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Inchiesta Papa Giovanni
Inchiesta "Papa Giovanni" aperti loculi cimitero Serra d'Aiello per le verifiche 30 lug 09 Quindici morti sospette e 12 persone scomparse misteriosamente mentre erano ospiti dell'istituto di assistenza Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello: sono questi gli elementi che hanno spinto la Procura di Paola a mandare i carabinieri e personale dell'Azienda sanitaria a ispezionare una decina di loculi nel cimitero. Loculi che, almeno allo stato, accolgono i resti di defunti senza nome visto che nessuna iscrizione è presente sulle lapidi. L'obiettivo degli inquirenti è chiaro: verificare se in quei loculi possa essere stato sepolto qualcuno degli scomparsi. La Procura di Paola ha da tempo avviato un'inchiesta sull'Istituto, sgomberato nel marzo scorso su disposizione degli stessi magistrati a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie. Un primo troncone, su presunte irregolarità nella gestione amministrativa, è già stato definito con la richiesta di rinvio a giudizio di 27 persone tra le quali anche l'ex presidente dell'istituto, don Alfredo Luberto. Ma la parte più delicata è quella che riguarda le scomparse misteriose. Indagando su questo aspetto, gli investigatori erano già stati, nel marzo scorso, nel cimitero di Serra D'Aiello, ma in quella occasione si erano limitati a fare dei controlli sugli atti. Oggi, invece, sono stati ispezionati una decina di loculi che sarebbero appartenuti all'Istituto. La prima cosa balzata agli occhi degli investigatori è che su nessuna lapide è incisa l'identità del defunto. E già questa si prefigura come una grave irregolarità. "Se non si ricostruisce l'identità dei defunti - ha commentato il procuratore di Paola, Bruno Giordano - sarà un problema serio. In ogni caso preferisco non dire altro e aspettare l'esito finale delle verifiche". Solo su un marmo, è stata trovata un'iscrizione molto vecchia ed illeggibile. Uno dei loculi è stato aperto ed è stata parzialmente estratta la bara che vi era contenuta fatta di vecchi legni sui quali, ad un primo esame, non sarebbe stata trovata alcuna indicazione sull'identità del defunto. I resti apparterrebbero a vecchi degenti dell'Istituto Papa Giovanni XXIII, ma il fatto che non sia indicata l'identità apre scenari di non facile previsione anche per gli investigatori. Prima di procedere all'apertura delle bare, però, è necessario attendere la disponibilità di celle frigorifere negli obitori della zona. Solo a quel punto la Procura disporrà la riesumazione delle salme per verificare, innanzi tutto, la corrispondenza con i registri del cimitero e per cercare poi, di risalire all'identità.
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