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Padre e zio nei panni dll'orco
Con lo zio abusavano delle figliolette, genitori mostri arrestati a Gioia 11 mar 10 Alla fine di una sporca storia di pedofilia sono intervenuti i carabinieri ma nella rete non sono cadute persone qualunque ma i genitori e lo zio di due sorelline di undici e dodici anni vittime di continui abusi sessuali del padre e dello zio in un centro della piana di Gioia Tauro. Una storia incredibile maturata in un ambiente degradato. La madre, assoggettata psicologicamente al marito, non sarebbe mai riuscita a denunciare le nefandezze a cui le sue figliolette erano sottoposte. L’orco questa volta ha i panni del padre che insieme al fratello usava da alcuni anni violenze di gruppo sulle bambine. Ad arrivare alla scoperta della squallida storia i carabinieri ci sono arrivati grazie alla segnalazione dei responsabili della scuola frequentata dalle due sorelline. I dirigenti dell’istituto avevano notato anomalie nel comportamento delle piccole. Così le indagini condotte dai militari dell’Arma con l’ausilio di intercettazioni ambientali hanno registrato i momenti in cui venivano commessi gli abusi da parte dei genitori e dello zio. Fondamentale per l’esito delle indagini si è rivelato il racconto fatto dalle due bambine ai magistrati della Procura di Palmi. Secondo le indagini le violenze andavano avanti dal 2004. Genitori e zio sono così finiti in carcere. I fatti sono accaduti in un contesto sociale e culturale, fanno rilevare gli investigatori, particolarmente degradato. Gli arresti sono stati fatti dai militari del Comando provinciale di Reggio Calabria e della Compagnia di Gioia Tauro in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Procura della Repubblica di Palmi. L’indagine che ha portato ai tre arresti era stata avviata nello scorso mese di novembre. Alla mamma delle bambine viene contestato, in particolare, di avere omesso di segnalare alle forze dell’ordine le violenze cui venivano sottoposte le figlie, che avvenivano anche in sua presenza. Comportamento che sarebbe anche da collegare ad una condizione di forte assoggettamento psicologico cui la donna era sottoposta ad opera del padre e del fratello. Le due minori vittime delle violenze, tra l'altro compiute da persone legate da rapporti di parentela, sono state allontanate dalla loro famiglia e portate in un centro specialistico per la tutela dell’infanzia.
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