mese
fa il libro ''Senza radici'' nel quale affermava che se vuole avere
un futuro l'Europa deve riconoscere il ruolo che nella sua formazione
ha avuto il cristianesimo; l'Europa, aveva detto lo scorso anno ''non
ama piu' se stessa e rischia di perdersi'', perdendo elementi fondanti
la sua identita' e soprattutto perdendo Cristo. Gia' prima del conclave,
quando si parlava del 'papabile' Ratzinger, si collegava la sua eventuale
elezione con la necessita' di un nuovo annuncio del Vangelo in Europa,
proprio sulla base delle convinzione che l'allora cardinale aveva
piu' volte espresso, in sintonia, in questo come in molti altri casi,
con quanto affermava Giovanni Paolo II. Per papa Wojtyla l'Europa
doveva riconoscere le sue radici cristiane non solo per l'effettiva
influenza che la storia riconosce al cristianesimo nella formazione
delle culture europee, ma anche per esprimere un 'dover essere'. L'Europa
infatti, a suo avviso, doveva tornare ad essere portatrice nel mondo
di quei valori di tolleranza, rispetto dei diritti umani e preoccupazione
per i deboli che trovavano il loro fondamento proprio nella cultura
che aveva le sue radici nel cristianesimo. Oggi, alla sua prima udienza
generale, quando ha voluto spiegare ai fedeli il perche' della scelta
del suo nome lo ha fatto collegandolo al patrono d'Europa, che con
la ''progressiva espansione'' dell'Ordine religioso da lui fondato
''ha esercitato un influsso enorme nella diffusione del cristianesimo
in tutto il Continente'' e ''costituisce un fondamentale punto di
riferimento per l'unita' dell'Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili
radici cristiane della sua cultura e della sua civilta'''. Anche se
appare del tutto improbabile una ripresa del tentativo condotto invano
da Giovanni Paolo II di un riconoscimento delle ''radici'' nella Costituzione
europea, la forza dell'affermazione fatta oggi da Benedetto XVI lascia
intendere la sua ferma volonta' di rilancio di quel fondamento. Cio'
risponde evidentemente ad una sua convinzione profonda. L'Occidente,
aveva detto lo scorso 13 dicembre l'allora card. Ratzinger presentando
il volume 'Senza radici', coautore il presidente del Senato Marcello
Pera, se vuole avere un futuro non deve rinnegare il suo passato,
''quelle radici cristiane'' senza le quali ''l'albero'' della nostra
cultura non puo' vivere. In quell'occasione egli invito' i pastori
della Chiesa a ''sganciarsi'' dal relativismo. ''Dovremmo - disse
quella sera - avere piu' coraggio e, con tutto il rispetto per le
altre culture, difendere il grande dono che ci e' dato, quello della
cultura e della religione cristiana''. L'Europa, aveva detto nel 2004,
sta perdendo il riferimento al cristianesimo proprio mentre ''l'Islam
e' in grado di offrire una base spirituale valida per la vita dei
popoli, una base che sembra essere sfuggita di mano alla vecchia Europa,
la quale cosi' nonostante la sua perdurante potenza politica ed economica,
viene vista sempre piu' come condannata al declino e al tramonto''.
E' una prospettiva, ha scritto alla vigilia del conclave, in un articolo
comparso su Avvenire, nella quale influisce ''una cultura che, in
modo sconosciuto prima d'ora all'umanita', esclude Dio dalla coscienza
pubblica, sia che venga negato deltutto, sia che la sia esistenza
venga giudicata nondimostrabile, incerta''. Nell'articolo definisce
''superficiali'' le ragioni addotte per motivare il no alle radici
cristiane. ''E' evidente - scrive - che che piu' che indicare le vera
motivazione, la coprono. L'affermazione che la menzione delle radici
cristiane dell'Europa ferisce i sentimenti dei molti non cristiani
che ci sono in Europa, e' poco convincente, visto che si tratta prima
di tutto di un fatto storico che nessuno puo' seriamente negare. Naturalmente
questo cenno storico contiene anche un riferimento al presente, dal
momento che, con la menzione delle radici, si indicano le fonti residue
di orientamento morale, e cioe' un fattore d'identita' di questa formazione
che e' l'Europa''. I credenti di altre religioni ''non si sentono
minacciati dalle nostre basi morali cristiane, ma dal cinismo di una
cultura secolarizzata che nega le proprie basi''. ''Lo stesso vale
per il riferimento a Dio: non e' la menzione di Dio che offende gli
appartenenti ad altre religioni, ma piuttosto il tentativo di costruire
la comunita' umana assolutamente senza Dio''. Domenica il Regina Coeli dalla finestra dello studio Domenica a mezzogiorno il Papa dovrebbe recitare il Regina Coeli
affacciato dalla finestra dello studio dell'Appartamento Apostolico.
