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Papa Wojtyla è tornato alla Casa del Padre
Papa Giovanni Paolo II, un uomo vissuto per la pace e per gli altri 02/04 Sua Santità Papa Giovanni Paolo II, al secolo Karol
Wojtyla, ha iniziato il suo ultimo viaggio, quello verso la Casa del
Padre. L’inizio della vita per chi crede nella resurrezione
dello Spirito. Alle 21.37 il suo cuore ha cessato di battere ed il
suo forte fisico, forgiato in questi anni dalla sofferenza, ha accettato
l’ultima agonia, l’ultima lunga sofferenza iniziata oltre
ventiquattro ore prima del suo decesso. Una sofferenza iniziata prima
con il ricovero al Gemelli per i primi segnali di una malattia che
lo stava piegando e terminata con l’ultima crisi di giovedì
scorso che lo ha portato alla morte. Un martirio, cesello e gloria
dei martiri santi, iniziato con un collasso e poi seguito dalle varie
conseguenze che il suo corpo ha subito man mano che le ultime ore
di vita lo stavano abbandonando. Sempre lucido, in continua preghiera,
ha annuito e risposto a tutte le domande e sollecitazioni che gli
venivano fatte da coloro che gli stavano accanto. Un piegarsi alla
volontà di Dio con la sua consueta forza e completa dedizione,
nonostante il suo fisico eccezionale, ha lasciato che il fisico si
sottomettesse allo spirito in quella perenne forma, che i cattolici
ben conoscono e praticano, spiegata nelle parole “Sia fatta
la volontà di Dio”. Un padre che lascia la sua famiglia,
la Chiesa, e genera un vuoto incolmabile in tutti coloro che lo vissero
e lo identificarono come il Cristo in terra, rappresentante della
Chiesa, ma soprattutto rappresentante di quella nuova chiesa che nella
sua persona ha saputo cogliere gli importanti elementi del mondo moderno.
Un insieme di tracce che molto distrattamente pochi sono riusciti
a cogliere. Un segno del progetto di Dio che su di lui ha plasmato
un grande cammino. Karol Wojtyla, era un operaio che lavorava in fabbrica,
orfano, ha conosciuto le storture prima del nazismo e poi del comunismo
sovietico che gli hanno formato quella grande forza interiore di rifiuto
verso ogni forma di dittatura. E il progetto divino prende proprio
forma e si estrinseca nel portare Wojtyla a dare un grandissimo contributo
alla caduta della dittatura sovietica. Papa Giovanni Paolo II vive
il quarto di secolo più sconvolgente, dal punto di vista storico,
dell’Europa e degli equilibri mondiali. In questi 27 anni di
pontificato si assiste, difatti, alla caduta delle barriere poste
tra i popoli dalle ideologie politiche. La caduta del muro di Berlino
segna una vera e propria rivoluzione del modo politico e sociale che
si avvicina al terzo millennio cristiano senza quelle divisioni che
tanto hanno fatto soffrire i popoli dell’est. Lui uomo dell’est,
non è un caso che la chiesa lo abbia messo al suo comando,
riesce a dare il suo contributo a rasserenare i popoli. Lui, polacco,
che ha subito le violenze di nazismo e comunismo sovietico direttamente
sulla sua pelle. Innovatore e grande comunicatore, papa Wojtyla, soprannominato
anche come il Papa dei giovani, ha subito un gravissimo attentato
il 13 maggio 1981, giorno della Madonna di Fatima, che avrebbe dovuto
vederlo morire, ad opera di Alì Agca che con colpo di pistola
diretto al cuore lo vede sviato per quel miracolo che la Madonna di
Fatima aveva predetto nell’ultimo dei suoi tre misteri, puntualmente
verificatisi. La sua morte che segue, tra l’altro, la morte
di suor Lucia, una delle tre sorelle che ha ricevuto i messaggi della
Madonna. Casualità? Una fede che si incrocia con gli eventi.
Nota la sua dedizione alla Madonna per cui coniò il motto “Totus
tuus”. La realtà che i pochi occhi dei “chiamati”
sanno riconoscere e che ha lasciato i segni evidenti dei fatti. Papa
Wojtyla, il papa viaggiatore è il Pontefice che ha fatto più
viaggi di tutti i suoi predecessori portando in ogni angolo di mondo
la parola del Vangelo di Cristo. Ma Papa Wojtyla non si limita a portare
e raccontare la parola di Cristo, ma la pratica assiduamente riconoscendo
addirittura le colpe di una Chiesa che molte volte si è mossa
come Stato-Impero che ha imposto scelte a popoli portando loro sofferenza.
Di questo ha chiesto scusa più volte portando direttamente
la sua personale testimonianza, lui che della Chiesa è stato
il suo portavoce, il Cristo in terra, nel mondo. Papa Wojtyla ha anche
sfoltito molte procedure della Chiesa snellendo procedure e aprendo
la Chiesa ai laici. Grande la sua opera nel portare agli onori degli
altari, moltissimi nuovi santi. Un Papa vissuto per la pace che ha
sempre cercato i giovani e agli stessi giovani si è legato
indissolubilmente organizzando i primi raduni mondiali della gioventù
cattolica e a cui ha aperto e spalancato i portoni, e talvolta arrugginiti,
della Chiesa, convinto che nei giovani sta il futuro del mondo. A
loro dedica tantissime energie. Ogni due o tre anni milioni di ragazzi
si radunano in nazioni diverse del mondo insieme a lui. Un grande
uomo che ha portato l’esperienza di un “lavoratore”
nel mondo dello spirito. Un grande acquisto che lo Spirito Santo ha
portato nel momento in cui la Chiesa aveva bisogno di ricollegarsi
ad una realtà che sta sempre più scivolando fuori dai
canoni del rispetto, della pace, della fraternità che sta avvelenando
il mondo dei giorni nostri. Un uomo vissuto per la pace che ha lasciato
questo mondo, non a caso, nello stesso girono in cui morì San
Francesco di Paola, un altro grande uomo vissuto solo per gli altri.
E così questa sera oltre centomila persone presenti in piazza
San Pietro gli hanno tributato un lungo applauso seguito da un assordante
silenzio a sottolineare la scomparsa si un uomo unico ed eccezionale
che ha dedicato la sua vita, solo per gli altri. Viene dato l'annuncio a piazza San Pietro
Gli ultimi momenti di vita di Giovanni Paolo II 02/04 Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquín
Navarro-Valls, ha rilasciato questa notte ai giornalisti la seguente
dichiarazione: "Il Santo Padre e' deceduto questa sera alle ore
21.37 nel Suo appartamento privato. Alle ore 20 era iniziata la celebrazione
della Santa Messa della festa della Divina Misericordia nella stanza
del Santo Padre, presieduta da S.E. Mons. Stanislaw Dziwisz con la
partecipazione del Cardinale Marian Jaworski, di S.E. Mons. Stanislaw
Rylko e di Mons. Mieczyslaw Mokrzycki. Nel corso della Santa Messa
e' stato amministrato a Giovanni Paolo II il Santo Viatico e, ancora
una volta, il Sacramento dell'Unzione degli Infermi. Le ultime ore
del Santo Padre sono state caratterizzate dalla ininterrotta preghiera
di tutti coloro che lo assistevano nel pio transito e dalla corale
partecipazione in preghiera delle migliaia di fedeli raccolti da molte
ore nella Piazza San Pietro. Al momento del decesso di Giovanni Paolo
II, erano presenti i due Segretari personali del Santo Padre: l'Arcivescovo
Stanislaw Dziwisz e Mons. Mieczyslaw Mokrzycki; il Cardinale Marian
Jaworski; l'Arcivescovo Stanislaw Rylko; P. Tadeusz Styczen; le tre
Suore polacche Ancelle del Sacro Cuore di Gesu', che prestano servizio
nell'Appartamento, guidate dalla loro Superiora Sr. Tobiana Sobódka;
il Medico personale del Papa, Dr. Renato Buzzonetti, con i due medici
di guardia: Dr. Alessandro Barelli e Dr. Ciro D'Allo, e i due infermieri
di guardia. Subito dopo e' giunto il Cardinale Segretario di Stato,
Angelo Sodano; il Camerlengo di Santa Romana Chiesa, Card. Eduardo
Martínez Somalo; il Sostituto alla Segreteria di Stato, Arcivescovo
Leonardo Sandri, il vice-Camerlengo, Arcivescovo Paolo Sardi. "Sono
poi giunti il Cardinale Joseph Ratzinger, Decano del Collegio Cardinalizio
e il Cardinale Jozef Tomko. Domenica mattina, Domenica della Divina
Misericordia, alle ore 10.30, sara' celebrata in Piazza San Pietro
una Santa Messa di suffragio per il Papa, presieduta dal Cardinale
Angelo Sodano. Alle ore 12 sara' recitato il Regina Coeli, preghiera
mariana del tempo pasquale. Si prevede che la traslazione della Salma
del defunto pontefice nella Basilica Vaticana avverra' non prima di
lunedi' pomeriggio, 4 aprile. La prima Congregazione generale dei
Cardinali si terra' lunedi' 4 aprile, alle ore 10.00, nella Sala Bologna
del Palazzo Apostolico".
