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La legge regionale sui migranti

 

Largo consenso per la legge sull’accoglienza della Regione Calabria. Le norme

29 mag 09 L'accoglienza come opportunità per lo sviluppo locale. Un'integrazione possibile perché a misura d'uomo e calibrata sulle esigenze del territorio. E' questa la filosofia, secondo il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, contenuta nella legge in materia di accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e di sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità locali, proposta dall'esecutivo e approvata all'unanimità dal Consiglio. Con questa legge la Calabria si è dotata, prima tra le Regioni italiane, di uno strumento che promuove l'accoglienza e l'inserimento dei rifugiati sul territorio coniugandolo allo sviluppo socio-economico delle comunità locali. "Il provvedimento - ha commentato il presidente Loiero - nasce dalla positiva esperienza di alcuni Comuni della Locride come Riace, Caulonia e Stignano, dove i rifugiati sono diventati una vera e propria risorsa". Arrivati a più riprese a partire dalla fine degli anni '90, gli immigrati sono da tempo impegnati in attivita' artigianali e produzioni locali e stanno così contribuendo, in armonia con la popolazione locale, a rivitalizzare l'economia di borghi segnati da un passato di emigrazione di massa e altrimenti destinati a un futuro di decadenza e spopolamento. Si tratta di un modello di integrazione balzato agli onori della cronaca nazionale la scorsa estate quando la Locride accolse l'appello disperato che arrivava da Lampedusa di farsi carico dei nuovi arrivi visto che il centro d'accoglienza dell'isola era perennemente stracolmo. L'obiettivo che adesso si propone la Calabria, mediante l'erogazione di fondi ai Comuni virtuosi, è quello di "mettere a sistema" il modello Locride, dare cioé impulso alla realizzazione su tutto il territorio regionale di interventi diretti all'accoglienza e all'integrazione per arrivare a definire un vero e proprio sistema regionale integrato di accoglienza. E infatti il provvedimento finanzia, con risorse regionali e comunitarie, i progetti presentati da Comuni, Province, Comunità Montane e altri enti finalizzati all'inserimento socio-lavorativo dei richiedenti asilo e dei rifugiati, soprattutto nei borghi interessati da fenomeni di spopolamento e da particolari sofferenze socio-economiche. Non solo: la legge sosterrà azioni che favoriscano la conoscenza reciproca tra i popoli, base fondamentale di una convivenza serena. L'esperienza insegna che tutto ciò è possibile se attuato gradualmente e attraverso la strategia dei piccoli numeri, tenendo conto cioé delle esigenze di ciascuna comunità locale.

