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Inchiesta Why Not
Inchiesta Why Not, la Merante chiede di essere interrogata. Scontro tra Procure si va verso chiusura, depositati atti 07 gen 09 La superteste dell'inchiesta Why not, Caterina
Merante, ha chiesto ai magistrati della Procura generale di Catanzaro
di essere interrogata. Merante, che ha ricevuto l'avviso di conclusione
indagine insieme ad altre 105 persone, è indagata nell'ambito
dell'inchiesta per la violazione della legge in materia di occupazione
e mercato del lavoro. L'inchiesta Why Not, su presunti illeciti nella
gestione di fondi pubblici, prese il via proprio dopo le dichiarazioni
di Caterina Merante all'allora pm di Catanzaro, Luigi De Magistris.
L'inchiesta fu successivamente avocata dalla Procura generale dopo
che De Magistris iscrisse nel registro degli indagati l'allora ministro
della Giustizia, Clemente Mastella, che ne aveva chiesto il trasferimento.
Dopo mesi di indagini l'inchiesta è giunta al termine e, nel
mese scorso, i magistrati della Procura generale di Catanzaro hanno
emesso l'avviso di conclusione delle indagini nei confronti di 106
indagati. La data dell'interrogatorio chiesto dalla Merante non è
stata ancora fissata. Scontro Procure, si va verso chiusura. Il Csm si accinge a chiudere il caso dello scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro. La Prima Commissione ha deciso il deposito degli atti e tra dieci giorni, o venti se ci sarà una specifica richiesta degli interessati, deciderà se proporre al plenum il trasferimento d'ufficio per incompatibilità di sette magistrati dei due uffici giudiziari o invece l'archiviazione delle loro posizioni. Per quanto riguarda la procura di Salerno le toghe a rischio sono il capo della procura Luigi Apicella e i sostituti Gabriella Nuzzi e Dionigio Versani, i due magistrati che hanno messo sotto inchiesta i colleghi di Catanzaro e hanno disposto il seguestro del fascicolo Why not. Mentre tra i pm di Catanzaro il pericolo trasferimento è per il procuratore generale Enzo Jannelli, i sostituti Alfredo Garbati, Domenico De Lorenzo e Salvatore Curcio; si tratta delle toghe che hanno firmato il provvedimento di contro-sequestro del fascicolo Why not e che hanno a loro volta messo sotto inchiesta i colleghi salernitani. Sia ai pm di Salerno sia a quelli di Catanzaro in sostanza il Csm contesta di aver avuto un atteggiamento conflittuale, che con i rispettivi provvedimenti di sequestro e controseguestro ha poi portato alla paralisi dell'attività giudiziaria. Per Apicella la procedura potrebbe chiudersi già tra tre giorni, se la sezione disciplinare del Csm accoglierà la richiesta del procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito di trasferirlo d'urgenza con un provvedimento cautelare.
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