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Il Presidente Napolitano in Calabria
Il presidente Napolitano a Lamezia “Inderogabile la solidarietà tra nord e sud”, ma tante proteste 15 gen 09 I doveri di solidarietà fra il nord
e il sud dell'Italia sono "inderogabili, come la Costituzione
ha solennemente sancito" E di questo c'é consapevolezza
anche nel nord, ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
a Lamezia Terme aggiungendo che il mezzogiorno deve fare "la
sua parte, mostrandosi capace di rinnovarsi sul piano amministrativo
e reagendo alla criminalità organizzata. Napolitano
a Lamezia. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
è arrivato a Lamezia Terme, seconda tappa della sua visita
in Calabria dopo quella di stamattina all'università di Arcavacata,
a Rende. A Lamezia, dove è stato accolto dal sindaco, Gianni
Speranza, Napolitano presenzierà alla cerimonia celebrativa
del 40/mo anniversario della fondazione del Comune, nato dalla fusione
di Nicastro, Sant'Eufemia Lamezia e Sambiase. In Comune il Capo dello
Stato incontrerà gli studenti delle scuole superiori, il presidente
dell'Associazione antiracket, Armando Caputo, e una rappresentanza
del Comune capeggiata dal sindaco Speranza. Domani incontro con Loiero e la Hubner.
Inizierà con un incontro col presidente della Regione Calabria
Agazio Loiero, la giornata reggina di domani del presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano. Lo si è appreso in ambienti
della Regione Calabria. Il capo dello Stato riceverà Loiero
per un colloquio alle 9.30 nella prefettura di Reggio Calabria. "Il
viaggio in Calabria del presidente Napoletano - è stato rilevato
negli stessi ambienti - non ha carattere ufficiale essendo dedicato
al mondo universitario, culturale e scientifico della regione. Napolitano,
tuttavia, incontrerà Loiero proprio nella sua qualità
di massimo rappresentante istituzionale della Regione". Loiero
porgerà il saluto ufficiale della Calabria con un intervento
all'Università Mediterranea. Le proteste Pietro Mancini “Ha dimenticato mio padre”. "Dispiace dover sottolineare la dimenticanza del presidente Giorgio Napolitano che, nel suo intervento, non ha riconosciuto a Giacomo Mancini i meriti politici e storici per la nascita dell'Università della Calabria". A dirlo, in una dichiarazione, è stato Pietro Mancini, figlio dello storico leader socialista e componente il consiglio di amministrazione della Fondazione Giacomo Mancini. "Beniamino Andreatta - ha aggiunto - fu il primo rettore dell'Ateneo, ma l'idea delle caratteristiche residenziali, per studenti e docenti, e dell'ubicazione alle porte di Cosenza fu di Mancini, la cui effige, anche per questa battaglia civile e culturale, fu bruciata a Reggio Calabria durante la 'rivolta' dei fascisti di Ciccio franco". Presidente Trento “Deluse le amministrazioni locali”. "Un'occasione mancata". Così il presidente del Consiglio provinciale di Cosenza, Leonardo Trento, definisce la visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Mi rendo conto di apparire, forse, sopra le righe - prosegue Trento - ma non posso esimermi dal constatare, anche a mente fredda, che la visita odierna del Capo dello Stato all'Università della Calabria, ha di fatto deluso le reali aspettative di quanti, in questa regione periferica da tutti i punti di vista, annettevano ed annettono al dialogo istituzionale con il Garante dell'Unità Nazionale, una importanza certamente superiore al semplice, schematico protocollo imposto da un cerimoniale, fin troppo sbrigativo". "Non credo di essere l'unico - prosegue il presidente dell'assemblea provinciale cosentina - ad aver sperato, fino all'ultimo, almeno in un incontro, seppur ridotto per ragioni organizzative, tra una delegazione degli amministratori provinciali e locali di questa importante area del Mezzogiorno ed il Presidente Napolitano, da tanti commentatori e non a torto definito un autentico e storico meridionalista". "Ma così non è stato, perché, evidentemente - sostiene ancora Trento - in questo modo non si è pensato di strutturare la tappa cosentina del Presidente, male interpretando tuttavia il sentire diffuso, soprattutto tra le popolazioni di questa provincia come dell'intero territorio regionale.Ci si aspettava, dalla visita del Capo dello Stato, un utile momento di confronto in più, sulle numerose e complesse questioni aperte che interessano il presente ed il futuro di questa regione.Da questo punto di vista, la troppo veloce tappa rendese del Presidente della Repubblica, appare di fatto una occasione mancata. Ancora una volta si è persa una buona occasione per parlare dei nostri tanti problemi irrisolti. Peccato". Perugini “Preoccupazioni per ricerca