La norma. Promuovere interventi specifici per l'accoglienza, la protezione legale e sociale dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei titolari di misure di protezione sussidiaria presenti sul territorio regionale con particolare riguardo alle situazioni più vulnerabili (minori, donne sole vittime di tortura); sostenere azioni indirizzate all'inserimento socio-lavorativo dei rifugiati e richiedenti asilo e promuovere un sistema regionale integrato di accoglienza". Sono queste le finalità della legge sull'accoglienza ai rifugiati ed ai richiedenti asilo approvata ieri dal Consiglio regionale su proposta della Giunta. Lo strumento di programmazione degli interventi previsti dalla legge è il Piano regionale, con valenza triennale, che individua per ogni annualità le strategie, gli obiettivi, le linee di intervento, i soggetti ammissibili, le risorse e il sistema di monitoraggio. Gli interventi ammessi sono quelli in favore di comunità interessate da fenomeni di spopolamento e declino che intendano avviare percorsi di riqualificazione e di rilancio socioe-conomico collegato all'accoglienza di rifugiati. E' data priorità ai progetti che valorizzino le produzioni artigianali, le competenze e le tradizioni locali e che prevedano forme di commercio equo e solidale e di turismo responsabile. La normativa prevede anche la promozione di eventi culturali volti a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla cultura dell'accoglienza allo scopo di prevenire situazioni di intolleranza e razzismo e programmi di formazione rivolti alla pubblica amministrazione. I beneficiari sono i Comuni, le Province e le Comunità montane per ciò che riguarda gli interventi di riqualificazione e di rilancio socio-economico e culturale collegati all'accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei titolari di misure di protezione sussidiaria o umanitaria. Gli stessi enti locali, nonché le istituzioni scolastiche, le aziende sanitarie, i soggetti pubblici associazioni ed enti senza fini di lucro possono attuare interventi per la produzione e la diffusione di eventi culturali volti a sensibilizzare l'opinione pubblica ad una cultura dell'accoglienza e ad una conoscenza del diritto d'asilo, anche allo scopo di prevenire e contrastare situazioni di intolleranza e razzismo. Il Comitato dei garanti previsto dalla normativa ha il compito di formulare proposte per l'attuazione del piano regionale; esprimere una valutazione dei progetti sotto il profilo della coerenza e sostenibilità; operare un monitoraggio sull'andamento dei progetti finanziati e formulare proposte per l'attuazione di studi e ricerche oggetto della legge. Il Comitato, inoltre, valuta l'attuazione degli interventi e redige un rapporto. I cinque componenti sono individuati dall'amministrazione regionale tra gli enti e le associazioni maggiormente significative sul piano nazionale nelle materie attinenti la tutela del diritto d'asilo, la tutela dei diritti umani, il dialogo interculturale, lo sviluppo di modelli di economia solidale nelle comunità locali e nelle relazioni internazionali". Il diritto d'asilo, secondo il quadro normativo del nostro Paese, è garantito dall'articolo 10 della Costituzione che recita secondo cui "lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge". Lo Stato Italiano, pur avendo ratificato le convenzioni internazionali in materia e ed avendo recepito nel proprio ordinamento le relative direttive dell'Unione Europea non ha ancora una normativa organica nazionale. Nonostante l'assenza di una legge organica, il numero di persone che bussano alle porte dell'Italia perché in fuga dai loro Paesi è in continuo aumento. Alla fine del 2008 le richieste pervenute alle Commissioni Territoriali per il diritto d'asilo sono state 31.097, di cui 10.849 con esito positivo. Nel 2007 le domande d'asilo erano state 14 mila e l'anno prima circa 10.400. L'aumento, pur significativo, degli arrivi dei richiedenti asilo va letto con attenzione e senza allarmismi. L'Italia è stata infatti, per lungo tempo, un Paese "di transito", con una presenza molto modesta di rifugiati rispetto alla media europea. Quanto sta avvenendo è quindi il segnale di un cambiamento del ruolo dell'Italia quale Paese di destinazione nel contesto dell'Unione. Il diritto d'asilo e le procedure di riconoscimento della condizione di rifugiato sono di competenza dello Stato. Le Regioni, nell'ambito della loro potestà legislativa, possono svolgere un ruolo importante sostenendo interventi di protezione, accoglienza ed integrazione sociale dei rifugiati e favorendo la costruzione di una rete di servizi territoriali.

Portavoce ONU “Soddisfazione”. "L'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha appreso con soddisfazione che la Calabria ha approvato all'unanimità una legge che coniuga lo sviluppo sociale ed economico della comunità locale con l'accoglienza dei rifugiati". Lo ha affermato in una nota il portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Laura Boldrini. "Quindi si tratta di una buona notizia - ha aggiunto - ed è anche rassicurante constatare che il territorio si è fatto protagonista dell'inclusione dei rifugiati in un momento in cui in altre zone del Paese il localismo viene usato invece come fattore identitario e quindi come motivo di esclusione. L'aspetto interessante di questa legge è che imposta l'accoglienza non come un costo sociale ma come opportunità e fattore di sviluppo per tutti, incluse le comunità locali". "Quindi ci auguriamo - ha concluso - che altre regioni vogliano seguire questo modello nell'ottica che favorire l'integrazione va a vantaggio di tutti" .

Covello (Cgil) “Una pagina di civiltà”. "La Calabria oggi segna una pagina importante di civiltà e inclusione sociale". E' quanto afferma, in una nota, Massimo Covello, segretario regionale della Cgil, commentando l'approvazione da parte del Consiglio regionale della legge sull'accoglienza ai rifugiati. "Che il modello Riace - prosegue Covello - già esteso a Caulonia e Stignano, alternativo alle strutture disumanizzanti e repressive dei Centri identificazione ed espulsione, diventi l'approccio dell'intera Calabria alle domande dei richiedenti asilo e dei rifugiati politici. E' questo il messaggio chiaro, da noi pienamente condiviso, che il Consiglio regionale manda all'intero Paese approvando la legge proposta dalla Giunta regionale". Per il segretario regionale della Cgil "é il primo passo significativo e importante. Ora si proceda speditamente a coordinare occasioni di discussione in tutti i 409 comuni calabresi. Serve coordinare le diverse misure aggiuntive alle risorse impegnate con la Legge. Come sempre la Cgil calabrese, insieme agli immigrati in Calabria, sarà protagonista per la valorizzazione dei diritti e per l'inclusione"

