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Aresenale nascosto in un auto rinvenuto a ReggioLa tanica con liquido infiammabile nell'auto
Auto con una santabarbara a bordo rinvenuta all’aeroporto di Reggio. Era pronta per attentati 21 gen 10 Un vero e proprio arsenale è stato ritrovato dai carabinieri durante i pattugliamenti predisposti per la visita del Presidente della repubblica su un’automobile parcheggiata in via Ravagnese nei pressi dell’aeroporto di Reggio Calabria. L’episodio, affermano in maniera categorica i militari dell’arma, non è da collegarsi alla visita del presidente, bensì ad una banda di probabili estorsori che avrebbero forse avvertito il pericolo per i pattugliamento continuo delle forze dell’ordine che hanno vigilato per l’intera permanenza del Capo dello Stato a Reggio. L'automobile, regolarmente parcheggiata, con a bordo l’esplosivo, è stata trovata a 400 metri dall’aeroporto di Reggio da una pattuglia intorno alle 12.30 e non era parcheggiata lungo il percorso seguito dal Presidente della Repubblica. L’auto, una Fiat Marea nera che non era chiusa ma con un finestrino semi aperto, è stata trovata a seguito di un’informazione giunta ai militari. All’interno i carabinieri hanno trovato due fucili semiautomatici da caccia calibro 12 a canne mozze. Sotto il sedile del guidatore erano celate due pistole, una calibro 7.65 ed una 38 a tamburo, e due ordigni rudimentali: uno composto da un tubo lungo una trentina di centimetri e largo 12 ed un altro di 15 centimetri per 12, collegati con una miccia a lenta combustione e tre passamontagna di colore verde. Nel bagagliaio, infine, è stata trovata una tanica da due litri con liquido infiammabile alla quale erano attaccati fiammiferi antivento. Secondo i carabinieri, gli ordigni e le armi, con ogni probabilità, dovevano servire a compiere attentati di intimidazione nei confronti di commercianti o imprenditori. L'auto era stata rubata nei giorni scorsi a Reggio Calabria. L'ennesima provocazione di chi si sente "forte" sul territorio. PG Pignatone “A Reggio situazione difficile”. “Il ritrovamento dell’auto con esplosivo conferma la situazione di difficoltà che si sta vivendo a Reggio Calabria”. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio, Giuseppe Pignatone. “I carabinieri hanno avviato le indagini – ha aggiunto Pignatone – ed a breve contiamo di ottenere maggiori elementi di valutazione per capirne di più”. “Ringrazio il Presidente della Repubblica – ha detto ancora il procuratore di Reggio Calabria – per la solidarietà espressaci e per il suo appello a mobilitarsi contro la 'ndrangheta rivolto a tutte le coscienze in Calabria e fuori”. “Qualunque sia la verità -ha concluso- che si cela dietro il rinvenimento dell’auto-arsenale noi magistrati continueremo a fare il nostro lavoro”. Gratteri: non è segnale per istituzioni. ''L'automobile con esplosivo trovata a Reggio Calabria non e' assolutamente un segnale lanciato alle istituzioni''. Lo ha detto all'ANSA il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, uno dei magistrati piu' esperti nella lotta contro la 'ndrangheta. Bruno (ApI) “La ndrangheta non teme lo Stato”. “Se si ritrova un auto imbottita di esplosivo e armi varie, come se fossimo in territori di guerra, e mentre il Presidente della Repubblica è in visita istituzionale a Reggio Calabria come minimo si deve sottolineare che nonostante la militarizzazione del territorio, dovuta alla significativa presenza, la ‘ndrangheta continua a non temere lo Stato e a comportarsi di conseguenza” – questo è quanto ha dichiarato il Senatore Franco Bruno, coordinatore regionale di Alleanza per l’Italia -. “In ogni caso la concomitanza dell’accaduto con la visita del Presidente Napolitano, la precedente bomba al Tribunale di Reggio Calabria e gli stessi fatti di Rosarno, correlati alla forte iniziativa di contrasto alla criminalità messa in atto dalle forze dell’Ordine e dalla Magistratura, alimentano più sospetti, compreso quello che in alcuni territori a rischio le cosche mafiose stanno reagendo ad aspettative che non possono più essere soddisfatte. Non è del tutto infondato - conclude il Senatore Franco Bruno - ritenere che tali aspettative potrebbero originarsi fin dalle passate elezioni politiche, quando mentre alcuni gridavano il loro rifiuto al voto della mafia, altri raccoglievano significativi consensi anche tacendo o glissando sull’argomento”. Li Gotti "Ndrangheta voleva evidenza mediatica". "Secondo le notizie disponibili, la macchina con armi ed esplosivi trovata sulla strada che porta all'aeroporto di Reggio Calabria sarebbe stata destinata al danneggiamento di esercizi commerciali dell'area". Lo dice il all'ADNKRONOS senatore di Italia dei valori Luigi Li Gotti a proposito dell'allarme scattato lungo la strada che doveva percorrere il Capo dello Stato Giorgio Napolitano durante la sua visita in Calabria. Li Gotti non vede un collegamento diretto con l'evento, anche se non esclude un'altra possibilita': "La 'ndrangheta potrebbe aver voluto cogliere l'occasione della visita per sottolineare la presenza dell'organizzazione sul territorio". Il componente della commissione Antimafia ipotizza che la 'ndrangheta "abbia voluto posizionare quell'auto allo scopo di ottenere la massima risonanza mediatica, ben sapendo che non poteva passare inosservata. Un'occasione mediatica, insomma, sfruttata fino in fondo".
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