e università pubblica”. «Sono convinto
– dichiara il Sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini –
che la preoccupazione per il futuro dell'università pubblica
e della ricerca scientifica in Italia, manifestata dai ricercatori
e docenti precari dell'Università della Calabria in una lettera
aperta al Presidente Napolitano, diffusa in occasione della sua visita,
debba essere condivisa da tutti. I provvedimenti del Governo, infatti,
riducono drasticamente i finanziamenti per l'università, aggravano
il problema dell'insicurezza economica e giuridica dei precari, limitano
il ricambio generazionale dei docenti e aprono la porta alla trasformazione
delle università in fondazioni private, mettendo in discussione
il diritto allo studio per tutti. Quirinale “Non ha negato l’incontro agli studenti”. Agli uffici del Quirinale non risulta che sia stata negata a rappresentanti degli studenti e dei ricercatori dell'Università della Calabria la possibilità di consegnare questa mattina una lettera al Presidente della Repubblica. E' quanto riferiscono fonti del Quirinale. Risulta invece che è stata rifiutata da alcune organizzazioni studentesche la disponibilità manifestata, come del resto nelle altre visite del presidente Napolitano ad atenei, a ricevere documenti e contributi sulle questioni dell'ordinamento universitario. In ogni caso il Capo dello Stato ha avuto modo, sia nel corso della cerimonia sia durante la visita al campus, di incontrare - ed ascoltarne le posizioni - molti studenti e ricercatori. Studenti Unical: Università occupata. "Ore 9: l'Unical è occupata da un ingente spiegamento di forze dell'ordine. L'università è circondata, gli accessi sono presidiati, ogni varco è chiuso. L'Onda è fuori. La militarizzazione impedisce ogni espressione di dissenso di studenti e precari, la comunità che popola le aule, gli uffici, il ponte e le piazze è escluso". Così, gli studenti del movimento dell'Onda, ripercorrono la giornata di oggi, con la visita del Capo dello Stato in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico. "Lo spazio - proseguono in una nota - è occupato da uno stuolo di presidenti, generali, amministratori, gerarchie ecclesiastiche, presidi e baronie varie. La democrazia è ancora una volta da conquistare metro per metro. La tensione subito sale. L'università è nostra e dobbiamo liberarla. Dobbiamo riprenderci il ponte ma partono minacce e blocchi per gli studenti. Il colmo è il divieto di esporre degli striscioni. Ma questo non interessa le alte cariche dello Stato che occupano l'aula magna, fra questi il magnifico Latorre. In fondo, questo é il suo giorno, il suo disegno si è realizzato, la riforma che distrugge l'istruzione è passata e le università virtuose incassano i soldi dovuti alla loro fedeltà alla Gelmini". "Ore 13: l'università - prosegue la nota degli studenti - é riconquistata. Il presidente è in fuga, la festa è rovinata e il rettore è avvilito. Il movimento è sempre vivo e ha rimesso al centro del dibattito le questioni riguardanti il libero accesso al sapere. Le riforme di distruzione continuano, l'ex decreto legge 180 è stato appena convertito in legge e non abbiamo alcuna intenzione di stare a guardare indifferenti a ciò che si decide sulle nostre teste nelle stanze del potere. L'università è nostra e la difenderemo fin alla fine. In solidarietà al popolo Palestinese, che vive sulla propria pelle la vigliacca aggressione dell'esercito israeliano che occupa ingiustamente il suo territorio, una gigantesca bandiera della Palestina sventola sul ponte dell'Università, simbolo della lotta per la liberazione". Gli incontri Gli incontri a Lamezia. