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Nuova inchiesta sulal morte di Federica Monteleone
Morte di Federica Monteleone, inchiesta bis per una cartella clinica falsificata 06 gen 09 Sulla morte di Federica Monteleone, la ragazza
di 16 anni morta nel gennaio del 2007 dopo un'operazione di appendicite
nell'ospedale di Vibo Valentia, c'é un'inchiesta bis condotta
dalla Procura vibonese. La nuova indagine riguarda un troncone bis
in merito ad ulteriori responsabilità per la morte di Federica
per quanto è avvenuto nella sala operatoria e, in particolare,
sulla presunta falsificazione della cartella clinica della ragazza
.Sulla cartella infatti sarebbero state aggiunte delle note posticce
successive a quelle dei medici di Cosenza. Atto che sarebbe avvenuto
nell'ospedale di Cosenza, dove la giovane morì una settimana
dopo l'intervento. Proprio in merito alla falsificazione della cartella
sono indagati due medici dell'ospedale di Cosenza. La falsificazione
della cartella è stata denunciata, nel corso dell'udienza preliminare,
dal difensore di Francesco Costa, l'anestesista dell'ospedale di Vibo
Valentia rinviato a giudizio insieme ad altre otto persone per la
morte di Federica. L'inchiesta bis, condotta dal procuratore di Vibo
Valentia, Mario Spagnuolo, e dal pm Fabrizio Garofalo, riguarda anche
le presunte manomissioni della sala operatoria in cui fu eseguito
l'intervento nel corso del quale la giovane entrò in coma.
Interpellato su tutta la vicenda il legale della famiglia Monteleone
non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Loiero “La Regione ha il dovere di
chiedere giustizia”. “La speranza è che
le ultime notizie sulla tragedia di Federica Monteleone non siano
vere, che dietro la sua morte non ci sia quel contorno torbido che
sembra invece affiorare”. Lo ha detto il presidente della Regione
Calabria Agazio Loiero che ancora una volta ha voluto sentire oggi
al telefono i genitori della ragazza ai quali ha rinnovato la sua
vicinanza. “La piega che avrebbero assunto le indagini sulla
drammatica vicenda conferma, però, la giustezza della decisione
presa di costituirci parte civile nel processo – ha aggiunto
Loiero all’epoca duramente attaccato da alcuni medici –
perché non restino ombre e la verità venga accertata,
senza sconti per alcuno e fino in fondo”. “Non si può
morire a sedici anni e in quel modo – ha concluso Loiero –
e per tale motivo, nel caso di Federica, come in quelli di Eva, Flavio
e Andrea giovanissime vite spezzate magari per negligenze, la Regione
ha il diritto e il dovere di chiedere giustizia per evitare che episodi
così possano ripetersi”. PM Laudonio “Accuse infondate”: Sereno e certo di poter dimostrare "l'infondatezza delle accuse": così si è detto l'ex procuratore di Vibo Valentia, Alfredo Laudonio, in relazione alla richiesta fatta dalla Procura generale della Cassazione al Csm di sospenderlo dalle funzioni e dallo stipendio. Laudonio ha rilasciato una dichiarazione tramite i suoi legali, gli avvocati Bruno Anello e Pietro Proto. "Sono del tutto sereno - ha sostenuto - di avere la certezza di poter finalmente, dopo tanto tempo, dimostrare in maniera inconfutabile, davanti ad un giudice nel quale ho piena e incondizionata fiducia, l'assoluta infondatezza delle accuse, frutto di insinuazioni temerarie, calunniose e false". I due legali non hanno aggiunto altro in relazione alle accuse mosse a Laudonio.
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