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Sanità in Calabria, accuse dei genitori della piccola Sara

 

 

Sanità in Calabria, i genitori della piccola Sara accusano i medici. La Regione pronta con il piano di rientro

08 set 09 "Nell'ospedale di Locri, al fianco di medici professionisti e ben preparati, ce ne sono anche di dubbia qualità, pessima preparazione e senza uno dei requisiti fondamentali per essere un buon medico, il senso del dovere, e, naturalmente, una specializzazione per il reparto dove si presta la propria opera". A scriverlo, in una lettera aperta all'Ordine dei Medici della Calabria, al ministero della Salute, all'assessorato regionale alla Sanità ed a tutti i medici, sono Alessandro Sarti e Caterina Nicita, i genitori di Sara Sarti, la bambina di 5 anni morta il 25 agosto "per cause ancora da accertare, anche se per noi la causa è chiarissima". "Capiamo - è scritto nella lettera - che, puntare il dito contro qualcuno in particolare è sbagliato. Almeno finché l'esito degli esami autoptici non dimostrerà il contrario ma, c'é una cosa di cui siamo certi; nell'ospedale di Locri ci sono anche medici di dubbia qualità". "Nella nostra visita alla 'scoperta' dell'ospedale di Locri - proseguono i genitori di Sara - abbiamo visto corridoi e camere per i malati con crepe e scritte sopra i muri, sacchi di spazzatura lasciati nei corridoi, servizi igienici in pessime condizioni ed a volte senza luce, come in pediatria, pacchi di medicinali alla portata di chiunque. Chiunque più aggirarsi per l'ospedale. Noi siamo entrati in sala operatoria e nello studio di un primario, da dove, volendo, si può prendere ciò che si vuole, medicinali compresi. Ma dobbiamo anche dire che un reparto pulito e impeccabile c'é. Purtroppo però crediamo sia quello sbagliato. Stiamo parlando dell'ala che ospita gli uffici della Direzione dove quei signori in giacca e cravatta fanno la bella vita e quando si trovano davanti casi tragici come il nostro sanno soltanto dire: 'Che ci devo fare, era destino. Abbiamo fatto il possibile'. Sì, siamo d'accordo che può esser destino, ma ci chiediamo: chi ha fatto il possibile per salvare Sara? Quando è stato fatto il possibile e soprattutto, chi non l'ha fatto?". Dopo avere ringraziato il medico (anche lui indagato) che aveva consigliato il ricovero ("non poteva sapere che portandola in ospedale sarebbe morta"), Caterina e Alessandro Sarti concludono: "nessuno ci potrà restituire la nostra unica figlia. Lei all'ospedale di Locri non ci andrà più, ma tanti altri bambini purtroppo quotidianamente sono e saranno costretti ad andare, come gli adulti. E' ora di intervenire e tocca soprattutto a voi medici. Tocca a voi gridare 'adesso basta'".

Feraudo (Idv) “Dopo decessi servono decisioni coraggiose” ''Non posso che ritenermi soddisfatto per l'ottima riuscita dell'iniziativa di ieri presso la Casa delle Culture con Leoluca Orlando, Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario, e gli onorevoli Lo Moro, Lagana' Fortugno e Nucara, componenti della stessa Commissione''. Lo afferma in una nota il capogruppo di Italia dei Valori in Consiglio regionale, Maurizio Feraudo, circa l'esito del Convegno-dibattito ''Sanita' Calabria: emergenza nazionale'' svoltosi ieri a Cosenza. ''Toccanti sono stati gli interventi - ha proseguito Feraudo - dei familiari di Federica Monteleone, di Giovanni Pellicore, di Andrea Bonanno, di Flavio Scutella', di Demetrio Cabulliese, di Eva Ruscio, di Sara Sarti e di Chiarina Gambettola. Tutte testimonianze tragiche, drammatiche e commoventi, che sono state portate all'attenzione della affollatissima platea e, soprattutto, dei parlamentari presenti i quali da oggi sono in grado di contestare al responsabile della sanita' calabrese anche quello che probabilmente nessuno avrebbe mai loro raccontato. Si e' trattato di una vera e propria audizione nel contesto di un dibattito vivace e a piu' voci. I relatori presenti hanno colto la sofferenza che c'e' dietro ad ogni storia accennata, ognuna diversa, ma legate tra loro da un filo comune: la fragilita' del sistema sanitario calabrese, infarcita di troppa politica, che spesso ammazza e lascia impunti i colpevoli. Ognuno si e' riservato di inviare nei prossimi giorni in via ufficiale al Presidente della Commissione la documentazione del proprio dramma''. Per Feraudo ''un primo obiettivo e' stato centrato: domani l'ufficio di presidenza della Commissione fissera' la data della audizione del Presidente Loiero e questi casi di malasanita' saranno oggetto di inchiesta e di richiesta di chiarimenti. Una tappa importante, quella di ieri, a cui e' immediatamente seguita, e' notizia di oggi, la richiesta della documentazione sul caso della piccola Grazia Maria di Belvedere tragicamente morta lo scorso mese di agosto nell'ospedale di Cetraro''. ''E' emersa - ha concluso Feraudo - l'inderogabile necessita' di adottare decisioni coraggiose e probabilmente impopolari che non tengano conto dei meccanismi di 'ritorno' in termini di consensi elettorali. Perche' con la vita delle persone non si puo' davvero scherzare''.

Loiero “Pronto piano di rientro”. ''Il piano di rientro per il deficit della sanita' e' ormai pronto e sara' sottoposto al governo a giorni. Ma, pur in presenza di un piano che obiettivamente deve ridurre la spesa, la Regione e' riuscita a fare degli interventi 'espansivi' per garantire qualita' e venire incontro alle esigenze dei calabresi''. Lo ha detto Il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, il quale nel corso del suo intervento al focus sulla spesa dei fondi della Programmazione Unitaria, tenutosi a Reggio Calabria ha toccato anche la questione sanita'. Prendendo spunto dalla vicenda del presidente della Provincia di Reggio, Giuseppe Morabito, al quale ha augurato pronta guarigione, ha detto che e' stato assistito in tempi e modalita' che dimostrano come nel sistema sanitario calabrese (soprattutto nel settore dell'emergenza) ci sono segmenti di grande qualita', Loiero ha ricordato che la giunta regionale ha autorizzato la copertura di numerosi posti di primario, di personale medico e paramedico in diversi ospedali della Calabria tra cui quelli di Locri e di Reggio, fornendo nuove risorse umane all'unita' cardiochirurgica reggina cosi' da fronteggiare in loco le urgenze cardiovascolari''.

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