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel pomeriggio a Lamezia Terme ha avuto una serie di incontri con rappresentanti sociali, della politica e delle istituzioni. Tra gli altri, il Capo dello Stato ha incontrato la responsabile del coordinamento nazionale antimafia Riferimenti, Adriana Musella, figlia di un imprenditore napoletano morto in un attentato dinamitardo negli anni '80. Adriana Musella ha offerto al presidente Napolitano una gerbera gialla, simbolo di Riferimenti. Il Capo dello Stato ha avuto incontri, inoltre, con il rettore dell'Università Magna Grecia, Francesco Saverio Costanzo, e con il sindaco di Catanzaro, Rosario Olivo, che hanno sottoposto alla sua attenzione una serie di questioni riguardanti le due istituzioni di cui sono responsabili. Infine il Presidente ha incontrato un gruppo di studenti irakeni che stanno seguendo un corso di specializzazione in medicina con un programma del Ministero degli Esteri. Ricevuti tre dottorandi iracheni. Ricevuti oggi a Lamezia dal Presidente Napolitano, in visita in Calabria, tre giovani dottorandi iracheni, accompagnati dall' On. Giuseppe Soriero. Lo renmde noto l'Associazione il campo. "Ringraziamo - è detto in una nota - il Presidente Napolitano per la sensibilità espressa nel ricevere e salutare i tre giovani medici dottorandi di Nassiriyia, ospiti dell'Università Magna Graecia di Catanzaro, Abbiamo presentato all'attenzione del Capo dello Stato il "Progetto per la Formazione Specialistica di personale paramedico" che l'Università "Magna Græcia" è pronta a sviluppare, come ulteriore contributo positivo alla riorganizzazione delle strutture ospedaliere irachene. La proposta , già inviata al Ministero degli Affari Esteri nell'ambito dei programmi di medicina impostati dal MAE per l'Iraq, si caratterizza per la continuità con l'attività già espressa dal "Progetto di solidarietà per l'Università di Nassiriya", promosso dall'Associazione "IL CAMPO - idee per il futuro" d'intesa con le Università della Calabria e di Napoli. E' questa una impostazione che contribuisce a mettere in luce le qualità scientifiche e tecnologiche di alcune Università del Mezzogiorno, impegnate a trasferire programmi di telemedicina in una area del Medioriente , come quella irachena, ancora bisognosa di azioni positive di cooperazione culturale e scientifica. Esprimiamo pertanto profonda gratitudine al Presidente Napolitano per la stima attestata nei confronti dell'operato dell'associazione "IL CAMPO" Il discorso del Sindaco Speranza. "Grazie
di cuore per aver accettato l'invito a visitare Lamezia Terme in occasione
dell'anniversario della sua fondazione. Grazie anche per il carattere
della visita (la passeggiata nel centro storico, l'incontro con i
rappresentanti dei giovani e della comunità), che mette in
evidenza il messaggio civile che la sua presenza vuole dare".
A dirlo è stato il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza,
nell'intervento di saluto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
"E' la prima volta - ha proseguito - che il Presidente della
Repubblica visita la nostra città e viene addirittura in Municipio.
L'unica presenza, in passato, risale al 1992 e alla partecipazione
del Presidente Cossiga ai funerali dei coniugi Aversa e Precenzano,
barbaramente uccisi dalla mafia. Li abbiamo ricordati il 4 gennaio
scorso. Quella fu una giornata tragica. Questa di oggi è una
grande festa e rappresenta il segno del cambiamento che stiamo vivendo.
A nome del Consiglio comunale tutto, del personale del comune, dell'intera
città il più affettuoso saluto signor Presidente".
"Lamezia - ha sostenuto Speranza - è una città
giovane. La legge Perugini-Foderaro che unifica i tre ex comuni è
del 1968. Le prime elezioni comunali del 1970. Alla base dell'unificazione
vi era l'ipotesi che un nuovo comune di maggiori dimensioni, situato
al centro del territorio calabrese, ricco di infrastrutture strategiche
e di risorse territoriali e culturali, potesse essere attrattivo rispetto
alle scelte nazionali e regionali che si stavano compiendo. La nuova
città nasceva con l'obiettivo di svolgere una decisiva funzione
al servizio dell'intero territorio regionale. Era ed è ancora
questa la vocazione naturale di Lamezia, una vocazione che Lamezia
ed i lametini interpretano con generosità e disponibilità.