Il Cardinal Szola Gli adempimenti dopo la morte del Papa Alla morte del Papa, come ricorda il comunicato di Navarro, ''si
sono messe in moto tutte le procedure previste nella Costituzione
'apostolica 'Universi apostolici gregis'''. Ricevuta la notizia della
morte del Papa, il camerlengo deve accertarla ufficialmente, alla
presenza del maestro delle celebrazioni liturgiche e del segretario
e cancelliere della Camera apostolica. Questi compila il documento
o atto autentico di morte. Il camerlengo, apposti i sigilli alla camera
e allo studio del papa, comunica il decesso al vicario di Roma, che
ne informa con una speciale notifica il popolo di Roma. Il portone
di bronzo viene chiuso a meta' e le campane di san Pietro suonano
rintocchi a martello. Terminata la ricognizione della salma questa
viene composta dai medici e rivestita dei paramenti pontifici: la
mitria bianca sul capo, la ''casula'', cioe' il mantello che si usa
per le celebrazioni della Messa, di colore rosso che e' il colore
di lutto dei papi, e il pallio, una striscia di lana bianca con croci
nere, simbolo di dignita'. Si dispone poi l'esposizione del corpo
all'omaggio dei fedeli, che si protrae per tre giorni e in genere
avviene nella Basilica di San Pietro. Nessuno puo' fotografare il
corpo del pontefice defunto, a meno che non abbia il permesso del
camerlengo. Questi potra' concedere di fotografare il corpo a titolo
di documentazione, ma solo se questo sara' rivestito degli abiti pontificali.
Se il Papa non e' morto a Roma, come e' accaduto in questo secolo
per Pio XII e Paolo VI, entrambi deceduti a Castelgandolfo, il collegio
dei cardinali deve predisporre la traslazione della salma in Vaticano.
In entrambi i casi i cortei funebri sostarono fuori della basilica
di san Giovanni in Laterano, cattedrale di Roma, per ricevere l'omaggio
del popolo e del clero romano. Sono i cardinali a celebrare i Novendiali,
cioe' le esequie in suffragio dell'anima del pontefice defunto, che
si protraggono per nove giorni. E il collegio cardinalizio, cui compete
il governo corrente della Chiesa nel periodo di interregno, decide
il momento in cui spezzare ''l'anello del pescatore'', cosi' detto
perche' rappresenta l'apostolo Pietro e il sigillo di piombo utilizzato
per la spedizione delle lettere apostoliche. I funerali, solenni,
avvengono in genere tre giorni dopo la morte, e i tecnici dell'istituto
di medicina legale dell'universita' di Roma sono incaricati di verificare
lo stato di conservazione del corpo. A tale scopo, in passato, il
corpo veniva svuotato degli organi interni per rendere piu' duratura
l'imbalsamazione. I 'precordi' dei papi venivano conservati in speciali
anfore, depositate nella chiesa dei santi Anastasio e Vincenzo accanto
a Fontana di Trevi. Ancora oggi ci sono i precordi di ben 22 Papi,
da Sisto V morto nel 1390 a Leone XIII deceduto nel 1903. Pio X aboli'
questa usanza. Vari sistemi di conservazione furono successivamente
provati e ancora si ricordano gli svenimenti vicino al corpo di Pio
XII, a causa dell'odore della decomposizione del corpo sul quale era
fallito il tentativo di conservazione. Che invece riusci' per papa
Giovanni. La ''Missa poenitentialis'', cioe' il funerale, viene celebrato
in san Pietro, presenti anche delegazioni di Stato di tutto il mondo.
Le spoglie mortali del papa, vengono chiuse in una triplice cassa
(una di cipresso, una di piombo e una di noce), e tumulate nelle grotte
vaticane. Questo e' quanto previsto, ma per tutto cio' che riguarda
il proprio corpo, dal modo al luogo della sepoltura, i papi possono
pero' disporre diversamente: cosi' Paolo VI volle essere sepolto nella
nuda terra e alcuni papi decisero di non farsi seppellire nelle grotte
vaticane. Il primo fu S. Martino I Santo, morto a Cherson (Crimea),
e sepolto a Roma, a S. Martino dei Monti. Adriano II, anch' egli santo,
morto presso Modena, nel settembre 885, giace nell' abbazia di Nonantola
(MO). Silvestro II, in carica fino al 12 maggio 1003, giace, a Roma,
ma nella basilica lateranense. Damaso II, al secolo ''Poppone'', defunto
il 9 agosto 1048, a Palestrina fu tumulato, a Roma in S. Lorenzo fuori
le mura. Il tedesco Vittore II mori' il 28 luglio 1057 in Arezzo,
ma fu sepolto in S. Maria Rotonda a Ravenna. Stefano IX, ovvero Federico
di Lorena, fu sepolto a S. Reparata in Firenze, la citta' dov' era
morto il 29 marzo 1057. Pio IX, morto il 7 febbraio 1848 - dopo 32
anni di pontificato - e' in S. Lorenzo fuori le mura. L' ultimo a
non scegliere le grotte vaticane per la sepoltura e' stato Leone XIII,
Innocenzo Gioacchino dei conti Pecci, morto il 20 luglio 1903, 83enne,
e sepolto, a Roma, nella basilica del Laterano. Dopo la sepoltura
del papa e durante l'elezione del nuovo, non puo' essere abitato nessun
ambiente del suo appartamento privato. Se il defunto ha fatto testamento
e nominato un esecutore testamentario, questi dovra' eseguire il mandato
e renderne conto al nuovo papa.
La notizia della morte anche su palmare e sms La tecnologia informatica e' davvero entrata nei Sacri Palazzi. Non erano passati che pochi minuti dalla morte del Pontefice che gia' il breve comunicato del portavoce vaticano Navarro era, in forma di Sms, sui palmari noleggiati dalle agenzie di stampa grazie ad un accordo di un gestore di telefonia mobile con la stessa sala stampa vaticana. Fino a poche ore prima del decesso del Papa, il portavoce Navarro non era convinto di usare questo sistema per una notizia di tale portata. Tanto da aver disposto anche per questa sera l'apertura notturna della sala stampa della Santa Sede, per evitare una metodica certamente efficiente ma troppo "fredda". Di questa sua predilezione per la modalita' consueta di annuncio, Navarro, del resto, aveva messo al corrente i giornalisti nel briefing mattutino. In ogni caso alla fine e' stata una trasmissione televisiva a vincere la "gara" rendendo noto all'opinione pubblica la tragica notizia.
