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Magistrati nel mirino
Indimidazioni alla magistratura: proiettile alla Dda di Reggio, scritte contro Spagnuolo a Vibo 07 mar 10 Una busta contenente un proiettile di pistola calibro 9, senza alcun messaggio, indirizzata al pm della Dda di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo e' stata intercettata in un ufficio postale della zona jonica reggina. Il plico, trovato dal direttore dell'ufficio all'atto dello smistamento della corrispondenza, è stato sequestrato dai carabinieri e consegnato ai Ris di Messina. Gli specialisti si occuperanno, adesso, di accertare la presenza di possibili impronte per risalire agli autori dell'intimidazione. De Bernardo è pm in alcuni importanti processi per traffico di droga, usura e armi alcuni culminati con condanne pesanti. Attualmente rappresenta l'accusa nel processo "Ramo Spezzato" nei confronti dei componenti del clan Iamonte di Melito Porto Salvo. L'intimidazione al pm segue altri episodi avvenuti sempre a Reggio Calabria: tra gli altri, il 3 gennaio scorso davanti al portone della Procura generale quando venne fatta esplodere una bombola di gas collegata a duecento grammi di tritolo, la scoperta di un'auto con armi e esplosivo in occasione della visita del presidente della Repubblica e la lettera con un proiettile inviata al pm della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo Scritte di morte a Vibo ''Spagnuolo vattene o muori'' e' quanto scritto da ignoti la notte scorsa su un muro di Vibo Valentia. La scritta, fatta con uno spray nero, ha per obiettivo il procuratore Mario Spagnuolo, a Vibo Valentia dall'estate del 2008. Il magistrato, gia' procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, ha avviato in questo lasso di tempo importanti indagini nella zona del vibonese, con sequestri e arresti nei confronti di esponenti della 'ndrangheta. La scritta minacciosa nei confronti di Spagnuolo lasciata su un muro tra un'abitazione e un negozio e' stata cancellata. Sull'episodio indaga la polizia di Stato. "No comment". Così il procuratore di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, raggiunto al telefono si è limitato a rispondere in relazione alla comparsa di una scritta minacciosa nei suoi confronti su un muro della città. Il magistrato, che è stato informato dell'episodio, non ha inteso aggiungere altro. Mario Spagnuolo, proveniente dalla Dda di Catanzaro, appena si è insediato al vertice della procura di Vibo Valentia -una provincia ad altissimo tasso di criminalità organizzata, la sesta d’Italia in materia di estorsioni- ha subito iniziato a lavorare sodo assestando alcuni durissimi colpi contro le cosche vibonese, le più agguerrite della 'ndrangheta. È dell’altro ieri il sequestro del patrimonio di 4,5 milioni di euro riconducibile ad Andrea Mantella, elemento di spicco della criminalità organizzata. Altri provvedimenti in materia di abusivismo edilizio, l’ultimo il sequestro di un un grosso centro commerciale. Le minacce contro Spagnuolo fanno seguito alle dichiarazioni del pentito vibonese Gerardo D’Urso, secondo cui un boss del clan Mancuso di Limbadi aveva ordinato alla cosca Pesce un lancia missile per eliminare Marisa Manzini, pm della Dda applicata al tribunale di Vibo Valentia e come, a denunciarlo sempre lo stesso pentito, le cosche della Piana avrebbero decretato la morte dell’onorevole Angela Napoli. Solidarietà del Ministro Alfano. "Solidarieta' e vicinanza al pm della Dda reggina, Antonio De Bernardo, per l'ennesimo, gravissimo gesto intimidatorio perpetrato, dai clan della 'ndrangheta, ai danni delle istituzioni". E' quanto afferma il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a commento del ritrovamento di una lettera, contenente un proiettile, indirizzata al sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. "Solidarieta' e vicinanza -continua il guardasigilli- che si traducono, da parte del governo, in un percorso di coerenza e di operativita', mirato ad assicurare, agli uffici giudiziari calabresi, quelle risorse umane e materiali necessarie a proseguire, con determinazione e forza, nell'azione di contrasto alla criminalita' organizzata. In particolare -prosegue- abbiamo gia' disposto il prelievo anticipato, dal Fondo unico Giustizia, di 1 milione e 800 mila euro per garantire la permanenza dei lavoratori interinali nella Procura di Reggio Calabria e nelle altre Procure del distretto e, inoltre, sono gia' in avanzata fase di studio le proposte di aumento di organico del personale amministrativo. "In merito all'aspetto essenziale -afferma ancora Alfano- e cioe' all'aumento di organico dei magistrati nella Procura e nel Tribunale di Reggio Calabria, completeremo nei prossimi giorni, in tempi record, la procedura di pertinenza del ministero, con l'emanazione del decreto che dispone l'aumento del numero dei magistrati negli uffici sopra indicati. Questo -conclude il ministro- subito dopo la trasmissione del prescritto parere del Csm, pervenuto nei giorni scorsi. Una volta emanato il decreto, la materiale copertura dei posti sara' di esclusiva competenza del Consiglio Superiore della Magistratura". PM Pignatone “A Reggio situazione pesante”. ''La situazione a Reggio Calabria continua a essere estremamente pesante e questo episodio e' la conferma di uno stato di tensione all'interno delle cosche della 'ndrangheta che sfocia in attentati e intimidazioni a magistrati, forze dell'ordine e giornalisti''. Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, in relazione al ritrovamento di una lettera contenente un proiettile indirizzata al pm della Dda reggina, Antonio De Bernardo. ''Noi continuiamo a lavorare con il massimo impegno - ha detto ancora il procuratore di Reggio Calabria - seguendo i programmi prefissati''. Presidente Loiero “Clima non estraneo a elezioni”. “Le nuove minacce a magistrati in prima linea, quasi una forsennata ostentazione di forza delle cosche, disvelano un clima di imbarbarimento che, secondo me, non è estraneo alle elezioni. E’ come se ci fosse una regia occulta e qualcuno che lavori per destabilizzare la situazione per trarne chi sa quali profitti. Dobbiamo reagire tutti perché la tenuta democratica potrebbe essere a rischio, dobbiamo far intendere a chi non vuole intendere che il no alla mafia è programma di governo”. E’ quanto afferma il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero che ha espresso “vicinanza assoluta” al sostituto procuratore antimafia di Reggio Calabria Antonio De Bernardo e al procuratore capo di Vibo Valentia Mario Spagnolo, “vittime di gesti intimidatori che procurano allarme sociale”. “Con sempre maggiore frequenza – aggiunge Loiero – negli ultimi giorni vengono indirizzati ‘avvertimenti’ gravi contro magistrati-simbolo degli uffici giudiziari calabresi più esposti al fronte della lotta contro la criminalità di ogni tipo. Sono intimidazioni da respingere con forza. Non possiamo immaginare neppure per un attimo che si possa ostacolare l’azione giudiziaria e siamo certi che De Bernardo e Spagnolo continueranno a svolgere senza tentennamenti il loro impegno a favore della giustizia e della Calabria”. “A me pare che la criminalità – dice ancora Loiero – punti a intimidire uomini delle istituzioni in un momento delicato, quello delle elezioni, nell’intento di creare una situazione torbida. Non dimentichiamo che la legislatura che arriva a termine si è aperta con il delitto dell’amico Franco Fortugno, vice presidente del Consiglio regionale, un chiaro messaggio dei clan alla politica onesta e pulita come hanno accertato i giudici che si sono occupati della drammatica vicenda. Ora mi pare che le cosche, a ‘colpi’ di messaggi intimidatori contro presidi antimafia, tentino di assumere un ruolo nel democratico confronto elettorale”. “Non è sufficiente quindi – conclude Loiero – esprimere soltanto solidarietà a De Bernardo a Spagnolo o all’on. Napoli e quanti altri in questo periodo sono finiti nel mirino dei clan, ma ritengo che la politica debba fare un passo avanti e senza indulgenze affermare con fatti concreti e immediati, come noi facciamo, il ripudio di ogni influenza o presenza inquinante della ’ndrangheta che mostra una sfrontata voglia di partecipazione politica inaccettabile”. Ferri (Csm) “Solidarietà ai magistrati calabresi”. "La magistratura di fronte alle reiterate minacce intidimitadorie rispondera' come sempre compatta ed in difesa della legalita', del diritto e della sicurezza dei cittadini. Desidero esprimere ancora una volta la mia solidarieta' personale ai magistrati calabresi ai quali rinnovo la mia profonda stima per l'importante lavoro che stanno facendo nella lotta contro la 'ndrangheta". E' quanto afferma il componente del Csm, Cosimo Maria Ferri, in merito al ritrovamento di una lettera, contenente un proiettile, indirizzata al sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo. "I risultati positivi ed efficaci -aggiunge Ferri- sono sotto gli occhi di tutti. la reazione della criminalita' organizzata e' la conferma della incisivita' dell'azione pungente della magistratura e delle forze dell'ordine. Dobbiamo continuare su questa strada e consentire a chi e' in prima linea di lavorare con serenita' e con tutti i mezzi necessari". Solidarietà da Messina (Idv). Ignazio Messina, Commissario regionale di Italia di Valori in Calabria, esprime sdegno per l’atto vile compiuto nei confronti del pm della Dda di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo e per la scritta minacciosa destinata al magistrato di Vibo, gia' procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo. Voglio esprimere la mia solidarietà e quella del partito Calabrese per questo atto gravissimo nei confronti di chi si spende responsabilmente per la difesa della legalità. Ormai è divenuto tutto estremamente pesante ed insopportabile, il clima è tesissimo e bisognera’ tenere alta l’attenzione per tutelare chi, da sempre si spende al fianco dei cittadini onesti’. Non posso che manifestare un apprezzamento per il lavoro dei magistrati . La ‘ndrangheta ha finito col persuadersi di avere diritto a governare la Calabria e si sente in competizione con lo Stato, manifestando questa sua convinzione colpendo con atti vili proprio chi lo difende. Chi dovrebbe capire fa finta di non capire, e orami drammaticamente tutti i giorni siamo costretti a stringerci a difesa di chi, non demorde e combatte. Ma dove si vuole arrivare? Alla Sicilia degli anni ‘90? Che cosa dobbiamo aspettare? Che sia troppo tardi? Italia dei Valori fa appello affinchè si intervenga con una grande mo bilitazione democratica per sovvertire lo stato delle cose”.
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