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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Dieci arresti nel reggino
Decapitate le cosche della locride, 10 arresti della Questura di Reggio 02 nove 09 Avrebbero sottoposto a richieste di tangenti ed imposto la guardiania abusiva a numerosi commercianti di legname che operano tra l’Aspromonte e le Serre vibonesi. Sono queste alcune delle attività illecite contestate alle persone fermate nel corso di una operazione della squadra mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Polistena. Le dieci persone fermate sono: gli omonimi cugini Francesco Foriglio, rispettivamente nati il 23 gennaio ed il 3 agosto del 1985, indicati dagli inquirenti come membri dell’omonima cosca di Cinquefrondi; Isidoro Callà, 51 anni e Domenico Ferraro, di 44 anni, originari di Mammola; Rocco Facchineri, 53 anni, e Damiano Ieranò, 34 anni, di Cittanova; Francesco, Giuseppe e Michelangelo Larosa, di 58, 52 e 38 anni e Giuseppe Iaconis, 52 anni, di Giffone. I particolari delle indagini sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone; il procuratore aggiunto Michele Prestipino; il questore, Carmelo Casabona; il capo della squadra mobile, Renato Cortese ed il dirigente del commissariato di Polistena, Francesco Giordano. Le persone fermate sono accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsioni. In particolare il “gruppo criminale - ha detto il procuratore aggiunto Prestipino - anziché scontrarsi, aveva raggiunto un accordo di ferro per condizionare gli appalti che i comuni indicevano per il taglio dei boschi e per imporre a tutti gli operatori del settore il pagamento delle tangenti”. Secondo quanto appreso, le indagini sono in corso anche per tentare di scoprire gli autori di alcuni gravi fatti di sangue accaduti negli anni scorsi a Giffone. Gli inquirenti, infine, grazie alla elaborazione di due operatori commerciali, sono riusciti ad evitare gravi ritorsioni ai danni di un imprenditore che non voleva più sottostare alle imposizioni della ndrangheta. È Francesco Larosa, di 58 anni, domiciliato a Saint-Pierre, l’uomo fermato alle 4 di lunedì mattina, nella sua abitazione di frazione Etavel, dagli agenti della squadra mobile della Questura di Aosta, in collaborazione con i colleghi calabresi. Larosa, detto ‘Chitarrunì, è accusato di fare parte della cosca - o ‘ndrina - dei Foriglio, Callà, Larosa. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Gli altri nove fermi sono stati eseguiti in Calabria, nella zona di Gioia Tauro. Secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe preso parte a estorsioni ai danni di imprenditori calabresi, fortemente assoggettati alle cosche della Piana di Gioia Tauro. Francesco Larosa si trova attualmente nel carcere di Brissogne, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nel 2003-2004 era già stato in Valle d’Aosta “al confino”; detenuto tra il 2008 e il 2009, nel luglio scorso era stato scarcerato con l’obbligo di dimora che lui aveva indicato a Saint-Pierre.
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