Piazza San Pietro affollatta e in silenzio dopo l'annucio della morte del Papa I funerali ed il conclave Dopo l’esposizione della salma del Papa nella Basilica Vaticana, a disposizione per tre giorni della devozione e del “pellegrinaggio” ininterrotto dei fedeli, è il collegio cardinalizio a celebrare i “Novendiali”, cioè le solenni esequie del Papa, che durano nove giorni consecutivi – stabilisce il Codice di diritto canonico - ed il cui inizio va fissato in modo da rendere possibile la tumulazione “tra il quarto e il sesto giorno” dopo la morte del Santo Padre. Durante il periodo di “sede vacante”, il governo della Chiesa passa al camerlengo e al collegio cardinalizio: ma solo per l’ordinaria amministrazione, perché nessuno può “sostituire” il Papa, il cui “potere assoluto” viene da Dio. Le norme del Codice di diritto canonico sulla “sede vacante” (cioè sul periodo tra la mote di un Papa e l’elezione del successore) riguardano, infatti, solo gli “affari correnti” e lo svolgimento del Conclave, che deve essere convocato dopo non meno di 15 e non più di 20 giorni dalla data della morte del Pontefice. È stato lo stesso Giovanni Paolo II, con la costituzione apostolica “Universi dominici gregis”, a fissare le regole per il periodo della “sede vacante”: alla morte del Santo Padre, stabilisce il documento redatto dal 1996 dal Papa, decadono tutti i capi dei dicasteri della Curia, ad eccezione del cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa, il card. Eduardo Martinez Somalo, del penitenziere maggiore, card. James F.Stafford, e del vicario generale per la diocesi di Roma, card. Camillo Ruini. A “governare” la situazione degli affari interni e di quelli esterni della Chiesa restano in carica il sostituto della Segreteria di Stato, mons. Leonardo Sandri, e il “ministro degli esteri”, mons. Giovanni Lajolo. Attualmente sono 117 i cardinali elettori, più uno “in pectore” finora non rivelato da Giovanni Paolo II; 41 “porpore” vengono dall’Europa, 27 dalla Curia romana, 26 dall’America, 12 dall’Africa, 9 dall’Asia, 2 dall’Oceania. L’elenco dei Cardinali Il cardinale Joseph Ratzinger, decano del Collegio cardinalizio,
ha già provveduto a notificare ai 117 cardinali che parteciperanno
al conclave la convocazione formale. E' quanto si apprende da un'autorevole
fonte. L'atto previsto dalla Costituzione apostolica Universi Dominici
Gregis è stato effettuato poco dopo il decesso del Papa, avvenuto
alle 21.37. Sono 117 i cardinali che hanno i requisiti per entrare
nel prossimo conclave come elettori. Si tratta, infatti, dei porporati
che ancora non hanno compiuto gli 80 anni, limite d'eta' voluto da
Paolo VI nel 1970. Ecco l'elenco completo, in ordine di eta', con
la data di nascita e la nazione di provenienza. Tutte le finestre illuminate dopo la morte del Papa L’ultimo bollettino prima di morire "Vi ho cercato. Adesso voi siete venuti da me. E vi ringrazio".
Questa la frase – pronunciata "a più riprese"
e dunque "ricostruita" – che il Papa ha rivolto ai
giovani, radunatisi in gran numero in piazza S. Pietro, sotto la sua
finestra, nel corso del rosario di preghiera guidato ieri sera da
mons. Comastri. A riferirlo è stato il direttore della sala
stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls, nel briefing di metà
mattinata con i giornalisti, presso la sala stampa vaticana. Il portavoce
vaticano ha esordito soffermandosi sulle condizioni di salute del
Santo Padre, "aggiornate alle ore nove di questa mattina".
"Le condizioni generali, cardio-respiratorie e metaboliche del
Santo Padre – ha reso noto Navarro – si mantengono sostanzialmente
invariate e pertanto gravissime. Dall’alba di oggi – ha
aggiunto – è stata osservata un’iniziale compromissione
dello stato di coscienza. Stamane, alle ore 7.30, è stata celebrata
la Santa Messa alla presenza del Papa". Poi il riferimento al
rosario in piazza S. Pietro: "Nella serata di ieri – ha
dichiarato il portavoce vaticano – probabilmente il Papa aveva
in mente i giovani da Lui incontrati in tutto il mondo lungo i percorsi
del suo pontificato. Sembrava far riferimento ad essi quando, dalle
sue parole, in più riprese, si è potuta ricostruire
la seguente frase: ‘Vi ho cercato. Adesso voi siete venuti da
me. E vi ringrazio" le lacrime dei fedeli a San Pietro I funerali dureranno nove giorni "Dopo la morte del Romano Pontefice, i Cardinali celebreranno
le esequie in suffragio della sua anima per nove giorni consecutivi".
Lo stabilisce l'"Ordo exsequiarum Romani Pontificis", le
cui norme sono state confermate nel 1996 proprio da Giovanni Paolo
II con la Costituzione Apostolica "Universi Dominici Gregis".
"Appena ricevuta la notizia della morte del Sommo Pontefice -
recita il documento - il Camerlengo di Santa Romana Chiesa (attualmente
e' lo spagnolo Eduardo Martinez Somalo) deve accertare ufficialmente
la morte del Pontefice alla presenza del Maestro delle Celebrazioni
Liturgiche Pontificie (che e' l'arcivescovo italiano Piero Marini),
dei Prelati Chierici, del Segretario e Cancelliere della stessa Camera
Apostolica, il quale compilera' il documento o atto autentico di morte".
Il Camerlengo deve, inoltre, "apporre i sigilli allo studio e
alla camera del medesimo Pontefice, disponendo che il personale abitualmente
dimorante nell'appartamento privato vi possa restare fino a dopo la
sepoltura del Papa, quando l'intero appartamento pontificio sara'
sigillato". E' ancora compito del Camerlengo comunicare la morte
del Papa al Cardinale Vicario per l'Urbe (attualmente e' Camillo Ruini),
il quale a sua volta "ne dara' notizia al Popolo Romano con speciale
notificazione"; e analoga comunicazione andra' data al Cardinale
Arciprete della Basilica Vaticana. Quindi il Camerlengo prendera'
possesso del Palazzo Apostolico Vaticano e, personalmente o per mezzo
di un suo delegato, dei Palazzi del Laterano e di Castel Gandolfo,
ed esercitarne la custodia e il governo; stabilira', "uditi i
Cardinali Capi dei tre Ordini, tutto cio' che concerne la sepoltura
del Pontefice, a meno che questi, da vivo, non abbia manifestato la
sua volonta' a tale riguardo; curare, a nome e col consenso del Collegio
dei Cardinali, tutto cio' che le circostanze consiglieranno per la
difesa dei diritti della Sede Apostolica e per una retta amministrazione
di questa". Da parte sua, il Decano del Collegio dei Cardinali
(attualmente il tedesco Joseph Ratzinger), "appena il Cardinale
Camerlengo o il Prefetto della Casa Pontificia lo avra' informato
della morte del Pontefice, ha il compito di darne notizia a tutti
i Cardinali, convocando costoro per le Congregazioni del Collegio".
