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Operazione Leone: 67 arresti

 

Operazione Leone, 67 arresti. Le cosche coinvolte nell’immigrazione clandestina. Coinvolti sindacalista e funzionari pubblici

03 feb 10 La Squadra Mobile di Reggio Calabria ha eseguito nella notte, assieme allo SCO, 67 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda contro un'organizzazione criminale che gestiva un traffico di immigrati clandestini. L’operazione, denominata Leone ha anche messo in luce il coinvolgimento diretto di due cosche della ndrangheta, quelle dei Cordi' di Locri e degli Iamonte di Melito Porto Salvo. 32 arrestati sono italiani, tra loro figurano un immigrato, da anni responsabile dell’Anolf-Cisl (associazione oltre le frontiere), una funzionaria dell’ufficio provinciale di collocamento ed un ispettore del lavoro. Gli altri 35 sono indiani. L'operazione di Polizia ha riguardato varie regioni italiane: Calabria, Lombardia, Toscana, Marche, Campania e Basilicata, e gli arresti sono stati eseguiti oltre che nel Reggino nelle province di Milano, Brescia, Cremona, Cesena, Macerata, Potenza e Avellino. Agli arrestati viene contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Agli affiliati , in particolare, della cosca Cordì la Dda ha contestato anche l'aggravante delle modalità mafiose. L'organizzazione utilizzava i contratti di assunzione fittizi richiesti da imprenditori compiacenti a favore degli immigrati, che avevano così la possibilità di chiedere il visto d'ingresso per l'Italia. Contrariamente al solito, la criminalità non si è limitata allo sfruttamento dell'immigrazione, ma ha assunto un ruolo preminente nella gestione del traffico di immigrati. Le richieste di denaro che ognuno degli immigrati doveva soddisfare variavano dai diecimila ai 18 mila euro, con un introito complessivo per l'organizzazione di oltre sei milioni di euro. Le indagini erano state avviate nel 2007 dopo la denuncia presentata da un imprenditore agricolo della provincia di Reggio Calabria, costretto da affiliati alla cosca Iamonte, secondo quanto riferito dagli investigatori, a cedere alcune sue aziende ed a presentare documentazione di assunzione per legittimare l'ingresso in Italia di immigrati indiani e pachistani. Nell'inchiesta sono coinvolti anche alcuni imprenditori e tre dipendenti dell'ufficio provinciale del lavoro di Reggio Calabria. I cittadini indiani, dopo avere reclutato nel loro Paese centinaia di immigrati, li facevano giungere in Italia dietro consistente esborso di denaro. Le attività investigative rientrano nell'ambito di un piano strategico nazionale stabilito dal Ministero dell'Interno e attuato dal Dipartimento della Pubblica sicurezza per contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina in tutte le sue manifestazioni.

Loiero “Operazione mostra limiti della Bossi Fini”: “L’ennesimo colpo messo a segno dalla Dda di Reggio Calabria, con cui mi congratulo per l’incessante azione contro la criminalità calabrese, è la riprova di quali siano i gravi limiti legati alla Legge sull’immigrazione Bossi-Fini”. Lo afferma il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero a proposito della maxi-operazione condotta dalla Dda di Reggio Calabria contro un’organizzazione criminale che gestiva un traffico di immigrati clandestini. “Invece di fare proclami sui risultati conseguiti nel contrasto all’immigrazione clandestina, il governo farebbe bene – ha concluso il presidente Loiero – a intervenire seriamente per cambiare una Legge che non risolve affatto il problema, ma che anzi è facilmente aggirabile dalla criminalità organizzata”.

