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Guerra tra Procure, Apicella ricusa disciplinare CSM
Guerra tra Procure, il PG Apicella ricusa la sezione disciplinare del CSM. Il Ministro bacchetta le due procure "Scarso equilibrio" 09 gen 09 Il procuratore di Salerno Luigi Apicella
ha presentato istanza di ricusazione nei confronti della sezione disciplinare
del Csm che domani dovrà decidere se trasferirlo d'ufficio
in via d'urgenza, come ha chiesto il procuratore generale della Cassazione
Vitaliano Esposito. A quanto si è appreso Apicella ritiene
di non poter essere giudicato dal "tribunale delle toghe",
in quanto tra gli addebiti a suo carico c'é quello di aver
fatto proprie, integrandole nel provvedimento di sequestro del fascicolo
Why not, "accuse allusive" e "giudizi denigratori"
su decisioni giurisdizionali assunte non solo da altre autorità
giudiziarie ma dalla stessa sezione disciplinare del Csm. Inoltre
Apicella ritiene che non possano giudicarlo quei componenti della
sezione disciplinare che hanno partecipato ai lavori della Prima Commissione
del Csm che nei suoi confronti ha aperto la procedura di trasferimento
d'ufficio. Sull'istanza del procuratore si pronuncerà un collegio
diverso da quello chiamato a decidere sul suo trasferimento, presieduto
dal laico di An Gianfranco Anedda. Ministro Alfano “Abusi dai PM di Salerno”.
I pm di Salerno hanno compiuto atti abnormi, come il sequestro del
fascicolo Why not e le perquisizioni ai colleghi di Catanzaro, non
per cercare prove, ma nell'ottica di una "acritica difesa"
di Luigi De Magistris, e con l'intento di "ricelebrare"
i processi che gli erano stati avocati. E hanno motivare i reati contestati,
"attribuendo, decisiva e esclusiva rilevanza" alle dichiarazioni
dell'ex pm. E' quanto scrive il ministro della Giustizia Alfano nell'atto
di incolpazione a carico dei magistrati di Salerno. Sui rapporti tra
De Magistris e la procura di Salerno, il ministro è più
che esplicito: il procuratore Luigi Apicella e i suoi sostituti Gabriella
Nuzzi e Dionigio Verasani hanno motivato "la configurabilità
dei reati" ipotizzati a carico dei colleghi di Catanzaro "attribuendo
, senza alcun vaglio critico, decisiva e esclusiva rilevanza alle
dichiarazioni e alle memorie depositate da De Magistris, al quale
si consentiva di rendere ben 65 deposizioni". Ma non basta: secondo
il Guardasigilli emerge chiaramente che lo scopo delle perquisizioni
e del sequestro del fascicolo Why not non "non era tanto la ricerca
di ulteriori messi di prova sui reati per i quali procedevano, ma
un'acritica difesa di De Magistris e una critica serrata di quanto
era stato fatto" dai magistrati della procura generale di Catanzaro
dopo l'avocazione all'ex pm delle inchieste Why not e Poseidone. In
questo senso il ministro ritiene "significativo" che nella
motivazione vi sia "un'aperta manifestazione di disapprovazione"
della richiesta di archiviazione per l'ex Guardasigilli Mastella che
la procura generale di Catanzaro aveva avanzato dopo l'avocazione.
"Emerge con tutta evidenza - scrive il ministro - che l'effettiva
finalità dei provvedimenti e quella dei procedimenti di Salerno
fosse quella di ricelebrare e istruire nuovamente, in una prospettiva
non neutrale i processi di esclusiva competenza dell'autorità
giudiziaria di Catanzaro, nonché dimostrare l'illiceità
delle iniziative disciplinari intraprese nei confronti di De Magistris". Difensore Apicella “Accuse temerarie”. "Dimostreremo nelle sedi competenti la temerarietà delle accuse al dott. Apicella e l'illegittimità degli addebiti". Così Stefano Racheli, che difende il procuratore di Salerno, Luigi Apicella, davanti al Csm. Racheli, in una nota, ha spiegato che, "in ordine alle ripetute fughe di notizie, ovvero alle indebite dichiarazioni apparse sulla stampa, risultate le stesse fuorvianti rispetto al reale svolgimento dei fatti e al solo fine di tutelare l'onorabilità del dott. Apicella,mi corre l'obbligo di spiegare quanto segue: 'Nessun abuso e' stato commesso dall'ufficio del dott.Apicella; del tutto illegittimamente è stata aperta nei suoi confronti una procedura ex art.2 legge sulle guarentigie, procedura aperta in assenza dei presupposti di legge; quanto agli illeciti disciplinari dimostreremo nelle sedi competenti la temerarietà delle accuse". Santelli “Ricusazione lascia sconcertati”. "Lascia sconcertati la mossa del Procuratore della Repubblica di Salerno, Apicella, di ricusare il collegio disciplinare del Csm chiamato a giudicare il suo operato". Lo sostiene Jole Santelli, responsabile Sicurezza di Forza Italia e vice presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera. "Una condotta - aggiunge - che potrebbe acuire ulteriormente lo scontro istituzionale in atto all'interno della magistratura. Si assiste anche oggi ad un triste spettacolo che espone al rischio di minare ulteriormente l'autorevolezza non già della magistratura, ma di alcuni magistrati in particolare". "La circostanza appare ancora più grave - conclude Jole Santelli - dal momento che, sull'operato della Procura di Salerno, di cui Apicella è a capo, si era espresso lo stesso Presidente della Repubblica, Napolitano". Anm “Mancanza di professionalità dei magistrati”. Nello scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro è venuta a mancare la professionalità dei magistrati. Nel giorno in cui il ministro della Giustizia Alfano chiede il trasferimento dei protagonisti della contrapposizione senza precedenti, l' Anm richiama il giudizio espresso nel documento di un mese fa in cui parlò di "cortocircuito istituzionale e giudiziario che richiede risposte istituzionali da adottare con rapidità nelle sedi competenti". Palamara prende inoltre atto di come in questo caso, con i provvedimenti sollecitati nei confronti dei magistrati coinvolti nella vicenda, "il sistema istituzionale abbia dimostrato di avere gli anticorpi". "Nel nostro documento che ha una portata innovatrice nella storia stessa dell' Associazione - sottolinea il presidente del sindacato delle toghe Luca Palamara - abbiamo criticato non il merito delle questioni ma il metodo seguito. Noi abbiamo un ruolo culturale, ciò che vogliamo è che alla difesa dell' autonomia corrisponda la professionalità del magistrato". Palamara ricorda che nella sua presa di posizione la Giunta dell' Anm criticò sia il decreto di perquisizione disposto dai magistrati di Salerno (sostenendo che il provvedimento non può essere un affastellamento di atti ma deve contenere la spiegazione tecnica e giuridica su cui si fonda) sia la reazione dei magistrati di Catanzaro che disposero il controsequestro degli atti e iscrissero nel registro degli indagati i loro colleghi campani. Sulle vicende amministrative e disciplinari che riguardano i colleghi di Catanzaro e di Salerno, conclude Palamara, "nulla possiamo esprimere se non attendere gli esiti degli accertamenti da parte degli organi competenti".
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