Inoltre, il Decano comunichera' la morte del Pontefice al Corpo Diplomatico
accreditato presso la Santa Sede ed "ai Capi supremi delle rispettive
Nazioni". La "Universi Dominici Gregis" stabilisce
anche che "a nessuno e' lecito riprendere con alcun mezzo immagini
del Sommo Pontefice sia infermo a letto sia defunto, ne' registrarne
con alcuno strumento le parole per poi riprodurle", mentre "se
qualcuno, dopo la morte del Papa, vorra' farne delle fotografie a
titolo di documentazione, dovra' chiederlo al Cardinale Camerlengo
di Santa Romana Chiesa, il quale, pero', non permettera' che siano
eseguite fotografie al Sommo Pontefice se non rivestito degli abiti
pontificali". I diritti del Papa defunto vengono tutelati dal
documento anche con l'indicazione che "dopo la sepoltura del
Sommo Pontefice e durante l'elezione del nuovo Papa, nessun ambiente
dell'appartamento privato del Sommo Pontefice sia abitato". E
se "il defunto Sommo Pontefice ha fatto testamento delle sue
cose, lasciando lettere e documenti privati, ed ha designato un proprio
esecutore testamentario, spetta a costui stabilire ed eseguire, secondo
il mandato ricevuto dal testatore, cio' che concerne i beni privati
e gli scritti del defunto Pontefice". Tale esecutore "rendera'
conto del suo operato unicamente al nuovo Sommo Pontefice". Quanto
invece ai diritti propri della Sede Apostolica, il documento ne affida
la tutela al Camerlengo di Santa Romana Chiesa, che "in periodo
di Sede Vacante, ha il compito di curare e amministrare i beni e i
diritti temporali della Santa Sede, con l'aiuto dei tre Cardinali
Assistenti, premesso, una volta per le questioni meno importanti,
e tutte le volte per quelle piu' gravi, il voto del Collegio dei Cardinali". Tutti sgomenti i fedeli presenti
La messa del Cardinal Sodano alle 10.30 ''Domenica mattina alle ore 10.30 il cardinal Sodano celebrera' la
Santa messa per ricordare insieme il nostro amatissimo Papa''. Lo
ha detto il cardinale Edmund Szola, presidente del Governatorato del
Vaticano, che questa sera guidava in piazza San Pietro il rosario
per Giovanni Paolo II, che si era appena concluso e a cui avevano
partecipato circa 100mila persone. La campana di San Pietro suona a martello
Campane a morto per il Papa in tutta la Calabria. Messaggi dai Vescovi Nunnari e Mondello Le campane di molte chiese calabresi hanno cominciato a suonare a morto non appena si e' diffusa la notizia del decesso di Papa Giovanni Paolo II. Molte persone si sono riversate spontaneamente per strada per vivere in comunita' un momento che tutti attendevano ma che ha creato comunque sconcerto e dolore. Tra i primi a commentare la notizia della morte del Papa e' stato mons. Vittorio Mondello, arcivescovo di Reggio Calabria e presidente della Conferenza episcopale calabra. ''E' significativa questa morte cosi' serena del Papa - ha detto - vissuta con piena coscienza fin quasi agli ultimi momenti e vissuta nella serenita'. E' una grande predica che il Papa ci fa, quella di sa per vivere, ma anche quella di saper affrontare le sofferenze e la morte stessa. Una predica che ci da' con la sua vita e con la sua morte''. Mons. Mondello ha riferito anche che quella delle campane suonate a morto e' stata una iniziativa spontanea dei parroci. ''Anche qui al Duomo - ha spiegato - e' successo lo stesso. Mi ha chiamato il parroco ed io l' ho autorizzato a dare l' annuncio alla citta'. E la stessa cosa, da quanto mi risulta, sta succedendo in tutta la Calabria''. L' arcivescovo di Cosenza, Mons. Salvatore Nunnari ha sottolineato come la chiesa cosentina ''vive quest' ora di dolore confortata dalla fede nel Signore risorto e dalla memoria viva del padre che, prima di allontanarsi da noi, ci ha ancora arricchito con la testimonianza della sua vita, offerta per la Chiesa fino all' ultimo gemito. Dopo che per anni Giovanni Paolo II ha parlato al cuore di ogni uomo - ha aggiunto - il silenzio degli ultimi giorni e' stato parola eloquente che resta impressa nel profondo della coscienza. La nostra Chiesa ha vivo il ricordo della sua visita nell' ottobre del 1984, quando egli, proprio a Cosenza, ebbe a dire: 'Apprezzo le vostre doti di fortezza, di fierezza, di gentilezza. Terra forte, la Calabria, che, nonostante un complesso di fatti negativi accumulati dalle circostanze e dagli uomini, ha saputo resistere e andare avanti con pazienza, operosita' e dignita''. Queste parole risuonano oggi nel nostro cuore come il testamento di Giovanni Paolo II per i calabresi''. Per l' arcivescovo di Catanzaro, mons. Antonio Ciliberti, Giovanni Paolo II e' stato ''un padre, un fratello, un maestro insuperabile. Avvertiamo l' insopprimibile bisogno di dire grazie al Papa per quello che e' stato, per quello che e' e per quello che ha fatto''. Il Vescovo di Mileto Cortese. “Grazie a Dio per averlo scelto” ''Il vescovo, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i fedeli tutti
della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea seguono con apprensione ed
in spirito di fede le notizie riguardanti le condizioni del Santo
Navarro Valls denuncia l’arresto di due Vescovi in Cina La sala stampa della Santa Sede ha reso noto oggi altre 5 tra rinunce
e nomine: le nomine riguardano due nuovi nunzi, in Salvador e Panama,
mentre le rinunce (con le rispettive nomine dei successori) sono quelle
dell’arcivescovo di Zaragoza, in Spagna, e dell’ordinario
per gli armeni cattolici dell’Europa orientale. Sempre oggi,
il portavoce Joaquin Navarro Valls ha comunicato che in Cina due vescovi
e un laico sono stati arrestati, ed un sacerdote è stato "fermato".
"Giunge notizia che mercoledì, 30 marzo scorso –
ha detto il portavoce vaticano - il revedendo Tommaso Zhao Kexiun,
della diocesi di Xuanhua nella provincia di Hebei (Cina Continentale),
è stato fermato dalla polizia mentre tornava da un funerale.
Non si sa dove egli sia, né si conosce il motivo del fermo.
Anche il vescovo della medesima diocesi, l’85enne mons. Filippo
Pietro Zdhao Zhedong, è stato arrestato il 3 gennaio del corrente
anno e viene detenuto nella città di Jiangjiakou". Domenica
delle Palme, il 20 marzo scorso, "le forze di sicurezza nazionale
hanno portato via mons. Giacomo Lin Xili, di 86 anni, vescovo di Wenzhou,
nella provincia di Zhejiang. Non si conoscono i motivi dell’arresto".
Sempre nella diocesi di Wenzhou, due giorni dopo – ha concluso
Navarro – "è stato similmente detenuto Gao Xinyou,
collaboratore nella pastorale dei laici nella zona di Longgang".
In lacrime per il Papa Wojtyla Cardinale a soli 47 anni Wojtyla conseguì il suo primo dottorato a Roma con una tesi
sul pensiero di San Giovanni della Croce, un mistico carmelitano del
XVI secolo al quale si è sempre sentito particolarmente legato
per la profondità spirituale e di pensiero. Terminati gli studi
in Italia fece ritorno in Polonia per lavorare in una piccola parrocchia
di Cracovia anche se su invito dei superiori non abbandonò
mai gli studi filosofici frequentando, anzi, l'università per
approfondire il pensiero di Martin Buber, Gabriel Marcel e Max Scheler.
Dal 1952 al 1958 fu insegnante di etica sociale al seminario di Cracovia.
