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Atti persecutori e violenza nel dibattito promosso dalla Provincia

 

 

Atti persecutori e violenza nel dibattito promosso dalla Provincia

15 apr 10 Violenza e atti persecutori, in sintesi stalking, fenomeno oggi sempre più diffuso, tant’è che si è reso necessario, nello scorso anno, promulgare una legge ad hoc per contrastarlo. Vittime sono, nella maggior parte dei casi e spesso indifese, le donne, con tutte le conseguenze fisiche e psicologiche derivanti dal subire violenze, abusi, persecuzioni e quant’altro. Di tutto ciò si è discusso ieri, nel Salone degli Specchi del Palazzo della Provincia di Cosenza, per iniziativa dell’Assessorato Provinciale alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche Giovanili e Femminili, in collaborazione con l’Associazione fra gli ex alunni del Liceo Classico Telesio, di cui è Presidente l’Avv. Ernesto Corigliano che ha moderato il dibattito, sottolineando alcuni aspetti giuridico-legali inerenti la problematica discussa. Due le relazioni a base del dibattito che si è poi sviluppato sviscerando interessanti spunti su una questione tristemente attuale quanto aberrante: quella del Giudice del Tribunale di Castrovillari Carmen Ciarcia e dell’Assessore Provinciale alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche Giovanili e Femminili, Maria Francesca Corigliano. L’Assessore ha evidenziato le cifre allarmanti rispetto a questo drammatico fenomeno che, secondo dati ISTAT più recenti, riguardano una donna su cinque, in età compresa fra i 16 ed i 70 anni, vittima di atti di violenza o persecuzione. "Al di là dello stato di ansia e di stress, del cambiamento di abitudini e del disagio vissuto dalla donna che si trova a vivere una simile situazione, che non sono certo poca cosa -ha affermato Maria Francesca Corigliano- esistono le pressioni e le violenze psicologiche che vanno considerate altrettanto alienanti e sconvolgenti. Occorre che le donne sappiano trovare la forza di denunciare, di parlare e chiedere aiuto, non temendo di subire quello che potrebbe rivelarsi come un “processo” al loro modo di essere donne. Ogni cittadino, che percepisce situazioni in cui la donna è vittima di violenza dovrebbe rendersi protagonista di un atto di sensibilità e di coraggio civile chiedendo l'intervento delle Forze dell'Ordine. Soltanto cosi, con un atto di sensibilità e di coraggio civile si potrà -ha concluso l’Assessore- se non arginare completamente il verificarsi di tali frangenti, almeno porre un deterrente al riproporsi, a danno delle donne, di quelle situazioni che minano alla radice alla dignità umana e personale di chi è, suo malgrado, vittima”. Il Giudice del Tribunale di Castrovillari Carmen Ciancia ha spiegato come si possano individuare almeno cinque profili comportamentali dello stalker, che si pone come un vero e proprio inseguitore-molestatore ossessivo della preda, e cioè il risentito, il bisognoso d’affetto, il corteggiatore incompetente, il respinto e il predatore. Come comune denominatore tutti gli stalker propendono ad instaurare o ripristinare, anche con la forza o la violenza, un legame-relazione con la vittima designata per affermare un loro bisogno di attenzione e riconoscimento, fino a farne un’ossessione che degenera anche in atteggiamenti inconsulti. Nell’approfondire la legge n. 38/2009, Carmen Ciarcia ne ha illustrato i presupposti, i nodi cardine ed anche i punti di forza e di debolezza, soffermandosi sugli aspetti ed i risvolti psicologici che una situazione determinata dallo stalking provoca sulla vittima e sottolineando la comune matrice degli abusi spesso celata in ambiti di più stretta conoscenza o anche pressocchè familiare. La percentuale più rilevante, infatti, si consuma in ambienti abituali poiché a commettere il reato è spesso il partner o l’ex-partner, amici o conoscenti, persone note o di quotidiana frequentazione, insomma.

 

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