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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Piano casa
Piano casa, parte con la Regione Veneto, in Calabria Greco e Tripodi contrari 09 mar 09 Sarà il Veneto a fare da apripista al Piano nazionale per la casa. La giunta regionale si riunirà infatti domani a Palazzo Balbi per discutere un progetto di legge che prevede, in sintonia con quanto preannunciato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, la possibilità per i proprietari di ampliare sino al 20% la cubatura di un immobile o di poter ricostruire, utilizzando criteri di ecosostenibilità, le abitazioni realizzate prima del 1989. Nel frattempo però altri governatori hanno espresso più di un dubbio sul progetto lanciato pochi giorni fa dal premier, che proprio nella giornata di oggi ha rilanciato la palla alle regioni, ricordando che "stiamo parlando di un'indicazione quadro che daremo alle Regioni, perché sulla casa la legge debbono farla loro". Intanto dal Veneto dimostrano di avere le idee chiare sull'iter del pdl: "prevediamo di poterlo approvare già nella seduta del 17 marzo e di trasmetterlo per il voto del consiglio regionale, che ci auguriamo sia il più celere possibile", ha chiarito l'assessore all'Urbanistica Renzo Marangon . Il provvedimento, ha ricordato Marangon, intende ottenere tre obiettivi: aumentare la cubatura delle regioni, costruire edifici in linea con la filosofia di un maggior sviluppo sostenibile e dare nuovo impulso al settore delle costruzioni". Convinto anche il presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan, che ha rimandato al mittente le accuse sui pericoli di scempio ambientale: "stiamo parlando di un progetto che riguarda il patrimonio edilizio esistente - ha chiarito - senza contare che è un provvedimento a termine, che durerà un anno, al più per tutto il 2010 e limitatamente agli edifici costruiti prima del 1989". Galan ha poi incoraggiato i presidenti delle altre regioni a sostenere il Piano casa, che farebbe ripartire "non solo il mattone ma anche le tecnologie collegate". Contro il rischio speculazioni dice la sua anche il ministro per i Rapporti con le Regioni Raffale Fitto: "l'idea di Berlusconi è di varare un piano ad hoc per permettere l'ampliamento di abitazioni esistenti - spiega - in deroga alla rigidità della burocrazia e accelerando le procedure amministrative per ottenere i permessi necessari". Il fronte degli oppositori al Piano registra oggi l'adesione del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo: "é l'idea di fondo che è sbagliata", visto che il Piano, spiega, "consente di andare in deroga ai piani regolatori e di aumentare le cubature degli edifici fino al 10-30%". Riserve le esprime anche il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, a parere del quale "la Sicilia ha sofferto a lungo la piaga dell'abusivismo, stiamo attenti alle nuove cubature". Intanto, mentre il governatore della Campania Antonio Bassolino ha annunciato un piano regionale di investimenti da 1 miliardo di euro per il rilancio delle infrastrutture, il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, chiarisce che darà un giudizio sul Piano casa solo quando sarà reso noto il testo. E comunque, ha avvertito, "qualunque normativa sull'edilizia e sul territorio non potrà prescindere da un ruolo attivo di Comuni, Province e Regioni". Infine, mentre l'assessore alle Politiche del Territorio della Regione Puglia Angelo Barbanente definisce il Piano casa "una trappola" e "una scatola vuota", Legautonomie giudica "indiscriminato e incontrollato" l'aumento del 20% delle cubature esistenti, peraltro "in un Paese già devastato dall'abusivismo edilizio" Gli assessori Tripodi e Greco contrari al piano casa. "La nostra terra ha già subito gli effetti devastanti della cementificazione selvaggia, della speculazione e dell'abusivismo che hanno distrutto il territorio". E' quanto affermano, in una nota congiunta, gli assessori regionali all'Urbanistica e Governo del Territorio e all'Ambiente, Michelangelo Tripodi e Silvio Greco esprimendo netta contrarietà al cosiddetto "piano casa" annunciato dal premier Berlusconi. "Oggi noi - sostengono Tripodi e Greco in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa della Giunta regionale - abbiamo avviato una nuova politica fondata sulle regole e sulla legalità che guarda al territorio, all'ambiente e al paesaggio come risorse e opportunità per il futuro della Calabria. La linea giusta è quella del nostro Piano di edilizia sociale che tutela il territorio senza cambiare leggi e regolamenti e per il quale stati sono stati stanziati 230 milioni di euro.Questo Piano che abbiamo avviato come Regione può essere il modello che il Governo dovrebbe assumere a livello nazionale. Ovviamente, di fronte al tentativo di forzare la mano su aspetti così delicati, la Regione assumerà in sede idi Conferenza Stato-Regioni tutte le iniziative opportune e necessarie per salvaguardare le competenze e le attribuzioni regionali per impedire l'assunzione di provvedimenti che potrebbero essere anche incostituzionali". "Lo stesso presidente Loiero - è detto nel comunicato - in attesa di conoscere i dettagli, sabato scorso aveva preso le distanze dal progetto governativo. 'La Calabria al di la' di un problema di competenze istituzionali sul territorio che pur si pone - aveva affermato - ha un patrimonio naturale, urbanistico e paesaggistico da difendere e sappiamo quali possono essere i costi sociali di un'edilizia selvaggia. Per quanto riguarda la possibilità di aumento delle cubature con procedure poco chiare per consentire alle giovani coppie di avere un proprio tetto mi sento di dire però che si può raggiungere meglio l'obiettivo con incentivi reali come quelli che la Calabria ha messo a disposizione e senza cambiare le regole" Lagautonomie: Governare il territorio non cementificarlo. Legautonomie esprime la più viva preoccupazione per gli annunciati provvedimenti del Governo su un "indiscriminato e incontrollato" aumento del 20% delle cubature edilizie esistenti. Se ne è fatto portavoce il suo presidente, Oriano Giovanelli, che ha dichiarato: "si confondono misure di semplificazione e di snellimento dei procedimenti, molte delle quali già esistenti, come le denunce di inizio attività (Dia), con interventi in deroga a ogni strumento pianificatorio e di corretto governo del territorio che i comuni si sono dati con l'obiettivo di tutelare l'interesse pubblico e di contrastare la rendita e la speculazione". "In un Paese già devastato dall'abusivismo edilizio - aggiunge Giovannelli- simili misure rischiano di pregiudicare ulteriormente la qualità urbanistica e ambientale delle città e del territorio. Le scelte annunciate dal Governo dimostrano una cieca e ottusa incapacità di guardare alle reali possibilità di sviluppo economico e sociale fondate sulla qualità ambientale, storica e architettonica, nonché sulle nuove frontiere dell'edilizia di qualità,come la bioedilizia, e su quella a basso impatto energetico".
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