Nel 1956 gli fu assegnata la cattedra di filosofia all'università
di Lublino. In questo periodo, con lo pseudonimo Znack, compose due
cicli di poesie intitolati "La cava di pietra", "Profili
di Cireneo" ed il dramma "La bottega dell'orefice"
portato poi in scena nel 1988. Pio XII nel 1958 lo volle nominare
vescovo ausiliare di Cracovia. Aveva solo 38 anni ed era il più
giovane presule polacco. Poco dopo prese parte ai lavori del Concilio
Vaticano II con numerosi interventi destinati, in futuro, a diventare
punti centrali del suo Magistero in materia di famiglia, ecumenismo,
dignità della persona, valorizzazione dell'attività
dei laici. Gli interventi lo misero in luce tra i padri conciliari
e gli valsero un seggio nel gruppo di consulenza per la revisione
dello 'Schema 13', la futura costituzione pastorale "Gaudium
et Spes". Nel 1963 Montini lo designò arcivescovo di Cracovia:
un ruolo importante e difficile per il contesto, ma in cui Wojtyla
rivelò tutte le sue qualità politiche di contrasto all'azione
repressiva della dittatura comunista. Con coraggiose prese di posizione
arrivò a sfidare sempre più apertamente il regime di
Varsavia. Nel 1967 a soli 47 anni fu fatto cardinale: era la 'berretta
rossa' più giovane di tutto il collegio cardinalizio. Wojtyla
era divenuto un punto di riferimento costante per la Chiesa in Polonia
dopo il cardinale Wyszynski. Nemico del consumismo, si contrappose al materialismo Riassumere il cammino che Papa Wojtyla ha percorso non è impresa
facile per l'intensità dei gesti, delle parole, dei fatti che
si sono succeduti in tanti anni di governo. Se è vero che Giovanni
Paolo II ha combattuto il comunismo in Polonia, è anche vero
che come nessun altro Papa si è contrapposto all'Occidente,
al suo materialismo, al suo egoismo, al suo relativismo etico. Molti
lo hanno definito il Papa del terzo mondo, colui che ha cercato di
spingere l'Occidente ricco a disciplinare il libero mercato, a canalizzare
la globalizzazione in un severo schema di valori etici. Per certi
versi anche un Papa no-global, non pregiudizialmente contro la globalizzazione,
ma assertore del principio che il fenomeno dovesse essere governato
per non trasformarlo in una nuova forma di colonialismo. Wojtyla ha
denunciato con forza i mali del capitalismo selvaggio. Il mercato,
diceva, va ordinato poichè non può essere l'unico e
supremo regolatore della vita economica e dei processi finanziari.
L'attenzione verso l'uomo deve essere sempre collocata al centro.
La difesa della dignità umana ha assunto nella predicazione
di Giovanni Paolo II un punto centrale vincolante. Egli ha scorto
nel futuro dell'Occidente il pericolo dalla secolarizzazione, del
conseguente impoverimento spirituale e dalla ricerca spasmodica dei
successi effimeri e materiali. La condanna al consumismo è
stata una costante del Magistero wojtyliano sia perché provocava
la caduta del senso religioso sia perché si trasformava in
relativismo etico. A questi temi ha rivolto importanti encicliche
sociali, tra cui la "Solleitudo rei socialis" e la "Centesimus
Annus". Quest'ultima pubblicata il primo maggio 1991 rappresenta
il più alto manifesto wojtyliano per "una società
libera e onesta". Ciò che avvertiva di pericoloso era
l'avvento di un'ideologia laicista che minava alla base la libertà.
Le democrazie, argomentava, non possono ignorare i propri fondamenti
morali e culturali, poiché alla fine saranno erose dall'interno:
"Se non esiste nessuna verità ultima la quale guida e
orienta l'azione politica -scriveva-, allora le idee e le convinzioni
possono facilmente essere strumentalizzate per fini di potere".
Per Giovanni Paolo II una democrazia "senza valori" si sarebbe
convertita "facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo". Il primo pontefice ad aver parlato in terra islamica. Timori per lo scontro tra civiltà Karol Wojtyla già nel 1991, con la Guerra del Golfo, ha visto
stagliarsi all'orizzonte il pericolo di uno scontro tra civiltà.
Da allora fino all'attacco preventivo anglo-americano contro Saddam,
nel marzo del 2003, ha intrapreso una politica di 'appeasement' e
di dialogo verso l'Islam. Il timore di un rischioso deterioramento
dei rapporti tra mondo islamico e mondo occidentale lo avvertì
fortissimo con l'11 settembre. In quell'occasione invocò giustizia
e perdono, spinse sull'acceleratore dei rapporti con l'Islam moderato,
deplorando il terrorismo di matrice religiosa e facendosi promotore
il 24 gennaio 2002, di un incontro interreligioso di preghiera ad
Assisi. Iniziativa analoga la aveva già organizzata - sempre
ad Assisi - nel 1986. Davanti ad un mondo sull'orlo del baratro, ferito
da conflitti combattuti nel nome delle religioni, ecco che il Papa
non esitava a farsi portatore di un clamoroso gesto di pace chiedendo
alle fedi di non farsi strumentalizzare il nome di Dio. E' stato il
primo successore di Pietro a cui è stato concesso di parlare
in terra islamica, davanti a una grande folla. Nel 1985 su invito
di re Hassan del Marocco ha pronunciato parole di pace e di dialogo
davanti a 80 mila giovani musulmani nello stadio di Casablanca. Ha
incoraggiato l'allacciamento delle relazioni diplomatiche tra la Santa
Sede e molti Paesi musulmani. Nel 2001 è stato il primo Papa
ad entrare in una moschea, quella di Damasco. Il luogo più
santo dopo Medina, La Mecca e Gerusalemme. Nel corso della sua missione
ha toccato decine e decine di Paesi a maggioranza islamica, l'ultimo
dei quali è stato l'Azerbaigian, nel maggio del 2002, il primo
Paese a maggioranza sciita mai visitato. Il rapporto coi leader musulmani
è stato caratterizzato dalla ricerca del reciproco rispetto
e nella condivisione di un impegno comune sul fronte della pace. E
questo nonostante che in molti Paesi (Sudan, Indonesia, Pakistan,
Nigeria) le comunità cattoliche continuino a subire pesanti
persecuzioni. Durante la guerra in Iraq, nel marzo del 2003, il Papa
ha Ciampi ha mandato un messaggio al Cardinale Ratzinger Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha inviato al
Decano del Sacro Collegio Cardinalizio, Cardinale Joseph Ratzinger,
il seguente messaggio: ''La scomparsa di Sua Santita' Giovanni Paolo
II e' un lutto per l'Italia e per l'intera comunita' internazionale.