Ma i processi politici andarono, purtroppo, diversamente. Mentre Lamezia
si univa, la Calabria si divideva drammaticamente. Proprio mentre
nasceva la Regione, intorno alla scelta del capoluogo, all'ubicazione
dell'Università e ad altre scelte rilevanti, si consumavano
profonde fratture nel tessuto democratico regionale ed i moti di Reggio
diedero una immagine angosciante della Calabria all'intera nazione.
Queste circostanze storiche hanno, di fatto, compromesso, riteniamo
in maniera non irrimediabile, la fattiva concretizzazione dell'idea
strategica posta a fondamento della nascita della nostra città,
sedimentando negli anni un senso di frustrazione per quel che Lamezia
doveva essere e non è stata sia in settori di classi dirigenti
sia in strati popolari. Anche la progressiva costruzione di un'identità
unica della città è stata ed è resa più
difficile da quei sentimenti di frustrazione ai quali mi riferivo".
"In questi 40 anni, tuttavia - ha proseguito - così come
in tutto il Mezzogiorno e nella stessa Calabria, si sono succeduti
momenti diversi ed alterni. Non c'é dubbio, però, che
emerga una positività di questa comunità ricca di talenti
e risorse: Lamezia è la città di un'area industriale
tra le più grandi del Mezzogiorno; Lamezia è la città
che ospita l'unico aeroporto internazionale della Calabria che, in
connessione con il porto di Gioia Tauro, potrebbe costituire il più
grande ed attivo HUB intermodale del Mediterraneo; Lamezia è
la città di una eccellente filiera agroalimentare e florovivaistica;
Lamezia é la città che raccoglie il testimone dell'antica
Terina e nel cui territorio, nel corso dei secoli, si sono stratificate
testimonianze tangibili di presenze magno-greche, romane, bizantine,
normanno-sveve ed angioine; Lamezia è una città animata
da presenze umane e culturali che, in ogni parte del mondo, hanno
saputo dare buona prova di sé, capaci di laboriosità
e solidarietà sulle quali ha poggiato e poggia la risposta
democratica alla criminalità e un progetto di riscatto duraturo;
Lamezia è, dunque, una 'citta' aperta del e nel Mediterraneò".
"Certo - ha sostenuto Speranza - siamo una comunità che
soffre per la vastità delle pratiche estorsive, per gli attentati
e per gli omicidi cruenti ad opera della criminalità: ma dimostriamo
continuamente di essere tutt'altro che rassegnati. Questa comunità
dà risposte straordinariamente belle e di alta dignità,
a differenza di altri territori più sfortunati. Dopo gli attentati
in vari esercizi commerciali della città e la distruzione della
casa e dell'azienda della famiglia Godino nel 2006, ci furono varie
iniziative del Comune, la grande manifestazione di migliaia di giovani
lametini, la serrata dei commercianti di qualche giorno dopo. Lo Stato
e il Governo ci furono vicini concretamente. Ciò rappresentò
un messaggio chiaro a tutta l'Italia: Lamezia è il Sud che
reagisce, un pezzo di Calabria e d'Italia che non si rassegna, ma
risponde con passione democratica e forza. Lamezia è il Sud
che guarda oltre i confini locali, costruendo splendidi rapporti di
amicizia e di iniziativa comune con Firenze ed altre città
italiane. E' la città dove nasce uno spazio giovani in un bene
confiscato alla criminalità organizzata e dove si sviluppa
l'associazione antiracket, che annovera diversi imprenditori, alla
quale l'Amministrazione comunale ha fornito una sede in un altro bene
confiscato. Lamezia è la città dell'associazionismo
e del volontariato; è il Comune che si costituisce parte civile,
insieme all'associazione antiracket, in tutte le cause di mafia ed
estorsione: nella scorsa estate il tribunale di Catanzaro ha stabilito
di concedere al Comune di Lamezia una cifra di risarcimento record,
ben cinque milioni di euro, con la possibilità che lo Stato
anticipi fino ad un terzo appena la sentenza verrà depositata.