Calipari (Pd), complimenti alla Polizia di Reggio ''Complimenti alla Polizia di Reggio Calabria per l’operazione che ha sgominato una rete finalizzata a favorire l'immigrazione clandestina”. Lo afferma la vicepresidente del gruppo del Pd alla Camera, Rosa Calipari, la quale sottolinea che “l’impegno delle Forze dell’Ordine insieme a quello dei magistrati continua ad essere un baluardo fondamentale per il contrasto della criminalità. Questa operazione, come le tante altre che in Calabria hanno sgominato traffici di organi o di essere umani, dimostra l'esistenza di un intervento diretto della ‘Ndrangheta anche nel traffico degli immigrati. Dunque il rafforzamento degli strumenti per combatterla è una priorità per l’intero paese, così come è inadeguata la risposta solo in termini repressivi che il governo Berlusconi sta dando alla questione dell’immigrazione che richiede scelte immediate per favorire l’integrazione e per sottrarre dalla morsa della criminalità uomini e donne che scappano dalla fame o dalle guerre”.

Genco (CGIL) “Una conferma delle denunce del sindacato”. Pieno sostegno della CGIL all'azione della squadra mobile di Reggio Calabria, dello Sco e del Reparto anticrimine contro il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e che ha portato all'esecuzione di 67 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Lo afferma il segretario Generale della CGIL regionale Sergio Genco. L'operazione ha colpito le organizzazioni criminali e la 'ndrangheta che gestivano direttamente il traffico di immigrati clandestini. E', purtroppo, un'ulteriore conferma alle denunce che il sindacato e la CGIL ha fatto, anche in questi ultimi mesi, individuando, nella commistione tra malavita organizzata ed imprenditori compiacenti uno dei terreni d'azione favoriti dalla 'ndrangheta calabrese. Nel nostro territorio, in Calabria, la criminalità non si limita più allo sfruttamento dell'immigrazione ma gestisce direttamente il traffico di immigrati. Questo è ciò che emerge nella sua drammaticità. Migliaia di migranti sono coinvolti in questo losco traffico che viola i più elementari diritti dell'essere umano. Nel ribadire il sostegno alle forze dell'ordine, la CGIL invita i cittadini calabresi ad impegnarsi sempre di più nella lotta quotidiana contro la 'ndrangheta e fa appello in particolare alle associazioni imprenditoriali affinché assumano una chiara e netta presa di posizione contro qualsiasi collusione di propri associati con le cosche malavitose. L'impegno di ciascuno di noi è fondamentale per contrastare, in tutte le sue manifestazioni, la malavita organizzata e per dare un futuro di legalità e di giustizia alla Calabria.

Molinaro: continuare nei controlli e nella tolleranza doppio zero. L’operazione, chiamata in codice “Leone” riguardante il giro clandestino di controllo e traffico dell’immigrazione clandestina, partita da Reggio Calabria, coordinata dalla Procura della Repubblica ed eseguita in diverse regioni italiane dal Servizio Centrale Operativo e dalla Squadra Mobile della città dello stretto, “fa emergere –dichiara Pietro Molinaro presidente della Coldiretti Calabria – intrecci perversi controllati dalla criminalità organizzata e che si allarga in modo preoccupante a tutto il paese”. Continuiamo, come già detto in occasione dei drammatici fatti di Rosarno a chiedere tolleranza “doppio zero” ed ad una lotta senza quartiere verso lo sfruttamento del lavoro e quindi dell’uomo. L’immorale fenomeno del caporalato, come emerge dall’operazione, alimenta il corto circuito tra criminalità e allarme sociale, ed è funzionale ad una economia distorta che sfrutta il lavoro e crea sleale concorrenza tra le imprese agricole ed agroalimentari. Una agricoltura moderna e positiva con punte di straordinaria eccellenza nella nostra regione -sottolinea Molinaro – vuole mettere in campo scelte coerenti in termini etici e di responsabilità sociale. I fatti di Rosarno –conclude Molinaro – sono uno shock positivo per tutti ed hanno squarciato il velo sulle condizioni di marginalità presenti nella regione che sono contigue all’illegalità e questo chiama tutti a fare in modo che leggi severissime sulla carta vengano fatte applicare nei fatti”.

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