Egli ha comunicato speranza e fiducia al mondo. Ha scolpito le coscienze
con i valori etici che danno dignita' alla vita degli individui e
ad ogni societa' umana. Avverto, con tutti gli Italiani, un profondo
dolore. E' forte in me il ricordo degli intensi colloqui avuti con
Lui. In questo momento di profonda commozione, il pensiero va allo
straordinario contributo dato dal Sommo Pontefice al superamento della
divisione tra est ed ovest, al Suo strenuo impegno per un ordine mondiale
sorretto da principi ed obiettivi di pace, al Suo infaticabile apostolato
in ogni angolo della terra in sostegno di una migliore condizione
umana. La mia visita di Stato in Vaticano, nell'autunno del 1999,
si svolse nell'imminenza dello straordinario evento dell'Anno Santo
con cui Giovanni Paolo II volle risvegliare le coscienze per affrontare,
in spirito di fratellanza, i problemi del nuovo secolo. Negli anni
del Suo Pontificato, i rapporti tra l'Italia e la Santa Sede hanno
continuato a svilupparsi in modo costruttivo, rafforzati dalla rispondenza
che gli alti ideali della Chiesa Cattolica trovano nella societa'
italiana. L'Italia ricorda con riconoscenza, l'affetto del Santo Padre
per la Nazione italiana, la paterna sollecitudine con cui ne ha seguito
le vicende, la Sua opera quotidiana come Vescovo di Roma. Di recente,
Egli stesso ha voluto fissare la Sua attesa visita al Quirinale per
il prossimo 29 aprile, nel giorno di Santa Caterina da Siena patrona
d'Italia. Giovanni Paolo II ha creduto alla forza dello spirito nell'uomo
e ha testimoniato, con il Suo indomito coraggio e con la serenita'
nella sofferenza, la fortezza che permette di affrontare qualsiasi
ostacolo, di operare per il bene in ogni circostanza. Egli continuera'
a vivere nei nostri cuori, nei sentimenti di gratitudine per il dono
della Sua testimonianza e del Suo esempio. Egli e' stato un vero apostolo
di giustizia e di pace nel mondo intero, al di la' di ogni diversita'
di etnia e di fede religiosa. Con questi sentimenti, certo d'intrerpretare
l'animo del popolo italiano, esprimo a Vostra Eminenza e al Sacro "Il Governo Italiano ha dichiarato tre giornio di lutto nazionale Il Governo Italiano ha dichiarato il lutto nazionale per la durata di tre giorni a partire da domani, domenica 3 aprile, piu' il giorno delle esequie del Santo Padre". E' quanto si legge in una nota di palazzo Chigi. "La presidenza del Consiglio ha altresi' disposto che vengano esposte la bandiera nazionale e quella europea a mezz'asta su tutti gli edifici pubblici del territorio nazionale. Da domani - continua il comunicato della presidenza del Consiglio - saranno i tenute in tutte le Prefetture registri di firme per quei cittadini che intendano manifestare in forma diretta il proprio cordoglio: i registri saranno quindi trasmessi ai vescovi delle diocesi. Il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu - conclude la nota -, ha immediatamente attivato tutte le misure necessarie per garantire le migliori condizioni dell'ordine pubblico e della sicurezza". In Polonia, invece, sono state sei le giornate decretate di lutto nazionale. Bandiere a mezz’asta al Quirinale, al Senato e a Palazzo Chigi Bendiere a mezz'asta nei palazzi della politica per la morte di Giovanni
Paolo II. Le bandiere del Palazzo del Quirinale sono state messe a
mezz'asta in segno di lutto per la morte del Papa. A palazzo Chigi
a Palazzo Madama e Montecitorio, la bandiera tricolore e quella dell'Unione
Europea sono state poste a mezz'asta poco dopo la notizia della scomparsa
del Pontefice. L’America con le bandiere a mezz’asta "Come segno di rispetto per Sua Santità il Papa Giovanni
Paolo II, ordino con l'autorità che mi conferiscono la Costituzione
e le leggi degli Stati Uniti d'America, che la bandiera degli Stati
Uniti sventoli a mezz'asta sulla Casa Binaca, su tutti gli edifici
pubblici, su tutte le basi militari e navali e su tutti i vascelli
del governo federale, nel District of Columbia e in tutti gli Stati
Uniti, i suoi territori e possedimenti, fino al tramonto del giorno
in cui egli verrà seppellito". Così un Proclama
emesso questa sera dal presidente degli Stati Uniti Geoprge W. Bush.
"Inoltre, ordino che nello stesso periodo la bandiera venga fatta
sventolare a mezz'asta in tutte le Ambasciate, legazioni, uffici consolari
ed altre installazioni degli Stati Uniti all'estero, comprese le basi
militari e navali e tutti i vascelli". La salma esposta alle 12, ma solo per la Curia e il copro diplomatico La salma di Giovanni Paolo II sarà esposta domani mattina
alle 12 in Sala Clementina, nel cuore del Palazzo Apostolico. E' quanto
si apprende da una autorevole fonte. L'esposizione per l'estremo omaggio
è riservata alla Curia e al corpo diplomatico. Il messaggio di Ciampi Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ha rilasciato la seguente dichiarazione a reti tv unificate: Gli italiani tutti, io con loro, piangono il Santo Padre, il Papa che abbiamo sentito a noi tanto vicino. Lo abbiamo amato. Lo abbiamo ammirato per la forza delle idee, il coraggio, la passione, la capacita' di trasmettere valori e speranza a tutti noi, soprattutto ai nostri giovani, ai giovani di tutto il mondo. Abbiamo ammirato la Sua la straordinaria apertura al dialogo tra religioni ed etnie. L'Italia e' in lutto. Avverto, come tutti, un profondo dolore. E' forte in me il ricordo dei tanti incontri, dei tanti colloqui. Mia moglie ed io conserveremo per sempre nel cuore la Sua voce, soprattutto i Suoi occhi luminosi e acuti, che ti scavavano nel profondo; il Suo sguardo, carico di affetto, che ti abbracciava prima ancora che Egli alzasse le braccia. Non potro' mai dimenticare momenti straordinari come il raduno di milioni di giovani durante il Giubileo, nell'agosto del 2000, a Tor Vergata. Ne' dimentichero' mai l'emozione che provai quando in una cerimonia ad Assisi, nel gennaio del 2002, il Santo Padre mi offri' di portare la lampada sul tri'pode della pace . Giovanni Paolo II ha segnato la storia. Sara' ricordato come uno di quegli uomini che hanno indicato una strada, di liberta' e di giustizia, e che l'hanno perseguita con tutte le loro forze. In questo momento di profonda commozione, il pensiero va allo straordinario contributo che Egli ha dato al superamento della divisione tra Est ed Ovest, al Suo strenuo impegno per un ordine mondiale sorretto da principi ed obiettivi di pace, al Suo infaticabile apostolato in ogni angolo della terra in sostegno di una migliore condizione umana. Egli ha comunicato speranza e fiducia a tutti noi. Ha scolpito le coscienze con i valori che danno senso e dignita' alla vita delle persone e della societa' umana. Giovanni Paolo II ha creduto nella forza dello spirito e ha testimoniato, con il Suo indomito coraggio e la serenita' nella sofferenza, la fortezza che permette di affrontare qualsiasi ostacolo, di operare per il bene in ogni circostanza. Egli continuera' a vivere nei nostri cuori, nella riconoscenza per la Sua testimonianza, per il Suo esempio. Egli e' stato vero apostolo di pace nel mondo intero. L'Italia, Roma - la Sua Diocesi che si sta riversando in Piazza San Pietro - piangono la perdita di un Padre, di una persona amata. Bush “Il mondo ha perso un paladino della libertà umana” ''La Chiesa cattolica ha perso il suo pastore, il mondo ha perso il campione della liberta' umana, un buono e fedele servitore di Dio e' stato richiamato a casa'': il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, con al fianco la moglie Laura, entrambi in abito scuro, ha ricordato cosi', in una breve dichiarazione alla Casa Bianca, Papa Giovanni Paolo II. Il Pontefice ''e' stato un'ispirazione per milioni di americani e per molti altri in tutto il mondo'', ha detto Bush, che ha disposto le bandiere a mezz'asta alla Casa Bianca e in tutti gli edifici pubblici fino alla tumulazione di Wojtyla, ''ricorderemo sempre l'umile, saggioe intrepido prete che e' diventato uno dei piu' grandi leader morali della storia''. Nel sottolineare come durante tutto il suo Pontificato sia sempre stato ''un testimone della dignita' della vita umana'', il presidente americano ha ricordato come primo Papa polacco nella storiadella Chiesa ''ha lanciato una rivoluzione democratica che si e' diffusa in tutta Europa e ha cambiato il corso della storia''. ''Siamograti a Dio per averci mandato questo uomo - ha concluso il presidente- un figlio di Polonia che e' diventato vescovo di Roma e un eroe dei nostri tempi''. Oltre quello di Bush, tutti i capi di stato, tra i quali Chirac, Putin e Shoereder hanno mandato il loro cordoglio e forti messaggi di riconoscenza verso l'operato del Papa.