E' quanto si apprende da un'autorevole fonte. Per quella data, infatti
l'appartamento nel quale ha vissuto Karol Wojtyla per 26 anni dovrebbe,
infatti, essere ultimato per accogliere degnamente il nuovo 'inquilino'
dopo i lavori di ristrutturazione (ancora in corso). Papa Ratzinger
potrebbe trasferirsi definitivamente alla terza Loggia già
nella giornata di sabato. Il giorno dopo la sua elezione, Benedetto
XVI ha preso possesso ufficialmente dell'appartamento papale rompendo
i sigilli che vi erano stati apposti alla morte di Giovanni Paolo
II. Le immagini dell'ingresso alla terza loggia sono state riprese
e diffuse in tutto il mondo dalle telecamere del Ctv. Lo ha fatto
accompagnato dal cardinale Camerlengo, Martinez Somalo, dal segretario
di Stato, Angelo Sodano, dai vertici della Segreteria di Stato e da
monsignor Stanislao che lo ha guidato alla scoperta dei 'segreti'
dell'abitazione. Ratzinger aveva voluto visitare una per una le stanze,
esprimendo il desiderio di avere le pareti di casa tinteggiate coi
caldi colori di Roma. Intanto in attesa di traslocare si è
sistemato nel piccolo appartamento situato nella Casa Santa Marta,
dove hanno alloggiato tutti i cardinali nei giorni del conclave. Oltre
alle suite e alle normali stanze, l''hotel' che fu fatto costruire
da Wojtyla nel 1996 proprio in previsione del conclave, ospita anche
una 'suite' più ampia, consistente in un salottino, uno studiolo
e una stanza da letto. I docenti di una scuola di Castrovillari chiedono l’intitolazione della scuola a Wojtyla Il collegio dei docenti dell'Istituto alberghiero di Castrovillari
ha proposto l' intitolazione della scuola a Karol Wojtyla. La motivazione
della proposta e' contenuta in un documento nel quale i docenti dell'
istituto hanno voluto sottolineare come Papa Wojtyla ha ''segnato
il corso della storia del suo tempo, contribuendo ad abbattere muri
e costruire ponti fra popoli, nazioni, religioni, sistemi politici
e culturali. Una personalita' forte e determinata anche da giovane
quando con coraggio e determinazione si e' schierato ed ha combattuto
contro le dittature estreme e le ideologie piu' aberranti che il genere
umano abbia conosciuto, mettendo a rischio la propria vita per difendere
i deboli e gli anziani''. Le Motivazioni hanno soddisfatto il dirigente
scolastico della scuola, Santino Di Stasi che si e' detto ''onorato
di poter proporre l' intitolazione della scuola al nome di Karol Vojtyla''.
Entusiasti anche i professori della scuola e gli alunni. ''Karol Wojtyla
- ha commentato Di Stasi - e' stato un fedele testimone all' uomo
e del Vangelo. Puo' rappresentare un supremo modello di vita e di
cultura per i giovani di oggi e per le future generazioni''. Ci fu una spia al fianco di Papa Wojtyla? L'interessato smentisce Padre Konrad Hejmo, accusato oggi in Polonia di essere stato una
spia dei servizi segreti comunisti negli anni Ottanta, quindi anche
nel periodo precedente l'attentato di Ali Agca, e' stato per tutto
il pontificato vicinissimo a papa Wojtyla. Alto, capelli folti e oggi
brizzolati, il lungo saio bianco, padre Konrad compare in migliaia
di foto delle udienze generali di Giovanni Paolo II: presentava al
Papa i gruppi polacchi e i connazionali ammessi al baciamano, al termine
della parte pubblica delle udienze. E, come di consueto, era in piazza
san Pietro anche questa mattina per la prima udienza generale di Benedetto
XVI. Sempre presente quando il defunto pontefice era ricoverato al
Gemelli, gia' dall'intervento all'anca dell'aprile '93, padre Konrad
e' stato il cerimoniere delle visite dei gruppi polacchi sotto le
finestre di papa Wojtyla al Gemelli, durante i ricoveri del primo
febbraio e del 24 febbraio. La sua energia di 69enne in perfetta salute
e' diventata familiare ai telespettatori dei telegiornali, che dall'ospedale
romano raccontavano i ricoveri di Giovanni Paolo II e che vedevano
il domenicano infaticabile, ogni domenica per gli Angelus e ogni mercoledi'
per le mancate udienze generali, portare gruppi di pellegrini polacchi
sotto le finestre del Papa, per fargli sentire la vicinanza della
Polonia. Padre Hejmo e' giunto a Roma nel '79 su incarico dell'allora
primate polacco, Stefan Wyszynski con la responsabilita' di dirigere
il centro ''Corda Cordi'' per l'accoglienza a Roma dei pellegrini
polacchi. Grazie a questa attivita' e' stato vicinissimo ai piu' stretti
collaboratori di papa Wojtyla tra cui anche il segretario personale
mons. Stanislao. La notizia che sono dedicati a padre Konrad 700 pagine
di un fascicolo dell'Istituto polacco contro i crimini nazisti e comunisti,
dove e' schedato come ''Hejmal'' e ''Dominik'' ha gettato nello sconcerto
gli ambienti vaticani che, per il momento, non commentano la notizia.
Anche se un noto ecclesiastico osserva: ''Ci mancava solo questo''.
Le ultime notizie danno padre Hejmo partito precipitosamente da Roma,
a quanto pare in aereo: secondo alcune fonti polacche nella capitale,
per andare in Polonia a difendersi, secondo altri per scappare verso
una meta ignota. Ma interpellato Padre Hejmo ha smentito categoricamente. Le altre notizie sul Papa Benedetto XVI- 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 Le notizie sullla scomparsa di Papa Wojtyla e sul Conclave 1 - 2 - 3- 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12- 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 Le altre notizie di cronaca
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