"Imprenditori e commercianti - ha sostenuto Speranza - hanno
iniziato a collaborare: tra questi il presidente della Confcommercio
e, per ultimo, l'imprenditore Rocco Mangiardi che, qualche giorno
fa, in pieno dibattimento conferma la sua testimonianza verso gli
autori delle richieste estorsive ai suoi danni. Quel gesto quel dito
che indica il responsabile, non è solo il suo ma è il
gesto ed il dito di tutti noi, di tutta la comunità cittadina.
La Chiesa cittadina, in maniera diffusa sul territorio, ha svolto
e svolge un ruolo di indirizzo spirituale e morale di grande significato.
Inoltre, anche il nostro Consiglio comunale deciderà presto
l'esenzione da tutti i tributi locali, per 10 anni, per gli imprenditori
che collaborano con la giustizia". "Ringrazio le forze dell'ordine
e la magistratura - ha proseguito - per quello che fanno. Io so bene
il livello di sovraesposizione di molti di loro e a nome della città
esprimo gratitudine. Vedo anche che c'é un bisogno di giustizia,
di fare luce su tanti delitti impuniti e tanti casi che non possono
essere archiviati. Mi permetto, signor Presidente, di reiterare la
richiesta del Consiglio comunale affinché ci siano tempi rapidi
nella nomina del Procuratore della Repubblica e si completino i posti
vacanti negli organici. Vedo la possibilità concreta che si
possa aprire una pagina completamente nuova. La sua Presenza, signor
Presidente, dà prospettiva a questa speranza allargandone gli
orizzonti e, nell'introdurre la nostra città e la sua comunità
nella piena maturità della sua storia, sigilla il proposito
irreversibile di proseguire sul percorso intrapreso. Lei, che è
garante dell'Unità Nazionale e conoscitore profondo ed attento
dei problemi del Mezzogiorno, sa perfettamente che il dualismo, che
ancora persiste nel nostro Paese in termini economici e di qualità
della vita, in questa città si esprime soprattutto nel dramma
della disoccupazione e della mancanza di lavoro, in particolare per
i giovani e nell'allargamento delle fasce di povertà e di ingiustizia
sociale. In questo contesto Lamezia sta faticosamente guadagnando
la strada del suo sviluppo e dell'emancipazione dai ritardi strutturali:
da quando è stato possibile riattivare la spesa per gli investimenti,
aprile 2006, l'Amministrazione Comunale sta spendendo oltre 85 milioni
di euro per opere pubbliche, tra le quali quest'aula; inoltre, negli
ultimi mesi, a valere sulla vecchia programmazione, abbiamo programmato
ulteriori 40 milioni di euro di risorse comunitarie, nazionali e regionali,
dimostrando di avere capacità progettuale. Per il futuro, fin
dal 2009, lavoreremo per un Progetto Speciale su Lamezia Terme, chiedendo
a tutti i livelli istituzionali di interagire proficuamente per l'attuazione
di una Accordo di Programma Quadro capace di esaltare le vocazioni
strategiche del nostro territorio, tra le quali l'intermodalità
ed il termalismo". "La missione per cui Lamezia Terme è
nata - ha detto Speranza - oggi è ancora possibile ed ancora
più utile e necessaria alla Calabria. Per questo continueremo
a lavorare. Ci conforta, in questo sforzo, il fatto che la Commissione
Nazionale Antimafia, all'unanimità, nella sua ultima relazione
ci riconosca significativi risultati in termini di crescita civile
e democratica. Per un'Amministrazione di una realtà complessa
del nostro Mezzogiorno è di grande significato il suo insegnamento,
signor Presidente, sulla necessità continua di una capacità
autocritica, anche quando si è alla prima esperienza di Governo
della propria vita. Vale, anche in questo caso, l'etica della responsabilità:
non bisogna prendersela sempre con gli altri quando le cose non vanno,
ma occorre guardare in primo luogo alla proprie responsabilità
e a ciò che si può fare di meglio e di più nei
confronti dei cittadini. Io condivido questa breve parabola del filosofo
Remo Bodei, che sintetizzo schematicamente. L'antico saggio greco
Solone diceva che leggi sono come le ragnatele: i forti le sfondano,
mentre i deboli vi restano impigliati. Anche ai nostri giorni la grande
illegalità riesce spesso ad infrangere impunemente le leggi.