Urne aperte indice di insensibilità “Mentre il mondo è in apprensione per l'aggravarsi della
salute del Sommo Pontefice, il ministro dell'Interno italiano ha diffuso
una circolare per comunicare che le elezioni amministrative dovranno
svolgersi regolarmente”. Cosi', in una nota, il Movimento spontaneo
per il non voto definisce la decisione del Ministro dell' Interno
di fare svolgere regolamente domani e lunedi' le operazioni di voto
per le elezioni regionali e comunali. “Riteniamo questo –
prosegue la nota - un provvedimento di insensibilità istituzionale
oltreché lesivo della dignità dei cattolici (e laici),
i quali, in queste drammatiche ore, sono raccolti in preghiera in
rispetto di un Grande Uomo che più volte ha espresso sentimenti
di malcontento verso il mondo politico. Egli ha diffidato la politica
dei mercanti, richiamandola spesso ad affrancarsi da un modello degenerativo
che ha prodotto povertà, sfiducia e abbandono. I moniti e gli
appelli continui che il Vicario di Cristo, Giovanni Paolo II, ha rivolto
al mondo politico debbono essere motivo di riflessione e di sprono
per una missione precisa: moralizzare la politica, la quale deve operare
per il bene supremo della Società, lasciando da parte interessi
e sterili personalismi. Il suo insegnamento ha profondamente segnato
le coscienze in tutto il mondo e speriamo che questi siano assimilati
dal mondo politico. Preghiamo affranti per il Santo Padre, ma non
possiamo accettare che questo momento di sofferenza e commozione venga
'turbato' (e strumentalizzato) dalla presenza degli accattoni del
voto. Il ministro dell'Interno, avrebbe fatto bene a rimandare l'appuntamento
elettorale rispettando il dolore di milioni di persone.” Pisanu: “Si possono sospendere le partite, le elezioni no” ''Le partite di calcio si possono sospendere, le elezioni no. Come
Ministro dell'Interno, non ho mai avuto la benche' minima esitazione
sulla necessita' di farle svolgere regolarmente alla data prestabilita
e, per la verita', ho trovato subito il pieno consenso del Presidente
del Consiglio, dei colleghi e dell'intera opposizione. Il dolore per
il Santo Padre non puo' in alcun modo distrarci dai nostri doveri
di cittadini'': e' quanto dichiara il Ministro dell'Interno Giuseppe
Pisanu, in una intervista ad Avvenire. ''Penso anzi - prosegue - che
disertando le urne faremmo torto al Suo insegnamento. Egli infatti
ci ha sempre esortati all'impegno civile e ci ha educato alla democrazia
ed alla liberta'''. ''In questo caso, in queste circostanze - sottolinea
ancora il Ministro - andare a votare e' per i cattolici un dovere
piu' forte delsolito. Ovviamente, ognuno voti come crede, ma non faccia
mancare il suo personale contributo nella scelta dei futuri governanti
delle Regioni, delle Province e dei Comuni interessati dalle consultazioni''. Morcellini: “Un rivoluzionario della comunicazione” ''Papa Wojtyla e' stato un grande comunicatore che ci ha impartito
una lezione storica. Un Papa che ha operato una vera e propria rivoluzione
adoperando la comunicazione per portare la Chiesa nella storia e nella
vita degli uomini''. Lo ha detto Mario Morcellini, preside della facolta'
di Scienze della comunicazione dell' universita' La Sapienza, intervenendo
a Reggio Calabria ad un dibattito organizzato dalla sezione scout
del Corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani.
Morcellini, autore del saggio ''Il Papa dei gesti'', ha sostenuto
che ''e' di assoluto rilievo la lunga vicenda drammatica vissuta da
Giovanni Paolo II, che ha usato la comunicazione per sdoganare la
religione e portarla nella vita di tutti noi. E' entrato nel cuore
dei giovani perche' ha ripristinato la comunicazione, non mostrando
piu' e solo una visione ieratica della Chiesa, non indicando le mete
ma incarnandole. Siamo stati colpiti dalla sua volonta' di comunicare
in qualunque momento della vita, prima in forma potente, diremmo spettacolare,
e poi anche con la smorfia del dolore fisico''. La Rai sospende le trasmissioni sportive e di colore Per la morte del Papa la Rai ha deciso di non trasmettere dal Bahrein la gara di Formula 1. Non ci sara' quindi la diretta su Raidue, come era stato infine concordato con il patron delle corse automobilistiche, Bernie Ecclestone. La Rai aveva chiesto oggi pomeriggio ad Ecclestone di essere esonerata dall'obbligo di trasmettere la corsa per le gravi condizioni di salute del Pontefice. La risposta era stata che per gli obblighi contrattuali internazionali relativi alla Formula 1 la Rai non poteva esimersi. Ecclestone aveva pero' acconsentito alla trasmissione della corsa su Raidue anziche' su Raiuno. Ora, con la morte del Papa, la Rai ha deciso di non effettuare piu' la diretta, neanche su Raidue. La rai ha inoltro sospeso i programmi come "Domencia in" e "Mai dire gol". Il Coni ha sospeso tutte le manifestazioni sportive Il Coni ha deciso: tutte le manifestazioni sportive in programma
per oggi e domani sono sospese, di ogni disciplina, sono sospese in
ossequio allle gravissime condizioni del Papa. La decisione e' stata
presa dal Presidente Gianni Petrucci. 'Bloccate' dunque anche le partite
di calcio di tutte le serie. Oggi non si giocheranno dunque gli anticipi
di calcio di serie ''A''. Erano in programma: Fiorentina-Juventus,
Bologna-Inter, Lazio-Livorno e Brescia-Milan. E le rimanenti gare
di serie ''A'' di domani. Bloccata anche la serie ''B'', le cui gare
erano in programma per questa sera alle 20,30. Non si fermera' invece
il Gp di F1 in quanto, ''non e' competenza del Coni'', ma della Fia.
Ferme le gare di atletica leggera, la pallacanestro, la serie ''C''
del calcio, la pallavolo, e tutte le gare dei Campionati di calcio
dilettanti. Il presidente della Lega dilettanti, Carlo Tavecchio,
appena ricevuto la comunicazione del Coni ha subito messo in moto
la macchina organizzativa per bloccare le migliaia di partite in programma.
''Il presidente del Coni Giovanni Petrucci -si legge nel comunicato
della Presidenza- alla luce degli ultimi bollettini medici che scandiscono
l'ineluttabilita' e l'imminenza della fine del Santo Padre, nel rispetto
dei sentimenti degli atleti, dei tecnici, dei dirigenti e degli appassionati,
nonche' delle esigenze di certezza da garantire a tutti loro, ha invitato
le Federazioni Sportive Nazionali a dare disposizioni per la sospensione
immediata delle attivita' agonistiche in calendario per questo fine
settimana''. Si ferma lo sport italiano ma non la formula uno Il suo messaggio d' amore per il Papa, Jarno Trulli lo ha scritto
sul casco. Ma arrivare a pensare di fermare la formula 1, evento globale
ed interculturale per eccellenza, era e resta impensabile nel circo
della velocita'. Questo e' un mondo fatto di mille razze, culture
e religioni. Parlano tutti con grande rispetto dell' agonia di Giovanni
Paolo II, ma la decisione del Coni suscita molte perplessita' nel
paddock in Bahrain. E non e' solo questione di contratti, diritti
televisivi e soldi. ''La situazione sembra molto critica, ma il mondo
va avanti. Il Papa stesso vorrebbe che la vita di tutti noi continuasse
normalmente'' osserva Jean Todt. E Flavio Briatore nota che quella
di fermare lo sport ''e' stata una decisione mediatica''. Non e' esercizio
di cinismo, quello del manager italiano: ''Capisco che in Italia ci
possa essere una sensibilita' diversa, ma qui siamo in un paese islamico,
con gli occhi di tutto il mondo addosso. Non e' facile, ma il mondo
continua a girare. E noi dobbiamo continuare a fare il nostro lavoro.
