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Sequestrate a Messina le armi della ndrangheta
Sequestrato a Messina arsenale della ndrangheta 24 gen 10 Un ingente sequestro di armi e droga e' stato effettuato dalla polizia a Messina. Durante il blitz in un casolare nel rione San Filippo, gli agenti hanno sequestrato otto chili tra eroina e cocaina, 22 armi da fuoco, 116 detonatori a miccia, migliaia di munizioni, una pressa e materiale per confezionare la droga, che secondo gli investigatori erano probabilmente nascosti per conto della 'ndrangheta. Durante l'operazione, condotta dalla polizia grazie al contributo informativo degli uomini dell'Agenzia di informazione e sicurezza interna (Aisi), ha arrestato Letterio Campagna e i due figli: Roberto, 31 anni, e Consolato, di 23. Campagna, secondo gli investigatori, è un uomo del clan Mangialupi, guidato dai fratelli Trovato, considerati i referenti dell 'ndrangheta a Messina. Il casolare era protetto da telecamere di videosorveglianza e all'interno c'era solo un piccolo quantitivo di droga, ma gli agenti hanno scoperto, dietro una doppia parete, la droga e l'arsenale: 15 pistole, 3 mitragliatrici calibro 9, un fucile semiautomatico, 3 mitragliatori Kalashnikov. "Una delle ipotesi probabili che spiegherebbe la presenza dell'ingente quantitativo di armi in un casolare del clan Mangialupi - dice Marco Giambra, dirigente della Mobile di Messina - è che la cosca messinese conservasse le armi per la 'Ndrangheta, con la quale c'é un legame d'affari sullo spaccio di droga". E' il secondo colpo che la Squadra mobile mette a segno contro il clan Mangialupi. Lo scorso maggio, quando la Mobile aveva sequestrato ai fratelli Trovato beni per 20 milioni di euro, gli agenti avevano trovato in un appartamento nel centralissimo viale San Martino oltre un milione di euro in contanti e 3 chili e mezzo tra eroina e cocaina. A Letterio Campagna, lo scorso 3 agosto i carabinieri avevano sequestrato due appartamenti a Rometta (Me) e un terreno con un casolare proprio a San Filippo Superiore. "La determinazione della polizia guidata dal questore Vincenzo Mauro - ha commentato il presidente nazionale della Federazione antiracket Pippo Scandurra - sta incidendo sempre più nella città dello Stretto, riuscendo a liberare interi quartieri dalla criminalità. Questo deve spingere i cittadini a trovare il coraggio per denunciare".
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