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Corte dei Conti boccia Ponte sullo Stretto

 

 

La Corte dei Conti boccia il Ponte sullo Stretto

15 gen 10 La Corte dei Conti chiede al Governo e alla società "Stretto di Messina spa" che ha il compito di progettare e realizzare il ponte sullo Stretto di valutare costantemente i profili di fattibilità tecnica del ponte ma anche di attualizzare le stime di traffico e la compatibilità ambientale dell'opera. E' quanto si legge sulla relazione della magistratura contabile approvata nei giorni scorsi nella quale si chiede anche di valutare i profili di "completezza delle modalità di imputazione nel bilancio dello Stato delle somme, già destinate all'intervento per il ponte sullo Stretto di Messina e successivamente oggetto di riutilizzazione". La Corte dei Conti ricorda che la spesa per l'opera, risultante dall'importo previsto nel progetto preliminare approvato nel 2003, ammonta a 4,68 miliardi di euro ma che nell'Allegato Infrastrutture al Dpef 2009/2013, l'importo per il ponte sullo Stretto di Messina, compreso tra gli interventi della Legge obiettivo da cantierare nel prossimo triennio, è indicato in 6,1 miliardi di euro (la stessa cifra é indicata nel Dpef 2010/2013). In particolare la Corte ricorda che le stime di traffico sono state formulate nel 2001 e "potrebbero verosimilmente non solo essere non più aggiornate ai tempi attuali, ma anche non coerenti con il quadro economico della sopraggiunta congiuntura economica". "Soltanto un'adeguata stima dei volumi di traffico viario e ferroviario potrà effettivamente consentire - spiega la Corte - rispettando il quadro della finanza di progetto su cui si fonda circa il 60% delle risorse complessive di sostenere gli oneri finanziari per interessi, che graveranno sui capitali presi a mutuo". Per quanto riguarda la fattibilità la Corte segnala "l'esigenza che sia mantenuta nel tempo una costante azione di verifica sugli aspetti di fattibilità, che appaiono strettamente connessi anche allo sviluppo tecnologico conseguito dal 2003 sino ad oggi. "Il modello progettuale - sottolineano i magistrati contabili - infrange ogni primato sinora esistente (lunghezza dell'impalcato, larghezza della sede stradale e ferroviaria, altezza delle torri e diametro dei cavi): rispetto al ponte più lungo ad unica campata attualmente esistente al mondo, il ponte giapponese di Akashi-Kaiky con una campata unica di metri 1.991, il ponte sullo stretto di Messina avrebbe una lunghezza superiore del 39,6%, pari a metri 3.300. La Corte - si legge nella relazione - ritiene opportuno che si continui ad adottare tutte le adeguate misure di approfondimento sul tema della fattibilità dell'opera". La Corte inoltre raccomanda all'Amministrazione di valutare attentamente le questioni ambientali "al fine di rendere compatibile l'intervento con le misure di tutela e protezione adottate nell'area" . Quanto alle somme già destinate all'intervento e riutilizzate la Corte segnala l'anomalia che viene a determinarsi poiché "le somme oggetto di riutilizzo, già destinate ad opere di investimento (ponte sullo Stretto di Messina), vengono destinate a finanziare spese correnti".

Legambiente “Il Governo ascolti la Corte dei Conti”. "Il Governo fermi il progetto e ascolti la Corte dei Conti, che ha convalidato tutte le preoccupazioni e le denuncie di questi anni". Cosi' Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente nazionale ha commentato la relazione con cui la magistratura contabile ha chiesto al governo di verificare le stime del traffico stimato per il Ponte sullo Stretto di Messina. "Le risorse pubbliche continuano a rimanere immobilizzate per un'opera di cui non si ha ancora il progetto definitivo e per la quale, come sottolinea la Corte dei Conti, i contorni di fattibilita' economica e tecnica sono assai indefiniti - ha aggiunto Cogliati Dezza -. Rimane un mistero, infatti, perche' il Governo in un periodo di profonda crisi economica, scelga di stanziare oltre due miliardi per il Ponte sullo Stretto, mentre lascia irrisolte altre emergenze fondamentali come la mobilita' nelle citta' italiane e le opere di messa in sicurezza del territorio. E' bene, quindi, che il Governo prenda atto di quanto detto dalla Corte e rinunci ad un progetto cosi' assurdo".

Tripodi (PdCI) “Il Governo faccia marcia indietro”. “Apprendiamo con soddisfazione i rilievi della Corte dei Conti sulla fattibilità tecnica, sull’utilità economica e la compatibilità ambientale della realizzazione sul Ponte dello Stretto di Messina”. A sostenerlo, in una nota, l’assessore regionale Michelangelo Tripodi, nonché segretario calabrese e responsabile del Dipartimento per il Sud del PdCI. “Quanto si legge nella relazione della magistratura contabile approvata nei giorni scorsi – afferma Tripodi - nella quale si chiede anche di valutare i profili di “completezza delle modalità di imputazione nel bilancio dello Stato delle somme, già destinate all'intervento per il ponte sullo Stretto di Messina e successivamente oggetto di riutilizzazione”, conferma tutte le perplessità che da sempre abbiamo avanzato nei confronti di questa faraonica e inutile opera che il governo Berlusconi vorrebbe realizzare pur non avendo le risorse necessarie e in mancanza di un progetto definitivo”. “In particolare la Corte dei Conti – aggiunge Tripodi - ricorda che le stime di traffico sono state formulate nel 2001 e “potrebbero verosimilmente non solo non corrispondere a quella che è la realtà attuale, ma potrebbero essere anche non coerenti con il quadro economico, previsto in una situazione in cui l'economia era in uno stato di salute migliore rispetto ad oggi”. “La Corte de Conti – commenta ancora Tripodi – rammenta inoltre la necessità di valutare attentamente le questioni ambientali “al fine di rendere compatibile l'intervento con le misure di tutela e protezione adottate nell'area”. Insomma sia sul piano finanziario che su quello progettuale ci sono tutte una serie di anomalie che dimostrano, qualora ce ne fosse stato bisogno, l’assoluta inadeguatezza di un’opera che come abbiamo sempre sostenuto come Comunisti Italiani insieme ad altre forze politiche, movimenti e associazioni, non verrà mai alla luce”. “A questo punto – conclude Tripodi – al governo Berlusconi non resta che fare marcia indietro evitando sperpero inutile di risorse pubbliche che andrebbero invece utilizzate, così come già previsto dal governo Prodi, per la messa in sicurezza del territorio e il potenziamento del trasporto passeggeri tra le due sponde dello Stretto. Berlusconi e il centrodestra la finiscano quindi di parlare della realizzazione del Ponte sullo Stretto per pura e becera campagna elettorale e rivolgano lo sguardo a quelle che sono le reali richieste ed esigenze del territorio. Anche se, visto l’antimeridionalismo che alberga sempre più a palazzo Chigi dubito che siano in grado di farlo, ma di questo dovranno risponderne all’opinione pubblica e agli elettori”.

 

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