Finocchiaro “Fatto grandemente positivo”. "E' un fatto grandemente positivo. Infatti la reazione del Governo nazionale, che non vuole che le Regioni si occupino dell'immigrazione, è stata immediata". Lo ha detto il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, a margine di una manifestazione elettorale a Crosia circa la legge sull'accoglienza degli immigrati approvata ieri dalla Regione Calabria. "Ancora una volta - ha aggiunto - la Regione Calabria, che evidentemente questa maggioranza di governo ritiene essere l'ultimo avamposto d'Italia per la difesa dei diritti e dell'accoglienza, è un esempio di modernità e anche di lungimiranza. Quanto poi alla politica dei respingimenti del governo Berlusconi, voglio ricordare che proprio lunedì scorso il ministro Maroni è venuto al Senato e ci ha raccontato una storia che non ci convince". "Quel respingimento collettivo - ha concluso - è illegittimo ed ha travolto il diritto di chissà quante persone che su quei barconi avevano il diritto all'asilo"

Pittella (PD) “Prova di civiltà”. Gianni Pittella, candidato col Pd alle elezioni europee, plaude all'approvazione della legge regionale sull'accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati e di sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità locali. "La Calabria - afferma il presidente del gruppo PSE a Strasburgo - ancora una volta, e in controtendenza rispetto alle politiche sull'immigrazione del governo centrale, dimostra di essere la Regione dell'accoglienza e dell'integrazione. Con questa legge si promuovono, infatti, interventi specifici per l'accoglienza, la protezione legale, sociale ed umanitaria e l'integrazione degli aventi bisogno e al fine di contrastare e prevenire fenomeni di intolleranza e razzismo e sensibilizzare l'opinione pubblica ad una cultura della integrazione sostiene azioni in favore degli enti locali, istituzioni scolastiche, enti, associazioni, che intendono intraprendere azioni finalizzate all'inserimento socio-lavorativo dei richiedenti asilo politico e dei rifugiati". "La Calabria - conclude Pittella - ha dimostrato una grande prova di civiltà e solidarietà ed è per questo, che mi auguro che questa legge sia un esempio per le altre regioni" .

Asgi “Un risultato importante”. "Quello che penso è che sia stato raggiunto un risultato molto importante". E' quanto afferma Gianfranco Schiavone del direttivo nazionale dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale della Calabria della legge sull'accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo. "Qualcuno potrebbe pensare - prosegue Schiavone - che si tratti di una legge piccola, secondaria, in qualche modo di settore e invece penso sia un segnale innanzitutto culturale per il Paese, di rinnovamento. Sulla necessità di incominciare a pensare che l'immigrazione e l'asilo non sono soltanto un peso ma sono anche un motore di sviluppo economico, sociale e culturale. Quindi è una legge che va bene oltre i confini della Calabria"

Limido “Altre le priorità”. "Invece di preoccuparsi dei tanti e gravi problemi della Calabria e di legiferare su argomenti seri, la giunta e il Consiglio regionale pensano di farlo sul fenomeno dell'immigrazione. L'aspetto più paradossale è che su questo argomento si è accodata anche la minoranza in Consiglio". E' quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale de La Destra, Gabriele Limido. "A Roma i loro colleghi di partito e di governo usano il pugno di ferro con i 'respingimenti' - prosegue Limido - qui in Calabria si usa il guanto di velluto e una politica ecumenica. E' una contraddizione stridente, sia in termini politici che legislativi. La Calabria ha altre priorità ed emergenze da affrontare come una sanità allo sbando, neanche le inique misure approntate dalla giunta Loiero riescono a colmare il disastro e il malgoverno di questo centrosinistra regionale. Il commissariamento è una misura necessaria e irreversibile come la Destra ha sempre sostenuto in tempi non sospetti". "Abbiamo, inoltre - prosegue Limido - una disoccupazione alle stelle, una criminalità organizzata che soffoca la vita civile ed economica della nostra terra, una questione morale divenuta più un accessorio che una regola da rispettare, un' usura bancaria istituzionalizzata che impedisce lo sviluppo economico delle imprese calabresi e la giunta, con l'ausilio del Consiglio regionale, cosa fa? Concepisce una legge per l'accoglienza e l'integrazione degli immigrati. è una bizzarria". "E' il paradosso di questa classe politica - prosegue il consigliere regionale de La Destra - che evita di affrontare e risolvere le piaghe della Calabria e con un colpo ad effetto pensa di sviare l'attenzione sui veri drammi sociali ed economici della regione idealizzando il fenomeno dell'emigrazione. Dopo l'approvazione di questa legge siamo davanti ad un'azione di pura propaganda politica, demagogica e fuorviante. Loiero pensasse piuttosto a governare la regione, se ne è in grado, o trarre le dovute conclusioni nel caso contrario. Mentre l'opposizione tornasse a fare il suo dovere senza nessuna contraddizione". .

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