Abbiamo gli stessi sentimenti, ma sono nostri. E non dimentichiamo
che questa terribile settimana e' cominciata con la morte di duemila
indiani per il nuovo tsunami''. I sentimenti pero' emergono, anche
sulla prima pagina del quotidiano che in Bahrain e' dedicato al gran
premio. ''Preghiere per il Papa'' e' il titolo in prima pagina. E
Trulli almeno un gesto simbolico di partecipazione lo vorrebbe: ''Non
sarebbe male se la Fia desse un segnale, ma non credo sia pensabile
che la formula 1 si possa fermare''. Bisogna andare avanti, secondo
la prima delle leggi dello spettacolo. Ma non e' facile per chi e'
profondamente cattolico come Rubens Barrichello: ''Essere arrivato
ad incontrarlo per me e' stata un' emozione mai provata, uno dei massimi
momenti della mia vita. Ma a decidere chi rimane e chi parte e' di
chi e' piu' vicino al Papa: e' solo una decisione di Dio. Fermare
o no la corsa non dipende da noi: noi dobbiamo avere rispetto reale,
pregare e sperare per il meglio''. Ma intanto da Roma arrivano le
prime indiscrezioni sul futuro. Che indicano tra i papabili il brasiliano
Hummes e l' indiano Dias. ''Non voglio andare troppo avanti'' dice
Barrichello, mentre Felipe Massa immagina che l'assunzione al soglio
dell' arcivescovo di San Paolo ''potrebbe aiutare a risolvere i problemi
del Brasile e del Sudamerica, sarebbe molto bello''. E l'indiano Karthikeyan,
di religione indu' confessa di non sapere molto del pontificato. ''Ma
se un indiano diventasse Papa, potrebbe continuare a fare bene per
il mondo, per l' Previste 100.000 persone per la messa delle 10.30 Alla messa di oggi alle 10,30 in piazza San Pietro in ricordo del
Papa sono previste circa 100mila persone. Lo riferisce un funzionario
dell'Ispettorato del Vaticano che sovrintende al servizio di sicurezza
nella piazza. Secondo il funzionario, "saranno circa 100 tra
carabinieri e poliziotti, gli uomini delle forze dell'ordine che saranno
presenti dentro l'area del colonnato. Per quanto riguarda la messa
delle 10,30 - dice il funzionario - il servizio verrà rafforzato
rispetto a ieri sera. Prevediamo un'affluenza analoga a quella di
oggi, che nelle punte massime raggiunte poco dopo l'annuncio della
morte del Papa, è stata di circa 100mila persone, mentre la
media è stata attorno alle 60-70mila unità". La
sicurezza dell'area al di fuori della piazza è gestita dal
commissariato Borgo coordinato dall'Ufficio di gabinetto della questura.
Fonti del commissariato riferiscono che "complessivamente, tra
polizia, carabinieri e Guardia di finanza, gli uomini impegnati per
garantire la sicurezza nelle 24 ore sia ieri che oggi (domenica ndr)
sono circa 400 esclusi quelli in borghese e le volanti che vigilano
nelle aree antistanti la piazza". Intanto, in piazza Pio XII,
quella antistante il colonnato del Bernini, una squadra di operai
sta allestendo un postazione destinata alle telecamere delle televisioni
per le riprese della messa che verrà celebrata dal segretario
di Stato, Cardinale Angelo Sodano. A quanto si apprende, saranno 22
le telecamere che verranno installate sulla postazione. In moto la macchina della protezione Civile. Previsto l’arrivo di due milioni di fedeli I funerali di Giovanni Paolo II richiameranno a Roma una folla enorme di persone: secondo alcuni tecnici ''non meno'' dei due milioni che affollarono la capitale per la Giornata mondiale della Gioventu'. Per gestire questo grande evento, sia dal punto di vista organizzativo sia della sicurezza, la macchina si e' gia' messa in moto. Dei funerali si occupera' un apposito comitato misto tra la Santa Sede e le strutture del Governo italiane preposte a gestire i grandi eventi: il commissario governativo che coordinera' tutte le iniziative sara' nominato domani dal Consiglio dei ministri. Contatti a livello informale tra Governo, Santa Sede e Cei sono gia' stati avviati proprio per predisporre dei piani in modo che vengano ridotti al minimo i disagi per le centinaia di migliaia di persone che raggiungeranno Roma. Stamani, in Vaticano, c'e' stato un summit tra il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, e monsignor Renato Boccardo, segretario del Governatorato della Citta' del Vaticano, finalizzato a definire le prime questioni organizzative. In serata, invece, e' stato convocato il Comitato operativo della Protezione civile. Il piano per la gestione dei funerali ricalchera', a grandi linee, proprio quello messo in campo in occasione della Giornata mondiale della gioventu' durante il Giubileo. Lo stadio Olimpico, lo stadio Flaminio e l'area di Tor Vergata dove nel 2000 si svolse il Giubileo dei giovani saranno messe a disposizione dei pellegrini che raggiungeranno Roma. A disposizione dei fedeli saranno anche il Palalottomatica e il Palazzetto dello Sport, la Fiera di Roma, il palazzo dei Congressi e diverse strutture dell'Ente Eur. ''Stiamo avviando contatti e incontri per esaminare tutti gli ambiti dove e' necessario pianificare gli interventi'', ha confermato il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. ''Abbiamo chiesto la disponibilita' dello stadio Olimpico e dello stadio Flaminio al presidente Petrucci e lui ce l'ha gia' data'', ha aggiunto Bertolaso. Piu' nel dettaglio, sarebbero 3 i piani che si stanno predisponendo. Uno strettamente legato all'accoglienza dei pellegrini, e quindi alle strutture da individuare per poterli sistemare; uno per tutto quello che riguarda i parcheggi dei pullman e la viabilita' in generale, compresa quella autostradale; l'ultimo concernente l'assistenza sanitaria, con l' individuazione degli ospedali di riferimento e dei punti della citta' dove realizzare i Pma (Posto medico avanzato). Si sta anche prendendo in considerazione l'ipotesi di individuare un percorso pedonale dal Circo Massimo a San Pietro. Quanto a Tor Vergata, l'area sara' attrezzata e predisposta ad accogliere tutti coloro che vorranno e che pero' dovranno avere la tenda dove poter dormire. Un servizio di navette assicurera' i collegamenti tra quest'area e piazza San Pietro, cosi' come quelli tra i parcheggi dei pullmann, che saranno allestiti in aree periferiche, e il centro di Roma. ''Rispetto a qualsiasi altro evento precedente - ha sottolineato Bertolaso - dovremo lavorare ancor piu' in sinergia e in piena collaborazione con il Comune di Roma e la Prefettura. Faremo di tutto per mettere in piedi interventi che garantiscano una gestione quanto piu' efficace possibile''. Un piano apposito, poi, riguardera' la sicurezza: per questi aspetti, la competenza sara' strettamente del Viminale e della prefettura di Roma. Saranno ovviamente coinvolte tutte le forze di polizia, le forze armate, i vigili del fuoco e le strutture sanitarie. Il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu - che in serata ha partecipato ad un vertice a Palazzo Chigi, preenti, tra gli altri, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta e il capo della Polizia, Gianni De Gennaro - ha ''immediatamente attivato tutte le misure necessarie per garantire le migliori condizioni dell' ordine pubblico e della sicurezza'', con particolare riferimento all'arrivo a Roma dei capi di Stato e di Governo che parteciperanno ai funerali. Non imbalsamato, ma “preservato” il corpo di papa Wojtyla Il corpo di Giovanni Paolo II non sara' imbalsamato. Il tecnico dell'obitorio
di Roma, Massimo Signoracci, provvedera' semplicemente ad una leggera
"preservazione", con iniezioni. Questa modalita' e' resa
necessaria dall'esigenza di una prolungata esposizione del corpo del
Papa alla venerazione di fedeli in San Pietro, che iniziera' lunedi'
pomeriggio, subito dopo la traslazione dall'appartamento privato del
Palazzo Apostolico. Il tecnico e' l'erede dei famosi fratelli Ernesto
e Arnaldo Signoracci che si occuparono dei corpi di Pio XII, GiovanniXXIII,
Paolo VI e Giovanni Paolo I.
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