Legioni di avvocati e di esperti fiscali sono all'opera proprio per
questo. Quando si constata che le leggi e usanze rimangono lettera
morta, soprattutto per chi dovrebbe dare l'esempio della loro osservanza,
allora la lotta per la legalità e per la crescita democratica
non ha sostanziali prospettive di successo. Non bisogna diventare
patetici don Chisciotte che si ergono al di sopra della realtà
o soddisfatti Sancho Panza che, per seguire meschini vantaggi, si
pongono al di sotto della realtà. Bisogna intrecciare gli ideali
alle possibilità. Infatti, secondo Max Weber il possibile non
sarebbe raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l'impossibile.
L'amministrare è proprio il quotidiano sforzo con sobrietà
e pazienza continua per avvicinare ideali e possibilità. Sono
questi i valori che ispirano il nostro agire. A questi valori si ispirava
il carissimo amico, assessore Gianni Lucchino, scomparso appena qualche
giorno fa. Mi addolora che non possa accoglierla perché l'avrebbe
fatto con felicità". "Saluto con profondo rispetto
- ha proseguito - le autorità politiche, religiose, militari
e civili, i rappresentanti delle istituzioni, della stampa, i giovani
e gli amici intervenuti. Ringrazio gli operai e tutti i dipendenti
del comune per come hanno collaborato a realizzare questo evento.
I nostri giovani oggi hanno l'opportunità di dialogare con
lei. I due ragazzi che interverranno lo faranno a nome di tutti i
loro coetanei presenti in sala e quanto diranno sarà espressione
di un dibattito comune e condiviso, che ha avuto anche un valore educativo.
La liberazione dell'Italia dal nazismo, la Resistenza, la Repubblica,
la Costituzione, la rinascita democratica politica ed economica d'Italia
sono stati per la mia generazione un grande insegnamento, si trasmetteva
allora un valore alto della politica". "Io vorrei - ha concluso
Speranza - che anche la mia generazione, che ha appreso questi principi
da personalità come la Sua, potesse trasmetterli ai nostri
figli. Mi permetta di dirLe, Signor Presidente, che per noi oggi è
un giorno che dà un senso di compiutezza, non solo ad un mandato
amministrativo, ma ad una Storia intera. Grazie ancora". Fascio di gerbere gialle da Riferimenti. Un fascio di gerbere gialle, il fiore scelto dal Coordinamento nazionale Riferimenti come simbolo dell'antimafia, è stato consegnato al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano al suo arrivo a Lamezia Terme. A consegnare i fiori è stata la presidente dell'associazione Adriana Musella che il Capo dello Stato ha incontrato in un momento tutto privato della visita. Le gerbere gialle sono state donate al Presidente Napolitano "a nome e per conto - ha spiegato Musella - dei giovani della Calabria" Ass. Antiracket “Nessuno è intoccabile”. "Sarebbe determinante se in un territorio come il nostro, dove l'illegalità diffusa è un sentire comune, si dessero esempi importanti dai quali capire che nessuno è intoccabile". Lo ha detto il presidente dell'Associazione antiracket di Lamezia Terme, Armando Caputo, incontrando il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Davanti a Lei che custodisce i valori più alti della nostra Costituzione - ha aggiunto Caputo rivolto a Napolitano - va sottolineato come in questa terra di evidenti diritti negati vi sono persone che hanno saputo mostrare a tutti che la libertà e la dignità personale si difendono non solo rivendicando giusti e sacrosanti diritti, ma praticando anche i semplici doveri di un normale cittadino. E tra i doveri da praticare e rispettare ve ne sono alcuni, tra i più difficili, dei quali vogliamo essere fedeli interpreti: il dovere dello sdegno e del coraggio. Noi vorremmo che tutte le persone che sono qui a Lamezia Terme stasera avessero ben chiara la consapevolezza del peso enorme che ha la presenza della criminalità per il mancato sviluppo del nostro territorio. Non é certo l'unico ostacolo che abbiamo davanti, ma è il più alto e il più difficile da superare".
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