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"Papa Giovanni" sgomberato
Terminato lo sgombero del Papa Giovanni. Fish: "un golpe". Quale futuro per i lavoratori? 17 mar 09 E' stato completato lo sgombero dell'Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello. L'operazione, dopo le resistenze iniziali da parte di alcuni lavoratori della struttura, si è svolta regolarmente e senza incidenti. I 290 degenti della casa di cura sono stati trasferiti in strutture pubbliche o convenzionate, reperite dall'Azienda sanitaria provinciale che ha collaborato all'operazione di sgombero, e localizzate nei comuni di Castrovillari, Corigliano, San Giovanni, Rossano, Roseto, Bocchigliero, Castiglione, Rogliano, Paterno, Malito, Paola, San Fili, San Lucido e Cassano. Solo alcuni malati, quelli ospitati negli appartamenti facente parte un progetto di cura, sono rimasti a Serra d’Aiello. "Si è trattato - ha detto il procuratore della Repubblica di Paola (Cosenza), Bruno Giordano - di un atto assolutamente dovuto non solo dal punto di vista esecutivo, visto che avevamo emesso un decreto in tal senso, ma anche perché le condizioni generali non consentivano più il permanere in vita della struttura, così com'era organizzata. C'é stata da parte nostra la massima attenzione all'interesse dei pazienti e dei lavoratori. Abbiamo evitato, in qualunque modo, di arrivare ad uno scontro ponendo in atto, in tal senso, tutti i tentativi possibili. Ed alla fine devo dire che ci siamo riusciti". Ora il futuro rimane incerto per gli oltre 400 lavoratori. Che fine faranno? Custodi giudiziari “Tutelati i degenti”. "Il trasferimento si è reso necessario per tutelare i degenti". E' quanto affermano i custodi giudiziari dell'istituto Papa Giovanni XXIII a proposito dello sgombero della struttura. "Per i degenti - aggiungono i tre custodi, Gennaro Brescia, Nicola Giuseppe Bosco e Ernesto Florio - non era più possibile assicurare le condizioni minime per un'assistenza umanamente tollerabile. Al contempo non era possibile garantire una retribuzione ai dipendenti, 'affamati' dalle precedenti amministrazioni". Secondo i custodi giudiziari, inoltre, "la chiusura dell'istituto e il necessario trasferimento in altre strutture degli ammalati sono stati causati dalla già precaria situazione finanziaria della struttura, aggravata recentemente da pignoramenti di rilevante importo effettuati dagli stessi dipendenti che, di fatto, hanno bloccato qualsiasi risorsa finanziaria, nonché dalle precarie condizioni igienico-sanitarie della struttura immobiliare e del complesso degli impianti, obsoleti e scarsamente funzionanti. La Fondazione Istituto Papa Giovanni XXIII resterà, tramite nostro, sotto il controllo dell'autorità giudiziaria, che ha sottoposto l'istituto a sequestro penale preventivo. Restiamo a disposizione dei familiari, dei tutori e degli amministratori di sostegno dei degenti per qualsiasi e opportuna informazione". Federazione handicap “Un vero golpe”. La Federazione italiana per il superamento dell'handicap (Fish), una delle più importanti realtà del mondo della disabilità, si esprime in forma critica sullo sgombero dell'Istituto Papa Giovanni disposto dalla procura della repubblica di Paola (Cosenza). "La situazione dell'Istituto - sostiene la sezione calabrese della Fish - si sta chiudendo nel peggiore dei modi. Da stamattina la struttura è occupata dalle forze dell'ordine ed é stata avviata la fase di sgombero. Avevamo richiesto anni addietro, più volte, la chiusura della struttura per le condizioni di degrado in cui si trovava. Nonostante ciò, negli ultimi due anni, dopo l'avvio delle indagini e il sequestro dell'istituto, molte cose sono cambiate e la qualità della vita delle persone ricoverate è migliorata". "Questa mattina, con un golpe che era nell'aria da più giorni - continua la nota - tutto ciò che è stato costruito, le speranze delle persone ricoverate e di coloro che si sono prodigati per un futuro migliore, si è sgretolato. Questa è una chiara violazione dei diritti umani. E' inconcepibile che nel 2009 persone con disabilità vengano umiliate in questo modo". . Laratta “Molti dovrebbero avere vergogna”. "Sulla vicenda dell'Istituto Papa Giovanni in tanti, in Calabria, dovrebbero provare un senso di vergogna e imbarazzo". Lo afferma in una nota il deputato del Pd, Franco Laratta. "Se è vero, come sembra, che in quell'istituto - prosegue - sono accadute cose gravissime, che ai danni dei ricoverati sono state fatte cose indicibili, che alcuni hanno posto in essere operazioni squallide e inconfessabili per troppi anni, per come la vicenda si è conclusa e per la sorte di tanta povera gente e per la grave situazione che riguarda i dipendenti, davanti a questa situazione chissà in quanti dovrebbero provare un senso di profonda vergogna". "Si abbia almeno rispetto - conclude Laratta - per tanti poveri ammalati, che non si sa bene dove andranno a finire. A questo punto, la magistratura faccia rapidamente chiarezza e scopra quanto è accaduto in questi anni e di chi sono le responsabilità". Corbelli “Un errore il trasferimento dei malati”: Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, in una nota evidenzia che "il trasferimento dei malati del Papa Giovanni è un gravissimo errore". "E' un intervento spettacolare - aggiunge - e spropositato delle forze dell'ordine, adatto più ad un teatro e ad una azione di guerra che non al trasferimento di alcune centinaia di pazienti disabili. Prima la criminalizzazione mediatica nazionale della casa di cura di Serra d'Aiello, con ipotesi di reato inverosimili e allucinanti, tutte da verificare e dimostrare. Oggi il blitz delle forze dell'ordine. Rispetto ma non condivido la decisione della Procura di Paola di trasferire i malati del Papa Giovanni in altre strutture sanitarie. Non condivido soprattutto l'incredibile e massiccio schieramento di carabinieri, polizia e guardia di finanza, addirittura in tenuta antisommossa, come se anziché in una casa di cura per disabili si dovesse entrare e attaccare un covo di terroristi. Sono allibito e amareggiato per quanto accaduto. Questa mattina più che a Serra d'Aiello sembrava di essere a Beirut. La magistratura non può sostituirsi alla politica". "Il problema del Papa Giovanni - prosegue Corbelli - doveva essere risolto dalle Amministrazioni e Istituzioni competenti e dal Governo centrale, che non può chiamarsi fuori da questa drammatica emergenza dei malati e disabili gravi dell'istituto di Serra d'Aiello. Il destino dei malati e della struttura di Serra d'Aiello non lo può stabilire e decidere la magistratura. Aspettiamo adesso di vedere gli sviluppi e i risultati dell'altra clamorosa indagine della magistratura sulle gravissime e inquietanti ipotesi di reato di traffico d'organi, sparizioni e, addirittura, omicidi di pazienti dell'istituto Papa Giovanni. Aspettiamo di vedere provate queste allucinanti ipotesi di reato" . , .
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del 28/01/2004
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