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Operazione Pandora: 37 arresti, sequestrati 40mln di beniparte dei beni sequestrati
Operazione Pandora contro le cosche del crotonese: 37 arresti e 40 mln di beni sequestrati 26 nov 09 Gli autori di tre omicidi e due tentati omicidi sono stati individuati nelle indagini della polizia di Stato che stamani hanno portato all'operazione 'Pandora' con l'esecuzione di 37 ordinanze di custodia cautelare in carcere ed il sequestro di beni per 40 milioni di euro. Tra gli omicidi scoperti c'é anche quello del boss Carmine Arena ucciso nell'ottobre del 2004 con un bazooka mentre stava rientrando a casa. Alle 37 persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare, 13 delle quali sono già detenute, venvono contestati a vario titolo i reati di associazione di tipo mafioso, omicidi, estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti. Gli investigatori, che si sono avvalsi anche delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno ricostruito le attività illeciti delle cosche degli Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto. Sono stati individuati anche esponenti delle cosche che operavano nelle zone di Pavia e Reggio Emilia. Nel corso delle indagini è stato ricostruito anche lo scontro tra le cosche del Crotone individuando gli autori di omicidi commessi dal 2004 al 2006. 40 mln di beni sequestrati. E' di 40 milioni di euro il valore dei beni sequestrati nel corso dell'operazione 'Padora' compiuta stamani dalla polizia di Stato nei confronti delle cosche del crotonese. I provvedimenti di sequestro sono stati eseguiti a Crotone, Reggio Emilia, Lombardia e nel Trentino. Si tratta principalmente di beni immobili e di quote societarie. I beni sequestrati, secondo gli investigatori, sarebbero il frutto degli investimenti dei proventi delle attività illeciti, in particolare il traffico di sostanze stupefacenti e le estorsioni. Nelle zone di Reggio Emilia ed in Lombardia gli esponenti delle cosche del crotonese, secondo gli investigatori, avrebbero investito i proventi illeciti principalmente nel settore edilizio controllando alcune società. All'individuazione dei beni si è giunti attraverso indagini patrimoniali e anche grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia Arrestati: I presunti autori dell’omicidio di Carmine Arena, il boss di Isola Capo Rizzuto assassinato a colpi di bazooka il 2 ottobre 2004, che sono stati arrestati, sarebbero Vincenzo Corda, di 53 anni, e Paolo Corda, di 50 anni, di Pasquale Manfredi, 32 anni, e Salvatore Nicoscia, 37 anni, già detenuto per altra causa, che sono accusati anche di un altro omicidio, quello di Pasquale Tipaldi, ucciso a Isola Capo Rizzuto il 24 dicembre 2005. Ordine di cattura anche per il boss di Cutro Nicolino Grande Aracri, già detenuto, accusato di reati in materia di armi, per Luigi Morelli, 36 anni, e Nicola Lentini, 22 anni, entrambi di Isola Capo Rizzuto, accusati del tentato omicidio di Vincenzo Riillo, avvenuto l’11 aprile 2006. Con l’operazione 'Pandorà sarebbero stati individuati, inoltre, gli autori delle estorsioni ai danni di noti complessi turistici cone l’Hotel club Le Castella, la Baia degli Dei, il villaggio Valtur e l’hotel San Francesco dai quali avrebbero preteso somme di denaro ma anche assunzioni e forniture di alimenti e merci varie. Nel corso dell’indagine sono state sequestrati alcuni arsenali di armi. Rosa Villecco Calipari “Ndrangheta holding criminale”. “Un plauso alla Squadra Mobile di Crotone e allo SCO di Catanzaro per aver inferto, con l'operazione Pandora, un ennesimo colpo alle organizzazioni mafiose attive nel territorio, assicurando alla giustizia noti esponenti della criminalità organizzata crotonese. Ancora una volta è emersa la forza e la capacita di infiltrazione della 'ndrangheta, "holding" criminale che opera nelle regioni settentrionali mantenendo attivi contatti con i sodalizi che stabilmente sono lì insediati”. Così la vicecapogruppo del PD alla Camera dei Deputati, Rosa Vilelcco Calipari in una dichiarazione resa dopo la maxi operazione Pandora. “La lotta alla 'ndrangheta –spiega Rosa Calipari- va perseguita sempre con più¹ determinazione trasferendo risorse e mezzi alle forze dell'ordine che vivono quotidianamente disagi pesanti a fronte di un costante impegno contro le mafie. I tagli subiti dal comparto sicurezza e difesa sono un vero problema nazionale al quale è estremamente pericoloso rispondere con provvedimenti come l'emendamento del Governo nella legge finanziaria sulla vendita dei beni confiscati, quando esiste il rischio reale che quegli immobili tornino ai clan a cui erano stati sottratti. E' una norma che se dovesse passare definitivamente rappresenta la resa dello Stato di fronte alle difficoltà del pieno ed effettivo riutilizzo sociale dei beni confiscati così come previsto dalla legge 109 del 1996. Per questo al Ministro Maroni chiediamo di ritirare questa norma dalla finanziaria in discussione ora alla Camera."
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