Continua il confronto sulla lotta
alla mafia. “La Calabria ha bisogno di legalità e sicurezza”
04/06 Sull'allarme 'Ndrangheta e sui relativi problemi posti dal
presidente di Confindustria Calabria, Filippo Callipo, "il presidente
della Regione Calabria Agazio Loiero è stato chiaro".
A riferirlo è il portavoce di Loiero, Pantaleone Sergi. "La
Calabria- continua la nota del portavoce- ha bisogno di legalità
e di sicurezza per consentire di fare impresa e di vivere nella normalità
senza dover subire l'assalto quotidiano dei clan, ma anche per potere
mettere a frutto il progetto di sviluppo avviato dal governo regionale.
Callipo ha avuto queste e altre assicurazioni direttamente dal presidente
Loiero, in contatti diretti anche pubblici. La Regione, sul fronte
della lotta alla mafia, ha incominciato a fare la propria parte con
la costituzione di parte civile in ogni processo alle cosche e con
l'Osservatorio sulla legalità che dovrà individuare
i punti deboli e proporre i rimedi necessari in ogni settore, anche
nella burocrazia, ove si ritenesse necessario. Il confronto tra Loiero
e Callipo - assicura il portavoce - va avanti sulle cose concrete
da fare".
Borrello: “Per combattere la mafia basta con le nomine per amicizie
politiche
04/06 Nel dibattito su ciò che deve fare la politica per combattere
la Ndrangheta interviene anche il segretario regionale dell'Udeur,
Antonio Borrello. "Il fatto che ci sia permeabilità nella
pubblica amministrazione rispetto al fenomeno mafioso -premette Borrello
- è incontestabile. Ma se il problema fosse quello di togliere
qualche intermediario o qualche comitato di sorveglianza, sarebbe
riduttivo". La proposta di Borrello, anche in qualità
di consigliere regionale, è quella di "inserire criteri
selettivi su incarichi e assunzioni. Perché, altrimenti, se
le nomine avvengono per amicizie politiche, è un fatto negativo
che lancia all'esterno, in una terra dove c'è molto bisogno
di legalità, un cattivo segnale. La selezione è importante
- conclude Borrello anche sul piano del recupero di efficienza. Abbiamo
bisogno, infatti, di persone capaci che sappiano guidare i processi
amministrativi".
Callipo: Lo Stato non ha più
il controllo del territorio
04/06 ''Un sindaco di un piccolo Paese delle Serre mi ha appena ricordato
che e' semplicemente una regione militarizzata dai boss della 'ndrangheta.
Sono loro i padroni del territorio''. A dichiararlo, in un'intervista
al quotidiano 'La Repubblica', e' il presidente della Confindustria
Calabria, Filippo Callipo, intervendo cosi' sugli ultimi fatti di
criminalita' che vedono coinvolta la Calabria. E, dopo aver rivolto
un appello al Presidente Ciampi, Callipo sottolinea: ''Se non accadra'
nulla, allora mi rivolgero' alle Nazioni Unite e poi anche al Padreterno''.
''Abbiamo paura -sostiene Callipo- E c'e' tanta sfiducia, c'e' la
consapevolezza di esser stati quasi abbandonati. E, forse, in molti
si sentono piu' sicuri quando sono protetti dalla 'ndrangheta invece
che dallo Stato''. ''Le istituzioni -continua il presidente di Confindustria
Calabria- non hanno una reale cognizione del problema criminale, fenomeno
che e' stato sottovalutato per troppo tempo. E adesso, a Roma, in
tanti non si rendono conto di cosa sta veramente succedendo in Calabria''.
''Chi puo' -spiega Callipo in riferimento ai molti imprenditori che
hanno lasciato la Calabria per la 'tassa' imposta dal crimine- investe
altrove. Ma cosi' si uccide il futuro di tutti noi e dei nostri figli.
Proprio oggi ho ricevuto una comunicazione nella mia veste di presidente
regionale della Confindustria, una lettera che era un annuncio: l'Antonveneta
chiudera' dal primo luglio la sua agenzia di Gioia Tauro''.
Cesare Marini: “I militari
utilizzabili per compiti di presidio”
06/04 L' utilizzo dell' esercito nella lotta alla criminalita' organizzata
''non e' una novita'. Anche nel passato lo si e' adoperato per tutelare
e presidiare punti nevralgici, quali tribunali o altri edifici a rischio''.
Lo ha detto il senatore Cesare Marini, presidente del Gruppo Misto
a Palazzo Madama, commentando la proposta avanzata, in tal senso,
del presidente degli industriali calabresi, Filippo Callipo. ''Dal
punto di vista della tutela e del presidio di punti nevralgici - ha
aggiunto Marini - devo dire che l' esperienza del passato e' stata
utile. Si e' trattato, appunto, di mettere alcuni militari davanti
a edifici che andavano presidiati. Se si tratta di questo puo' funzionare.
Ho dei dubbi che i militari possono essere adibiti a servizi di polizia
per un fatto di professionalita' e di preparazione del militare stesso''.
A giudizio di Callipo ''l' esercito non viene preparato per fare attivita'
di polizia e, quindi, mi pare che da questo punto di vista l' idea
lanciata da Callipo non puo' avere seguito''.
Bonofiglio (osservatorio sulla mafia)
“Servono fatti concreti”
04/06 ''Il dibattito aperto dalla proposta del presidente degli industriali
calabresi, Pippo Callipo, ripropone il dramma della criminalita' nella
nostra regione. Ma, ancora una volta, in ossequio a quella illegalita'
diffusa ed ambientale che coinvolge l' intero sistema sociale alle
parole continuano a non seguire i fatti''. Lo afferma, in una nota,
Gianfranco Bonofiglio responsabile Osservatorio Legalita' della provincia
di Cosenza. ''Alcune soluzioni - sostiene Bonofiglio - potrebbero
essere il trasferimento a rotazione di magistrati che, da decenni,
esercitano il loro ruolo nelle citta' in cui sono nati e cresciuti
e che non si sono certamente distinti per essere procuratori d' assalto
alla Falcone o Borsellino e avviare apposite indagini patrimoniali
nei confronti di tanti politici professionisti che da decenni rivestono
incarichi elettivi e che rappresentano, spesso, la zona d' ombra fra
la politica e la criminalita'''. Per il presidente dell' Osservatorio
Legalita' della provincia di Cosenza sarebbe opportuno ''indagare
in quella area dell' imprenditoria dove, personaggi sbucati dal nulla,
investono capitali immensi con la complicita' dei colletti bianchi,
pronti a parlare contro la mafia, a partecipare a cortei e manifestazioni
per poi essere come quei tanti politici siciliani i quali, negli anni
ottanta, a Palermo, partecipavano ai cortei funebri di tanti caduti
per mafia, ben sapendo di essere eletti con i voti dei corleonesi''.
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